venerdì 31 marzo 2017

Al governo una truppa di ministri inadeguati


Chi ricopre incarichi istituzionali ed ancora di più chi ricopre incarichi di governo dovrebbe essere un personaggio con un profilo inattaccabile sotto ogni punto di vista (morale, intellettuale, giuridico, etc.etc) per avere la necessaria autorevolezza rispetto ai provvedimenti che deve emanare. Così è stato per molti anni nella prima repubblica, salvo qualche eccezione, poi con l'avvento della così detta seconda repubblica un decadimento continuo della classe politica ha portato a governi sempre più formati con ministri inadeguati. Inadeguati non solo per il profilo politico ma anche per la propria storia professionale per cui il paese si è trovato con un ministro della pubblica istruzione che fino a quel momento aveva ricoperto incarichi da guardia parchi (Gelmini) oppure una showgirl che è andata a ricoprire un incarico di governo non si capisce in virtù di quali nascoste qualità (Carfagna) ed altri ancora. E' iniziata una stagione nella quale si è deciso che il politico non doveva essere un personaggio che faceva politica per professione e così si sono visti arrivare in parlamento persone provenienti da settori diversi della società: giornalisti, attori, cantanti, e chi più ne ha più ne metta. E in questo modo la qualità della politica italiana è scaduta enormemente causando fra l'altro un distacco sempre più netto fra il paese reale ed il palazzo. Questa situazione ha avuto ripercussioni anche sulla compagine governativa tanto che oggi ci ritroviamo con un governo formato da ministri che spesso si rivelano inadeguati a ricoprire quel ruolo. L'elenco del governo attuale è abbastanza lungo. Si pò iniziare da Maria Elena Boschi che dopo aver ricoperto con il governo Renzi il ruolo di ministro per i rapporti con il parlamento e le riforme istituzionali ed aver fallito il suo principale compito, la riforma costituzionale, è stata addirittura promossa nel governo Gentioloni. In seconda posizione si può mettere Angelino Alfano che dopo aver dimostrato la sua inettitudine totale come ministro dell'interno (il caso Shalabayeva su tutti ma anche la su terribile figura ad un incontro europeo con il suo inglese di stampo siculo) nell'attuale governo è stato spostato al ministero degli esteri invece di essere spedito a casa. Passiamo poi ai ministri che ricoprono incarichi senza averne titolo come la ministra Lorenzin e la ministra Fedeli, la prima responsabile della sanità senza nemmeno avere un diploma di infermiera (oggi servirebbe la laurea) e la seconda responsabile dell'istruzione senza avere una laurea falsamente inserita però nel proprio curriculum. Cioè questi sono ministri che governano dei settori nei quali non potrebbero ricoprire alcun incarico da cittadini normali in quanto non provvisti del titolo di studio necessario. La lista continua con il ministro del lavoro Poletti che si lancia in affermazioni denigratorie verso i giovani, quella categoria più penalizzata dalla mancanza di lavoro, prima affermando che quelli che vanno all'estero per lavorare possono rimanerci ed è un bene che se ne siano andati poi consigliando loro di non sforzarsi a presentare curriculm ma piuttosto impegnarsi in partite di calcetto. Che dire poi di Padoan, ministro per l'economia e la finanza, che alla domanda quanto costa un litro di latte è incapace di rispondere e consulat i propri appunti alla ricerca disperata di un'indicazione che naturalmente non trova. Si può terminare questo elenco con l'ultimo caso appena sbocciato, quello della ministra Madia. La ministra, che avrebbe l'incarico di occuparsi della Pubblica Amministrazione e che ha appena ingaggiato una battaglia con coloro che fanno i furbi (timbrano e poi se ne vanno a fare i propri affari), si scopre che a sua volta è una bella furbetta e che ha conseguito un dottorato dopo aver "copiato" discrete parti della sua tesi di laurea da altre pubblicazioni. Insomma la "integerrima"  ministra che ha la pretesa di combattere proprio quella categoria della quale fa parte lei stessa. Ecco questa è la statura "politica" del governo che guida il paese ... è un miracolo che comunque il paese vada avanti

martedì 28 marzo 2017

Continua il vuoto della politica italiana


Il vuoto totale della politica italiana è quasi cronico: tutto fermo sempre in attesa di qualcosa che deve avvenire. I tre anni renziani sono stati cancellati o dalla corte costituzionale o dal voto popolare o dal governo Gentiloni che ha preferito tornare indietro sui voucher piuttosto che confrontarsi ancora con il voto. Di questi anni rimane la legge sulle unioni civili ma solo perché siamo stati strigliati dall'europa altrimenti nemmeno quella legge sarebbe arrivata in dirittura d'arrivo. Negli ultimi due anni poi si è tutto fermato. Prima per far approvare la riforma costituzionale alle camere, poi in attesa del referendum ed ora in attesa del congresso del Pd per l'elezione del nuovo segretario. Anche la legge elettorale, che dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull'Italicum tutti volevano fare in quattro e quattr'otto, è ormai riposta in un cassetto chiuso a chiave e la chiave gettata nel fiume. Il centro destra sta buono buono in attesa di sapere se Berlusconi potrà rimontare in sella magari con l'aiuto di un paranco e/o di un esercito di badanti, il centro sinistra è in attesa di sapere se potrà ricontare su Renzi per riprendere a massacrare i ceti medio bassi elargendo elemosine ai cittadini onesti e favori a suon di sgravi fiscali alle grandi imprese, il Movimento 5 Stelle è ostaggio del suo padrone il comico Grillo che detta il bello ed il cattivo tempo a seconda di come gli si dispongono i riccioli al mattino quando si sveglia. E tutti poi a parlare pro o contro l'europa che dopo i sorrisi e le pacche sulle spalle del weekend romano dove sembravano tutti d'amore e d'accordo, è tornata ad essere una manica di paesi ognuno dei quali pensa a se stesso. Quelle firme di sabato 25 sono state apposte con inchiostro simpatiche e dopo solo tre giorni sono completamente sbiadite con Austri e Ungheria che minacciano la chiusura totale delle frontiere e con la commissione europea che bussa alla casse dell'Italia con i suoi quasi 4 miliardi da riscuotere. L'unico che in questo periodo riesce a smuovere qualcosa è il Papa che mette in fila un milione di persone a Monza per la messa di sabato e circa 80.000 allo stadio Meazza di Milano per l'incontro con i giovani (manco Inter-Milan raccoglie ormai tanto pubblico). La politica non sa fare di meglio che far intervenire la polizia in puglia per espiantare piante di olivo da sostituire con un gasdotto (si produrrà un nuovo tipo di olio ?) o proporre esternazioni come quelle del ministro del lavoro Poletti (non nuovo a queste uscite) che propone la sua ricetta ai giovani per trovare lavoro: "Non inviare curriculum ma andare a giocare a calcetto". Purtroppo a questa apatia della politica il paese risponde con la stessa moneta e i sondaggi prevedono un aumento dell'astensione e quindi piuttosto che per esempio andare a votare contro questa classe politica si preferisce starsene a casa e accettare quello che viene e quello che altri decidono.

martedì 21 marzo 2017

La democrazia perduta .... della prima repubblica






Fra le tante cose perdute nella tanto bistrattata prima repubblica si può annoverare sicuramente la democrazia all'interno delle varie formazioni politiche. I partiti si sono trasformati e non rappresentano più quella base democratica sulla quale poi costruire lo stato democratico. Oggi quelle basi scricchiolano paurosamente almeno per quelle formazioni politiche che rappresentano la maggioranza nel paese. I fattori che hanno portato a questo scadimento sono molteplici e non ultimo la cancellazione del voto di preferenza lasciando in mano al capo del partito la formazione delle liste bloccate. C'è anche una naturale "propensione" per l'italiano medio ad "affidarsi" al più forte, a quello che "imbambola" maggiormente con le chiacchiere piuttosto che con i fatti oppure a litigare su qualsiasi questione senza poi magari trovare un punto d'incontro nemmeno all'interno dello stesso gruppo che sia un partito o un gurppo di qualsiasi altro genere. Nei partiti della prima repubblica c'erano le assemblee nazionali o i comitati centrali che si svolgevao dopo una consultazione della base dove per base naturalmente si intendevano gli iscritti al partito. Era un lavoro che mai era portato alla ribalta dell'informazione pubblica in quanto si svolgeva all'interno del partito stesso senza darne pubblicità all'esterno, ma la democrazia era garantita pur se confinata nella formazione politica. Oggi per assurdo che tutto viene diffuso, a volte prima ancora che accada, attraverso i social, i blog, i tweet la totale assenza della democrazia è palese anche se a volte mascherata in maniera ipocrita attraverso votazioni on line o svolte in maniera tradizionale. E così ci ritroviamo un partito, Forza Italia, di tipo padronale che dopo oltre 20 anni di Berlusconi si ritrova ad aspettare che lo stesso sia riabilitato dalla Corte Europea per rilanciare nella mischia l'ex cavaliere. Qualcuno timidamente in Forza Italia ogni tanto prova a chiedere le primarie ma viene subito messo a tacere dai leccapiedi di Silvio che rimarranno tali anche dopo la sua dipartita quando probabilmente verrà mummificato per poter continuare a guidare il partito. Poi abbiamo il Partito Democratico che per dare "contenuto" a quella parola ha deciso di scopiazzare le primarie americane quando si decidono quali leader, repubblicano e democratico, andranno alle elezioni per la preseidenza degli Stati Uniti. Ma siamo in Italia e, dopo aver aperto le primarie a chiunque voglia andare a votare e non solo agli iscritti al partito come sarebbe giusto, si è assistito ad un mercato del voto rendendo quel momento un autentica buffonata. Per loro consentire il voto a tutti è una dimostrazione di democrazia piuttosto che una presa in giro per gli iscritti che corrono il rischio di vedere eletto un segretario non scelto dagli iscritti stessi quanto piuttosto da chi con il partito non ha niente a che fare (come è accaduto con Renzi e come rischia di accadere di nuovo). Infine ecco l'ultimo arrivato, il Movimento 5 Stelle, quello che è arrivato in parlamento con lo slogan "uno vale uno", salvo poi buttare fuori quell'uno quando non la pensa come il padrone del M5S Beppe Grillo. In questi giorni, ma era accaduto anche in altre circostanze, sono state addirittura annullate le primarie per il comune di Genova in quanto il vincitore non era gradito a Grillo, quindi votazione annullate, uso del marchio tolto al vincitore e nuova tornata elettorale con un unico candidato. Questo è il concetto di democrazia che vige nelle formazioni politiche più quotate almeno nei sondaggi ... possono queste formazioni garantire la democrazia nel paese qualora arrivassero al governo ? Impossibile.

sabato 18 marzo 2017

12 giugno 2023: si ripetono le elezioni politiche


Siamo nel 2023 ed è appena terminata la legislatura guidata dal governo Movimento 5 Stelle con presidente del consiglio Luigi Di Maio. Durante la legislatura molte cose sono cambiate, la costituzione, la legge elettorale, le modalità di voto, il deficit statale aumentato a dismisura a causa del reddito di cittadinanza, l'Italia è fuori dall'Europa e dall'euro, il numero delle famiglie impoverite è raddoppiato così come il numero dei disoccupati. Il governo ha cambiato due ministri ogni sei mesi a causa delle continue espulsioni decise da Beppe Grillo per ogni componente del governo che non rispettava le regole del movimento. A fatica si è arrivati a fine legislatura e le elezioni erano state indette per ieri l'altro 10 giugno 2023. La campagna elettorale di fatto è durata un solo giorno: con le nuove disposizioni infatti tutto avviene on line e la tornata elettorale viene indetta a sorpresa dal proprietario del logo del Movimento con un anticipo di 24 ore. Così il 10 giugno alle 9 si sono aperte le votazioni on line, chiuse alle ore 19.00. Alle 20 escono i risultati che decretano la vittoria del M5S con il proprio candidato alla guida del governo Gino Favicchi da Spoleto che prende il 90% dei voti (numero dei votanti 1.750 su 35 milioni di aventi diritto) contro il 10% del capo di governo uscente Luigi Di Maio. Gli altri partiti sono relegati a cifre ristrette alle 0 virgola. Alle 20.15 un comunicato di Beppe Grillo annuncia che al Favicchi è stato tolto il simbolo del M5S e che le elezioni andranno ripetute: motivazione ... FIDATEVI. La consultazione si svolgerà dalle 21 alle 23, candidato unico Luigi Di Maio. Alle 23.10 nuovo comunicato con il risultato definitivo della consultazione: Di Maio prende il 99,99% dei voti (numero di votanti 610).
Fantapolitica ? Forse ma intanto oggi è accaduto davvero a Genova dove Beppe Grillo, lui che non è il proprietario del dominio beppegrillo.it e che di fatto non esiste, ha praticamente annullato il risultato delle primarie per il comune di Genova con la seguente motivazione: ANCHE SE NON CAPITE .... FIDATIVI. Il quadro politico del paese è sempre più desolante. Da una parte il grande inciucio Forza Italia-Pd che porta al voto del Senato per non rispettare una legge dello Stato con lo scopo di creare le condizioni per il ritorno di Berlusconi e per una santa alleanza per la prossima legislatura. Dall'altra il nuovo rappresentato dal Movimento 5 Stelle, il movimento nel quale uno vale uno ed i cittadini sono portati in parlamento per esercitare la democrazia diretta, ma che di fatto è gestito in maniera dittatoriale da un comico del quale non si capisce più nemmeno il ruolo oltre quello di sentenziare: tu vai bene tu non vai bene sulla base di simpatie personali e non criteri oggettivi. Oggi è accaduto per le primarie di un comune e quindi in una votazione tutta interna al movimento (anche se non è la prima volta che una votazione viene annullata e riavviata) ma domani, con i grillini al governo ed i ministri che rispondono esclusivamente a Beppe Grillo, potrebbe tranquillamente accadere per elezioni politiche. Ecco questo comportamento vanifica qualunque buona proposta, ammesso che se ne riesca a trovare qualcuna, dei parlamentari grillini che si dimostrano sempre più dei burattini comandati a bacchetta dal grande burattinaio .... no una forza del genere non può certo andare a governare un paese come l'Italia.

giovedì 16 marzo 2017

Chi non è casta scagli la prima pietra ...



E tutti nascosero la mano !!!! Si perché con gli ultimi avvenimenti di questi tre giorni difficile tirare fuori dal cilindro del parlamento qualche movimento/partito che non faccia parte della casta. Forse gli unici sono quelli della Lega, ma qui si tratta di un partito che non avrebbe dovuto esistere per le sue manifestazioni anti Stato, anti costituzione, ultima delle quali la manifestazione del 25 aprile indetta da Salvini per la legge sulla legittima difesa. Una manifestazione che sancisce l'assenza totale dello Stato non solo quando si parla di sicurezza e protezione dei cittadini, ma anche quando si parla della sua storia e di quelle ricorrenze storiche che fanno parte di un patrimonio che nessuno avrebbe il diritto di offendere. Salvini lo fa con la complicità della Stato che se ne sta zitto disconoscendo in questo modo la propria storia. Per questo anche la Lega fa parte della casta. 
Veniamo in vece agli ultimi arrivati, il Movimento 5 Stelle, che dovrebbero essere i primi ad essere esclusi dall'appartenenza alla casta. ma come dice la bibbia beati gli ultimi. Loro vrebbero dovuto aprire il parlamento e mettere a nudo tutte le contraddizioni della casta politica che combattevano a parole, poi invece dopo la sentenza che ha sancito la illegittimità del parlamento in virtù della incostituzionalità della legge elettorale "Porcellum", invece di battersi e magardi dimettersi in toto per andare subito alle elezioni hanno continuato a sedere sui banchi della casta. Oggi poi si scopre che hanno ingannato milioni di elettori che pensavano di aver dato il loro voto ad un movimento guidato da Beppe Grillo, ed invece in questi giorni salta fuori la notizia che il movimento è guidato da un cittadino qualsiasi e sconosciuto, tale Emanuele Bottaro, proprietario del dominio beppegrillo.it. Se non è comportamento da casta questo, equiparabile al famoso appartamento di Scajola, non saprei definirlo tale. Tanto più che i parlamentari grillini sono rimasti tutti in religioso silenzio a questa notizia: ora o sapevano e quindi dovrebbero andare a casa o non sapevano e quindi dovrebbero rivoltarsi contro Beppe Grillo.
E veniamo al prototipo della casta i cari partiti Pd, Forza Italia con annessi e connessi. Fra ieri ed oggi hanno dato l'ennesima palese dimostrazione del grande accordo fra Renzi e Berlusconi per arggirare i cittadini elettori che avevano dato il loro voto alle due formazioni al grido mai al governo con l'altro. Ieri hanno salvato il ministro Luca Lotti dall'essere sfiduciato, oggi, fatto ancora più grave, hanno salvato Auguro Minzolini dall'essere sbattuto fuori dal Senato in virtù della legge Severino e della sua condanna in via definitiva per peculato. Ieri almeno i senatori di Forza Italia avevano avuto il buon gusto di uscire dall'aula, oggi quelli del Pd hanno invece palesamente ringraziato Berlusconi e company addirittura con il voto contrario alla decadenza di Minzolini. Uno spettacolo raccapricciante che allontana le istituzioni dal paese reale, un paese che deve rispettare le leggi mentre il parlamento si fa le leggi e poi le disattende "legalmente" con un semplice voto. Uno schifo totale.

E quindi il Movimento 5 Stelle non esiste


La reazione dei legali di Beppe Grillo per rispondere alla querela di diffamazione da parte del Partito Democratico ha qualcosa di surreale, ma alla fine si inquadra bene nello stile della politica italiana. Si pensava che il Movimento 5 Stelle fosse qualcosa di diverso ed invece oggi è arrivata la prova provata che il M5S altro non è che un movimento/partito all'italiana. Anzi a dire il vero forse oggi il M5S è andato oltre qualsiasi immaginazione: ha dimostrato di non esistere. I legali di Grillo dichiarano che il sito www.beppegrillo.it, il blog che fino ad oggi è stata la bibbia del M5S, non è riconducibile a Beppe Grillo, che Beppe Grillo non è responsabile di ciò che viene scritto sul blog a meno che non ci sia la sua firma (che poi non è una firma ma semplicemente nome e cognome), che nemmeno l'account twitter di Beppe Grillo è sotto il suo controllo e i vari tweet inviati in rete non sono ricondubili a Grillo. Insomma il movimento 5 stelle non esiste e sul blog i post non si sa chi li scrive (chiunque ha le credenziali del blog può mettere sotto un post un nome a casa) ma soprattutto il dominio beppegrillo.it non è riconducibile a Beppe Grillo. E così dopo gli appartamenti acquistati a propria insaputa di Scajola oggi si arriva addirittura ad informare i grillini che, a loro insaputa, il loro capo non è Beppe Grillo ma un'altra entità al momento sconosciuta. Praticamente in questi ultimi 5 anni tutti i media che hanno pubblicizzato o menzionato nei loro servizi quanto scritto da Beppe Grillo sul blog, in realtà sono stat ingannati perché chi scriveva e chi scrive non è lui. Siamo alla follia pura che per fortuna è uscita prima di arrivare alle prossime elezioni perché altrimenti molti elettori rischiavano di votare ... il nulla .. un entità inesistente. D'altra come si fa a fidarsi di un comico ? Quello fa il suo mestiere e quindi ha tirato proprio un bello scherzo a tutti i grillini che oggi hanno scoperto di rispondere .. al NULLA.

lunedì 13 marzo 2017

Al Lincotto Renzi cambia verso: cancellato anche l'opportunismo politico


Gli italiani o almeno una grande parte di loro sono una bella massa di beoti pronti a credere a chi lancia messaggi e parole d'ordine dopo averle disattese tutte quelle parole d'ordine. Hanno votato per tre volte Berlusconi e la terza volta dopo due legislature disastrose nella quali tutte le varie promesse (meno tasse, più lavoro, pensioni minime a 1000 euro, etc.etc) erano state sistematicamente non mantenute. Sentire Renzi ed i renziani nella kermesse del Lingotto a Torino ha riportato alla memoria le vicende berlusconiane. Renzi che parla di lavoro dopo il disastro della sua riforma del lavoro, che parla di riforme dopo le sue riforme bocciate o dal popolo o dalla Corte Costituzionale, che parla come se questi tre anni non fossero esistiti, che parla di sinistra quando lui l'ha sinistra l'ha distrutta cancellandola dal suo partito a suon di provvedimenti di stampo destrorso. Nessuna critica al suo operato ma anzi proposte che non hanno niente di diverso rispetto a tre anni fa con la sola differenza che in questi tre anni quelle proposte sono state tutte bocciate per un vero o per un altro. L'unico elemento di novità rispett al Renzi pre 4 dicembre è stato l'abbandono totale dell'opportunismo politico. Renzi a chiesto di volta in volta le dimissioni della Cancellieri, della Di Girolamo, di Lupi, di Guidi tutti ministri che secondo Renzi si sarebbero dovuti dimettere (come in realtà hanno fatto) per gli scandali nei quali erano coinvolti sebbene bnon indagati dalla magistratura. La motivazione era appunto l'opportunità politica e Renzi invitava addirittura i parlamentari del Pd a sfiduciare gli stessi qualora non si fossero dimessi. Oggi questa regola non vale più o meglio non vale per il ministro Lotti il quale, sebbene indagato, non è colpevole fino al terzo grado di giudizio e quindi non si deve dimettere. Il Pd e Renzi non è giustizialista  ... ma non è più nemmeno favorevole a dimissioni per opportunismo politico. Forse perché Lotti è amicone di Renzi e quindi non è opportuno che si dimetta ? Come non era opportuno che si dimettesse l'altra amichetta la ministra Boschi ? E' vero che Renzi chi ha abituati a questi cambiafaccia improvvisi ma in questo caso il sospetto che si usino due pesi e tre misure è fortemente certo. Aspettiamo il prossimo caso dove non sia coinvolto l'amichetto e/o l'amichetta.

giovedì 9 marzo 2017

Diario di una giornata di ordinaria follia in un paese senza speranza


Capitano sempre più spesso giornate come quella odierna nella quale il cittadino medio pensante non trova spiegazioni nella sequenza degli eventi politici e non sa farsi una ragione prima di come sia potuto accadere tutto questo e poi di come il paese possa uscire da una situazione sempre più nera e senza speranza di ripresa alcuna.
Si inizia di prima mattina con la notizia che l'Europa ci bacchetta sulla gestione inefficiente dell'immigrazione per le poche espulsioni, i pochi rimpatri e le lungaggini burocratiche nella gestione dei richiedenti asilo. Ma come in tutta europa si fa a gara ad erigere muri, a creare ghetti e campi di concentramento di memoria passata e la bacchettata arriva all'Italia, il paese che per la sua posizione geografica si trova ad essere la prima meta di chi fugge dalla guerra e l'unico paese che non può innalzare muri .. per fortuna. Proprio oggi il presidente del consiglio riferisce al parlamento sull'europa e sul prossimo incontro a livello europeo ed invece di ricevere l'appoggio unanime per rimandare al mittente le critiche europee, viene apostrofato dai grillini come colui che insieme al suo partito in questi ultimi tre anni ha fatto più danni della seconda guerra mondiale. Ora si può essere favorevoli o contrari alle politiche di gestione dell'immigrazione da parte del governo attuale e passato, ma di fronte ad un attacco scriteriato dal parte dell'Europa la politica italiana dovrebbe quanto meno fare fronte comune ... ma come al solito questo in un paese normale non in Italia. 
Passiamo al lavoro ed ai tanto decantati effetti del Jobs Act, punto di vanto dell'ex presidente del consiglio. Dopo otto mesi di assenza per un trapianto di fegato un operaio torna al lavoro per riprendere il suo posto ed invece si trova davanti una bella lettera di licenziamento in tronco. Eh già il Jobs Act ha cancellato l'art 18 con annessi e connessi e così i diritti, che secondo il Pd, avevano in pochi ora non ce l'ha nessuno. Ed hai voglia a dire che quei circa 600 posti di lavoro a tempo indeterminato sono costati una cifra e che il lavoro a tempo determinato non esiste più con la liberalizzazione del licenziamento, il Pd Renzi e Poletti non ci sentono e considerano quella riforma una riforma di sinistra (talmente di sinistra che la voleva fare anche Berlusconi ma ful il Pd ad impedirlo). Il povero lavoratore ora farà causa all'azienda e fra qualche anno si vedrà offrire non reintegro come sarebbe stato giusto ma bensì qualche migliaia di euro e tutti contenti e felici.
Per concludere degnamente la giornata arriva l'ennesimo provvedimento a favore dei ricchi e degli evasori. Il governo consentirà ai facoltosi imprenditori o professionisti di prendere residenza in Italia e pagare una cifra forfettaria pari a 100.000 euro piuttosto che dichiarare i propri redditi guadagnati all'estero. Insomma l'Italia diventerà un paradiso fiscale come Montecarlo, Malta o altri stati del genere. Prendete un pilota di formula uno o un calciatore straniero che gioca in Italia percone cioè i cui maggiori introiti li anno da contratti pubblicitari solitamente stipulati all'estero, professionisti insomma che guadagnano decine di milioni quando va male, si prendono la loro bella residenza in Italia, versano il loro obolo di 100.000 euro e per il resto tutto a posto. Poi in Italia i cittadini normali oltre a pagare tasse per il 40% ed oltre non ricevono servizi adeguati per quello che pagano. Dice ma lo fanno anche all'estero, ma se all'estero fanno stronzate dobbiamo copiarli anche noi ? E come la mettiamo con la Costituzione che recita "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva" ?
E questo paese ha un futuro ... ? "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività""Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività""Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività"

martedì 7 marzo 2017

La bufala del garantismo

Siamo alle solite. Quando arriva qualche inchiesta della magistratura che coinvolge qualche personaggio delle istituzioni immediatamente il mondo politico si divide fra garantisti e giustizialisti, una suddivisione fittizia e inappropriata che sarebbe come dire che c'è chi riconosce e rispetta la Costituzione e chi no. Il garantismo, che riguarda reati penali, è un diritto sancito dalla Costituzione Italiana che considera qualunque cittadino italiano innocente davanti alla legge fino al terzo grado di giudizio. Affermare di essere garantisti è pleonastico, non serve ed è inutile, affermare di non essere garantisti o giustizialisti è una falsità bella e buona. Ecco allora che tutti i politici che si affannano nelle loro dichiarazioni di garantisti o non garantisti nel caso di indagini nelle quali siano coinviolti personaggi pubblici non aggiungono altro a ciò che è già sancito dalla costituzione, piuttosto diventano tutti dei sani populisti che utilizzano tali affermazioni per fare leva sull'opinione pubblica. Il problema naturalmente è un altro e riguarda l'opportunità o meno che un politico coinvolto in indagini della magistratura continui a svolgere le proprie funzioni indipendentemente dall'aver commesso o meno dei reati. La moralità della politica non dovrebbe essere solo quella di non rubare ma anche, e soprattutto, quella di rispettare e far rispettare le regole con severità e intransigenza. Se chi è chiamato a scrivere le regole della convivenza civile e democratica è poi lui stesso che non rispetta queste regole, perde l'autorevolezza necessaria per ricoprire incarichi come quello di parlamentare o peggio ancora di ministro. E questo indipendentemente dalla rilevanza penale dell'atto commesso anzi a volte la rilevanza penale è secondaria. Prendiamo il ministro Lotti che magari ha semplicemente avvertito un amico del fatto che era intercettato, un peccato veniale se commesso da un cittadino comune, un peccato mortale se commesso ad un ministro che di fatto intralcia le indagini delle istituzioni quelle stesse istituzioni che lui rappresenta. E dovrebbe essere il cittadino stesso a chedere che il ministro si faccia da parte fino a quando non ha chiarito la propria posizione: fare politica e/o addirittura fare il ministro non è un obbligo, nessuno può mettere in dubbio l'innocenza fino a condanna definitiva ma la democrazia richiederebbe di essere guidata da persone integerrime. Ma chiedere alla politica rispetto per le regole e coerenza in Italia è impresa impossibile. Il "rottamatore", che doveva cambiare verso anche a questo malcostume politico tutto italiano, ha fallito anche questo obiettivo ma lo ha fallito in partenza circondandosi prima che di uomini e/o donne capaci di amici/amiche. Chi arriva a ricoprire i più alti incarichi dello Stato dovrebbe prima di tutto tenere a debita distanza amicizie e famiglia per non diventare ricattabile e per non dover poi difendere a spada tratta, in nome dell'amicizia o della parentela, persone indifendibili. Ma siamo in Italia il paese dove avere un "amico" in posti strategici vale molto più che un titolo di studio o una professonalità accertata.