sabato 30 aprile 2011

Anche il presidente della repubblica vuole modificare l'art. 1 della costituzione

Giorgio Napolitano non lo dichiara ma dopo la giornata di oggi è chiaro che anche il Presidente della Repubblica intende modificare l'art. 1 della Costituzione. Era l'ultimo baluardo che proteggeva l'Italia, nei limiti dei suoi poteri, dalle mire dittatoriali e totalitarie dell'Indagato del Consiglio, ma ormai è chiaro che anche lui sta cedendo. Data la sua militanza politica, uno dei pochi comunisti ancora vivi nostro paese, questo cedimento del Presidente è giustificabile solo con qualche problema di salute. Pochi giorni fa ha inaspettatamente approvato la decisione di Berlusconi di alzare il tono dell'intervento italiano in Libia passando da una fase più di appoggio agli aerei della Nato ad una fase più operativa nella quale anche gli aerei italiani bombarderanno il suolo libico. Un appoggio sconsiderato e contro la costituzione italiana che ripudia la guerra. Oggi l'attacco alla costituzione da parte del presidente è rivolto proprio al più importante degli articoli della nostra Costituzione, l'articolo 1, il primo che definisce i principi sui quali la democrazia si dovrebbe fondare nella nostra Repubblica. Oggi infatti il comunista Giorgio Napolitano ha festeggiato il 1 maggio con un giorno di anticipo. Ma la gravità di questo festeggiamento anticipato non sta nel giorno di anticipo ma piuttosto nella motivazione. Si festeggia oggi perchè domani il Vaticano ha deciso di procedere alla beatificazione di Papa Wojtyla ed allora tutti i rappresentanti delle istituzioni saranno impegnati al servizio del Vaticano e della Chiesa. Ecco tradire il 1 maggio e assoggettarlo ai voleri della Chiesa equivale a tradire ciò che l'articolo 1 della costituzione sancisce. La modifica appoggiata da Napolitano è anche peggiore di quella proposta dal Pdl ed il nuovo articolo potrebbe recitare cosi' "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul cattolicesimo. La sovranità appartiene alla chiesa cattolica che la esercita nelle forme e nei voleri proposti dal Papa". Ecco quanto avvenuto oggi e quanto avverrà domani è più rispondente ad un articolo uno che recita cosi' come appena scritto. Uno steto veramente laico avrebbe dovuto protestare energicamente contro il Vaticano per la scelta di una giornata come il primo maggio per un evento religioso che avrebbe potuto tenersi in qualsiasi altra gironata festiva ma soprattutto non avrebbe dovuto sottomettersi tradendo certi valori proprio con la complicità di chi dovrebbe credere in questi valori. Siamo negli più bui della nostra storia dopo la caduta del fascismo, peggiori anche degli anni di piombo.

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