Parliamoci chiaro: in un paese civile e veramente democratico a cui sta a cuore la giustizia l'istituto della prescrizione non dovrebbe esistere. E questo indipendentemente dai tempi previsti. Si perchè, come è stato più volte ricordato in questi giorni, la prescrizione è come se viaggiando in treno, lo stesso treno accumulasse un ritardo tale per cui ad un certo momento si dice: il viaggio finisce qui. Un ragionamento assurdo. In materia di giustizia arrivare alla prescrizione significa che in un processo non si saprà mai la verità e non si arriverà mai a stabilire chi siano i colpevoli e chi gli innocenti. Ora l'obiettivo di uno stato dovrebbe essere quello di arrivare a stabilire con certezza se sia stato commesso o meno un reato e soprattutto chi sia l'autore del reato con la conseguente pena. La prescrizione invece è come gettare la spugna, asserendo che lo stato ed in particolare la giustizia non è in grado di arrivare a delle conclusioni certe. E' chiaro quindi che il vero obiettivo di una riforma della giustizia dovrebbe essere quello prima di tutto di fare in modo che un numero sempre minore di processi arrivino alla prescrizione, in secondo luogo che questi termini di prescrizione siano i piu' lunghi possibili per tentare in ogni modo di favorire l'accertamento della verità e non di ostacolarla. Senza contare che in Italia l'istituto della prescrizione è del tutto anomalo rispetto al resto del mondo e delle democrazie occidentali. Considerato che proprio in questi giorni lamentiamo l'isolamento dall'europa per il problema dei clandestini, un raffronto anche in termini di giustizia con quello che accade nel resto dei paesi democratici sarebbe d'obbligo. In tutte le democrazie del pianeta i termini della prescrizione si fermano nel momento stesso in cui un processo inizia, cioè si può indagare indietro nel tempo su un cittadino ma per un periodo limitato, questa è la prescrizione. Una volta iniziato il processo la prescrizione non esiste più ed il processo va comunque a finire con una sentenza. Un'istituto del tutto diverso dal nostro quindi. Ora che cosa è accaduto ieri: semplicemente che i termini della prescrizione sono stati accorciati, sostanzialmente di alcuni mesi per diversi reati ed in maniera differenziata a seconda se l'imputato sia incensurato o meno. Insomma due norme bizzarre che porteranno ad un aumento del numero dei processi che non andranno a buon fine nonostante appunto si siano fatti tagli di pochi mesi. Ma perchè di pochi mesi e soprattutto perche' in maniera differenziata per incensurati e non ? (Rosy Bindi ha ricordato ieri che Al Capone quando finalmente è stato pizzicato dalla giustizia era incensurato mentre Ghandi non lo era). Semplice si sono fatti quei ritocchi minimi che consentissero a Berlusconi di salvarsi anche dalla prima sentenza del processo Mills, il processo che lo vedrà sicuramente condannato in quanto corruttore del corrotto che già ha subito una condanna. Ma questa è storia vecchia ed ormai risaputa e non fa più notizia che il Presidente del Consiglio usi parlamento e governo a proprio uso e consumo. Dopo 15 anni ha cambiato strategia, grazie alla nuova mente che ha tirato fuori dal cilindro questa nuova trovata, il deputato Paniz nonchè avvocato naturalmente. Dopo i vari tentativi messi in campo da Alfano e Ghedini di far approvare una specie di immunità mirata, tantativi falliti perchè palesemente anticostituzionali, Paniz ha cambiato strategia intervenendo direttamente sulla legislazione che regolamenta lo svolgimento dei processi. In questo modo però la conseguenza più immediata è che si interviene non solo sui processi che interessano Berlusconi ma anche su migliaia di altri processi, insomma per salvare il capo del governo si salvano anche migliaia di altri delinquenti. Forse una strategia peggiore per il paese da quella seguita da Alfano e Ghedini. La realtà è che questa maggioranza, fino a che sarà guidata da un plurindagato e plurimputato non ha l'integrità morale e di conseguenza non ha nessun titolo per riformare la giustizia in quanto qualunque intervento proponga, il primo benificiario di tale intervento risulta essere Silvio Berlusconi. Prima si liberino di lui e poi ci vengano a parlare di giustizia, oppure propongano una riforma che non apporti benefici al loro capo supremo ed allora forse potranno riacquisire un minimo di credibilità, forse.
giovedì 14 aprile 2011
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