domenica 31 maggio 2015

Alla fine decide sempre il popolo ....


Dopo mesi e settimane di polemiche con il rush finale di venerdì con la presentazione della lista degli "impresentabili" da parte della commissione antimafia (lista già ampiamente conosciuta da chi ha un livello minimo di informazione) e i successivi veleni interni al Partito Democratico, oggi la parola spetta a coloro che in ultima analisi decidono tutto: gli elettori. Solo stasera si saprà se davvero i cittadini preferiscono la pulizia e la legalità rispetto alla corruzione della quale in tanti si lamentano. E non sarà un giudizio sulla innocenza o colpevolezza dei vari politici coinvolti in inchieste della magistratura o addirittura condannati anche se non in ultimo grado. Quel giudizio spetta alla magistratura e tutti hanno diritto alla presunzione di innocenza, ma la politica non è un obbligo per questi signori ed allora perché non dir loro semplicemente: per ora stai da parte poi se risulterai pulito potrai tornare. Quindi sta al cittadino scegliere persone che al momento risultano pulite e quindi uscire da questo vortice di polemiche. In molti sembra che sceglieranno l'astensione come forma di protesta contro la corruzione nella politica, ma questa protesta potrebbe essere un boomerang che finirebbe per favorire propri i corrotti. Il condannato o indagato che si presenta a queste elezioni è certo di avere un certo seguito altrimenti non spenderebbe il suo tempo in una campagna elettorale dispendiosa. Facciamo pari a 100 il numero degli elettori e che il presunto corrotto abbia un seguito di 5 voti. Se tutti vanno a votare lui otterrà quindi il 5%, ma se qualcuno si astiene questa percentuale è destinata a salire fino addirittura a raggiungere una percentuale tre volte superiore. Se l'astensione infatti si aggira sul 40% come dicono gli ultimi sondaggi quel 5% diventerebbe il 8,33%%, insomma l'astensione favorisce il corrotto. Ed allora perché non andare a votare e magari dare il proprio voto ad una persona pulita e ad un partito al di fuori delle maggioranza o finte minoranze in modo davvero da ribaltare il risultato ? Utopia lo so ... ma questa sarebbe la vera protesta. Per esempio sarebbe una rivoluzione se nelle marche quel 40% di astensione si recasse oggi alle urne e tutti votassero Altre Marche - Sinistra Unita piena di candidati senza macchia, utopia lo so ... ma almeno fino a stasera preferisco sognare.

venerdì 29 maggio 2015

Gli impresentabili: sceneggiata tragicomica in quattro atti


La volontà di combattere realmente la corruzione sarà tragicamente affondata domenica sera quando si svolgerà l'ultimo atto dell'ultima farsa della politica italiana: Gli Impresentabili. Il primo atto si consuma a settembre del 2014. Sull'onda dell'indignazione popolare in merito ai continui scandali che vedono protagonisti i politici sia del governo centrale che delle amministrazioni locali (regioni, province, comuni) in parlamento arriva un codice etico per tentare di evitare che partiti, movimenti, liste civiche ed affini presentino alle prossime elezioni regionali candidati che non rispondono ai criteri del codice etico in oggetto. Purtroppo l'iniziativa si rivela subilo l'ennesimo provvedimento inutile e populista atto solo a buttare fumo negli occhi ai cittadini incazzati. La commissione antimafia esaminerà le liste dei candidati sulla base del codice etico e farà un elenco dei candati stessi che non rispondono ai requisti del codice etico, ma ATTENZIONE ATTENZIONE, tale elenco sarà una semplice lista informativa nessuna obbligo di ineleggibilità per gli sfortunati che non passerrano il giudizio della commissione. Insomma il tutto non servirà assolutamente a niente. Nel secondo atto la commissione inizia l'esame delle liste una volta che queste sono comunque già pubblicate a conferma del fatto che si tratterà dell'ennesima farsa della politica nella lotta alla corruzione ... cioè i corrotti che lottano contro se stessi. Il terzo atto è andato in scena fra martedì ed oggi con la pubblicazione di questi famosi impresentabili. Una lista di nomi de quali già si sapeva tutto quindi settimane di lavoro da parte di una commissione che non ha fatto altro che pubblicare un elenco che qualsiasi cittadini che legge qualche giornale oltre il Corriere della Sera o Repubblica, già conosceva ampiamente. E oggi sono entrati in scena gli altri attori di questa farsa: il partito democratico nelle sue più alte cariche. Renzi, Orfini, Boschi, e via dicendo si lanciano in dichiarazioni che vanno dal "Tanto non saranno eletti" al "Sono comunque eleggibili" (in contraddizione con la precedente dichiarazione), passando per "Processo in piazza" fino al "Vendette di corrente". Una specie di guerra civile del partito democratico che usa il paese e le istituzioni a proprio uso e consumo. Ora non rimane che aspettare il quarto e conclusivo atto della farsa tragicomica nel quale entreranno gl ultimi attori che ancora non sono stati coinvolti: i cittadini elettori. Sta a loro concludere in maniera seria questa farsa negando il voto a quelle formazioni che annoverano fra i loro candidati personaggi non limpidi per le loro pendenze giudiziarie oppure continuare sul canovaccio del buttiamola tutta in malora votando gli stessi o peggio ancora non andando a votare. Appuntamento da non perdere domenica sera.

giovedì 28 maggio 2015

La lotta alla corruzione non si fa con le leggi ma con il voto


Pensare che una classe politica coinvolta in mille rivoli che portano tutti ad episodi e fatti di corruzione possa in qualche modo combattere realmente la corruzione stessa è un'utopia. Si sono inventati una legge che, a parte l'aspetto positivo di reintroduzione di un reato come il falso in bilancio cancellato da Berlusconi, altro non ha fatto che aumentare le pene per i reati di corruzione nella pubblica amministrazione. Il fatto stesso che sia necessaria una legge per combattere la corruzione nella politica è di per se allucinante. Comunque emanata la legge, in nome della quale il presidente del consiglio nonché segretario del Parito Democratico dichiara di non ricevere da alcuno lezioni sulla legalità, lo stesso Matteo Renzi nelle vesti di segretario del partito di maggioranza appoggia un candidato alle elezioni regionali della campania incandidabile e le cui liste o liste che lo appoggiano sono piene zeppe di personaggi legati alla malavita. Il magistrato aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, ha dichiarato in un'intervista che se il Pd e altri partiti hanno inserito questi personaggi nelle loro liste, significa semplicemente che mettono in conto di ricevere i voti della camorra, ed i voti contano indipendentemente dalla loro provenienza. Come dire inutile fare leggi se poi i comportamenti sono questi. Sarebbe molto semplice se nelle liste fossero inseriti personaggi che non hanno avuto problemi con la giustizia e che non siano coinvolti in procedimenti giudiziari. Altra sceneggiata tragicomica è quella della commissione antimafia che fra ieri e venerdì pubblicherà una lista di impresentabili alle prossime elezioni regionali. Peccato che queste elezioni si svolgeranno domenica quindi non si capisce il senso di questa messa inscena. Ma poi chi sono questi impresentabili ? che categoria è ? e soprattutto quali sono i criteri affinché un candidato sia definito impresentabile ? C'è una sfilza di possibili categorie:
- Il condannato in giudicato
- Il condannato in primo grado
- Il condannato in appello
- Il rinviato a giudizio
- L'indagato
- L'assolto per prescrizione
- L'assolto ma coinvolto
- I nominati in qualche intercettazione da qualche mafioso o camorrista
- I nominati da Saviano
- Quelli citati da un giornale piuttosto che da un altro
e si potrebbe continuare all'infinito ma stiamo certi che per ognuna di queste categorie ci sarà sempre l'eccezione per quel personaggio o per quell'altro. Ed allora districarsi in questo ginepraio sarà difficile ma soprattutto sarà impossibile che la politica ne venga fuori fino a quando da destra, da sinistra e dal centro si sollevano eccezioni per un politico piuttosto che per un altro. Ed allora in mezzo a questa ipocrisia e questa falsa legalità, l'unico che può fare pulizia veramente è il cittadino al momento delle elezioni. In primo luogo andando a votare e non delegando ad altri la scelta dei propri rappresentanti soprattutto nel caso delle regionali dove c'è il voto di preferenza. I camorristi ed i mafiosi andranno tutti a votare quindi più alta sarà l'astensione e più alto sarà il peso dei loro voti. Ma andare a votare non è sufficiente, sarà necessario anche fare in modo che i candidati sospetti non siano eletti e quindi non votati. Questo è l'unico strumento efficace a disposizione che sarebbe più efficace di qualsiasi altra legge anticorruzione, utilizziamolo.

martedì 26 maggio 2015

Noi non podemos ... ma lo prendemos siempre


Siamo ad un altro successo di una sinistra in un paese europeo, questa volta la Spagna dopo la Grecia, e tutti i politici nostrani si affannano a cinguettare per complimentarsi e per "fare propria" una vittoriia che naturalmente non può appartenerci. Un atteggiamento non solo della superframmentata sinistra intaliana incapace di dare vita ad un movimento come SYRIZA o PODEMOS, ma anche Salvini fa propria la vittoria spagnola. Come ha scritto un amico la sinistra italiana ormai è solo capace di organizzare feste conto terzi. Ma si sa ora siamo in campagna elettorale e tutto fa brodo anche un vittoria straniera, il cui significato poi lo si vedrà fra qualche tempo. Quello che per esempio sta accadendo in Grecia è indicativo: tutti con Tsipras qualche mese fa quando vinse le elezioni greche ed andò al governo, ma oggi quanti ancora sarebbero su quel carro ? Dopo la vittoria ci sono i fatti da portare a termine e per quanto riguarda la Grecia i fatti sono buchi di decine di miliardi da coprire e come stiamo toccando con mano non basta un governo armato di buone intenzioni per risolvere la situazione. Volenti o nolenti il potere in mano è della finanza, un potere figlio del capitalismo e contro il quale ormai, complice la globalizzazione, un singolo stato ha poche armi per combatterlo efficacemente. Ecco perché sarebbe importante dare vita ad un movimento che vada oltre i confini nazionali e che raccolga persone con ideali e principi comuni non soggetti pronti a salire su un carro per poi scendere alla prima occasione. Gli esempi di Grecia e Spagna sarebbero certamente da seguire per tentare di creare questo fronte, ma in Italia la sinistra "vera" ha per il momento demandato questo ruolo ad un comico che con il suo movimento ha occupato gli spazi che gli sono stati lasciati liberi. Ma li ha occupati in maniera discutibile e soprattutto con un populismo sfrenato atto solo a prendere voti nella migliore tradizione della vecchia politica italiana. Si è scagliato senza distinguo contro partiti e politici colpevoli di occupare poltrone da tempo immemorabile come se quelle poltrone fossero occupate in virtù di qualche volere divino. In realtà quella politica e quei politici occupano le poltrone in virtù semplicemente di un voto popolare e per cambiare davvero in questo paese è necessario agire su chi va a votare che sono i veri responsabili dello sfascio italiano. Dove per agire intendo presentare idee, programmi e non sparare a zero sull'avversario o utilizzare slogan populistici dietro ai quali non esiste un reale progetto per la loro realizzazione. In qualche regione questa tornata elettorale la sinistra ci si sta provando presentandosi unita sotto una sola bandiera, si vedrà se sarà un punto di partenza o se non sia ormai troppo tardi per i danni provocati da venti anni di politica arruffona, incompetente, inadeguata e il cui frutto è un governo che sta attuando riforme per portare un solo partito ed un solo uomo a governare stravolgendo la costituzione senza modificarla.

venerdì 22 maggio 2015

Stufo dell'incompenza di chi siede nelle istituzioni


Ormai non passa giorno che qualche episodio, qualche sentenza, qualche provvedimento finisca per mettere in luce l'incompetenza e l'inadeguatezza della politica che siede nelle istituzioni a rappresentare ed a governare il paese. La politica lo sa bene questo ed ha preso i suoi bravi accorgimenti per non finire sotto il giudizio dei cittadini, giudizio che si manifesta solo con le elezioni democratiche. Dopo gli anni del porcellum che ci hanno regalato tre legislature incostituzionali, alle prossime elezioni si passerà ad una versione riveduta, corretta e per certi aspetti peggiorata, della legge elettorale che di fatto toglie ai cittadini l'unico strumento che essi avrebbero per giudicare il politico incompetente: la preferenza. Insomma il politico, che in questi giorni chiede a spada tratta per esempio le valutazioni (giuste) per gli insegnanti, continua a sottrarsi alle valutazioni del cittadino. E' la filosofia del berlusconismo, che l'ex cavaliere non è stato capace di mettere in atto, ma che ha trovato in Matteo Renzi, infiltrato in un partito che già aveva iniziato a minare le sue fondamenta di sinistra, l'attuatore del progetto berlusconiano. Fino al 2011 l'Italia è stata governata da un uomo che aveva l'obiettivo di preservare la sua incolumità dalle grinfie della giustizia, ora siamo passati ad un uomo il cui progetto è quello di un partito unico, comandato da un unico uomo, che guida e governa il paese. Il progetto è chiaro se si mettono in fila tutte le controriforme messe in campo dal governo renziano: negazione del voto democratico per le province e soprattutto per il Senato che rimangono organi di governo ma non eletti dai cittadini, premio di maggioranza ad un solo partito per l'elezione della camera in modo da trasformare una democrazia parlamentare in una democrazia semi-presidenzialista senza opposizione. Un progetto che si estende anche alla scuola dove il preside avrà addirittura funzioni di padrone dell'impresa scuola con poteri di assunzione degli insegnanti i quali in questo modo saranno sotto ricatto permanente del preside-padrone. Anche in questo caso quindi si mette in atto un processo di trasformazione della scuola pubblica spostandola pesantemente verso una struttura privata senza intervenire palesemente sulla costituzione. In questi mesi la Corte Costituzionale è intervenuta smontando varie leggi del periodo berlusconiano, compresa la riforma delle pensioni nella quale lo stesso Pd è stato favorevole, ma si presume che nei prossimi anni anche molte leggi renziane subiranno la stessa fine. Insomma qualcuno afferma che il berlusconismo sia finito e sepolto, ma in realtà se si ragiona in termini di competenza ed adeguatezza è più realistico pensare che quel periodo così tragico non sia ancora terminato e che forse per certi aspetti l'attuale periodo sia anche peggiore. Purtroppo l'elettore sembra reagire nella maniera meno adeguata per combattere questo stato di cose pensando che l'unica arma per protestare sia una sola: quella dell'astensionismo. La prima reazione in effetti sembrerebbe quella di non andare a votare per sbandierare la protesta e mettere in luce l'inadeguatezza della politica e di tutti i partiti e movimenti a rappresentare il paese, ma di fatto poi questa forma di protesta si concretizza nel lasciare il potere a chi già lo ha in mano. Lo abbiamo visto alle recenti elezioni europee dove Renzi ha sventolato il successo del Partito Democratico che ha raggiunto la percentuale del 40% ma a fronte di una percentuale di votanti di poco al di sopra del 50%. Quindi di fatto una protesta inutile che non ha minimamente influenzato l'azione di governo ma che di fatto l'ha certificata agli occhi della politica. Insomma se chi ci governa è incompente ed inadeguato è responsabilità anche di noi cittadini scontenti ma che non trovano mezzi adeguati per contrastare una politica sempre e comunque distante dalla realtà del paese.

lunedì 18 maggio 2015

Lavagne, gessetti, talk show ... no non siamo su scherzi a parte


Va bene che siamo in campagna elettorale e che tutto fa brodo ma affrontare problematiche serie e importanti tenenedo lezioncine con lavagna e gessetto oppure andando a fare annunci la domenica pomeriggio nei salotti televisivi della Rai è un segnale di quanto ormai la politica sia scaduta a tutti i livelli compreso quello più alto: il governo ed il suo presidente del consiglio. Matteo Renzi dopo essere diventato segretario del Partito Democratico e Presidente del Consiglio ora si autonominato anche maestro di ruolo e showman televisivo. La scuola spiegata alla lavagna con errori linguistici sarebbe veramente da ridere se non si trattasse poi di un problema serio come l'istruzione. Un problema sempre maltrattato da tutti i governi che si sono succeduti alla guda del paese e che anche questa volta forse si risolverà in una riforma che non inciderà minimamente o solo marginalmente sulla qualità della nostra scuola. Tutto si risolverà nell'assunzione di qualche migliaio di precari, un fatto sicuramente positivo, ma vanifcato da de fattori: i superpoteri al dirigente scolastico (sembra che questa norma stia rientrando) e le nuove agevolazioni fiscali alla scuola privata a danno ancora della scuola pubblica che già adesso funziona grazie ai contributi volontari e quasi obbligati delle famiglie italiane. Sulla farsa delle pensioni che ormai va in scena da diversi giorni, Renzi adotta più o meno lo stesso metodo andando a fare i suoi annunci nella trasmissione televisiva di Giletti della somanica pomeriggio prima ancora di prendere decisioni nel consiglio dei ministri che si terrà oggi. A sottolineare quindi quanto sarà importante la riunione odierna del governo: Ranzi ha già deciso cosa fare. Una decisione che non risolve il problema e che quasi certamente scatenerà ricorsi per una soluzione del problema alle calende greche. Ma ancora una volta ci sono le elezioni fra due settimane e 500 euro, se pure una tantum, a 4 milioni di pensionati qualcosa sono e forse aiuteranno a tamponare il problema delle liste del Partito Democratico che in ogni regione presentano degli "impresentabili". Certo la questione del blocco delle rivalutazioni delle pensioni non è facilmente risolvibile senza creare danni alle finanza del paese ma ancora una volta mette in luce la inadeguatezza della politica italiana ad affrontare la crisi economica. Si è andati avanti a colpi di provvedimenti incostituzionali (quello delle pensioni non sarà l'unico ed altre sentenze della corte sono in arrivo) per non adottare l'unico provvedimento serio ed efficace ma altrettanto impopolare: un vera e sana patrimoniale che prendesse i soldi dai ceti sociali più agiati. Certo in quel modo non si sarebbe potuto sventolare la falsa bandiera di "non essere ricorsi a nuove tasse", bandiera solo virtuale perché togliere soldi o far pagare più tasse sono due provvedimenti che hanno lo stesso effetto: tagliare la disponibilità finanziaria ai cittadini.

giovedì 14 maggio 2015

Il partito della nazione esiste già: l'astensionismo


Matteo Renzi, come Silvio Berlusconi, è allergico alla democrazia, al parlamento, alla costituzione. Berlusconi teorizzava il cancellamento del parlamento dove, secondo lui, sarebbe stato sufficiente il voto dei capigruppo, un modo un pò grezzo e maldestro di teorizzare un cambiamento che non avrebbe potuto mai ottenere. Renzi è più raffinato e probabilmente otterrà qualche successo su questa strada con la riforma del Senato e con la legge elettorale, ormai approvata, che di fatto consegnerà l'unico ramo del parlamento che potrà legiferare in mano ad un solo partito anche se di minoranza rispetto al corpo elettorale. Il segretario del Pd lavora poi sul fronte sel partito unico nazionale imbarcando nelle file del partito democratico di tutto e di più in maniera peggiore di quanto fatto da Veltroni e D'Alema in occasione della fondazione del Pd stesso. Quanto sta accadendo in occasione delle prossime elezioni regionali ne è la dimostrazione con liste pieze zeppe di fascisti dichiarati, migranti da Forza Italia, corrotti, indagati, condannati e chi più ne ha più ne metta. Ma l'obiettivo di Renzi è un solo, vincere, non importa se per vincere si cambiani progetti, principi, ideali e si adottano politiche ormai palesemente di destra. In realtà Renzi, ma non solo lui, non si rendono conto che il partito della nazione già esiste e ingrossa le sue filo giorno dopo giorno soprattutto in periodi di campagna elettorale. E' il partito dell'ASTENSIONISMO. Un primo assaggio per quanto riguarda questa tornata elettorale se n'è avuto in occasioni delle elezioni a Bolzano, Trento e altri piccoli comuni. Il partito dell'Astensione ha incrementato il suo bottino di circa l'8% arrivando a superare quella soglia fatidica del 40% che se trasposta in ambito di elezioni politiche nazionali equivarrebbe ad un premio di maggioranza senza nemmeno il ballottaggio. La politica ormai non si rende conto che i tempi sono cambiati, che il cittadino non è più un povero pirla al quale in campagna elettorale e non solo si può dire tutto ed il contrario di tutto, ma loro i politici pensano di trovarsi ancora inella prima repubblica ed il risultato è l'aumento sconsiderato dell'astensione. In questi giorni ne abbiamo molti esempi pratici. Ieri l'Istat certifica che dopo 13 trimestri negativi il PIL nel trimestre gennaio-marzo 2015 è diventato positivo +0,3%. Per carità una percentuale irrisoria se confrontata con la crescita degli altri paesi europei, ma pur sempre un dato positivo dopo un'infinita trafila di dati negativi. Apriti cielo. Il Pd naturalmente esulta proclamando che siamo fuori dalla crisi grazie ai provvedimenti del governo Renzi. Già ma quali ? E fuori dalla crisi dopo 13 trimestri negativi ? Forse è un poò prematuro. E poi non è che la crisi stia passando un po' per una fine naturale ma un altro bel pò per i provvedimenti della BCE, per il calo del petroli e per la rivalutazione dell'esuro sopra il dollaro (anche se in questo caso l'Istat dice che il + è dovuto soprattutto ai consumi interni). Insomma dare il merito a Renzi ed addirittura ritrovarsi all'improvviso fuori dalla crisi mi sembra troppo. Allo stesso tempo l'opposizione tutta che fino ad ora aveva usato i dati negativi dell'Istat come la dimostrazione dell'inefficacia dell'azione di governo, improvvisamente cambia parere sull'Istituto di Statistica affermando che sono dati usciti per "agevolare" il voto in favore del Pd, insomma l'Istat diventa improvvidsamente completamente inaffidabile. Naturalmente queste posizioni "oggettive" sarebbero risultate completamente scambiate se i ruoli fossero invertiti. E che dire della tragicomica vicenda dell'adeguamento delle pensioni bloccato dalla legge Fornero ? Opposizione: bisogna pagare tutto e subito. Governo: vedremo come, quando e soprattutto a chi. Altra vicenda che viene trasformata in una comica (peccato che ci siano in mezzo soldi anche di persone che grazie a quei tagli hanno seri problemi economici) ma soprattutto che mette in evidenza l'incompetenza costituzionale di chi ci governa. E non solo da parte di chi ha predisposto quel provvedimento, ma anche di chi lo ha votato in parlamento, perché non dimetichiamolo: il governo emana provvedimenti, come la riforma delle pensioni del governo Monti, ma poi il parlamento deve approvare. Ora però siamo in campagna elettorale e quindi più che mai tutto quello che viene detto è per pura propaganda fine a se stessa.

giovedì 7 maggio 2015

Legge elettorale: un'escamotage per garantire la governabilità a scapito della democrazia


Il sistema elettorale più democratico è rappresentato da un sistema puramente proporzionale nel quale i seggi sono suddivisi sulla base dei percentuali di voti che il partito stesso conquista e non con trucchetti vari per assegnarne in un numero maggiore rispetto alla reale rappresentatività. Se fosse stata applicata questa semplice regola democratica alle elezioni del 2013 avremmo per esempio alla Camera tre partiti con più o meno un uguale numero di seggi: il M5S con il 25,55%, il Pd con il 25,42% ed il Pdl con il 21,56%. Questo risultato ha un semplice risultato: la mancanza di un partito o formazione politica in grado di rispondere alle reali esigenze del paese. Oggi che, purtroppo dico io, non esistono più le ideologie e quindi ogni formazione politica non ha più un modello di società o un progetto da seguire, dovrebbe allora essere più facile cercare di modificare la propria azione politica per andare ad intercettare un numero di voti sufficiente per poi governare. E invece no si preferisce "inventare" una legge elettorale che si inventi qualche meccanismo per assegnare la vittoria e la governabilità anche a chi in qualche modo conquista una maggioranza relativa nella tornata elettorale. Ecco allora che questa legge è diventata fondamentale a partire dagli anni 90 quando si è deciso di abbandonare il proporzionale per passare al maggioritario in nome di una "sicura" governabilità. In realtà, rispetto agli anni 70-80, questa maggiore governabilità c'è stata inquanto le legislature a parte la XII (primo governo Berlusconi) e la XV (secondo governo Prodi) sono andate avanti tutte per 5 anni, pur con qualche travaglio interno soprattutto la XIII. Ora quindi che Renzi, la mente, ed il suo braccio, la Boschi, ci vengano a dire che con l'Italicum ci sarà una maggiore stabilità, è una delle tante fandonie che il presidente del consiglio ha la capacità di raccontare facendole passare per vere. Ma quello che è peggio che l'Italicum di fatto peggiora la situazione ribaltando quasi quello che avverrebbe in un sistema proporzionale. Sempre facendo riferimento alle ultime elezioni del 2013 se fosse stato in vigore l'Italicum, il M5S ed il PD sarebbero andati al ballottaggio che alla fine avrebbe consegnato il potere assoluto ad un partito con appena il 25% del consenso dei votanti e meno del 20% rispetto all'intero corpo elettorale. Con questo consenso minoritario il partito vincitore del ballottaggio si ritroverebbe ad avere la maggioranza assoluta alla Camera e quindi a poter in qualche modo decidere le nomine di tutti i vari organi che ne conseguono (Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, e via dicendo). Nella camera inoltre continuerebbero a sedere un numero di deputati nominati per una percentuale che si aggira intorno al 61%, che sommati al numero di senatori totalmente nominati fanno un parlamento che poco si discosta dall'attuale in fatto di rappresentatività dei cittadini. Insomma la stabilità avrà un prezzo alto in termini di democrazia ed inoltre non sarà garantita se si deve far fede alla storia dei due partiti contendenti del virtuale ballottaggio: il M5S perché guidato da un padrone che non ci pensa due volte ad espellere eventuali dissidenti, il Pd perché pur non espellendo ma come si è visto non ha remore ha sotituire eventuali esponenti contrari alla linea del segretario o a portarli alle dimissioni dal partito stesso. Insomma è molto probabile che la litigiosità si sposti dalle coalizioni all'interno dei partiti. Dice ma allora che legge elettorale vorresti. Innanzitutto una legge elettorale che ripristini totalmente le preferenze in modo che il parlamentare debba rispondere in toto ai propri elettori in modo da arginare il fenomeno della migrazione o della compravendita dei parlamentari che eletti in una formazione politica passano ad altre e non hanno nemmeno il buon gusto di dimettersi. Dice ma come la metti con il voto di scambio ? Beh per eliminare un problema non si può colpire chiunque e chi è onesto sia dal punto di vista del politico che dell'elettore, quindi si deve andare colpire chi si presta a questa pratica. Infine come in altri paesi il premio di maggioranza lo ottieni se e solo se raggiungi il 50% altrimenti governi con quello che hai. In ulima analisi, ma qui la vedo più dura, lavorare soprattutto nella scuola per ristabilire o forse per creare davvero un senso civico reale sia per il cittadino qualunque che per il politico per esempio non sopportando in alcun modo, in nome di un finto garantismo, il politico che in quache maniera è coinvolto in scandali di qualche tipo. In questi casi, come avviene all'estreo, le dimissioni devono essere immediate perché una cosa è il garantismo davanti alla giustizia, e questo deve valere per tutti fino a sentenza definitiva, una cosa è fare politica che non è un obbligo ma una scelta quindi se ti fai coinvolgere in situazioni poco chiare devi andare a fare altro.

mercoledì 6 maggio 2015

Alla fine una promessa l'ha mantenuta


C'è voluto più di un anno e mezzo ma alla fine qualcuno nel Partito Democratico sta iniziando a capire che Renzi è uno che mantiene le promesse. Durante la campagna per le primarie lo aveva dichiarato che per vincere il Pd avrebbe dovuto andare a cercare i voti a destra. Per dare seguito a questa sua teoria riuscì anche a far cambiare le regole per il voto nelle primarie consentendo a chiunque di andare a votare. Come se per eleggere l'amministratore delegato di una società si decidesse di far votare chiunque e non solo il consiglio di amministrazione o gli azionisti della società stessa. E così il primo passo di questa "ricerca" di voti a destra si concretizzò nella elezione di Matteo Renzi a segretario del Partito Democratico. Arrivato alla testa del partito c'era necessità di iniziare il traghettamento verso il centro destra ed allora dopo aver occupato tutte le proltrone della segreteria e della direzione ha sfiduciato il governo Letta e si è fatto insediare al suo posto contanto su una maggioranza incostituzionale. Non c'è che dire un ottimo stratega ma che ha avuto campo facile grazia ad una manica di pappe molli che non hanno saputo "intuire" che quell'uomo pieno di sé e con un'ambizione smisurata avrebbe trasformato del tutto un partito nato già fragile senza solide fondamenta. Matteo Renzi ha cambiato molte strade ed ha rinnegato molte sue dichiarazioni fatte prima di prendere il potere (mai al governo senza elezioni, mai più un parlamento di nominati, l'articolo 18 non è una priorità della riforma del lavoro, etc. etc.) ma alla fine la più pesante e la meno criticata delle sue dichiarazioni e delle sue strategie, l'ha perseguita fino in fondo: andare a prendere i voti a destra e quindi spostare l'asse di un partito che era partito (molto ma molto tempo fa) da sinistra. Tutte le riforme messe in  atto in questi mesi ne sono la chiara dimostrazione. Un manipolo di dissidenti e di "finti" oppositori ha reagito a questa strategia in maniera flebile con dichiarazioni di fuoco e rimandando sempre un reale voto di dissenso, fino ad arrivare all'ultimo episodio della legge elettorale. Il presidente del consiglio ha superato a destra perfino il Berlusconi dei tempi d'oro andando a chiedere una fiducia scandalosa sua una legge materia del parlamento e non del governo, nella quale perfino la costituzione è contro un iter straordinario. Ma anche questa volta i dissidenti si sono sciolti come neve al sole ed i più arditi sono usciti dall'aula per non votare, mentre il resto di una truppa allo sbando ha avuto sì l'ardire di non votare la sfiducia ma senza dare seguito coerentemente a questo voto contrario. Oggi solo il Don Chisciotte della sinistra del Partito Democratico, Pippo Civati, ha deciso finalmente di usscire da quel baraccone e di passare all'opposizione: il partito che si è presentato alle elezioni del 2013 con Bersani e che ora governa con quei voti non esiste più ed il programma sul quale ottenne quella risicata vittoria completamente disatteso e stravolto. Ma questa sono le storture del nostro sistema parlamentare: chi governa può anche essere una coalizione che ottiene la maggioranza in parlamento tradendo o disattendendo il programma con il quale si è presentato alle elezioni, anzi addirittura realizzando un programma esattamente opposto a quello della campagna elettorale. Una stortura che la nuova legge elettorale non solo non evita ma anzi addirittura accentua assegnando il potere per 5 anni ad un solo partito che potrà fare il bello ed il cattivo tempo. E per chi ancora avesse dei dubbi sulla nuova natura di questo partito sarebbe interessante andare a sfogliare le liste elettorale del Partito Democratico alle regionali di maggio dove nella migliore delle ipotesi ci sono diversi candidati provenienti dall'area del centro destra, da Forza Italia per non parlare di personaggi indagati o addirittura condannati in primo grado candidati alla poltrona di presidente di regione che non potrebbero occupare. Insomma l'opera di trasformazione e di traghettamento verso il partito della nazione inizia dalla regionali di maggio che lo sappia chi andrà a votare il Partito Democratico pensando di andare a votare un partito di centro sinistra.

martedì 5 maggio 2015

E' stato rilasciato il Porcellum 2.0


La nuova versione del Porcellum alla fine è stata rilasciata. C'è voluto un anno è mezzo da quando sono iniziati i lavori, molte patch sono state necessarie prima ancora del rilascio definitivo ma alla fine la ditta Renzusconi, tramite la propria amministratrice delegata Boschi, supportata da presunti sviluppatori dell'ultim'ora, ha annunciato il definitivo rilascio. Dall'analisi dettagliata di questa nuova versione è difficile trovare differenze significative rispetto alla versione precedente e in molti prevedono che i malfunzionamenti rilevati nel Porcellum 1.0 e che hanno portato alla sua dismissione, si verificheranno anche nella versione 2.0. Proprio a supporto di questi dubbi si è pensato di rendere disponibile già da oggi il Porcellum 2.0 che però ha un blocco al suo interno che non lo renderà operativo fino al 2016, strana scelta per un software tanto atteso che lascia intravedere problemi anche di non poco conto da risolvere. Il suo ideatore, Matteo Renzi, il braccio armato della ditta Renzusconi, prevede che il nuovo pacchetto cosentirà di evitare per sempre il malaware denominato "larghe intese", dimenticando che quel virus tremendo è stato originato da un hacker spuntato all'ultimo momento e conosciuto nel mondo della rete come M5S, Movimento 5 stelle. L'hacker si è intrufolato nel mondo della politica grazie a non adeguati antivirus adottati da Pd e Pdl che pensavano di essere sicuri al comando senza rendersi conto che il loro software non rispondeva alle esigenze degli utenti, il paese reale. Con il Porcellum 2.0 in molti prevedono che il malaware si adatterà facilmente, e le avvisaglie di questa mutazione già si sono avute, con le contraddizioni che si stanno verificando all'interno del Partito democratico che è allo stesso tempo partito di maggioranza e di opposizione. L'immagine emblematica è quella del bacio immortalato dalla foto dove un troll ha subito una mutazione passando da strenuo oppositore del Porcellum 2.0 ad addirittura un sostenitore ed uno dei più fervidi sviluppatori del nuovo rilascio. Chi potrà dire se questo troll prima o poi subirà un'ulteriore mutazione portando lo scompiglio nella nuova formazione politica ?. Il popolo degli utenti a questo punto ha una sola speranza: confidare nel popolo dell'open source che già si è mobilitato per smontare il Porcellum 2.0 ed eliminare definitivamente tutti i malfunzionamenti che continueranno, se pur mascherati, a minare il funzionamento di questo importante pacchetto software.

sabato 2 maggio 2015

Da una parte i bastoni, le molotov e la violenza dall'altra i tweet deliranti



Che lo si voglia o no i delinquenti-squadristi dei black block sono uno dei prodotti della nostra società così come lo è il terrorismo islamico. Come i terroristi i black bloc sono ben organizzati alla guerriglia urbana che portano avanti come un esercito ben addestrato: si infiltrano nelle manifestazioni da dove poi all'improvviso escono indossando le loro lugurbi uniformi e procedono allo sfascio di tutto ciò che incontrano per poi tornare, svestendosi, fra i manifestanti pacifici. Come con i terroristi non è facile affrontarli e contrastarli a meno di scatenare una guerriglia dove poi sono coinvolti tutti anche chi non ha alcuna velleità violenta. Li distingue una sola caratteristica dal terrorista: la testa vuota e la mancanza di un qualsiasi progetto o idea se non quella di appiccare il fuoco, distruggere vetrine di negozi e di banche. Niente altro. Il ragazzo intervistato ieri sera da un telegiornale ne è stata la dimostrazione. Delinquenti e basta, qualsiasi altra definizione sarebbe fuori luogo come è delinquente chi uccide, chi ruba, o chiunque usi la violenza fisica per far valere le proprie ragioni. Detto tutto questo rimane il fatto che contro questi prodotti di scarto della società alla quale abbiamo dato vita si devono si utilizzare mezzi estremi e di primo intervento per debellarli, ma se a tali interventi non fa seguito un analisi ed un'autocritica seria, non si arriverà mai a rimuovere le cause che li hanno prodotti. Si può e si deve mandare in strada la polizia a combatterli ed affrontarli ma se ci si limita poi ai commenti scandalizzati, ai tweet deliranti dei nostri politici (Romano di Forza Italia ha addirittura evocato l'Isis per combattere i black bloc) o al silenzio di un presidente del consiglio il quale sa benissimo che qualsisi commento scrivesse scatenerebbe polmiche e quindi per opportunità politica sta zitto, ecco se ci si limita a questo non si fa altro che rimandare il problema alla prossima occasione ed alla prossima manifestazione. Naturalmente il problema non è solo italiano ma mondiale, la globalizzazione infatti ha globalizzato anche fenomeni come questi oltre alla economia, ormai qualsiasi contraddizione, qualsiasi problema di una società globale è a sua volta una contraddizione o un problema globale e come tale più complicato e difficile da combattere.

venerdì 1 maggio 2015

1 Maggio 2015: più un funerale che una festa




Buon primo maggio qui, buon primo maggio là, buon primo maggio su, buon primo maggio giù .... ma ormai il sapore di questa festa è stato completamente dimenticato così come dimenticato e soprattutto disatteso e calpestato il primo articolo della nostra costituzione che sancisce i primi due fondamenti della repubblica italiana: democrazia e lavoro. Mai come oggi quell'articolo appare anacronistico tanto quanto la festa che in questa giornata si celebra. Proprio ieri sono arrivati i dati dell'Istat sull'occupazione e proprio ieri si è celebrata un'altra giornata di pugnalate alla democrazia in parlamento, due eventi ad orologeria, qualcuno potrebbe sostenere, che sono arrivati come due candeline a celebrare il funerale del primo maggio. La disoccupazione è in aumento sia quella generale arrivata al 13%, ma anche e soprattutto quella giovanile che è tornata al 43,1% e tutto questo dopo la "grande controriforma" (una delle tante di queste governo) del Jobs Act che ci è stato spacciato per la riforma delle riforme che avrebbe riportato il lavoro nel paese. Per ora quella riforma ci ha solo riportato indietro di qualche decina di anni cancellando qualunque tutela ai lavoratori, o meglio a quei pochi che ancora riescono a lavorare, e non assicurando una ripresa del lavoro. Anche perché non basta una riforma del lavoro per far tornare il lavoro stesso, non basta consentire ai padroni (forse sarebbe il caso di reintrodurre questo termine che molti considerano disueto) il licenziamento libero per portarli ad assumere, non basta nemmeno cancellare qualche tassa sul lavoro per far aumentare le assunzioni, per riportare il lavoro a livelli accettabili è necessario creare le condizioni economiche affinché si torni a produrre, è necessario diminuire la pressione fiscale sulle classi più disagiate che sono quelle più numerose e che quindi sono quelle che fanno aumentare i consumi, è necessario ridurre tutte le pastoie burocratiche (create dalla politica sia ben chiaro e non dai burocrati in quanto tali, il burocrate esiste perché esiste una normaticva fragginosa, poco chiara e complessa) per facilitare l'apertura di un'attività, è necessario combattere e sconfiggere la corruzione e la criminalità. Niente di tutto questo è stato fatto dal governo Renzi che si è concentrato esclusivamente sulla liberalizzazione del licenziamento sotto l'egida della parola d'ordine "L'imprenditore non assume per licenziare" sarà anche vero ma è altrettanto vero che "l'imprenditore non assume se non riesce a vendere i propri prodotti" e la riforma del lavoro non è certo quella che fa aumentare la produzione e i consumi. Oggi non c'è niente da festeggiare ma sarebbe necessario ritornare alla lotta  di classe, della quale in molti vogliono inculcarci l'anacronismo. Intanto però la più grande azienda italiana, la ex Fiat, fa i contratti per proprio conto e secondo i dettami di Marchionne spostando tutto sul piano della produzione, fingendo la partecipazione degli operai agli utili dell'azienda ma disattendendo qualsiasi intervento in merito ai diritti dei lavoratori. D'altra parte la democrazia non viene cancellata solo nel mondo del lavoro, ma anche dalle istituzioni e l'atto finale si avrà lunedì quando sarà approvata una legge elettorale peggio del vecchio Porcellum. Una legge che consegnerà il paese e tutte le istituzioni (parlamento, presidente della repubblica, corte costituzionale, magistratura, etc. etc.) ad un partito solo e ad un uomo solo che più che governare potrà esercitare il proprio potere dittatoriale disattendendo totalmente i dettami della Costituzione e della democrazia. Oggi il Primo Maggio è morto e prima di assistere alla resuscitazione trascorreranno molti anni se non si fermerà in tempo la scelleretazza della politica renziana.