domenica 26 aprile 2009

L'opposizione contro il governo ed il suo capo deve essere continua e a prescindere

Dopo tre giorni di nefandezze in cui se ne sono viste e sentite di tutti i colori (ministri verdi e neri che parlano a sproposito del 25 aprile, della resistenza, della liberazione dal fascismo), qualche giornale comincia a cedere nei confronti del presidente del milan e del consiglio. E' un cedimento percoloso perchè di quest'uomo non c'è da fidarsi a prescindere. La partecipazione del cavaliere alle celebrazioni del 25 aprile ed i suoi discorsi in cui ha riconosciuto i valori della resistenza non devono trarre in inganno e non devono far abbassare la guardia nei confronti di quest'uomo che è un pericolo costante per la libertà e la democrazia. Bastano due passi del suo discorso per fra capire il vero pensiero del padre padrone dalla maggioranza. Il primo passo è riferito alla dignità che meriterebbero coloro che sono morti per difendere la dittatura fascista, un ulteriore tentativo di revisionismo storico per mettere sullo stesso piano fascisti e partigiani. Il secondo passo è il tentativo di cambiare nome a questa festa ... da Festa della Liberazione a Festa della Libertà. Un giochetto nel quale il cavaliere è molto esperto dopo aver usurpato il grido Forza Italia ai tifosi della Nazionale di calcio e la parola Libertà prima con Forza Italia e poi con il Partito delle Libertà, ora tenta di minare la festa della Liberazione cambiandole nome e connotati. L'opposizione contro questo dittatore in pectore non deve conoscere sosta, qualunque siano le sue iniziative politiche, che, per quanto possano apparire giuste e opportune, nascondono sempre altri fini. Dopo tre governi guidati dal presidente del milan ormai dovrebbe essere chiaro a tutti gli obiettivi reali dell'azione politica di questo personaggio: raggiungere un potere senza limiti e calpestare chiunque abbia pareri discordanti al suo.

sabato 25 aprile 2009

Buon 25 Aprile festa della resistenza e della liberazione dal fascismo



In questo 2009 il 25 aprile assume una particolare importanza: una festa contro coloro che stanno tentando di riportare una dittatura nel paese, una dittatura strisciante e subdola molto più pericolosa del fascismo degli anni 30 e 40.

venerdì 24 aprile 2009

Non è ancora il tempo che il 25 aprile sia la festa di tutti

Anche se l'attuale maggioranza tenta a tutti i costi di appropriarsi di questa festa, il 25 aprile non sarà mai la festa di tutti, soprattutto poi con questo geverno pieno zeppo di fascisti di vario colore che con le sue leggi di riportare l'Italia sotto un regime dittatoriale con a capo il presidente di una squadra di calcio. E' da quando questo presidente si è messo in politica appoggiato da tutta la destra e dalla Lega che si tenta una sporca operazione di revisionismo storico su tutta la resistenza, mettendo sullo stesso piano chi è morto per un ideale di libertà e democrazia con chi è morto per mantenere l'Italia sotto la dittatura fascista ed al servizio del nazismo. Tutti esseri umani certamente, tutti uguali per la religione, ma non certamente sullo stesso piano per la storia del nostro paese. Le dichiarazioni rilasciate dal Cavaliere "Lo farò (presenziare alle celebrazioni del 25 aprile) perchè di questa festa non se ne appropri solo la sinistra" e del ministro della guerra La Russa "i partigiani rossi meritano rispetto ma non possono essere celebrati come portatori di libertà" dimostrano come i rappresentanti del governo siano al di fuori della storia nel loro goffo tentativo di riscriverla. Fu il Partito Comunista ad organizzare i partigiani ed a far parte dell'assemblea costituente e non certo il partito fascista nel quale ha le sue radici il ministro La Russa. Fu il Partito Comunista a scegliere la via della democrazia e fu una scelta semper vincolante. Molti pensarono e lo pensano tutt'ora che fu una scelta obbligata e opportunistica in attesa della rivoluzione, fatto sta che quella scelta fu sempre rispettata anche dopo l'attentato a Togliatti, il momento storico in cui la rivoluzione in Italia fu più vicina che mai. Le affermazioni di La Russa sono smentite dalla storia e dai fatti che hanno visto sempre i comunisti italiani rispettosi della Costituzione, un rispetto che, per esempio, fa molto difetto a questo governo che appena insediato ha fatto apporvare dal parlamento una legge anticostituzionale come il Lodo Alfano. Rimane poi il fatto che nelle brigate partigiane non si entrava sono per ideologia politica, ma per molti e diversi motivi primo fra tutti il desiderio di liberare il paese da una tremenda dittatura per tornare ad un regime democratico e libero. In questo senso può essere considerata si la festa di tutti, di tutti coloro che vi parteciparono comunisti e non e di tutti coloro che credono nella libertà e nella democrazia. Ideali per i quali non basta semplicemente un nome dato ad una formazione politica ma per i quali servono i fatti. I fatti oggi dicono che siamo governati da una maggioranza i cui ideali sono proprio quelli combattuti strenuamente dai partigiani e da tutta la resistenza, per questo ancora nel 2009 la festa del 25 aprile assume un significato ancora maggiore e per questo non può e non potrà mai essere la festa di tutti.

Burattini e marionette manovrati senza bisogno di fili

Franco Frattini, ministro degli esteri, un settimana fa dichiarava: "E' semplicemente impossibile trasferire il G8 all'Aquila"
Altero Mattioli, ministro delle infrastutture, ieri prima del consiglio dei ministri: "Non è palusibile spostare il G8"
Ma il capo aveva gia' preso la decisione. Questo è lo specchio di come viene governato il paese in questa legislatura. Un gruppo di ministri che di fatto sono al servizio del presidente del milan e che partecipano a riunioni dove di fatto le decisioni sono già prese e durante le quali sono semplicemente informati. In pratica siamo già al cospetto di una costituzione stracciata e caplestata, con un governo che va a colpi di fiudcia, nonostante una maggioranza schiacciante, affinchè ogni decisione presa dal capo, all'insaputa dei propri ministri, non sia minimamente modificata. Certo ogni tanto c'e' qualche incidente di percorso quando le decisioni del boss vanno a scontrarsi con altri poteri locali come per esempio le regioni. Ne è un esempio il piano casa, che dopo essere uscito dal cilindro del padre padrone e trasmesso con lettera ufficiale ai governatori delle regioni, si è dovuti fare marcia indietro per la sommossa messa in atto appunto dalle amministrazioni regionali che si vedevano sottrarre una materia di loro competenza. Quello scontro istituzionale è stato presentato come un momento di confronto e di discussione per mettere in atto il piano, ma in realtà c'è stata una vera e propria rivolta che ha irritato il boss e che ha causato lo stop di quel provvedimento.
Ieri altro colpo a sorpresa che ha spiazzato tutti i componenti del gruppo. G8 spostato all'Aquila dalla Sardegna, dopo che tutti si erano pronunciati per una manifesta impossibilita' di un tale spostamento. E nessuno naturalmente ha avuto diritto di controbattere. Il capo aveva deciso, mettendo sul piatto un risparmio di quattrini. Peccato che di quattrini se ne siano già buttati via in abbodanza per i lavori che erano iniziati alla Maddalena proprio per ospitare l'incontro del G8. E quindi con il bene placito di tutti, la decisione dell'aspirante dittatore, ormai non tanto aspirante, è stata accettata. A questo punto a ragione lui, a che serve sprecare tanti soldi per deputati, senatori e ministri ? Basta lui, tanto quel che decide si fa .... rare eccezioni a parte.

giovedì 23 aprile 2009

Il presidente del Milan deve essere interdetto

Quando ho letto la notizia non ci volevo proprio credere "Il governo sposta il G8 all'Aquila", ma ancora più stupefacente è il commento del presidente del Milan a questa sua ennesima trovata geniale "I no global qui non verranno".Poi cado nello sconforto più totale quando, tre righe dopo questa ennesima stronzata governativa, l'articolo ci informa che la proposta accoglie i consensi del Partito Democratico e dei sindacati. A questo punto ho capito: la pioggia di questi giorni ha provocato lo scioglimento dei ghiacci, si sono innalzate le acque dei mari e c'è stata un'inondazione delle menti dei politici italiani, maggioranza ed opposizione insieme. I danni sono stati notevoli considerato la già limitata attività di tali cervelli che ormai sono completamente annacquati ed atrofizzati. Ma dico, c'è una popolazione in ginocchio, che vive sotto le tende al freddo e in condizioni precarie, che deve fare file interminabili per avere un pasto caldo, con una città ridotta in macerie come se fosse stata sotto il peggiore dei bombardamenti ed il governo che fa ? Organizza proprio lì in mezzo un consesso internazionale come il G8. Bene così il mondo intero si renderà conto della precarietà delle nostre città, della corruzione strisciante che detta le regole nel nostro paese, di come costruiamo ospedali ed edifici pubblici, insomma, se ancora non lo siamo, diventeremo lo zimbello del G8. Gli unici che saranno entusiasti saranno proprio i no global. Non dovranno come a Genova affannarsi a distruggere il fondo stradale per rifornirsi di sanpietrini, all'Aquila basterà allungare una mano per terra ed avranno materiale in abbondanza da scagliare contro i partecipanti al G8. Una sola raccomandazione: prendete bene la mira e non mancate il bersaglio principale, quello con la testa trapiantata e plastificata. Dopo questa ennesima uscita non ci sono alternative: il presidente del Milan deve essere interdetto prima che tutto il paese finisca su Scherzi a parte.

mercoledì 22 aprile 2009

Election day o abstension day ?

E così alla fine la Lega l'ha avuta vinta con il bene placito dell'opposizione che in questi ultimi giorni ha perso quella minima credibilità che aveva. Il referendum di terrà il 21 giugno nel giorno cioè degli eventuali ballottaggi che così diventa anche il giorno del boicottaggio del referendum stesso. Soldi sprecati considerato che si chiameranno alle urne per un altro turno, dopo 15 giorni dalle europee, tutti i cittadini e non solo quelli che dovrebbero andare a votare per i ballottaggi delle amministrative. Un modo come un altro per sminuire il valore del referendum già minato dall'eccessivo ricorso che se ne fa nel nostro paese a causa di una classe politica insofferente a quelle che sono le esigenze dei cittadini italiani. Altro valore si sarebbe dato a questa consultazione sulla legge elettorale se questa tornata referendaria si fosse tenuta il 7 giugno in occasione delle amministrative e delle europee stesse, ma che cosa si pretende da un sistema politico che dichiara "In questo modo i cittadini potranno esercitare anche il loro diritto all'astensione" (dichiarazioni di un politico leghista ma che dai tempi di Craxi in poi puntualmente ad ogni referendum dichiarazioni che vengono ripetute e ricordate a coloro che avessero intenzione di recarsi a votare). Un politico che si rispetti dovrebbe avere interesse sempre a che il cittadino manifesti il proprio intendimento quando ci sono tornati elettorali di qualsiasi genere, invitare all'astensionismo a seconda del proprio tornaconto è un indice di dubbio spessore morale e civico, d'altra parte che cosa ci si può aspettare da un covo di condannati in giudicato e in via definitiva quale è il parlamento italiano. Sarebbe un bel segnale se tutto il paese si recasse invece a votare per il referendum, non importa se a favore o contro o con scheda bianca, ha poca importanza, importante sarebbe votare tutti per dimostrare che questi personaggi non rappresentano più il paese. Beh lasciatemi sognare anche in politica.
Deprimente è invece verificare ancora una volta quanto debole sia l'opposizione nel nostro paese. Un'opposizione che dopo settimana di dichiarazioni ipocrite in merito allo spreco di denaro, ora cede sulla scelta peggiore, quella del 21 giugno, che non fa ne' risparmiare ne' tanto meno garantisce il raggiungimento del quorum. Sarebbe stato meglio a questo punto votare il 14 in una tornata dedicata esclusivamente al referendum. Con questa scelta si è dimostrato inoltre che dei soldi spesi per il referendum non importasse niente a nessuno, i soldi sprecati ci saranno ugualmente forse non saranno 400 milioni di euro ma la cifra non sarà molto distante, ma mentre la Lega raggiunge il suo obiettivo, quello di scegliere una data con alte probabilità di astensionismo, l'opposizione perde su tutti i fronti: quello del risparmio e quello del quorum.

Giù le mani dal 25 aprile




"Ho preso la decisione di celebrare il 25 aprile, anche se dove sarò lo comunicherò più avanti. Credo che ci sia bisogno di dire qualcosa, perchè di questa festa non se ne appropri soltanto una parte"
Eh no caro presidente del milan, giù le mani da questa festa che non è e mai potrà essere tua e della sporca maggioranza che hai portato al governo del paese. Non bastano le parole per appropriarsi di una festa come questa, le parole sono una cosa i fatti un'altra. Questa è la festa di chi ha liberato l'Italia dal fascismo e non di chi i fascisti li ha portati al governo vestendoli di azzurro e di verde. Il 25 aprile è la festa di chi è morto per un'ideale di libertà e non di chi questa libertà vuole limitarla per poter agire incontrastato. Il 25 aprile non può essere la festa di chi si è messo al sicuro dalla galera con una legge come il lodo Alfano, violando la costituzione secondo la quale tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Il 25 aprile non può essere la festa di chi ha dato vigore nel paese al razzismo con leggi per la schedatura di bambini e per la criminalizzazione dei clandestini. Il 25 aprile non può essere la festa di continuamente calpesta e offende chi è morto per la liberazione del paese dal nazsimo e dal fascismo. Insomma il 25 aprile non potrà mai essere la tua festa caro Berlusconi e lo dimostra il fatto che tieni nascosto anche dove ti presenterai per usurpare questa festa perchè hai paura, hai paura della rabbia di coloro che vedono caplestati i veri ideali di libertà non quelli di cui ti sei appropriato semplicemente dando un nome alla tua congrega che niente può condividere con ciò che questa semplice parola rappresenta.
Ovunque tu ti presenterai, qualunque cosa dirai, caro presidente dei miei stivali ... il 25 aprile non potrà mai essere la tua festa e spero vivamente che qualcuno ti prenda a pomodori in faccia, un frutto che per il colore ben rappresenta questa festa.

sabato 18 aprile 2009

Dalla prima repubblica .... a repubblica zero

Durante la prima Repubblica, quando al governo si alternavano governi di centrosinistra con DC, PSI, PSDI, PRI e PL, si parlava spesso della lottizzazione della Rai con la spartizione delle poltrone fra i fari partiti facenti parte della maggioranza, lasciando poi un posticino anche all'opposizione. Condivisbile o meno questa suddivisione dei posti di comando della televisione pubblica, tutto avveniva all'interno delle istituzioni con incontri e accordi più o meno pubblici fra i vari partiti. Poi è arrivata la televisione privata ma per quanto riguarda la Rai niente è cambiato se non l'aumento del numero delle poltrone e quindi dei posti da spartire. Sembrava che dopo Tangentopoli e l'avvento della così detta Seconda Repubblica questa gestione del potere dovesse andare a morire. Invece oggi ci ritroviamo ad assistere a qualcosa di ancora più sconcertante, pericoloso per la democrazia che fa apparire questa epoca non come una seconda repubblica ma piuttosto come una repubblica zero per non parlare apertamente di dittatura.
Intanto con il padrone di Mediaset al governo è morta la pluralità dell'informazione e come vedremo anche per le nomine Rai di fatto non si avranno più due televisioni ma una sola anche se sotto nomi diversi. Poi, fatto indecente e scandaloso, gli accordi, gli incontri non si tengono più nelle sedei istituzionali ma bensì a casa del presidente del milan e del governo. Insomma Berlusconi, per chi ancora in questo paese non lo avesse capito, governa l'Italia come se si trattasse di una sua azienda o di una sua squadra di calcio. Qui non si tratta solo di conflitto d'interessi, come ha subito sottolienato l'opposizione, ma di un comportamento da padre-padrone del paese che gestisce la politica come se fosse una affare privato. Analizzando poi la sostanza delle proposte messe in campo dalla maggioranza diventa chiaro il disegno del suo capo: creare un unico gruppo televisivo lasciando in un angolino la terza rete per contentare l'opposizione. La proposta infatti prevede una vera e propria occupazione della Rai da parte di uomini di mediaset o dei giornali del presidente del milan: Mimum da Tg5 a Tg1, Belpietro (Panorama) o Orfeo (Mattino) o Minzolini (La Stampa) al Tg2, Vigorelli dal Tg5 ai Tg regionali.
Insomma è vero non siamo più nella prima Repubblica ma siamo tornati indietro e nel peggior modo, si governa da casa propria e si occupa senza ritegno l'occupabile, una dittatura democratica e strisciante che con precisione chirurgica occupa i gangli più strategici di un paese. L'informazione è uno di questi e lo spettacolo sconcertante e osceno del terremoto in abruzzo ha fornito un esempio dello stato in cui versa il mondo dell'informazione televisiva ... ed il peggio deve ancora venire

giovedì 16 aprile 2009

Censura e inefficienza: il terremoto ci riporta nella prima repubblica

Forse l'emergenza terremoto è stata gestita come meglio non si sarebbe potuto dalla Protezione Civile e dal governo (se si escludono tutti gli allarmi inascoltati sollevati da gennaio fino al 5 aprile), ma di certo ora il governo e le istituzioni danno il peggio di loro mettendo arrivando anche a mettere in atto quella censura tanta cara al presidente del milan.
Censura. Immancabile vittima come sempre c'e' in mezzo Santoro e la sua trasmissione con la sospensione del vignettista Vauro. La vignetta incriminata e' quella mostrata sopra che fa un sottile collegamento fra il recente piano caso predisposto dal governo, ma per ora bloccato dalle regioni, e quanto accaduto all'Aquila. Il terremoto abruzzese ha messo ancora una volta in luce quando siano bon rispettate le norme edilizie nel nostro paese dove da sempre l'abusivismo e la costruzione selvaggia costituiscono una piaga non rimarginabile. Il piano casa del governo e' un invito a costruire senza regole precise con la scusa di favorire la ripresa economica e purtroppo anche l'opposizione insieme ai sindacati si prestano a questo gioco. Ecco cosi' che contro chi ha il coraggio di criticare pubblicamente questi provvedimenti prendendo spunto da un avvenimento tragico, il governo non sa fare altro che rispondere con la censura a dimostrazione di non avere argomenti validi per controbattere tali argomentazioni.
Fondi per ricostruire. Dopo aver gestito l'emergenza e' necessario gestire la fase della ricostruzione e quindi reperire fondi per ridare una casa a chi ha perso tutto. E qui il governo fornisce l'ennesima dimostrazione di spreco ed inefficienza. Mentre si chiede ai cittadini di contribuire e gli italiani come al solito rispondono senza tirarsi indietro (oltre 10 milioni di euro solo con gli sms), il governo non mette in atto l'unico strumento che avrebbe consentito di ricostruire non una sola Aquila e Provincia ma ben due: sospendere il folle progetto del Ponte sullo stretto e dirottare quei fondi sull'Abruzzo. E invece di cosa si parla ? Di tasse naturalmente, di lotterie e ... ecco la novita' ... di benzina, tutti argomenti che gli italiani conoscono bene considerato che sulla benzina pagano balzelli che risalgono al ventennio. Contemporaneamente si aumentano gli sprechi con i continui viaggi dei ministri nelle zone terremotate a pavoneggiarsi davanti alle telecamere, con i consigli dei ministri tenuti all'Aquila e soprattutto con le prossime elezioni dove, stretto nel ricatto della lega, il paese dovra' sborsare 400 milioni di euro per non accorpare il referendum al primo turno elettroale di europee e ed amministrative.

Parole e fatti. Insomma come al solito le parole sono una cosa ed i fatti sono un'altra. Il governo non sa sottrarsi alle mire dittatoriali del suo capo da una parte e mentre dall'altra, come hanno fatto tutti i governi della repubblica, non reisce a mettere in atto provvedimenti seri che possano garantire una vera ripresa in occasione di avvenimenti tragici come il terremoto dell'Aquila. Nonostante il terremoto politico dopo tangentopoli non illudiamoci non siamo ne' nella terza ne' tantomeno nella seconda repubblica, siamo ancora ben immersi nella prima.

martedì 14 aprile 2009

Politica e terremoto: i discorsi li porta via il vento .. le macerie rimangono

Come sempre anche nella gestione di questo tragico evento relativo al terremoto in abruzzo, il presidente del Milan non ha resistito al fascino della teatralita' e dello spettacolo piuttosto che hai fatti concreti. Per il momento, efficienza a parte della protezione civile, il cavaliere nano si e' distinto come al solito per la sua attrazione verso i riflettori e le telecamere, arrivando ad ipotizzare i prossimi consigli dei ministri proprio all'Aquila. E dire che pochi giorni fa aveva invitato i politici a non presentarsi in abruzzo per farsi belli davanti alle telecamere, un invito logico e sensato, ma che nascondeva al solito un secondo fine: quello di avere la scena tutta a sua disposizione. E cosi' mentre l'emergenza continua anche a causa delle continue scosse di terremoto, mentre l'attivita' della protezione civile e' ancora frenetica, lui ed il suo seguito di leccapiedi, non saprei definire in altro modo dei ministri che in questi giorni sono stati relegati ad un ruolo di comparse, si presenteranno all'Aquila per un consiglio dei ministri il cui primo risultato sara' solo uno: sperperare dei soldi a spese del contribuente. Soldi che forse sarebbero tornati piu' utili se donati alle popolazioni vittime del terremoto. Ecco questo e' l'aspetto inquietante ma perfettamente in linea con la visione politica di quest'uomo. Quindi da una parte ci sono le sue comparizioni elmetto in testa fra le macerie e le sue dichiarazioni su tutto quello che il governo fara', dall'altra ci sono i fatti. E i fatti parlano di processione sotto i riflettori e le telecamere, si sperpero di soldi pubblici, di continuare con progetti assurdi come il ponte sullo stretto e di ventilare un ritorno alla tassa sulla casa. Insomma come al solito in questo paese la ricostruzione di eventi catastrofici come questo saranno sulle spalle dei cittadini dopo che i maggiori responsabili sono stati soprattutto gli amministratori locali e non. Nella mia citta' natale si dice ... I discorsi li porta via il vento ... *e le biciclette i livornesi ... ma in questo caso non ci azzecca niente) ... vedremo se dopo che sara' passato il vento dell'emergenza si fara' davvero qualcosa di serio.

mercoledì 8 aprile 2009

Come Lui in mezzo alle macerie e soprattutto davanti ai riflettori

E' difficile in queste ore parlare di politica ma quando la politica cavalca eventi tragici come quello del terremoto in abruzzo per mettersi in mostra e per stare comunque davanti alle telecamere, forse è meglio parlarne per mettere in guardia tutti coloro che sull'onda dell'emozione non percepiscono la retorica di questi giorni. Il presidente del Milan sarà tutti i giorni all'Aquila a coordinare personalmentee tutte le operazioni di soccorso. Quale palcoscenico migliore per stare davanti alle telecamere che ormai riprendono 24 ore su 24, minuto per minuto l'attività dei soccorritori come se si trattasse di un Grande Fratello della disperazione e della desolazione. Nei tempi andati nel nostro paese c'è stato un altro leader politico che si comportava come il cavaliere, si chiamava Benito Mussolini se qualcuno non lo ricordasse. Tutti i ministri del governo italiano sono scomparsi dalla scena occupata esclusivamente dal presidente del milan che vola in elicottero, si aggira fra le macerie, parla con i senza tetto, rilascia dichiarazioni ai giornali, un factotum che vede e provvede per ogni cosa. Poi ci sono i fatti che al solito proiettano la solita luce sul governo e sul capo della maggioranza. Come per esempio in questo momento in cui serviranno molti fondi per riscostruire e soccorrere le popolazioni abruzesi, la decisione di continuare nella folle opera del Ponte sullo stretto. Forse sarebbe meglio accantonare quel progetto e pensare oltre che alle popolazioni aquilane anche ad una operazione di verifica e risanamento dei centri storici delle nostre città onde evitare scagure del genere. Naturalmente nemmeno in queste occasione il padre-padrone della maggioranza di governo non rinuncia alle solite battute irrispettose vero il prossimo, chiunque esso sia: un capo di governo o un povero diavolo che ha perso tutto ciò che possedeva compreso qualche affetto più caro. Battute che in questa occasione diventano anche macabre e per questo non ritengo opportuno riportarle. Ma si vede che il popolo italiano sentiva la mancanza di un dittatore operaio, imprenditore, ferroviere ed ora anche volontario della protezione civile.


sabato 4 aprile 2009

I destini del paese in mano ad un buffone

Le parole le porta via il vento ... ma i fatti rimangono ed i fatti dicono che ... l'Italia è diventato un paese zimbello grazie a colui che ne ha la responsabilità di governo. Questa ultima settimana è stata un calvario per il presidente del milan come sempre quando è costretto ad apparire in pubblico in cerimonie ufficiali. In questi ultimi giorni fra lo show della costituente del Pdl e i vari G8, G20 e vertici della Nato il cavaliere ha avuto il suo bel da fare. Così fra una gaffe e l'altra la settimana si conclude con una minaccia di tappare la bocca all'informazione o per lo meno a quella parte che mette in primo piano tutte le sue performances che hanno messo in ridicolo il nostro paese.
Si inizia domenica scorsa quando il latin lover chiama a raccolta tutte le donne del suo gineceo ed apostrofa la giovane Meloni con l'appellativo di "zoccola" senza che nessuno si risenta minimamente.


Dopo le uscite nazionali inizia la settimana internazionale del clown Silvio che si esibisce addiruttura durante la foto di gruppo con la regina Elisabetta, la quale, come una maestrina del libro cuore, apostrofa il monello Berlusconi mettendogli una nota sul suo registro personale.


Infine l'ultimo show messo in scena stamani quando il cavaliere arrivato dalla Merkel per la riunione della Nato, si presenta con il cellulare tutto preso da una telefonata, di lavoro dice lui, facendo spazientire anche la cancelliera tedesca dopo la regina Elisabetta.



Tutti episodi insignificanti rispetto alle questioni che questi grandi dovrebbero affrontare, ma ci si possono affidare i destini del mondo a personaggi come il presidente del milan ?

G7, G8, G20 ... riunioni di zuzzerelloni guidate dal giullare in capo: Berlusconi


Si susseguono le riunioni di G7, G8, G20 ... consessi internazionali ai quali però è molto difficile dare fiducia quando si risolvono in scherzi, burle, foto di gruppo, cene e feste con un giullare che occupa continuamente la scena. Prutroppo questo giullare è il presidente di una squadra di calcio, il padrone incontrastato di televisioni e giornali, al quale la maggioranza dei cittadini italiani, forse vittime di una canna generale, hanno assegnato il compito di guidare il paese. Ma a parte le buffonate da bar dello sport di Silvio Berlusconi, queste riunioni planetarie alla fine non arrivano mai ad affrontare il nocciolo della questione. L'unico risultato al momento è la trasfusione di denaro pubblico verso banche e imprese private al fine di portarle fuori dalla crisi economica che loro stesso hanno creato. Questo è il punto di questa crisi che dovrebbe far riflettere di volta in volta i 7 o gli 8 o i venti potenti del mondo, piuttosto che sghignazzare alle spalle del nano di arcore. I provvedimenti che si stanno mettendo in atto non sono altro che terapie d'urgenza, indispensabili certo per porre rimedio alla fase acuta della patologia, ma se contemporaneamente non si metteranno in atto provvedimenti a lungo termine e strutturali, una volta uscita dalla fase acuta tutto tornerà come prima. E' l'intero sistema che è entrato in crisi, è il modello capitalistico che ha mostrato di non saper reggere l'impatto del mercato globale, ed ora per salvare questo modello non si fa che ricorrere a pricipi e teorie del modello .... comunista e socialista. Ecco allora lo stato che interviene con le banche, con le aziende automobilistiche, arrivando ad ipotizzare anche nazionalizzazioni se bene parziali. Ecco bisognerà dare vita ad un nuovo modello di sviluppo che distribuisca più equamente la ricchezza senza che questa sia concentrata nelle mani di pochi. Ma questi zuzzerelloni hanno veramente in testa una rivoluzione del genere o sarà necessario che il popolo scenda in piazza per far sentire la propria voce come è accaduto in questi ultimi giorni a Londra e a Milano ? Purtroppo le prime avvisaglie di questa ultima settimana lasciano propendere per questa seconda ipotesi.