martedì 26 aprile 2011

25 Aprile ... ma di che cosa ci si meraviglia ?

Ieri probabilmente è stato il peggior 25 aprile che la storia della Repubblica italiana ricordi ma che comunque rientra nella normalità del periodo storico che l'Italia sta vivendo. Un periodo storico che va avanti da 17 anni e nel quale colui che ha la responabilità del governo del paese non ha mai partecipato ai festeggiamenti di una data così importante per l'Italia come il 25 aprile, il giorno in cui si celebra la liberazione dall'occupazione tedesca e dal fascismo durante la seconda guerra mondiale. Una data fondamentale per la storia della nostra democrazia ma che, da quando l'Indagato del Consiglio è al governo, ogni anno vede spuntare polemiche a non finire sul significato della clebrazione stessa. Negli anni scorsi queste polemiche si limitavano a tentare un'equiparazione falsa e fuori dalla storia fra i fascisti ed i partigiani, teorizzando un pericoloso parallelismo fra i crimini commessi dalla dittatura fascista con quelli sicuramente commessi anche dai partigiani. Ma mentre i primi tenevano il paese sotto il regime dittatoriale e contrastavano con la repressione gratuita i dissidenti, i secondi hanno agito per liberare il paese da tale dittatura e riportare le democrazia e la libertà commettendo sicuramente anche degli eccessi. Un parallelismo che perfino i bambini della scuola elementare capirebbero se il regime pseudodemocratico che si sta tentando di instaurare da parte di Berlusconi e Lega non cercasse con ogni mezzo di falsificare la storia. Quest'anno si è avuto un salto di qualità nelle manifestazioni avverse da parte della maggioranza di centro destra alla celebrazione del 25 aprile ma si è anche registrata una presa di posizione dei cittadini che in molti hanno contestato ministri e politici. I più attivi a denigrare il 25 aprile sono stati senza dubbio i leghisti che sono arrivati addirittura a chiedere l'abolizione di questa giornata ma come sempre al loro fianco è sceso anche Berlusconi prima con la sua ormai proverbiale assenza ma poi con l'annuncio che anche l'Italia inizierà ad effettuare bombardamenti nella guerra in Libia. Un annuncio dato prioprio alla fine della giornata di ieri che non può sfuggire ad un'interpretazione di sfida verso la giornata della liberazione. Nel paese ieri si sono vissute ore più da guerra civile che da festa nazionale con le scritte fasciste e naziste comparse in diversi luoghi di Roma e Milano e con le contestazioni e i fischi ai ministri a Roma, alla Moratti a Milano ed anche al segretario del Pd Bersani ad indicare l'inadueguatezza dell'azione del maggior partito di opposizione. Una guerra civile fomentata da governo e maggioranza impegnati nella disgregazione delle istituzioni in nome della salvaguardia del Capo Silvio Berlusconi per la cui incolumità processuale si sacrifica tutto e tutti, compresa quella magistratura che nei giorni scorsi, in maniera vergognosa per un paese civile, è stata equiparata ad una formazione terroristica prima dalla parole del Presidente del Consiglio e poi da uno dei suoi fan che ha tradotto in manifesti le stesse parole. A niente sono servite le parole del Capo dello Stato che tenta inutilmente di portare alla ragione governo, Pdl e Lega inculcando loro quei valori che dovrebbero davvero costituire un patrimonio comune indipendentemente dal colore politico ma che non lo sono poichè siamo governati da formazioni non hanno la benchè minima conoscenza della storia oltre ad una statura culturale di infimo livello.

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