venerdì 27 ottobre 2017

Renzi: contagia con il virus della falsità e continua a rottamare il Partito Democratico


Confesso di non aver mai nutrito simpatia per il progetto del Partito Democratico che ho sempre visto come un carrozzone politico nel quale furono fatti salire soggetti politici talmente diversi da prevedere una difficile convivenza. Troppo distante da quello che fu il più grande partito comunista europeo anche se già le sue fondamenta erano state minate da Occhetto con la trasformazione del PCI in DS. E' vero che forse era l'unico modo per cercare di contrastare l'ascesa di Berlusconi e del centro destra, fatto sta che la sua nascita comportò la caduta del governo Prodi e la sconfitta alle successive elezione nelle quali Veltroni decise di far correre il PD da solo. Il Pd comunque piano piano perse alcune foglie incompatibili anche con un progetto di sinistra sebbene fortemente annacquato. Poi però è arrivato Renzi, un democristiano doc, che a colpi di modifiche delle regole, una su tutte aprire le primarie a chiunque avesse voglia di buttare 2 euro, ha conquistato il partito nel segno della "rottamazione" della vecchia politica. Renzi ha dimostrato subito la sua natura: promesse per conquistare la poltrona (dal "mai al governo senza passare per le elezioni" al "dobbiamo approvare una legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere i propri parlamentari" passando per "l'art. 18 non è il problema del lavoro in Italia") tutte puntualmente disattese una volta raggiunto l'obiettivo. Un susseguirsi interminabili di proclami come l'ultimo in occasione del referendum del 4 dicembre che prometteva il ritiro della politica in caso di sconfitta. Questa sua peculiarità del bugiardo patentato ha finito per contagiare anche altri appartenenti al Pd a partire dalla sua beniamina Maria Elena Boschi per finire il taciturno Gentiloni. La Boschi oltre a disattendere la stessa promessa di dimissioni dopo il 4 dicembre, si è avventurata poi nel caso Banca Etruria giurando in parlamento di non essersene mai occupata mentre in realtà a cercato di fare pressione per convincere Unicredito ad acquisire la banca in fallimento. Mentre però il virus della bugia ha trovato terreno fertile nella Boschi, si pensava che il buon Gentiloni ne fosse immune ed invece ecco che cade anche lui colpito dal Renzinum: nel discorso di insediamento del suo governo Gentiloni prometteva davanti a Camera e Senato che il governo si sarebbe astenuto da intervenire nella procedura di approvazione della legge elettorale (peculiarità del parlamento) salvo poi rinnegare la sua affermazione e porre la questione di fiducia sia alla Camera che al Senato per far approvare la legge. Chi l'avrebbe mai detto che Renzi sarebbe riuscito a infettare il buon Gentiloni. Ma l'opera distruttrice di Renzi non si è fermata solo alla diffusione del virus della fandonia ma è continuata proprio come aveva promesso nella rottamazione. Solo che ha rottamato parti del suo partito costringendo l'ala più a sinistra del Pd ha lasciare sebbene dopo aver condiviso riforme come il Jobs Act che ha cancellato l'art. 18 e qualsiasi diritto conquistato da anni di lotte dai lavoratori. I tanti hanno abbandonato e l'ultimo in ordine cronologico è il distacco più clamoroso: il presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, che lascia il partito a causa della scelta di chiedere la fiducia sulla legge elettorale. Un fatto clamoroso che la dice tutta sull'opera distruttrice di Renzi compiuta grazie ad un gruppo di fedeli che gli stanno intorno nel tentativo di non perdere il posto alle prossime elezioni. Oggi altro fatto clamoroso nel consiglio dei ministri. Gentiloni propone, contro il desiderio di Renzi, Visco per la conferma alla guida di Banca Italia, Mattarella accetta e i ministri renziani (Delrio, Boschi, Lotti, Martina) disertano il consiglio dei ministri che doveva procedere alla nomina. Uno schiaffo a Gentiloni ma anche a Mattarella, un comportamento antidemocratico che affianca ancora di più Matteo Renzi al suo padre putativo Silvio Berlusconi, stessa pasta ma il primo è ancora più pericoloso del secondo in quanto prende in giro milioni di italiani convinti ancora di votare un partito di sinistra. 

giovedì 26 ottobre 2017

Il fallimento della democrazia occidentale


Quello che sta accadendo nel mondo occidentale è il fallimento della democrazia e del capitalismo. Se ancora in paesi che hanno vissuto gli orrori della seconda guerra mondiale ci sono gruppi di fanatici nazzisti che si presentano alle elezioni e prendono voti, se ancora accadono fatti come in Italia dove un simbolo dell'olacausto viene utilizzato per denigrare tifosi di squadre avversarie, se frange di giovani utilizzano simboli nazzisti e danno vita a gruppi neofascisti o neonazzisti, è chiaro che, a soli 70 anni di distanza da quella tragica guerra, la società tutta ha fallito. Ha fallito nel suo modello di sviluppo, ha fallito nel modello educativo, ha fallito nel modello sociale e culturale che non ha saputo fare altro che organizzare delle ipocrite giornate della memoria senza far seguire queste commemorazioni da un'educazione adeguata. Ma soprattutto hanno fallito le politiche dei vari governi occidentali se negli Stati Uniti arriva un fanatico razzista alla guida dello Stato più potente del pianeta e l'Europa si sgretola sotto il peso della crisi economica e del problema dell'immigrazione. Che dire poi dell'Italia dove al rigurgito fascista si aggiunge la stupidità del tifoso di calcio in un mixer esplosivo che ha generato giorni nei quali è difficile assegnare la palma del più imbecille. L'episodio delle figurine di Anna Frank con la maglietta della Roma distribuite dai tifosi della Lazio, non nuovi a manifestazioni fasciste e razziste, è una miscela di razzismo, fascismo, ignoranza, stupidità e chi più ne ha più ne metta. Purtroppo poi per mostrare l'indignazione per quell'episodio e per dare solidarietà alle vittime dell'olocausto la situazione si è peggiorata cadendo nel ridicolo e proseguendo nello squallido spettacolo. Giocatori che donano un libro a dei ragazzini senza sapere, loro i giocatori, nè cosa stavano facendo nè quale fosse il significato di quel gesto. Immagini di Anna Frank con le maglie di tutte le squadre italiane amplificando in questo modo lo scempio perpretato dai tifosi laziali. Insomma altro squallore che si somma allo squallore in un turbinio di immagini e commenti demenziali. Non so che cosa sia accaduto negli altri paesi ma nel nostro da ormai oltre 20 anni si è abbandonata la cultura, lo Stato non ha più un progetto culturale degno di nota e la scuola è l'ultima ruota del carro della pubblica amministrazione con personale sottopagato e programmi antiquati non attuali. Per esempio la storia della seconda guerra mondiale non è mai affrontata in maniera organica, puntuale e approfondita. Altro esempio riguarda la morte di molte professioni a causa dell'evoluzione tecnologica, se la scuola avesse avuto l'occhio lungo questa sarebbe stata un'opportunità per costruire o nuove professione o dedicare più tempo alla cultura ed invece ci ritroviamo con livelli alti di disoccupazione e allo stesso tempo uno scadimento culturale senza prcedenti. E l'aspetto più preoccupante è che non si vede una via d'uscita a questo imbarbarimento progressivo.

venerdì 13 ottobre 2017

Quando le bufale arrivano direttamente dal parlamento: dal porcellum al rosatellum


Ieri mi sono voluto "male" e ho dedicato un pò di tempo ad ascoltare il dibattito prima del voto finale alla camera per approvare la nuova legge elettorale, più che un rosatellum un vero e proprio procellum 2.0. Innanzitutto vorrei dire ai "nostri" parlamentari che di questi nomi fantasiosi per denominare una legge elettorale, che dovrebbe essere una delle più importanti dell'intero pacchetto legislativo che regola la vita di un paese democratico, veramente i cittadini non ne possono proprio più. "Porcellum", "Consultellum", "Mattarellum", "Legalicum", "Italicum", "Rosatellum" sono un vero e proprio indice della "serietà" di una politica che continuando su questa strada troverà sempre meno partecipazione da parte dei cittadini. Ormai le leggi elettorali nel nostro paese sono snocciolate come un rosario e prendono nomi assurdi più o meno come gli americani sono soliti denominare i vari tornado che si abbattono sul loro paese. Siamo veramente ridicoli soprattutto in virtù dell'importanza di questa legge. Tornando al dibattito di ieri ed in particolare all'intervento dell'autore della legge, il deputato Pd Rosati, nei suoi 10 o 15 minuti sono state snocciolate una serie impressionante di bufale o fake news come va di moda chiamarle ora da far rabbrividire i fautori delle scie chimiche o dell'esistenza delle sirene.
"Il Parlamento deve votare in maniera libera e trasparente, quindi in modo palese" Chi l'ha detto ? La Costituzione e i regolamenti prevedono il voto segreto, quindi se volete abolirlo prima dovete modificare Costituzione e regolamenti.
"Sarebbe un dramma un Paese al voto senza legge elettorale" I responsabili dell'eventuale dramma siete proprio voi del Pd che avete partorito una legge elettorale anticostituzionale e solo per la Camera. ma detto questa il paese la legge elettorale ce l'ha: quella uscita dalle sentenze della Corte Costituzionale.
"Avevamo fatto l'Italicum ma poi c'è stata la bocciatura del popolo italiano" A parte il disprezzo per il popolo italiano insito in questa frase, la bocciatura all'Italicum è venuta dalla Corte Costituzionale e non dal popolo che ha bocciato solo la riforma costituzionale.
"Niente nominati: l'elettorato conosce i nomi dei candidati e li sceglie lui" Ma a che serve conoscere i nomi stampati sulla scheda se poi non posso sceglierlo il nome perché già deciso ?
"Gli altri grandi paesi non hanno le preferenze" Ah ah ah Rosato lei deve studiare. Francia e Gran Bretagna scelgono i parlamentari nei collegi uninominali, in Germani esiste il voto disgiunto candidato-partito .. non come nella sua legge nella quale il cittadino vota il pacchetto tutto compreso.
Insomma queste bufale escono direttamente dal parlamento e dall'autore (presunto ... ma secondo me l'ha scritta sotto dettatura) della legge stessa, a questo punto come facciamo a difenderci dalle scie chimiche, dalle sirene ma soprattutto dalla politica italiana incapace e inadeguata per fino a guidare la repubblica delle banane ... con tutto il rispetto per le banane.

mercoledì 11 ottobre 2017

PD: Partito Destabilizzante e meno attendibile della storia repubblicana

Da quando Matteo Renzi è alla guida del Partito Democratico nessuno sa più quale sia la linea politica di questa formazione politica. Il suo segretario, ma non solo lui, un giorno fa una dichiarazione che poi disattende nel giro di pochi mesi, esprime un principio che poi viene stravolto in senso opposto con superficialità e senza dare spiegazioni. E' noto a tutti ormai la famosa dichiarazione di Renzi sul suo ritiro dalla politica in seguito alla sconfitta sul referendum del 4 dicembre. Il referendum il PD lo ha perso ma Renzi è ancora qui non solo a fare politica ma anche a continuare a ricoprire il ruolo di segretario del partito. In questa sua demagogia, ipocrisia e falsità Matteo Renzi è riuscito a trascinare anche altri attori del partito, prima Maria Elena Boschi (anche lei dimissionaria in pectore), ma poi anche il buon Gentiloni. Il Presidente del Consiglio aveva dichiarato che il governo non sarebbe entrato nel merito della legge elettorale che, giustamente, è una responsabilità del parlamento. Così come Matteo Renzi aveva dichiarato che la legge elettorale non si fa a colpi di maggioranza ma è una legge che va scritta tutti insieme. Ed ecco che tutte le buone intenzioni cadono nel giro di pochi mesi ed il governo entra a gamba tesa sulla legge elettorale, contradicendo sia il presidente del consiglio e che il segretario del partito di maggioranza, chiedendo la fiducia sulla stessa legge. La fiducia sulla legge elettorale che era stata chiesta solo altre due volta nella storia del parlamento italiano, durante il fascismo ed in occasione della legge truffa del 1953, il Partito Democratico di Matteo Renzi l'ha chiesta ben due volte nel giro di pochi mesi. La prima volta in occasione dell'Italicum che poi è stata bocciata dalla Corte Costituzionale, ed ora in occasione del nuovo pasticcio denominato Rosatellum. Altra legge a rischio anticostituzionalità. Siamo ancora una volta in una situazione paradossale: un parlamento ed un governo di fatto illegittimi in quanto eletti con una legge elettorale anticostituzionale, piuttosto che fare una legge elettorale decente che esca dal parlamento, si apprestano a emanare un'altra legge chiedendo il voto di fiducia piuttosto che discuterla come sarebbe costituzionalmente corretto. Il tutto con la complicità del Presidente della Repubblica ed anche dei cittadini che sopportano questo strvaolgimento della democrazia e della costituzione. L'Italia è l'unico paese in cui la legge elettorale viene cambiata ogni tre per due e viene cambiata a immagine e somiglianza della maggioranza di governo. Naturalmente in questa "pantomima" che uccide la democrazia, le opposizioni hanno la loro responsabilità: perché si chiede il voto segreto su una legge che dovrebbe essere uno dei perni della vita democratica ? I cittadini hanno il diritto di sapere come votano i loro rappresentanti sempre ma soprattutto in queste occasione. Siamo in Italia .... in altri paesi questa gentaglia sarebbe già a casa da tempo ... e invece siamo ancora qui con i sondaggi che dicono che il Partito Democratico, che ormai di democratico non ha più niente, sarebbe addirittura al 27-28%. Che cosa dovrebbe ancora accadere per azzerare i voti a questo partito, come ad altri, e che cosa dovrebbe ancora accadere a convincere il partito dell'astensione ad andare a votare per davvero spedire a casa tutti ?

martedì 10 ottobre 2017

La fulminante carriera di Maria Elena Boschi: da madre costituente a paladina dell'equiparazione fra calciatori e calciatrici




Da quando Berlusconi prima e Renzi poi hanno adottato le quote rosa per i loro ministri abbiamo assistito ad una passarella di ministri donna di pessimo livello. Tanto per liberare il campo da eventuali pensieri sessisti si può senz'altro dire che anche i ministri uomini non siano stati da meno in questa corsa al basso profilo. Naturalmente la responsabilità non è certo di uomini o donne ma di coloro, i presidenti del consiglio incaricati, che hanno effettuato scelte su personaggi di basso profilo e magari, per quanto riguarda le donne, esclusivamente per raggiungere la quota del 50 e 50. Il problema sorge quando queste figure sono messe a guidare ministeri strategici per il paese. Alcuni esempi: la Gelmini all'istruzione quando il suo incarico politico di più alto livello era stato quella responsabile di un parco, oppure la Fedeli anche lei all'istruzione dopo una carriera da sindacalista e soprattutto dopo un un curriculum falsificato, per finire alla Lorenzin che guida la sanità senza nemmeno aver fatto un corso da infermiera. Ma il caso principe di incapacità è forse quello del ministro per gli affari costituzionali e per i rapporti con il parlamento del govero Renzi: Maria Elena Boschi. La sua incompetenza questa volta è stata certificata addirittura prima dalla Corte Costituzionale che ha bocciato la riforma elettorale che tutto il mondo ci avrebbe copiato, e poi dal voto popolare che ha bocciato la sua riforma costituzionale. Nonostante questi suoi "successi" la Boschi è stata premiata nel successivo governo quello di Gentiloni: sottosegretario alla presidenza. E questo nonostante anche la sua promessa a reti unificate di lasciare la politica qualora la riforma della costituzione fosse stata bocciata. Ora la Elena torna alla ribalta con una nuova "battaglia" politica in questo caso affiancata dal ministro Luca Lotti, tanto per rispettare la par condicio e soprattutto a dimostrazione che l'incapacità non è sessista. I due si batteranno per la "parità salariale fra calciatori e calciatrici" in Italia. Ora lasciando da parte l'importanza strategica del problema che non fa dormire non solo iu tifosi italiani ma tutti i cittadini del nostro paese: i giovani che non trovano lavoro, i giovani che hanno un lavoro precario ma con paghe orario faraoniche (5-7 euro lordi), i lavoratori dell'Ilva che stanno perdendo il lavoro anche grazie al governo, i disoccupati .... tutte categorie di cittadini che sono a rischio cefalea a causa del problema dei "salari" delle calciatrici. Detto questo il sottosegretario Boschi dimostra tutta la sua "ignoranza" del problema parlando di ... salari. Ora i calciatori non hanno un salario ma quanto meno uno stipendio e non si tratta di categorie di lavoratori dipendenti ma quanto meno di professionisti che non hanno un contratto nazionale ma che stipulano contratti personali con il presidente della società dove andranno a giocare. Senza contare che i due incompetenti non hanno nemmeno idea di che cosa stanno parlando. Con tutto il rispetto per il calcio femminile che al momento in Italia ancora non decolla o quantomeno trova difficoltà a decollare, come si fa ad equiparere le remunerazione di un calciatore che richiama migliaia di spettatori oltre a centinaia di migliaia di euro di pubblicità con quello di un'altra figura (che sia calciatore o calciatrice non fa differenza) che non ha lo stesso seguito di pubblico e di pubblicità ? Ma non vale la pena di stare a scriverlo sono concetti che capiberebbe anche un bambino, ma che probabilmente son fuori dalla portata dei nostri ministri.

venerdì 6 ottobre 2017

Il nuovo rivoluzionario: Berlusconi scippa anche la Rivoluzione alla sinistra


Si può dire il peggio possibile di Berlusconi, ma non si può negare che sia ua grande "marpione" che dopo oltre 20 anni si appresta a dare scacco matto alla politica italiana ed in particolare alla sinistra. Quando scese in campo nel 1994 scippò a milioni di italiani appassionati di calcio il grido che accompagnava ogni partita della nazionale italiana: Forza Italia. Da quel fatidico giorno (26 gennaio 1994) quando gioca la nazionale il popolo dei tifosi è magicamente diventato un popolo fantozziano che non riesce a gridare quell'incitamente storico. In molti passarono al ... Forza Azzurri ... ma anche quell'incitamento fu stroncato nel 2009 quando l'ex cavaliere fondò il Popolo della Libertà colorandolo di azzurro ed in una sola botta si approprò oltre che del termine azzurri anche della parola Libertà. Possono sembrare sciocchezze ma il buon Silvio sapeva che si stava rivolgendo a quel popolo che aveva abilmente decerebrato con le sue televisioni spazzatura, scimmiottate presto anche dalla Rai, ed infatti nonostante i disastri sia politici che giudiziari, riuscì a rimanere al governo fino a quando la finanza non decise di toglierlo di mezzo per non portare l'Italia al fallimento totale. Ora il marpione, tenuto lontano dalle istituzioni dalla legge Severino votata anche dai suoi, tenta il ritorno confidando in un'improbabile sentenza della corte europea e lo fa a modo suo. Questa volta invade direttamente il campo dell'avversario (finto) politico di sempre: la sinistra ed i comunisti (quei pochi che ancora rimangono). Berlusconi il 14 settembre 2017 ha registrato un marchio per un nuovo soggetto politico al quale ha dato il nome ... udite udite: Rivoluzione Italia. Mentre a sinistra si inventano nomi astrusi dai quali difficilmente si può capire di che razza di formazione politica si tratti (Possibile, Articolo 1, etc.) Silvio ci va giù duro e si appropria di un termine simbolo del comunismo: Rivoluzione. A questo ci affianca la parola Italia ed il gioco è fatto. Pensate che qualcuno quando si andrà a votare non metta una croce su quel simbolo convinto di votare a sinistra ? Io penso che accadrà. Se sventuratamente la Corte Europea si pronuncerà a favore di Silvio Berlusconi non ce ne sarà per nessuno e avremo un altro suo governo. Il problema ancora una volta sta nella legge elettorale che il Pd, con naturalmente Forza Italia ed anche la Lega si apprestano a votare. Una nuova legge che nega ai cittadini di eleggere i proprio rappresentanti e che con soglie "finte" favorisce la presentazione di liste civetta che alla fine porteranno acqua al mulino dei due principali attori: Partito Democratico e Forza Italia. Se questa legge passerà non ci sarà il tempo per una pronuncia della Corte Costituzionale ed andremo a votare con un'altra legge farlocca e con l'ultimo rivoluzionario che scenderà in campo: Silvio Berlusconi.

giovedì 5 ottobre 2017

Lezioncina sullo sciopero al ministro Delrio ed al PD


Stiamo vivendo momenti difficili su tutto il pianeta e quindi anche nel nostro paese. Ci si aspetterebbe in momenti storici come questo che almeno la politica mantenesse un certo equilibrio e svolgesse la sua funzione con "intelligenza" guidando il paese attraverso eventi spesso drammatici. Purtroppo non è così ed il comportamento dei politici trascende a livelli così bassi che nemmeno l'uomo della strada riuscirebbe a raggiungere. Oggi c'è un fatto che riguarda uno strumento principe per la protesta: lo sciopero. Le prime testimonianze di uno sciopero risalgono all'antico Egitto durante il regno di Ramses III. Gli operai impegnati nella costruzione delle tombe incrociarono le braccia interrompendo i lavori per protesta contro i ritardi con cui venivano pagati. Il Faraone dovette acconsentire alle loro richieste affinché i lavori riprendessero. Lo sciopero quindi è da sempre uno strumento di lotta, utilizzato dai lavoratori contro i padroni, per far valere le loro rivendicazioni sia in termini di salari che in termini di riconoscimento giuridico. Da quando questo strumento si è iniziato ad utilizzare anche nel pubblico impiego si sono succedute una serie di norme che ne hanno di fatto snaturato l'efficacia in questo settore. Dichiarare in largo anticipo l'effettuazione dello sciopero, mantenere comunque il funzionamento dei servizi ed altre limitazioni lo hanno reso uno strumento di protesta poco efficace. Mai però si era assistito ad uno sciopero organizzato contro se stessi: come se il padrone di una fabbrica o un imprenditore scioperasse lui perché non riesce a far lavorare gli operai come intenderebbe. Ebbene oggi il Partito Democratico con quale suo ministro, sottosegretario e parlamentare è riuscito a fare proprio questo: scioperare contro se stesso e la sua incapacità di far approvare una legge. La legge in questione è la famosa Ius Soli per la cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia. Dopo un primo passaggio alla Camera, la legge è bloccata in quanto al Senato non ci sono i numeri per la sua approvazione e sono stati alcuni esponenti del Partito Democratico ad ammettere questo fallimento dichiarando di mettere questo provvedimento come priorità nella prossima legislatura. La stessa Maria elena Boschi, sottosegretaria alla presidenza del consiglio, ha fatto questa dichiarazione alcuni giorni fa. Ebbene oggi alcuni parlamentari del Partito Democratico, ai quali si è aggiunto il ministro Graziano Delrio, hanno iniziato uno sciopero della fame (altro uso improprio dello strumento "sciopero") per protestare contro questo rinvio. Di fatto è lo stesso PD ad aver rimandato l'approvazione della legge ed ora i suoi esponenti protestano contro ... se stessi. Ministro Delrio e Partito Democratico ... andatevi a studiare il significato della parola sciopero e non prendete in giro il paese.

mercoledì 4 ottobre 2017

Capitalismo e globalizzazione insieme per uccidere la democrazia


Fino a qualche mese fa sembrava che solo in Italia la situazione politica fosse al limite della democrazia e del buon senso, oggi purtroppo la situazione è cambiata e in molte aree geografiche del globo si stanno verificando o si sono verificati avvenimenti che creano apprensione. L'Europa di fatto non esiste e la crisi economica, il fenomeno dell'immigrazione (causata principalmente dal mondo occidentale con le sue guerre e lo sfruttamento del terzo mondo) lo hanno messo bene in evidenza. Il ritorno della destra estrema proprio nel continente che ne ha subito i maggiori danni, i movimenti indipendentisti che intendono sganciarsi sia dall'Europa in quanto tale (vedi Gran Bretagna) sia dai propri stati (Catalogna in Spagna, in misura minore Veneto e Lombardia in Italia) sono la cartina di tornasole delle difficoltà nelle quali naviga la società occidentale nel vecchio continente. Negli Stati Uniti la situazione non è certo migliore e l'elezione di Donald Trump alla presidenza ne sono un segno evidente (fra l'altro una elezione contro il voto popolare che aveva scelto la Clinton in virtù di calcoli cervellotici e antidemocratici). Si tratta in pratica del fallimento del capitalismo e della globalizzazione che hanno aumentato le distanze fra i ricchi, una minima percentuale della popolazione, ed i poveri, la maggioranza della popolazione stessa. In un contesto come quello attuale nel quale si fa fatica a trovare dei veri statisti mentre c'è un surplus di politici di mezza tacca, che fanno comunque leva sul popolo grazie ad un livello culturale in picchiata, la stupidità impreversa e si diffonde a macchia d'olio grazie anche alla rete. Internet e la rete appunto nati per la diffusione della conoscenza, sono diventate invece un veicolo per notizie false, per commenti fuori dal contesto degli eventi e per analisi che svolgono la funzione della classica benzina sul fuoco. Gli stessi terroristi dell'Isis utilizzano la rete per intestarsi qualsiasi fatto sanguinoso, come per esempio quanto avvenuto a Las Vegas per mano di un pazzo, come se chiunque imbracci una pistola o un fucile sia passato comunque da un processo di conversione islamista. Una situazione preoccupante che mette in discussione la stessa democrazia che perde di significato se chi la esercita non ha strumenti adeguati per valutare l'offerta politica.