mercoledì 31 ottobre 2012

Un'altra berlusconata di Grillo


Se si giudicasse solo dalle parole, dai proclami, dalle dichiarazioni sarebbe veramente difficile distinguere il berlusconipensiero dal grillopensiero. Stesso stile urlato, stessa tracotanza e prepotenza, stessa superbia e stesso mancato rispetto anche per i propri attivisti. Per non parlare della stessa mani dittatoriale nel gestire un'organizzazione politica che la si voglia chiamare partito o movimento non fa differenza. Grillo ha dettato le sue regole, i suoi dieci comandamenti, decisi esclusivamente da lui personalmente e non certo approvati in maniera democratica dai partecipanti al suo movimento politico, più o meno come si è sempre comportato il cavaliere prima con Forza Italia poi con il Pdl. E chi sgarra è oggetto di ingiurie. Una di queste regole è quella di non apparire nelle trasmissioni di approfondimento televisivo, come se si trattasse di una partecipazione al tavolo del demonio. Ieri sera una "grillina" ha trasgredito a questa regola ed ha partecipato a Ballarò, dimostrando fra l'altro che, a discapito del comico genovese, ci sono anche persone che in qualche modo hanno una testa pensante (anche se non si spiega come possano subire la tirannia del saltimbanco). La reazione del novello dittatore non si è fatta attendere in tutta la sua violenza verbale e personalizzata verso la ragazza che ha osato tanto. Una reazione irrispettosa verso la ragazza e offensiva soprattutto per la donna: "E' il punto G che ti da' l'orgasmo nei talk show". Veramente volgare e offensivo. Mi spiace ma non basta avere delle buone idee o dei buoni programmi (che personalmento non vedo) per proporsi come leader politico di un movimento che aspira a sostituirsi agli attuali partiti politici. E' vero che Grillo non si presenta e non si presenterà alle prossime elezioni, ma rimane il fatto che guida le fila degli attivisti del movimento guidandone l'operato e bacchettandoli fino all'espulsione nel caso di comportamenti non in linea con quanto deciso dal saltimbanco. Ora mi chiedo: questo atteggiamento potrebbe anche andare bene fino a quando rimani un movimento di protesta, ma quando il M5s diventa un partito con suoi appartenenti eletti in cariche istituzionali, queste persone dovrebbero rispondere in prima persona ai propri elettori e non certo ad un burattinaio a sua volta manovrato da un guru che agisce nell'ombra. Ecco perchè il movimento non convince proprio e, qualora arrivasse davvero a ricoprire cariche politiche importanti, ci rtiotroveremmo con un paese guidato da un vero proprio dittatore nascosto nel suo "tabernacolo" come dice il buon Bersani. Se qualcuno trova questo attegiamento diverso da quello di colui che ha portato discreto al paese negli ultimi venti anni, spieghi per favore queste differenza.
 

Primarie: una sceneggiata per rastrellare soldi


Stiamo entrando nella fibrillazione delle primarie, una sceneggiata dal sapore melodrammatico per la loro inutilità. Inutili in primo luogo perchè per la nostra costituzione il presidente del consiglio non è eletto dai cittadini, ma nominato dal Presidente della Repubblica deve poi ottenere la fiducia del parlamento. Quindi è perfettamente inutile che attraverso le primarie, si scelga un candidato che poi potrebbe tranquillamente non diventare il presidente del consiglio. Il governo Monti ne è un esempio lampante, Silvio Berlusconi, il capo di un governo con una maggioranza mai verificatasi nella storia della Repubblica Italiana, si dimette e si insedia un governo di non eletti nel rispetto totale della Costituzione Italiana. Sotto certi aspetti inutili se prima non si stabilisce quale sarà la legge elettorale con la quale si andrà al voto. Se per esempio l'attuale legge non sarà modificata, le primarie del Pdl non serviranno a niente in quanto sono primarie di partito è pensare il Pdl al governo da solo nella prossima legislatura, è solo fantascienza. Se la legge di Calderoli sarà modificata, potrebbero diventare inutili quelle del Pd che sono primarie di coalizione, ma se si voterà con il sistema proporzionale il castello della coalizione cadrà. Insomma da qualunque parti si guardi questa vicenda delle primarie, assume sempre più i toni di una presa in giro. Ma c'è un aspetto che forse scopre i giochi dei due maggiori partiti che ricorerrano, nel prossimo mese e mezzo, alla corsa delle primarie: rastrellare un po' di soldi. Sembra inverosimile, ma in questo momento è l'aspetto piu' credibile. Travolti dagli innumerevoli scandali dei tesorieri di partito, con il paese stretto nella morsa della crisi economica che è andata a intaccare anche i consumi alimentari, da sempre settore trainante della economia italiana, Il Pd ed il Pdl non si vergognano nemmeno un po' e non mettono nemmeno in discussione la richiesta di un contributo di 2 euro per andare a votare alle primare. E tutto questo dopo che si sono riappropriati di soldi pubblici contro il volere degli stessi cittadini, dopo che si è scoperto le ingenti somme percepite in questi anni come rimborsi elettorali e dopo che tali rimborsi sono spesi a totale discrezione dei partiti stessi. In questa situazione piuttosto drammatica i due maggiori partiti a livello nazionale non si fanno scrupoli a chiedere al cittadino che andrà a votare per le primarie l'obolo di due euro. Non è stato nemmeno sufficiente l'insegnamento del Movimento a 5 stelle che con solo 28.000 euro ha condotto la sua campagna elettorale in sicilia mentre per esempio Matteo Renzi per la sua commedia del viaggio in camper per l'Italia ha già rastrellato oltre 100.000 euro. Quindi ancora soldi, non solo per votare, ma anche per fare la inutile campagna elettorale per partecipare alle primarie. E' appare davvero strabiliante come ci siano ancora cittadini disposti a gettare soldi a fondo perduto per qualcosa che ha nessuna utilità reale. Un altro tassello verso l'astensionismo delle prossime elezioni politiche ed un altra picconata alla credibilità, ormai ridotta al lumicino, di partiti che non riescono proprio a entrare nel tessuto sociale italiano e nei suoi drammatici problemi.

martedì 30 ottobre 2012

Tutte le comiche del dopo voto


Capita a volte che nella drammaticità di una situazione si trovi la forza di sorridere e di prendere tutto con ironia, una specie di antidoto per la sopravvivenza perchè non si può sempre vedere il lato serio delle situazioni altrimenti, soprattutto in questo periodo, ci sarebbe da sottorrerarsi e farla finita. Fra ieri sera e stamani ascoltare le analisi ed i commenti dei politici e dei presunti politologi è veramente esilarante, una specie di commedia all'italiana nella quale ogni attore fa a gara a sparare le ... cazzate più grosse. Sono pochi i commenti con un minimo di senso della realtà, una realtà che fra l'altro è molto semplice. La politica italiana ha giocato per anni con l'elettore prendendolo continuamente in giro, basta ricordare per esempio qualche referendum disatteso come quello su finanziamento dei partiti, o qualcuna delle migliaia di promesse fatte in ogni campagna elettorale poi continuamente disattese. Purtroppo la maggioranza dei cittadini ha deciso di rispondere a questa presa in giro, diventata più evidente con la crisi economica che i politici fanno pagare ai cittadini onesti, con l'astensione. Questo è il frutto di un ventennio in cui si è lavorato a fondo e con successo per togliere al cittadino la capacità di analisi e di pensiero, mettendo in atto un lavaggio del cervello mediatico senza precedenti. Ed il lavoro è andato a buon fine se oggi il 53% dei siciliani hanno pensato di cambiare qualcosa non andando a votare. Se per qualche ora riusciamo a distaccarci da questa situazione drammatica, quello che si ascolta e legge in queste ore deiventa divertente. Intanto tutti che si affannano a declamare una frase che circola insistentemente "Basta parlare di antipolitica" senza rendersi conto che chi la pronuncia impersonifica proprio l'antipolitica. Non è Grillo l'antipolitica ma coloro che hanno portato il paese in questa condizione favorendo l'ascesa di chi, Grillo appunto, fa politica ma di basso livello. Tutti i partiti, quelli di sinistra in testa, hanno lavorato per abbattere le ideologie, le idee, i principi, hanno cioè distrutto la politica ed oggi, pronunciando il termine antipolitica, non fanno altro che diffondere l'antipolitica stessa. I numeri lo confermano: il 53% di astensione è la vera antipolitica. Ma la comicità non finisce qui. Tutti si sforzano di manipolare quell'esercito di astenuti a proprio uso e consumo, ma non solo i politici anche qualche giornalista o pseudo tale. Bersani canta vittoria perché per la prima volta conquista la regione sicilia e non importa se probabilmente non riuscirà a governare. Alfano e quasi tutto il centro destra lasciano intendere che alla fine quel 53% sono tutti elettori del centro destra e quindi alla fine sono sempre loro ad avere la maggioranza, peccato che non l'abbiano nel parlamento siciliano, ma questo è un dettaglio. Il giornalista di turno, Ferrara in questo caso, si lancia in un esercizio "matematico" senza pecedenti posizionando il Movimento a 5 stelle al terzo posto invece che come primo partito della sicilia. Si perchè invece di conteggiare i voti del singolo partito, per il centro sinistra mette insieme i voti del Pd con quelli dell'Udc che hanno appoggiato lo stesso candidato, mentre per il centro destra somma addirittura i voti di due diversi candidati che si sono presentati ognuno per conto proprio. Insomma il primo partito è il M5S ma con i se e con i ma passa addirittura la terzo posto. Questa non è antipolitica ? Ed infine gli elettori astensionisti che dopo essersi rifiutati di andare a votare si ritrovano nella situazione di essere governati dagli stessi contro i quali hanno deciso di non votare per protesta, e utilizzati da tutti a proprio uso e consumo. Un esercito di burattini che ha abdicato proprio a rafforzare il partito dell'antipolitica. Se la Sicilia è lo specchio dell'Italia ci sarà poco da stare allegri. Le proteste, le manifestazioni, gli scioperi andrebbero veicolati verso un vero voto di protesta che non è certo l'astensionismo, ma lo capiranno gli italiani ?

lunedì 29 ottobre 2012

Ed alla fine rubare paga ... almeno in Sicilia

Tutti si lamentano, tutti a parole vorrebbero mandare a casa questi politici, tutti scandalizzati per i loro stipendi, i loro privilegi, i denari pubblici che sperperano, a parole sembra sempre che una rivoluzione sia dietro l'angolo ... poi ci sono delle elezioni ed abbiamo in mano gli strumenti per iniziare questa rivoluzione ma come al solito non succede niente, non cambia niente. Risultato finale ci ritroviamo a governare i soliti partiti contro i quali fino al giorno prima tutti si sono scagliati. Questo è quello che sta accadendo in Sicilia quando si è arrivati allo scrutinio di oltre due terzi dei seggi elettorali. Ecco i numeri ancora non definitivi. Il 53% circa degli elettori se ne sono fregati e non sono andati a votare. Del rimanente 47% solo il 21,5% ha votato partiti che non sono implicati in scandali (Movimento 5 stelle, Partiti comunisti di varia natura, Movimenti locali) o direttamente o attraverso qualche loro uomo. Il 21,5% del 47% che hanno votato fa all'incirca il 10% degli elettori. Quindi in buona sostanza solo il 10% degli elettori siciliani hanno effettivamente dimostrato il loro malconento alla politica italiana. Il restante 90% o si è astenuto oppure ha votato i soliti partiti, con il risultato che non ci sarà nessun cambiamento. Il maggior partito siciliano di queste elezioni siciliane, il partito dell'astensionismo, è alla fine il grande sconfitto in quanto, pur avendo la maggioranza assoluta, si rotrovera' governato da Pd e Udc. Questo è il succo delle elezioni siciliane al netto di tutte le chiacchere che si fanno in queste ore e che si faranno in questa serata. A che serve l'astensionismo tanto sbandierato come una forte protesta contro il sistema politico italiano ? A niente, a non cambiare le cose e a ritrovarsi nella medesima melma in cui il paese sta lentamente affondando. Se non si entra nell'ordine di idee che l'unico modo per cambiare le cose in questo paese è andare a votare e votare chiunque, meno coloro che ci hanno portato al disastro e che ci stanno derubando ogni giorno, la strada che ci aspetta sarà ancora più buia di quella in cui ci troviamo adesso. Questa è la triste realtà. Proteste, scioperi, manifestazioni, ma quando siamo chiamati davvero a fare qualcosa di concreto o si sta a casa o si tracciano sempre le stesse croci. E' avvenuto in Sicilia è vero, ma non ci sono elementi per sperare che a livello nazionale le cose vadano diversamente.

domenica 28 ottobre 2012

Un popolo umiliato da un condannato che fa proclami a reti unificate


Lo spettacolo al quale abbiamo assistito non solo e' vergognoso per una paese che pretende di essere una democrazia, ma e' offensivo ed oltraggioso per tutti i suoi cittadini, soprattutto quello onesti, che pagano regolarmente le tasse e che sopportano in questi mesi il peso di una crisi senza precedenti. Cittadini che sorreggono fino all'inverosimile una situazione che, senza i loro sacrifici, sarebbe gia' andata verso la catastrofe. Ebbene questi cittadini onesti hanno dovuto sorbirsi su tutte le televisioni, sui siti on line, in diretta televisiva, in streaming su alcuni siti web, si parla anche in qualche cinema nel quale e' stata interrotta la programmazione, le farneticazioni di un delinquente che dopo aver subito una condanna per frode fiscale si presenta davanti alle telecamere a reti unificate per sproloquiare contro la giustizia, contro la dittatura della magistratura ed a ricattare il paese minacciando di far cadere il governo. E' stato uno spettacolo inverosimile con i giornalisti che facevano le domande e applaudivano alle risposte del condannato come se esponesse teorie rivoluzionarie per amore del proprio paese. Uno spettacolo che ci ha riportato agli occhi del mondo nel baratro piu' profondo, incapaci di dire basta ad un simile pazzo e pericoloso uomo che agisce come il peggior dittatore che la storia  del pianeta ricordi. Un'offesa per tutti quelli che, grazie anche alle sue truffe ai danni dello stato, sono stati chiamati a vuotare le proprie misere tasche per riparare appunto ai guasti causati non solo dalla crisi ma anche della evasione fiscali della quale il condannato e' uno dei maggiori responsabili. Ma quanti condannati dalla giustizia in questo paese possono permettersi tanto ? Quanti possono contare sul sostegno di schiere di giornalisti pronti ad osannare il colpevole di un reato ? Su questo il condannato ha ragione, la legge non e' uguale per tutti. Solitamente chi subisce una condanna in un qualsiasi processo non puo' presentarsi a rete unificate a sproloquiare sulla giustizia italiana ed a promettere la riforma della stessa a proprio uso e consumo. Come potremo mai finalmente liberarci di un delinquente che ha portato lo stato alla catastrofe economica, finanziaria, morale, culturale e chi piu' ne ha piu' ne metta. Basteranno una matita ed una scheda elettorale per mandarlo finalmente nell'unico posto dove merita di stare ? La galera con una porta senza chiave possibilment murata. Si potra' spedirlo in galera in maniera democratica o sara' necessaria una vera e propria rivoluzione ? Ma vera non come le ultime manifestazioni che si svolgono in Italia e che per qualche ora portano in piazza gente arrabbiata ma che si limita a sfilare, cantare e ballare per poi tornare a casa a pagare il gas, l'enel, la benzina, l'Imu ed a trovare i soldi per mangiare. No cosi' ormai non basta piu': si deve scendere in piazza per rimanerci fino a quando con le buone o le cattive questi delinquenti, comandati dal capo banda appena condannato, non lasciano le poltrone che occupano ormai senza averne piu' titolo. Dobbiamo recuperare la nostra dignita' calpestata e messa alla berlina da un delinquente che dopo aver mangiato il cervello a un'intera generazione pretende di continuare a vivere e delinquere alle nostre spalle.  

Ed ora vediamo quanti cervelli sani esistono ancora nel paese


Sono davvero curioso questa volta di vedere quanti italiano daranno credito a questo uomo senza dignità, perchè sono certo che ce ne saranno, e gli daranno il proprio voto pensando che davvero ritorni alla carica per liberare il paese dalla giustizia tiranna piuttosto che per sistemare i propri problemi con la giustizia. Una teatrino veramente squallido, sconcertante, penoso e offensivo per tutto il popolo italiano. Maestro della comunicazione e delle sceneggiate ha scelto tutto con perfetto tempismo buggerando anche il proprio partito e tutti i suoi "leccapiedi". Sapendo che stava per uscire la sentenza nel processo più pericoloso che era riuscito a frenare in tutti i modi, due giorni fa lancia proclami e videomessaggi annunciando la sua ritirata. Tutti i suoi "fidati" seguaci esaltano la scelta del caimano come una scelta per il paese, ma soprattutto intravedono finalmente uno sbocco per loro stessi. Tutti con la lingua di fuori a leccare il capo che finalmente lascia la scena per fare spazio allo scannamento dei vari Alfano, Santache', Meloni, Gasparri ... e via dicendo. Ieri arriva la sentenza che finalmente lo vede condannato, anche se solo in primo grado per truffa, evasione fiscale e via dicendo. Oggi torna lestamente sui propri passi perchè non può lasciare in mano il paese in mano ad una giustizia che minaccia, secondo lui, la democrazia. Ed ora tutti i suoi leccapiedi sono di nuovo nella disperazione, a parte la Santache', la piu' patetica di tutti, che dopo aver lodato il capo per aver lasciato, oggi è corsa subito a baciarli le mani per il suo ritorno. E ritorna mostrando tutta la sua anima da mafioso, annunciando ritorsioni verso lo stato che ha osato propinargli una condanna più che meritata. Minaccia di togliere la fiducia al governo Monti come ricatto contro questa condanna. Oddio non che sia un grave problema la caduta del governo Monti, ma rischia di portare consequenze che naturalmente saranno pagate dai cittadini già abbastanza tartassati dal governo stesso. Oggi è uscita tutta la vera anima di quest'uomo che ha saputo fare il lavaggio del cervello ad un'intero stato e rimanere al comando per venti anni protando lo stato stesso allo sfacello per starsene lontano dalla galera. Ed ora che la galera è più vicina, eccolo che torna in campo mettendo mano a tutta la sua potenza di fuoco. Ora la parola passa davvero agli italiani, vediamo se ancora daranno credito ad un delinquente, oppure finalmente vorranno liberarsi una volta per tutte di colui che li ha portati ad essere sommersi dalle tasse, con un parlamento pieno zeppo di indagati, condannati e inquisiti, con una corruzione dilagante, ed uno stato al servizio dei suoi problemi giudiziari. Voglio proprio vedere se finalmente lo sotterreranno definitvamente o si faranno mangiare anche quel poco di cervello rimasto.

sabato 27 ottobre 2012

Combattiamo la corruzione: ecco chi non votare in Sicilia


Come è stato dimostrato in questi giorni i partiti non hanno alcuna intenzione di combattere il fenomeno della corruzione nella politica. Oltre le parole ci sono i fatti ed i fatti parlando di un decreto anticorruzione che è una vera e propria farsa con il quale non si tengono lontano dalla politica nemmeno quei personaggi che hanno delle condanne definitive. Come già ricordato da qualcuno, per fare il bidello in una scuola non devi avere avuto problemi con la giustizia, per fare il politico e sedere in parlamento non è necessario, qualunque delinquente può fare il parlamentare. Leggevo in questi giorni su un social network: per fare il medico, l'ingegnere, l'infermiere o qualsiasi altra professione serve una laurea, per fare il parlamentare o il ministro non solo non serve una laurea ma lo possono fare tutti anche coloro che hanno avuto condanne per reati contro la pubblica amministrazione. Non è solo colpa della politica se si è venuta a creare questa situazione, ma anche dei cittadini che hanno permesse e consentito a certi personaggi di andare ad occupare una poltrona in parlamento. E' vero che per quanto riguarda le elezioni politiche siamo stati privati da una legge assurda del diritto di scegliere i nostri rappresentanti, ma comunque abbiamo continuato a votare partiti che proponevano al loro interno candidati con problemi vari con la giustizia. Se vogliamo davvero debellare la corruzione anche noi cittadini dobbiamo diventare parte attiva iniziano, per esempio, a non dare il nostro voto a chiunque sia coinvolto in problemi giudiziari a qualunque titolo. Che sia indagato, inquisito, coinvolto in un processo o peggio ancora condannato non deve avere il nostro voto e non deve rappresentarci a nessun livello. Domani e dopodomani si svolgono le elezioni regionali in Sicilia ed i vari partiti non hanno rinunciato a inserire nelle loro liste personaggi con problemi giudiziari di varia natura. Ecco un sito dove sono stati elencati i candidati (circa 40) presenti nelle liste elettorali siciliane che non dovrebbero essere votati a nessun titolo. Consultate il sito e ricordate i loro nomi. 


Questo è l'elenco completo sul sito troverete per ognuno dei candidati foto e relativi problemi con la giustizia. 

venerdì 26 ottobre 2012

Le primarie: un'altra manovra di distrazione di massa

Un tecnica ormai consolidata dalla politica italiana per distrarre i cittadini dai problemi reali è quella di creare una gran confusione o una grande polmenica o un grande dibattito su argomenti che poi risultano essere o falsi problemi o quanto meno una specie di raggiro sulla situazione reale. E' un po' quello che sta accadendo a proposito delle primarie. Lanciate, sulla scorta del modello americano, dall'allora costituente Partito Democratico come una grande dimostrazione di democrazia, oggi, con la crisi totale della politica e con l'uscita di scena di Silvio Berlusconi (attenzione solo come candidato premier), il virus delle primarie si sta diffondendo anche fra altri partiti come la Lega e il Pdl. Ma attenzione il significato delle primarie, valide quando si deve scegliere un segretario di partito o un sindaco di un comune o un governatore di una regione, perdono completamente di significato fino a diventare inutili quando si parla di scegliere il candidato ad occupare la poltrona di presidente del consiglio. Infatti se il sindaco di un comune o il governatore di una regione sono eletti, come il presidente degli stati uniti, direttamente dai cittadini, per il presidente del cnsiglio non è così. Allora a che serve fare le primarie per scegliere un candidato come capo del governo se poi il capo del governo è nominato dal Presidente della Repubblica e successivamente deve avere la fiducia del parlamento ? Si possono fare tutte le primarie che si vogliono ma alla fine ci si potrebbe ritrovare, proprio come da un anno a questa parte, un presidente del consiglio ed un governo non eletti dal popolo ma sorretti comunque da una maggioranza parlamentare. E tutto nel rispetto della costituzione come è avvenuto nel caso del governo Monti. In questi anni uno slogan del centro destra è sempre stato quello del governo e del suo capo, Silvio Berlusconi, eletti dal popolo, ma in realtà questa è una vera e propria bufala perchè attualmente il popolo italiano elegge solo il parlamento e non certo il presidente del consiglio. Solo che, come spesso accade, a forza di dire che una falsità è vera, si finisce per prendere quella falsità come la verità assoluta. Ecco allora che tutta la grande discussione intorno alle primarie del Pd ed ora anche a quelle del Pdl, è completamente inutile. Completate queste due rappresentazioni, se alle elezioni del prossimo aprile si uscisse con nessuna maggioranza, ci potremmo ritrovare ancora una volta con un governo tecnico come quello attuale, in barba a tutta la presunta democrazia delle primarie. Ed allora se si intende davvero aumentare il livello di democrazia nel nostro paese, facendo diventare i cittadini, gli elettori, protagonisti reali di questa democrazia e parte attiva, si dovrebbe prima di tutto modificare la costituzione per prevedere la elezione diretta del presidente del consiglio, solo in quel caso le primarie potrebbero avere un senso vero ed oggettivo. Ma allo stato attuale delle cose, dove i partiti si possono accordare per dare fiducia ad un governo qualsiasi, e dove i parlamentari possono cambiare coloro a loro piacimento infischiandosene dei propri elettori, le primarie sono un problema secondario e privo di significato.

mercoledì 24 ottobre 2012

La paranoia di Grillo per mascherare il vuoto

 
Ormai di str... ops scusate cavolate nel nostro paese se ne sparano a migliaia ogni giorno. E' una gara a chi la dice più grossa e non parlo di cittadini comuni, anzi questi forse sono i più parchi nelle loro esternazioni, quanto piuttosto di politici, giornalisti, ministri, personaggi insomma in vista che dovrebbero rappresentare il meglio della società soprattutto per le funzioni che svolgono. E' uno scadimento continuo e senza fine. Una parte della colpa è di questa società della comunicazione nella quale basta che una rondine faccia pipì e la notizia viene rimbalzata per il paese in pochi secondi, ma un'altra grossa responabilità è dovuta alla statura morale, culturale, sociale dei personaggi che ci circondano. Un tempo sarebbe stato impensabile sentire certe dichiarazioni in bocca a ministri o parlamentari in generale, uomini con idee e principi a volte non condivisibli ma sempre e comunque dotati di cultura ed intelligenza. Il berlusconismo e la demonizzazione delle ideologie hanno portato a questo risultato: avere una classe dirgente e politica "ignorante", culturalmente di livello infimo, incapace di sostenere un dibattito senza urlare o offendere, insofferente alle critiche ed in generale a chi la pensa diversamente. Ognuno ha la verità in tasca e non esiste persona più ingorante di chi sia convinto che il suo credo costituisca la verità. Il problema maggiore, in questo momento in cui la classe politica attualmente in parlamento è fortemente in crisi soprattutto in virtù delle proprie malefatte, consiste nella mancanza di alternative reali, serie e soprattutto di livello superiore in grado di risollevare le sorti del paese. Il maggior esponente della nuova spazzatura che avanza non può che essere il saltimbanco Grillo, che sta assumendo sempre più il ruolo di santone e che spara sentenze offensive ed anche allucinanti. Dal famoso pensiero in cui lo Stato uccide mentre la mafia no, fino ad oggi quando gioisce per la chiusura di 70 giornali. Forse gli italiani, che hanno la memoria corta, non ricordano che anche il Berlusconipensiero era contro la diffusione dei giornali ed anzi invitava i giovani a non leggere. Purtroppo inviti di questo genere sono quasi superflui in questo paese, perchè se la maggioranza degli italiani avesse seguito la carriera del cavalier Berlusconi attraverso i giornali, avrebbe capito di che razza d'uomo si trattava. Un intrallazzatore completamente inaffidabile per la conduzione di un paese. Ed invece ci hanno messo venti anni a capirlo, anche perchè nel frattempo hanno continuato a non leggere e ad alimentarsi con le televisioni dell'imbonitore di Arcore, con la consequenza di bruciarsi i pochi neuroni ancora attivi. Berlusconi probabilmente sarà fuori dalla scena politica ormai, ma i danni provocati sono incalcolabili. Basta vedere la folla che va a seguire il saltimbanco genovese, novello inquisitore dell'informazione giornalistica e televisiva, senza nemmeno rendersi conto che si stanno ripetendo gli avvenimento che portarono il cavaliere al governo. Un uomo strilla contro tutti e tutto mascherando in questo modo il suo vuoto politico ma catalizzando le menti annebbiate di questo paese che probabilmente lo porteranno al potere. E non mi venite a dire che non è lui che sarà votato ma i candidati del movimento 5 stelle, già candidati novelle marionette teleguidate (nell'era di internet e della rete i fili attraverso i quali si manovravano le marionette sono stati sostituiti da social network, blog, e via dicendo) da Grillo e dal suo guru Casaleggio. Scusate io sono un tipo all'antica e inneggiare alla chiusura di giornali per me è un pensiero di stampo fascista, come fascista è Grillo nella gestione del suo movimento.

Siamo tutti un pò choosy"


Cara ministra "Lafornero", mi spiace ma lei ormai non è più Elsa Fornero ma bensì Lafornero sono le consequenze della notorietà ... negativa che lei si è conquistata, la ringrazio per la sua dichiarazione in merito alla presunta "choosità" dei nostri ragazzi perchè alla fine mi ha fatto riflettere ? In fondo anche sua figlia non mi sembra sia tanto distante dall'essere chossy se ha scelto di fare il professore universitario e soprattutto di farlo nella stessa università dove lavora il padre. Vede cara Lafornero in fondo quello che ho sempre detto a mio figlio è né più né meno quello che ha detto lei, ma sono il genitore e non il ministro del lavoro della repubblica italiana che ha una figlia che lavora nella stessa università del padre. Come scrisse a suo tempo quella specie di giornale che si chiama Libero, niente di illegale in tutto questo, ma in un momento in cui l'illegalità sembra il denominatore comune della politica italiana, posso dire almeno indecente. E diventa ancora più indecente quando lei fa le prediche ai giovani e la fa da quel ministro del lavoro che ha cancellato con un colpo di spugna uno dei capisaldi delle conquiste dei lavoratori. Ecco Lafornero per questo gli italiani non accettano lezioni da lei, e non le accettano soprattutto in merito di politiche giovanili del lavoro. Nella sia riforma oltre alla libertà di licenziamento (che in un momento di disoccupazione galoppante è veramente pura follia) ha per caso inserito una norma che consentisse ai nostri giovani di ricevere uno stipendi equo e di non essere trattati come schiavi ? Lo sa lei quanto guadagna quell'esercito di giovani impiegati nel call center o nelle cooperative di servizio tanto di moda in questo periodo in nome della flessibilità ? Quando va bene 7 euro lordi all'ora. Come dire in un'ora di lavoro non riescono nemmeno a guadagnarsi un panino ed un bichiere d'acqua naturale. E come definiriebbe quei giovani che appena laureati dopo 4 o 5 anni di sacrifici che pretenderebbero anche di trovare un impiego in linea con i loro studi, lei pensa che questi giovani siano "choosy". Se lo sono le garantisco che lo sono anche io perchè da padre, dopo aver investito soldi per il futuro di mio figlio, "pretenderei" che questo investimento portasse quanto meno il mio "chossy" a svolgere un lavoro adeguato non solo agli studi effettuati ma anche ai soldi spesi. Se poi il figlio ha svolto un corso di laurea a numero chiuso allora questa mia aspirazione di padre diventerebbe una vera e propria pretesa. Sa dopo aver speso migliaia di euro, dopo aver visto il proprio figlio conseguire la laurea, quel pezzo di carta che lei ha contribuito a far diventare alla stessa stregua della carta igenica (non solo lei certo), vedere il proprio figlio rispondere al telefono o cercare possibili clienti per via telefonica è deprimente. Comunque ripeto non è tanto la sua affermazione che mi scandalizza, anche se viene fatta in un momento in cui trovare un lavoro è molto ma molto più complicato che trovare il classico ago nel pagliaio, ma è intollerabile che queste dichiarazioni siano fatte da un ministro del lavoro che in un anno ha contribuito notevolmente ad uccidere il lavoro. Lei come i nostri politici, come i nostri governanti come in genere le persone che hanno il potere in mano, vive al di fuori dalla realtà, non ha i problemi quotidiani delle famiglie medie italiane, non sa cosa significa per un pensionato non avere più quell'adeguamento della pensione che lei ha cancellato, non sa che cosa sia per un lavoratore in un momento come questo essere licenziato o rischiare di esserlo ogni giorno grazie alla sua riforma, non sa cosa significa per un giovane studiare e poi non trovare lavoro, non sa niente di tutto questo e quindi dovrebbe astenersi dall'esprimere pareri che dimostrano una cattiveria d'animo unica e bene hanno fatto a Nichelino a non farla parlare. E' stato un bene anche per lei mi creda .. ha evitato di sparare qualche altra cazzata.

martedì 23 ottobre 2012

L'Italia dei disastri meravigliosi


E' vero l'Italia è il paese delle meraviglie, che poi queste meraviglie siano disastri, corruzione, disastri ambientali, giornalisti delinquenti, politici ladri, comici che si fingono politici, politici che si fingono alternativi e nuovi, partiti che si camuffano per sfuggire alle ire popolari, poco ha importanza .... sempre meraviglie sono e siamo veramente imbattibili. Se ci fosse una classifica dei paesi più meravigliosi nei loro disastri, l'Italia sarebbe la prima dell'Universo. Scorriamo i titoli dei giornali o i titoli di testa dei telegiornali.
Terremoto dell'Aquila.Tutto il mondo scientifico si meraviglia e critica fortemente la sentenza della giustizia italiana che condanna a 6 anni di reclusione i componenti della commissione grandi rischi che nel marzo 2009 scrissero che a L'Aquila non c'era rischio di un terremoto imminente e tranquillizzavano la popolazione. Dopo pochi giorni 309 morti per una violenta scossa di terremoto. La domanda sorge spontanea: se i terremoti non sono prevedibili come ci è stato detto in tutte le salse e come tutto il mondo scientifico internazionale sostiene, perchè rassicurare una popolazione nell'affermare che non ci sarebbero stati rischi ? Non sarebbe stato meglio dire ... non sappiamo cosa dirvi, un terremoto ci può essere cosi' come non ci può essere, fate voi. Ma questa è la classica prassi dello scaricabarile della politica nel quale gli scienziati sono miseramente cascati. I politici chiedono aiuto agli scienziati sapendo due cose: che L'Aquila pur essendo in territorio sismico è completamente a rischio, che gli scienziati non potranno mai dire che ci sarà un terremoto e quindi rassicureranno la popolazione. Loro, i politici, ne escono puliti. Gli scienziati questa volta cascono nel tranello ed eccoli condannati, ma tranquilli dati lo scalpore suscitato dalla sentenza, non andranno mai in galera.
Giornalisti delinquenti. Altra sentenza discussa e critica è quella che ha condannato il giornalista Sallusti a 14 mesi di galera per aver pubblicato una notizia falsa accusando un magistrato di aver emesso un'ordinanza per far abortire una minorenne. La notizia, benchè completamente falsa, non è stata mai smentita dal giornale che l'ha pubblicata, Libero, ed oggi ci si meraviglia se un tribunale, applicando la legge, condanna Sallusti e la condanna va avanti fino all'ultimo grado di giudizio. Ora la politica sta tentando di salvare il giornalista, ma quante leggi ingiuste provocano sentenze ingiuste per cittadini normali che le subiscono senza che nessuno alzi un dito ? Se Sallusti va in galera non sarà un grosso problema anzi il giornalismo italiano ne trarrà giovamento.
Corruzione dei politici. Nel frattempo arriva un altro caso di corruzione a carico di un politico, l'ex ministro Scajola, che questa volta è impelagato addirittura nel traffico di armi. Ma si sa Scajola ha difficoltà patologiche di memoria, aveva una casa davanti al Colosseo e non sapeva chi l'aveva pagata. Ora dice di aver agito sempre in maniera legale, ma probabilmente dimentica quale sia la legge. Qui però bisogna criticare i giudici, come si fa a pensare che un tipo che non sa chi gli abbia acquistato la casa, sia implicato in un caso di corruzione internazionale per la vendita di armi. Su interdiamo quest'uomo e togliamolo definitivamente dalla politica, ormai sono almeno 10 anni che gira da una poltrona ad un'altra e di casini ne ha fatti abbastanza.
Cattiveria ministeriale. Che dire poi di un ministro, anzi di una ministra, quella del lavoro la famosa Fornero che si presentò in lacrime alla prima conferenza stampa del governo tecnico, che dimostra tutta la sua cattiveria nei confronti del mondo del lavoro ed in particolare dei giovani. Prima bastona i pensionati, poi se la prende con i lavoratori dell'industria cancellando l'art. 18, il più rappresentativo dello statuto dei lavoratori, poi vuole introdurre l'istituo del licenziamento anche nel pubblico impiego, infine se la prende con i giovani "schizzinosi" che, ricordiamolo, hanno un tasso di disoccupazione del 33%. Senza contare poi che i suoi giovani, i figli, sono ben sistemati grazie proprio alla professora. Dopo aver messo in ginocchio migliaia di famiglie non ha nemmeno il rispetto di stare zitta, ma succede solo in Italia.
Il nuovo che avanza. Nel frattempo arriva il nuovo che dovrebbe dare il ricambio a questa classe politica ormai alla frutta. Il nuovo rappresentato da due emuli di Berlusconi, uno che si ispira lla parte comica del cavaliere, Beppe Grillo, l'altro che si ispira al suo stile esteriore, Matteo Renzi. Il primo che dice le stesse baggianate di Silvio ed alla stessa maniera con urla, schiamazzi ed offese, l'altro che espone il vuoto politico e di idee in maniera pacata, ma subdola ed ipocrita. Se perchè mentre Grillo almeno ha dato vita ad un nuovo movimento, Renzi fa la faccia pulita da sinistra ma in realtà è un infiltrato che intende sventrare il già debole Partito Democratico. Entrambi sono seguite da masse di popolo ormai lobotomizzato da venti anni di berlusconismo e incapace di rendersi conto del vuoto delle loro parole.
Partiti travestiti. Il primo appuntamento elettorale dopo la caduta del governo di centro-destra e dopo gli scandali a ripetizione, è quello delle elezioni regionali siciliane. Ma attenzione se andate a spulciare le liste elettorali dei partiti che si affrontano il 27 ottobre priossimo, non troverete nemmeno un simbolo dei partiti attualmente in parlamento. L'unico simbolo conosciuto è quello del movimento a 5 stelle, per il resto tutte formazioni sconosciute. Se volete togliervi la curiosità consultate il manifesto elettorale delle elezioni siciliane e vedrete che bello. Questa mossa può avere due risvolti. Il primo disorientare l'elettore che stufo di Pd, Pdl, Lega, Udc e Idv va in cabina elettorale convinto di non dare il voto a questi partiti e non ne trova nemmeno uno e potrebbe votare chiunque senza sapere chi vota. Il secondo potrebbe essere quello di avvantaggiare il Movimento a 5 stelle, l'unico riconosciobile del panorama nazionale. Staremo a vedere.

Domanda finale: siamo in un paese normale ?

lunedì 22 ottobre 2012

La rivolta dei conigli

Si avvicinano le elezioni ed il trio ABC fa quasi tenerezza nelle sue rimostranze al presidente del consiglio Monti in merito all'ultima stangata della legge di stabilità. I tre moschettieri si presentano a turno davanti a SuperMario, si inginocchiano, gli baciano la mano e poi timidamente uno per uno azzardano le loro proteste. "Caro Mario la famiglia prima di tutto, non puoi togliere le detrazioni per il mutuo" dice timidamente Casini. "Mario mio su dai i professori non possono lavorare 6 ore in più la settimana, caccia fuori i soldi per la scuola" sussurra Bersani. "Mi cosenta caro Monti non puoi aumentare ancora l'Iva, si lo so l'avevamo prevista noi ma era uno scherzo" blatera Alfano accompagnato dal tutore Berlusconi. Ma alla fine finirà come è finita sempre in questo anno: voto di fiducia e tutti allineati e coperti. Come quando hanno fatto tutto quel casino sulla riforma del lavoro e dell'art. 18 della Fornero. L'art. 18 non si tocca, l'art. 18 non è il problema del mercato del lavoro, in aula cambieremo la riforma. Questo era il tono dei proclami prima che la legge fosse presentata in parlamento, poi arriva il voto di fiducia e tutti i buoni propositi sono andati a farsi benedire. Ed ora dopo un anno nel quale la triade ha fatto passare tutti i peggiori provvedimenti di questo governo dalla riforma delle pensioni, alla riforma del lavoro, alla tassa sulla prima casa, agli aumenti a ripetizione delle accise sulla benzina, agli aumenti dell'Iva, ai tagli sulla sanità e sulla scuola, ci vogliono far credere che cambieranno l'ennesima stangata di questo governo. Se avessero voluto davvero avrebbero già preso provvedimenti, ma anzi ora un'altra stangata fa molto comodo a tutti e tre. Utilizzeranno questa finanziaria per fare campagna elettorale e per lanciare proclami su come la cambieranno, ma di fatto intanto gli italiani si prenderanno l'ennesima fregatura. Si perchè la finanziaria o legge di stabilità come la si vuole chiamare contiene un meccanismo perverso che è quello di essere retroattiva. Si interviene sulle spese che potranno essere portate in detrazione sulla dichiarazione dei redditi del prossimo anno ma che si riferisce ai redditi del 2012. Tanto per fare un esempio qualcuno potrebbe aver già effettuato spese di ristrutturazione della casa mettendo in conto una detrazione del 50% dei lavori ed invece si ritroverà con le pive nel sacco. E' come se ad un'impresa fossero tolti dei fondi già pervisti nel proprio bilancio, sarebbe un disastro. Questo è quello che sta facendo il governo. Ma ora ci penseranno ABC che dopo aver ricevuto la benedizione dal vescovo Mario Monti, verranno a raccontarci che si troverà l'accordo e che la legge sarà cambiata ..... il prossimo anno dopo le elezioni. Intanto è comico quanto accade in Sicilia dove i vari partiti si presentano dopo aver cambiato tutti si simboli e tutti i nomi cercando di confondere le idee, non hanno più nemmeno il coraggio di presentarsi con i loro nomi reali cosi' la gente non capirà più niente. Non saprà nemmeno a che area appartiene colui al quale darà il proprio voto. Uno scandalo vero e prioprio se non addirittura una truffa.

domenica 21 ottobre 2012

Per la colonizzazione manca solo l'occupazione militare


Per fare il ministro o il presidente del consiglio in Italia occore una capacità che è indipendente dalla propria collocazione politica: saper dire delle falsità riuscendo a farle passare per vere e quindi creare la convinzione nei cittadini che il governo stia perseguendo l'unica strada giusta per governare il paese. Il maggior esponente di questa strategia di governo è stato sicuramente Silvio Berlusconi che per vent'anni è riuscito a non governare un paese, a farsi i propri interessi soprattutto in merito di giustizia, e a lasciare la maggioranza degli italiani nella piena convinzione che la politica del governo era la migliore possibile. Poi all'improvviso il paese si è svegliato con il castello di carta messo in piedi dal cavaliere che crollava: spread a livelli da fallimento (con consequente drammatiche ripercussioni su tutti coloro che avevano un mutuo da pagare), tasse a ripetizione imposte dal governo tecnico chiamato a riparare i danni causati dal governo di centro destra, disoccupazione a livelli inimagginabili, e via dicendo. Tutto questo mentre il capo del governo lanciava i suoi segnali di falso ottimismo. Oggi ad un anno dall'insediamento del governo dei professori, si sta ripetendo lo stesso scenario. Naturalmente con minore intensità senza raggiungere i livelli dell'ex tizio del consiglio, ma Monti in questi giorni sta perseguendo la politica del suo predecessore. Super Mario da una parte cerca di infondere ottimismo in una popolazione stremata dalla lunga serie di manovre che colpiscono sempre i soliti, dall'altra si prepara il campo in vista delle prossime elezioni, in quanto non gli dispiacerebbe proprio rimanere a Palazzo Chigi. Oltre alla ripresa che Monti vede nei prossimi mesi, ma non si sa che tipo di ripresa considerto che nel 2013 si accentueranno gli effetti delle tasse, dei tagli sugli sgravi fiscali e dell'aumento dell'Iva. Con questa nuova raffica di tasse la ripresa sara' molto difficile. Ma oltre a diffondere falso ottimismo Monti aggiunge una dichiarazione che lascia perplessi: "Grazie a noi - dice Monti - l'Italia non e' stata colonizzata dall'Europa". Se non è una falsita questa. Che cosa si intende per colonizzazione ? Vediamo: l'Europa ha imposto il governo Monti all'Italia, ha imposto la riforma delle pensioni e la riforma del lavoro. Sempre l'Europa ha preteso che fosse inserito nella costituzione un provvedimento che limiterà fortemente la politica di qualsiasi governo salirà al potere: il pareggio di bilancio. Un provvedimento la cui gravità non è sottolineata da nessuno, ma che condizionerà le scelte politiche dei governi futuri. L'Europa si permette addirittura di mettere in discussione gli aiuti che il governo ha concesso alle imprese emiliane colpite dal terremoto. Che cosa manca ancora per la colonizzazione dell'Italia da parte dell'Europa ? Forse l'invasione militare che probabilmente sarà attuata non appena l'Europa stessa si doterà di un esercito proprio. 

venerdì 19 ottobre 2012

Lavorano tutti per Grillo

La campagna elettorale per le elezioni politiche della prossima primavera è iniziata da qualche mese, ma questa è una campagna elettorale molto particolare nella quale tutti i partiti, sia quelli presenti in parlamento che quelli della sinistra radicale fuori dal parlamento, lavorano alacramente a favore non di se stessi ma di un unico movimento: il movimento a 5 stelle di Grillo. Questa attività i partiti di maggioranza ed opposizione l'hanno avviata da tempo, da oltre un anno. Da una parte la maggioranza incapace di governare troppo presa dai problemi sessualgiudiziari del loro capo e dall'altra l'opposizione priva del coraggio necessario per prendere in mano le redini del paese, hanno abdicato in favore del governo tritasoldi di Monti. Già questo sarebbe stato un motivo sufficiente per non dare più alcuna fiducia a nessuna delle formazioni politiche parlamentari. Ma Lega, Pdl, Udc, Pd e Idv non si sono accontentati di questa brutta figura ed hanno aviato una stagione, che sta arrivando al culmine, in cui giorno dopo giorno stanno attuando una specie di suicidio di massa. La Lega si è quasi autodistrutta sommersa dagli scandali che hanno visto protagonista la famiglia Bossi, dopo anni trascorsi al grido di Roma ladrona, hanno dimostrato che anche Milano non scherza. Il Pdl sta crollando a causa del crollo psicofisicomorale del proprio capo, Berlusconi, e quando un partito fonda la sua organizzazione su un nome, al crollo del nome segue il crollo del partito stesso. Gli scandali della Regione Lazio e Lombardia sorprendono solo chi non è attento alla vita di questo partito. Polverini, Fiorito, Formigoni non hanno fatto altro che seguire, in piccolo, le orme del capo: farsi gli affari propri a discapito del bene pubblico. Niente di nuovo sotto il sole. Il partito è allo sbando ed ora anche dall'interno arrivano i rottamatori stile Renzi, capeggiati dalla Santache' che vuole mandare a casa tutti, lei esclusa naturalmente. L'Udc fa storia a se. Ha appoggiato per anni Berlusconi, lo ha mollato, appoggia Monti, è tentato da un'alleanza con il Pd, la solita vecchia politica democristiana: quella cioè di cercare di barcamenarsi un pò al governo un pò all'opposizione ma sempre e comunque ben  saldo sulla poltrona. Il Pd è vittima del proprio partito-carrozzone senza anima e lo dimostra proprio in questi giorni. E' bastato che un giovanotto rampante, amico di Berlusconi e infiltrato fra le sue linee, iniziasse a strillare per farsi notare contro i "senatori" del partito, che questi se la sono subito fatta sotto e cominciano a cedere. Prima Veltroni, poi D'Alema, fra poco vedremo chi altri. Certo il ricambio generazionale potrebbe essere positivo, ma se i vecchi devono essere sostituiti da uomini come Renzi, il Grillo del Pd, allora è come cadere dalla padella nella brace. Comunque il partito, incapace di prendere una linea decisa su qualunque problema del paese, lentamente si sfalda e rischia di essere nuovamente battuto alle prossime elezioni magari proprio dal vero Grillo. L'Idv a sua volta, dopo la campagna contro il Presidente della Repubblica, anche questa condotta con metodi grilleschi, è stato abbandonato al proprio destino dal Pd (unica scelta decisa di tutta la sua storia se sarà confermata) e Di Pietro, a parte la simpatia quando parla, non ha certo la stoffa per vestire i panni del leader. Fuori dal parlamento Rifondazione, Federazione della Sinistra, Pcl  e via dicendo dimostrano ancora una volta la loro incapacità di unirsi sotto un'unica bandiera approfittando di questo momento di caos politico e presentarsi con programmi seri e veramente di cambiamento. Ognuna di queste formazioni si impunta su particolari ininfluenti per mantenere le divisioni, qualcuna covando la tentazione di cercare ancora una volta l'alleanza fallimentare con il PD. Il caos totale gioca a favore del saltimbanco genovese che a forza di strillare contro il mondo intero, mette in campo le sue sceneggiate teatrali (la traversata dello stretto, la scalata dell'Etna) che colpiscono l'immaginario collettivo di un popolo stordito da 2 anni di berlusconismo, e attua la stessa strategia seguita dal cavaliere di Arcore per salire al potere. Urlare slogan senza dire niente e mascherando il vuoto del suo progetto politico attraverso il nulla ma strillato a più non posso. La luce ancora non si vede ammesso che in fondo al tunnel ci sia questa luce.

giovedì 18 ottobre 2012

Il nobel per la pace che uccide


Sono trascorsi pochi giorni dall'assegnazione del nobel per la pace all'Europa che l'Europa mostra i muscoli attraverso la cancelliera Merkel e provoca la morte di un manifestante. Un bel modo di festeggiare il nobel per la pace. Le Merkel mette in chiaro che i vari paesi dell'unione saranno sottoposti ad una nuova dittatura, meno cruenta e violenta, della dittatura nazista che infiammo' tutta l'europa, ma sicuramente non meno forte e decisa. La Merkel vorrebbe intervenire sui bilanci degli stati dell'unione e togliere la sovranita' popolare a quei paesi dove appunto i bilanci mostrano delle falle. Se questa proposta fosse attuata significherebbe la fine di quel poco di democrazia che ancora resiste negli stati dell'unione europea. Gia' nella situazione attuale con l'obbligo del pareggio di bilancio, inserito addirittura nella costituzione del nostro paese, un governo, di qualsiasi colore politico, avra' le mani legate soprattutto per quanto riguarda le politiche sociali che saranno le prime penalizzate per arrivare a questo benedetto pareggi. Ma alla dittatrice tedesca questo non basta, vuole anche un super controllore che controlli appunto i bilanci e metta in mora gli stati che vanno fuori dalle righe secondo il suo metro di giudizio. Nello stesso giorno in cui la cancelliera fa questa proposta di stampo autoritario, in Grecia muore una persona durante una manifestazione ad Atene ed i successivi scontri nella polizia, e in Italia un uomo si da fuoco davanti al Quirinale a causa dei propri problemi di lavoro. Questa e' l'Europa della pace che istiga allo scontro sociale, uno scontro violento nel quale i cittadini, tartassati dalla crisi provocata dalle banche e dalla finanza, sono le vittime predestinate. I suicidi per problemi economici in Italia ormai non si contano piu' ed ora abbiamo anche dei morti durante le manifestazioni nelle quali il popolo mostra la propria rabbia e la propria disperazione. Dovrebbero riflettere su questo aspetto della crisi tutti quei politici italiani che in questi ore si stanno scannando per presentarsi alle prossime elezioni politiche, uno dei tanti problemi sara' sui provvedimenti da prendere per rispondere allo strapotere dell'Europa e della Merkel, uno strapotere al quale nemmeno il governo Monti ha saputo dare una risposta adeguata. Se anche il prossimo governo cedera' ai voleri della Merkel ed ai diktat dell'Europa, il futuro dell'Italia ma soprattutto del ceto medio basso sara' tutt'altro che roseo. Fino ad ora non si sono ascoltate proposte concrete da parte di nessuno dei contendenti e tanto meno dai piu' agguerriti che si propongono come il nuovo che avanza ed in particolare Renzi e Grillo. Le uniche loro parole sono spese per mostrare la volonta' di mandare a casa tutta la politica attuale ma nessuna progetto reale e concreto su come confrontarci con l'Europa e le sue mire di controllo dei singoli stati per proteggere banche e poteri economico-finanziari.

La guerra civile del Partito Democratico


Nel Partito Democratico la campagna per le primarie sta diventando una vera e propria guerra civile non solo fra i candidati alle stesse primarie ma anche fra la classe dirigente e l'infiltrato di Berlusconi, Matteo Renzi. Il rampollo fiorentino invece di fare campagna esponendo il suo programma per capire in che cosa si differenzierebbe da Bersani o dagli altri candidati alle primarie, non fa altro che sparare a zero su tutti i dirigenti del Partito Democratico come se si trattassero di avversari politici di parte avversa. Renzi ha coniato per Veltroni, D'Alema, Rosy Bindi, Bersani e company il termine "rottamare" come se si trattassero di vecchie auto da sostituire, un termine dispregiativo inaccettabile quando si tratta di persone che volenti o no hanno fatto la storia di un partito. Le persone non si rottamano ma anzi si dovrebbe fare tesoro della loro esperienza politica sia in senso positivo che negativo, una esperienza che dovrebbe in qualche modo servire di insegnamento per le nuove leve all'interno di una qualsiasi formazione politica. Secondo Renzi un politico dopo un certo tempo di attività andrebbe mandato in pensione dimenticando un fatto estremamente importante per un paese democratico: un politico dovrebbe essere messo in pensione o confermato nel suo ruolo esclusivamente dagli elettori. In Italia purtroppo questo non avviene in consequenza di una legge elettorale scandalosa che non ha niente di democratico e che è una delle cause della corruzione dilagante nella politica italiana. Il leitmotiv della campagna elettorale di Renzi non è quindi il suo programma o il suo progetto politico, quanto invece la guerra aperta verso i suoi colleghi "anziani" di partito. Il povero grullo non si rende nemmeno conto che, qualora per una sciagurata ipotesi dovesse vincere le primarie, la prima consequenza sarebbe il caos politico all'interno del Partito Democratico. Un caos che è già in atto con il ritiro di Veltroni e con il possibile ritiro di D'Alema se vincesse Bersani o la guerra aperta che lo stesso baffino dichiarerebbe a Renzi in caso di sua vittoria. Molto probabilmente quindi il partito che, dopo la caduta del governo Berlusconi, non ha avuto il coraggio di andare alle elezioni e molto probabilmente al governo, si ritroverà alle prossime elezioni dilaniato e ridotto ai minimi termini se continua questa emorragia di pezzi importanti provenienti fra l'altro dalla sinistra del partito stesso. Renzi insomma sta completando l'opera di distruzione che Berlusconi, troppo preso dalle sue feste e dal mettersi al riparo dalla giustizia, aveva intrapreso con le elezioni del 2008 ma poi non aveva portato a termine. Una vera e propria guerra civile che finirà per riflettersi sul consenso degli elettori, portando ancora acqua al mulino di Grillo e del movimento a 5 stelle.

martedì 16 ottobre 2012

La guerra non si fa solo con le armi


Da qualche tempo il Nobel per la pace sta diventando quantomeno discutibile e non si capisce come sia condotta la selezione per l'assegnazione di un premio che in passato si sono aggiudicato uomini che davvero hanno messo la propria vita al servizio della pace. In parte sarà anche dovuto al significato della parola pace che in questi ultimi anno è stato travisato. Si fa la guerra per portare la pace. Una contraddizione non solo in termini verbali ma anche sostanziali considerato che gli interventi militari in nome della pace effettuati dal mondo occidentale in paesi come l'Afghanistan e l'Iraq, sono state vere e proprie azioni di guerra iniziate con l'invasione di quei territori e portando la morte anche fra gli stessi civili. L'ipocrisia massima in queste azioni è quella dell'Italia, che per non compiere atti contro la propria Costituzione che impedisce allo Stato italiano di entrare in guerra, che ha mascherato i propri interventi militari con il nome di missioni di pace. Difficile immaginare una missione di pace portata con caccia-bombardieri, mezzi corrazzati nella quale diversi militari italiani hanno perso la vita sotto bombardamenti o azioni di guerra del presunt nemico. Se inquadriamo il nobel per la pace assegnato all'Europa in questo scenario pieno di ipocrisia, alla fine questo nobel assume contorni meni assurdi ma sicuramente scevri del significato che la parola pace dovrebbe avere. I paesi europei sono stati protagonisti attivi nella guerra contro Afghanistan ed Iraq oltre aver appoggiato la rivoluzione libica sempre attraverso azioni di guerra. Forse delle tre quest'ultima, la missione in Libia, è stata quella più giustificata dagli eventi, ma rimane comunque un'azione di guerra e quindi il nobel della pace assume tinte fosche e sicuramente personaggi come Gandhi, Mandela, Martin Luter King o Madre Teresa di Calcutta si rivolteranno nella tomba a questa assegnazione di contriverso significato. L'Europa inoltre, in questi ultimi anni, non si è macchiata solo di azioni di guerra in senso stretto, ma ha messo in atto un'altra guerra interna ai propri stati che sta scatenando tensione sociali senza precedenti. L'Europa infatti in questi mesi di crisi, per mano dei suoi stati più potenti, ha imposto a Grecia, Spagna e Italia, ma soprattutto alla Grecia, dei tagli sulla spesa sociale che non solo stanno mettendo in ginocchio i ceti medio bassi, ma stanno scatenando tensioni che potrebbero sfociare in vere e proprie guerre civili. L'azione dell'Europa è stata indirizzata verso la protezione dei poteri finanziari e delle banche a discapito della popolazione e soprattutto dei lavoratori dipendenti e pensionati. Tagli degli stipendi, delle pensioni, licenziamenti anche nel pubblico impiego, drastica riduzione di risorse per la scuola e la sanità, tutti provvedimenti che hanno finito per non intaccare i grandi patrimoni ed i grandi interessi ma che stanno gettando nella povertà milioni di persone. Sembra poi inverosimile che in mezzo a queste grandi manovre finanziare di riduzione della spesa pubblica e aumento delle tasse, non ci sia stata un equiparabile taglio alle spese militari ed agli armamenti. Possibile che nella decisione per l'assegnazione del Nobel della pace non si sia tenuto conto di questo fattore rilevante ? Come si può definire uno stato o una confedarazione di stati pacifista quando, per fronteggiare la crisi, si riducono tutte le spese meno quelle militari ? Paesi europei come Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Italia sono fra i maggiori produttori mondiali di armi, armi che sono vendute in paesi come India, Pakistan, Cina e medio oriente, paesi nei quali i conflitti e tensioni sono all'ordine del giorno e questo è il modo in cui l'Europa favorisce la pace. Insomma questo nobel per la pace si va ad affiancare a quello che qualche anno fa fu assegnato ad Obama appena insediato, assegnato sulla fiducia, una fiducia che poi è stata subito tradita.

lunedì 15 ottobre 2012

Veltroni: l'uomo dai tempi sbagliati


L'uomo, che ha dato vita al carrozzone del Partito Democratico scegliendo il momento meno opportuno per dare il via a quella titanica impresa, non si canddiderà più alle prossime elezioni ancora una volta sbaglia tempi e modi. L'operazione che ha dato vita al Partito Democratico è stata un vero e proprio disastro. Si è trasformato un partito, quello dei Democratici di Sinistra, già abbastanza dilaniato per aver abbandonato simboli ed ideologie del Partito Comunista Italiano, in un carrozzone dove sono stati fatti salire uomini politici diversi e distanti fra loro in merito a molti temi della vita sociale, cuturale ed economica del paese. I risultati li vediamo anche adesso in cui, in un momento particolarmente delicato della vita del paese, il Pd non riesce a prendere posizioni nette su nessuna questione riguardante i problemi che ormai si susseguono uno dietro l'altro nel paese. Un partito che non ha nemmeno saputo prendere in mano le redini del governo nel momento in cui, dopo quasi venti anni, il nemico tanto odiato, Silvio Berlusconi e la sua banda di leccapiedi attorniati da fascisti vecchi e nuovi, gettava le armi ed alzava bandiera bianca. Piuttosto che andare al governo si è scelto di lasciare a Monti ed ai suoi professori il ruolo di picconatori dello stato sociale e dei ceti medio bassi, appoggiando comunque provvedimenti che con il ruolo di un partito della sinistra non avevano niente a che vedere. Veltroni sbagliò anche i tempi per il suo progetto di carrozzone politico. Si impegnò infatti in questa impresa dopo che Prodi, con il sostegno dell'Ulivo, aveva vinto le elezioni e si era insediato a Palazzo Chigi per una manciata di voti e con il sostegno di qualche senatore a vita ormai legato alla vita da un vero e proprio accanimento terapeutico. Invece di sostenere a pieno il governo e fare quelle due o tre leggi urgenti (riforma elettorale e conflitto di interessi per esempio) per dare un colpo definitivo alla destra, Veltroni e soci sprecarono energie per la costituzione del carrozzone. Fu quindi inevitabile la caduta del governo Prodi. L'opera scellerata di Veltroni non si fermo' e proseguì con la scelta di abbandonare al proprio destino la sinistra radicale e di portare alle elezioni del 2008 il Partito Democratico da solo con il prevedibile risultato, grazie anche alla legge elttorale truffa di Calderoli, di perdere le elezioni e di lasciare fuori dal parlamento un partito come Rifondazione Comunista insieme al quale avrebbe sicuramente sconfitto ancora una volta Berlusconi e la sua banda. Ma probabilmente la capacità di non indovinare i tempi e le modalità nello scegliere le proprie azioni, fa parte del Dna politico di Veltroni se anche il suo abbandono della vita politica attiva viene annunciato nel momento meno opportuno. Nel Pd come sappiamo è in atto da mesi uno scontro generazionale fra un gruppetto di giovani rampanti guidati dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, e la vecchia classe dirigente del partito guidata da Bersani. Renzi è il teorico della "rottamazione" (un termine dispregiativo e irreverente verso chi ha fatto politica nell'area di sinistra del Pd) di tutti i "vecchi" del partito, come se essere un buono o un cattivo politico fosse solo un fatto anagrafico. Naturalmente Bersani e company non possono essere concordi su questa linea del giovanotto fiorentino e quindi puntano su una selezione di stampo democratico e popolare ma non a priori sulla base dell'età. Veltroni con questa sua mossa sembra dar ragione al sindaco di Firenze che infatti, appena appresa la notizia, ha subito dato la sua interpretazione affermando che Veltroni non sarà l'unico ad abbandonare la sedia. Povero Walter, o non ne indovina una oppure, e sarebbe ancora peggio, con la sua decisione voleva appoggiare indirettamente la politica di Renzi. Il risultato è che ora nel Partito Democratico, oltre alla patata bollente delle primarie che assomigliano ogni giorno che passa più ad una regolazione di conti che una selezione democratica del candidato premier, tutti i vecchi, D'Alema e Rosy Bindi in testa, non sanno che fare e qualunque sarà la loro scelta le critiche saranno sicuramente maggiori ai consensi.

Il teatrino della politica

La rappresentazione è iniziata da mesi e ancora non si è capito se c'è da ridere, piangere, arrabbiarsi o cos'altro, probabilmente tutte queste emozioni insieme. I politici italiani sembrano assomigliano sempre più a dei saltimbanchi che sul palcoscenico delle istituzioni forniscono una rappresentazione della realtà lontana molto lontana dalla verità. Ma il teatro è questo: o di pura fantasia oppure di rappresentazione della realtà attraverso storie più o meno reali. La politica italiana da alcuni anni è diventata una farsa surreale che ha raggiunto i massimi livelli in questi ultimi mesi. L'aspetto più sconcertante è che non c'è assoluta differenza fra vecchio ed il nuovo che avanza o almeno tenta di avanzare, entrambi (vecchio e nuovo) guidati però ad un unico denominatore comune la conquista della poltrona o quanto meno la difesa ferrea della stessa. Il più strenuo ed accanito interprete di questo ruolo sembra essere ad oggi il governatore della regione Lombardia, Formigoni. Tutto è iniziato dalle sue vacanze a sbafo di amici, che per un uomo politico di rilievo come lui ci potrebbe anche stare, ma quando fra i suoi generosi amici è spuntato un imprenditore che faceva affari, che poi si sono anche rilevati sporchi tanto che è finito in galera, con la regione, la cosa è iniziata a puzzare di tangente. Certo niente di illegale ma come al solito in altri paesi quanto sarebbe bastato per dimettersi senza colpo ferire. Formigoni invece candidamente ed ingenuamente si presenta sui giornali ed alle televisioni ad esporre che quando si va in vacanza con amici succede cosi': chi paga l'aereo, chi l'albergo, chi i pranzi e le cene e poi alla fine si regolano i conti allegramente. Sarà, ma personalmente arrivato ormai all'età della pensione, non mi è mai accaduto di andare in vacanza senza che ognuno, al momento di pagare il conto, mettesse fuori la sua parte. Ma si vede che nella politica si usa diversamente. Certo niente a confronto con quanto pochi mesi prima era accaduto al ministro Scajola, proprietario in centro di un appartamento a Roma senza sapere chi lo avesse pagato, o al ministro Tremonti che pagava la sua quota di affitto di 4.000 euro al mese in contanti (e in nero naturalmente). Comunque Formigoni ha continuato la sua pantomima sostenendo che lui con gli amici ci va in vacanza e paga a babbo morto ed il fatto che non trova niente di strano se qualcuno di questi amici che sborsano i soldi fa anche affari con la regione. Mi domando ma allora l'imbecille sono io che una volta, dopo aver aggiudicato una gara di qualche decina di migliaia di euro, mi vidi recapitare una penna dalla ditta vincitrice ed io tranquillamente la rimandai al mittente ? Nella realtà si fa così, ma nel teatrino della politica no, quella non è realtà. Formigoni comunque non si ferma perchè nella seconda parte della rappresentazione accade che oltre metà della sua giunta o è in galera o è indagata o sotto processo, ma lui tranquillamente continua a dichiarare che sono responabilità delle singole persone e non della gestione politica della regione. E' come dire che un impresario di una compagnia teatrale non è responsabile della incapacità degli attori da lui ingaggiati a recitare. Ecco la politica ormai è un teatrino ma non si avvicina nemmeno ai comportamenti reali di una compagnia teatrale. Ma la battuta teatrale e ad effetto scenico è arrivata due giorni fa. In mezzo a questo caos di soldi che girano non si sa come, di arresti, denunce, inchieste, succede che una parte degli attori decidono di dimettersi dalla compagnia: i legaioli, i padani quelli insomma che più o meno hanno avuto gli stessi comportamenti ma ora sono passati dalla parte dei moralizzatori (sono o non sono degli attori). A questo colpo di scena inaspettato, il capo comico Formigoni, risponde con la sua battuta da primo attore: "Non erano questi i patti". Una battuta che lascia gli spettatori con il fiato sospeso e con la conseguente domanda sospesa in aria: "Perchè quali erano i patti ?". Forse che i favori degli amici si sarebbero dovuti suddividere fra tutti e non andare a solo beneficio di Formigoni ? Oppure che la giunt sarebbe dovuta rimanere solida anche in presenza di infiltrazioni della 'ndrangheta e di arresti a catena dei componenti della giunta stessa ? Oppure c'era un accordo per suddividersi il malloppo ? Insomma sembra uno di quei gialli che termina con diverse soluzioni possibili a seconda della interpretazione che da lo spettatore. Insomma se non fosse che questi teatranti giocano con i nostri soldi, che questi soldi sono ormai ridotti al minimo grazie anche ai loro sperperi, che la maggioranza del pubblico ha grossi problemi a sbarcare il lunario, la rappresentazione sarebbe anche divertente e si potrebbe anche ridere, ma da ridere c'e' ben poco ormai.