Dopo le sceneggiate, dopo i riflettori, dopo i proclami ... sono ormai trascorse le famose 60 ore ed il problema di Lampedusa non è stato risolto. Anzi ne è stato creato un altro di problemi, a Manduria nel primo campo di concentramento messo a punto dal governo per ospitare i migranti. Oggi si è verificata la prima fuga di massa da quel campo di concentramento, fuga favorita dal governo stesso che ha dato ordine alle forze dell'ordine di non intervenire per consentire che i migranti fossero in grado di scappare facilmente senza problemi. Purtroppo problemi di questa portata non si risolvono con comizi o con l'acquisto di ville o con proclami improvvisati se non si ha un progetto ben preciso e definito oltre che una linea politica coerente e consapevole dei problemi da affrontare a livello internazionale. Ma questo governo ci ha abituato a rappresentazioni di questo tipo, a Napoli per i rifiuti ed all'Aquila per il terremoto, mettendo in scena il solito copione: proclami di risoluzione dei problemi in tempi limitati, promessa di insediarsi nei luoghi dei disastri e l'immancabile fallimento di tutta la costruzione. Tantoche il problema non è più tanto Berlusconi, ma piuttosto i cittadini che ancora continuano a dargli credito nonostante tutti i suoi fallimenti. A Lampedusa un cittadino normale durante tutto il suo sproloquio avrebbe dovuto tirargli in faccia una pala piuttosto che applaudire ad una serie di promesse gettate al vento. Purtroppo mentre Napoli e l'Aquila rappresentavano problemi tutti interni, la vicenda dei migranti africani a Lampedusa rappresenta un problema di politica a livello internazionale e, sia a livello europeo che mondiale, a livello internazionale la faccia ormai l'abbiamo persa da un pezzo. Troppo facile ora chiedere aiuto all'Europa dopo che in ogni consesso europeo o mondiale abbiamo rimediato figuracce, dopo che abbiamo stretto amicizia con i tutti i dittatori che governano fuori dalle regole democratiche, dopo che abbiamo trattato un uomo come Gheddafi con tutti gli onori e ci siamo prostati ai suoi piedi. E soprattutto dopo che, aver stipulato un trattato di amicizia reciproca in cui l'Italia è stata considerata quasi una colonia della Libia, abbiamo con disinvoltura voltato faccia portando la guerra all'interno del paese amico. Quale affidamento può dare un paese, uno dei principali fondatori dell'europa, che si comporta in questo modo senza una linea politica decisa e stabile da seguire. L'Europa quindi ora non ci da supporto per un problema che fino ad oggi abbiamo sbandierato di aver risolto, ma che ora non siamo in grado di gestire o meglio che gestiamo strumentalizzandolo per creare disagio e paura fra i cittadini, una paura ed un disagio da utilizzare poi a proprio uso e consumo. E' circa un mese e mezzo che il ministro dell'interno sbandiera lo spauracchio della migrazione biblica, sono poi state sufficienti qualche migliaio di migranti per mettere in crisi lo stato che si è fatto trovare "artificiosamente" impreparato. Si è fatto in modo che a Lampedusa montasse una specie di girone infernale per poi consentire lo show di Berlusconi. Ora si sta montando un altro caso creando in tutte le regioni dei veri e propri campi di concentramento nei quali saranno rinchiusi i migranti, e dai quali sicuramente inizieranno a scappare come già abbiamo visto oggi. Il tutto per non fare ciò che era stato fatto in occasione della guerra dei Balcani. Si sarebbe potuto concedere un permesso di protezione internazionale provvisorio per permettere ai migranti di circolare liberamente per un periodo di diciamo tre-sei mesi e tutto il caos che si sta verificando sarebbe stato evitato. Certo una soluzione scomoda per la lega e sicuramente impopolare ma di certo l'unica percorribile per evitare di trasformare il paese in un girone dantesco dove i disperati africani vagano per tentare di raggiungere altri paesi. Un'ultima osservazione: ma il federalismo riguarda solo l'aspetto economico e le tasse che regioni e comuni riverseranno sui cittadini ? oppure anche problematiche come la sistemazione dei migranti nordafricani ? In questo caso perchè lo stato pretende di imporre le proprie scelte alle regioni se poi uno dei punti fondamentali del proprio programma è proprio il federalismo ?
venerdì 1 aprile 2011
Dopo i proclami .. l'inevitabile fallimento
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