venerdì 28 settembre 2012

Con quell'aria un pò così ... li ha buggerati tutti e bravo Monti


Veramente da ridere quello che è accaduto ieri con l'uscita di Mario Monti che candidamente ha dichiarato: "Io non mi candido perchè sono già senatore, ma se c'è ancora bisogno sono disponibile per continuare a fare il presidente del consiglio". Avrei voluto vedere le facce di Berlusconi, Alfano, Bersani ed insieme quella di Casini che nel frattempo stappava bottiglie di champagne (a spese dell'Udc naturalmente). Gli altri tre sono sicuramente sbiancati. A Berlusconi deve essere caduto qualche tirante da come è apparso in televisione più grinzoso del solito. Alfano ha iniziato a balbettare mentre qualche altro capello lasciava definitivamente la sua quasi-pelata, disperatamente ha preso il telefonino per mettersi in contatto con Silvio e chiedergli lumi sulle eventuali dichiarazioni da fare, ma il cavaliere ancora doveva riprendersi e rimettere a posto tutti i punti saltati. Bersani avrà pronunciato una delle sue frasi, dopo aver telefonato a Crozza per un suggerimento, che gli consigliato: "Hei ragazzi non siamo mica qui a scalare i Monti con i pattini a rotelle". Insomma sconcerto generale. Il superinglese Monti ha spiazzato tutti ed ora mentre Casini prepara i festeggiamenti, il Pd ed il Pdl devono mettersi a inventare qualcosa di nuovo davvero. Si perchè fra gli astenuti, fra Grillo, fra Casini con il superMario come candidato alla presidenza del consiglio, sarà difficile raccattare ancora qualche voto per arrivare a contare qualcosa. Mentre questi bei signori si trastullavano con alleanze, contro alleanze, finte leggi elettorali, insomma, come si dice nella campagna pisana, mentre si badurlavano (trastullavano), mentre ruzzavano (giocavano) a fare i politici seri che pensano al paese, Monti lancia un bel sasso nello stagno tranquillo e tutto si agita. Ed ora che fare ? Ah beh ne vedremo e sentiremo delle belle. Già ieri sera Renzi ne ha sparata una: "Il presidente del consiglio lo scelgono gli elettori" dimenticando che in Italia la costituzione dice che il premier lo nomina il presidente della Repubblica e poi deve ottenere la fiducia del parlamento. Ma c'e' da capirlo era in stato confusionale per quella uscita inaspettata. Ed ora chi si mette a gareggiare con Monti ? Perchè diciamolo, idee a parte, difficile trovare un personaggio che abbia la sua stessa autorevolezza nè fra i vecchi nè tanto meno fra i giovani .... Sempre più probabile quindi il secondo governo Monti a meno che davvero gli italiani non dimostrino seriamente di averne le tasche piene.

Il nuovo modello del politico .... con l'ombra del tutore



Il nuovo che avanza propone un modello di uomo politico insolito ed e' la novita' veramente piu' rilevante proposta da due figure che impazzano in questi giorni in vista delle elezioni del 2013: Grillo E Renzi. I due sono abbastanza simili, non tanto per il modello esteriore rappresentato, ma soprattutto per i contenuti che propongono o meglio per i vuoti che propongono. Parole d'ordine e slogan privi di contenuti non accompagnati da una progettualita' che mostri la realizzabilita' delle loro proposte, un modello tipicamente berlusconiano. Dal punto di vista formale sono molto diversi. Grillo, urlante, ironico, superbo, offensivo, sprezzante per tutto e per tutti, falsamente nascosto ai mezzi di informazione (ogni giorno qualsiasi telegiornale di qualsiasi testata ne parla almeno per qualche minuto). Renzi, educato, sorridente, simpatico per quell'accento che piace in tutta Italia,  bello pulitino, in giro con il suo camper per l'Italia e presente in ogni trasmissione di approfondimento politico. Grillo simile al Berlusconi per la sua dialettica urlata, Renzi per la sua immagine curata, entrambi fotocopie del cavaliere per i contenuti. L'unica vera novita' che, ancora una volta, entrambi hanno proposto in questi giorni e' il modello dell'uomo politico con tanto di tutore. Il tutore e' un uomo ombra che sta dietro di loro e che si occupa della comunicazione sfruttando le nuove tecnologie. Grillo affida il suo blog e questo tipo di comunicazione a Casaleggio, Renzi abbiamo scoperto ieri sera a PiazzaPulita la affida ad un blogger molto noto, Zorro in arte, Daniele Bianchi nella vita reale. Di Casaleggio abbiamo saputo tutto nei giorni scorsi in seguito alle rivelazioni del grillino Favia, di Zorro abbiamo saputo ieri sera dopo che a La7 e' stato trasmesso un filmato sulle scorribande del camper di Renzi realizzatto da Zorro stesso. Insomma il nuovo politico ha bisogno di un tutore che lo pubblicizzi, che lo riprenda nelle sue performances, che curi il suo blog o il suo sito internet, che si occupi della gestione delle nuove tecnologie. Che dipenda dal fatto che di idee vere e prorompenti questi nuovi politici rampanti ne abbiano poche ? e quelle poche magarui confuse ... ? 

La notte dei rincoglioniti

Mentre
  • in Spagna ed in Grecia la gente scende in piazza per manifestare contro i propri governi e l'europa che fanno pagare la crisi al popolo;
  • in Italia si scoprono scandali uno dietro l'altro relativi a politici che utilizzano soldi pubblici per proprie finalità;
  • il parlamento italiano non riesce nemmeno a stendere una legge contro la corruzione;
  • i partiti fanno finta di voler cambiare una legge elettorale aberrante;
  • il Presidente della Repubblica chiede un nuovo indulto per mettere in libertà chi dovrebbe stare in galera;
  • si sta preparando un nuovo governo Monti per la prossima legislatura;
  • il lavoro sta diventando una chimera irrangiungibile per giovani e meno giovani;
  • gli operai dell'Ilva di Taranto scioperano contro la chiusura dell'acciaieria;
  • gli operai dell'Alcoa in sardegna stanno perdendo il lavoro;
  • la Fiat progetta la fuga dall'Italia;
  • il costo della vita aumenta, le tasse sono ad un livello insopportabile, gli stipendi fermi da anni;
Mentre succede tutto questo, finalmente i giovani scendono nelle strade stanotte per ...... fare la fila al fine di acquistare l'iPhone 5 .... Rassegnamioci: questo paese non ha futuro.  
 

mercoledì 26 settembre 2012

Chi di casta ferisce di casta perisce


Premessa: la libertà di stampa e di diffusione delle proprie idee è un principio fondamentale in un sistema democratico da difendere con il coltello fra i denti, ma lo dovrebbe essere anche l'onesta intellettuale e, almeno per i giornalisti professionisti, la verifica fondamentale delle notizie prima della loro pubblicazione. Che il reato di diffamazione sia punibile con la galera in un paese che pretende di essere civile è veramente uno scandalo, ma di scandali nella nostra giustizia, nel codice civile e penale sono moltissimi tanti altri. Il problema sostanziale è che ci sono categorie di cittadini completamente indefese rispetto alla giustizia ma anche purtroppo rispetto allo stato, ed altre categorie che risultano intoccabili e quando accade qualche ingiustizia che coinvolge questa categoria di cittadini accade il finimondo. E' il caso di oggi, quello del giornalista (o presunto tale aggiungo io) Sallusti, direttore del Giornale, ritenuto colpevole di diffamazione a proposito di un articolo del 2007 su Libero nel quale sosteneva che una tredicenne era stata costretta ad abortire dai genitori in seguito ad una sentenza di un magistrato. La notizia è risultata falsa ed il Sallustri condannato secondo quanto la legge prevede, 14 mesi di galera, anche perchè ha rifiutato le misure alternative al carcere. La notizia di una possibile condanna veva già scatenato tutto il mondo dell'informazione giornalistica, televisiva, radiofonica, on line, tutti naturalmente pro-Sallusti anche da parte di chi lo vedrebbe piacevolmente sul rogo. Non c'e' dubbio che la pena prevista dalla legge sia eccessiva, ma le domande sono due: se il condannato fosse stato un normale cittadino il mondo dell'informazione si sarebbe mobilitato totalmente come in questo caso ? in mezzo a tutte queste testimonianze di solidarietà al presunto giornalista Sallusti c'è qualcuno che si è preso la briga di commentare la notizia obbriobiosa che il Nosferatu del giornalismo italiano pubblicò a suo tempo su Libero ? Nessuno. Tutti a difendere il povero giornalista ma nessuno che abbia speso due parole su quello schifoso articolo come tanti di quelli partoriti dalla mente contorta del Sallusti. Un classico comportamento da casta, come la casta dei politici che i giornalisti amano tanto attaccare (giustamente) senza però rendersi conto quanto loro stessi costituiscano una vera e propria casta e non meno potente di quella dei politici. I giornalisti hanno uno strumento potente in mano: televisioni, radio e giornali. Ogni loro manifestazione o protesta è sale immediatamente alla ribalta nazionale grazie ai mezzi di cui dispongono e se un appartenente alla categoria è vittima di qualche ingiustizia, insorgono tutti senza distinzione di colore politico, di testata giornalistica o altro. Tutti uniti a difendere un privilegio, quello di lavorare in un mondo attraverso il quale è facile ottenere visibilità anche per personaggi spregevoli come Sallustri. Ora dopo Sallusti aspettiamoci una difesa ad oltranza di Ferrara che da due giorni si rifiuta di registrare Radio Londra a Rai1 (nessuno se n'e' accorto esclusi i parenti che guardano la trasmissione) perchè lunedì sera la sua trasmissione non è stata mandata in onda in quanto parlava di un problema superato dagli eventi: le dimissioni della Polverini. Povero Giulianone ... ora lui fa le bizze e non registra la trasmissione .... e Rai1 pensa di licenziarlo ... magari..

La bufala del decreto anticorruzione


In seguito allo scandalo della regione Lazio, in questi giorni tutti, compreso il Presidente della Repubblica, tuonano per l'approvazione del disegno di legge anticorruzione come se quello fosse la panacea di tutti i mali della politica italiana. Intanto c'e' da dire che il disegno di legge e quanto avvenuto nel Lazio non hanno niente a che vedere e l'eventuale legge non avrebbe potuto impedire quanto accaduto. Infatti nel caso in questione non si e' in presenza di nessun fenomeno di corruzione, ma semplicemente di un sistema politico che, dopo aver emanato leggi regionali per far arrivare un fiume di denaro nelle casse dei gruppi consiliari (tutti nessuno escluso), ha lasciato completa liberta' nell'utilizzo del denaro pubblico, favorendo degli approfittatori che si sono appropriati di ingenti somme per fini personali. Insomma qui siamo in presenza di raprpesentanti dello stato e delle istiituzioni che rubavano allo stesso stato ed alle stesse istituzioni, nessuna corruzione. Quindi tutto questo richiamare il parlamento all'approvazione della legge [ completamente fuori luogo. Se poi il famoso disegno di legge verra' approvato risultera' in un'ennesima presa in giro per il cittadino onesto. Intanto e' ridicolo che un parlamento di inquisiti, corrotti, con pendenze giudiziare, si metta a scrivere delle norme contro se stesso contro cioe' un fenomeno diffuso trsversalemente. Non esiste una formazione politica fra quelle presenti in parlamento che non abbia qualche inquisito o indagato o addirittura condannato dalla giustizia per fenomeni legati alla corruzione. Quale titolo ha quindi questo parlamento, che ha perfino abdicato nel governare il paese, ha stendere e emanare una legge simile ? Nessuno. Ed infatti la montagna partorira' un semplice topolino. Si perche' una simile norma, per essere considerata realmente uno strumento contro la corruzione nella pubblica amministrazione, dovrebbe contenere un solo articolo che potrebbe recitare piu' o meno cosi': "Chiunque sia condannato, inquisito o semplicemente indagato per reati contro la pubblica amministrazione o per qualsiasi altro tipo di reato non puo' ricoprire nessun incarico politico, istituzionale e nella pubblica amministrazione fino a che non e' dimostrata l'estraneita' ai fatti oggetto del reato". Non servirebbe niente altro. ammesso poi che in un paese civile e democratico sia necessaria una norma del genere. In un paese civile il politico o il funzionario della P.A. che cade in qualche indagine giudiziaria dovrebbe immediatamente dimettersi e se non lo fa dovrebbe essere preso a calci dal popolo, come avviene piu' o meno in quasi tutto il mondo ma non in Italia.

Così fan tutti ....


Ennesima apparizione in Tv della Polverini che invece di nascondersi dopo lo scandalo della regione Lazio, prima tappezza Roma di manifesti dove con ipocrisia urla "Questa gente la mando a casa io", poi sbraita a "Ballarò" contro le presunte malefatte dell'ex presidente della regione, Marrazzo. Un atteggiamento usuale da parte di chi, colto con le mani nel sacco, non ha argomenti per giusitificare comportamenti indecenti, inappropriatezza della carica che ricopriva, e soprattutto non trova spiragli sostenibili per difendere un comportamento indifendibile. La Polverini grida che quella gente l'ha mandata a casa lei, in realtà quella gente (compresa lei) l'hanno mandata a casa i consiglieri regionali dell'opposizione, in quanto se non si fossero dimessi lei e la sua banda di mangiapane ... ops scusate ... mangiaostriche a sbafo non avrebbe mollato la poltrona. Naturalmente l'opposizione non è che sia esente da colpe perchè, così come era impossibile che la Polverini fosse all'oscuro delle spese allegre del gruppo consiliare del Pdl, così tutti gli altri gruppi consiliari erano foraggiati con lo stesso fiume di denaro e nessuno che si sia preoccupato preventivamente di sapere come questi milioni di euro fossero spesi. Lo show, dopo i manifesti, è proseguito a Ballarò dove la ex presidente della Regione Lazio è stata invitata grazie alla fraternza amicizia con il conduttore Floris. E qui è andata in onda la seconda parte dell'autodifesa ipocrita della Polverini. Si è presentata con un fascicolo di carte non relative alla sua gestione, ma bensì alle spese sostenute dalla precedente amministrazione di centro sinistra guidata da Marrazzo. Ecco allora che si scopre che la famose ostriche sono un piatto bipartisan perchè circolavano anche fra i consiglieri della precedente amministrazione regionale. Ma c'erano anche altre spese della quali però per il momento non ci è dato sapere, ammesso che venire a conoscenza delle eventuali malefatte di Marrazzo e soci sia un'attenuante per Polverini e company. Renata dimentica un particolare che aggrava piuttosto che giustificare quello avvenuto con la sua presidenza. Se una volta insediata alla Regione Lazio, la Polverini ha scoperto queste spese allegre, primo avrebbe dovuto denunciarle subito e non scoperchiare il tombino dopo che il suo è scoppiato e poi evitare di consentire di aumentare di ben 14 volte i benefiti (stipendi, indennità varie, premi e via dicendo) economici ai consiglieri. Insomma coma la giri la giri questa vicenda non poteva che terminare che in un solo modo: tutti a casa ma chi ce li ha mandati è solo l'indignazione generale sollevata soprattutto in un momento di crisi come questo. La speranza è che siano scoperchiate altre pentole perchè di sicuro ce ne sono molte ancora pronte a scoppiare.

martedì 25 settembre 2012

E se le primarie si facessero per i tesorieri ?


Il caso della Regione Lazio e le relative dimissioni di Renata Polverini sono un ennesimo scandalo che vede coinvolto un tesoriere di partito che agisce all'insaputa del partito e dei suoi responsabili. Sembra inverosimile che questi personaggi agiscano indisturbati fino a che non scoppia lo scandalo. Per tutti poi assistiamo alla stessa sceneggiata: era una persona di fiducia, era una persona seria, nessun comportamento sospetto e cosi' via. Poi all'improvviso questi signori che maneggiano ingenti quantita' di denaro sono tutti tentati dall'utilizzare queste somme a fini personali. Certo che bisogna anche capirli. Fra le loro mani passano milioni di euro, un fiume di denaro che il partito ha perfino difficolta' a spendere ed allora come resistere a prendere qualche manciata di banconote e pagarci un mutuo, farci un viaggio, organizzare una festa, pagare una cena a ostriche e champagne. Su forza cerchiamo di capirli poveri diavioli. Quando poi viene alla luce quest'utilizzo improprio di soldi pubblici, nessuno sa niente, ne' i segretari di partito, ne' i presidenti di regione e nemmeno coloro che beneficiano di questi quattrini. Ma allora per evitare queste sceneggiate perche' i partiti invece di organizzare primarie per scegliere il segretario o il candidato premier non fanno le premiere per scegliere il tesoriere del partito stesso ? In questo modo poi nessuno potra' dire di non conoscere il personaggio di turno. Ogni candidato tesoriere che partecipa alla tornata elettorale dovrebbe essere oggbligato a illustrare il programma di investimento e di utilizzo dei soldi che si trovera' a gestire in modo che nessuno poi puo' dire di non sapere. Anche perche' diciamolo, queste primarie di partito come quelle che forse un giorno si faranno nel Pd, sono una vera e propria buffonata. Il partito dovrebbe avere una sua linea politica, una sua strategia di governo, un suo modello di societa', ideali e principi ai quali tutti gli iscritti dovrebbero attenersi, a che servono quindi queste primarie ? Qualsiasi appertenente ad una formazione politica dovrebbe attenersi agli ideali del partito e se ci dovesse essere una diversita' fra due esponenti dello stesso partito, come Bersani e Renzi per esempio, questo significherebbe che i due non possono stare all'interno della stessa formazione politica. Ed allora facciamo le primarie per scegliere il tesoriere ... sarebbe una riforma piu' seria e piu' utile.

lunedì 24 settembre 2012

Palloncini o champagne che cosa cambia ?


Le ultime vicende che hanno coinvolto i tesorieri di vari partiti e per ultimo il gruppo Pdl della regione Lazio hanno messo in mostra un sistema di utilizzo dei fondi pubblici scandaloso non tanto per problemi legati alla legalità ma piuttosto per l'uso immorale di tali fondi. Da tutte queste vicende sono emersi seguenti punti: i soldi elargiti ai partiti come rimborsi elettorali sono enormemente superiori alle spese sostenute dai partiti stessi, non esistono norme che disciplinano l'utilizzo di tali fondi, chi più chi meno questo fiume di soldi è utilizzato per finalità il più delle volte molto distanti dalla attività politica del partito. Se poi aggiungiamo a questo malcostume la situazione economica del paese, la disoccupazione galoppante, venire a sapere che un consigliere regionale del Lazio, oltre al suo stipendi di circa 12-13 mila euro, prende anche dal partito una cospiscua somma (che per i consiglieri del Pdl è di circa 100.000 euro l'anno) per la propria attività politica ha veramente dell'incredibile oltre che dello scandaloso. Oggi si parla di Fiorito e del Pdl ma la regione Lazio elargisce ogni anno 20 milioni di euro ai gruppi consiliari in ragione di circa 100.000 euro l'anno per ogni consigliere. Ed a questo punto ha poca rilevanza sul come poi siano spesi questi denari pubblici. Quale è infatti la differenza fra utilizzare i fondi pubblici per comprare bottiglie di champagne per una festa di partito oppure acquistare palloncini e gadgets vari sempre per una festa di partito ? Si tratta forse di spese legate all'attività politica ? Ed è sufficiente una riunione di partito per giustificare come spese per attività politica le spese per cene o per cellulari o per trasferimenti vari legati alla partecipazione alle riunioni ? E' questo il vero scandalo che alla fine coinvolge tutte le formazioni politiche: la destinazione d'uso di fondi che vanno sotto il nome di rimborsi elettorali. In un paese civile e con senso civico non ci sarebbe bisogno di una legge che stabilisca come questi denari possano essere spesi, ma in Italia, dove il senso civico è una materia completamente sconosciuta, senza una legge di questo genere si è costretti ad assistere al politico di turno che veste i panni della vittima in quanto non ha fatto niente di illegale. Politici che non si vergognano nemmeno di venire in televisione a raccontare che hanno speso 19.000 euro per una vacanza di una settimana in sardegna dichiarando seraficamente che si .. il costo è sembrato un pò eccessivo. Il fango sommerge tutti anche quelli che fanno i puri ma che allo stesso modo spendono soldi in maniera incontrollata e probabilmente non rilevante rispetto alla attività politica.

domenica 23 settembre 2012

Da Marchionne, alla Polverini, al Governo, a Grillo ... un fiume di parole inutili ed in mezzo sempre il popolo


Si è conclusa una settimana dove di parole al vento ne sono state gettate tante ed alla fine cosa rimane ? Niente. Marchionne prende in giro oltre agli operai della Fiat anche il governo, la Polverini dopo aver sfogliato la margherita del mi dimetto non mi dimetto naturalmente rimane al suo posto, Grillo spara a zero su tutto e su tutti durante una manifestazione a Parma sul problema dell'inceneritore e vanifica tutti i discorsi fatti sul problema dei rifiuti e dell'inceneritore appunto. E' difficile stabilire una classifica fra questi parolai e produttori del nulla. Il Governo è forse quello che esce da questa settimana più ridicolizzato che altro. Dopo che i vari ministri, Fornero, Passera e via dicendo aspettavano la famosa telefonata chiarificatrice di Marchionne in merito al destino della Fiat, l'AD in maglione blue si degna di andare a colloquio con il governo per dire .... niente. Marchionne assicura che la Fiat resterà in Italia ma a che cosa fare non si sa, forse rimane fino ad esaurimento degli operai della Fiat stessa. Non ha un piano di sviluppo e gli investimenti si faranno solo quando ci sarà la ripresa, come se la ripresa arrivasse per grazia ricevuta e non per esempio grazie appunto ed interventi di investimento e sviluppo da parte delle imprese e da parte del governo. Allo stesso tempo la Fiat non fa mistero delle sue preoccupazioni per il dopo Monti cercando, come suo solito, di intervenire sulle scelte politiche del paese. Ed il governo ? Il governo quando dovrebbe parlare sta zitto ed accetta passivamente senza fare nessuna proposta anche se ne esce con tono di vittoria. Ai fiumi di parole versati sulla Fiat e sulle intenzioni del governo, si e' aggiunto un altro torrente in piena: quello relativo allo scandalo dei soldi sperperati dai consiglieri regionali del Pdl nella regione Lazio. Un fiume guidato dal mantra del presidente della regione Lazio, Renata Polverini: mi dimetto .... forse ... si ... no. Un tam tam terminato venerdi' sostanzialmente con un nulla di fatto. La Polverini non si dimette, ma nessuno ci aveva realmente creduto, ed il tutto si risolve nominando un nuovo capogruppo del Pdl, ma di teste non ne e' caduta nemmeno una. La settimana e' terminata degnamente con uno sparaparoleavanvera certificato, il saltimbanco politico Grillo. Ieri manifestazione a Parma sul problema dell'inceneritore, una questione sulla quale il M5S ha impiantato tutta la campagna elettorale portando un suo rappresentante ad occupare la poltrona di sindaco della citta'. Sono stati sufficienti 10 minuti a Grillo per vanificare tutto il significato della manifestazione. In 10 minuti ha sparato una raffica di offese a destra, a sinistra, al centro, in basso mettendo sempre nel mirino l'informazione ed i giornali. Risultato: finito lo show le poche persone presenti, stanche ormai di questi slogan gratuiti, se ne vanno e tutto il resto del dibattito sull'inceneritore passa in secondo piano, tanto che anche i giornali di oggi spendono piu' parole per le esternazioni di Grillo che per l'oggetto della manifestazione. Forse il comico farebbe bene a tirarsi un po' indietro, ha lanciato il suo movimento, lo ha messo al centro dell'attenzione politica, ma ora che lasciasse fare a coloro che hanno creduto in questo progetto e si stanno impegnando in prima persona. La gente e' stufa delle urla, delle volgarita', delle offese .... vuole solo sapere come, chi governera' dal 2013, riuscira' ad abbassare le tasse e a far tornare l'occupazione e livelli civili per un paese democratico. Alla fine di questa settimana piena di parole pero' nessuno ce lo ha detto e .... purtroppo nessuno ce lo dira' nei prossimi mesi.

giovedì 20 settembre 2012

Si allunga la lista di quelli che non sanno ...


Dopo Quelli della domenica, quelli che il calcio ormai si stanno affermando Quelli che non sanno. Una categoria che lentamente sta facendo proseliti uno dopo l'altro fra la classe politica italiana. Dopo i casi di Scajola, di Tremonti, di Rutelli, di Formigoni al gruppone di Quelli che non sanno si aggiunge finalmente una donna (anche in questo caso ci vorrebbe una legge per instaurare le quote rosa): Renata Polverini presidente della Regione Lazio. Stasera a Piazza Pulita della 7 sono stati molti i non so della Polverini, dal proprio stipendio, allo stipendio dei suoi consiglieri, dalle indennità percepite dai consiglieri del suo partito dal Pdl, alle spese pazze di Fiorito consigliere regionale del Pdl, al genere di feste alle quali veniva invitata. Questi politici sono cosi' tanto impegnati dalla propria attività politica che non possono certo anche prestare attenzione a certi particolari come chi paga loro le case, il mutuo, l'affitto o alle spese della istituzione che governano. Non sarà forse che questi politici a tutti i livelli prendono cosi' tanti soldi che non hanno bisogno di occuparsi del proprio bilancio familiare e così come non si occupano dei propri bilanci personali non si occupano nemmeno dei bilanci delle istituzioni che si trovano a governare. Una sola differenza: in questo secondo caso amministrano i nostri soldi e non i loro. La Polverini non sapeva ma in quanto a sprechi non si tirava indietro: elicotteri per partecipare a sagre di paese, interi reparti mobilitati per un suo ricovero, oltre 130.000 euro all'anno di stipendo a due persone di fiducia che le fanno assistenza nella gestione degli atti amministrativi (domanda: ma non dovrebbe essere il suo lavoro ? se non è in grado di farlo perchè sta a presiedere la regione lazio ?). A questa lista aggiungerei anche Matteo Renzi che nella sua campagna per le primarie si dimentica di tanti lavoratori che stanno perdendo il lavoro e lui va alle sfilate di moda a Milano. Berlusconi in pectore.

Integralismo islamico contro voyerismo occidentale ... una bella gara


Grandi critiche e polemiche sulle proteste del mondo islamico scatenate prima dallo pseudo-film su maometto e poi dalle vignette satiriche sempre sul profeta pubblicate da una rivista francese. Naturalmente tutto il mondo occidentale critica, a ragion veduta, il comportamento e le proteste delle popolazioni mussulmane ma, come spesso accade, non ci si rende conto nei nostri mali e dei nostri malcostumi. Sulle proteste di questi giorni in tutto l'islam incombe la pesante ombra del terrorismo che ha saputo manovrare e guidare a proprio favore le vicende dei fimati su youtube e delle vignette. Ma sul comportamento dell'occidente che cosa incomne se non semplicemente la stupidita' umana estremamente diffusa ? Intanto c'e' da dire che il giornale francese che ha pubblicato le famose vignette in due giorni ha esaurito tutte le copie della sua tiratura normale e da domani il numero incriminato della rivista sar' stampato di nuovo per soddisfare la "fame" di voyerismo dell'occidente. In questi giorni la rivista sara' acquistata anche da coloro che magari nemmmeno conoscono l'esistenza di Maometto ma per il semplice motivo di vedere queste vignette che hanno destato tante proteste. Una vicenda analoga, diversa nei contenuti ma simile per il risultato, a quella delle foto che hanno immortalato la duchessa Kate nuda. Cosi' come la satira su Maometto e le proteste che ha scatenato finiscono per limitare le liberta' nel mondo occidentale (ambasciate chiuse, scuole chiuse, manifestazioni proibite, etc.), le foto di Kate hanno lo stesso effetto con la sentenza del tribunale di Parigi che proibisce la diffusione delle foto stesse alla rivista che ha fatto lo "scoop" se cosi' lo vogliamo chiamare. Ma come le vignette su Maometto sono fortemente richieste tanto che si e' dovuto ricorrere alla ristampa della rivista francese, in danimarca un'altra rivista si prepara a pubblicare le nudita' di Kate a causa della grande richiesta dai malati di voyerismo. Ed allora la domanda che dovremmo porci tutti e' la seguente: siamo davvero superiori al mondo mussulmano od ognuno dei due mondi, per aspetti diversi, deve ancora percorrere tanta strada prima di raggiungere un livello adeguato di civilta' ? A mio avviso bene la seconda. 

La politica .. indescrivible anche con la teoria del caos


La teoria del caos studia attraverso modelli matematici fenomeni deterministici che sono in grado di mostrare una empirica causalità nella loro evoluzione. Per esempio il fumo sprigionato ad un fiammifero è uno di questi fenomeni, fenomeni cioè che risultano imprevedibili sul lungo termine. Attraverso questa teoria si possno descrivere molti fenomeni in qualsiasi settore del sapere umano (economia, psicologia, fisica etc. etc.) che sembrano instabili e disordinati. Ma dove la teoria del caos cade e non riesce ad avere lo stesso successo descrittivo, è quando si entra nel campo della politica italian, soprattutto in questo periodo storico del paese. Un periodo che, dopo aver visto il fallimento della politica nella gestione di una crisi senza precedenti, dovrebbe essere di riflessione, di autocritica e possibilmente di scelte per le prossime elezioni che possano riacquistare la fiducia dei cittadini avvicindanosi maggiormente a quelli che sono i problemi reali del paese. Invece la politica è completamente impazzita e non riesce nè a trovare il bandolo della matassa nè tanto meno a liberarsi di malcostume, privilegi mettendo in difficoltà anche la teoria del caos appunto. I partiti attualmente in parlamento sono tutti, chi più chi meno, impegnati non tanto a trovare la strada per riacquistare i punti persi quanto a mettersi al riparo dalle sconfitte alle quali andranno incontro con le prossime elezioni. La Lega, fregata con le sue stesse mani, dopo anni di politica al grido di Roma ladrona ora che è scoperta ladrona anche lei, tenta disperatamente di rimettere in campo i suoi slogan battaglieri dell'inizio anni '90. Parole d'ordine che non incantano più nessuno. Il Pdl da una parte è dilaniato dagli scandali della Regione Lombardia e della Regione Lazio, scandali che derivano semplicemente dall'emulazione in quelle regioni dell'esempio portato dal capo indiscusso di quel partito, e dall'altra annaspa alla ricerca di una legge elettorale che riduca al minimo i danni. Il partito è ormai isolato e non trova nessun disposto ad un'altra santa alleanza, per cui devono rinunciare a quel maggioritario tanto sbandierato come la panacea per risolvere l'ingovernabilità del paese. L'Udc è attanagliato da una parte da seguire incondizionatamente l'esperienza di Monti, ma il rifiuto del professore mette un bel paletto a questa scelta perche sostituire Monti con Casini appare improbabile, dall'altra è alla disperata ricerca di una santa alleanza con Il PD per non perdere il carro di un probabile vincitore. Il Partito Democratico è alla eterna ricerca di una propria identità e vittima della propria presunta democracità messa in campo con le primarie. Quella formazione politica è risultata fin dalla nascita un'organizzazione eterogenea e senza una vera identità ben definita tanto è vero che oggi per le eventuali prossime primarie ci saranno almeno 8 candidati ognuno dei quali segue strade molto distanti fra loro (basti pensare al berlusconiano Renzi). Anche il Pd è fortemente indeciso sulla legge elettorale in quanto da una parte non ha ancora scelto in maniera decisa con chi allearsi, dall'altra sa che cedere al proporzionale ed alle preferenze potrebbe risultare in un vero e prioprio massacro. L'Idv preso dalla guerra giustizialista contro il Presidente della Repubblica ha perso di vista i problemi del paese e si è allontanato dal suo alleato naturale, il Pd, per avvicinarsi ad una sinistra radicale attraverso il referendum sull'art. 18. Referndum però che si terrà non prima del 2014 e in questo lasso di tempo ci sono le elezioni del prossimo anno a cui pensare. In questo caos generale i partiti si sono totalmente dimenticati di mettere qualche paletto ai propri privilegi ed hanno continuato ad accettare il dissanguamento del paese messo in atto da Monti mentre loto non hanno ceduto nemmeno un euro sulla marea di soldi che gestiscono. Nel panorama del nuovo che avanza le cose non stanno andando molto meglio, anzi contribuiscono ad aumentare il caos totale. Il M5S di Grillo dopo aver costruito il proprio successo sull'antipartitismo, si scopre che forse è ancora peggio di un partito. Un'organizzazione caotica ma dittatoriale, stile Pdl, con un unico padrone ed un santone che decidono tutto per tutti. Ogni giorno scoppia una contraddizione. Per esempio è noto il divieto a tutti i grillini di presentarsi in trasmissioni televisive, però allo stesso tempo sul blog di Grillo ci si lamenta della esclusione del M5S dal dibattito televisivo in Sicilia. E a sinistra ? Li' il caos impera ormai da inizio legislatura ed ora che si avvicinano le elezioni del 2013 la fibrillazione causa appunto una confusione totale che sfugge anche alla teoria del caos. Il dilemma è Pd si, Pd no, dilemma ormai che non fa altro che dividere ulteriormente quel mondo già diviso per proprio conto. Si sperava che l'iniziativa dei referendum sull'art. 18 potesse dare una nuova spinta a riunirsi sotto un unico simbolo e presentarsi con la forza della vera alternativa, ma le tentazioni di salire sul carro del Pd, il partito attualmente che avrebbe la maggioranza relativa, è troppo forte, come dire il profumo della poltrona è inarrestabile. In mezzo a questo che più che caos è meglio rappresentabile come un casino, non c'è nessuno che esponga un proprio progetto o programma di governo per il dopo Monti ed anzi qualcuno per togliersi dai pensieri auspica un prosieguo del governo dei professori. Nessuno che faccia proposte in merito ad economia e lavoro, proposte che possano avere un minimo di credibilità per essere attuate e per portarci fuori dalla crisi. Si parla di legge elettorale, di corruzione, di democrazia nei partiti, di organizzazione o disorganizzazione me niente che riguardi la pressione fiscale ed il lavoro i due problemi reali del paese.

mercoledì 19 settembre 2012

L'intero pianeta sotto scacco dell'islam


Dieci anni di presunta lotta al terrorismo su scala planetaria, dieci anni di guerra con l'invasione di territori di stati sovrani ed il mondo intero è posto sotto scacco dal popolo mussulmano e dai fanatici di quella religione. Ambasciate chiuse, censura sui giornali, siti web chiusi, siamo ormai in balia di una manica di esaltati integralisti, manovrati ad arte da terroristi senza scrupoli, che rispondono con la violenza pubblicazioni di pessimo gusto come il film su Maometto o le vignette satiriche pubblicate ieri da una rivista francese. Questo è il risultato di decenni di politica controversa e catastrofica verso queste popolazioni, violentate si dal mondo occidentale soprattutto a partire dall'insediamento dello stato di Israele nei loro territori. La guerra, come prevedibile, non è servita a niente se non ad esacerbare ancora di più il sentimento antioccidentale largamento diffuso all'interno dell'islam. Ma ancora più grave è che la guerra non sia riuscita a debellare nemmeno il terrorismo, che oggi fa leva sui sentimenti religiosi di popoli per i quali non esiste nessuna differenza fra legge dello stato e legge religiosa, combinate in una miscela esplosiva pronta ad esplodere per qualsiasi sciocchezza. Il terrorismo alla fine ha studiato una strategia più sottile e intelligente del mondo occidentale. Prima ha attirato l'occidente nella spirale della violenza dalla quale lo stesso occidente ne uscirà sconfitta se si fa un confronto fra i mezzi messi in campo, poi, per evitare di rimanere esso stesso vittima della propria strategia, il terrorismo ha cambiato strada andando a sollecitare il sentimento religioso del popolo mussulmano per dare vita ad una rivolta forse più pericolosa del singolo attentato terroristico. Ed ecco che oggi siamo costretti a rinchiuderci nelle nostre roccaforti, a stare attenti a che cosa pubblichiamo o scriviamo, a censurare o oscurare siti, insomma dopo l'attentato dell'11 settembre fra misure di sicurezza messi in piedi dopo quei giorni e quello che stiamo vivendo oggi dopo 11 anni, non ci rimane che dichiarare la sconfitta dell'occidente decretata da una libertà ormai ridotta al lumicino. Da una parte la crisi economica e finanziaria dall'altra avvenimento come quelli di questi giorni relativi alla contrapposizione occidente-islam, ci stanno facendo definitvamente perdere l'autodeterminazione, la democrazia, la libertà.

lunedì 17 settembre 2012

Sono tutti figli di Berlusconi


Grande ribalta nazionale per la seduta odierna del consiglio regionale del Lazio straordinariamente convocato oggi dalla presidente Polverini in seguto allo scandalo che ha coinvolto il capogruppo del Pdl Franco Fiorito. Sinceramente tutto questo tam tam di televisioni e giornali, che addirittura oggi hanno trasmesso in diretta la seduta del consiglio regionale del Lazio, appare sorprendente per appartenenti ad un partito come il Pdl guidato da Silvio Berlusconi, il politico più inquisito del pianeta e forse anche della galassia o addirittura dell'universo. Di che cosa ci si meraviglia .. ? Di un politico, Fiorito, che probabilmente ha agito in maniera goffa rispetto al padrone del partito ma che non ha fatto altro che ricalcarne le gesta. Il capogruppo del Pdl del Lazio, seguendo le orme del suo capo, pensava che i soldi del partito servissero per organizzare feste, vacanze, pagare benzina ... insomma ne' più ne meno quello che si faceva a palazzo Grazioli o ad Arcore. E più o meno quello che il presidente della regione Lombardia è accusato di aver fatto in questi anni, ma non per colpa sua quanto piuttosto che per semplice emulazione sempre del suo capo. E la Polverini che oggi sbraita ed evoca addirittura l'alluvione disastrosa di Firenze del 1966, offendendo non solo quella città ma anche tutti quelli che si impegnarono per riparare ai danni di quella alluvione, per illustrare il disastro a livello politico, dimentica forse le sue eroiche imprese. Andare ad una sagra del peperoncino in elicottero a spese del contribuente laziale, oppure riservarsi un'intera ala di un ospedale per un suo ricovero. Insomma niente di strano sotto il sole e probabilmente Fiorito era indigesto a qualcuno perchè il bell'imbusto non ha fatto altro che seguire gli insegnamenti del padrone del Pdl, emulare le gesta del presidente della regione Lombardia e per certi versi seguire la Polverini nella strada dello sperpero di denaro pubblico e dell'utilizzo improprio dello stesso denaro. Ma probabilmente Fiorito non ha i protettori giusti all'interno del partito e probabilmente è stato addirittura rinnegato dal padre-padrone.

Il fallimento dell'esportazione della democrazia attraverso la guerra


Dieci anni di guerra e invasione in Iraq e in Afghanistan per esportare la democrazia e la democrazia ancora latita in tutto l'islam compresi quei paesi del nord africa che hanno dato vita a rivoluzioni ma che non sono ancora riusciti a liberarsi dal legame stato-religione. D'altra la prestesa dell'occidente di esportare il modello democratico atrtaverso la guera, attraverso l'ivasione di stati sovrani, attraverso la distruzione e facendo vittime fra persone innocenti, appare assurda a tutti coloro che ancora hanno una testa pensante. Le motivazioni sono sempre state ben altre (petrolio, interessi economici, abbattimento di regimi diventati scomodi) ed il risultati è che il mondo è ancora sotto scacco del terrorismo islamico grazie anche all'appoggo di una grande parte della popolazione di fede mussulmana. Popolazione che viene tenuta sotto controllo attraverso regimi dittatoriali coadiuvati dal potere religioso in stati nei quali la stessa legge dello stato si mescola in un connubio pericoloso con la legge della religione mussulmana. Popolazione che vede e ha sempre visto, spesso a ragione, l'occidente come il nemico che impersonifica la causa dello stato di poverta' diffusa in cui e' costretto a vivere da decenni. Portare la guerra in questi territori nascondendo le reali intenzioni dietro la battaglia al terrorismo ha avuto solo due consequenze: spostare le azioni terroristiche in questi paesi aggiungendo morte a morte, modificare la strategia terroristica come si può vedere in questi giorni. Da quando è stata portata la guerra in Afghanistan ed in Iraq le azioni terroristiche si sono concentrate di questi due paesi anche se è difficile parlare di attentati terroristici quando le azioni di rivolgono verso un esercito straniero che occupa il suolo di uno stato indipendente. Oggi si registra un cambiamento nella strategia del tettorismo, una strategia che facendo leva sulla religione, sul corano, su Maometto, cerca di istigare le popolazioni all'odio dell'occidente senza se e senza ma. L'operazione del "film" su Maometto, che è in circolazione già da un anno ma che solo oggi è stato portato all'attenzione delle popolazioni islamiche, è il primo colpo di questa strategia che sta portando la protesta in tutto il mondo ed anche nella capitali occidentali. Una strategia diversa ma non meno pericolosa che potrebbe scatenare consequenze pericolosissime, forse con atti meno eclatanti rispetto agli attentati tipo quello del 11 settembre, ma certamente più diffusi e che potrebbero coinvolgere migliaia di persone come sta avvenendo in queste ore. Insomma il mondo occidentale non si è liberato del terrorismo e non se ne libererà mai se continuerà ad affrontarlo con la violenza, come sta facendo anche il premio nobel per la pace Obama, che muove marines e portaerei per andare a colpire non si sa chi, considerato che il terrorismo non ha patria nè stato. E mentre queste portaerei si muovono per l'uccisione di un ambasciatore statunitense, nessuno si muove per le migliaia di persone che nelle stesse ore sono massacrate in Siria, questi sono i motivi per cui poi le popolazioni musulmanne finiscono per cadere nella trappola che i terroristi hanno teso loro. 

venerdì 14 settembre 2012

Berlusconi abdica: guerra aperta fra i suoi successori


Dopo settimane di tira e molla finalmente la decisione dell'ex tizio del consiglio è arrivata: non si candiderà alle prossime elezioni. Ormai non ha più motivo. Raggiunti i 75 anni non andrà più in galera qualora fosse condannato in qualche processo, ma ormai le speranze di una condanna sono ridotte al lumicino; può diventare Presidente della Repubblica anche senza sedere in parlamento; Monti ha messo in sicurezza le sue aziende costringendo per molti anni gli italiani a trascorrere il loro tempo libero davanti alla televisione in seguito al prosciugamento dei loro risparmi; ha trovato dei degni successori. Questo ultimo punto è stata la classica goccia che ha convinto Berlusconi ha riporre le proprie aspirazioni a ricoprire per la quarta volta la poltrona di presidente del consiglio. Di successori ne ha trovati poi almeno due e quindi le speranze che almeno uno ce la possa fare sono raddoppiate. I due nuovi berluscones, a sorpresa, non escono dal Pdl, partito per lo più formato da grandi adulatori del capo ma in buona sostanza senza le così dette palle per sostituirlo degnamente, ma rappresentano le due figure emergenti di questi ultimi mesi: il comico Grillo ed il giovanotto rampante infiltrato nel Pd, Matteo Renzi. I comportamenti dei due per molti aspetti ricordano l'ex trapiantato del consiglio e sarà una bella gara da seguire prima di arrivare alle elezioni del 2013. Beppe Grillo ha la stessa verve di Berlusconi, la stessa volgarità, la stessa strategia politica: offendere l'avversario chiunque sia, lanciare parole d'ordine senza seguito e soprattutto senza una progettualità che lasci intravedere l'attuabilità delle sue idee, gestire il proprio partito da padre padrone senza nessun accenno di democrazia. Se poi qualcuno si prende la briga di leggere il suo programma, nessun accenno al grosso problema che affligge il paese: economia e lavoro. Unia proposta l'uscita dall'euro senza però illustrare modalità e soprattutto consequenze per il cittadino comune. Insomma se non fosse per l'aspetto fisico sarebbe difficile distinguere Grillo da Berlusconi. Ma il comico genovese non avrà vita facile nella corsa alla successione del cavaliere, perchè da ieri un giovane rampante berlusconiano, infiltrato nel Partito Democratico, ha iniziato il suo show in giro per il paese e iniziato la corsa verso la poltrona di presidente del consiglio. Si tratta del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che ha abbandonato la sua città al proprio destino, pur ricoprendo ancora la carica di sindaco, per andare a farsi i fatti propri. Si perchè la campagna che ha iniziato è per le primarie del Pd, ma queste fantomatiche primarie non si sa nemmeno se si faranno, perchè se la legge elettorale sarà cambiata come sembra (ritorno al proporzionale e preferenze) le primarie non avranno senso. Renzi urla meno e offende meno di Grillo, e questo è un suo punto a sfavore nella lotta alla successione, ma ha una faccina pulita da bimbo ingenuo, si presenta in camicia e cravatta alla Obama, insomma soperisce alla volgarità con l'aspetto esteriore che lo avvicina di piu' al cavaliere rispetto a Beppe. Quindi diciamo che sotto questo aspetto sono alla pari. Renzi ha però un piccolo vantaggio al momento: è accreditato ad Arcore dove già è stato a cena con Berlusconi, fa le stesse proposte del Pdl e soprattutto non si vergogna di chiedere i voti ai berlusconiani forte del suo rapporto privilegiato con l'ex tizio del consiglio. Proprio per ammaliare gli elettori del Pdl va in giro con un camper dal quale ha tolto tutti i simboli del Pd mettendo da parte un pò di quella ipocrisia che lo vede dentro il Partito Democratico ma in realtà tirando la campagna elettorale per conto del Pdl, non a caso si è già conquistato il favore delle donne dello stesso Pdl. Insomma sarà una bella gara. Da una parte satira, comicità condite con volgarità e megafono da 10000 decibel, dall'altra faccina pulita pacatezza accento simpatico e ammaliatore di quelle donne, che dopo anni che hanno a che fare con un uomo plastificato, ora finalmente hanno carne fresca di cui occuparsi. Entrambi un vuoto propositivo per economia, lavoro e rimedi per portare il paese fuori dalla crisi. Se ne vedranno delle belle.    .

mercoledì 12 settembre 2012

Governo di tecnici ma ragionamenti da politici lontani dalla realtà


Questo governo è stato da sempre definito come un governo tecnico, terminologia impropria in quanto poi un governo che deve realmente e concretamente governare un paese giocoforza deve fare scelte politiche. E Monti ed i suoi ministri queste scelte le hanno fatto eccome imboccando una strada liberale e di destra a vantaggio cioè dei poteri forti e dei ceti sociali alti contro le fasce più deboli, ma allo stesso tempo più vulnerabili e senza difese nel momento in cui lo Stato deve rastrellare denaro. Nessuna tassa sui grandi patrimoni, sulle transazioni finanziarie di alto bordo ma tasse sicure sulla prima casa, blocco di stipendi e pensioni, aumento generalizzato dell'Iva e dei balzelli sui carburanti. Non ci voleva certo un professore per varare provvedimenti del genere. Tutte manovre che sono andate a colpire lavoratori dipendenti e pensionati, e cioè la maggioranza del paese, che per sostenere questa enorme pressione fiscale hanno dovuto ridurre drasticamente le proprie spese dove era possibile. I consumi si sono ridotti in ogni settore commerciale fino ad arrivare al settore alimentare e questo la dice lunga per un paese come l'Italia noto in tutto il mondo per la buona cucina e la buona tavola. Perfino i consumi della benzina e dei carburanti in genere si sono contratti paurosamente. Questa drastica riduzione della capacità di spesa delle famiglie italiane ha inevitabilmente causato la crisi di migliaia di aziende che nella migliore delle ipotesi hanno messo in cassa integrazione i propri dipendenti se non addirittura chiuso e licenziato tutti. Al governo però non è bastata questa tremenda recessione, e tanto per non farsi mancare niente, ha anche varato una riforma del lavoro che di fatto ha cancellato lo statuto dei lavoratori e le ultime norme a protezione del lavoratore. In questa spaventosa crisi infatti ha pensato bene di facilitare i licenziamenti da parte delle aziende togliendo dallo statuto quel famoso articolo, l'articolo 18, che rendeva complicato licenziare un dipendente. Ora dopo questi provvedimenti spacciati per tecnici ma di enorme valenza politica, il governo, nella persona del suo presidente il Prof. Monti, si dedica a promuovere la crescita e per farlo questa volta veste i panni del più incancrenito politico italiano e convoca le parti sociali. In questa riunione Monti pone un limite: un mese perchè le parti sociali trovino accordi per la crescita ma soprattutto per aumentare la produttività. Lo sconforto si è insinuato fra i partecipanti all'incontro. Aumentare la produttività ? Lo sconcerto era così elevato che nessuno ha saputo porre una domanda al presidente del consiglio, domanda, che un bambino di sei anni dopo il primo giorno di scuola della sua vita, ha posto al proprio babbo ascoltando il telegiornale serale: "Ma a che cosa serve aumentare la produttività se la gente non ha soldi da spendere per alcun tipo di consumo che non siano le tasse imposte dal governo ?". A che serve produrre più auto, più lavatrici, più televisori o qualsiasi altro bene se poi nessuno compra quel bene ? Sembra una banale legge di mercato se si consuma di più si produce di più, ma per cosnumare di più bisogna avere più soldi e quelli ormai gli italiani, o almeno la maggioranza di loro, non ne hanno più. Ma questa semplice regola di mercato non dovrebbe essere nota ad un professore di economia ? Monti in questi mesi ha svestito i panni del tecnico per indossare quelli del prototipo del politico italiano che parla, fa proposte, prende iniziative che niente hanno a che vedere con la realtà del paese ed i suoi bisogni. Stasera a otto e mezzo della 7 dopo un servizio sul presidente francese che illustrava i provvedimenti presi nei primi 100 giorni (riduzione degli stipendi dei ministri e dei parlamentari, aumento dei salari minimi del 2%, incremento del bonus dello stato per l'acquisto dei libri scolastici, limite agli stipendi dei menager pubblici), Lilly Gruber faceva la seguente domanda a Bersani "Quale sarebbe il suo primo provvedimento qualora diventasse presidente del consiglio alle prossime elezioni ?", risposta "Dare la cittadinanza italiana ai nati in Italia da genitori stranieri" Questo è il politico italiano.

martedì 11 settembre 2012

Tutti contro tutti e tutto ed il contrario di tutto


La situazione del paese è drammatica ma la rende ancora più drammatica il fatto di non vedere uno sbocco, un'alternativa, una luce in fondo ad un tunnel che sembra non finire mai. e le parole di Monti non sono certo sufficienti a rassicurare cosi' come non lo erano quelle di Berlusconi come poi gli italiani hanno potuto constatare sulla loro pelle. Ed è sempre sulla loro pella che si sta giocando ma non solo. Ormai ogni attore di questa crisi lotta contro tutti gli altri e soprattutto è lo stato che lotta contro i propri cittadini. Lo Stato che dopo aver massacrato i ceti medio bassi e quindi la maggioranza della popolazione ora non è del tutto soddisfatto e quando può passa alle maniere forti. Fabbriche e imprese chiudano una dopo l'altra ed operai e lavoratori che protestano per difendere il loro diritto "costituzionale" al lavoro sono presi a manganellate, bastonate e lacrimogeni come è accaduto ieri agli operai sardi dell'Alcoa, cosi' come accadde ai pastori sardi o come accadrà a tutti coloro che alzeranno la voce. In una situazione del genere ci sarebbe da aspettarsi una forte solidarietà fra i lavoratori sia quelli che il lavoro lo hanno perso o lo stanno perdendo e coloro che ancora riescono a mantenerlo. Invece non è così. Non si va oltre la solidarietà formale e a parole o a quella che si legge sui social network, ma non c'è una mobilitazione di massa come la situazione richiederebbe. Gli stessi sindacati stanno alla finestra ad osservare, con la CGIL che sbarita e minaccia scioperi che non arrivano mentre CISL e UIL dichiarano la loro avversione agli scioperi. Ma che sindacato è quello che in questo caos non radune le masse, gli operai, i lavoratori tutti e non li porta in piazza a pretendere che sia rispettato il diritto costituzionale del lavoro ? Le manifestazioni ci sono ma isolate e senza nessuna coordinazione per cui l'effetto è nullo o quasi. I lavoratori sono bastonati ed il governo dichiara sorridendo che stiamo uscendo dalla crisi, ammesso che sia vero quanti saranno i morti ed i feriti ? Non parliamo poi dei partiti attuali tutti impegnati nel massacrasi l'un con l'altro e qualcuno anche al proprio interno (vedi Pd) senza spendere una parola oltre che non impegnarsi su nessun fronte per combattere la disoccupazione. Si è vero qualcuno ha provato, Fassina del Pd, con molta ipocrisia ad andare in mezzo ai lavoratori dell'Alcoa ed è stato giustamente preso a schiaffi, perchè non si può appoggiare il governo che sta provocando questi disastri e poi andare bellamente in mezzo alle vittime del governo stesso. Oltre a questo poi i partiti non riescono a fare proposte serie e concrete che possano almeno far intravedere la buona volontà per tentare di risolvere questa situazione. Ogni partito sbraita contro gli altri ma su questioni importanti si ma che forse ora sono di una priorità diversa rispetto alla disoccupazione, al calo pauroso del Pil e dei consumi che hanno investito anche quei beni, quelli alimentari, che per gli italiani sono irrinunciabili. Ed in questo caos poi anche quello che dovrebbe essere il nuovo che avanza è già molto integrato, a dispetto del nome col quale si identifica cioè movimento e non partito, nel sistema politico italiano. Liti interne, volgarità gratuite verso l'esterno, confusione organizzativa e programmatica insomma si chiamerà Movimento a 5 stelle ma di fatto è un vero e proprio partito sul modello berlusconiano: unico padre padrone e dittatore assoluto oltre che incontrastato. In mezzo a questo caos generalizzato o il cittadino si unisce e scende in piazza a pretendere quello che gli è dovuto o sarà stritolato dal sistema ormai "coalizzato" in una lotta comune verso il popolo.

lunedì 10 settembre 2012

La farsa Grillo-Favia


Giovedì le dichiarazioni a microfono spento del grillino Favia potevano sembrare sincere anche se con molte zone d'ombra, ma stasera dopo il suo intervento ad otto e mezzo, il gioco sembra chiaro. Non è un complotto contro Grillo ma piuttosto è molto più probabible che si tratti di una messinscena del saltimabanco con la regia del burattinaio Casaleggio. Possibile che un appartenente al movimento di Grillo, che ha sempre vietato le apparizioni in Tv e le interviste, sia talmente ingenuno da fare confidenze del genere ad un giornalista confidando che queste non le renda pubbliche ? Su che diamine siamo seri. E' da quando il movimento ha ottenuto un minimo di visibilità che giornalisti televisivi e della carta stampata danno la caccia a Grillo ed ai suoi discepoli per ottenere un intervista ed una volta che uno di questi la ottiene non rende pubbliche le dichiarazioni dell'intervistato ? Stasera poi Favia da Lilly Gruber ha confermato questa tesi che più che un complotto si tratti di un espediente di Grillo per arrivare in televisione senza rinunciare al suo dicktat. Sta tutto qui il problema. Grillo ha iniziato la sua carriera di politico spacciandosi per antipolitico, sparando a zero contro tutti e tutto, senza risparmiare nessuno e con un atteggiamento a metà strada fra il becero e la satira. Sfruttando la sua professione di comico si scagliava contro i politici buttandola in parte sullo scherzo ed in parte sulla volgarità ottenendo fra l'altro un bel ritorno economico ai suoi spettacoli. Poi è venuta la brillante idea di passare dall'antipolitica alla politica creando un Movimento che successivamente è diventato di fatto un partito alla faccia di Grillo. E qui probabilmente il giocattolo è sfuggito di mano al saltimbanco ed al suo burattinaio. Si perchè il partito-movimento ha avuto subito un discreto successo grazie anche ai vuoti dei partiti presenti in parlamento ed alla loro incapacità di governare, un successo che è esploso con le recenti amministrative dove a Parma è stato eletto un sindaco del movimento 5 stelle. QUi è scoppiato il caos nel gruppo di Grillo. Si perchè da una parte si sono resi conto che senza un'organizzazione seria e formalizzata il movimento (che anche se non formalmente ormai è un partito) sarebbe diventato un guazzabuglio come è chiaro che sta accadendo, ma allo stesso tempo non si potevano tradire i principi strombazzati da Grillo ai quattro venti. Per uscire da questo empasse ci voleva un caso ed ecco allora tutta la manovra di Favia. Grazie a questo caso intanto un esponente del movimento si è presentato in televisione e lo stesso ha potuto per esempio dirottare la polemica sulle interviste a pagamento rilasciate alle televisioni locali o qualcuno pensa che sia un caso che Favia sia colui che ha pagato per farsi intervistare in tv ed allo stesso tempo abbia fatto confidenze delicate ad un giornalista ? Insomma più che una manovra contro Grillo ed il suo movimento sembra sempre di più una manovra di Grillo per tentare di rivedere alcuni suoi diktat che rendono il movimento stesso un gruppo ingestibile e soprattutto inaffidabile per una reale partecipazione al governo del paese.

I ruggiti dei conigli ...


Oggi riprende la simpatica trasmissione radiofonica, il ruggito del coniglio, dopo la pausa estiva e per festeggiare l'evento ieri in tanti hanno ruggito, hanno dato fiato alle trombe. Ormai però quelle trombe non immpressionano più nessuno e dopo un anno durante il quale i trombiettieri hanno abbandonato il paese in mano alla finanza, alle banche ed al governo Monti, quei condottieri hanno indossato le vesti del coniglio della famosa trasmissione di Radio 2. Il podio in questa gara al trasformismo spetta sempre a lui, Casini il bello, forte della tradizione democristiana, Pier il bello abdica definitvamente al professor Monti rinunciando al ruolo che dovrebbe avere la politica ma soprattutto rinunciando alla democrazia già moribonda nel nostro paese. Casini sostiene che il governo Monti deve proseguire per continuare la sua "meritevole" opera, si perchè in Italia c'è ancora gente che lavora, ci sono ancora pensionati che sopravvivono e questa situazione non accettabile per l'Udc. Se si riescono ad eliminare anche le ultime sacche di lavoro e gli ultimi pensionati che ancora riescono a mangiare, i problemi sono risolti definitvamente e quindi, considerata l'opera meritoria di Monti in questo distruzione selvaggia del mondo del lavoro, perchè non proseguire l'esperienza e concludere l'opera ? Distanziato di pochi ruggiti c'è il segretario del Partito Democratico, Bersani il pettinatore di bambole, che non rinuncia a prendere quella poltrona sfilata dal Pd stesso da sotto le chiappe di Romano Prodi. Bersani, dimenticando di aver rinunciato ad andare alle elezioni dopo le dimissioni di Berlusconi, sbraita oggi di essere pronto a prendere il comando della nave, ad una condizione udite udite: continuare l'opera di Monti. Bene a questo punto forse Casini è più coerente lasciando la prosecuzione dell'opera al suo ideatore, Bersani invece si vorrebbe prendere il merito finale dell'opera dopo che le fondamenta, i pilastri ed il tetto sono stati realizzati, ora mancano solo i muri secondari. Bersani rinuncia definitivamente ad un progetto che davvero risollevi il paese e non trova di meglio che proseguire la strada scellerata tracciata tradendo gli ultimi ideali di sinistra che erano rimasti nel partito come spazzatura da raccogliere buttare. Terzo sul podio ecco il buon Angelino Alfano a dimostrazione che il Pdl senza la superbia e la tracotanza di Silvio, è destinato a scomparire. Angelino ruggisce cosi': "Monti bis ? Solo se si candida". Un ruggito ipocrita che vorrebbe cancellare quello che è accaduto in questo ultimo anno e che ha visto Monti salire a Palazzo Chigi ottenendo la fiducia dal trio Pd, Pdl, Udc sebbene non fosse stato eletto in elezioni e non si fosse mai candidato. Alfano ma non tis ei accorto che ormai sempre meno italiani hanno l'anello al naso ? Su Angelino meno ipocrisia e più coerenza, è vero che Casini ti ha preso in contrpiede ma anche tu ed il Pdl vorreste ancora Monti a continuare il lavoro sporco che sembra non sia ancora arrivato alla fine. A far da contorno a questi tre moschettieri, c'è poi stato un ruggito univoco della strana coppia Maroni-Grillo entrambi sostenitori di un referendum sull'euro. Una proposta populista e che se andasse in porto potrebbe ottenere due obiettivi. il primo uno spreco di soldi, che, sebbene per la Lega non rappresenterebbe una novità, per Grillo appare anacronistico dato che si vanta di scendere in politica senza soldi pubblici. Il secondo un vero e proprio disastro qualora il referendum si tenesse e decretasse il ritorno alla lira. I due infatti non si preoccupano di spiegare che cosa succederebbe se si dovesse tornare alla lira e tralasciano un piccolo particolare: l'immediata svalutazione e la conseguente sparizioni dei risparmi degli italiani. Già ma loro non utilizzano i soldi pubblici quindi non hanno presente questo problema di poco conto. L'unico rimasto in silenzio ieri è stato Di Pietro .... ed è l'unico che ha detto qualcosa di sensato.

giovedì 6 settembre 2012

La Fornero tradisce il giuramento sulla Costituzione, Grillo si sostituisce a Berlusconi nelle figuracce all'estero e Draghi interviene minacciando la democrazia.


Oggi la superstar della politica o dell'economia a seconda da quale punto di vista si analizzano i fatti, è senz'altro Mario Draghi, governatore della BCE. In consequenza dell'inefficienza dei governi di paesi a rischio come Grecia, Spagna, Italia nel prendere provvedimenti seri per governare la crisi ed evitare la speculazione finanziaria che potrebbe causare il fallimento dei sopracitati paesi, il governatore della Banca Centrale Europe ha preso l'iniziativa anche contro il parere della forte Germania. Draghi assicura che la BCE interverrà acquistando i titoli di stato dei paesi in difficoltà qualora la speculazione rischi di affossare questi paesi. Borse che schizzano in alto, spread che cade vertiginosamente e tutti felici e contenti per questo intervento rassicuratore. Sfugge o probabilmente viene trascurato un dettaglio non di poco conto. Draghi infatti ha anche detto che in seguito a questi eventuali acquisti gli stati dovranno attuare piani di riforme e di interventi sotto il controllo della BCE. Questo è il vero attentato alla democrazia ed alla sovranità degli stati. Naturalmente la responsabilità di questa presa di posizione non è certo responsabilità di Draghi o della BCE ma soprattutto della politica che almeno in Italia ha completamente abdicato alle proprie responsabilità, lasciando il paese in mano ad un governo di professori non eletti e non appartenenti a nessuna maggioranza eletta dal popolo. Chiariamo: tutto regolare e nel rispetto della Costituzione che prevede la legittima di un qualsiasi governo quando questo ottiene la fiducia della camere, ma sicuramente una chiara dichiarazione da parte del sistema politico italiano di incapacità a governare. In risposta a questo vuoto di potere ed al rischio di un reale fallimento di un paese come l'Italia, l'intervento di Draghi è sicuramente coraggioso ed opportuno cosi' come le garanzie che la BCE chiede in seguito ad eventuali interventi. D'altra parte il panorama politico italiano è di uno squallore unico sia nei partiti attualmente presenti in parlamento, sia nel governo dei tecnici e sia per l'eventuale nuovo che dovrebbe presentarsi alle prossime elezioni del 2013. Tralasciando i partiti dalla Lega al Pd passando al per Pdl e Udc, troppo impegnati a cercare di raccogliere i loro cocci senza rendersi conto che non fanno altro che continuare a produrne altri. Il governo non ha fatto altro che raccattare soldi dove più era facile reperirli ma poi in tema di riforme sta fallendo clamorosamente e lo sta facendo anche in maniera disastrosa. La più importante riforma è stata quella del lavoro del ministro Elsa Fornero. Una riforma delicata soprattutto in un momento in cui la disoccupazione aumenta vertiginosamente e molte aziende chiudono. La Fornero ha avuto la bella idea di liberalizzare i licenziamenti cancellando l'art. 18 ed oggi se ne vedono i primi effetti. I primi licenziamenti per "falsi" motivi economici si sono verificati a Roma presso una ditta di telecomunicazioni. Nel frattempo la Fornero si lancia in dichiarazioni al limite della decenza per non dire dell'ingiuria. La ministra ha infatti giurato sulla Costituzione al suo insediamento e la Costituzione dice che il lavoro è un diritto per tutti, ma la Fornero ignora questo aspetto della carta costituzionale dichiarando che lei con la sua riforma non può garantire il lavoro a chichessia. A questo punto dovrebbe dare le proprie dimissioni in quanto ha accettato l'incarico prendendo l'impegno invece di "garantire" il lavoro ai cittadini italiani come impone la Costituzione italiana. Il presunto nuovo che avanza sarebbe rappresentato dal Movimento 5 stelle o più precisamente da Beppe Grillo perchè il movimento praticamente si identifica nel comico genovese. Oggi Grillo ha messo a segno un'altra delle sue berlusconate tanto per rinforzare la propria immagine del nuovo Berlusconi. Il saltimbanco non partecipa a trasmissioni televisive, non si fa intervistare da giornali o da mezzi di informazione, e poi va a rilasciare un'intervista ad una televisione olandese. E nella sua intervista non perde occasione per offendere governo e partiti in maniera becera come è solito fare portando il ridicolo anche al di fuori dei confini nazionali. Pensavamo di esserci liberati di queste magre figure rimediate in giro per l'europa a causa delle spiritosaggini del cavaliere e guarda caso ora ce ne troviamo fra i piedi un altro. In questo panorama desolante della politica, del governo e del nuovo che avanza meno male che c'è Draghi che con il suo intervento ha posto le basi per sconfiggere la speculazione finanziaria a danno del nostro debito pubblico, ma attenzione questo significa perdere quei pochi stracci di democrazia che ancora resistono nel nostro paese.

mercoledì 5 settembre 2012

Ma da un paese dove si istituisce l'anagrafe degli striscioni da stadio che cosa c'è da aspettarsi ?


Si fanno grandi polemiche e dibattiti sulle unioni civili di persone dello stesso sesso, si fa opposizione anche solo alla istituzione di registri per censire questo tipo di unioni, si da vita a delle vere e proprie guerre di religione, poi nello stesso paese dove accade tutto questo si mette in piedi una specie di anagrafe dello striscione da stadio. Da oggi il ministero degli interni ha instituito un albo presso il quale è necessario effettuare una registrazione on line dello striscione che si intende poi esporre allo stadio sia nelle partite in casa che in quelle in trasferta. Nel paese dove per richiedere ed ottenere un certificato dalla pubblica amministrazione è ancora necessario presentare domanda cartacea e poi recarsi all'ufficio competente, nello stesso paese si può esporre uno striscione allo stadio durante una partita di calcio se lo stesso è stato registrato e con una procedura informatica. Che cosa non si fa per il calcio. Sembra una barzelletta ma e' proprio cosi'. Non solo, c'e' addirittura qualcuno che si e' preoccupate di fare queste registrazioni, cioe' non solo si mettono in piedi procedure e normative davvero assurde come quella di poter esporre uno striscione solo se e' stato preventivamente registrato, ma c'e' anche qualcuno che effettivamente fa queste registrazioni. Mi domando: ma siamo un paese normale ? Se andate a questo indirizzo del ministero dell'interno troverete le immagini degli striscioni registrati che per ora sono relativi ad alcune societa' di Lega Pro mentre per la seria A e la serie B ancora non ci sono registrazioni. Quindi non solo la tessera del tifoso mediante la quale chiunque intenda andare ad assistere ad una partita di calcio e' sistematicamente schedato, ma anche la schedatura degli striscioni. Sul sito del viminale si inneggia al successo di queste iniziative che hanno portato alla diminuzione di feriti sia fra gli spettatori che fra le forze dell'ordine alle partite di calcio. Certo con questi regolamenti da stato antidemocratico c'e' da meravigliarsi che ancora qualcuno vada allo stadio e si sottoponga a schedatura della propria persona e della bandierina che si porta dietro se questa contiene una scritta. Ora la domanda e': che cosa c'e' da aspettarsi da uno stato che emana queste assurdita' ma soprattutto che cosa c'e' da aspettarsi da dei cittadini che poi le seguono e si sottopogono a tali trattamenti per andare a vedere una partita di calcio oltremodo pagando. Ci si lamenta spesso della inettitudine della classe politica italiana, ma questa politica e' la rappresentazione di un cittadino medio che accetta di sottoporsi a leggi al limite del ridicolo per assistere ad una partita di calcio dove 22 o piu' giocatori guadagnano cifre inimmaginabili semplicemente per divertirsi.

Non bastavano Grillo e Renzi ora ci si mette anche Vendola


Non c'e' niente da fare quando una cosa nasce male sarebbe meglio lasciar perdere subito e ripartire da zero, come quando fai la crema e ti impazzisce, puoi riprenderla si ma non verra' mai buona come dovrebbe. Questo e' il destino del Partito Democratico, un carrozzone nato male e che finira' peggio. Certo non era difficile prevederlo in virtu' del fatto di aver dato vita non ad un vero partito con ideali e principi solidi ma bensi' ad un'accozzaglia di gente con origini politiche troppo distanti e diverse. Si e' proceduto al contrario di come si dovrebbe fare quando si da vita ad una formazione politica. Per prima cosa si dovrebbe stilare un documento che dovrebbe rappresentare la carta costituente del partito stesso e poi, intorno al documento, si dovrebbero raccogliere le persone che ne condividono i principi. Nel caso del PD invece prima si sono raccolte le persone, estremamente diverse fra loro (radicali, verdi, democristiani, comunisti, etc. etc.) e poi si e' cercato e si cerca di tutt'ora di trovare qualcosa che le unisca. Ma da quando e' nato questo carrozzone ogni giorno c'e' qualcosa che divide e separa. D'altra parte la nascita stessa e' stato un evento tragico in quanto per dar vita al carrozzone, si e' messo in crisi il governo Prodi che gia' era traballante nei numeri della sua maggioranza e si e' riconsegnato il paese al centro destra. Altra sciagura e' stata la tracotanza dei dirigenti del Pd che pensavano di poter reggere il peso delle elezioni da soli e cosi' le elezioni del 2008 sono andate come sono andate oltre ad aver causato la scomparsa dal parlamento della sinistra radicale. La lezione pero' non e' stata sufficiente per iniziare un percorso diverso e di preparazione ad una reale alternativa di governo. Il partito ha affrontato la cricca Pdl-Lega guidata da Berlusconi scendendo sul piano dello scontro fisico, una strategia perdente nella quale Bersani non poteva certo competere con il rivale Berlusconi. Nemmeno quando era evidente che si stava avvicinando la caduta del governo di centro destra, la politica del Pd e' cambiata, tanto che il partito e' arrivato impreparato alla crisi di governo dell'ottobre 2011. Talmente impreparato da rifiutare di andare alle elezioni, nonostante i sondaggi estremamente favorevoli, consegnando il paese al governo di Monti. Da quel momento e' iniziato un calvario per il Partito Democratico, attaccato da dentro e da fuori ed incapace di scegliere con decisione una strada certa di alleanze. In questi mesi si e' assistito a tutto ed il contrario di tutto: Bersani-Di Pietro-Vendola, Bersani-Casini, Bersani-Di Pietro, Bersani-Vendola. Persino i bookmaker inglesi hanno smesso di accettare scommesse sulle future alleanze del Pd. Nel frattempo il partito, il suo segretario ed il suo presidente hanno dovuto far fronte ai continui attacchi volgari del saltimbanco Grillo ed ancora una volta e' stata scelta la strada dello scontro quasi fisico piuttosto che quello delle idee e dei programmi (strategia che sarebbe anche stata facililitata dal vuoto del Grillo pensiero consolidato dal rifiuto del comico di presentarsi a confronti pubblici). Col passare delle settimane a questo attacco frontale si e' aggiunto anche un attacco portato dall'interno del partito e guidato dal sindaco di Firenze Renzi, quello della cena ad Arcore da Berlusconi. Insomma un accerchiamento da due aspiranti sostituti del cavaliere per le loro modalita' di attaccare l'avversario piuttosto che affrontarlo sulle idee. Negli ultimi giorni sembrava che la strada dell'alleanza con Vendola diventasse quasi una certezza dopo i fallimenti degli abboccamenti con Casini e le intemperanze (secondo il partito democratico) di Di Pietro contro il presidente delle repubblica. Ma oggi ecco che anche Vendola scivola su una buccia di banana proprio in un dibattito con il presidente Rosy Bindi. Il governatore della Puglia, noto omosessuale, non trova di meglio che dichiarare le proprie aspirazioni matrimoniali e da qui subito la risposta gelida della Bindi che, pur apporvando le unioni civili fra gay, si dice assolutamente contraria ai matrimoni. Ora la domanda sorge spontanea: possibile che con tutti i problemi che un futuro partito di governo si trovera' ad affrontare non si trovi di meglio che parlare di un fatto personale e quindi mettere subito in crisi una possibile alleanza proprio al momento della sua consacrazione ? Vendola ha scelto tempi e modalita' sbagliate per dichiarare la sua intenzione, tanto da far pensare che anche questa uscita fosse premeditata o quanto meno una provocazione verso il presidente del Pd, democristiana di ferro. E cosi' la festa del Partito Democratico 2012 verra' ricordata non per la festa nella quale il partito si e' proposto come partito di governo con un proprio programma elettorale, ma bensi' come la festa della guerra civile interna, quella di Renzi, e una possibile separazione con Vendola prima ancora dell'accasamento. Questa e' la storia di un partito che dopo aver perso l'occasione di andare al governo alla fine del 2011 probabilmente brucera' tutti i vantaggi che i sondaggi gli accreditano e che, se nonostante tutto riuscisse a vincere le prossime elezioni, difficilmente resistera' a lungo. Un partito che non ha mai pensato al paese da quando e' stato costituito e che conferma quindi la propria indifferenza ai problemi reali dei cittadini, fatto ancora piu' grave se inquadrato nella crisi attuale, ed e' anche grazie a questa indifferenza che sorgono fenemonei pericolosi come quello di Grillo

martedì 4 settembre 2012

Il grillo sparlante


In questi ultimi anni si e' assistito a diversi tentativi di manomettere la storia e di rivederla falsificandola. Un tentativo messo in atto dai vecchi fascisti di An appoggiati dai nuovi fascisti verdi tutti insieme rinvigoriti dal berlusconismo che ha riportato al potere nel paese una destra che destinata a scomparire. Il tentativo piu' eclatante e vergognoso e' stato quello di mettere in discussione feste nazionali come il 25 aprile o il 2 giugno oppure quello di mettere sullo stesso piano i delitti commessi dal fascismo con le azioni violente dei partigiani compiute per liberare l'Italia dalla dittatura. Ora una sorta di revisionismo, meno grave e anche grottesco, e' messo in atto dal nuovo profeta del panorama politico italiano, quell Grillo che in barba al nome che porta, fa diventare Pinocchio un dilettante della bugia e trasforma la saggezza del grillo parlante della fiaba di Collodi in uno spara cavolate. Non passa giorno ormai che dal suo blog non siano lanciate bordate contro chi si permette di criticare il suo movimento, e ribadisco l'aggettivo possessivo SUO. Oggi gli strali grilleschi hanno come obiettivo Martin Schulz, presidente del parlamento europeo, che ha avuto l'ardire di definire il capocomico un soggetto antidemocratico come tutto il suo movimento privo di uno statuto e di una chiara gestione democratica. Naturalmente la replica non si e' fatta attendere dal saltimbanco che ha prontamento pubblicato un link a quello che dovrebbe essere lo statuto del suo movimento. Ma basta leggerlo e si capisce subito che quel documento non fa altro che confermare le dichiarazioni di Schulz. Se non altro perche' gia' in prima pagina in grassetto compare la scritta NON STATUTO mentre nella seconda pagina il termine statuto e' abbandonato per far posto al termine REGOLAMENTO. Tutto ruota esclusivamente intorno a Beppe Grillo ed al suo blog. Non esistono organi elettivi, non esiste una presidenza ma solo una dittatura, la sua, non esiste niente di quel minimo di apparati che connotano una organizzazione democratica. Gia' il primo articolo denota il Movimento 5 Stelle come una non associazione, una furbata per evitare al movimento di dotarsi di una struttura deliberativa con cariche sociali oltre a fornire qualche garanzia come richiesto dalla legge a qualsiasi associazione. Niente di tutto questo: Grillo e' il padre padrone di questa .... accozzaglia di gente (non e' un partito, non e' un'associazione, che ruota intorno ad un sito web e ad un indirizzo email. Attenzione chiunque si registri a quel sito di fatto fa parte dell'accozzaglia, quindi state attenti ad eventuali registrazioni affrettate. Grillo padre, padrone, promotore, in pratica un dittatore che non puo' essere sfiduciato o estromesso in quanto tutto ruota intorno al grillopensiero senza che formalmente a lui stesso siano assegnate delle responsabilita' precise. E' singolare che un personaggio del genere proponga un movimento del genere come un candidato al governo del paese: ma se l'organizzazione o movimento o come diavolo volete chiamarla non ha nemmeno al suo interno una minima parvenza di democrazia come si puo' pensare che possa governare in maniera democratica ? Meditate gente prima di fare un altro sbaglio come quello commesso venti anni fa ... anche in quella occasione fu fondato un movimento che si chiamava Forza Italia che aveva la stessa non-struttura democratica ... tutto incentrato su un solo uomo ... e poi mi dicono che le analogie sono solo frutto della mia fantasia.

(Per un approfondimento ed una analisi del non-statuto).

domenica 2 settembre 2012

Poi non venite a dire che non lo sapevate: è arrivato Berlusgrillo


A leggere il blog di Grillo, anche se non era necessario almeno per le persone sopravvissute al lavaggio del cervello dell'era berlusconiana, le analogie fra l'ex tizio del consiglio ed il saltimbanco neofita del mondo politico italiano sono davvero impressionanti. Berlusconi fece irruzione nella scena politica italiana seguendo due cannovacci comunicativi: da una parte la denigrazione e la demonizzazione dell'avversario politico anche scendendo sul piano della volgarità e dell'altra un programma di governo fondato su slogan e parole d'ordine senza che a queste parole d'ordine seguisse un reale progetto di attuazione ed un modello di società civile da proporre al paese. La demonizzazione dei comunsiti e del comunismo (ormai totalmente assente anche nel panorama politico italiano) diffusa attraverso frasi ad effetto del tipo "Senza di noi il paese sarebbe ora in mano ai comunisti" era una semplice offesa gratuita del presunto avversario politico. Infatti a questa semplice ma incisiva frase non seguiva una spiegazione delle "tragiche" consequenze scaturite se i comunisti o meglio la sinistra fosse andata al governo. A questa tipica frase ne seguirono altre di contorno con le quali si dava del coglione all'italiano che votava a sinistra e molte altre equiparabili per volgarità ed offensività. In seguito la sinistra non seppe far di meglio che ripagare con la stessa moneta questo atteggiamento del cavaliere e dei suoi alleati, fino ad arrivare all'assurde lamentele da parte di colui, sempre Berlusconi, che aveva scatenato questa modalità di contrapposizione politica. Grillo sta seguendo le stesse orme del superinquisito del consiglio. Ha iniziato la sua "carriera politica" sparando a zero ed in maniera volgare contro tutta la classe politica italiana e contro tutti gli organi di stampa senza esclusione di testata. Cariatidi, contenitori di merda, zombie, etc etc sono gli epiteti più leggeri che il saltimbanco ha distribuito a destra, al centro ed alla sinistra. Oggi che Bersani giustamente definisce le sue dichiarazioni di stampo fascista, il comico si ribella dalle pagine del suo blog paventando addirittura che qualcuno stia tentando di farlo fuori fisicamente. Una tecnica ed una strategia vecchia come il cucco, se Grillo ha delle prove che si rivolga alla magistratura e faccia le sue belle denunce piuttosto che sparare a vanvera sono a beneficio dei soliti abbocca-senza-esca, gli stessi che si lasciarono infinocchiare da Berlusconi. Per quanto riguarda poi il programma di governo, Berlusconi lo illustrò al paese a suon di parole d'ordine alle quali non faceva seguito nessun progetto reale e realizzabile: un milione di posto di lavoro, meno tasse, diminuzione della spesa pubblica. Chiunque può dire queste cose senza farle seguire da un piano di attuazione. Se si legge il programma del Movimento 5 stelle si rilevano strette analogie con la strategia seguita dal cavaliere. Le parole d'rodine sono diverse ma sostanza è la stessa: internet gratuito per tutti (bello ma chi paga ??), statalizzazione della dorsale telefonica (e lo Stato dove li prende soldi e risorse per gestirla ??), istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane (immaginate andare in bici a Genova ... ?? o Ancona .. ), eliminazione degli inceneritori (da sostituire con che cosa e come ). Ecco insomma una bella serie di frasi ad effetto senza essere supportate da un reale programma di interventi per la loro realizzazione. Rimane poi un punto oscuro nel programma di Grillo: come gestire il debito pubblico, come gestire lo spread e che cosa fare per l'euro ? Problemi seri, che proprio per la loros erietà e gravità, è difficile immaginare (per una testa pensante) come un presunto comico possa risolverli, soprattutto se il comico con velleità politiche non ce lo spiega. Ecco si sta ripetendo quello che avvenne circa 20 anni fa con Berlusconi. Il paese stanco dell'attuale classe politica rischia di farsi "infinocchiare£ da un saltimbanco che poi nel giro questa volta di pochi anni, ci porti non più sul fondo ma porprio sottoterra. Che riflettano coloro che pensano di dare il loro voto a questo opportunista che usa un linguaggio fascista proprio come Berlusconi. E soprattutto che riflettano coloro che in passato hanno votato Berlusconi ed ora si stanno mangiando le mani e le schede elettorali: Grillo altro non è che un replicante del cavaliere.