giovedì 30 aprile 2015

Il reale governo del paese: la Corte Costituzionale


Ed una nuova sentenza di incostituzionalità arrivò per abbattere una buona parte della riforma Fornero relativa alle pensioni. Ormai in Italia si procede a colpi di sentenze che mettono in luce la completa inadeguatezza e incompetenza dei governi degli ultimi 10 anni. Il caso più eclatante è forse stato quello relativo alla sentenza che ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale con la quale si sono svolte le elezioni delle ultime tre legislature, ma anche la sentenza odierna non è certo da meno. In pratica la Consulta ha dichiarato incostituzionale il blocco degli adeguamenti delle pensioni superiori ai 1500 euro previsto dalla riforma Fornero a partire dal 2012. In questo caso il danno di una legge incostituzionale è stato anche valutato in termini monetari in circa 5 miliardi di euro, nel caso della legge elettorale non c'è stata una valutazione economica ma di fatto tre legislature, compresa quella attuale, hanno agito senza una reale legittimazione. Per fare un'analogia con la sentenza attuale ci sarebbero da cancellare 10 anni di storia del nostro paese eliminando leggi e provvedimenti presi in questi anni in quanto adottati da istituzioni incostituzionali. Ora in qualunque ambito della vita sociale se una persona fa uno sbaglio alla fine paga questo sbaglio ed ora un ministro e un governo che hanno provocato un danno a milioni di pensionati ed allo stato perché non dovrebbero pagare ? Elsa Fornero già ha messo le mani avanti dichiarando che lei quella parte della riforma non la condivideva e a giustificazione diella sua contrarietà porta le famose lacrime versate in conferenza stampa, ma se non le condivideva perché non si dimise da ministro lasciando al governo la responsabilità d quella riforma ? Invece appose la sua firma ed ora è troppo facile e scontata la sua puerile giustificazione. Purtroppo poi i nostri politici e governanti oltre ad essere incompetenti non sono nemmeno in grado di imparare dai propri errori. La legge elettorale in approvazione alla camera ne è una chiara dimostrazione in quanto ripete gli errori della precedente legge, errori identificabili in un premio di maggioranza spropositato e in una rappresentatività inesistente a causa della mancanza delle preferenze. La lezione del porcellum non è stata sufficiente er ci si prepara ad una nuova legge che magari fra altri 9 anni sarà di nuovo dichiarata incostituzionale. Questo è il paese e questo è il governo dei giovani emergenti.

mercoledì 29 aprile 2015

Due paroline a Bersani, Bindi, Letta, Cuperlo & company


Sono mesi ormai che i dissidenti del Pd la menano per le lunghe nelle trasmissioni televisive, nelle interviste sui giornali, nelle dichiarazioni estemporanee tutte rivolte contro il governo e le politiche centro-destrorse del loro segretario di partito nonché presidente del consiglio. Dissenso che poi si scioglie come neve al sole quando si tratta di andare in aula e votare, dove nella migliore delle ipotesi questo dissenso furioso si trasforma nel non presentarsi al voto. Il risultato finale altro non è che una schiera di adepti di Ponzio Pilato che si lavano le mani andando tranquillamente a prendere un caffè al bar davanti a Montecitorio mentre il loro capo tanto criticato ottiene comunque il risultato senza un'opposizione consistente. Eh no cari ragazzi che vi astenete non rispondendo alla chiamata per il voto come lampeggia sul tabellone di Montecitorio, non crediate in questo modo di lavarvi le mani e tirarvi fuori dal disastro che sta combinando il vostro partito guidato dal vostro segretario nonché presidente del consiglio. Il dissenso si dimostra prima di tutto con un voto contrario (Civati docet), almeno fino a quando i parlamentari non sono legati dal vincolo di mandato, e successivamente, qualora il dissenso si manifesti in occasione di ogni provvedimento del proprio segretario nonché presidente del consiglio, lasciando quel partito che si è trasformato in qualcosa di diverso da quello che pensavate che fosse (e qui nemmeno Civati docet). Soprattutto poi quando questo partito viene continuamento traghettato, provvedimento dopo provvedimento, da un'area di centro sinistra ad un'area totalmente opposta di centro destra. Chi si lava le mani e non si presenta al voto non può poi chiamarsi fuori dai disastri che giorno dopo giorno questo governo sta combinando. Se le parole che pronunciate sono davvero il vostro pensiero, allora l'azione deve seguire le parole altrimenti statevene zitti che fate più bella figura. Qualcuno ha detto, Bersani mi sembra, "il PD è la mia casa ed è Renzi che se ne deve andare", senza rendersi conto che quella casa non esiste più, è stata completamente ristrutturata ed è stato fatto in maniera talmente invasiva da sembrare un casa completamente diversa. Ed allora se non siete stati capaci di fermare questo cambiamento radicale le possibili alternative sono due: o vi adeguate al cambiamento oppure lasciate il nuovo Pd ed il suo segretario al proprio destino. Questa si chiama semplicemente coerenza, se non conoscete il significato della parola, basta andare su Google e leggere cercando però anche di capire.

Renzi-Berlusconi: due facce della stessa medaglia


Dopo la fiducia posta oggi su una legge ordinaria come quella elettorale, esplicitamente non ammesso dalla Costituzione Italiana all'art. 72, anche i più scettici dovrebbero arrendersi e non ostinarsi ancora a sostenere che Renzi non è Berlusconi. Certamente i due hanno qualche diversità più di facciata che di sostanza, ma la loro azione è esattamente sovrapponibile anche se mossa da obiettivi diversi. Berlusconi si muoveva, quando era a capo di un governo, con l'intento di tenersi lontano il più possibile dalla giustizia e dai processi che lo attendevano oltre che di favorire le proprie aziende una volta caduto il partito socialista sul quale ha sempre potuto contare per fondare il suo impero. Renzi si muove esclusivamente per soddisfare la propria fame di notorietà e per alimentare la propria autostima oltre che dare sfogo alla incommensurabile ambizione. Quindi gli obiettivi dei due sono diversi ma i mezzi che utilizzano sono esattamente gli stessi: la politica, il proprio partito, le istituzioni grazie al ruolo che ricoprono. In questo gioco alla fine però Renzi sta agendo in maniera peggiorativa rispetto al suo padre putativo di Arcore. Lui, il padre, non ha mai avuto difficoltà a tenere insieme il partito del quale era il padre-padrone, il figlio invece, traghettando il partito democratico verso il centro destra, ha qualche difficoltà a tenere insieme quei pezzi del partito che n qualche modo affondano le loro radici nella storia e negli ideali della sinistra. Ecco allora che il giovanotto di Firenze per arrivare alla resa dei conti interna e dare soddisfazione alla propria ambizione che cosa ha pensato ? Di mettere in mezzo il parlamento e di calpestare la costituzione che dovrebbe invece rispettare, servire e alla quale ha giurato fedeltà. La questione della fiducia posta oggi sulla legge elettorale non ha altra spiegazione se non quella di arrivare ad uno scontro definitivo all'interno del Partito Democratico. Le prime votazioni sull'Italicum relative alle pregiudiziali hanno messo in evidenza una maggioranza solida a dispetto dei voti contrari dell'ala critica del Pd e quindi il cammino sembrava spianato. Ma un cammino senza incidenti non serviva a Renzi per mettere finalmente all'angolo l'opposizione interna e si rischiava di arrivare alla approvazione della legge elettorale senza scossoni rilevanti e nonostante il voto contrario di alcuni deputati democratici. Ecco allora il colpo di genio e spregiudicato del presidente del consiglio: chiedere la fiducia sulla legge elettorale e quindi lanciare il guanto dell'ultima sfida con i suoi oppositori interni. Insomma per arrivare alla resa dei conti Matteo Renzi non si è fatto scrupoli a stracciare la costituzione ed usare il parlamento a proprio uso e consumo. Esattamente come faceva il suo predecessrore, l'ex cavaliere di Arcore. Qualcuno ricorda che solo in due occasioni si è arrivati a tanto ed una delle due volte fu l'anticamera all'avvento del fascismo, che Renzi sia allergico alla democrazia e predilega, come il padre putativo, l'uomo solo al comando è palese, ma qui c'è anche di peggio: l'uso per fini puramente personali del parlamento e del paese.

lunedì 27 aprile 2015

Renzi rottama anche la Costituzione


"La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi."
Questo è quanto sancisce l'articolo 72 della Costituzione Italiana che stabilisce la procedura normale di apporvazione di una legge come quella elettorale, legge che fra l'altro è di competenza del parlamento e non del governo. Renzi però nella sua onnipotenza da rottamatore calpesta anche la costituzione sia non rispettandone i dettami sia andando a modificare l'assetto istituzionale dello Stato senza modificare la Costituzione stessa. Ecco allora che il governo e soprattutto il presidente del consiglio non solo si apprestano a porre la fiducia su una legge così fondamentale per la democrazia ma addirittura pongono sotto ricatto il parlamento minacciando la caduta del governo qualora la legge, indicata con il termine "Italicum" non fosse approvata. Ma anche se il Pd e Renzi non porranno la fiducia e la legge elettorale fosse alla fine approvata, di fatto con questa legge si modificherebbe pesantemente l'assetto delloa stato passando da una democrazia parlamentare ad una democrazia governativa nella quale, di fatto, con l'Italicum si procederà alla elezione del presidente del consiglio con un parlamento privato di qualsiasi opposizione. Questi di fatto sarebbero i reali effetti della nuova legge elettorale senza che sia toccata la costituzione e quindi con il rischio reale che il parlamento approvi una nuova versione del "porcellum" che sarà dichiarata incostituzionale fra qualche anno. Se solo qualche mese fa l'ex cavaliere avesse osato tanto nel paese si sarebbe verificata una specie di rivoluzione, oggi invece quel partito che nel suo nome contiene il termine democratico si appresta a calpestare la democrazia sancita dalla nostra costituzione trattando la carta costituzionale come carta straccia. 

venerdì 24 aprile 2015

Alla fine qualcosa di buono farà ... rottamare il Partito Democratico


Alla base dell'azione politica del segretario del Partito Democratico nonché presidente del consiglio, c'è un progetto ben definito e chiaro: rottamare un partito che tale non è mai stato fin dalla sua nascita. Il progetto Partito Democratico ha mostrato i suoi limiti e il proprio obiettivo, quello dell'affossamento della sinistra con tutta la sua storia, fin dalla nascita: il primo risultato fu di far cadere il governo Prodi. Un governo ed una maggioranza debole che, dopo il secondo governo Berlusconi, aveva l'obbligo di fare alcune cose e per poi tornare alle elezioni: legge elettorale, conflitto di interessi e riforma della giustizia. Prodi scelse prima di far rientrare l'Italia nei parametri europei per quello che riguardava il deficit, parametri sforati a causa della scelleratezza berlusconiana, ma non riuscì ad andare oltre perché fu abbandonato al proprio destino dalla componente Ds e Margherita dell'Ulivo. Le due anime della coalizione, guidate da Veltroni e Rutelli, si misero al lavoro per dare vita al carrozzone Partito Democratico e il governo Prodi non riuscì a sopravvivere a questo progetto scellerato. Si dette vita ad una formazione politica priva di progetti e programmi condivisi, privata di quella storia che ne aveva fatto il più grande Partito Comunista europeo, insomma ad un partito senza anima e senza idee condivise. Con le elezioni del 2008 Veltroni e soci raggiunsero un secondo significativo risultato per la neo formazione politica: perdere le elezioni per riconsegnare il paese a Berlusconi e Bossi ed estromettere dal parlamento la sinistra o quello che ancora restava della sinistra italiana. Buona parte del paese si ritrovò quindi a non essere rappresentata nel parlamento italiana come lo era sempre stata fin dalla nascita della Rpubblica.Intanto il carrozzone iniziava a perdere qualche pezzo causa l'incompatibilità evidente fra quelle anime profondamente diverse che erano state caricate in una specie di arca di Noè.  Questa composizione eterogenea impedì al partito di mettere in campo una reale opposizione al governo di centro destra che stava portando il paese in un baratro sul tipo di quello greco sia dal punto di vista economico ma soprattutto anche sociale e di costume. Passata quella bufera grazie anche al presidente Napolitano che costrinse Berlusconi alle dimissioni, il Partito Democratico ha continuato a rappresentare un soggetto politico senza anima e senza un reale progetto che lo distinguesse dalla destra berlusconiana e leghista. Le strade per uscire da questa empasse potevano essere due: spostarsi a destra ed abbandonare definitvamente la storia e gli ideali della sinistra italiana, ritornare ad essere un partito guida della sinistra italiana. Nessuno però si è preso la responabilità di fare una scelta netta fino a che non è arrivato alla ribalta del partito il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Renzi ha iniziato la scalata al partito con le primarie del 2012 non prima però di aver costretto l'allora segreteria a modificare il regolamento delle primarie stesse consentendo a qualsiasi cittadino di partecipare a quelle elezioni per il segretario del partito. Una mossa fuori da ogni logica se non quella di prendere voti anche da frange numericamente consistenti della destra italiana. Sarebbe come se al consiglio di amministrazione di un'azienda fosse consentito di votare a chiunque. Quello fu l'inizio della rottamazione delle primarie che sono state investite da quel momento in poi da polemiche, brogli e compravendita di voti. La conquista delle segreteria del partito era però solo il primo passo di una strategia che avrebbe spostato il Partito Democratico definitivamente a destra per arrivare a mettere in atto quelle politiche non portate a termine dall'ex cavaliere di Arcore. E così Matteo è passato alla seconda parte del piano: pugnalare alla schiena il governo Letta e farlo decadere per andare ad occupare lui la poltrona del presidente del consiglio. Un fatto senza precedenti che un partito di maggioranza sfiduciasse il proprio governo solo per far salire a capo dell'esecutivo un altro componente della maggioranza stessa. Arrivato finalmente a Palazzo Chigi l'opera distruttrice del Pd ha avuto l'impulso necessario per essere portata a termine. Mettere in atto politiche di destra (cancellazione dello statuto dei lavoratori, riforma costituzionae e legge elettorale che consegneranno il governo del paese ad un partito ed un uomo solo come voleva Berlusconi), mettere ai posti di comando personaggi di dubbio valore ma fedeli, imbarcare personaggi con problemi giudiziari, addirittura appoggiare un candidato di Forza Italia in Sicilia, tutte queste azioni hanno causato una diminuzione consistente degli iscritti e l'abbandono di personaggi come Cofferati provenienti dall'area sinistra pura. Senza poi contare gli innumerevoli scandali che coinvolgono uomini del Pd con uomini di Forza Italia. Insomma lo spostamento a destra del partito, ormai incontrovertibile, mette finalmente a nudo le contraddizioni di una formazione politica che doveva essere solo una macchina per raccogliere voti ma non un partito con un reale progetto di società da presentare al paese per cercare di rinnovare e trasformare il paese stesso. Un carrozzone che non può fare bene nè alla democrazia nè all'Italia e che, sotto lo pseudonimo di partito di sinistra, mette in atto politiche di destra ingannando coloro che in buona fede credono ancora in certi valori. Se questa confusione e questa commistione finirà, grazie alle politiche renziane, sarà un bene per tutti sia per chi governerà che per chi farà opposizione ma soprattutto per chi finalmente dovrà scegliere a chi affidare le sorti del paese.  I

lunedì 20 aprile 2015

Discorsi tanti ..... fatti pochi

"L'Italia non può essere lasciata sola" .... "L'europa deve intervenire" .... "Tragedie come questa non devono più accadere" ..... Sono le tipiche frasi che sono ripetute come un mantra dopo ogni tragedia del mare che coinvolge poveri disperati che fuggono dai paesi nel nord africa o del medio oriente coinvolti in guerre senza fine. Una situazione che si aggrava settimana dopo settimana a causa dei criminali dell'Isis, ma una situazione che è stata scatenata anche a causa degli interventi scellerati del mondo occidentale prima in afghanistan ed iraq e poi in Libia. Ora i disperati in fuga dai teatri di guerra sono utilizzati come fonte di finanziamento per il terrorismo e l'integralismo islamico da una parte, per mafia e malavita dall'altra parte come dimostrano anche i rcenti arresti di oggi. Che l'Italia da sola non possa fare molto è ormai scontato come è scontato che qualsiasi missione sul tipo di Mare Nostrum o sul tipo di Triton o come diavolo la si voglia chiamare non sarebbe altro che una specie di terapia d'urgenza ma per risolvere il problema alla radice ci vorrà ben altro ed ancora non solo da parte dell'Italia. Il nostro paese poi è ormai in mano ad una classe politica inadeguata per una gestione ordinaria del paese stesso figuriamoci per affrontare una situazione d'emergenza come quella dell'immigrazione. Da una parte c'è chi governa e che non ha alcun piano o progetto serio per affrontare in maniera adeguata la situazione  tanto che non è riuscito nemmeno nel semestre di presidenza europea a sensibilizzare l'europa stessa per intraprendere una qualche politica significativa per contrastare i terroristi islamici (unico risultato di quei sei mesi la nomina della Mogherini come commissario per la politica estera). Dall'altra parte c'è un'opposizione razzista e xenofoba, rappresentata dalla Lega, che non si vergogna di utilizzare queste tragedie per i propri scopi propagandistici ed elettorali e sfrutta le morti di esseri umani per alimentare odio ed una propaganda scellerata senza proporre soluzioni serie che vadano oltre azioni di guerra contro gli stessi barconi della morte. Discussioni e urla che si protraranno per qualche settimana per poi cadere nel silenzio fino alla prossima tragedia ammesso che la prossima non avvenga in tempi ravvicinati. Dalla situazione attuale probabilmente non si uscirà senza un'altra guerra, guerra che fra l'altro è già in atto se si giudica in funzione del numero di morti sia causati dal terrorismo islamico sia dalle tragedie del mare che si stanno intensificando (già oltre mille morti solo in questi primi mesi del 2015). Però se oltre alle guerre non si metteranno in atto politiche adeguate difficilmente si potrà raggiungere una soluzione definitiva al problema e la pacifica convivenza in questo mondo fra esseri umani di razze e religioni diverse rimarrà un obiettivo irraggiungibile. Fino a quando non cambieremo radicalmente questa società, dove a fronte di persone che muoiono di fame ne esistono altre il cui problema è impiegare le risorse economiche che hanno a disposizione, qualunque politica si intraprenda sarà destinata al fallimento.

giovedì 16 aprile 2015

Tanto tuonò che ... non piovve


Si è vero una leggera pioggerellina ieri sera c'è stata ma niente in confronto al frastuono di questi mesi. Mi riferisco alle vicende del Partito Democratico, di quello che doveva essere, con l'avvento del nuovo segretario nonché presidente del consiglio, il partito della rottamazione e del cambiamento. In effetti Renzi sta rottamando il problema è che cosa andrà a rottamare con le riforme sta imponendo prima con la scusa dell'accordo con il partito del condannato e poi, una volta caduto l'accordo, con la scusa che dei cambiamenti per dare soddisfazione all'opposizione interna sono stati comunque fatti. In questi mesi i ribelli del Partito Democratico hanno tuonato in ogni sede ed in ogni luogo, salvo poi votare tutto quello che c'era da votare, insomma un gran fracasso ma nemmeno una goccia di pioggia. Ieri sera qualche goccia si è vista con il capogruppo Speranza che ha dato le dimissioni dal suo incarico, che qualcosa si stia smuovendo ? Lo vedremo solo la prossima settimana e come dire .... se son rose fioriranno. Purtroppo, schermaglie interne a parte, la questione è seria e non tanto per la questione della sola legge elettorale ma per tutto il quadro che si fa confomando anche con la riforma del Senato, con quella delle Province già attuata, senza trascurare la serie infinita di scandali che ogni partito (con eccezione per ora del M5S) sta raccogliendo. Se tutto il piano Renzi passerà e nessuno riuscirà a fermarlo, da queste riforma uscirà uno Stato istituzionalmente indebolito, democraticamente cancellato con il paese che, dopo ogni elezione, sarà in mano ad un singolo partito indipendentemente dalla sua capacità di governare, dalla sua trasparenza ed alla faccia della corruzione che non avrà alcuna barriera. Con l'Italicum alla fine le elezioni politiche consegneranno il parlamento, ridotto ad una sola camera dove si legifera, ad un solo partito la cui maggior parte degli eletti saranno semplicemente dei nominati da parte delle segreterie. Non vale nemmeno più la storia delle primarie che il Partito Democratico si ostina a tenere considerati i brogli che ormai sono all'ordine del giorno ad ogni tornata di questo tipo di votazione. Un partito quindi, qualunque sia il suo successo elettorale, avrà la maggioranza assoluta alla camera e di fatto si avrà un capo del governo inamovibile. In pratica si cambia istituzionalmente l'assetto dello stato senza cambiare la Costituzione. Il Senato sarà formato ancora una volta da nominati fra i consiglieri regionali e, considerato il livello di corruzione, si può solo immaginare quale potrà essere la conformazione di un organo sempre importante come il Senato. Insomma se tutte queste riforme andranno in porto ci sarà un cambiamento ma sicuramente non sarà un miglioramento della macchina statale che risulterà in mano ad un solo partito libero di agire in maniera incontrastata. Visto i tempi che corrono ed il livello di onestà attuale dei nostri politici .... non c'è da stare allegri.

venerdì 10 aprile 2015

Colabrodo Italia


Dopo i recenti fatti di Roma, con l'assalto da parte di un manipolo di tifosi olandesi alla barcaccia a trinità dei monti, e quelli più tragici di Milano, con l'uccisione ieri di tre persone all'interno del palazzo di giustizia, sembra che anche l'Isis si sia messa a ridere ed abbia rinunciato ai propositi di qualche attentato terroristico nel nostro paese: "Sarebbe come sparare sulla croce rossa". Purtroppo il pericolo reale per l'Italia è l'Italia stessa. Ieri il ministro dell'interno Alfano e quella della giustizia Orlando hanno prontamente decretato: "C'è stata una falla nel sistema di sicurezza", ma è stato un lapsus dei due che avrebbero dovuto dichiarare: "Il sistema di sicurezza è una falla totale". Naturalmente solo oggi, dopo qualche morto, ci si rende conto della totale mancanza di un sistema di sicurezza a partire dal fatto che la sicurezza al palazzo di giustizia di Milano, ma come quella di tutti i siti istituzionali di rilievo, è affidata al privato e non a carabinieri e polizia che d'altra parte con i "potenti" mezzi a loro disposizione non potrebbero garantire alcuna sicurezza. Ora se lo Stato che ha diverse istituzioni di polizia (carabinieri, polizia di stato, finanza, guardia forestale, guardia marina, etc. etc.) non è in grado di garantire la propria sicurezza e la deve affidare al privato, è strano che fatti come quelli di Milano siano fortunatamente rari e non all'ordine del giorno. D'altra parte la sicurezza nel nostro paese è solo uno dei tanti settori che sono in balia del niente ed i cui punti deboli sono scoperti quando ormai è troppo tardi. Deprimente e inquietante per esempio è l'informazione televisiva che purtroppo è ancora l'unico canale informativo per molte persone. E' da ieri che telegiornali e programmi di intrattenimento ricostruiscono i fatti di Milano e si pongono un inquietante interrogativo: come si potuto entrare nel palazzo di giustizia un uomo armato. Naturalmente dopo aver documentato che ci sono ingressi dove si transita regolarmente senza alcun controllo se non l'esibizione di un tesserino che nessuno si preoccupa di verifcarne l'autenticità. Tutti che si chiedono ma come è possibile che sia accaduto ... E' inaccettabile che accadano fatti come questi .... Si deve accertare la sequenza dei fatti ... e via dicendo senza che nessuno tenti almeno di fare un analisi poco poco più seria e approfondita che vada oltre ai fatti. Qualcuno che si interroghi come ad un uomo possa venire in mente di prendersela con un magistrato o con un avvocato che altro non hanno fatto che ottemperare al proprio dovere. Nessuno che si faccia un minimo di autocritica e non pensi per esempio che un simile comportamento, sicuramente a carico ci una persona poco stabile, non sia per esempio anche agevolato dal continuo "massacro" che si fa della magistratura a tutti i livelli e soprattutto a livello politico. E che dire di quei potenti che grazie appunto alle loro risorse riescono a sfuggire sempre ai magli della giustizia anche quando colpevoli ? Insomma il gesto che ha portato all'uccisione di tre persone è sicuramente il gesto di un instabile di mente .... ma un minimo di autocritica non solo sui sistemi di sicurezza, che ora per qualche giorno verranno ristretti oltre limite, ma anche su una società che non può continuare a funzionare come una giungla dove solo il potente la sfanga sempre. 

giovedì 9 aprile 2015

Dalla vendita dell'Unità porta a porta alla circonvenzione di incapace


Si sente spesso il luogo comune che i tempi sono cambiati, che prima si stava meglio, che non ci sono più gli ideali di una volta e via dicendo. Purtroppo è vero e ancora purtroppo i cambiamenti non sempre sono positivi in tutti i settori della società. Prendiamo la politica per esempio. Una volta un giovane che voleva entrare in politica e che si schierava a sinistra e quindi nel Partito Comunista Italiano per prima cosa veniva spedito a vendere le copie dell'Unità porta a porta la domenica mattina. Quello era il primo gradino della gavetta politica. Una specie di antesignani dei testimoni di Geova con una sola differenza: erano altri tempi non si viveva come oggi subbissati quotidianamente da venditori di prodotti di ogni genere o da telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte per offerte talmente straordinarie come le fregature che sotto sotto nascondono. La gente era più tranquilla e meno stessata. Bussavi alla porta con le tue copie in mano, eri accolto gentilmente e con la stessa gentilezza respinto oppure accolto come una grande piccolo compagno al servizio della causa del partito. Poi crescendo partecipavi alle assemblee, alle discussioni, fino ad avere qualche incarico nella sezione e poi se avevi capacità e voglia proseguivi nella strada della politica prima a livello locale e via su su. Insomma il partito era una specie di scuola. Poi tutto è cambiato. E' entrato nella scena politica il partito ad personam, creato, gestito e mantenuto da un padre padrone nel quale non hanno tanto importanza le capacità del singolo affiliato quanto la sua lealtà e soprattutto la sua fede indiscussa nel padrone senza se e senza ma. L'antesignano di questa nuova modalità di fare politica è stato Berlusconi con la sua Forza Italia ma soprattutto con le sue televisioni ed i suoi quattrini: ha imbarcato in quel partito tanta di quella gente incompetente, inadeguata e servile come non si era mai vista in politica. Purtroppo quel partito di sinistra che fu il Partito Comunista pensando di combattere questo malcostume, abbandonò le sue tradizioni e lentamente ha iniziato un processo che lo ha portato oggi a seguire le orme del partito patronale. Mancava solo un vero padrone ed oggi il Partito Democratico (nel frattempo il vecchio PCI ha anche cambiato nome e simboli) lo ha trovato nel factotum Matteo Renzi. Naturalmente a fronte di questa trasformazione c'è stato un cambiamento anche nelle strategia sia di raccolta del consenso che del reclutamento. Il primo test elettorale di Renzi è andato più che bene grazie ai famosi 80 euro con i quali si è comprato circa 10 milioni di voti alle elezioni europee. Sulla scia di quel successo oggi il Pd inizia una campagna di tesseramento per i giovani (quelli che una volta venivano spediti alla vendita porta a porta dell'Unità) tipo offerte del discount: hai meno di 30 anni ? iscriviti al Pd ed al costo di 50 euro ha la tessera ed un biglietto per l'Expo di Milano. Qualcuno si è posto la domanda: ma di che cosa si tratta corruzione, ricettazione, bagarinaggio o circonvenzione di incapace ? Io avrei una risposta tutte e quattro le cose messe insieme. E questo sarebbe il partito del rottamatore, quello che dovrebbe cambiare l'Italia, combattere l'evasione e la corruzione .... beh si in parte la combatte in una maniera molto semplice.... legalizzandola.

 

mercoledì 8 aprile 2015

La Corte di Strasburgo ci condanna e noi andiamo avanti a tweet


La condanna della Corte di Strasburgo in merito ai fatti del G8 di Genova e all'irruzione nella scuola Diaz dove fu perpretata una caccia all'uomo anzi al ragazzo senza precedenti ha scatenato ..... una selva di tweet da parte dei nostri politici. Sarà anche il secolo della comunicazione e dei social network ma non si risolvono certo i problemi o si fa politica lanciando messaggi da 140 caratteri che lasciano il tempo che trovano. Matteo Orfini, presidente del Pd, si sveglia e accusa ... se stesso, il suo partito ed il suo segretario ... di aver messo l'ex capo della polizia, Gianni De Gennaro, all'epoca dei fatti del G8, alla guida di Finmeccanica. Lancia il suo tweet nei meandri della rete piuttosto che andare dal presidente del consiglio, nonché segretario del suo partito, il PD, è dirgli a muso duro di rimuovere il torturatore di Genova da quell'incarico. Un incarico che gridava e grida vendetta e che l'avrebbe gridata anche senza la sentenza di Strasburgo. Ma Orfini è già recidivo perché anche all'epoca della nomina di De Gennaro da parte di Letta e della sua riconferma da parte di Renzi, lanciò un tweet di protesta, che naturalmente di perse anche quella nella rete. Il presidente del Pd non è comunque l'unico oggi a cinguettare in rete. Nicola Morra del M5S chiede le dimissioni subito, Luca Casarini tweetta direttamente a Renzi in merito al suo silenzio sulla questione e naturalmente il twittatore per anatonomasia non si lascia sfuggire l'occasione per rispondere alla sua maniera: scrivendo il niente. Il paese risponde con la legge sul reato di tortura in parlamento, annuncia Renzi. Bella risposta dopo 14 anni che sarebbero diventati chissà quanti senza la sentenza della corte europea. Insomma il dibattito politico si esaurisce in qualche messaggio che lascia il tempo che trova. Forse i politici, coloro che potrebbero fare qualcosa, dovrebbero impegnarsi in qualcosa di più concreto come per esempio non aspettare di essere messi alla gogna dall'europa o dalla corte costituzionale per rimanere all'interno dei confini nazionali. Il tweet è uno strumento che può andare bene per il cittadino comunque che almeno ha uno strumento per far sentire la propria voce, ma il tweet del politico a cosa serve ? A chi è indirizzato se non a se stesso ? E' lui che sta in parlamento, è lui che ha accesso agli strumenti per incidere sulla legislazione del nostro paese, il tweet del politico è semplicemente autoreferenziale e non produce alcun effetto che quello di mettere i luce l'ipocrisia, l'inettitudine e l'inadeguatezza del politico stesso.

A quando una condanna della corte di Strasburgo per le fandonie di Renzi ?


Ormai l'Italia è diventato un paese dove la politica si muove dietro gli ordini della magistratura. Ci sono voluti circa 9 anni ed una sentenza della corte costituzionale affinchè il parlamento si decidesse a fare una nuova legge elettorale (anche se poi l'italicum è destinato a fare la stessa fine del porcellum), ci sono voluti 14 anni ed una sentenza della corte di Strasburgo per i diritti dell'uomo affinchè in parlamento arrivasse una legge contro la tortura e si riconoscesse una pagina nera come quella relativa ai fatti della scuola Diaz. E che dire della fecondazione assistita dove ancora una volta è dovuta intervenire la magistratura per smantellare una legge figlia del conservatorismo e dell'integralismo cattolico ? Ma l'elenco si potrebbe allungare a dismisura a causa di una classe politica sempre più incompetente e non adeguata a governare un paese con una storia culturale e sociale come l'Italia. Da una parte un centro destra dominato da un imprenditore senza scrupoli che ha trattato il paese come se fosse proprietà privata ed il parlamento come un luogo per emanare leggi a proprio uso e consumo, dall'altra una pseudo-sinistra che non ha saputo contrastare il degrado favorito dal condannato di Arcore ma che ha scelto di scendere sul suo stesso terreno uscendone sconfitta. Anzi alla fine la presunta sinistra è rotolata proprio sullo stesso piano facendosi coinvolgere anch'essa in scandali e corruzione tanto che oggi è difficile fare dei distinguo nel parlamento fra chi sta da una parte e chi sta dall'altra. Che l'episodio del 2001 della scuola Diaz per il quale oggi la corte europea di Strasburgo ha condannato l'Italia sia capitato sotto un governo Berlusconi ha poca importanza, quel governo è anche frutto di un'inadeguatezza di tutto il mondo politico italiano. Ed è triste che debba intervenire l'europa per ricordare la nefandezza commessa in quella notte del 2011 a Genova. Purtroppo non si vede ancora una luce che lasci intravedere dei segni di rinascita del nostro paese. Si forse lentamente la crisi economica sarà sconfitta, ma certamente non lo sarà per le politiche intraprese da chi ci governa, ma quello che non sarà sconfitto almeno nell'immediato sarà il degrado politico, culturale e sociale nel quale si è caduti. Lo stesso atteggiamento di chi ci governa in questo momento è un continuo dei governi berlusconiani anzi per certi versi peggiori. Ne abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione anche oggi di come Renzi manipoli il paese secondo un cannovaccio ormai collaudato. Si fa un consiglio dei ministri nel quale si decide il nulla anche se l'ordine del giorno è di importanza rilevante, come appunto la stesura della legge finanziaria o def come lo si voglia chiamare. Sul nulla si organizza una conferenza stampa pirotecnica nella quale si raccontano un sacco di balle e si da un'infarinatura di ciò che forse si farà. Poi arriverà il provvedimento finale nel quale di solito ciò che era stato detto è disatteso anche perché talmente generico che può essere facilmente manipolato. La balla odierna è la più grossa del governo Renzi: la riduzione delle tasse  del 2014. Diciotto miliardi, dicono in coro i lecchini del giovanotto di Firenze, aumento della pressione fiscale sentenzia invece l'Istat. Già perché il nostro governo si ostina a considerare i famosi 80 euro (10 miliardi di euro nel 2014) una riduzione di tasse e non un'elargizione che a sua volta viene tassata in busta paga. Ai lavoratori dipendenti che hanno avuto diritto alla elargizione, non sono state diminuite le tasse ma semplicemente accordato un assegno che a sua volta è stato tassato, ragion per cui la pressione fiscale non è assolutamente diminuita ma al contrario aumentata. Ma le slides e gli effetti speciali sono talmente fantasmagorici che annebbiano le menti e quindi le bufale diventano realtà. Chissà se fra 15 anni la corte europea di Strasburgo riconoscerà al popolo italiano il raggiro di cui è stato vittima e proporra un risarcimento ?

giovedì 2 aprile 2015

La forza di Renzi ? ... i giornali


Renzi è sicuramente, come riconosciuto da chiunque, un grande comunicatore. Talmente grande che riesce a convincere chi lo ascolta di qualunque cosa. Il suo linguaggio spesso da amicone del bar che ti da del tu e ti chiama per nome, la sua scenografia nell'illustrare non provvedimenti presi dal governo ma semplicemente delle linee guida, la sua abilità di ricevere la fiducia dal parlamento su provvedimenti inesistenti e completamente da scrivere, costituiscono il vero successo del suo primo anno di governo. Un successo testimoniato perfino dalla compiacenza continua dei giornali che esaltano qualsiasi sua dichiarazione e tralasciano del tutto i fatti che smentiscono le dichiarazioni esultanti del presidente del consiglio. E' qui che si misura appunto la capacità comunicativa di Renzi. La dimostrazione lampante la si può constatare in questi giorni a proposito dei dati sull'occupazione. Dopo l'approvazione della scellerata riforma del lavoro un paio di settimane fa il responsabile dell'Inps dichiarò che c'erano state circa 79.000 richieste da parte di aziende di poter accedere agli incentivi previsti dalla riforma (esenzione dei contributi per tre anni relativi alle nuove assunzioni). Subito Renzi e Poletti si sbracciarono per dichiarare che il jobs act stava subito dando i primi frutti con 79.000 nuove assunzioni. Già questa era un'interpretazione falsa del dato trasmesso dell'Inps e che il direttore stesso aveva spiegato che non si poteva sapere se si trattava di nuove assunzioni o meno. Fatto sta che gli annunci araldaci di Renzi furono ripresi da tutti i giornali (meno uno a dire il vero) strombazzando ai quattro venti il successo della nuova normativa sul lavoro. Intanto si dimenticava che anche se quel numero, 79.000, fosse stato davvero relativo a nuove assunzioni per dare un giudizio positivo si sarebbero dovuto aspettare almeno tre anni quando cioè, scaduti gli incentivi e con la libertà assoluta di licenziamento grazie alla cancellazione di qualsiasi tutela dei lavoratori, gli stessi 79.000 fossero stati confermati e non licenziati come probabilmente sarebbe avvenuto. Poi però è arrivato il dato dell'Instat che annuncia l'aumento della disoccupazione alla faccia dei 79.000 presunti nuovi assunti. In realtà queli 79.000 non erano nuove assunzioni ed inoltre ci si era totalmente dimeticati di conteggiare anche chi aveva nel frattempo perso il lavoro: risultato per il momento la riforma del lavoro non produce effetti in quanto il problema non è tanto agevolare le assunzioni con incentivi e libertà totale di licenziamento, ma fare in modo che il lavoro ci sia e qui i problemi essenzialmente sono due ... oltre alla crisi che però sembra risolversi anche se non per merito del governo .... le pastoie burocratiche e la corruzione. Nel frattempo i giornali (semper escluso uno, il Fatto Quotidiano) mettono sotto silenzio o quanto meno minimizzano il dato dell'Istat così come il governo tace sulla bufala messa in circolazione qualche giorno fai sui 79.000 nuovi posti di lavoro. Ma quella non è stata l'unica bufala, c'è anche quella degli 80 euro che come tutti coloro che li hanno ricevuto, 80 non sono in quanto poi ci sono le tasse che ormai affogano il paese ed i lavoratori "onesti". Insomma bufala dopo bufala si va avanti e con il beneplacito dei mezzi d'informazione.