giovedì 29 dicembre 2011

Da domani si cresce



Che belle le parole, sono l'invenzione più straordinaria che l'essere umano abbia mai fatto. Con le parole puoi dire tutto ed il contrario di tutto, ma soprattutto puoi far credere che quello che dici o scriva si perfettamente vero. Nelle due città fra le quali la mia vita si è suddivisa esistono due detti che hanno lo stesso significato: “La parole le porta via il vento … e le biciclette i livornesi” si dice a Pisa, “A discorrè non è fatica”, si dice ad Ancona. In entrambe le espressioni è chiaro il concetto che le parole sono una cosa ed i fatti spesso un'altra. Va beh nel detto pisano noi abbiamo trasferito il nostro eterno “amore” per i vicini livornesi, per l'amor di dio non dite mai ad un pisano che i livornesi sono i loro cugini, ma questo fa parte dell'ironia e del campanilismo toscano che vede ogni città contro tutte le altre. Ma torniamo alle parole e in particolare a tutte quelle che abbiamo sentito dire dal presidente del consiglio Mauro Monti sottoposto al fuoco di fila, per la verità un fuoco anche troppo amico, dei giornalisti italiani e stranieri. Il presidente del consiglio ha illustrato che da domani si cresce e con grafici e parole ha quasi quasi convinto tutti, ma il cittadino italiano, quello che ancora
conserva capacità di intendere e di volere (a proposito questa classe di cittadini sembra in aumento considerata la notizia sorprendente della sospensione anzi tempo del reality Il Grande Fratello che ha fatto un buco nell'acqua …. era ora), appare perplesso al cospetto di questo velato ottimismo in merito alla crescita. Già come è possibile crescere quando le finanze già dissestate delle famiglie italiane se non sono prosciugate lo saranno nei prossimi mesi del nuovo anno ? I primi corposi salassi sono iniziati e proseguono con i carburanti che ormai non trovano piu' un tetto sul quale fermarsi. Per il mio tradizionale spostamento fra le due città prima citate il pieno è costato circa 20 euro di più,
facendo un rapido conto o si abbandona l'auto o alla fine dell'anno se ne saranno andati dai 400 ai 600 euro in più. Che dire poi del famigerato ritorno dell'ICI oggi IMU ? Ogni giorno che passa sembra
che questa aberrante tassa cresca sempre di più soprattutto a causa della revisione delle rendite catastali che si baseranno sul valore di mercato dell'immobile piuttosto che sulla sua rendita. Già come dire che l'abitazione principale e la prima casa siano per il cittadino comune un investimento piuttosto che una spesa. Così non solo chi ha contratto un mutuo dovrà pagare interessi non da poco
alle banche, ma sul bene ipotecato dalla banca dovrà anche pagare altre tasse …. un specie di tassa sulla tassa. Che dire poi del blocco della rivalutazione delle pensioni se non che si tratta di un altro balzello a carico di una fascia di cittadini, i pensionati appunto, molto vulnerabili che potevano sperare solo in questa rivalutazione per vedere aggiornata la loro retribuzione. Per loro non ci sono ne' scioperi ne' sindacati ed è per questo che la scure dello stato si abbatte con tanta facilità su queste categorie non protette. E quindi come può crescere i paese se la capacità di spesa del cittadino sarà fortemente ridotta se non annullata nel corso del 2012 ? non ci è dato di saperlo anche se dalle parole di Monti sembra che si crescerà, certamente qualcosa crescerà di sicuro …. la povertà e la disoccupazione …. ma le parole disegnano tutto un altro scenario.


giovedì 22 dicembre 2011

Il suppostone e' servito con tanto di tappo di sicurezza


E cosi' la manovra e' fatta e approvata, con tanto di voto di fiducia che costituisce il vero colpo mortale alla democrazia. Ora tutti in vacanza felici e contenti. I sindacati hanno fatto i loro scioperi di 4 ore pero' felici e contenti perche' hanno ritrovato l'unita'. La Lega ha messo in scena il proprio copione ridicolo e degno da la peggiora curva di ultra' tornando agli antichi fasti degli uomini con elmo adormato di corna. Di Pietro ha sbraitato a destra e sinistra, in tutte le televisioni, in tutte le piazze ma, causa la sua farsesca incapacita' oratoria non e' stato ne' ascoltato ne' tantomeno capito. Il Pdl, emulando Ponzio Pilato, alla fine se ne e' lavato le mani lasciando a Mario Monti il compito di prendere quei provvedimenti che erano nella lista della spesa consegnata dalla BCE a Berlusconi, ma che avrebbe significato perdita di consensi e voti. Nel 2013 gli italiani di corta memoria si saranno dimenticati ed il dittatore di Arcore, con un'altra televisione, tornera' all'attacco. Il PD ha mugugnato ma alla fine ha votato a favore della manovra di Monti anche perche' se ci fossero state elezioni anticipate, Bersani si sarebbe trovato al governo ma con il vuoto totale sul foglio del programma da attuare. L'Udc di Casini alla fine si e' ritrovato ad essere il partito piu' coerente in quanto, se avesse avuto i numeri, avrebbe fatto ne' piu' ne' meno quello che avrebbe fatto Monti. Il Presidente della Repubblica plaude sorridente il suo delfino ed il suo governo dimenticandosi della propria estrazione politica nonche' del proprio passato da militante del partito comunista italiano, quello che una volta difendeva i lavoratori e gli operai, la classe cioe' piu' tartassata dalle manovre del QuadriMonti (Tremonti + Monti). I parlamentari finalmente possono mettere la parola fine al tour de force al quale sono stati sottoposti dal governo tecnico e finalmente, con le tasche piene delle loro indennita' rimpinguite dalla tredicesima, vanno a godersi le feste di natale. Perfino i calaciatori di serie A, dopo il turno di ieri sera, vanno in vacanza felici e sorridenti con Totti che sberleffa tutti cantando "Tutti al mare tutti al mare a mostrar le chiappe chiare", una sorta di presa in giro per tutti coloro che da domani dovranno fare i conti con la manovra anzi le manovre Berlusconi-Tremonti. Gia' perche' in questa aria di festa manca un protagonista, manca l'attore principale, manca chi avrebbe tutto il diritto di festeggiare prendendosi una pausa di relax: il popolo italiano o quanto meno quella maggioranza del popolo italiano, il 90%, che deteniene a malapena il 50% della ricchezza nazionale. Ma questa parte della cittadinanza non ha niente da festeggiare perche', a partire dal 2012, dovra' fare i conti con tasse, balzelli, prelievi, imposte, riduzione delle detrazioni oltre al prelievo gia' iniziato con l'aumento immediato della benzina che ricordiamolo si ripercuote su tutto. Insomma mentre le caste degli intoccabili festeggiano (politici, sindacalisti, calciatori, lobbies varie scampate alle liberalizzazioni) il cittadino comune si ritrova a girare fra vetrine illuminate che pero' puo' solo guardare. A che cosa sono servite le proteste dei sindacati, dei cittadini, quelle ipocrite della Lega ? A niente la manovra e' passata, gli striscioni e le bandiere ammainate, le urla si sono zittite, le luci si sono spente .... mentre si iniziano a fare i conti che gia' segnano rosso fisso ....

martedì 20 dicembre 2011

Nell'ipocrisia generale torna la lotta di classe e lo scontro sociale


Questo governo in poche settimane un merito almeno lo ha avuto: la ritrovata unita' sindacale insieme alla nuova stagione di lotte sociali senza le quali le classi deboli sono destinate a perire miseramente. Il governo Berlusconi, con la sua politica del non fare ad esclusione di tutto cio' che riguardava il dittatore di Arcore, aveva spento l'iniziativa sindacale fino a causare la divisione di CGIL, CISL ed UIL indebolendo tutto il movimento. E' vero anche che, a parte le sempre annunciate riforme, in quasi quattro anni il governo di centro destra non ha portato a termine nemmeno una di quelle scellerate riforme, ad esclusione di quella della scuola e dell'universita', e quindi e' venuto a mancare il terreno di scontro fra maggioranza ed il resto del paese. Oggi invece il governo Monti sta passando dalle parole ai fatti ed i fatti purtroppo sono quelli di una manovra che colpisce i ceti piu' deboli ma dai quali si possono ricavare soldi sicuri (lavoratori dipendenti e pensionati) e con poca fatica per poi andare a colpire il mercato del lavoro con quella riforma che il governo Berlusconi ha annunciato tante volte e che ora viene risuscitata dal governo tecnico per bocca del ministro piu' ipocrita della storia repubblicana: Elsa Fornero. Dopo l'era delle leggi ad personam, ora siamo nell'era della politica dell'ipocrisia, un'era iniziata con le lacrime di coccodrillo della Fornero, che prima distrugge i pensionati e poi piange, passando per la finta rivoluzione della Lega Nord per tornare alla Fornero di oggi. Gia' oggi la ministra torna all'attacco con la riforma del lavoro che anche per lei dovrebbe partire dalla riforma dell'articolo 18, una pietra miliare dello statuto dei lavoratori, che anche questo governo intende cancellare. E dopo questo annuncio, la ministra, si meraviglia della reazione immediata, decisa e ancora una volta unitaria dei sindacati che ritengono quell'articolo intoccabile. La Fornero parla di un linguaggio del passato contro di lei e si ritiene preoccupata della reazione dei sindacati. Ma cosa dovevano fare i sindacati in questo momento ? Dopo una manovra che finira' per mettere a terra molti lavoratori, che incrementera' la disoccupazione, vedere messo in discussione ed attaccare un articolo dello statuto dei lavoratori che e' un caposaldo del sindacato non poteva che scatenare una reazione anche troppo composta a mio avviso. Anche questo governo comunque, come il precedente, non spiega in che modo l'articolo 18, che impedisce il licenziamento senza una giusta causa, possa in qualche modo farci uscire dalla crisi piuttosto che costituire un nuovo colpo alle classi deboli ed un favore agli imprenditori ed ai capitalisti. I sindacati avevao gia' espresso al precedente ministro Sacconi la propria contrarieta' a questo tipo di riforma ed ora che cosa si aspettava la Fornero che alla sua riproposta di modifica dell'art. 18 i sindacati si inginocchiassero compiacenti ? Al festival dell'ipocrisia continua a partecipare la Lega Nord con un'opposizione ad un governo che sta prendendo provvedimenti che gia' erano nel programma della Lega stessa per l'attuazione del federalismo. La famigerata IMU, la vecchi ICI tanto per intenderci, era uno di questi provvedimenti che facevano parte del federalismo fiscale. Oggi invece proprongono ai propri sindaci di imporre l'aliquota minima del 2 per mille ed ai cittadini di non pagare, una protesta condivisibile se non venisse proprio da quel partito che avrebbe riproposto lui stesso l'IMU. Insomma l'era dell'ipocrisia continua e almeno per un anno andra' avanti con molti attori, i partiti politici, che si vedono togliere le castagne dal fuoco dal governo Monti ma ... a quale prezzo ? Troveranno poi nel 2013 un paese ancora disposto ad andare a votare ?

venerdì 16 dicembre 2011

Il festival dell'ipocrisia

Oggi nel nostro parlamento (ma è ancora nostro un parlamento nel quale il quadro politico è completamente stravolto rispetto a quello uscito dalle elezioni del 2008 ?) e nelle nostre istituzione è andato in scena il più grande festival dell'ipocrisia che la storia della repubblica ricordi. Tutti hanno partecipato al festival dai partiti politici presenti in parlamento al presidente della repubblica, chi in maniera più forte chi in maniera più soft. Iniziamo dal Presidente della Repubblica che deve si difendere il governo Monti considerato che è un suo governo ma, nonostante questo, avrebbe potuto risparmiarsi la dichiarazione: "Tutti devono contribuire ai sacrifici, anche le classi meno abbienti". Sembra una presa in giro per il ceto medio basso, l'unico che in questa manovra sarà sottoposto ad un salasso senza precedenti mentre imprenditori, superpensionati, evasori fiscali, capitali scudati e classe politica sono stati toccati solo marginalmente e siocuramente non in eguale percentuale a lavoratori dipendenti e pensionati. Ma veniamo al principale teatro in cui è andata in scena la farsa dell'ipocrisia stamani: la Camera dei deputati. La palma dei maggiori ipocriti spetta sicuramente ai leghisti. Dopo le gazzarre dei giorni scorsi oggi hanno inscenato la commedia di una loro parlamentare che è intervenuta nel dibattito per la fiducia vestita da operaia. Un oltraggio verso quella classe operaia che loro, in 8 anni di governo negli ultimi 10 anni, hanno contribuito a rendere più povera, meno protetta dal sindacato, ma soprattutto oggi fanno i rivoluzionari quando la maggiore responabilità del disastro attuale è proprio la loro. La lega che in questi tre anni ha sostenuto incondizionatamente Berlusconi nella sua politica scellerata e che ora tentanto di smarcarsi ancora da quelle poltrone che hanno occupato con tanta dedizione per preservare i propri interessi e quelli del cavaliere. Al secondo posto metterei tutto il Partito Democratico che finisce per appoggiare una manovra ed un governo che sta stritolando proprio quelle classi sociali che una volta erano il bacino della sinistra e che avevano nel partito comunista il loro unico punto di riferimento. Purtroppo oggi quelle classi sociali non sanno più a chi santo rivolgersi, abbandonate dal figlio (che non può certo essere un figlio naturale) di quello storico partito, che finisce per difendere le lobbies, il grande capitale, la grande finanza, proprio quei poteri contro i quali si dovrebbe scagliare la lotta di classe della sinistra. Al terzo posto inserirei il Pdl che vota un provvedimento che contine norme contro le quali è sempre stato contrario (anche se poi non ci è dato sapere in quale modo avrebbe voluto fronteggiare la crisi) in quanto costituiscono un notevole incremento della pressione fiscale. Ma nelle dichiarazioni alla camera il Pdl ha rivendicato la propria azione per promuovere le liberalizzazioni, peccato che l'unica liberalizzazione a cui fa riferimento il club dei soldatini berlusconiani è quella dell'acqua, una scellerata scelta che avrebbe provocato un aumento incontrolabile delle tariffe di un bene prezioso come l'acqua. Naturalmente le liberalizzazioni fallite da Monti non sono state nemmeno accennate nell'intervento di Cicchitto alla camera perchè quelle sarebbero state vere liberalizzazioni a favore dei cittadini, come quelle dei farmacisti e dei taxisti, ma come può un partito di lobbisti e appartenenti alla P2 promuovere le liberalizzazioni ? In fondo a questa classifica metterei Udc e Idv anche se per motivi diversi. L'Udc da buon discendente della Democrazia Cristiana è sempre pronto a stare con chiunque a seconda della propria convenienza quindi ha mantenuto un atteggiamento in linea con il proprio Dna, atteggiamento che si adatta benissimo a qualsiasi tipo di situazione. L'Idv di Di Pietro è alla fine l'unica formazione politica che ha fatto proposte concrete di modifica alla manovra dimostrando che un'altra strada era percorribile, una strada che avrebbe potuto avere anche qualche possibilità di successo inconsiderazione dello sfaldamento dell'alleanza Lega-Pdl. Una strada però che avrebbe portato ad un vero e proprio scontro con Monti e forse anche alla caduta del governo am che sicuramente avrebbe trovato un consenso totale fra il ceto medio basso. Questo però avrebbe comportato sicuramente nuove elezioni e quasi sicuramente per il Partito Democratico prendere una decisione in merito alle alleanze ed al candidato premier, un problema più serio della grave crisi economica del paese.

mercoledì 14 dicembre 2011

La politica del centro destra alla fine ha dato i suoi frutti


Grande clamore, stupore, rabbia per quanto accaduto ieri a Firenze dove un fascista di CasaPound ha massacrato due sengalesi e ne ha feriti altri tre. Ma lo stupore vero dovrebbe risiedere nel fatto che episodi di questo genere sono tutto sommato abbastanza contenuti rispetto al clima ed alla situazione che si è creata in Italia da 17 anni a questa parte. "A Firenze non c'è razzismo" si è affrettato a dichiarare il rampante sindaco di Firenze Matteo Renzi. Mi spiace caro sindaco a Firenze c'è razzismo così come c'è in Italia da 17 anni a questa parte, da quando cioè gli italiani hanno consegnato il paese in mano a Berlusconi circondato da fascisti vecchi, quelli di Alleanza Nazionale ex Msi, e nuovi fascisti, gli omini verdi della Lega Nord. Il razzismo è tornato in Italia da quando la Lega Nord, un partito al limite della legalità che ogni giorno non si astiene dal dimostrare il suo odio non solo per i "terroni" del sud italia ma anche e soprattutto per gli extracomunitari. I sindaci della Lega si distinguono da sempre per le loro esternazioni, per le loro proposte e per i loro provvedimenti indirizzati verso l'emarginazione e verso la ghettizzazione di chi non appartiene alla presunta e falsa razza padana. Ci siamo forse dimenticati dei provvedimenti presi da questo governo all'inizio della legislatura con l'introduzione del reato di clandestinità ? Ci si è dimenticati di come son o stati trattati i profughi dalle rivolte del nord africa una volta giunti in Italia ? Ci si è dimenticati della caccia ai rom messa in atto dalla Lega Nord sial nord che a Roma ? Insomma quanto accaduto a Firenze non è che il frutto di una politica razzista messa in atto da questo governo non solo in questa legislatura ma anche nelle precedenti, una politica alla quale l'opposizione del Pd oggi dei Ds a suo tempo non ha saputo "opporsi" con efficacia ed in maniera incisiva. Un'opposizione, mi rifiuto chiamarla di sinistra perchè la sinistra è un'altra cosa ed ora di ridare alle parole ed ai termini il loro giusto significato, che è stata deficitaria su tutto il fronte e che non ha saputo dare vita ad una vera e propria alternativa in virtù dell'isolamente a cui ha dato vita per i veri partiti della sinistra radicale. Insomma il vero stupore non è tanto quello che è accaduto ieri, ma che tutto sommato quell'episodio sia stato l'unico per la sua gravità daopo anni di propaganda razzista e di emarginazione rispetto agli extracomunitari. Sono i frutti ... tardivi forse e per fortuna .. di 17 anni di politica del centro destra.



martedì 13 dicembre 2011

Si fa presto a dire equità

Mentre passano le ore la famosa Manovra Salva Italia (strana coincidenza M.S.I ... non trovate ?) si perfeziona e diventa sempre più .... equa. Chi ha meno avrà sempre meno, chi ha di più continuerà ad avere di di più distranziandosi maggiormente dal ceto medio basso. Ma vediamo questa equità presunta. Si è spostato il tetto delle pensioni che non saranno rivalutate, da 900 euro a 1.400 euro. Bene ma il mancato gettito come viene recuperato ? Semplice un bel balzello di 34 euro sui conti correnti e così si va a colpire tutti anche quei pensionati salvati dallo spostamento del tetto di cui prima. Il pensionato che prende meno di 1.400 euro avrà la pensione rivalutata ma l'introito della rivalutazione la dovrà versare come tassa sul proprio conto corrente. Conto corrente che tutti i pensionati dovranno avere considerato che i pagamenti in contanti saranno aboliti sopra i 1.00o euro. Questo è il tipico provvedimento di presa per il sedere perchè poi va a colpire sempre le stesse persone. Tanto per rimanere sull'equità mentre il cittadino normale da subito avrà la pensione bloccata, vedrà allontanarsi l'età della pensione, sta pagando da circa una settimana 9 centesimi in più sulla benzina e 13 euro sul gasolio, dovrà pagare l'IMU con tanto di rivalutazione catastale, mentre accade tutto questo dall'altra parte della barricata che cosa sta accadendo ? Abolizione delle province rimandata, tagli agli stipendi dei parlamentari rimandato, liberalizzazione bloccate, patrimoniale ... ops scusate patrimoniale questa sconosciuta, frequenze televisive regalate a Berlusconi ... si lui mica è morto ... purtroppo .. è ancora lì. Ecco questa è l'equità della manovra regali e concessioni a politici, imprenditori e lobbies varie, mentre scure di ferro alla povera gente che non ha la forza ne' il potere di sottrarsi. Ma ci voleva il grande economista Monti per fare tutti questi disastri ?

sabato 10 dicembre 2011

Ora avete veramente rotto i coglioni ...

Siamo in piena crisi ed un governo di tecnici tenta di fare quello che i politici non hanno avuto il coraggio di fare in questo paese. Tutti lo dicono apertamente: certe misure un politico non avrebbe mai potuto proporle perchè poi avrebbe dovuto fare i conti con il suo elettorato. Un'affermazione che suona come un atto di accusa ma soprattutto di incapacità di tutta la politica italiana, sia della maggioranza che dell'opposizione. Una specie di certificazione che in Italia un politico intraprende questa carriera non tanto per portare avanti un ideale, un principio o per mettersi al servizio del proprio paese, ma piuttosto e soprattutto per puro interesse personale. Il parlamentare, sia di maggioranza che di opposizione, dovrebbe innanzitutto pensare al bene del paese, qualunque siano le sue idee ed i suoi principi, la sia azione dovrebbe essere indirizzata verso provvedimenti che dovrebbero incentivare e agevolare lo sviluppo del paese e della società. Ma in Italia sembra che ogni parlamentare prima di ogni cosa pensi soprattutto al proprio interesse, in seconda battuta al proprio partito ed infine se c'è ancora spazio al paese. Dopo il fallimento della politica nella gestione della crisi economica-finanziara che attanaglia l'europa e l'Italia, il governo tecnico di Monti ha preso in mano la situazione prendendo provvedimenti che metteranno in ginocchio buona parte del ceto medio-basso. Blocco delle pensione, prolungamento dell'età pensionabile, aumento della benzina, aumento dell'Iva, reintroduzione dell'Ici dopo una superivalutazione delle rendite catastali, obbligo di avere un contocorrente per chi percepisce pensioni sopra i 500 euro (un bel pacco dono natalizio proprio per le banche gli attori che hanno provocato tutto questo casino), sono i principali provvedimenti che svuoteranno tasche e risparmi degli italiani. Snocciolando i vari provvedimenti della manovra messa a punto da Monti spunta un articoletto che taglia le indennità dei parlamentari, un piccolo atto di quella equità sociale che tante volte è stata menzionato da superMario nei suoi discorsi dopo l'investitura a capo del governo. Non appena qualche parlamentare si è reso conto di questo articoletto, apriti cielo. Il governo non ha giurisdizione sui noistri emolumenti, le nostre indennità sono al di sotto della media europea, non possiamo consentire un adeguamento delle nostre indennità per decreto. Queste sono state le reazioni indignate di tutti i parlamentari senza esclusione di schieramento. Insomma signori avete veramente rotto le scatole. Ci avete portato in questa sotuazione catastrofica, non siete stati in grado di prendere provvedimenti adeguati per uscirne, avete delegato un governo tecnico in modo da lavarvene le mani in perfetto stile Ponzio Pilato, fate un sacco di discorsi in merito ai sacrifici che i cittadini italiani dovranno subire, ma quando tocca a voi dobbiamo adeguarci con l'europa. Bene allora adeguiamoci anche con gli stipendi degli operai, anche con il senso civico dei politici che si dimettono non appena sospettati di qualche azione al limite della legalità, oppure con gli asili nido aziendali come in Germania, oppure con la scuola pubblica gratuita fino all'università. Insomma signori è ora che anche voi svuotiate le tasche oppure qualcuno provvederà a svuotarvi il deretano.

giovedì 8 dicembre 2011

Come far salire lo spread ... analisi semiseria di un serio problema


Con oggi è scientificamente provato: l'andamento dello spread fra i nostri titoli di stato ed i titoli tedeschi dipende dalle cavolate che spara Silvio Berlusconi. Da quando il superinquisito ha dato le dimissioni da presidente del consiglio, questo famigerato parametro economico era lentamente sceso da oltre 500 punti fino ai 370 di ieri. Quello che molti economisti avevano previsto durante gli ultimi mesi del governo di centro destra si stava realizzando. Qualcuno ha anche azzardato l'ipotesi che alla fine la manovra messa in campo da Monti non fosse stata più necessaria e che tutto sarebbe tornato alla normalità man mano che il governo Berlusconi andava lentamente nel dimenticatoio. Monti ha voluto eccedere di prudenza, anche perchè il cavaliere è ancora in parlamento, ed ha messo a punto dei provvedimenti che costeranno cari ai cittadini italiani, ma lentamente e costantemente lo spread stava tornando ai livelli usuali della primavera scorsa. Purtroppo non c'è da fidarsi del dittatore di Arcore e coloro che speravano nel suo silenzio oggi sono stati smentiti. Oggi Berlusconi è tornato a parlare e come suo solito le ha sparate grosse ed una dietro l'altra. Le principali "stronzate" che ha detto sono due: la prima che l'eventuale asta per la vendita delle frequenze Tv sarebbe andata deserta, la seconda che gli italiani sono benestanti. La prima dichiarazione è naturalmente un tentativo di evitare la famigerata asta e quindi di evitare di far tirare fuori soldi alla sua azienza con il rischio eventuale di perdere le frequenze di suo interesse. Si tratta dell'ormai annoso problema del conflitto di interessi: evitare l'asta significherebbe per Mediaset trattare con lo Stato e magari spuntare un prezzo di favore considerati gli agganci di Mediaset stessa all'interno dello stato. La seconda dichiarazione rientra nella musica che il superinquisito suona al paese da ormai quattro anni: la crisi non c'e' e gli italiani stanno bene. Poco importa se la disoccupazione tocca ormai livelli recordi, se il 30% dei giovani sono disoccupati, sel il 50% di coloro che lavorano sono precari e quindi impossibilitati a crearsi un futuro, se la produzione industriale torna a decrescere paurosamente e quindi si avvicina ormai la recessione, questi sono tutti dettagli di cui non può certo rendersi conto un super miliardario che ha il problema di dove trascorrere ogni weekedn a causa delle sue innumerevoli ville. L'effetto di queste dichiarazioni si è subito fatto sentire anche se il nostro (purtroppo si è nostro) Berlusconi non è più presidente del consiglio: lo spread è tornato immediatamente a superare quota 400. Un caso dirà qualcuno, il fatto è che di questi casi ormai se ne sono già verificati troppi per essere considerati un fenomeno casuale. Qualsiasi manovra più o meno equa, più o meno efficace, lascerà il tempo che trova se qualcuno non prende l'unica misura che può salvare il paese: ridurre al silenzio Silvio Berlusconi.

Scherzi a parte l'impressione è che sia in atto una specie di gioco del gatto col topo. Si prendono decisioni e si mettono a punto manovre economiche che succhiano il sangue ai cittadini, immediatamente borsa e spred vanno nel verso giusto, poi dopo qualche giorno c'è qualche dichiarazione allarmistica o qualche dato economico che rimette tutto in discussione e si riparla immediatamente di altri provvedimenti da prendere. L'economia ormai va male da qualche anno ma fino a che non ci sono dichiarazioni da parte di qualche personaggio importante, la borsa sembra non accorgersene, poi dopo qualche giorno di andamento positivo arriva la dichiarazione come una specie di bom ba ad orologeria e tutti i guadagni faticosamente ottenuti in qualche giorno se ne vanno in poche ore. Sinceramente sono fenomeni difficili da capire per il cittadino comune che però poi viene chiamato a riparare i danni di tali fenomenti economici spillando dalle sue tasche più soldi possibile sotto forma di tasse. Ma quanto ancora il cittadino comune e "ignorante" sarà disposto a sopportare questa situazione e questi prelievi a fondo perduto ?


mercoledì 7 dicembre 2011

L'equità sociale secondo Mario Monti



Pur non essendo un politico Mario Monti ha imparato molto presto ha comportarsi come tale, una settimana o poco più, e soprattutto ha imparato dal suo predecessore, il superinquisito del consiglio: dire una cosa e farne esattamente un'altra. Certo nessuno si aspettava che combinasse chissà che cosa, ma il suo discorso di insediamento a Camera e Senato con quel termine ripetuto più volte, equità sociale, aveva fatto ben sperare. Poi si sa i provvedimenti del governo devono comunque passare sotto la mannaia del parlamento e lì Berlusconi la fa da padrone con l'aggravante in questa situazione della complicità del Pd. In tanti si erano illusi, sentendo pronunciare quel termine, che magari questa volta qualcosa potesse cambiare, ma dopo una breve illusione la mazzata è arrivata puntuale, precisa e con la solita strategia: dove colgo colgo ed è moglio cogliere sul sicuro. Alla tassa generalizzata relativa all'accise sui carburanti che colpisce tutti indistintamente ma che naturalmente, come ogni tassa generalizzata, ha effetti più gravi sui ceti medio bassi, se ne sono aggiunte altre con il chiaro intento di non colpire i redditi alti. Il tanto temuto aumento dell'Irpef per i redditi superiori ai 75000 euro alla fine è stato accantonato e sostituito con una reintroduzione dell'ICI maggiorata grazie ai prossim,i redditi catastali. Cosi' non ci ritroveremo a pagare di nuovo la tanto odiata tassa sulla prima casa, ma ce la ritroveremo notevolmente aumentata. Angelino Alfano ha esultato alla notizia che l'Irpef non sarebbe stata toccata dichiarando che sarebbe stato ingiusto far pagare altre tasse a chi già le paga, già come se tutti coloro che si sono sudati la prima casa lo avessero fatto grazie all'evasione fiscale. A questa iniquità se ne è aggiunta un'altra altrettanto grave che riguarda il blocco dell'adeguamento al costo della vita delle pensione sopra i 1000 euro. Un provvedimento che si sarebbe potuto evitare semplicemente tagliando quelle pensioni fuori da ogni logica, quelle, per capirci, del tipo che percepisce Giuliano Amato 35000 euro al mese circa. Quello sarebbe stato un provvedimento equo. Per non parlare poi dell'unico vero provvedimento di equità sociale che il governo avrebbe potuto prendere: la patrimoniale. In un momento grave come questo nel quale poi pensioni, lavoratori dipendenti sono già stati colpiti duramente dalle manovre di luglio e agosto, la patrimoniale avrebbe costituito un provvedimento di redistribuzione di sacrifici equo. Ed ora che cosa ci aspetta ? Un periodo di recessione nel quale solo quel 10% della popolazione che detiene oltre la metà della ricchezza del paese avrà modo di sbarcare il lunario senza troppi sacrifici, mentre il resto del paese dovrà tirare la cinghia oltre ogni misura nella speranza che non si rompa. Insomma sarà un governo di tecnici, ma i provvedimenti sono in linea con la politica di chi ha governato questo paese da sempre: colpire sul sicuro per reperire soldi senza procedere ad una vera e seria razionalizzazione della spesa pubblica. Era questo che ci si aspettava da un esecutivo tecnico, perchè l'aumento della benzina, il blocco delle pensioni, l'aumento delle tasse è ciò che da sempre hanno fatto i governi in oltre 60 anni di storia repubblicana, ci si sarebbe aspettati molto di più da un economista e da un governo di professori. Monti non ha saputo nemmeno smarcarsi dalle briglie della televisione ed anche lui si è presentato alla corte di Vespa, il secondo parlamento dello stato italiano, forse è stato più irriverente del suo predecessore Berlusconi quando ha detto che lui era in qualle trasmissione non per fare un favore al conduttore, ma tant'è anche lui ha ceduto alle pressioni del boss della tv italiana.



lunedì 5 dicembre 2011

Dallo sberleffo alla presa in giro passando per l'ipocrisia


Certo la musica è cambiata con il governo Monti e lo si è percepito dalla conferenza stampa di ieri sera: il tono delle dichiarazioni e l'atmsofera era completamte diversa rispetto a ciò che accadeva con il superinquisito del consiglio. Lui impostava ogni conferenza stampa come una cerimonia di incensazione e glorificazione del suo governo e dei provvedimenti che portava all'attenzione del parlamento, infiorettando sempre il dibattito con i giornalisti con battutine, con l'immancabile barzelletta passando per l'usuale sondaggio che lo dava all'apice delle preferenze degli italiani. Certo era anche divertente, ma alla fine ne uscivi incazzato primo perchè se non si trattava di qualche provvedimento a pro suo non si arrivava mai a nessuna conclusione, secondo perchè lo squallore delle sue barzellette fuori luogo erano il massimo del trash o della televisione spazzatura. Iersi sera alla prima conferenza stampa del governo Monti in occasione del suo primo provvedimento contro la crisi, all'improvviso tutto è cambiato. Grande serietà, grande pacatezza, grande sobrietà, insomma mentre Monti ed i suoi ministri ce lo inserivano bene bene nel deretano ma in maniera indolore, eravamo quasi sereni e felici perchè ci stava convincendo che tutti insieme avremmo salvato non solo l'Italia ma bensì tutta l'Europa. Monti ha iniziato spiegando che lui ed i suoi collaboratori avrebbero rinunciato al loro stipendio da ministri e quasi ci veniva da piangere a vedere tanta generosità, tanto che stavamo tutti con il fiato sospeso ad aspettare quei provvedimenti che avrebbero gorndato equità e giustizia da ogni riga. Poi man mano che venivano snocciolati i singoli provvedimenti l'incantesimo lentamente svaniva sotto i colpi della mazzate che i cittadini, e soprattutto il ceto medio basso, stavano ricevendo: congelamento delle rivalutazioni sulle pensioni per il costo della vita, allontanamento nelle nebbie del tempo del miraggio della pensione, ICI sulla prima casa, prossimo aumento dell'Iva e per contro niente patrimoniale, niente aumento dell'Irpef per i redditi oltre i 75.000 euro, niente mannaia sulla politica e lotta all'evasione con provvedimenti all'acqua di rose. Quando è toccato alla ministra del welfare, la Fornero, l'incazzatura delle conferenze Berlusconi-style è tornata in tutta la sua violenza amplificata dalla netta sensazione di essere presi per ... il culo (mi scuso per il francesismo ma qualsiasi altro termine non avrebbe avuto la stessa efficacia). La ministra al pronunciamento della parola sacrifici si mette a piangere e non si capisce se piange pensando al suo mancato assegno da ministro od al fatto che le veniva tanto da ridere che sono uscire le lacrime, come spesso accade. Brutta disgraziata ma ci prendi anche in giro ? Se piangi te alla parola sacrifici che dovrebbe fare il pensionato od il lavoratore dipendente con due figli a carico, con il mutuo da pagare e con il ritorno della tassa più iniqua che sia mai stata inventata, dicasi ICI, ??? Loro dovrebbero suicidarsi come minimo. Insomma l'amaro in bocca rimane ed anzi è maggiormente amplificato da un comportamento ipocrita e falso al limite dell'offesa. Se la ministra era cosi' tanto addolorata per le musire che questo governo stava prendendo aveva due modi per dimostrare il proprio disappunto: darsi da fare per una vera e propria patrimoniale oppure dimettersi da un governo che stava adottando provvedimenti non condivisi dal suo pensiero. Ecco perchè quelle lacrime sono molto vicine alle famose lacrime di coccodrillo. Cara Fornero gli italiani nonostante 17 anni di Berlusconi sono ancora in grado di capire quando vengono presi per il naso quindi ci risparmi atteggiamenti folkloristici che possono essere messi sullo stesso piano di quelli dei suoi predecessori.

Berlusconi il preparatore, Bersani l'oliatore, Monti il somministratore.



Alla fine è arrivata. La mega supposta, che Monti ha chiamato la manovra salva-Italia, è arrivata e non di lunedì come ogni dieta e sacrificio che si rispetti, ma bensì di domenica: se sacrifici hanno da essere che lo siano da subito. Nemmeno l'ultimo weekend in pace è stato concesso agli italiani che da domattina si sveglieranno alleggeriti e non di poco. Berlusconi aveva preparato la supposta ma poi non era stato in grado di somministrarla, Bersani ha provata ad oliarla bene facendo uso di ingenti quantità di vasellina incensando il governo Monti, ed Robocob Monti ha avuto il compito di infilarla là dove finiscono tutte le supposte che si rispettino: nel deretano già ormai ben allargato del certo medio basso italiano. Per qualche settimana il paese e soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati si erano illusi, Monti infatti nel suo discorso programmatico aveva parlato di sacrifici si ma distribuiti in maniera equa. Finalmente, qualcuno aveva già pensato, ora il bravo economista proverà a sderenare anche il didietro vergine e candido di qualche bel riccone. Le voci che si sono susseguite in questi giorni non lasciavano intravedere nessun buon presagio, ma quella magica parola pronunciata dal neo presidente del consiglio, manovra equa, rimbombava nelle orecchie di tutti i cittadini. Oggi il termine equità è svanito come una bolla di sapone che scoppia una volta libera di svolazzare. Ecco i provvedimenti "equi" tanto attesi. In pensione non si andrà più se non a 42 e 43 anni e a 62 e 66 anni di età. Blocco della rivalutazione della pensione a causa dell'aumento del costo della vita fino al 2014, provvedimento che corrisponde in termini reali ad una diminuzione delle pensioni se va bene mediamente del 3-4% annuo. Ritorno dell'Ici sulla prima casa e rivalutazione delle rendite catastali per cui la casa sarà veramente tartassata, ma quello che più fa specie è che colpirà tutti indistintamente. In compenso è sparito l'aumento dell'Irpef per quelle aliquote che superavano il 42%, provvedimento accantonato per non irritare gli italiani che hanno un reddito superiore ai 75.000, già mentre se i pensionati che prendono 1.000 euro e vedono diminuito il loro assegno mensile, si irritano, chi se ne frega. All'annuncio di questo provvedimento il ministro del welfare, una donna, ha versato anche lacrime di coccodrillo, una vera presa in giro per tutti i pensionati. Nemmeno i ministri del governo Berlusconi erano mai arrivati a tanto. Naturalmente non c'è traccia dell'unico provvedimento veramente equo che si sarebbe potuto prendere: la patrimoniale, ed il ceto medio alto stappa bottiglie di champagne. Si dovrà pagare un piccolo balzello chi possiede una barca, ma anche in questo caso saranno i poveracci a pagare. La tassa infatti sarà sul diritto di rimessaggio in porto e non sull'imbarcazione in quanto tale, in questo modo coloro che hanno una piccola barchetta si troveranno a pagare l'ennesimo balzello, mentre chi possiede grandi natanti potrà permettersi di ormeggiare in qualche porto corso o francese e risparmiare qualche migliaio di euro. Naturalmente anche la politica è stata toccata appena di striscio e il governo ha agito solo sui propri compensi ma per il resto niente di più. Il governo ora si prepara a chiedere la fiducia, sulla scia tracciata da Berlusconi, questo si che sarebbe un ennesimo attacco alla democrazia: privare cioè il parlamento della possibilità di intervenire e correggere. Forse la manovr salverà l'Italia, ma sicuramente affosserà gli italiani o almeno una gran parte di loro, quelli onesti.




venerdì 2 dicembre 2011

Bisogna tornare alla lotta di classe fino alla rivoluzione



Sempre piu' spesso nei dibattiti televisivi o nelle trasmissioni di approfondimento politico si demonizza la lotta di classe o la differenziazzione fra destra e sinistra come un qualcosa fuori dal tempo e dalla storia, che, secondo la maggioranza dei politici e di molti giornalisti, non ha piu' senso dopo la caduta delle ideologie del blocco comunista dei paesi dell'est. Una scuola di pensiero che identifica quei regimi come la vera incarnazione del comunismo e l'attuazione pratica di quella ideologia. Niente di piu' sbagliato e chi ha avuto la curiosita' di leggersi qualche testo sacro che tratta quella ideologia non puo' concludere che nessun paese comunista ha realmente messo in pratica quelle teorie. In Italia questo ha portato molti ha pensare che la contrapposizione fra destra e sinistra fosse ormai fuori dal tempo cosi' come lo scontro fra capitalismo e il proletariato. Tutto falso e quello che sta accadendo in questi mesi ed in questi giorni ne e' la dimostrazione pratica. La crisi economica finanziaria globale ha messo in evidenza come solo la lotta di classe possa salvare in qualche modo la maggioranza della popolazione mondiale dalla distruzione di massa e dalla poverta' globale. I poteri forti mondiali, che costituiscono la minoranza della popolazione mondiale ma che pero' detengono la maggioranza delle ricchezze del pianeta se non la quasi totalita', tentano di uscire dalla crisi facendone pagari i costi alle classi piu' deboli ed economicamente gia' tartassate. In tutto il mondo sta accadendo questo e l'Italia non fa eccezione nemmeno con il governo di tecnici guidato da Monti, un governo costituito da personaggi che comunque non sanno che cosa sia la crisi economica che colpisce le famiglie italiane. Emblematica per esempio la vicenda di Finmeccanica e del suo presidente Francesco Guarguaglini. Il presidente, costretto a dimettersi a causa delle vicende relativi a tangenti anche in questa azienda di stato, sara' liquidato con ben 4 milioni di euro che corrispondono piu' o meno a quanto il governo racimolera' bloccando l'adeguamento al costo della vita delle attuali pensioni. Senza parlare della manovra che si accinge a varare questo governo e che comprende tutta una serie di provvedimenti che andranno a colpire sempre i soliti noti: chi con sacrificio si e' comprato una casa, chi e' arrivato dopo anni di lavoro alla sudata pensione, che oltre alle tasse sempre pagate si vedra' aumentare anche i generi di prima necessita' grazie all'aumento dell'IVA. Per contro nessun provvedimento contro la politica o verso chi veramente potrebbe contribuire in maniera sostanziale senza dover fare troppi sacrifici, nessuna patrimoniale seria, nessun provvedimento di lotta all'evasione fiscale e nessuna limitazione seria a spese che in un momento come questo potrebbero essere evitate come le spese militari. Come si puo' uscire da questa situazione ? In nessun altro modo che non sia quello di rispolverare la lotta di classe perche' questo genere di provvedimenti porteranno a scontri sociali come negli anni 60 e 70, ma questa lotta di classe, se veramente intende raggiungere lo scopo, non puo' che sfociare in una vera e propria rivoluzione che ci porti verso una nuova societa' abbandonando tutti i principi del capitalismo che hanno miseramente fallito. In Italia forse sara' difficile arrivare ad un evento del genere, ma questa crisi colpisce il mondo intero e magari sotto la spinta di altre popolazioni anche in Italia forse si puo' almeno sperare di arrivare ad una vera e propria rivoluzione, perche' altrimenti sara' la fine per la maggior parte della popolazione.

martedì 29 novembre 2011

Aspettando il peggio

Ma alla fine non decide sempre lui ? L'atmosfera politica di questi giorni è surreale; mentre da una parte c'è una certa euforia per non dover più dipendere da personaggi come Berlusconi ed i suoi ministri, dall'altra parte c'è preoccupazione per i provvedimenti annunciati dal governo Monti. Questi provvedimenti, preoccupanti per i lavoratori dipendenti e per i pensionati che hanno già dato e non poco, alla fine dovranno passare per il parlamento e da questo essere approvati e quindi che cosa potrà mai accadere di sconvolgente ? Niente di che, la soluzione che Monti sta perseguendo è la stessa, forse con qualche piccola variante, che il governo Berlusconi aveva dichiarato all'europa. Con una sola differenza: Monti è comunque persona seria e potrebbe anche trattare con l'Europa, Berlusconi non era e non è certo un personaggio in grado di governare un paese in condizioni normali (e ne abbiamo già avuta una prova durante i suoi precedenti governi) e tanto meno lo è in una situazione critica come questa. Ma Monti non varerà certamente manovre stravolgenti. Per prima cosa perhè è un personaggio delle borghesia medio-alta e non certo un rivoluzionario, secondo perchè anche se fosse un rivoluzionario i provvedimenti che prenderà dovranno poi essere approvati dal parlamento dove la maggioranza è sempre quella di centro destra. Per il momento comunque Monti, a parte la serietà per cui non racconta barzellette, non si fa prendere in giro dall'Europa, non spara ogni tre per due cazzate a ripetizione, si sta muovendo sulla stessa linea sulla quale si stava muovendo Berlusconi sotto le direttive dell'Europa. Anche se fino ad ora sono indiscrezioni si parla di nuove tasse che andranno a colpire il ceto medio basso (Ici e Iva su tutte), si parla di andare a colpire le pensioni comprese quelle di vecchiaia, ma soprattutto non si toccano i privilegi del ceto ricco e della casta dei parlamentari. Quindi la sostanza non cambia, si è solo modificato il modo con cui il governo agisce. La politica, almeno nel nostro paese, ha fallito su tutti i fronti ed ha lasciato in mano il pallino ad un governo tecnico per la paura di perdere consensi ma soprattutto per l'incapacità di ribellarsi al potere finanziario e delle banche che detta le condizioni attraverso le quali uscire dalla crisi. Insomma aspettiamoci il peggio.

lunedì 28 novembre 2011

La quiete prima della .... tempesta




E' un clima surreale quello che si vive in queste settimane in Italia. Dopo 17 anni di scontri senza quartiere fra maggioranza ed opposizione, ma soprattutto dopo questi ultimi quattro anni nei quali Berlusconi ed i suoi ministri hanno dato il meglio di se, ora c'è un silenzio ed una pace mediatica che non fa presagire niente di buono. Si perchè è cambiato il maestro ma la musica non sembra cambiata e d'altra parte non poteva cambiare. Certo che non vedere più certe facce in televisione e non sentire più certi discorsi strampalati e fuori dalla realtà da parte di chi aveva la responsabilità di governo non ha prezzo. Purtroppo le trasmissioni televisive sono quelle che ne subiscono le consequenze maggiori. L'Infedele è diventata una trasmissione più soporifera della Corrazzata Potëmkin, a Ballarò non ci sono più le mitiche telefonate del cavaliere e lo stesso Santoro, dopo l'entusiasmo della prima trasmissione trasmessa via Web, perde consensi e spettatori a causa di una scaletta priva di contradditori e di belle litigate fra esponenti del centro sinistra e ministri. E' rimasta solo la Lega a tenere alto il livello della polemica ma con slogan ormai vecchi e stantii che non hanno altro effetto che quello di rendere più ridicoli del solito gli omini verdi. Ieri ci ha provato di nuovo Berlusconi ad alzare i toni ma anche lui ormai è sfiancato da anni di proclami, promesse non mantenute ed ormai assomiglia sempre più ad un vecchio sfinito che ha finito le frecce del suo arco. Ci ha provato a rimontare in sella ad uno dei suoi cavalli di battaglia di 17 anni fa, quello dei comunisti che rovinano l'Italia, ma non ha fatto altro che sollevare sorrisini ironici e patetici da parte perfino dei suoi più accaniti sostenitori. Attenzione però sotto le ceneri il fuoco non è spento e basterà un piccolo alito di vento per accendere la miccia e far rinvigorire le fiamme. Intanto i nostri parlamentari, incuranti di questa nuova atmosfera surreale, continuano nella difesa ad oltranza dei propri privilegi. Ma come, qualcuno obietterà, ma il Senato non ha appena abolito il diritto al vitalizio dei senatori ? Già però è un provvedimento che entrerà in vigore dalla prossima legislatura e solo per i nuovi eletti. Non si possono ledere i diritti acquisiti, tuonano i senatori. Peccato che questa regola non valga per i cittadini e per quei sventurati lavoratori che vedono il loro diritto di andare in pensione, allontanarsi sempre di più non appena si avvicinano alla meta. Insomma il nuovo governo di tecnici non riuscirà a tocc are i privilegi di questi signori che ormai hanno poca ragione di esistere, almeno per questa legislatura, considerato che sono stati privati del loro lavoro primario: quello di governare il paese. Ora il paese aspetta la tempesta che si sta per abbattere sulla maggior parte dei cittadini, quel 90% che detiene appena il 40% della ricchezza totale. L'altro 10% non si tocca. Si perchè non si risolverebbe il problema, dicono gli econmisti meglio informati. Già l'abolizione della provicne non risolve il problema, la diminuzione dei parlamentari non risolve il problema, la diminuzione di stipendi e vitalizi dei politici non risolve il problema, la diminuzione delle spese militari non risolve il problema, certo tutti provvedimenti che presi uno per uno non portano davvero alla soluzione del problema, ma se li adottassimo tutti insieme ? Forse una buona parte del problema si risolverebbe e si eviterebbe di andare a prendere i soldi da quelle tasche che ormai sono state svuotate da Berlusconi, dai costi dell'energia, dall'inflazione e dalla diminuzione progressiva del potere di acquisto in consequenza di un non adeguamento degli stipendi. Prepariamoci ... fra poco dai Monti e non dal mare arriverà la tempesta.

lunedì 21 novembre 2011

Cambia la forma ma non la sostanza ... e le fandonie si sprecano

In questi giorni, dopo le dimissioni di Berlusconi e la nomina di Mario Monti a Capo del governo, ne sono state dette di tutti i colori dal colpo di stato, all'uccisione della democrazia, al commissariamento del parlamento. Tutte fandonie che derivano dal martellamento del centro destra che segue un ragionamento partendo dal presupposto che la Costituzione non è quella che è ed è sempre stata, ma quella Berlusconi e la Lega avrebbero voluto ma non sono riusciti ad ottenere. La Costituzione italiana non contempla l'elezione diretta del Presidente del Consiglio e del governo ma semplicemente l'elezione del Parlamento. La carica di Capo del Governo viene assegnata dal Presidente della Repubblica che nomina i ministri proposti dal presidente incaricato. Il governo deve poi ottenere la fiducia del parlamento e fino a che questa fiducia è accordata da Camera e Senato, il governo rimane incarica. E' sempre compito del Presidente della Repubblica sciogliere le camere o procedere nel tentativo di formare un nuovo governo quando il Capo del Governo si dimette. Tutto questo è quello che è accaduto in queste due ultime settimane sempre nel rispetto della Costituzione. Berlusconi si è dimesso, Giorgio Napolitano ha incaricato Mario Monti di formare il nuovo governo, il governo ha ottenuto la fiducia al Senato ed alla Camera e può governare. Nessun colpo di stato e nessun attentato alla democrazia, ma semplicemente si è seguita la procedura prevista dalla Costituzione italiana. D'altra parte il governo Berlusconi, seguendo il ragionamento del centro destra in maniera coerente, sarebbe già stato un attentato alla democrazia ed una specie di colpo di stato o un ribaltone considerato che il duo, Berlusconi-Bossi, ha continuato a governare con una maggioranza diversa da quella eletta dagli elettori. Quindi continua la manfrina di Pld e Lega che, dopo aver condotto con maestria il paese sull'orlo del baratro, ora avanzano delle pretese rispetto a quello che non hanno saputo fare. Detto questo la musica rispetto ai provvedimenti che saranno presi per tentare di risolvere la crisi, non cambierà certo. L'unica differenza sta nel fatto che fino ad ora i provvedimenti sono stati annunciati e non varati, se non per quelle due manovre di luglio e agosto dettate dall'Europa e dalla Bce, ed ora forse gli stessi provvedimenti saranno messi in atto. Si forse perchè alla fine tutto dovrà passare ancora per il Parlamento, appare veramente alquanto improbabile che all'improvviso tutti si trovino d'accordo su ciò che c'e' da fare. Monti parla di equità sociale, bella parola, ma come è possibile pensare all'equità sociale quando si parla di reintroduzione dell'Ici, di nuovo aumento dell'Iva anche per la fascia del 10% e non si parla assolutamente di patrimoniale, l'unico provvedimento che tutti gli analisti economici ritengono sia la misura delle misure ? E se si intende rafforzare il significato del termine equità sociale come non fare nemmeno un accenno ai costi della politica ed ai privilegi dei politici italiani ? Insomma per ora siamo sul generico con un programma che può prendere le direzioni più disparate, ma di certo non si intravede un cambio di rotta significativo. Per il momento è cambiata solo la forma. Non abbiamo più un presidente del consiglio di cui vergognarci e che ci ha ridicolizzato nel mondo intero e che per anni ha pensato solo ed esclusivamente ai .... cavoli propri. Da questo punto di vista la musica è certamente cambiata ma siamo ancora in mano ad una classe politica che non ha intenzione di prendere i soldi da chi detiene la ricchezza del paese ma sempre ai soliti tartassati: il ceto medio basso.

venerdì 18 novembre 2011

Da Tre a Uno ma la sostanza non cambia



Un settimana senza Berlusconi e tutto il mondo dell'informazione italiano è in crisi. Non ci sono più barzellette, niente più fandonie, niente più ministri che alzano il dito o che sparano cavolate, niente figuracce a livello internazionale da commentare, insomma a giornalisti e comici si sta togliendo il lavoro. Ma d'altra parte siamo in piena crisi economica e prima o poi la crisi doveva colpire anche loro. D'altra parte con il nuovo governo la politica ha dato subito il buon esempio andando a tagliare ben due terzi del proprio fabbisogno: siamo passati infatti da TreMonti ad un solo Monti (si battuta facile e scontata nemmeno mia fra l'altro). Ma la sostanza è cambiata ? Perchè è la sostanza che conta oltre le parole. Intanto è cambiato l'aspetto scenografico e di forma, siamo passati dal ridicolo al serio e sobrio con uno stacco che ha destabilizzato tutti. Il nuovo Presidente del Consiglio ha esordito con un discorso serio, senza battute, senza sorrisi e soprattutto senza mai parlare in prima persona e senza autocelebrazioni. Ecco perchè tutti gli hanno dato la fiducia, Lega Nord a parte. Sono rimasti tutti sconvolti da questo cambio improvviso del cerimoniale mentre la Lega, partito nato e cresciuto sulle volgarità, sull'offesa dell'avversario, si è trovata spaesata di questa nuova atmosfera e non ha potuto che votare contro. Ma veniamo davvero ai contenuti. Qualcosa di nuovo sotto il sole ? Il discorso di Monti per certi versi è ambiguo. Ha pronunciato frasi come equità sociale, eliminazione dei privilegi ma poi ci sono riferimenti a nuove tasse come la reintroduzione dell'Ici senza specificare in quale modo questa tassa, eliminata prima di tutto da Prodi per i meno ricchi e poi da Berlusconi per tutti, andrà a sommarsi alle altre tasse che il centro destra è stato costretto a introdurre per eliminare l'Ici. Ma soprattutto non ha parlato di patrimoniale, l'unico vero provvedimento di equità sociale in questo momento di crisi. Non si è parlato in modo convincente di taglio ai costi della politica ma, a differenza dell'Ici, i riferimenti sono stati vaghi e poco definiti. Insomma, come prevedibile, niente di nuovo sotto il sole a parte una ritrovata serietà ed un governo costituito da personalità delle quali poi non ci sia bisogno di vergognarsi. Un po' poco a dire il vero. E la politica che fa ? Beh come al solito il politico italiano reagisce in maniera opportunista con il solo obiettivo di mantenere la poltrona con il minimo rischio. Da questo punto di vista il governo Monti è una manna che scende dal cielo. Anche la Lega che gli va contro in realtà lo fa solo per opportunismo e solo perchè tutti sono a favore perchè i leghisti sanno benissimo che andare alle elezioni ora significherebbe per il centro destra prendere una sonora legnata. D'altra parte anche al centro sinistra il governo Monti fa comodo, le elezioni avrebbe mandato al governo Udc, Pd e Idv e dopo che avrebbero fatto ? Non mi sembra che avessero delle idee molto originali per superare la crisi. Quindi conviene a tutti che i tecnici si occupino del lavoro sporco per poi, se andrà bene, tornare a votare e trovarsi tutto fatto. Certo se in questa fiera dell'opportunismo la politica si astenesse da polemiche ridicole sarebbe auspicabile. Ed invece, udite udite, dal centro destra si sente parlare del cobflitto di interessi nel quale sarebbero coinvolti alcuni ministri come Passera e Profumo. Ora sentire parlare di conflitto di interessi il Pdl è veramente ridicolo ma allo stesso tempo un po' folkloristico in un momento in cui tutto sembra grigio e scuro. Insomma per ora abbiamo solo la soddisfazione di non vedere più certe facce e questo non è poco, come ho sempre sostenuto il problema primario era liberarsi di Berlusconi e questo risultato è stato ottenuto anche se è necessario rimanere vigili perchè il serpente si prepara a dare l'ultimo assalto.

martedì 15 novembre 2011

Solo una rivoluzione può salvare davvero il paese e la democrazia





Non credo di capire molto di economia per cui qualcuno mi dovrebbe spiegare tutto questo allarme in Italia quando poi le borse europee si comportano tutte allo stesso modo: o vanno giù tutte insieme o vanno sù tutte insieme, non c'è quindi un paese in cui la borsa vada meglio di un altro almeno in europa. Si va bene alcune nazioni hanno un debito pubblico minore altre un debito pubblico maggiore, in alcune l'economia cresce meglio di altre ma non mi sembra che ci siano queste stratosferische differenze per cui una nazione debba essere più in pericolo di altre. Diversa è la situazione politica e sotto questo aspetto l'Italia è il fanalino di coda non solo dell'europa ma credo anche dell'intero pianeta almeno fra le democrazie occidentali. In queste ore si sperimenta la soluzione del governo tecnico di Mario Monti, ma non penso che sarà la svolta che tutti si aspettano semplicemente perchè alla fine i provv edimenti che questo governo prenderà dovranno essere approvati dal parlamento. Quekl parlamento che non brilla certo per democrazia. Coloro che sono contrari al governo tecnico, Lega Nord in testa, evocano a gran voce la democrazia e la volontà popolare, ma dove è finita questa democrazia e dove è stata gettata la volontà popolare ? Semplicemente sono state calpestate in questi tre anni e mezzo proprio da coloro che oggi le evocano. Alle elezioni del 2008 in parlamento arrivarono solo 5 partiti: Pd, Idv, Udc, Pdl e Lega. Sapete quanti se ne sono presentati alle consultazioni con Mario Monti ? Ben 21 alcuni già noti come Api, Fli altri meno come Fare Italia, Forza Sud, Popolo e Territorio ... etc. etc. Ora chi ha legittimato la presenza di queste formazioni in parlamento ? Nessuno e meno che meno gli italiani. Ecco il vero problema di questo paese, problema che non sarà risolto certamente da un governo tecnico o non tecnico, unico modo per porre rimedio a questo regime partitocratico è una bella rivoluzione. Se il popolo italiano non prenderà provvedimenti non se ne uscirà mai. E non è solo un problema di legge elettorale, anche se quella attuale è la peggiore che si possa immaginare in una democrazia. La parola democrazia è stata calpestata in questi tre anni e non solo da Berlusconi ed i suoi, ma anche da tutti i politici che hanno trasformato il parlamento in una casta fra le peggiori che esistano in Italia. Il peggiore di questi partiti ed il più eversivo che mina continuamente la democrazia è sicuramente la Lega che da quando è nata ha continuamente insultato e denigrato le istituzioni, che ha continuato a farlo anche quando è stata la governo e che in queste ore intensifica la propria attività eversiva. La Lega non va alle consultazioni con il presidente del consiglio incaricato, ma non solo: riapre il parlamento padano, uno schiaffo all'Italia, alla costituzione, alla democrazia, al popolo italiano. Un atteggiamento eversivo che sarebbe sufficiente a dichiarare illegale il partito con il suo consequente scioglimento. In questa situazione qualunque governo prenda in mano le redini del paese, non riuscirà a combinare niente e sebbene tutte le economie europee siano in crisi, la nostra è sicuramente la peggiore e il nostro paese è sicuramente il meno affidabile in senso assoluto. Come se ne esce da questa situazione: solo con una rivoluzione.


domenica 13 novembre 2011

Chi di insulti ferisce .... di insulti perisce

I festeggiamenti di ieri sera per le dimissioni di Berlusconi sono abbastanza incomprensibili e purtroppo nella prossime settimane i nodi di queste dimissioni verranno al pettine. Certo vedere Berlusconi che sale al Quirinale per lasciare l'incarico di governo, vederlo sgattaiolare dall'uscita secondaria del Quirinale stesso non ha presso ... attenzione però Berlusconi ed il centro destra non sono stati sconfitti in seguito a nuove elezioni vinte dall'opposizione ma piuttosto la sconfitta è venuta dallo stesso centro destra. Il governo Monti domani, quando probabilmente proporrà fra le misure di risanamento una bella patrimoniale, seguendo il principio dettato da Monti stesso "E' finita l'era dei privilegi", si troverà contro il muro di Lega e Pdl che non hanno intenzione di mollare ed allora che accadrà ? Insomma in parlamento il centro destra ha ancora molti numeri e molte frecce al proprio arco, al Senato addirittura ha una maggioranza inattaccabile e non sarà facile cambiare rotta politica per governare la crisi. Quindi la festa è prematura, forse nemmeno appropriata e purtroppo anche di cattivo gusto. Certo coloro che sono scesi in piazza dovevano smaltire 17 anni di offese, di ingiurie, di attacchi immotivati da parte del superinquisito di Arcore, 17 anni nei quali i militanti della sinistra si sono sentiti chiamare coglioni, imbecilli per poi passare ai giovani "fannulloni" che non trovano lavoro, insomma una sequela impressionante di offese da parte di chi era incapace di governare e fare quelle riforme che il paese aspettava. Ieri sera la rabbia accumulata in questi anni è esplosa e si è riversata contro il responsabile di questo clima di contrapposizione senza esclusione di colpi. Purtroppo quando l'avversario è di una tale volgarità e ignominia sarebbe necessario affrontarlo su un piano diverso e di più alto livello, scendere sullo stesso piano non paga come ha dimostrato l'evoluzione politica di questi ultimi anni. Il centro sinistra ha affrontato Berlusconi alzando a sua volta i toni ed il risultato è stato la sconfitta su tutto il fronte. Rimane il fatto che il superinquisito ancora non è finito anzi ha ancora molte frecce al proprio arco per continuare la sua opera di distruzione del paese per evitare di sborsare quei soldi che gente come lui dovrebbe tirare fuori e per proseguire nella ricerca della propria immunità da processi e forse dalla galera.

sabato 12 novembre 2011

Attenzione che il serpente non è morto

Lo spettacolo che la televisione sta trasmettendo in queste ore (sono le 21.45 di sabato 12 novembre 2011 mentre scrivo) sono un esempio di quanti danni Silvio Berlusconi abbia causato a questo paese. Danni che non sono legati solo alla crisi economica del paese, alla crescita sconsiderata del debito pubblico, alla disoccupazione, alle riforme non portate a termine (alcune fortunatamente come il federalismo) ma i danni più evidenti sono quelli provocati ai costumi sociali e culturali del paese. Berlusconi ha trasformato l'Italia in un reality show, in uno stadio calcistico e stasera, che ha reso le dimissioni, finalmente, da presidente del consiglio nella mani del Presidente della Repubblica, ne abbiamo la squallida rappresentazione. La radio da stamani trasmette in diretta una specie di "Tutto il parlamento minuto per minuto" dal dibattito alla camera sulla legge di stabilità, alla votazione, alla cronaca degli spostamenti di Berlusconi, alle indiscrezioni varie dal consiglio dei ministri e dalla riunione del Pdl. La televisione non è da meno e stasera Ballarò in edizione speciale trasmette il dibattito sulla crisi di governo. Ma lo spettacolo più penoso è quello della gente che sta davanti al quirinale, a palazzo Chigi, a palazzo Grazioli, con bandiere e striscioni mettendo in scena un tifo da stadio per "festeggiare" le dimissioni di Berlusconi. Questi sono gli effetti del berlusconismo che da 17 anni ha dato vita alla politica della contrapposizione, dell'offesa, della mancanza di rispetto dell'avversario politico, politica qualiida e di bassa lega utilizzata dal superinquisito semplicemente per mascherare la propria inettitudine a governare il paese. Purtroppo questa modalità di fare politica è stata fatta propria anche dall'opposizione che è scesa sullo stesso terreno del dittatore di Arcore uscendone inevitabilmente sconfitta. Ma in questo modo ne ha patito tutto il paese e quello che stiamo vedendo in televisione in questo momento ne è la piena conferma. Attenzione che non c'è niente da festeggiare e le notizie che arrivano da Lega e Pdl in queste ore ne è la conferma. I due partiti che hanno causato lo scempio di questi giorni e il tracollo del paese e dell'europa hanno la presunzione di dettare le regole del prossimo governo tecnico di Mario Monti. La Lega andrà all'opposizione e questa è una buona notizia considerato che questo partito non avrebbe nemmeno titolo a stare in parlamento considerati i suoi trascorsi passati ma anche presenti di partito eversivo che calpesta la costituzione e predica la secessione. Le prestese del Pdl o meglio del superinquisito sono ancora più pretenziose e assurde. Berlusconi vorrebbe imporre al nuovo governo la presenza di Gianni Letta, vorrebbe limitarne l'azione solo all'attuazione della sua fantomatica lettera all'europa ed infine, ultima assurdità, pretenderebbe che i ministri del nuovo governo non si presentino alle prossime elezioni. Insomma Berlusconi non solo ha rovinato il paese ma vorrebbe impedire che il paese stesso tenti di risollevarsi dai disastri combinati dal suo governo per causarne il tracollo definitivo. Sono gli ultimi spasmi del serpente ma attenzione sono anche quelli più pericolosi. .

giovedì 10 novembre 2011

La politica dell'ipocrisia

Sembra davvero che la politica italiana non trovi mai il fondo ed ogni volta che si pensa di averlo toccato, accade sempre qualche avvenimento che provoca un abbassamento ulteriore del baratro verso cui rotolare. Lo spettacolo di questi due giorni, dopo le annunciate dimissioni di Silvio Berlusconi, dimissioni da venire, e il probabile incarico che verrà dato a Mario Monti, è veramente ridicolo e comico se non fosse che l'Italia è sull'orlo di quel baratro aperto ormai da diversi anni. L'ipocrisia, la superbia e la inadeguatezza regna sovrana fra i partiti italiani, nessuno escluso. La politica ed i partiti hanno consentito che si arrivasse a questo punto ad un passo cioè dal disastro economico finanziario e dal fallimento dello Stato ed oggi il Presidente della Repubblica, constatata l'incapacità della politica italiana di contrastare la crisi, si appresta a dare l'incarico di governo ad un uomo al di fuori della politica come Mario Monti. Le reazioni a questa decisione sono davvero sconcertanti. In prima fila in questo teatrino dell'assurdo c'è la Lega a dimostrazione di come questa formazione politica sia del tutto inadeguata a sedere in un parlamento di un paese democratico. La Lega, con il suo appoggio incondizionato a Silvio Berlusconi, è il partito che ha maggiore responsabilità per il discredito di cui gode oggi l'Italia nel panorama internazionale. La tesi della Lega è che il paese non può essere governato da un uomo e da un governo che non sia stato eletto dagli italiani, giudicando questa scelta un vero e proprio ribaltone. Un ragionamento che potrebbe anche stare in piedi se il governo in questo ultimo anno non sia rimasto in piedi proprio grazie ad un ribaltone all'interno del parlamento dove, dopo l'abbandono di Fini, la maggioranza ha potuto conservare i propri numeri grazie al travaso di parlamentari dall'opposizione verso il centro destra. Purtroppo anche in momenti come questi un partito non fa scelte in base alla propria linea politica (ammesso che oggi esistano partiti che seguono un linea politica) ma piuttosto sulla base di opportunità: per Bossi andare all'opposizione di un eventuale governo Monti sarebbe un modo per ritrovare quei consensi persi in tre anni di appoggio al superinquisito del consiglio. Al secondo posto del festival dell'ipocrisia metterei l'Idv che dopo aver lottato strenuamente per la caduta di Berlusconi oggi vorrebbe andare subito alle elezioni ma per ragioni diverse rispetto a quelle della Lega: Di Pietro sa di essere in un momento favorevole e quindi potrebbe trarre vantaggio da eventuali elezioni anticipate. In questa scelta Di Pietro dimentica la propria avversione, manifestata fino ad oggi, alla attuale legge elettorale, una legge con la quale difficilmente si otterrebbe una maggioranza netta al Senato oltre a costituire una legge fortemente antidemocratica. Andare alle elezioni con il sistema elettorale attuale sarebbe un vero e proprio suicidio per il paese ed allo stesso tempo costituirebbe un perseverare in quell'errore che ha consentito nell'attuale parlamento allegri travasi di parlamentari da uno schieramento all'altro. Il terzo posto è da assegnare senza ombra di dubbio al Pdl, il maggiore responsabile insieme alla Lega, dello sfacello attuale che, senza nessun ritegno, per una parte invoca elezioni subito in nome di quella sovranità popolare che Berlusconi e soci hanno calpestato durante tutta la legislatura mentre per un'altra parte sarebbe favorevole al governo Monti con la convinzione di poterne condizionare le scelte per evitare provvedimenti come la patrimoniale che andrebbero a colpire Berlusconi ed i propri amici. Il resto del panorama parlamentare che comprende Pd e Terzo polo è fondamentalmente favorevole al governo Monti ma pretenderebbe di condizionare la formazione del governo suggerendo al futuro capo del governo ministri e sottosegretari. In questa speciale classifica dell'ipocrisia politica non lascerei fuori nemmeno tutte quelle formazioni della sinistra radicale che non sono presenti in parlamento, da SEL a PRC a PDCI a FDS a PCL etc etc, che nemmeno in questa situazione drammatica riescono a superare le divisioni infantili che hanno portato ad una frammentazione senza logica ed alla esclusione dal quadro parlamentare. Si stanno sgomitando fra loro per accaparrarsi una poltrona alle prossime elezioni senza rendersi conto che dare vita ad una formazione unica di tutti i comunisti potrebbe tentare di raccogliere consensi anche in quella terra di nessuno costituita dall'astensionismo e che oggi rappresenta il vero partito di maggioranza relativa nel paese. In sostanza la politica italiana ha portato il paese ad un bivio nel quale ognuna delle due strade percorribili costituiscono un rischio non indifferente di portare davvero al tracollo ed al fallimento. Le elezioni sono rischiose sia per la legge elettorale con la quale il paese dovrebbe andare al voto, sia per il periodo di inattività che si andrebbe ad aggiungere ai tre anni di inattività de governo. Il governo tecnico metterebbe a rischio ancora maggiore la già precaria situazione economica e lavorativa delle famiglie italiane oltre a dare vita ad un periodo nel quale non vi sarebbe nemmeno contrapposizione sociale in quanto verrebbe a mancare la controparte verso la quale indirizzare la protesta. Chi dobbiamo ringraziare di questa situazione ? Non la BCE o l'Europa contro le quali in tanti si scagliano ... ma bensì i nostri governanti ed i politici tutti che non sono stati in grado di affrontare la crisi e controbatterla.

martedì 8 novembre 2011

Soluzione all'italiana .... rimandare

Noi italiani siamo fatti così, siamo il popolo dei compromessi (storici), siamo il popolo che non è mai si o no, bianco o nero ... ma ni forse, grigio chiaro grigio scuro grigio antracite ... e così via. Mai che una decisione venga presa in maniera netta e decisa nemmeno quando la situazione è drammatica come la situazione economica del paese in questo momento. La giornata di oggi è un classico esempio di questo tipico atteggiamento tutto italico. La maggioranza di centro destra in questi ultimi giorni si è sgretolata grazie all'inefficienza del proprio padre-padrone che oltre a non mantenere gli impegni presi in campagna elettorale, ha portato il paese al tracollo economico-finanziario e sull'orlo della bancarotta. Oggi alla camera si svolgeva una votazione importante, sulla quale il governo è già andato in minoranza, e le opposizioni, che da oltre un anno chiedono insistentemente le dimissioni del presidente del consiglio, che cosa fanno ? Non votano in modo che il provvedimento, relativo all'approvazione del bilancio dello stato del 2010, viene approvato. Un atteggiamento che sta tra il si e il no perchè se avessero votato e fatto valere il loro no con la consequente bocciatura del provvedimento, stasera Berlusconi se ne sarebbe dovuto andare a casa. Ma questa opposizione da una parte tenta di svolgere il proprio ruolo, dall'altra ha paura di essere chiamata a governare il paese in quanto non ha nemmeno un leader al quale affidare il compito di svolgere il ruolo di presidente del consiglio, a meno che non si veda Bersani in questo ruolo. Stasera quindi il capo del governo si reca al quirinale dal Presidente della Repubblica e mentre tutti apettano l'annuncio dell sue dimissioni ecco che arriva la notizia della dimissioni ad orologeria. Silvio Berlusconi si dimetterà dopo l'approvazione della legge di stabilità con le norme richieste dall'europa. Ma una domanda sorge spontanea: chi approverà la legge di stabilità non ha la maggioranza alla camera ? Questa soluzione ha tanto l'aspetto di un trappolone teso dal dittatore di Arcore all'opposizione di centro sinistra. Gli scenari che si aprono sono due ed entrambi inquietanti. Il centro destra riesce a far approvare la legge di stabilità con i propri numeri e dopo chi potrebbe costringerlo a dimettersi una volta ottenuta la fiducia su questa legge ? La legge viene approvata con i voti dell'opposizione, ma poichè questa legge contiene provvedimenti che ancora una volta vanno a colpire i ceti medio bassi quali consequenze sulle future elezioni potrebbe avere questa approvazione per il centro sinistra ? Insomma queste dimissioni dilazionate sono sicuramente a vantaggio del caimano ... la partita non è ancora chiusa.

lunedì 7 novembre 2011

E alla fine l'Italia ringrazierà lo spread

Dove non è riuscita l'opposizione, dove non è riuscita l'europa, dove non è riuscito il popolo italiano, dove non è riuscito il Presidente della Repubblica e dove non è riuscita la giustizia, riuscirà il famigerato spread, il temuto differenziale fra i titoli tedeschi ed i titoli italiani. Sembra incredibile ma questo parametro economico che in questi giorni tiene tutta l'Italia con il fiato sospeso alla fine sarà quello che salverà l'Italia dal dittatore degli anni 2000, Silvio Berlusconi. E tutto grazie ad una geniale intuizione di Giuliano Ferrara. Stamani mentre lo spread iniziava a salire verso livelli vertiginosi e preoccupanti, il Giulianone lanciava dalle paginde del suo giornale on line la notizia che tutta l'Italia, tutta l'europa e tutto il mondo aspetta con ansia: le dimissioni di Silvio Berlusconi. La notizia in breve faceva il giro del mondo ed arrivava come un raggio di sole sui mercati finanziari causando immediatamente il miracolo: borsa in aumento e spread in calo altrettanto vertiginoso. Purtroppo dopo poche ore la notizia si è rivelata falsa grazie anche alle smentite del capo del governo e i mercati finanziari hanno subito ripreso il loro normale e preoccupante andamento: calo della borsa e aumento dello spread. Ma ormai il messaggio era stato lanciato ed un'ulteriore crepa iniziava ad aprirsi fra le file della maggioranza ed in particolar modo del Pdl. Ma che lettere della Bce, ma che manovre, ma che lettere del Presidente del Consiglio piene di promesse che mai manterrà, ma quali sacrifici, ma quale debito pubblico, la ricetta per risolvere la crisi finanziaria dell'Italia è una ed una sola: le dimissioni di Silvio Berlusconi. L'unico a non capirlo sembra proprio lui il dittatore di Arcore. O meglio il superinquisito del consiglio lo ha capito ma a lui non importa niente, e se qualcuno dei suoi elettori ancora non si è reso conto di quanto a Berluscono non importi niente del paese, dei suoi cittadini e delle difficoltà economiche che assediano l'Italia, forse è il momento che aprano anche loro gli occhi. Qui non si tratta di comportamenti goliardici e irreverenti (anche se questi comportamenti hanno contribuito a portare sotto zero la nostra credibilità), qui non si tratta della vita privata di un governante che per soddisfare i suoi istinti sessuali promette carriera politica alle proprie concubine, qui si tratta dalla sopravvivenza di un intero paese che fino a pochi anni fa era fra i 7 paesi più industrializzati del pianeta. Ma a lui non importa niente se in Italia ormai la disoccupazione ha raggiunto livelli mai toccati e se un giovano su 3 non lavora .. a lui importa solamente scoprire quelli che lo hanno tradito senza nemmeno immaginare che è lui ad aver tradito quei poveri ingenui che gli hanno consegnato il paese per la terza volta. Ora la sua strategia, invece di andarsene il prima possibile, sarà quella di ottenere a tutti i costi la fiducia in parlamento, magari assoldando qualche altro parlamentare mercenario per poi forse rassegnare le dimissioni e condizionare in questo modo le decisioni del Presidente della Repubblica. Spero che quegli italiani che lo hanno votato si rendano conto del disastro che hanno compiuto.

venerdì 4 novembre 2011

Colpo di stato di Berlusconi

Un colpo di stato consiste in un atto violento o illegale diretto a provocare un cambiamento di regime per sostituire il governo con un altro corpo civile o militare. in base a questa definizione quanto accaduto stamani al G20 rientra nella definizione di colpo di stato. Il presidente del consiglio ha di fatto consegnato il governo del paese al Fondo Monetario Internazionale ed all'Unione Europea che fin dalle prossime settimane controlleranno e monitoreranno l'azione del governo nel rispettare gli impegni presi. Impegni che sono stati presi personalmente da Silvio Berlusconi senza che i provvedimenti che dovranno far seguito a questi impegni fossero discussi ed approvati dal parlamento italiano. Un'iniziativa che si configura esattamente in un colpo di stato in quanto di fatto saranno l'FMI e la Ue a gestire l'azione di governo. Il presidente del consiglio, incapace di governare, incapace di prendere provvedimenti in maniera indipendente da quanto imposto dall'europa, incapace di gestire le contrapposizione interne sia alla maggioranza di centro destra sia all'interno del suo partito, si affida con un gesto eclatante ad enti internazionali ed esterni al paese pur di continuare a governare e rimanere incollato a quella poltrona che gli garantisce per il momento l'impunità. Chi fin ad ora ha sempre rifiutato di tirarsi indietro in nome del rispetto della sovranità popolare, sovranità popolare che è stata calpestata alla camera dove non esiste più la maggioranza che era uscita alle urne nel 2008, ora a propria volta assesta un altro pericoloso colpo a tale sovranità consegnando il paese in mano a istituzioni internazionali che niente hanno a che vedere con il governo del paese e soprattutto con la democrazia che oggi ha subito un grosso colpo. Mi domando: le opposizioni ed i cittadini capiscono fino in fondo la gravità di questo gesto ? .

giovedì 3 novembre 2011

La crisi peggiore con la classe politica peggiore

L'impressione di questi giorni è che i paesi più in crisi siano governati da politici incompetenti che agiscono in maniera approssimativa. Il capitalismo è sicuramente in crisi profonda e ciò che sta accadendo ne è la prova certa compresi i tentativi che si stanno facendo per uscira da una situazione drammatica. Per recuperare i danni causati dalla finanza e dai vari stati con le loro politiche allegre e scellerate, si vanno a colpire le classi più deboli, quelle dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori pubblici e dei pensionati, di tutti coloro cioè che non hanno la benchè minima responsabiltà del nascere e dello svilupparsi della più grave crisi economica-finanziaria che il pianeta abbia mai conosciuto. Parallelamente all'attacco delle classi più deboli, si tentano sforzi immani per il salvataggio delle banche, degli istituti cioè che sono i maggiori responsabili del crollo dell'economia e della finanza. Il capitalismo quindi tenta di salvarsi facendo ricorso allo statalismo, in linea con i principi del socialismo, ma lo statalismo allo stesso tempo si appiglia agli stessi principi del capitalismo sfruttando la parte più debole della società. Ecco che per salvare le banche interviene lo Stato che a sua volta per mettere in campo questa operazione si accanisce contro coloro che a loro volta sono le principali vittime della crisi: lavoratori dipendenti e pensionati. Taglo delle spese sociali, riduzione degli stipendi, licenziamenti anche nel settore pubblico questi sono i provvedimenti che gli stati più a rischio mettono in campo e che gli stati più forti chiedono per aprire i rubinetti degli aiuti. In una situazione così complessa e critica il ruolo della politica è fondamentale ed è proprio in questo momento che le capacità di governare dovrebbero essere di alto livello. Ecco allora che i nodi arrivano finalmente al pettine soprattutto in Grecia ed in Italia, mentre la Spagna per il momento ne è uscita con le dimissioni di Zapatero e le nuove elezioni che si terrano fra pochi mesi. In Grecia dopo aver ottenuto gli aiuti necessari per uscire dalla crisi dall'Europa, il premier dichiara a sorpresa che sottoporrà l'accordo sugli aiuti a referendum e nel giro di poche ore la borse fanno un tonfo incredibile costringendo il capo del governo greco a ritornare frettolosamente sui propri passi. In Italia la situazione è molto più tragico-comica rispetto a tutti gli altri paesi europei in crisi. Un governo che per tre anni non ha combinato niente se non occuparsi dei problemi del capo del governo, due manovre nell'arco di un mese emanate dietro pressione ed indicazione dell'europa e sotto la pressione del presidente della repubblica, altri tre mesi di completa inattività nel tentativo di mettere a punto un piano per lo sviluppo. Il tutto accompagnato da un presidente del consiglio che si è "sputtanato" ed ha "sputtanato" l'Italia in tutto il mondo e questo non solo negli ultimi tre anni e mezzo del suo ultimo mandato governativo ma anche durante il secondo governo di centro destra del quinquennio 2001/2006. Oltra alla propria incapacità la maggioranza di centro destra in queste ultime settimane ha messo in campo anche un serie impressionanti di divisioni interne sia fra i due partiti della coalizione Lega e Pdl, ma anche all'interno dei due singoli partiti. A questa incontrovertibile incapacità il governo Berlusconi aggiunge anche la propria infinita presunzione di riuscire a fare in 15 mesi quello che non ha saputo fare in tre anni e mezzo. Insomma la crisi è senz'altro grave come non mai, ma si è verificata, almeno in Italia ma anche in Grecia, in un momento in cui i paesi sono governati dalla peggiore classe politica che il paese abbia mai avuto. Se ne uscirà ? La prima condizione è quella di mandare a casa Berlusconi ... ma poi per chi dovrà prendere le redini del governo arriveranno i problemi seri da risolvere e allora ne vedremo delle belle ....

lunedì 31 ottobre 2011

Tante polemiche per una semplice ovvietà

Il tizio del consiglio si è circondato di ministri insignificanti che, a parte Tremonti e Maroni, non hanno le idee, la capacità e la professionalità necessarie per ricorpire incarichi così importanti soprattutto in un momento di emergenza come l'attuale periodo storico. Le loro dichiarazioni e le loro interviste sono, nella migliore delle ipotesi, piene zeppe di frasi fatte e prive di contenuti sempre più simili ad una lezioncina impartita loro dal capo supremo e completamente prive di contenuti personali e proprie elaborazioni. Quando poi non si trascende nell'ignoranza e nell'incompetenza più totali come nel caso di Brunetta che ad Anno Zero scambiò un semplice monitor televisivo con uno schermo touch screen o nel ben più calmoroso comunicato della Gelmini che si complimentava per la realizzazione del famose tunnel da Ginevra al Gran Sasso per l'esperimento sulla velocità dei neutrini. Il tutto in perfetto stile Berlusconiano che non tollera contrapposizione o critiche e che, abituato alla gestione dittatoriale delle sue aziende, pretende che tutti esaguano pedissequamente i suoi ordini. Non è un caso che Tremonti sia in peino contrasto con il capo del governo. Non sfugge a questa regola nemmeno il ministro Sacconi, forse il più insignificante dei ministri del governo di centro destra, che sa dire solo cose ovvie o prive di senso. Le sue ultime dichiarazioni hanno sollevato un vespaio ma se si analizza la situazione attuale come non dare ragione al ministro che ha semplicemente detto una cosa ovvia. L'economia del paese va a rotoli. Sono di oggi le notizie circa l'inflazione che sale al 3,4%, che lo spread supera quota 400, che i titoli di stato hanno superato la quota fatidica del 6% dei tassi di interesse, che la disoccupazione ha raggiunto l'8,3% con una punta del 29,3% fra i giovani (uno su tre non lavora). E per constrastare questa situazione disastrosa una delle maggiori misure che il governo si appresta a varare che cosa riguarda ? I licenziamenti e lo statuto dei lavoratori nel senso che si intendono agevolare i licenziamenti da parte delle aziende in crisi e dare modo di aggirare i vincoli posti dallo statuto dei lavoratori. Questa è la ricetta del governo. Aumentano i disoccupati ed allora si consente di licenziare più facilmente. Proprio quando si fanno sentire i primi effetti dell'aumento dell'Iva varato ad agosto che come al solito nel nostro paese ha dato origine a fenomeni di speculazione. Ed in questo clima in cui un governo si appresta a varare norme per incentivare i licenziamenti proprio mentre la disoccupazione raggiunge livelli mai raggiunti sembra tanto strano che a qualcuno scappi la pazienza e si metta ad organizzare gesti sconsiderati ? Certo che no ... quando un governo agisce come il nostro scaricando il peso della crisi e i sacrifici necessari per tentare di risollevarsi tutti sul ceto medio basso, sui lavoratori dipendenti e sui pensionato non dando ascolto al disagio sociale dei giovani e dei disoccupati non è difficile pensare che qualcuno per far sentire la propria voce ricorra anche alla violenza. Ma attenzione non è violenza quello di uno stato che non solo ha incentivato la disoccupazione ma mette a rischio anche il posto di lavoro di coloro che ancora non lo hanno perso solo per agevolare le imprese e fregandosene deic eti sociali più deboli. Insomma Sacconi, come al solito, ha detto una cosa ovvia e sinceramente non capisco chi si scandalizza alle sue parole piuttosto che fare qualcosa di concreto per contrastare l'azione scellerata di un governo dissennato.