venerdì 30 giugno 2017

Migranti economici e non: l'ipocrisia del capitalismo occidentale


Il problema dei migranti diventa sempre più grave e sempre meno risolvibile soprattutto perché nessuno ha intenzione di risolverlo. Si continuano a cecare soluzioni all'emergenza, che ormai non è più emergenza ma una condizione endemica, soluzioni che si risolveranno in un bel nulla se non si farà niente per intervenire alle radici il problema: lo sfruttamento secolare dei paesi dell'africa da parte dell'occidente e del suo modello di sviluppo, il capitalismo. A questa causa principale negli ultimi 15 anni se n'è aggiunta poi un'altra che ha causato il peggioramento della situazione internazionale: le guerre scatenate dall'occidente in nome della presunta lotta al terrorismo. E A questa seconda causa dell'immigrazione, il mondo occidentale, con infinita ipocrisia, ha messo in campo la suddivisione fra immigrati che scappano dalla guerra (causata e alimentata dal mondo occidentale) e immigrati economici (causati dalla povertà grazie allo sfruttamento senza limiti del mondo occidentale). Alla prima categoria di migranti il mondo occidentale afferma di garantire l'accoglienza, alla seconda categoria garantisce il ritorno a casa a morire nella povertà. Ad entrambe le categorie comunque garantisce una permanenza o in qualche campo di concentramento denominato centro di accoglienza (o qualche altra denominazione fantasiosa) oppure una vita in strada a rubare, borseggiare, spacciare denominando questo trattamento "integrazione". Il paese più esposto ed allo stesso tempo più impreparato a questo fenomeno è sicuramente l'Italia, mentre altri paesi europei come Francia, Inghilterra, la stessa Svezia erano già paesi all'interno dei quali esistevano comunità di immigrati non indifferente e quasi perfettamente integrate. L'Italia invece fino agli 90 era un paese abitato solo da italiani che non avevano alcuna dimestichezza con l'immigrazione (se non quella cronica interna da sud a nord) e che vivevano senza alcun contatto o contaminazione con culture straniere. Ma l'Italia è stato ed è il primo paese preso d'assalto dal fenomeno dell'immigrazione degli anni 2000 in quanto il più facilmente raggiungibile dalle coste africane. E l'Italia è stata lasciata al suo destino da quella che dovrebbe essere l'Europa ma che lo è solo quando c'è da far quadrare i conti a spese dei cittadini e/o salvare le banche e/o determinare le misure delle vongole da pescare. Il nostro paese, già incapace di governare nell'ordinario, si è trovato ad affrontare una situazione straordinaria che da una parte è stata utilizzata come speculazione politica per ottenere consenso da parte di chi sta all'opposizione (dopo non averla saputa gestire quando governava) mentre dall'altra è diventata rapidamente ingestibile. Ma a prescindere dalla situazione contingente per la quale nessuno ha una soluzione percorribile che non sia quella di gestire in maniera organizzata e umana gli immigrati (chiusura dei porti, blocchi navali, respingimenti, e via dicendo sono tutte soluzioni non attuabili e solo di stamp populista), se poi non si agisce a livello internazionale nel cambiare rotta e politica verso i paesi che originano l'immigrazione, il problema non si risolverà mai se non in qualche modo cruento. Il capitalismo ha fallito su tutti fronti e se non si cambia rotta il fallimento rischia di diventare la causa di futuri sconvolgimenti, soprattutto ora che anche la Cina, sempre più capitalista, è entrata a gamba tesa nel continente africano sostituendosi spesso all'occidente. Purtroppo questo cambio di rotta non si vede ed è questo il reale problema: l'immigrazione smisurata è il prodotto finale del capitalismo ed il capitalismo intende ributtarla a mare mettendosi in pace con la propria coscienza in merito ai migranti causati dalle guerre.

mercoledì 28 giugno 2017

Rai: tv pubblica ma di fatto privata


La presenza di una rete televisiva pubblica dovrebbe essere uno dei punti qualificanti di una democrazia soprattutto in un'epoca come questa nella quale siamo sommersi dall'informazione e quando l'informazione è sovrabbondante diventa spesso rumore. In questi ultimi 20 anni si è comunque potuto toccare con mano il potere della televisione grazie alla quale il buon ex cavaliere ha vinto per ben tre volte le elezioni politiche anche grazie all'occupazione totale della tv pubblica. Purtroppo in Italia la Rai è sempre stata in mano alla politica e con la scusa della tv pubblica il risultato è stato sempre quello di una lottizzazione fra i vari partiti con una prevalenza governativa: risultato dell'era berlusconiana è stato quello di avvicinare la televisione pubblica a quella privata. Programmi spazzatura copiati o clonati da mediaset, pubblicità invasiva, epurazione di personaggi scomodi salvo qualche rara eccezione (qualche programma su Rai 3 che ha costituito comunque un'eccezione più che la regola). Il tutto nonostante il canone pagato dai cittadini italiani. Qualcuno pensava che con l'immissione del canone rai nella bolletta dell'energia elettrica e con la conseguente cancellazione dell'evasione (che era a livelli notevoli come del resto tradizione nel nostro paese), la Rai modificasse in qualche modo il suo palinsesto ed i suoi programma in virtù di una maggiore capacità economica rispetto al privato. Ed invece la situazione è andata peggiorando soprattutto in termini di pubblicità che è diventata ancora più invasiva rispetto al privato (basta vedere cosa accade in una partita di calcio quando qualsiasi piccola interruzione viene sfruttata per mandare in onda brevi spot pubblicitari, o in occasione di film mai trasmessi per intero o comunque con un solo spot in mezzo al film), ma anche in termini di compensi ai vari artisti. Proprio ieri è stato rinnovato il contratto a Fabio Fazio con un incremento di circa 1 milione di euro, portando il suo compenso a 2,8 milioni l'anno: uno schiaffo a tutti i contribuenti magari di qualsiasi ordine sociale che vedono il "loro" canone utilizzato per stipulare simili contratti. Si dirà che il compenso di Fabio Fazio è coperto dalla pubblicità e dagli sponsor, rimane sempre l'aspetto etico di una televisione pubblica che si mantiene anche grazie ad un contributo (forzato) pubblico per poi "copiare" modalità, gestione, qualità, tutto cioè dalla televisione privata. I cittadini che sono indignati hanno comunque uno strumento molto semplice per ridimensionare quei compensi faraonici: cambiare canae e non guardare certe trasmissioni di conduttori "finti" democratici e di sinistra. Di fatto comunque in Italia ormai non esiste più una tv pubblica e sarebbe forse meglio privatizzarla, abolire il canone e dare vita ad una vera televisione "pluralista".

lunedì 26 giugno 2017

Il Partito Democratico perde anche da solo


Sono diversi gli spunti e le considerazioni che nascono da questo ballottaggio per le elezioni in diversi comuni italiani anche se come al solito tutti o quasi tenteranno di dimostrare che hanno vinto.
Il Partito Democratico prende l'ennesima scoppola dopo che le europee dell'era renziana avevano illuso i suoi sostenitori. Renzi è stato un disastro non solo a livello nazionale con riforme bocciate dalla corte costituzionale o dai cittadini, con la divisione del partito e con la nuova resurrezione del duo Forza Italia-Lega. Il capolavoro del Pd in queste elezioni è stato il comune di Trapani dove, per brutture della legge elettorale siciliana, era in campo un solo candidato, quello del Partito democratico, che ha perso contro se stesso. Dovevano andare al voto almeno il 50%+1 dei cittadini ed invece il quorum è stato del 26,46% e quindi l'unico candidato del Pd è stato sconfittto da se stesso.
Il sistema del ballottaggio con un sistema politico ormai tripolare fa sì che gli elettori del M5S votano comunque contro l'eventuale candidato del Pd qualora questo corra contro il centro destra, gli elettori del centro destra votano contro l'eventuale candidato del Pd qualora questo corra con il M5s o qualche lista civica (vedi Parma), insomma il Partito Democratico ha sempre tutti contro e questo la dice lunga sulla politica renziana e sulla sua simpatia fra gli avversari politici. E non si tratta solo di un confronto politico.
Riprende vita il centro destra e, dove Forza Italia e Lega riescono a presentarsi insieme, il loro candidato vince grazie alla resuscitazione messa in atto dallo spostamento a destra del Partito Democratico guidato da Renzi. Il segretario del Partito Democratico punta ad un accordo, che forse c'è già, con Berlusconi per arrivare alla grande coalizione per governare il paese nei prossimi cinque anni. Renzi è allergico alle politiche di sinistra e la sua politica è sempre stata quella di andare a prendere voti a destra: come si fa a prendere quei voti se non attuando politiche di destra ? Ora però a livello locale la sua "antipatia" cronica da bulletto del quartiere lo ha portato alla sconfitta e solo un binomio con Forza Italia può riportarlo al governo.
Il Movimento 5 Stelle, pur avendo ottenuto qualche successo, a livello locale conta ancora poco grazie al sistema di reclutazione dei candidati non radicati sul territorio e dopo le speranze di Parma, Roma e Torino il loro risultato è stato deludente nonostante i loro gridi di vittoria.
Ed infine per l'ennesima volta il vincitore è stato il partito dell'astensione, un partito favorito dal periodo dell'anno nel quale si sono svolte queste elezioni, Renzi e soci giocavano sull'astensione per limitare la batosta, che ancora una volta dimostra quanto il paese sia ormai "lontano" dalla politica tutta e dal suo modo di affrontare o non affrontare i problemi del paese. Ieri tanto per ricordare il governo ha salvato ancora una volta qualche banca prelevando circa 200 euro a testa ad ogni cittadino italiano, e purtroppo soldi che non ci verranno restituiti ma che si andranno a sommare ai tanti balzelli, ticket, tasse, e via dicendo.

venerdì 16 giugno 2017

Ius soli: parlamento inadeguato fra fascisti vecchi e nuovi





L'unica cosa buona che avrebbe potuto fare questo parlamento sarebbe stata quella di dimettersi ed andare al voto immediatamente dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale con la quale era stato eletto. Nessuno però ha avuto l'onestà intellettuale di farlo e/o proporlo ed ha preferito andare avanti proponendo anche riforme importanti che avrebbero richiesto appunto una camera, un senato ed un governo più autorevoli dei tre a guida Pd che fino ad ora si sono succeduti in questa legislatura. Ecco allora che, mentre le riforme renziane sono state tutte rinviate al mittente, altre come le unioni civili e/o la ius soli di questi giorni rischiano di costituire un terreno di puro scontro, anche fisico, piuttosto che un momento di confronto per arrivare a qualche riforma sul piano dei diritti cicili che faccia fare qualche passo avanti al nostro malandato paese. I partiti, che quotidianamente se le danno di santa ragione su questioni banali e ininfluenti, non possono poi avere la capacità di mettersi a discutere civilmente su riforme importanti come quelle sui diritti civili. Riforme fra l'altro che non costituivano l'asse portante del programma di nessun partiti presentatosi alle elezioni del 2013. Lo spettacolo indegno di ieri al senato, dentro e fuori l'aula dove sono comparsi addirittura i saluti romani di Casa Pound una formazione che per la Costituzione dovrebbe essere fuori legge, ha dimostrato quanto la politica tutta sia immatura per riforme di questo genere, più immatura della maggioranza dello stesso paese. E purtroppo in questo caos sono finiti anche coloro che rappresentavano per almeno 10 milioni di italiani una speranza di cambiamento: il Movimento 5 Stelle. Il Movimento in queste ore se la sta prendendo con il quotidiano Repubblica colpevole di aver dato la notizia di un incontro segreto fra Casaleggio e Salvini, si minacciano querele, si chiedono prove ci si sforza insomma di asserire la falsità della notizia. Ma che l'incontro ci sia stato o meno ha poca importanza: ieri il Movimento 5 Stelle si è astenuto nella votazione per lo ius soli ed al Senato l'astensione equivale a voto contrario. Insomma dopo il voltafaccia del sindaco di Roma sul problema immigrazione, il voto di ieri è l'ulteriore dimostrazione della caccia dei consensi leghisti da parte del Movimento 5 Stelle. L'incontro Sqalvini-Casaleggio non ci sarà stato, ma l'unità di intenti di questi ultimi giorni va oltre un semplice accordo. Certo ogni posizione è più che legittima ma se fosse chiara e limpida e soprattutto se mostrasse coerenza da parte di chi la assume, ma qui l'unica coerenza è la vecchia e sana politica della prima repubblica, andare alla ricerca di voti e non presentare un progetto proprio, aggravata dal fatto di una formazione politica asservita ad un comico: il comico scrive sul blog ed i servi eseguono. Non che gli altri stiano meglio. L'assurdo è che oggi i quattro maggiori partiti che siedono in parlamento eseguono gli ordini di quattro capi che non stanno nemmeno in parlamento ed è questa anche una della ragioni della inadeguatezza a qualsiasi riforma che possa chiamrasi tale.

giovedì 15 giugno 2017

M5S - PD: chi strizza l'occhio a chi





La prima consequenza del primo turno delle elezioni amministrative, ancora prima di aspettare i risultati dei ballottaggi, è un'attività di distrazione dai risultati stessi. Il Partito Democratico ha perso voti, come ormai accade dalla famose europee del 40% in poi, e si concentra sul "fallimento" del M5S; da parte sua il M5S, pur avendo incrementato i voti, ha subito un mezza sconfitta ed allora si concentra su altri problemi. Entrambi cercano di appoggiarsi da una parte o dall'altra per prepararsi alle prossime elezioni politiche del 2018 e tradiscono quelle che sono state le loro linee politiche fino ad oggi. Renzi, dopo tre anni di politiche berlusconiane che hanno portato alla cancellazione dello statuto dei lavoratori ed alla liberalizzazione dei licenziamenti, prova strizzare l'occhio a sinistra senza però perdere di vista il centro e perché no la destra. Renzi si pepara a tutto così poi nessuno potrà dirgli di aver detto una cosa e di averne fatta un'altra come ci ha abitutato in questi anni. La sinistra, continuamente sbandata, sembra per il momento di non caderci e mette, tramite la parola di Pisapia, in pista le primarie di coalizione e figuriamoci se Renzi accetta. il M5S, dopo un timido tentativo di accordo con il Pd sulla legge elettorale, capisce che non portà mai raggiungere il 51% come vorrebbe Grillo per governare da soli ed allora il movimento prova anche lui a strizzare un occhio ... ed a chi ? Beh non certo al Pd, meno che mai alla sinistra ma addirittura alla Lega ed al centro destra tramite la sua sindaca Virginia Raggi. L'uscita sull'immigrazione a Roma a questo sapore e la richiesta di chiudere Roma per gli immigrati e per i Rom non può che inquadrarsi in una nuova strategia grillina dopo la sconfitta delle amministrative (sconfitta non nei numeri assoluti ma certamente nelle aspettative). Uno dei motivi di distanza fra Lega e M5S, almeno dalle dichiarazioni di Salvini, è sempre stato il problema dell'immigrazione, ora con questa dichiarazione della Raggi le distanza si accorciano e quasi i due movimenti si sovrappongono per andare contro al Partito Democratico. Anche a sinistra c'è un tentativo di strizzata d'occhio che è rivolta a Romano Prodi nel tentativo di ricostruire una parvenza dell'Ulivo per cercare di rimettere insieme quella formazione che è stata l'unica a sconfiggere il centro destra. Insomma le grandi manovre in assenza di una legge elettorale sono in pieno svolgimento e mettono ancora in evidenza che tutti i partiti navigano a vista non alla ricerca di programmi e progetti ma semplicemente di voti e di coalizioni fino a qualche settimana fa improponibili.
L'unico fermo e "immobile" dal punto di vista di strizzatine d'occhio è il centro destra, Berlusconi Salvini, che attendono considerato che sono contesi da Renzi e Grillo e quindi non hanno bisogno di sbracciarsi più di tanto. Spiace dirlo ma da un certo punto di vista sono i più seri.

lunedì 12 giugno 2017

Anche in politica ormai il tifo la vince sull'analisi seria


Si è appena concluso il primo turno delle elezioni comunali in diverse città italiani che hanno coinvolto oltre 9 milioni di elettori e quindi un campione rappresentativo degli umori nazionali. E' sempre comunque difficile fare estrapolazioni nazionali su elezioni amministrative che dovrebbero essere guidate non solo dalla pura politica ma anche dalla capacità degli amministratori a guidare una città affrontando problemi reali e concreti. Spessissimo i risultati sono contradditori rispetto al quadro politico nazionale ma mettere insieme i risultati di Palermo con quelli di Verona è come sommare pere e mele e cioè impossibile. Comunque poi ci sono i commenti dei leader nazionali ed allora si scende nel ridicolo perché l'analisi è sempre in funzione del risultato raggiunto o, come sta avvenendo in queste ore, per il risultato non raggiunto dagli avversari politici. Il risultato più eclatante che si registra oggi, oltre all'aumento dell'astensionismo, è il flop assoluto del Movimento 5 Stelle ed allora ecco che i principali commenti del Partito Democratico e dei suoi leader è incentrato su questo fallimento piuttosto che sui propri risultati deludenti anche loro. 
"Ecco perché hanno affossato la legge elettorale" ... per quale strano meccanismo avrebbero dovuto affossare la legge elettorale sapendo di non vincere alle elezioni comunali ? Solo chi ha fumato pesante può dare una spiegazione.
"Gli elettori vogliono progetti credibili per questo i m5s perdono dappertutto" ... quali sarebbero i progetti del partito democratico ? Forse spiegarli sarebbe stato più opportuno senza contare che il calo dei voti dimostra che la credibilità è una chimera per tutti.
"Per il M5S una sconfitta schiacciante, pesa l'effetto Roma" ... ancora piuttosto che parlare di se stessi il PD preferisce parlare degli altri.
Insomma sembra di stare in un bar dello sport dove i tifosi di una squadra, perdente, prendono in giro quelli della parte avversa per una sconfitta piuttosto che analizzare le proprie sconfitte. Non potendo esultare per le proprie vittorie si esulta per le sconfitte degli altri. Da questo punto di vista, mi spiace ammetterlo, ma quelli del centro destra sono sicuramente più seri. 
Nessuno poi, e tantomento il Partito Democratico (che per inciso in diversi comuni arriva al ballottaggio grazie a liste civiche alle quali si sono appoggiati), si sofferma sul solito dato preoccupante che determina il reale vincitore: l'astenzionismo. Un "partito" che va a colpire anche le elezioni amministrative e che determina la perdita di voti da parte di tutti, vincitori (o presunti tali perché si dovrà aspettare il ballottaggio) e sconfitti. Quando il cittadino non va a votare nemmeno nel caso in cui dovrebbe scegliere il proprio sindaco la questione è veramente preoccupante ma nessuno sembra dare peso a questo importantissimo dato. Meglio lanciarsi nello sbeffeggio o nel silenzio a seconda dei casi.

giovedì 8 giugno 2017

Hanno ucciso la legge elettorale ma chi l'ha uccisa non si sa


Ma quei tre (Pd, M5S, Forza Italia) la legge elettorale la vogliono davvero ? Dopo quanto accaduto stamattina il dubbio è lecito e la risposta più accreditata è una sola: No nessuno la vuole. Riassunto delle puntate precedenti. Il Partito Democratico propone una legge sul modello tedesco che però di tedesco ha pen poco, troppe differenze e troppi pasticci per adattarla al nostro sistema politico. Il Pd ha già dimostrato la sua incapacità ad esprimere una legge chiara e semplice ed in effetti anche questa proposta è allineata con tale incapacità. Poi si tratta con Forza Italia e M5S (che stranamente si "abbassa" alla trattativa) e qualche correzione migliorativa viene apportata. Manca ancora il voto disgiunto rispetto al modello tedesco e manca soprattutto quello che si chiede in Italia e che si è chiesto con ben tre referendum: le preferenze. Comunque in Commissione il testo passa e si arriva all'aula. Ora la prima domanda è: il parlamento può o non può apportare modifiche al testo di una legge approvata in Commissione ? Perché se non può allora tanto vale abolire il parlamento e far vivere solo le commissioni, ma se si può, e la democrazia parlamentare dice che si può, allora si devono accettare le eventuali modifiche che l'aula porta ad un testo di legge. Detto questo stamattina si arriva in aula e il primo voto riguarda un emendamento di Forza Italia che vuole estendere la legge anche al Trentino Alto Adige. Niente di particolarmente strano ma i relatori della legge sono contrari (ma Forza Italia non era in commissione ?) e su un emendamento così marginale si arriva al voto segreto che per un errore e per pochi secondi è palese. Il Pd vota contro in linea con il voto della Commissione, il M5S vota a favore e l'emendamento è approvato. Apriti cielo. Il Partito Democratico tuona contro M5S e chissà perché non contro Forza Italia, il M5S tuona contro il Pd, Forza Italia contro tutti. Seduta sospesa e legge elettorale affossata sembra. Insomma di fatto non la vuole nessuno questa legge e lo si evince dalle dichiarazioni di questi giorni prima del voto un aula: sia il Pd che il M5 che Forza Italia dichiarano con i loro rappresentanti che avrebbero voluto un'altra legge e che quella che va in votazione non è quella preferita da nessuno. Ed i risultati sono subito arrivati al primo voto segreto, ma poi perché voto segreto su una legge sulla quale tutti erano d'accordo ? Ed ora ? Ed ora si arriva alla fine della legislatura con gli stracci che voleranno ovunque e dopo questi stracci, che volano ormai da tempo, possibile che chi se le da di santa ragione quotidianamente poi arrivi ad un accordo su una legge così importante .. ?

mercoledì 7 giugno 2017

Quando l'ipocrisia raggiunge vette elevate


In Italia si sa che in campagna elettorale ogni partito e/o formazione politica lancia promesse, programmi, progetti i più disparati ed ogni occasione è buona, anche quelle nelle quali sarebbe meglio tacere, per fare propaganda politica. E poichè il nostro paese è ormai in una campagna elettorale perenne da almeno un paio di anni, ecco che la manifestazioni di ipocrisia si sprecano quasi quotidianamente. Il partito principe in questi ultimi anni in questo campionato delle falsità e dei volta gabbana è sicuramente il Partito Democratico, un pò per sua natura (un carrozzone che ha raccolto di tutto di più) ed un pò per l'ultimo leader campione di comunicazione e di promesse non mantenute: Matteo Renzi. Ieri si è avuta l'ennesima dimostrazione di questa ipocrisia e di questa falsità che pervade un partito che bene o male governa il paese e che avrebbe l'aspirazione e governarlo non si sa ancora per quanto tempo. Ieri il Pd con il suo segretario, i suoi ministri, i suoi amministratori, i suoi simpatizzanti è sceso in alcune piazze italiane in difesa .... udite udite ... del clima. Praticamente un partito che protesta e si difende da se stesso. Intanto chi governa avrebbe a disposizione molti altri strumenti sicuramente più efficaci per difendere il clima: un governo ha a disposizione i suoi poteri legislativi per emanare provvedimenti in favore del clima. Certo il clima sul pianeta non può essere difeso da un singolo stato e quindi, un governo che intende perseguire questo obiettivo, dovrebbe farsi valere a livello internazionale. In Italia invece siamo all'assurdo che un governo che emana provvedimenti contro il clima e contro l'ambiente poi, in maniera ipocrita sfruttando il comune sentire, scende in piazza con candele accese in difesa del clima. Ma dove era questo governo quando si svolgeva il referendum contro le trivellazioni in adriatico ed il suo capo, sempre lui Matteo Renzi, invitava i cittadini a non andare a votare ? O dove erano questi ministrim, questi parlamentari e questi simpatizzanti quando lo stesso governo tagliava quasi eliminandoli gli incentivi per chi realizza impianti per la produzione di energie alternative ? Ed ancroa forse si è levata qualche voce dalle persone che ieri sera avevano una candela in mano contro il gasdotto che arriva sulle coste di una delle più belle regioni italiane e per il quale si sono sradicati oltre 200 olivi chew poi saranno rimessi a dimora sopra una ... conduttura di gas ? Ed ancora può un governo pretendere di difendere il clima e poi approvare un progetto distruttivo come quello della Tav in Val Susa ? Ecco questo è il "grande" partito che dovrebbe governare il paese nei prossimi anni: difensore del clima e dell'ambiente con processioni e tanto di candele, per poi distruggere lo stesso ambiente di uno dei territori più suggestivi del pianeta con i suoi provvedimenti in favore di petrolieri e affini.

giovedì 1 giugno 2017

Legge elettorale: tutti d'accordo per diminuire la democrazia


Diciamola chiaramente: il sistema elettorale più democratico è il proporzionale puro con le preferenze che garantiscono la nomina di parlamentari sulla base dei voti che ricevono. Tutti i vari meccanismi tecnici, che dovrebbero servire a garantire la famigerata governabilità, non sono altro che dei trucchi per nascondere l'incapacità di ogni formazione politica a rispondere alle esigenze reali del paese. Ogni partito e/o movimento non riesce ad andare oltre al 15-20% di consensi reali e questo la dice lunga sia sulla capacità delle varie formazioni politiche a rispondere ai problemi del paese sia sulla complessità del momento storico che stiamo vivendo frutto del fallimento del capitalismo e della globalizzazione. D'altra parte una tale formazione politica non si inventa dal nulla ma richiede tempo, formazione, capacità di avere un progetto a lungo termine, lavorare per un modello di società solido che garantisca il rispetto "totale" della Costituzione. I nostri partiti sono più legati al risultato elettorale contingente e hanno una vista che non va oltre un anno, un anno e mezzo solare considerato il ritmo delle votazione di qualsasi genere il Italia. In questi giorni, dopo anni di "guerre" reali e/o finte, sembra che si sia arrivati in dirittura d'arrivo per una legge elettorale condivisa, come dovrebbe essere in un paese civile, peccato che la legge che si sta configurando, denominata alla tedesca anche se molto diversa da quella, abbia perso un pezzo sostanziale in questa accelerazione improvvisa: il voto di preferenza. Anche nella prossima legislatura avremo un parlamento di nominati, parlamentari che non dovranno rispondere ai loro elettori e che, liberi dal vincolo di mandato non previsto dalla costituzione, saranno completamente liberi di cambiare bandiera o casacca al momento opportuno. In questa legislatura si è assistito ad un aumento sconsiderato di questi fenomeni e nella prossima si proseguirà su questa strada sempre più aperta grazie appunto alla mancanza del voto di preferenza ed alla mancata itroduzione di una norma che vieti il cambio di formazione politica senza la naturali dimissioni da parlamentari. La democrazia soffre in Italia e la nuova legge elettorale sarà allineata a questa strategia. Ci si nasconde dietro la presunta "democrazia" delle primarie e/o parlamentarie che siano .... ma le elezioni politiche sono un'altra cosa e privare il cittadino della preferenza è un colpo ben assestato alla democrazia diretta. Con buona pace di tutti.