sabato 30 aprile 2011

Anche il presidente della repubblica vuole modificare l'art. 1 della costituzione

Giorgio Napolitano non lo dichiara ma dopo la giornata di oggi è chiaro che anche il Presidente della Repubblica intende modificare l'art. 1 della Costituzione. Era l'ultimo baluardo che proteggeva l'Italia, nei limiti dei suoi poteri, dalle mire dittatoriali e totalitarie dell'Indagato del Consiglio, ma ormai è chiaro che anche lui sta cedendo. Data la sua militanza politica, uno dei pochi comunisti ancora vivi nostro paese, questo cedimento del Presidente è giustificabile solo con qualche problema di salute. Pochi giorni fa ha inaspettatamente approvato la decisione di Berlusconi di alzare il tono dell'intervento italiano in Libia passando da una fase più di appoggio agli aerei della Nato ad una fase più operativa nella quale anche gli aerei italiani bombarderanno il suolo libico. Un appoggio sconsiderato e contro la costituzione italiana che ripudia la guerra. Oggi l'attacco alla costituzione da parte del presidente è rivolto proprio al più importante degli articoli della nostra Costituzione, l'articolo 1, il primo che definisce i principi sui quali la democrazia si dovrebbe fondare nella nostra Repubblica. Oggi infatti il comunista Giorgio Napolitano ha festeggiato il 1 maggio con un giorno di anticipo. Ma la gravità di questo festeggiamento anticipato non sta nel giorno di anticipo ma piuttosto nella motivazione. Si festeggia oggi perchè domani il Vaticano ha deciso di procedere alla beatificazione di Papa Wojtyla ed allora tutti i rappresentanti delle istituzioni saranno impegnati al servizio del Vaticano e della Chiesa. Ecco tradire il 1 maggio e assoggettarlo ai voleri della Chiesa equivale a tradire ciò che l'articolo 1 della costituzione sancisce. La modifica appoggiata da Napolitano è anche peggiore di quella proposta dal Pdl ed il nuovo articolo potrebbe recitare cosi' "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul cattolicesimo. La sovranità appartiene alla chiesa cattolica che la esercita nelle forme e nei voleri proposti dal Papa". Ecco quanto avvenuto oggi e quanto avverrà domani è più rispondente ad un articolo uno che recita cosi' come appena scritto. Uno steto veramente laico avrebbe dovuto protestare energicamente contro il Vaticano per la scelta di una giornata come il primo maggio per un evento religioso che avrebbe potuto tenersi in qualsiasi altra gironata festiva ma soprattutto non avrebbe dovuto sottomettersi tradendo certi valori proprio con la complicità di chi dovrebbe credere in questi valori. Siamo negli più bui della nostra storia dopo la caduta del fascismo, peggiori anche degli anni di piombo.

Se non ci fosse da piangere si potrebbe anche ridere: un'altra giornata tragicomica



Ormai le cronache che riguardano la politica italiana assumono sempre di più le connotazioni di una vera a propria farsa in un numero di atti indefinito, farsa che potrebbe essere davvero portata come esempio di intensa comicità se non si trattasse delle vita politica del paese e delle modalità attraverso le quali il paese stesso viene governato. In questa farsa non si sottrae nessuno, nè la maggioranza di governo nè l'opposizione che purtroppo ha scelto di combattare l'Indagato del Consiglio e la sua cricca con le stesse sue armi, uscendo naturalmente sconfitta.
Si inizia con la conferenza stampa del ministro Brambilla in merito a quella che il governo ha chiamato la fase 2 per l'operazione Lampedusa. La fase uno era la "pulizia" dell'isola dall'invasione degli immagrati, la fase 2 riguarda invece la promozione dell'isola per la prossima stagione turistica. Berlusconi non si è presentato alla conferenza stampa ed ha inviato una delle sue gheishe, l'Indagato non è stupido e quando ci sono delle brutte frigure da fare (solitamente quando si parla dei risultati dei suoi proclami) manda i suoi servi. Infatti mentre Brambilla la rossa annuncia la liberazione dell'isola dagli immigrati clandestini, arriva la notizia di altro sbarchi ed alla fine della giornata se ne contano circa 800. Siamo alle solite fino a che si tratta di chiacchere questo governo fa faville, ma quando dalle chiacchere si passa ai fatti tutto si ridimensiona (vedi rifiuti di Napoli).
Naturalmente nella farsa non poteva mancare la performance dell'attore principale, l'Indagato del Consiglio, che oggi si è esibito in una delle sue esternazioni che tutto il mondo ci invidia. "La politica puiò introdurre nel proprio ordinamento giuridico norme che non siano in contrasto con la tradizione cristiana: ed è quello che stiamo facendo in Parlamento con la legge sulla bioetica" Sentire l'Indagato del Consiglio parlare di valori cristiani fa venire i brividi considerato che è lui il primo italiano che va contro questi valori con il suo stile di vita diciamo piuttosto libertino. Ma fa sorridere anche l'estrema importanza che ora si intende dare alla legge sulla bioetica dopo l'abbandono nei cassetti il giorno dopo la morte di Eluana. Ma ora questa legge fa comodo per sottrarsi ai soliti problemi reali che i cittadini debbono affrontare tutti i giorni. Il concetto è stato poi rafforzato dichiarando che sempre il Parlamento non dovrebbe mai varare leggi che vadano contro la morale cristiana. Un tentativo di emulare i paesi mussulmani dove le leggi della religione sono anche quelle che regolano la vita del paese stesso dando vita ad un integralismo che è appunto uno dei maggiori mali e delle maggiori piaghe di quei popoli.
Anche un evento tragico come la guerra in Libia viene trasformato in un fatto tragico-comico grazie al tira e molla della Lega che minaccia non si sa bene cosa. "No ai bombardamenti" grida Bossi mentre gli aerei italiani si alzano in volo armati di missili. "Se continuano i bombardamenti può succedere di tutto" ma i bombardamenti continuano e non succede niente. Ma insieme a questi proclami minacciosi ne arrivao altri meno roboanti che indicano già una strada per sedare il polverone, il calssico tutto fumo e niente arrosto, sollevato dalla Lega. "Si indichi una data precisa per la fine della guerra" dice Bossi. Ma la tragicommeddia continua ed in questa farsa nella farsa anche il Partito Democratico fa la sua parte. Il partito di opposizione, il partito cioè che dovrebbe avere come principale obiettivo quello di far cadere il governo, ma soprattutto questo governo inconcludente, propone una mozione alla Camera di appoggio ai bombardamenti e naturalmente voterà a suo favore lanciando in questo modo una bella ciambella di salvataggio all'Indagato del Consiglio qualora la Lega arrivasse davvero a cucinare l'arrosto.
Già ma il Partito Democratico non si accontenta di questa parte nella farsa politica che sta andando in atto nel paese e ci mette anche del suo con due protagonisti, uno vecchio ed uno nuovo. Il vecchio è Veltroni che torna alla carica tentando di mettere in difficoltà la segreteria di Bersani e chiedendo una verifica dopo le elezioni. Veltroni, colui che ha portato il Pd alla disfatta durante la sua prima prova elettorale intende anche in questa occasione mettere alla prova un partito che, data anche la debolezza attuale della maggioranza, dovrebbe essere unito e forte al suo interno per tentare la spallata decisiva al governo. Ma Veltroni è l'uomo delle disfatte e ne sta meditando un'altra. Del resto il nuovo non è da meno, se questo nuovo è rappresentato da Matteo Renzi, il rampante sindaco di Firenze che dopo la cena di Arcore a casa di Berlusconi (con escort o senza ?) ora si distingue per la sua proposta di far lavorare i negozi al primo maggio. Più o meno come nel periodo fascista, unico periodo storico in cui la festività del primo maggio fu abolita dal 1886, anno in cui fu instituito questo giorno di festa. Insomma se questo è il nuovo che avanza, il futuro del Partito Democratico è più nero di quanto possa sembrare e l'Indagato del Consiglio può stare tranquillo.
Concludo con una chicca davvero esilarante che arriva direttamente dal sito del Governo Italiano e precisamente della Presidenza del Consiglio. Se visitate il link dei comunicati stampa, in data 28 aprile ne trovate tre di cui uno con titolo Precisazioni da Palazzo Chigi, cloccate e trovate queste testuali parole: "
In merito a quanto riportano erroneamente alcune agenzie di stampa, il Presidente Silvio Berlusconi si è ben guardato dall’esprimere un pronostico sullo scudetto al Milan anche per evidenti ragioni scaramantiche
" Ecco in cosa si distingue l'Indagato del Consiglio ed il suo governo: nello sparare cazzate ... scusate ma quando ci vuole ci vuole. Ma in questo caso non si tratta di utilizzo di risorse pubbliche per attivita' private ? Certo nella concezione normale di pubblico e privato si, ma nella concezione di pubblico e di Stato dell'Indagato del Consiglio no .... e' tutto suo anche lo Stato.

giovedì 28 aprile 2011

Come nel ventennio ...

Il primo maggio fu ufficializzato come festa dei lavoratori in Europa dai delegati socialisti della seconda internazionale riuniti a Parigi nel 1889, due anni dopo tale festività fu ratificata anche in Italia. La festa intende ricordare le battaglie operaie per la conquista dei loro diritti, l'origine della festa risale al 1882 quando il 5 settembre si svolse una manifestazione dei Cavalieri del Lavoro a New York. Successivamente si scelse la data del primo maggio per ricordare gli incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago quando morirono diversi manifestanti. Sono tanti gli Stati che riconoscono questa festività. In Italia la festività dal 1889 ad oggi è stata sospesa solo durante il ventennio fascista e ripristinata nel 1945 alla fine della seconda guerra mondiale. Oggi nel 2011 questa giornata viene usurpata e calpestata dietro il paravento ipocrita della crisi economica. In realtà il Vaticano è stato il primo a "usurpare" questa giornata scegliendola come il giorno per la beatificazione di Papa Wojtyla, sbattendo in faccia ai lavoratori questa celebrazione religiosa in una giornata che dovrebbe essere laica per eccellenza. Non è un caso che questo accada proprio sotto un governo guidato da fascisti vecchi e nuovi, mentre il sindaco di Roma è proprio un esponente di quel partito fascista che è confluito nel Pdl per mascherare le sue vere ideologie. Lo scandalo è che in questa dissacrazione del 1 maggio, dopo quella avvenuta qualche giorno fa del 25 aprile, si distinguono anche personaggi che appartengono al più grande partito di opposizione, il Partito Democratico, che ancora si definisce un partito di sinistra. Matteo Renzi, sindaco di Firenze, è stato il primo a violare la festività ma tanti altri sindaci di destra o di sinistra lo hanno seguito in questa opera che non può far ritornare a mente il periodo fascista. Questi sindaci rampanti si sono inventati la scusa che in un periodo di crisi come questo è giusto dare la possibilità ai commercianti delle città da loro amministrate di tenere aperti i loro esercizi. Già come se la crisi economica si combattesse con una giornata di lavoro in più e non con iniziative più strutturali e meno estemporanee. E' un po' la stessa polemica che si è aperta in occasione del 17 marzo, giornata scelta per festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia. Ora i sindacati si sono ritrovati uniti per proclamare uno sciopero proprio domenica primo maggio e dare vita quindi ad uno scontro che potrebbe riportare le lancette della storia indietro nel tempo fino a quel 1886 dove tutto ebbe inizio per la festa dei lavoratori. Un altro passo verso quello scontro frontale che appare sempre più inevitabile fra chi vuole distruggere la nostra storia, la nostra costituzione, le nostre istituzioni incapace di affrontare e gestire questo periodo di crisi e chi invece ancora tiene fede a quegli ideali che hanno dato vita ad una Repubblica democratica.

mercoledì 27 aprile 2011

Quando interverrà la Nato a liberarci dal dittatore del consiglio

Che Silvio Belusconi mal digerisca le regole democratiche è un fatto ormai arcinoto, che intenda liberarsi dei lacci del parlamento e della costituzione è altrettanto noto, mai, però, come ieri questa insofferenza è stata resa palese non solo agli italiani ma al mondo intero. Le dichiarazioni rilasciate durante la conferenza stampa con Sarkosy hanno anche fatto chiarezza su cosa intenda Silvio Berlusconi in merito alla tanto richiamata sovranità popolare. Negli ultimi mesi sia lui che tutto il Pdl, rispetto ad una possibile crisi di governo, hanno richiamato e richiamano spesso la sovranità popolare ed il volere degli elettori affermando che se il governo cade si deve andare alle elezioni. Qualunque altra alternativa andrebbe contro il volere del popolo. Questo è un concetto di sovranità popolare falso per il nostro paese e per la nostra costituzione in quanto alle elezioni politiche gli elettori esprimono il loro voto per un partito e non per un governo o per un capo di governo. E' il Capo dello Stato che nomina il Presidente del Consiglio che poi deve ricevere la fiducia del Parlamento ma sia il Capo dello Stato che il Parlamento possono dare incarico e fiducia a qualsiasi maggioranza che si formi in parlamento. Quindi un concetto di sovranità popolare esteso oltre ogni limite e che potrebbe far intravedere un eccesso di democrazia da parte di Silvio Berlusconi. Ma ecco anche per i più ottimisti che ieri il cavaliere di Arcore ha buttato giù le sue carte ed ha spiegato benissimo il concetto di democrazia e di sovranità popolare che ha nella sua testa. L'occasione è il prossimo referendum sul nucleare che il presidente del consiglio intende evitare a tutti i costi soprattutto per non correre rischi sull'altro quesito referendario, quello relativo al legittimo impedimento. Alcuni giorni fa l'annuncio del governo alla rinuncia del programma nuclearee, ieri la verità da parte di Berlusconi che esplicita il concetto anche di sovranità popolare. "Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo. La gente era contraria, fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare". Alla faccia del rispetto della sovranità popolare. Quindi il ragionamento è il seguente: il popolo, i cittadini, gli elettori sono contrari al nucleare, ma il governo intende andare avanti sul programma nucleare, per cui per ora sospendiamo il programma in modo che il referendum non abbia luogo e fra un paio di anni si riparte, calpestando la volontà degli elettori. Sarebbe come dire che se fra due anni, quando ci saranno le elezioni, si scoprisse che gli elettori voterebbero a sinistra, allora le elezioni non si tengono e non si sciolgono le camere. Non so se la gente si rende conto della gravità di questo ragionamento e di consequenza del pericolo che rappresenta quest'uomo per il paese, per la democrazia, per la libertà. Se un domani Berlusconi diventasse davvero Presidente della Repubblica, si correrebbe il rischio per esempio che decidesse di non sciogliere le camere per non rischiare di perdere le elezioni. Quando il paese riuscirà a liberarsi di Silvio Berlusconi sarà sempre troppo tardi anche per rimediare agli innumerevoli danni causati dal suo governo. E considerato che la Nato è intervenuta in Libia non potrebbe intervenire anche in Italia ?.

martedì 26 aprile 2011

26 aprile 2011: la morte della Costituzione Italiana


Caro Presidente,
oggi a mio parere è il giorno più triste della storia della nostra amata Repubblica, il più triste anche di questi ultimi mesi nei quali ogni cittadino italiano che ha a cuore la democrazia e la libertà del nostro paese ha visto accadere di tutto e di più nel nome di un unico obiettivo: tenere lontano dalla giustizia il Presidente del Consiglio. In virtù di questo scellerato progetto è accaduto di tutto: leggi ad personam che servono esclusivamente all'incolumità giudiziara di Silvio Berlusconi, stravolgimento nei partiti politici che sono presenti nel parlamento con un quadro politico totalmente diverso da quello votato dagli elettori nell'aprile del 2008, attacchi continui alla legge che regola il funzionamento del nostro Stato e cioè la Costituzione con vari tentativi di modificarla a proprio uso e cosumo (leggi sempre Silvio Berlusconi), denigrazione continua dell'opposizione e di chiunque abbia un'idea diversa di stato democratico da parte della maggioranza di governo, ministri che dovrebbero rappresentare tutta la cittadinanza italiana e che si persentano in video e in manifestazioni ufficiali con simboli di partito come nella migliore tradizione fascista, comportamenti al limite della legalità da parte del capo del governo oltre che offensivi sia della dignità delle donne ma soprattutto della dignità di chi non ha un lavoro e non può assicurarsi un reddito minimo per il proprio sostentamento, attacchi continui alle istituzioni sempre nell'interesse del singolo (Silvio Berlusconi tanto per non dare adito a dubbi), mortificazione del parlamento con il ricorso continuo al voto di fiducia nonostante una maggioranza schiacciante. Insomma uno scenario squallido oltre che veramente pericoloso per la democrazia. Ma in questo quotidiano fatto di prevaricazioni, noi cittadini onesti e difensori della democrazia e libertà, avevamo dalla nostra Lei signor Presidente, che, seppur nella limitatezza dei suoi poteri, non perdeva occasione per richiamare al senso di responabilità e soprattutto del rispetto della costituzione il Presidente del Consiglio. Oggi lei è venuto a mancare ed anche lei purtroppo calpesta la nostra carta costituzionale. E' la fine per la nostra democrazia. Oggi Lei all'ennesima decisione da dittatore e da insofferente della costituzione dell'Indagato del Consiglio, una decisione grave e pericolosa, quella cioè di iniziare vere e proprie azioni di guerra tramite i nostri caccia che andranno a bombardare la Libia, non ha saputo opporsi e da il suo avvallo a questa decisione. Anche Lei, signor Presidente del Consiglio, oggi calpesta la Costituzione e se la calpesta lei, per la nostra carta costituzionaler non c'è più nessuna speranza, ma quello che è ancora peggio è che non c'è più speranza nè per il paese intero nè per tutte quelle forze che in questi anni hanno cercato di contrastare senza successo l'ascesa di colui che, dovendo stare in galera, porterà il paese alla rovina. Grazie Singor Presidente davvero grazie ... e da oggi si astenga da qualsiasi discorso ipocrita e privo di un reale significato: da oggi lei ha tradito la Repubblica Italiana e dovrebbe essere costretto alle dimissioni ... ma tutto questo se fossimo un vero paese democratico.

25 Aprile ... ma di che cosa ci si meraviglia ?

Ieri probabilmente è stato il peggior 25 aprile che la storia della Repubblica italiana ricordi ma che comunque rientra nella normalità del periodo storico che l'Italia sta vivendo. Un periodo storico che va avanti da 17 anni e nel quale colui che ha la responabilità del governo del paese non ha mai partecipato ai festeggiamenti di una data così importante per l'Italia come il 25 aprile, il giorno in cui si celebra la liberazione dall'occupazione tedesca e dal fascismo durante la seconda guerra mondiale. Una data fondamentale per la storia della nostra democrazia ma che, da quando l'Indagato del Consiglio è al governo, ogni anno vede spuntare polemiche a non finire sul significato della clebrazione stessa. Negli anni scorsi queste polemiche si limitavano a tentare un'equiparazione falsa e fuori dalla storia fra i fascisti ed i partigiani, teorizzando un pericoloso parallelismo fra i crimini commessi dalla dittatura fascista con quelli sicuramente commessi anche dai partigiani. Ma mentre i primi tenevano il paese sotto il regime dittatoriale e contrastavano con la repressione gratuita i dissidenti, i secondi hanno agito per liberare il paese da tale dittatura e riportare le democrazia e la libertà commettendo sicuramente anche degli eccessi. Un parallelismo che perfino i bambini della scuola elementare capirebbero se il regime pseudodemocratico che si sta tentando di instaurare da parte di Berlusconi e Lega non cercasse con ogni mezzo di falsificare la storia. Quest'anno si è avuto un salto di qualità nelle manifestazioni avverse da parte della maggioranza di centro destra alla celebrazione del 25 aprile ma si è anche registrata una presa di posizione dei cittadini che in molti hanno contestato ministri e politici. I più attivi a denigrare il 25 aprile sono stati senza dubbio i leghisti che sono arrivati addirittura a chiedere l'abolizione di questa giornata ma come sempre al loro fianco è sceso anche Berlusconi prima con la sua ormai proverbiale assenza ma poi con l'annuncio che anche l'Italia inizierà ad effettuare bombardamenti nella guerra in Libia. Un annuncio dato prioprio alla fine della giornata di ieri che non può sfuggire ad un'interpretazione di sfida verso la giornata della liberazione. Nel paese ieri si sono vissute ore più da guerra civile che da festa nazionale con le scritte fasciste e naziste comparse in diversi luoghi di Roma e Milano e con le contestazioni e i fischi ai ministri a Roma, alla Moratti a Milano ed anche al segretario del Pd Bersani ad indicare l'inadueguatezza dell'azione del maggior partito di opposizione. Una guerra civile fomentata da governo e maggioranza impegnati nella disgregazione delle istituzioni in nome della salvaguardia del Capo Silvio Berlusconi per la cui incolumità processuale si sacrifica tutto e tutti, compresa quella magistratura che nei giorni scorsi, in maniera vergognosa per un paese civile, è stata equiparata ad una formazione terroristica prima dalla parole del Presidente del Consiglio e poi da uno dei suoi fan che ha tradotto in manifesti le stesse parole. A niente sono servite le parole del Capo dello Stato che tenta inutilmente di portare alla ragione governo, Pdl e Lega inculcando loro quei valori che dovrebbero davvero costituire un patrimonio comune indipendentemente dal colore politico ma che non lo sono poichè siamo governati da formazioni non hanno la benchè minima conoscenza della storia oltre ad una statura culturale di infimo livello.

sabato 23 aprile 2011

Una Pasqua avvelenata

Una volta in questo paese le feste erano un momento di serenità da trascorrere in famiglia o con gli amici e tutti i cittadini viveno questi momenti e queste giornate in tranquillità indipendentemente da sesso, età, religione, tendenze politiche, situazione economica e quanto'altro rappresentava un motivo di divisione fra une persona ed un'altra. Questo clima purtroppo non si respira più da tempo ed in particolar modo in questi ultimi tre anni grazie ad una situazione economica disastrosa ma anche e soprattutto un governo ed un uomo che non riescono a assicurare nessuna certezza e nessun futuro al paese, troppi impegnati a risolvere le proprie beghe interne e i problemi personali di Silvio Berlusconi. Lui è il principale responsabile del disastroso momento storico che l'Italia sta vivendo da quando è entrato in politica, lui e naturalmente il suo principale alleato, il neo partito fascista della Lega Nord, e naturalmente quella parte del paese che lo ha votato consegnandoli per la terza volta la responsabilità di governo. Lo sfascio del paese riguarda ogni settore della vita sociale, politica, culturale dove si assiste ogni giorno al prevaricamento di principi, di ideali, di leggi fondamentali che per anni hanno costituito la spina dorsale del nostro stato democratico, in un decadimento continuo in cui si è fatta trascinare anche la parte nobile del paese e culturalmente più evoluta. Non si è saputo reagire con forza nemmeno a quegli affronti, che sembravano più di tipo folkloristico, ma che costituito un trampolino di lancio per una continua escalation denigratoria e revisionista totale. Berlusconi ha iniziato formando un partito con un nome che è stato uno smacco per tutto il paese e soprattutto per gli amanti del calcio e della nazionale. Ha chiamato quel partito Forza Italia privando i cittadini di quell'urlo di incitamento verso la nazionale di calcio, lo sport nazionale per eccellenza. Può sembrare una sciocchezza ma in realtà si è trattato di un gesto che ha subito mostrato al paese, o almeno a quella parte del paese che ignorava il profilo discutibile ed al limite della legalità di Silvio Berlsuconi, di che pasta fosse fatto il dittatore di Arcore e quali fossero le sue reali intenzioni: dare vita un potere assoluto che in virtù di una presunta investitura popolare gli garantisse di governare al di sopra delle regiole democratiche e costituzionali. Quello è stato il primo passo al quale ne sono seguiti altri come portare al governo i fascisti per la prima volta dopo la caduta di Mussolini. Fascisti impersonati sia dagli eredi naturali di Alleanza Nazionale sia ai nuovi eredi della Lega. La sua opera è poi preseguita in maniera più esplicita accusando la sinistra di tutte le inefficienze presenti nel paese, benchè la sinistra non abbia mai governato, e offendendo equiparando a volte a dei coglioni a volte a dei criminali tutti coloro che fossero simpatizzanti o elettori di questo schieramento politico. Questa opera di attacco indiscriminato a tutti coloro che si oppongono a Berlusconi è proseguita verso tutti e tutto possa rappresentare per il Capo del Governo un ostacolo al suo reale disegno: assicurarsi un'immunità per il resto dei suoi giorni agli innumerevoli processi in cui è coinvolto per il suo stile di vita privata e imprenditoriale al limite della legalità e spesso totalmente illegale. Sotto i suoi strali cadono opposizione, alleati che pretenderebbero almeno il rispetto delle regole democratiche, cariche istituzionali fino al Presidente della Repubblica, Costituzione e chi più ne ha più ne metta. Eccoci quindi al clima infuocato dei nostri giorni. Manovre per soffocare la voce del popolo e per impedire i referendum, appoggio a candidati alle elezioni amministrative che seguono gli insegnamenti del capo e equiparano la magistratura addirittura alle Brigate Rosse, parlamento in ostaggio del capo del governo per apporvare leggi a ripetizione che lo tangano lontano da quei processi che ormai investono oggi aspetto della sua vita. In questo atmosfera da guerra civile il paese perde il senso anche della sua storia e si arriva ad uno scontro totale anche per delle giornate di festa che fino a qualche anno fa erano un motivo per dimenticare i problemi e appunto trascorrere delle ora in serenità ed allegria. E tutti sono impegnati in questa opera disfattista. Quest'anno per esempio il primo maggio, festa dei lavoratori, è stato profanato dalla chiesa ed è profanato addirittura da qualche amministrazione che si professa di sinistra. La Chiesa ha scelto di procedere alla beatificazione di papa Wojtyla proprio il 1 maggio, festa tradizionalmente laica, in aperto contrasto con lo spirito di questa giornata. Una disgregazioni di costumi e di ideali che ha colpito anche le persone comuni che sono diventate insofferenti verso chiunque abbia idee e pincipi diversi da proprio. Un esempio banale ma significativo è ciò a cui si assiste, ormai da qualche anno, alla violenta campagna, da parte dei vegetariani, verso coloro che mangiano carne e che durante la pasqua consumeranno un piatto tradizionale della nostra cultura, l'agnello. Ognuno ha le proprie convinzioni ma criminalizzare chi consuma carne do agnello durante la pasqua e' uno specchio dei tempi incentrati sulla propria persona, sul soddisfacimento dei propri bisogni e sul non accettare pensieri e modi diversi di vedere la vita. In questo caso poi si sfiora l'ipocrisia in quanto si accusano i consumatore di carne di sopprimere delle vite per alimentarsi come se i vegetali non fossero una forma di vita di questo pianeta, una forma di vita fra l'altro che e' capace, come e' stato dimostrato recentemente, di mostrare emozioni ed anche un minimo di intelligenza. Certo hanno una conformazione anatomica per cui non sono in grado di comunicare attraverso sguardi o espressioni e forse per questo a noi sembrano privi di vita, ma non e' cosi'. Sara' quindi una Pasqua meno serena che nel passato se non proprio avvelenata in attesa di capire che succedera' da martedi' in poi in un paese che si trova ormai sull'orlo del precipizio.

giovedì 21 aprile 2011

L'invasione della Libia ha inizio

Quando si inizia una guerra è sempre difficile prevedere come possa procedere e soprattutto come possa finire. La guerra in Libia ha avuto il supporto di una risoluzione dell'Onu, ma appena iniziata (appena 15 minuti dopo che la risoluzione era stata approvata) si è subito capito che l'iniziativa di Francia, Inghilterra ed Italia andava sicuramente oltre la risoluzione. Si doveva creare una No-Fly Zone, una zona cioè interdetta al volo dei caccia libici che andavano a bombardare i manifestanti, ma in realtà Franca e Inghilterra supportati dall'Italia hanno iniziato dei veri e propri bombardamenti a terra senza preoccuparsi molto dello spazio aereo. Oltre a prevaricare quindi i limiti imposti dalla risoluzione Onu dando vita ad una vera e propria guerra, c'era poi la questione dell'Italia che partecipava in maniera attiva alle operazioni sottraendosi quindi a quanto la propria costituzione gli dovrebbe imporre, rifiutare cioè la guerra. Perchè di vera e propria guerra si è trattato con i caccia europei che bombardano supportati dalle navi americane che a loro volta sganciano tonnellate di missili sul suolo Libico, altro che No-Fly Zone. Le operazioni però non hanno dato i risultati sperati con l'esercito di Gheddafi che è riuscito e riesce a tenere testa ai ribelli. Ora si sta tentando di andare ancora oltre alla risoluzione Onu portando sul suolo libico delle truppe di terra, un intervento esplicitamente non previsto dalla risoluzione stessa. Per mascherare questa passaggio vietato dall'Onu, Francia, Inghilterra ed Italia (ancora una volta siamo in prima linea) manderanno sembra degli addestratori militari ad aiutare i ribelli. Addestratori il cui compito presumibilmente sara' quello di guidare i ribelli con strategie di guerra atte a prendere il sopravvento. Ed e' pensabile che questi addestratori non sparino nemmeno un colpo ? E che cosa accadra' se qualcuno di loro cadra' vittima dell'esercito di Gheddafi ? E' chiaro che questa e' una manovra per forzare i limiti imposti dall'Onu e magari arrivare ad un'altra risoluzione che autorizzi l'invasione della Libia. E l'Italia ? Il governo italiano naturalmente partecipera' piu' attivamente che con gli aerei in questa operazione. D'altra parte un governo ed una maggioranza che intendono stravolgere il significato della costituzione modificando ne addirittura il primo articolo, non si fara' fermare dalla semplice dichiarazione di principio contenuta nella costituzione che impone all'Italia di ripudiare la guerra. Ed in questo caso che faranno le opposizioni ? Marceranno anche loro sulla costituzione ?

mercoledì 20 aprile 2011

Il momento dello scontro e' sempre piu' vicino

Maggioranza e governo ormai in pieno stato confusionale. Per stare dietro alle innumerevoli vicende giudiziare dell'Indagato del Consiglio ed ai suoi vaneggiamenti continui, parlamentari e ministri sparano una dietro l'altra proposte e disegni di legge che poi magari modificano i giorni successivi in un turbinio senza controllo e senza un disegno logico che non sia l'affossamento della democrazia e delle sue istituzioni. Ormai si attacca tutto e tutti, dalla magistratura, obiettivo principe dell'Indagato, al Capo dello Stato, alla Costituzione seguendo una strategia eversiva e pericolosa che portera' fra non molto ad una vera e propria guerra civile fra gli strenui difensori della melagomania di Berlusconi e la parte sana del paese che intende salvare quella repubblica democratica che e' costata tante per farla rinascere dalle ceneri del fascismo. Le provocazioni gravi di questi ultimi giorni, ispirate sempre e comunque da Silvio Berlusconi, che sembravano essersi spentecon il richiamo del Presidente della Repubblica, riprendono oggi alzando nuovamente il tiro: non piu' la magistratura ma la piu' alta carica dello stato nonche' la legge regina garante della democrazia. Questa volta la mano armata e' quella di un deputato sconosciuto del Pdl, tale Remigio Ceroni, che osa la' dove nessuno era mai arrivato. La sua proposta e' nientepopodimenoche la revisione dell'articolo 1 della Costituzione e tanto per rincarare questa sua sfrontatezza eversiva giustifica tale proposta per mettere in primo piano la centralita' del Parlamento contro addirttura il Capo dello Stato e contro anche la Corte Costituzionale. Un tentativo di golpe in piena regola. Ancora una volta siamo in presenza di un povero ed insignificante deputato del Pdl che fa propri gli insegnamenti del suo Capo Supremo, ribadendo il concetto che il parlamento viene continuamente mortificato in quanto le leggi che approva o non sono firmate dal Presidente della Repubblica o sono abrogate dalla Corte Costituzionale. Naturalmente al povero Remigio non passa nemmeno un secondo per la testa che questi respingimenti legislativi dipendono esclusivamente da due fattori: l'incompetenza legislativa della maggioranza che, nella sua ossessiva difesa di Silvio Berlusconi, non si rende conto di produrre leggi che vanno contro la costituzione. Prosegue quindi l'attacco a ogni figura istituzionale, ad ogni legge anche se si tratta della Costituzione, a qualsiasi organo che intralci la politica sciagurata di questa maggioranza e di questo governo. Allo stesso tempo il governo e' completamente in stato confusionale a partire dai suoi ministri, Gelmini in testa, che non conosce la politica economica del ministro Tremonti e dei tagli che impone al settore dell'istruzione, mitica la sua frase ieri sera a Ballaro' "Il ministro Tremonti me lo avrebbe detto" (4 miliardi di meno spese nel settore dell'istruzione secondo la ex guardiaparchi non sono tagli ... ), per passare al ministro Romani che prima dichiara che il programma nucleare italiano e' cancellato poi si corregge, probabilmente ha ricevuto una telefonata da Silvio Berlusconi, oggi dichiara che e' solo sospeso in attesa di verifiche sulla sicurezza, per arrivare al ministro Alfano che annuncia una riforma epocale della giustizia e poi si limita ad accorciare i termini della prescrizione ancora una volta per salvare il suo Capo. Nel frattempo il Pdl si scaglia contro un realizzatore di manifesti e non contro il suo ideatore. Insomma ci troviamo ormai in mezzo ad un guado e ad un pantano da cui sara' difficile se nno impossibile uscire seguendo le strade della democrazia, ma solo quelle della rivolta, un momento storico ed un nuovo risorgimento che sembrano sempre piu' vicini.

martedì 19 aprile 2011

La politica energetica ad personam


Che Berlusconi non abbia mai avuto una politica od un progetto politico e' un fatto noto di cui solo i suoi fans con il paraocchi non si sono mai resi conto. Le sue campagne elettorali sono sempre state all'insegna degli slogan mai supportati da un progetto vero e proprio. Anche questo terzo governo dell'Indagato del Consiglio non si smentisce, impegnato da tre anni a salvare il Capo dai processi in cui si trova coinvolto, se si esclude l'ossesione leghista della secessione, mascherata con lo sceletterato progetto federalista, la politica della maggioranza e' improntata all'improvvisazione ed all'opportunismo. Le magre figure sul piano internazionale ne sono lo specchio rivelatore, prima unico sostenitore al mondo delle dittature del Nord Africa, poi costretto a cambiare rotta sua malgrado in virtu' delle rivolte di Egitto, Tunisia e soprattutto Libia. Berlusconi con il suo Pdl e con la Lega sono soggetti incapaci di governare una democrazia occidentale in quanto ossessionati dai problemi giudiziari del cavaliere da una parte e dalla miopia leghista, una formazione politica fuori dal tempo e dalla storia. Oggi va in scena un'altro atto ridicolo di questo governo che dimostra ancora una volta il suo opportunismo e la mancanza totale del senso dello Stato. Appena insediato uno dei presunti punti qualificanti sbandierato ai quattro venti era stato il ritorno all'energia nucleare, disattendendo in questo modo la volonta' popolare espressa dai cittadini italiani con il refernum degli anni 80 sulla messa al bando dell'energia nucleare. Il governo pero' tirava dritto anche se si trattava di intenzioni solo sulla carta in quanto non riusciva nemmeno a determinare i siti dove realizzare le fantomatiche centrali. Nel frattempo l'opposizione organizzava un nuovo referendum sul nucleare, referendum che si sarebbe dovuto tenere nel prossimo giugno. Il terremoto in Giappone ed il disastro della centrale di Fukushima hanno messo in crisi tutta la debole impalcatura. Nei primi giorni mentre tutti i governi del mondo dichiaravano di ripensare le loro strategie in materia di energia nucleare, l'incompetente governo italiano cerificava la propria miopia ed inefficienza, dichiarando che il programma nucleare sarebbe andato avanti senza cambiamenti. L'aggravarsi della situazione a Fukushima ed una crescente avversione per il nucleare e soprattutto il referendum hanno pero' alla fine costretto ad un ripensamento. Il governo le ha provate di tutte anche quella di separare le elezioni amministrative di maggio con i referendum su nucleare, acqua e legittimo impedimento per tentare si dissuadere i cittadini dalla partecipazione al voto referendario. Una operazione scellerata che costera' al paese 300 milioni di euro che in un momento di tagli indiscriminati su cultura, istruzione, politiche sociale sembra veramente una barbarie. Nonostante queste operazioni l'avversione al nucleare e' di nuovo montata nel paese e le probabilita' che la pertecipazione al referendum sia massiccia e' molto alta. E cosi' si e' arrivato al colpo a sorpresa di oggi: il governo annuncia l'abrogazione di tutte le norme che riguardavano la realizzazione degli impianti nucleari nel paese. Come mai questo improvviso ravvedimento ? All'improvviso il governo, Berlusconi, il Pdl pensano finalmente al paese ed alle sue necessita' reali ? Una conclusione a cui possono pensare solo gli allocchi. Uno dei referendum riguarda l'abrogazione delle norme sul legittimo impedimento, interrompere il programma nucleare comporta l'abrogazione dello stesso referendum e di consequenza la speranza che, annullato il nucleare che svolgeva la funzione di carro trainante per il 12 giugno, non si raggiunga il quorum e che quindi anche gli altri quesiti referendari e soprattutto quello che interessa Berlusconi passino indenni. Insomma siamo alle solite, tutta la politica e tutta l'azione governativa e' mirata ad un unico aspetto: salvare Berlusconi dalla probabile galera. Si va avanti a tentoni cercando di tappare i buchi e le falle che l'opposizione cerca di aprire.

Se si dimette l'esecutore perchè non si dimette il mandante ?

Stranissimo paese questo che si consegna ad un delinquente per essere governato, il paese dove in un processo per corruzione il corrotto è condannato mentre il corruttore riesce a sottrarsi al giusto processo ed alla probabile condanna grazie alle leggi che si fa ritagliare dal parlamento. E lo stesso corruttore nonchè Presidente del Consiglio è un abituè di questi sporchi affari anche se di natura diversa. Alcuni giorni fa sono apparsi infatti sui muri di Milano dei manifesti che teorizzano un parallelismo pericoloso fra Brigate Rosse e magistratura, pericoloso ed anche offensivo verso quei magistrati che in passato sono stati vittime proprio delle Brigate Rosse. L'autore di quei manifesti, un candidato del Pdl alle elezioni del comune di Milano, ha candidamente confessato il suo operato ritenendolo una bravata e meravigliandosi allo stesso tempo dell'indignazione generale perfino del suo stesso partito. Naturalmente il tapino, tale Roberto Lassini, non ha nemmeno pensato in un primo momento di togliersi da quelle liste e la sua tesi non è nemmeno tanto scellerata. In fin dei conti che cosa ha fatto il Tassini di tanto grave, niente altro che trasformare in un manifesto le stesse parole del presidente del consiglio Silvio Berlusconi che in più occasioni, ed anche recentemente, ha bollato la magistratura, uno dei tre poteri istituzionali dello stato, come una organizzazione terroristica ed eversiva il cui operato ha l'obiettivo di rovesciare lo stato democratico. Tassini ha preso alla lettera le parole dell'Indagato del Consiglio ed ha semplicemente sintetizzato il pensiero di Silvio Berlusconi con 5 parole illustrate nel manifesto. E' più colpevole lui, l'esecutore materiale, o il dittatore di Arcore l'effettivo mandante e teorico di quel pensiero ? Se Silvio Berlusconi non avesse fatto quelle sparate sicuramente quei manifesti non sarebbero comparsi nelle strade di Milano ed allora se Tassini è stato costretto giustamente e togliersi dalle liste del Pdl per il comune di Milano perchè non si costringe anche Berlusconi che ha teorizzato il parallelismo fra Br e magistratura a dimettersi ? Oggi tutti contro l'autore dei manifesti, compreso il presidente del senato Schifani, ma l'unico che non si è alterato e che non ha proferito parola contro questo atto gravissimo è stato proprio Silvio Berlusconi, e non poteva essere diversamente considerato che è proprio lui la mente del manifesto stesso. Strano paese questo.

domenica 17 aprile 2011

Le idiozie eversive di Berlusconi porteranno alla guerra civile

Il nuovo salvataggio da uno dei processi più pericolosi, il processo Mills, ha fortificato l'Indagato del Consiglio che oggi si è lasciato andare alle solite esternazioni che diventano di giorno in giorno però sempre più pericolose per la nostra democrazia. Siamo quasi arrivati al punto di non ritorno se in un paese democratico il presidente del consiglio, colui cioè che ha la responsabilità di governare il paese, lancia accuse pesanti ed eversive non solo ai propri avversari politici ma anche ai poteri dello stato, instaurando un clima da quale si può uscire solo in maniera violenta. Ecco il bestiario odierno che non può che far imbestialire ogni cittadino sano di mente ed in pieno possesso delle proprie facoltà mentali.
Toghe eversive. Le invettive contro la magistratura non sono una novità ma in questi giorni hanno subito un salto di qualità che passa dai manifesti che equiparano la magistratura alle Br (l'autore è un iscritto alle liste del Pdl che non è nemmeno stato espulso dal partito) per arrivare alle parole dell'Indagato del Consiglio secondo il quale la magistratura è un'istituzione eversiva. Ma perchè la magistratura sarebbe eversiva ... ? Semplicemente perchè tenta di incastrarlo finalmente in un processo. Lotta impari considerato che l'Indagato usa il suo potere e la sua maggioranza per sfornare leggi a ripetizione che lo tengano lontano dai processi.
L'opposizione. Non potevano mancare le invettive contro l'opposizioned anche in questo caso il livello di violenza verbale è salito notevolmente facendo ricorso anche a delle enormi falsità. L'opposizione tutta, senza distinzione di ideologia politica, è comunista, l'ideologia più criminale e disumana della storia dell'uomo. Peccato che nella storia dell'umanità ci sia stato il fascimo ed il nazismo queste si sono le ideologie più criminali che l'uomo abbia mai potuto mettere in campo altro che il comunismo. Tralasciando che una di queste ideologie, il fascismo, ha effettivamente tenuto il paese sotto la dittatura di Mussolini mentre il comunismo in italia non è mai salito al potere.
La famiglia. Ultimo bestiario dell'Indagato del Consiglio è stato il riferimento alla famiglia. La tesi è questa: lui si ritiene uno dei maggiori sostenitori della famiglia in Italia ed a conferma di questa tesi c'è il fatto che lui di famiglie se ne è fatte due. Un'offesa sia a chi crede veramente nella famiglia sia a chi purtroppo a causa di vicende diverse ha dovuto passare per eventi drammatici come separazione e divorzio. Ma una dichiarazione che diventa offensiva per l'intelligenza dei cittadini alla luce dei fatti che vedono coinvolto l'Indagato nell scandalo e nel traffico di prostitute presso la sua residenza di Arcore.
Il fatto più sconcertante è che ci siano persone che riescono ad applaudire dichiarazioni di questo tipo, che trascendono dalla fede politica, ma che portano dritto allo sfascio dello stato ed alla guerra civile, l'unico sistema per liberarsi di un dittatore in pectore.

Ai vaneggiamenti di Berlusconi solo il popolo può rispondere

Le allucinanti dichiarazioni del Presidente del Consiglio e l'episodio dei manifesti che paragono la magistratura alle Brigate Rosse propongono anche una nuova analisi all'articolo di Alberto Asor Rosa comparso sul Manifesto un paio di giorni fa. Silvio Berlusconi, forte della legge sulla prescrizione breve che lo salverà dal processo Mills passata alla Camera, si è rifatto vivo con tutta la sua violenza mediatica scagliandosi contro lo stato ed in particolare contro la magistratura e contro l'istruzione. In merito alla magistratura il capo del governo, con le sue dichiarazioni, non ha fatto altro che dimostrare di essere il mandante dei vergognosi manifesti comparsi a Roma. Inutile la condanna del suo servo, il ministro della giustizia Alfano, quando equiparare i punnlici ministeri ad una associazione a delinquere non fa altro che giustificare i manifesti che, in maniera più pesante, equipara gli stessi magistrati alle Brigate Rosse. In merito invece all'istruzione, Silvio Berlusconi dipinge gli insegnanti come tanti integralisti di sinistra che con i loro libri intendono indottrinare i giovani studenti. Un processo invece iniziato da 15 anni a questa parte dalla destra fascista e dai nuovi fascisti della Lega, che il cavaliere ha portato al governo, e che intendono cambiare la storia presentandola sotto aspetti falsi e con parallelismi fuori da ogni logica. Tornando all'articolo di Asor, l'autore proponeva un interrogativo sulla situazione politica attuale proponendo due alternative: stiamo vivendo una situazione di confronto politico "normale" se pur con qualche eccesso oppure siamo in presenza di un vero e proprio snaturamento delle regole in nome di una presunta "sovranità popolare" interpretata come una specie di investitura a governare senza sottoporsi a nessun controllo democratico. Asor propende per questa seconda ipotesi ed alla luce delle ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio è difficile non caldeggiare questa sua conclusione. Silvio Berlusconi, rinvigorito da una Camera asservita ormai ai suoi desiderata grazie anche ad una maggioranza completamente schiava dei voleri del proprio capo, mette in campo uno dei suoi discorsi più violenti scagliandosi contro le istituzioni, contro lo stato democratico e perfino contro quesi settori della vita pubblica e sociale, come per esempio l'istruzione, che rappresentano la linfa vitale per ogni paese che persegua il proprio sviluppo. Attacchi cha appaiono anche ingiustificati considerato che negli ultimi 15 anni i paese è stato in mano al dittatore di Arcore per ben tre legislature e quindi con tutti i mezzi a disposizione per portare avanti cambiamenti e riforme secondo i suoi progetti politici. Ma se l'ipotesi di Asor è realistica, è altrettano realistico supporre che da una situazione antidemocratica si possa uscire in maniera pacifica utilizzando lo strumento democratico per eccellenza: le elezioni. La vera politica messa in atto dal plurindagato Silvio Berlusconi è la distruzioni delle regole democratiche per un proprio tornaconto ed allo stesso tempo l'instaurazione di un clima da guerra civile grazie ad una continua mortificazione del pubblico e delle sue istituzioni. Da un clima del genere si potrà uscire solo attraverso una rivoluzione, sicuramente non come quella proposta da Asor nel suo articolo, cioè con le forze di polizia e carabinieri che prendono sotto il proprio controllo l'intero paese, ma probabilmente con una rivoluzione di popolo costringendo, attraverso la piazza, Silvio Berlusconi a lasciare il campo che ormai occupa illegalmente grazie al totale cambiamento del quadro politico nazionale. Non sara' una strada facile da percorrere, ma è anche l'unica per riportare nel paese democrazia, libertà, rispetto della storia e delle istituzioni.

giovedì 14 aprile 2011

Il trombone da fiato alla bocca ma non collega il cervello

Una delle strategie preferite di Berlusconi e dei suoi sostenitori d'ufficio è sempre stata quella di ripetere fino all'ossessione delle falsità fino al punto di renderle credibili agli allocchi ed ai disinformati. Purtroppo questa categoria di persone è sempre più numerosa altrimenti non si spiegherebbe il successo politico di un uomo che, dopo essersi salvato dalla galera grazie alla protezione del suo mentore Bettino Craxi, è entrato in politica per preservarsi da processi e condanne. La strategia politica di Berlsuconi non ha mai previsto un programma o un progetto politico che esulasse dal suo tornaconto personale, ma è sempre stata incentrata su slogan lanciati al vento: diminuzione delle tasse, posti di lavoro, riforme varie e via dicendo. Oltre a questi a slogan i suoi falsi messaggi hanno sempre avuto l'intento di insinuarsi in quella categoria di cittadini la cui unica fonte di informazione è costituita dai telegiornali di Rai1 e di Canale 5, persone cioè che non si pongono nemmeno il problema di verificare se ciò che viene propinato loro da queste fonti di informazione controllate dal governo e dal padrone di Mediaset (che nel caso specifico coincidono nella stessa persona) fosse realmente vero. In questo fuoco di fila si sono sempre distinti anche i ministri ed i politici assoldato da Berlsuconi grazie al suo enorme potere economico-finanziario. Ultimamente si è aggiunto a questa schiera di adepti un trombone di prima qualità sia per la stazza si per le cazzate che spara proprio a spese dei contribuenti: Giuliano Ferrara. Il Giulianone chiama il popolo della libertà a raccolta sparando una delle fandonie che più piacciono all'Indagato del Consiglio: il rischio del colpo di stato per sostituire il governo Berlusconi scelto direttamente dagli elettori. Berlusconi ed i suoi sono talmente invasati e impazienti di cambiare la costituzione che con queste affermazioni cercano di insinuare nei cittadini la certezza che alle elezioni del 2008, Silvio Berlsuconi è stato eletto Presidente del Consiglio. Naturalmente la verità è un'altra. Nella nostra costituzione non è prevista l'elezione del Capo del Governo come avviene per i Sindaci dei Comuni e dei Presidenti di Consiglio Regionale delle Regioni, alle elezioni politiche il cittadino vota semplicemente un partito anzi, grazie alla legge elettorale attualmente in vigore, il cittadino non elegge nemmeno i suoi rappresentanti in parlamento. Il Presidente del Consiglio viene nominato direttamente dal Presidente della Repubblica ed il parlamento deve dare la fiducia al governo che lo stesso Presidente del Consiglio propone alle camere. Non esiste quindi nessuna investitura popolare e nessun mandato consegnato dal popolo. Per questo motivo all'interno del Parlamento le maggioranze possono cambiare, come già accaduto in passato, e qualsiasi maggioranza è possibile senza per questo venire meno al volere popolare. Il trombone chiama addirittura alla rivolta, alla guerra civile per sostenere una tesi falsa, siamo proprio arrivati alla frutta ma quella marcia, e pensare che questo personaggio prende anche i nostri soldi per sparare cazzate in televisione. Se poi la si vuole proprio mettere sul piano della volontà popolare, è l'intero Parlamento che si trova in uno stato di illegittimità morale anche se non formale e costituzionale. Infatti il quadro politico nel corso di questa legislatura è cambiato in corso d'opera ed oggi siedono in parlamento diverse formazioni politiche che nessuno ha votato in quanto non presenti al momento delle elezioni di aprile 2008. Formazioni nate da scissioni, divisioni, separazioni per non parlare di verie e proprie campagne di reclutamento a pagamento messe in atto proprie da Berlusconi. FLI, API, MPA, Responsabili ecc.ecc. sono tutti gruppi politici presenti in parlamento senza essere stati votati da nessuno, questo è il vero golpe messo in atto da tutta la politica italiana senza esclusione di dislocazione. Ma avete mai sentito dire da qualche giornalista che questo parlamento si dovrebbe dimettere in toto ?

E se si abolisse la prescrizione ?

Parliamoci chiaro: in un paese civile e veramente democratico a cui sta a cuore la giustizia l'istituto della prescrizione non dovrebbe esistere. E questo indipendentemente dai tempi previsti. Si perchè, come è stato più volte ricordato in questi giorni, la prescrizione è come se viaggiando in treno, lo stesso treno accumulasse un ritardo tale per cui ad un certo momento si dice: il viaggio finisce qui. Un ragionamento assurdo. In materia di giustizia arrivare alla prescrizione significa che in un processo non si saprà mai la verità e non si arriverà mai a stabilire chi siano i colpevoli e chi gli innocenti. Ora l'obiettivo di uno stato dovrebbe essere quello di arrivare a stabilire con certezza se sia stato commesso o meno un reato e soprattutto chi sia l'autore del reato con la conseguente pena. La prescrizione invece è come gettare la spugna, asserendo che lo stato ed in particolare la giustizia non è in grado di arrivare a delle conclusioni certe. E' chiaro quindi che il vero obiettivo di una riforma della giustizia dovrebbe essere quello prima di tutto di fare in modo che un numero sempre minore di processi arrivino alla prescrizione, in secondo luogo che questi termini di prescrizione siano i piu' lunghi possibili per tentare in ogni modo di favorire l'accertamento della verità e non di ostacolarla. Senza contare che in Italia l'istituto della prescrizione è del tutto anomalo rispetto al resto del mondo e delle democrazie occidentali. Considerato che proprio in questi giorni lamentiamo l'isolamento dall'europa per il problema dei clandestini, un raffronto anche in termini di giustizia con quello che accade nel resto dei paesi democratici sarebbe d'obbligo. In tutte le democrazie del pianeta i termini della prescrizione si fermano nel momento stesso in cui un processo inizia, cioè si può indagare indietro nel tempo su un cittadino ma per un periodo limitato, questa è la prescrizione. Una volta iniziato il processo la prescrizione non esiste più ed il processo va comunque a finire con una sentenza. Un'istituto del tutto diverso dal nostro quindi. Ora che cosa è accaduto ieri: semplicemente che i termini della prescrizione sono stati accorciati, sostanzialmente di alcuni mesi per diversi reati ed in maniera differenziata a seconda se l'imputato sia incensurato o meno. Insomma due norme bizzarre che porteranno ad un aumento del numero dei processi che non andranno a buon fine nonostante appunto si siano fatti tagli di pochi mesi. Ma perchè di pochi mesi e soprattutto perche' in maniera differenziata per incensurati e non ? (Rosy Bindi ha ricordato ieri che Al Capone quando finalmente è stato pizzicato dalla giustizia era incensurato mentre Ghandi non lo era). Semplice si sono fatti quei ritocchi minimi che consentissero a Berlusconi di salvarsi anche dalla prima sentenza del processo Mills, il processo che lo vedrà sicuramente condannato in quanto corruttore del corrotto che già ha subito una condanna. Ma questa è storia vecchia ed ormai risaputa e non fa più notizia che il Presidente del Consiglio usi parlamento e governo a proprio uso e consumo. Dopo 15 anni ha cambiato strategia, grazie alla nuova mente che ha tirato fuori dal cilindro questa nuova trovata, il deputato Paniz nonchè avvocato naturalmente. Dopo i vari tentativi messi in campo da Alfano e Ghedini di far approvare una specie di immunità mirata, tantativi falliti perchè palesemente anticostituzionali, Paniz ha cambiato strategia intervenendo direttamente sulla legislazione che regolamenta lo svolgimento dei processi. In questo modo però la conseguenza più immediata è che si interviene non solo sui processi che interessano Berlusconi ma anche su migliaia di altri processi, insomma per salvare il capo del governo si salvano anche migliaia di altri delinquenti. Forse una strategia peggiore per il paese da quella seguita da Alfano e Ghedini. La realtà è che questa maggioranza, fino a che sarà guidata da un plurindagato e plurimputato non ha l'integrità morale e di conseguenza non ha nessun titolo per riformare la giustizia in quanto qualunque intervento proponga, il primo benificiario di tale intervento risulta essere Silvio Berlusconi. Prima si liberino di lui e poi ci vengano a parlare di giustizia, oppure propongano una riforma che non apporti benefici al loro capo supremo ed allora forse potranno riacquisire un minimo di credibilità, forse.

mercoledì 13 aprile 2011

Dalla prima Repubblica al primo ... puttanaio

In Italia c'e' sempre stata una grande distanza fra il paese reale e la classe politica ma tale distanza non ha mai raggiunto i livelli attuali. Mentre nel paese la crisi economica continua ad attanagliare i ceti medio bassi, mentre le crisi internazionali hanno portato il prezzo del petrolio a livelli stratosferici seguito a ruota dal prezzo dei carburanti con conseguente aumento dell'inflazione, mentre i tassi dei mutui crescono mettendo in difficoltà migliaia di famiglie, mentre la disoccupazione giovanile è la più alta dell'europa, mentre l'Italia è completamente isolata a livello internazionale, la camera e soprattutto il governo con tutti i suoi ministri sono precettati ormai da tre settimane per approvare una legge che consentira' a Berlusconi di evitare i processi che dovrebbe affrontare. Che i deputati siano impegnati a tempo pieno in queste sedute non ha niente di strano ma che anche i ministri siano costretti a stare in aula e' veramente ridicolo oltre che controproducente per il paese. Il ministro dell'interno ed il ministro degli esteri avrebbero problemi piu' seri di cui occuparsi, con l'emergenza immigrazione, e che dire del ministro della guerra La Russa con la guerra in Libia, per non parlare del ministro dell'economia Tremoniti che dovrebbe occuparsi della finanziaria, oppure del ministro dell'istruzione Gelmini che in questi giorni si vede condannata per i suoi porvvedimenti taglia precari, tutti ministri che avrebbero molte cose piu' importanti e che invece sono costretti a stare sui banchi della camera. A questo impegno dei ministri si aggiunge quello di alcuni sottosegretari che il lunedi', lasciando il loro posto di lavoro, vanno davanti al palazzo di giustizia a manifestare a favore di un presunto delinquente. Nel frattempo il paese e' allo sbando per cio' che concerne la politica internazionale in particolare per quanto riguarda la crisi del Nord Africa. Mentre si paventa la partecipazione attiva ai bombardamenti, fino ad ora evitata, calpestando ancora la nostra costituzione, la Lega paventa la possibilita' di usare le armi contro gli immigrati in una specie di tiro al bersaglio come se si trattase si un tiro a segno. Ma l'immigrazione non e' il solo problema critico del governo. Proprio in questi giorni diverse sentenze del Tar hanno condannato il ministro dell'istruzione Gelmini a proposito dei suoi provvedimenti contro i precari. Il ministro e' stato condannato ed ora quei precari dovranno tornare in servizio. Sempre per quanto riguarda l'istruzione c'e' la proposta di una ex soubrette televisiva, la Carlucci, che vorrebbe cancellare gli attuali libri di testo storici perche' troppo di sinistra cercando di reintrodurre il principio dell'istruzione di stato nella perfetta tradizione di regime dittatoriale. Ma il fondo è stato toccato ieri quando un imputato in un processo, che guarda caso è il presidente del cosiglio, appena uscito dallàaula di tribunale ha tenuto un comizio davanti al tribunale di Milano lanciando accuse gratuite contro la magistratura, uno dei tre poteri istituzionali del nostro stato democratico. Una specie di guerra civile all'interno delle istituzioni. Qualsiasi altro normale cittadino sarebbe stato immediatamente arrestato qualora avesse tentato di tenere un comizio simile. In Italia invece il Capo del Governo ha potuto inveire contro tutto e soprattutto contro lo Stato stesso e le sue istituzioni. E' questo uno stato normale ?

lunedì 11 aprile 2011

Notizia dell'ultimora: Berlusconi confessa sul caso Ruby

E' questo il titolo che mi sarei aspettato su tutti i siti on line dei giornali italiani ed invece la notizia è passata sotto silenzio, non solo da parte dei giornali ma anche da parte dei partiti di opposizione. Il problema è che in questo paese siamo ormai talmente abituati alle sparate di Berlusconi e dei suoi allegati della Lega, che anche quando sono rilasciate dichiarazioni di colpevolezza queste passano sotto silenzio. Tutto quello che dice Berlusconi ormai non viene più preso sul serio perchè se così fosse sarebbe stato costretto dall'intero paese a dimettersi. Allo stesso modo quindi le sue dichiarazioni di oggi passano sotto silenzio se si esclude il solito Marco Travaglio, che ormai però viene considerato un pazzo visionario. Ma veniamo ai fatti. Oggi Berlusconi nel suo show eversivo davanti al palazzo di giustizia ha detto: "Le ho dato dei soldi per evitare che si prostituisse, le avevo dato la possibilità di entrare in un centro estetico con un'amica, che lei avrebbe potuto realizzare se portava un laser per la depilazione, per un importo che a me sembrava di 45mila euro. Invece lei ha dichiarato di 60mila e io ho dato l'incarico di darle questi soldi per sottrarla a qualunque necessità, per non costringerla a fare la prostituta e portarla anzi nella direzione contraria"
Che cosa emerge da questa dichiarazione ? Che Ruby era una prostituta e non la nipote di Mubarak come Berlusconi ha "imposto" di credere a tutta la maggioranza ed al parlamento intero. Solo per questa dichiarazione il Presidente del Consiglio a questo punto dovrebbe essere arrestato come minimo per falsa testimonianza. Tutto quello che ha detto fino ad oggi in merito al caso Ruby è completamente falso come era già evidente a tutti, compreso ad i portatori di paraocchi come i cavalli da corsa. Possibile che la nipote di un capo di stato fosse nella condizione di prostituirsi per bisogno di denaro ? Possibile che il Presidente del Consiglio telefoni personalmente ad una questura pensando che la nipote di un capo di stato sia stata arrestata piuttosto che far intervenite il ministro degli esteri ed interessare la competente ambasciata ? Ma se anche tutto questo fosse vero la dichiarazione di oggi cade in completamente contrasto con quanto asserito fino ad oggi. Allora dove sta la verità ? L'unica verità ad oggi è che l'Italia è governata da un uomo che se la fa con delle prostitute e che quanto meno ha dichiarato il falso in questa triste e squallida vicenda ed allora vogliamo ancora mantenerlo al governo ?

Le truppe si ritirano ...

Non e' stata sufficiente la promessa di pane e salame a raccogliere stamani davanti al tribunale di MIlano mille or addirittura duemila persone. La lettera inviata agli aderenti al circoli della libertà non ha avuto il successo sperato e stamani davanti al tribunale erano in circa 200, uno sparuto gruppo di irriducibili che senza nessun ritegno sono andati ad appluadire un presidente del consiglio che non fa altro che il proprio dovere presentandosi nelle aule giudiziare dove è chiamato come imputato. Ormai anche fra i sostenitori del Pdl l'Indagato del Consiglio appare come un povero diavolo che vittima delle proprie malefatte e dal proprio stile di vita malato di sesso, sta delirando assestando gli ultimi e per questo più pericolosi colpi di coda. Gli stessi suoi sostenitori hanno pudore ad applaudirlo durante i suoi comizi deliranti davanti al tribunale che deve giudicarlo. Oggi altra sceneggiata eversiva, che, se gli italiani fossero oltre che un popolo di poeti e naviganti anche un popolo con le palle, sarebbe stata sufficiente per spedirlo a casa senza passare dal via. Secondo la tesi dell'Indagato, per quanto possa valere la tesi di un personaggio che deve far fronte a cinque processi con capi d'imputazione uno piu' grave dell'altro, i magistrato che tentano di processarlo stanno lavorando contro il paese e infangano la sua persona ed il paese stesso. Una realtà completamente ribaltata. Se lui avesse avuto oltre che come imprenditore anche come Presidente del Consiglio, un comportamento irreprensibile nessuno si sarebbe sognato di mettere in piedi non uno ma ben conque processi, quindi non sono i magistrati che perseguono i reati commessi a remare contro il paese, ma bensì è lo stesso Berlusconi che lavora da sempre contro il nostro paese ed esclusivamente a suo favore. Allo stesso modo non sono i magistrati che infangano l'Italia nel strenuo tentativo di mandare finalmente Silvio Berlusconi in galera, ma è lo stesso Silvio Berlusconi che con il suo comportamento da modo ai magistrati di indagarlo e quindi è sempre lui che non ha i requisiti per svolgere il ruolo istituzionale che il Capo dello Stato gli ha assegnato (si badi bene non il popolo ... il popolo ha solo votato un partito .. è il Capo dello Stato che lo ha nominato Presidente del Consiglio e il Parlamento gli ha dato la fiducia). Sta tutto qui lo scandalo che però fa parte di un modo tutto tipico dell'italiano medio di scaricare le proprie responsabilità: dare ad altri la colpa delle proprie inefficienze o dei propri errori. E' stato ripetuto innumerevole volte: in qualsiasi altra democrazia un simile Capo del governo sarebbe già stato costretto a dimettersi, ma non solo da un'opposizione efficiente ma anche e soprattutto dalla propria compagine di governo. Un qualsiasi cittadino normale che uscendo dall'aula di tribunale dove si celebrasse un processo a suo carico e si fosse messo a tenere un simile comizio fuori dal palazzo di giustizia, sarebbe stato immediatamente arrestato ed accusato di offesa a pubblico ufficiale. Uno spettacolo indegno che davvero infanga un paese nel quale i cittadini onesti non possono essere rappresentati da questo governo di cialtroni.

sabato 9 aprile 2011

L'incantatore di allocchi

Un merito all'Indagato del Consiglio gli si deve riconoscere: la fa in barba agli incantatori di serpenti, lui incanta esseri umani. Si magari una categoria particolare di esseri umani, devono essere cittadini italiani, devono accendere la tv la sera e guardare i telegiornali di Rai e Mediaset per poi passare in seconda serata a Grande Fratello o Isola dei Famosi o Amici o qualche altra trasmissione del genere e terminare la serata magari con Bruno Vespa, solitamente hanno perso qualsiasi capacita' di critica e di analisi autonoma, credono ancora ai comunisti che mangiano i bambini e magari vanno a dimostrare solidarieta' a chi e' indagato in un numero considerevole di processi. Ecco su questa categoria di persone, che sembrano essere in numero considerevole nel nostro paese, l'Indagato ha una forte presa tanto da averli convinti a votare il suo partito per la terza volta in 17 anni con la consequenza di affidargli il governo del paese. E' solo grazie a questi allocchi che possono andare in scena rappresentanzioni come quella di oggi. Mentre scendono in piazza i giovani, i precari, ricercatori, laureati dei call center, tutta gente che o non lavora o lavora svolgendo mansioni al limite dello schiavismo, scendono in piazza a manifestare il loro disagio, le loro condizioni senza futuro, il Presidente del Consiglio va a fare la sua seconda sceneggiata a Lampedusa dichiarando tutto risolto quando in realta' niente e' risolto. Ma gli allocchi applaudono. Si forse Lampedisa non e' piu' il girone infernale di un paio di settimane fa, ma solo perche' quella massa di disperati e stata dislocata in vari campi di concentramento spostando l'inferno da Lampedusa alla Puglia. Un'operazione che poteva essere messa in campo fin da subito ma che e' stata ritardata a di proposito per poi consentire all'Incantatore di Allocchi di presentarsi come il salvatore della patria. Come aveva fatto a Napoli per i rifiuti e all'Aquila per il terremoto, situazioni irrisolte nonostante i proclami e le altrettanto teatrali sceneggiate. Ma quei palcoscenici ormai sono sfruttati mentre napoletani ed aquilani hanno toccato con mano l'inadeguatezza e le bugie di questo governo e del suo Capo. Ma d'altra parte Silvio Berlusconi ha fondato il suo successo proprio sulle sue capacita' di incantatore. Quando e' entrato in politica solo uno sprovveduto non era in grado di capire che il suo obiettivo era quello di difendersi da processi e da galera considerato che il suo difensore d'ufficio, Bettino Craxi, era finito nella maglie della giustizia. La sua campagna elettorale non prevedeva un progetto o un programma politico ma semplicemente degli slogan che chiunque avrebbe potuto sbandierare. Diminuzione delle tasse e aumento di posti di lavoro le sue parole d'ordine, ma ancora una volta solo un allocco non si rendeva conto che in nessuna occasione Berlusconi si prendeva la briga di spiegare come avrebbe potuto raggiungere quegli obiettivi. Ed infatti non solo quel primo governo ma anche il suo secondo governo fallirono l'obiettivo. Dal secondo governo in poi la sua ossessione poi e' stata quella di bloccare i propri processi e le ha tentate di tutte ma ancora il suo disegno non si e' concretizzato. Purtroppo pero' ci e' capitata fra capo e collo una crisi economica e finanziaria mondiale che ha portato al disastro totale un paese senza governo ormai da 17 anni. E lo abbiamo visto anche oggi, piuttosto che dare delle risposte concrete ad una manifestazione di giovani senza futuro, l'Indagato del Consiglio ha preferito andare ancora sotto i riflettori di Lampedusa. Ma quanto potra' durare ancora questa messa in scena ? Dipende tutto dagli allocchi che pendono dalle sue labbra e che in queste ore stanno bevendo i suoi sproloqui contro costituzione e magistratura ed i legami dello stato democratico che gli impedirebbero di governare. Ora pero' la situazione potrebbe diventare gravissima perche' se davvero modifichera' la costituzione riducendo la nostra repubblica ad un regime sotto il comando del Capo del Governo, dopo saranno dolori per tutti, ed allora se gli allocchi non si svegliano dal loro sonno, e' la parte buona del paese che deve rimboccarsi le maniche e scendere permenentemente in piazza fino alla caduta dell'Indagato.

giovedì 7 aprile 2011

Il fascismo verde produce solo vittime disperate

Ecco i risultati della politica del governo nei confronti dell'immigrazione e della tragedia della guerra nel Nord Africa. Tutte le contraddizioni e l'inefficienza della politica della maggioranza del centro destra in merito ai problemi dell'immigrazione si stanno rivelando in tutta la loro drammaticità. Sotto la spinta razzista della Lega si è pensato di risolvere il problema instaurando nel nostro paese una brutta copia delle legge razziali del periodo fascista e introducendo l'obbrobrio del reato di clandestinità. Una politica che si è rivelata completamente insufficiente ad affrontare l'emergenza delle rivolte nel Nord Africa. Ed anche gli appelli all'Europa che si stanno facendo in queste ore, scaricando sulla stessa Europa, le inefficienze del governo italiano. Da quando Berlusconi governa insieme alla Lega, sia in questa legislatura che nel suo precedente governo, l'Italia si è sempre più allontanata dall'Europa mostrando una politica indecente per un paese che è statp uno dei paesi fondatori dell'europa unita. Ma ora che le ideologie della Lega sono insufficienti e ridicole per affrontare un problema serio, l'Europa mantiene quella distanza che l'Italia stessa ha scavato. La Lega da quando è nata fonda la sua politica sul razzismo e sulle battute ad effetto, destabilizzanti e criminali come le ultime del suo capo Bossi. Senza mettere in conto poi che i confini reali poi sono stati definti dalla stessa Lega. Basta vedere l'accordo fatto con le regioni e verificare che la distribuzione degli immigrati sul territorio nazionale è stata messa in atto lasciando fuori le regioni del Nord. Quindi non solo l'Europa lascia da sola l'Italia, ma è l'Italia stessa che si divide in due grazie alla Lega Nord ed alla sua politica, razzista, fascista e secessionista. Prima di accusare l'Europa mettiamo in ordine la nostra politica interna, una politica che sta portando il paese alla rovina in ogni settore della vita sociale, pubblica e culturale grazie alla Lega ed a Berlusconi che non sa fare altro che mettere in piene sceneggiate che riescono a imperssionare solo allocchi e decerebrati. E' certo che l'emergenza africana non può essere affrontata solo dall'Italia in quanto frutto di un modello di sviluppo della società capitalista che è palesemente fallito, ma è anche vero che la situazione che si sta verificando in Italia è anche il frutto di una politica internazionale dissennata portata avanti da Berlusconi e dai suoi alleati. Una politica che ha portato ai morti di ieri e che ha già mietuto oltre 800 vittime in questo 2011.

mercoledì 6 aprile 2011

Il dittatore trincerato nei propri palazzi

La giornata di oggi conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogna, che siamo alla fine della stagione del Presidente del Consiglio, nonchè plurindagato, nonchè Silvio Berlusconi. Essere costretto a non presentarsi all'Aquila in occasione del secondo anniversario del terremoto ha infatti un significato che va oltre ogni altra riflessione di tipo politico. Il terremoto dell'Aquila è stato sfruttato oltre ogni limite della decenza da parte del Presidente del Consiglio per mostrare l'efficienza non dello Stato ma soprattutto sua. Oggi che anche questa triste vicenda appare come un grande bluff, come un palcoscenico da usare per scopi elettorali, come ha usato il problema dei rifiuti di Napoli, come sta usando la drammatica vicenda dei disperati del Nord Africa, il Caimano, l'Indagato del Consiglio, il Dittatore di Arcore molto opportunamente non si è presentato sulla scena per autoglorificarsi. Per fortuna dico io. Non solo per quelle vicende giudiziare che ormai lo hanno reso ridicolo al mondo intero trascinando in questa vergogna anche le istituzioni ed il paese intero, ma anche e soprattutto perchè la ricostruzione dell'Aquila a parte qualche centinaio di appartamenti ricostruiti in tempi abbstanza rapidi, sostanzialmente per il momento è fallita. E non è l'unico fallimento di questi tre anni di governo. Il disastro più grosso Berlusconi lo ha compiuto in politica estera anche tralasciando le sue uscite folkloristiche a base di corna, di battute fuori luogo e di incapacità di stringere rapporti che esulino da amicizie di dubbio significato. La vicenda libica è emblematica in questo senso. Dopo la prostrazione verso Gheddafi con il famoso baciamano ed il trattato capestro per bloccare gli espatri dal Nord Africa verso l'Italia, Berlusconi ha messo in atto uno dei più clamorosi voltafaccia che la storia dell'umanità ricordi entrando in guerra verso colui che fino a pochi mesi prima era ritenuto un onorevole amico. Un gesto che l'Europa e gli Stati Uniti non hanno sottovalutato e lo hanno dimostrato lasciando fuori l'Italia nei momenti importanti in cui si discuteva e si stabiliva il da farsi per arginare la guerra civile in atto in Libia. Ma non è tutto. Perfino la Tunisia si è di fatto rifiutata di strungere accordi con l'Italia in merito all'immigrazione fino a che alle trattative ha partecipato Silvio Berlusconi. Il capo del governo era appositamente volato insieme a Maroni a Tunisi, ma si è trattato di una giornata completamente persa, che solo la tenacia di Maroni ha risolto nel giorno successivo quando il Presidente del Consiglio era tornato a Roma.
Silvio Berlusconi è ormai impresentabile ha qualsiasi manifestazione pubblica nazionale e internazionale, non ha l'autorevolezza di rappresentare nè se stesso nè tanto meno lo Stato italiano ed anche il Presidente della Repubblica, benchè limitato nei suoi poteri, se ne è reso conto, unico rappresentante della Stato italiano allo sfascio che abbia portato un pò di conforto alle popolazione dell'Abruzzo ormai abbandonato a se stesso. E mentre va in onda questa commemorazione il parlamento viene umiliato nella discussione per sottrarre Berlusconi da accuse vergognose e nell'approvazione del processo breve che, fra l'altro, causerà il blocco dei processi per la strage di Viareggio e, non è difficile immaginarlo, anche di eventuali processi per il terremoto dell'Aquila. Ma lui sta nei suoi palazzi a manovrare i burattini del suo governo e del suo partito.

martedì 5 aprile 2011

Arriverà la resa dei conti ... o se arriverà

Puntuale come un orologio e' arrivata oggi l'ennesima pagina vergognosa della storia di questo malandato paese ormai asservito nelle sue istituzioni al servizio del Plurindagato del Consiglio. La Camera approva il conflitto di attribuzione con il chiaro intento prima di sottrarre il processo Ruby alla magistratura di Milano e consegnarlo in mano al tribunale dei ministri, per poi successivamente negare l'autorizzazione a procedere e quindi salvare ancora un volta il Presidente del Consiglio da un processo e da una probabile condanna. Questa volta l'accusa e' molto grave e decenza vorrebbe invece che il processo si svolgesse immediatamente e che magari il Capo del Governo si dimettesse, ed invece eccoci qua a commentare un'altra vergogna che allunga la serie infinita inanellata in questi 17 anni. Inutile stare qui a raccontare i fatti ormai noti, la vicenda giudiziaria che avrebbe un'importanza relativa rispetto all'opportunita' per un paese civile e democratico di essere governato da un personaggio del quale si abbia il minimo sospetto per fatti cosi' gravi. E cosi' via a ricordare tutto quanto e' gia' stato detto da parte di chi ha ancora in minimo di senso civico in questo paese allo sfascio morale, civile, politico, istituzionale. Il dibattito oggi e' stato fra l'altro all'acqua di rose, grazie anche al rimprovero fatto dal Presidente della Reppublica a tutti i capi gruppo della Camera, un Presidente della Repubblica che forse dovrebbe farsi sentire in maniera piu' energina che gridare tutta la vergogna che una buona parte del paese ormai prova per una situazione diventata giorno per giorno insostenibile. La decisione vergognosa della camera, che e' un vero e proprio insulto per tutti i cittadini onesti di questo paese, e' stata presa con soli 12 voti a favore della maggioranza e vale la pena di ricordare che in aula erano presenti tutti i ministri chiamati a raccolta dal Capo Supremo per non far mancare nemmeno un voto alla sua causa. Un branco di servi che avrebbero ben cose piu' importanti da fare piuttosto che votare una deliberazione che fra le altre cose prende in giro l'intelligenza dei cittadini italiani, anche quella dei seguaci del Grande Fratello o di Amici, facendo credere che Silvio Berlusconi era convinto di intercedere presso la questura di Milano in favore della nipote di Mubarak. Ed ora non rimane che aspettare il prossimo atto della vergognosa farsa ... quello della prescrizione breve ... ed il gioco sarà fatto. Fino ai referendum del 12 giugno, li' ti aspettiamo Caimano.

lunedì 4 aprile 2011

Dopo i sindaci sceriffi ora i governatori generali d'armata

Ormai le speranze che in questo paese qualcuno, e soprattutto chi ha la responsabilità di governo, si occupi della crisi economica, del lavoro, della disoccupazione, dell'ambiente, di un piano energetico, del degrado della cultura in parole povere dei bisogni reali dei cittadini sono definitvamente perse. Domani sarà una giornata cruciale alla camera ma di che cosa si parlerà ? Di evitare al Presidente del Consiglio il processo Ruby, della prescrizione breve per togilere di mezzo alcuni processi nei quali è sempre coinvolto il Presidente del Consiglio poi forse della famosa riforma della giustizia per mettere la magistratura sotto il controllo della politica, naturalmente a salvaguardia del Presidente del Consiglio. In questo festival di legge e riforme ad personam ed ad castam per le quali il maggior impegno è profuso dalla Pdl, il partito o meglio dire l'organizzazione di Silvio Berlusconi, l'altro partito di governo, la Lega, è fortemente impegnato a destabilizzare il paese con l'obiettivo finale della tanto sospirata secessione. Ed allora ecco un'altra folle proposta di legge presentata dai nuovi fascisti verdi, quella che prevede l'istituzione di eserciti regionali. Nella proposta di legge si tratterebbe di eserciti il cui compito non sarebbe solo ristretto al campo nel quale oggi già opera la Protezione Civile, ma dedicati anche a vere e proprie azioni militari in caso di atti di terrorismo oppure quando il governatore della regione lo ritenga opportuno. Già ogni presidente di regione sarebbe così trasformato in un vero e proprio generale d'armata, pronto magari a dichiarare guerra ad una regione confinante governata magari da una giunta di colore diverso. Così dopo aver trasformato i sindaci in veri e proprio sceriffi, senza guarda armata ma con poteri speciali, trasformeremo le regioni in stati pronti a farsi guerra l'un con l'altro. I sindaci hanno potuto fare danni solo in termini di ordinanze, ma si sono scatenati in ogni modo possibile con divieti che vanno da sedere su una panchina in più di due persone a il proibizionismo più sfrenato che vieta di consumare anche un semplice biscotto o un gelato passeggiando per la strada oppure di andare vestiti con camice e magliette in maniche lungo quando ad agosto si sfiorano i 40 gradi all'ombra. Che cosa faranno mai i presidenti di regione quando domani avranno a loro disposzione un vero e proprio esercito ? Forse non arriveremo mai a festeggiare i 200 anni dell'Unità d'Italia perchè se continua di questo passo fra 50 anni ci vorrà un nuovo Garibaldi per riunificare un paese che potrebbe anche essere definitvamente scomparso. Chi chiameremo a liberarci ... Goldrake ? Intanto mentre la Lega presenta la sue leggina qualche regione come il Lazio fa qualche prova tecnica per non farsi trovare impreparata ed oggi ha inaugurato una organizzazione paramilitare: la Tevere Rangers o meglio detti, per la serie parla come mangi, i guardiani del tevere. Spesa 20.000 euro l'anno per 40 persone .. beh nemmeno tanto. La domanda però sorge spontanea: in un paese dove già abbiamo guardia di finanza, polizia, carabinieri, guardia forestale, vigili urbani,. c'è così tanto bisogno di creare altri corpi speciali che inevitabilmente andranno a scontrarsi con quelli già esistenti oltre che naturalmente aumentare la spesa pubblica. Se questo è il federalismo ... che sia buttato a mare, ma lo pensavo già prima.

domenica 3 aprile 2011

Il regime chiama a raccolta

Le dichiarazioni del ministro dell'ingiustizia, Angiolino Alfano, evocano i fantasmi del regime, quel regime che piacerebbe tanto al suo capo Berlusconi. Non si è mai sentito in una democrazia occindentale che la maggioranza al governo chiama a raccolta per manifestare ... contro chi e per chi ? In democrazia la maggioranza governa e fa le leggi non ha bisogno di manifestazioni di piazza soprattutto una maggioranza di centro destra come quella attuale nel nostro paese che ha o forse aveva i numeri per far approvare al parlamento qualsiasi genere di legge. Certo quando le leggi che si vogliono far approvare sono provvedimenti che riguardano una sola persona, che cercano di preservare quella persona dai processi che lo attendono, che disattendono le regole generali della democrazia e soprattutto vanno contro la costituzione, anche avendo i numeri non è compito facile far passare questo genere di leggi. Ed infatti ormai da tre anni, ma si può dire ogni qual volta al governo si è trovato Sivio Berlusconi, questo genere di leggi sono state tutte bocciate dalla Corte Costituzionale o, come accaduto la scorsa settimana, sono state di fatto bloccate da una sollevazione popolare che ha avuto come diretta consequenza il blocco dei lavori parlamentari. Ora, in presenza di una perdita evidente di consenso popolare, come nella migliore tradizione dei regimi dittatoriali che devono mostrare i muscoli per dare dimostrazione di una forza che non hanno, un ministro di un governo che si professa democratico chiama in piazza i propri simpatizzanti per difendere la riforma costituzionale in materia di giustizia, ma per difenderla da chi e da che cosa ? Da una forza che non ha per poterla approvare ? Da un paese che ormai non ne può più di questi goffi tentativi di tenere lontano Silvio Berlusconi dalle aule giudiziarie ? O dalla propria incapacità di governare ? Quello della manifestazione di piazza da parte di chi governa è un concetto estraneo alla democrazia, ma, come ormai anche gli asini dovrebbero aver capito dopo ben 17 anni, all'Indagato del Consiglio della democrazia non interessa proprie niente. Se cosi' fosse non avrebbe portato al governo fascisti vecchi e nuovi e non avrebbe nominato ministro uno squadrista come il ministro della guerra La Russa. Purtroppo questo è stato possibile anche grazie all'inconsistenza della opposizione e soprattutto grazie allo sfacello della sinistra dovuto soprattutto al folle progetto del Partito Democratico. Un'opposizione incapace di capire quanto siano gravi le dichiarazioni del ministro Alfano che chiama il popolo alla guerra civile, che alimenta le tensioni fra i due schieramenti tentando di portare lo scontro proprio sul piano fisico considerata ormai la cronica incapacità di governare un paese allo sbando sia sul piano interno che internazionale. Prepariamoci perchè il peggio non è ancora arrivato purtroppo.