venerdì 1 marzo 2024
Le sorti del pianeta in mano a tre delinquenti di stampo nazifascista
martedì 27 febbraio 2024
La carta vincente del centro-sinistra in Sardegna: Matteo Salvini
Quello che è accaduto in Sardegna con le elezioni del 25 febbraio scorso è in qualche modo assimilabile, se pur in modalità diverse, a quanto accaduto a Conte nel 2019 quando Salvini fece cadere il governo per chiedere pieni poteri. La tanto unità del centro destra si è dissolta in una bolla di sapone grazie all'azione devastante del leader della Lega che si dimostra ancora un volta inaffidabile oltre che inadeguato a qualsiasi carica istituzionale. Il buon Salvini, costretto a rinunciare alla ricandidatura dell'ex presidente della regione Sardegna Solinas per fare posto alle manie di grandezza di Giorgia Meloni, ha giocato un brutto tiro alla coalizione di destra. Grazie al voto disgiunto Salvini aveva lanciato l'ordine: votate per la Lega ma poi non votate il candidato della Meloni, l'ex sindaco di Cagliari Truzzu. Missione compiuta. La coalizione FdI, Lega, FI arriva oltre il 49% dei voti ma Truzzu non va oltre il 45% arrivando dietro alla candidata di PD-M5S che raggiunge il 45,3%. LA prima presidente del consiglio donna affamata di poltrone sbaglia tutto e si prende una bella sberla dal suo alleato-amico Matteo Salvini.
Pd e M5S giustamente festeggiano ma non dovrebbero trascurare questa analisi che nessuno dice apertamente, ma soprattutto dovrebbero tenerne conto chi non ha voluto partecipare a questa coalizione e cioè Calenda e Renzi. I due ex fidanzatini dovrebbero decidere una volta per tutte se stare da una parte o dall'altra pena la scomparsa definitiva dei due giovanotti con i loro partitini personali. Non dimentichiamo anche che i fascisti attualmente al governo sono la minoranza nel paese grazie soprattutto all'astensione imperversante (anche in Sardegna si è registrato un 48% di astensionismo).
domenica 25 febbraio 2024
Vi è chiaro ora il progetto di riforma costituzionale dei camerati meloniani ?
Non è usuale che il Presidente della Repubblica prenda carta e penna per bacchettare nientepopodimenoche il ministro dell'interno dandogli dell'incompetente e, tra le righe, del fascista. Se mai ci fosse ancora bisogno di un segnale di quanto grave e pericolosa sia la situazione del nostro paese con questo governo di destra, eccolo che quel segnale è arrivato. Ed ora è anche chiaro il disegno che sta dietro al progetto di riforma costituzionale di Fratelli d'Italia con l'elezione diretta del presidente del consiglio: eliminare la più alta istituzione della Repubblica italiana, togliendo quei poteri che la Costituzione gli assegna, senza modificare direttamente alcun articolo che riguarda il Presidente della Repubblica. Con l'elezione diretta del premier, con un premio di maggioranza abnorme alla coalizione che sostiene il premier stesso si otterrebbero due risultati: ridurre il parlamento ad un passacarte del potere esecutivo, tagliare al Capo dello Stato le attuali prerogative per non intralciare l'uomo solo al comando, la nomina del capo dell'esecutivo e lo scioglimento delle camere. In pratica si realizzerebbe il disegno di trasformare la repubblica parlamentare in una dittatura democratica di tipo ungherese o peggio ancora di stampo putiniano.
La reazione alle esternazioni del Presidente della Repubblica non sono andate oltre l'eterno vittimismo della maggioranza individuando la responsabilità dei disordini di Pisa nella sinistra fomentatrice della violenza. Per fortuna ci sono le immagini che dimostrano come una schiera di ragazzini delle scuole superiori, a volto scoperto e senza alcun corpo contundente, si stavano pacificamente riversando in Piazza dei Cavalieri con le mani alzate. La polizia si scatenata contro questi minorenni massacrandoli di botte senza alcuna ragione a dimostrazione dell'incapacità di far fronte ad un situazione che era estremamente pacifica. Qualcuno tende a minimizzare l'accaduto ma gli episodi di violenza da parte delle forze dell'ordine sono talmente numerosi che resta difficile non pensare ad una strategia studiata a tavolino dalla destra di governo. Quella destra che affonda le proprie radici proprio in quel periodo buio della storia del nostro paese che si chiama fascismo.
sabato 24 febbraio 2024
Un governo frustrato sfoga la sua rabbia fascista sui ragazzi
venerdì 16 febbraio 2024
L'ultima porcata squadrista della maggioranza: la Commissione Covid
mercoledì 14 febbraio 2024
Se non hai il trattore non puoi manifestare
domenica 11 febbraio 2024
Dalla transizione ecologica all'accelerazione verso la distruzione del pianeta
mercoledì 31 gennaio 2024
Dio, Patria e Famiglia: dopo la Famiglia anche la Patria viene depennata
venerdì 26 gennaio 2024
La giornata della memoria ...... ormai perduta
Mai come in questo anno la giornata della memoria, istituita per ricordare le atrocità naziste contro gli ebrei e la shoa, appare fuori luogo e privata del proprio significato. Proprio il popolo che ha subito deportazioni, campi di concentramento e genocidi mostra di aver dimenticato la sua terribile storia mettendo in atto una guerra per la distruzione del popolo palestinese. Tutto l'occidente è palesemente incapace di fermare il genocidio degli israeliani nei confronti del popolo palestinese e in nome del diritto alla difesa dello Stato Israeliano, consentono al Netanyahu lo sterminio di civili, soprattutto donne e bambini, innocenti. L'attacco terrorista di Hamas contro gli israeliani è stato terribile ma uno stato che si ritiene democratico non può rispondere al terrorismo palestinese mettendo in atto un'azione a sua volta di stampo terrorista. Ormai l'azione dell'esercito d'Israele non può più essere considerata un'azione difensiva ma, come lo stesso premier Netanyahu ha dichiarato, si tratta un'azione indirizzata alla cancellazione dei palestinesi sia dalla striscia di Gaza che dalla Cisgiordania. Si tratta di una vera e propria guerra condotta però contro un intero popolo e non contro quelle frange estreme che hanno causato l'attentato del 7 ottobre. Israele ha abbracciato in pratica lo stesso obiettivo che si proponevano i nazisti: la cancellazione di un popolo. Cambiano le motivazioni e le modalità ma non la sostanza.
Ed il mondo occidentale come risponde a questa azione sconsiderata ? Lanciando qualche timido messaggio per dichiarare che Israele si deve fermare, ma nessuna altra azione concreta ed efficace. Anzi addirittura in Italia il governo fascista della Meloni proibisce per domani le manifestazioni a sostegno del popolo palestinese. In Italia si possono organizzare manifestazioni fasciste nella quali centinaia di persone evocano il duce e alzano il braccio teso, ma non si può manifestare in favore di un popolo che sta per essere sterminato. Se non è fascismo questo.
Altro elemento a cancellare il significato di questa giornata è il comportamento di Putin e della Russia. L'esercito russo proprio nella giornata del 27 gennaio entro nei campi di concentramento polacchi e scoprì la terrificante verità del genocidio messo in atto verso il popolo ebreo e verso di "diversi". Bene oggi la Russia "ricorda" questa giornata con la guerra che sta conducendo da 2 anni contro l'Ucraina colpevole di voler entrare nella Nato e in Europa.
I valori quindi della giornata della memoria, il 27 gennaio, sono calpestati dai due popoli che furono protagonisti: il popolo israeliano che oggi mette in atto politiche di distruzione verso il popolo palestinese e il popolo russo che invade l'Ucraina con l'obiettivo di cancellare quello stato. La memoria ormai è definitivamente fottuta.
mercoledì 24 gennaio 2024
La marcia su Roma è iniziata: obiettivo smembrare l'Italia per giustificare l'uomo forte al comando
Chi ha una certa età ricorda gli anni in cui è comparsa la Lega che poi fu portata al governo da Berlusconi per la prima volta nel 1993. Parlavano di muri, di secessione, di dividere l'Italia e in molti sorridevano a questa alzate di ingegno soprattutto a quelle di Calderoli quando andava in giro con un maiale o quando nell'ultimo governo del cavaliere per semplificare la legge italiana bruciava copie della Gazzetta Ufficiale davanti a Montecitorio. Già una volta avevano provato con la riforma approvata ieri dal Senato ma il loro scellerato progetto fu bocciato dal referendum popolare. Oggi ci riprovano mentre sono al governo con i fascisti della Meloni che con questa riforma dal suo slogan Dio, Patria e Famiglia cancella anche la Patria dopo aver cancellato la Famiglia (che fra l'altro nel senso che intende lei non ha mai avuto). Un'altra delle sue giravolte con le quali ha raggirato e raggira il proprio elettorato. Mentre però alcune delle altre giravolte sono state un bene per il paese (abbandonare il blocco navale, rimanere in Europa e nell'euro) questa è una di quelle che avrà conseguenze disastrose per la Repubblica Italiana.
L'autonomia differenziale approvata ieri dal Senato cancellerà lo Stato come lo intendiamo ora per dare vita a 23 staterelli, le attuali regioni, che si potranno occupare di 23 materie a loro scelta. La materie vanno dalla sanità, già di pertinenza regionale ed il disastro lo abbiamo toccato con mano durante la pandemia, all'istruzione, all'istruzione compresa l'Università, all'ambiente, ai beni culturali, alla sicurezza, all'energia, ai rapporti con l'Europa. Un caos totale in quanto ogni singola regione potrà decidere di cosa occuparsi per cui magari 10 regioni decidono di gestire l'Università mentre per le altre 13 se ne dovrà occupare lo Stato, oppure tutte decidono di gestire i rapporti con l'Europa che si troverà non più lo Stato Italiano come interlocutore ma 23 piccoli staterelli. L'Italia sarà cancellata, la Costituzione dovrà essere riscritta. Il disegno della Meloni però è diabolico e non si ferma qui. Per gestire uno stato allo sbando come quello che uscirà da questa riforma dell'autonomia differenziata, sarà necessario un governo forte con un uomo forte al comando. Ecco il premierato di Giorgia Meloni. Il presidente del consiglio eletto di cittadini con un parlamento nel quale il partito del premier riceverà un premio di maggioranza per arrivare al 53%. L'uomo forte potrà governare indisturbato senza intralci tra i piedi compreso quello dell'unica istituzione che ha funzionato dagli anni 90 in poi: il Presidente della Repubblica. Il quadro si completa alla faccia di coloro che ancora sostengono che non c'è un pericolo di ritorno al fascismo. Il nuovo stato che uscirà da queste due riforme sarà un nuovo fascismo eletto democraticamente, nel quale il caos generato da 23 staterelli sarà governato da un capo che avrà a suo servizio il Parlamento. Il cerchio di questo scambio di riforme sulla pelle dei cittadini si chiude con la riforma della giustizia. Questo argomento è lasciato a Forza Italia che tenterà di portare a casa una riforma per assoggettare la giustizia al potere politico.
L'ultima speranza molto labile sta nel popolo e negli eventuali referendum costituzionali che dovranno approvare queste scellerate riforme, ma l'opposizione al momento non sembra attrezzata per organizzare le barricate necessarie a fronteggiare il percorso di accerchiamento allo stato democratico messo in atto dal FdI, Lega e FI. I cittadini dal canto loro hanno scelto per una grande maggioranza di disertare le urne consentendo di fatto ad una minoranza eversiva di governare il paese.