martedì 30 maggio 2017

La futura legge elettorale un'occasione per la sinistra .... forse


Anche se in Italia vale il detto trapattoniano "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco", la nuova legge elettorale che si va profilando all'orizzonte potrebbe essere un'occasione irripetibile per la sinistra italiana. La legge deve ancora arrivare in parlamento e quindi i dettagli tecnici si sapranno solo dopo l'approvazione di camera e senato ma sembra che si vada verso una legge che serva da stampella per il futuro governo della nazione fra Pd e Forza Italia, magari con un appoggio esterno della Lega nei momenti cruciali. In questo modo si realizza il sogno renziano del quasi partito unico da una parte, il sogno berlusconiano di tornare in sella al governo anche se dall'esterno, il sogno di impedire al Movimento 5 Stelle di governare e l'ultimo sogno quello di far fuori i piccoli partiti sempre decsivi in un sistema proporzionale. Chi potrebbe rompere le uova nel paniere a questo disegno Renzusconiano potrebbe essere la sinistra in tutti i suoi rivoli di partitini e partitelli destinati tutti a restare fuori dal parlamento. Considerata l'evoluzione o piuttosto l'involuzione della sinistra degli ultimi anni può sembrare un'utopia (e forse lo è) ma l'unico modo di sopravvivere e di contare qualcosa sarebbe quello per tutte queste piccole formazioni di unirsi sotto un unico simbolo. Un partito unico a sinistra, considerato l'ormai consolidato spostamento a destra del Partito Democratico messo in atto da Matteo Renzi, potrebbe raccogliere un buon bottino di voti superare sicuramente la soglia del 5%, magari arrivando anche in doppia cifra, e scombinare i sogni ed i disegni di Renzi e del suo padre putativo Berlusconi, quel progetto messo a punto ad Arcore quando l'ex cavaliere chiamò a rapporti il giovanotto di Rignano sindaco di Firenze. Magari la sinistra verrà tolta dall'imbarazzo di unificarsi da Alfano che riuscirà a far scendere quello sbarrameto dal 5 al 2% per poter entrare in parlamento, staremo a vedere la partita è ancora lunga.

lunedì 29 maggio 2017

La politica naviga a vista ma per fregare il cittadino ci vede benissimo


Sono ormai decenni che il nostro paese non è governato in maniera decente o quantomeno con un vero progetto che abbia come obiettivo finale il benessere dei cittadini ed il rispetto della Costituzione. Chiunque si sia avvicendato al governo dall'inizio degli anni 90 in poi ha mostrato di non avere un progetto da realizzare o un modello di società da perseguire ma sostanzialmente ha guardato ai propri interessi che solitamente erano e sono di stampo elettorale. Quest'ultima legislatura, nella quale si sono succeduti tre governi a guida del Partito Democratico, non è certo sfuggita a questa regola. Prima Letta ha formato un governo mettendo in piedi una coalizione che nessuno aveva votato, poi Renzi gli è succeduto portando avanti un programma diverso da quello per il quale il Partito Democratico aveva ottenuto i voti, ora Gentiloni che si barcamena tentando di evitare altre scoppole per il Pd in vista delle prossime elezioni. Dopo la scoppola del referendum costituzionale a Gentiloni e soci si presentava un altro referendum altamente rischioso: quello sui voucher promosso dalla CGIL. Le previsioni erano naturalmente a favore dei promotor del referendum ed il governo, per risparmiare un'altra sconfitta al Pd su un altro punto essenziale del precedente governo Renzi la riforma del lavoro, ha abolito con un bel decreto l'utilizzo dei voucher. Referendum cancellato e avanti tutta. Ora che le acque si sono calmate i voucher tornano alla ribaltà attraverso un piccolo emendamento alla manovra correttiva del governo che li reintroduce come strumento per regolarizzare i lavori saltuari. E si torna punto e a capo. E' accaduto spesso che i risultati di un referendum siano stati disattesi (vedi finanziamento pubblico dei partiti ancora in vigore, il referendum sull'acqua, ed altri casi) ma che una norma sia stata cancellata per evitare un referendum già indetto per poi reintrodurre la norma stessa poche settimane dopo credo che sia la prima volta che accade. Una dimostrazione palese che la politica governa senza un progetto chiaro e che spesso i suoi provvedimenti sono contro allo stesso volere dei cittadini e dei problemi reali del paese. Altro esempio. In queste ore si sta discutendo alla camera il provvedimento sulle pensioni dei parlamentari che dovrebbero essere equiparate a quelle di qualsiasi cittadino normale ma rinunciare ai privilegi è dura ed allora si cerca di introdurli in maiera più o meno velata. Ecco che da parte del Partito Democratico spunta un emendamento che prevede una rivalutazione del 20% della reversibilità a carico dei familiari in caso di decesso del parlamentare. La motivazione ? Ma vi sembra giusto che un familiare di un parlamentare si ritrovi a fare lo/a squattero/a in caso di decesso del parlamentare stesso ? Certo che no e ci mancherebbe .... Ora aspettiamo la legge elettorale sulla quale tutti sembrano concordare e quando c'è un'ammucchiata la fregatura è dietro l'angolo.

giovedì 25 maggio 2017

Quando la politica è vittima della sua creatura: la burocrazia




Fra i principali problemi che bloccano la crescita nel nostro paese c'è  sicuramente la burocrazia. Ma che cosa è  la burocrazia e come si è sviluppata nel corso degli anni della storia repubblicana. La burocrazia altro non è che l'insieme delle regole (leggi, provvedimenti, regolamenti) che sono alla base della vita democratica sociale, economica e civile del paese. In Italia questo insieme di leggi è sicuramente abnorme come quantità rispetto agli altri paesi europei e questa peculiarità negativa deriva essenzialmente da due fattori: la propensione endemica del cittadino italiano a voler fregare la legge, l'incapacità del legislatore a scrivere norme chiare e poco interpretabili (incapacità anche questa endemica o semplicemente voluta ?). Il detto tutto italiano "trovata la legge, trovato l'inganno" è emblematico e fotografa coerentemente la situazione italiana. Appena emanata una legge che regolamenta un qualsiasi aspetto della vita sociale e/o economica, nel giro di poco tempo qualcuno riesce subito ad aggirarla o per motivi economici oppure semplicemente per il piacere di non rispettare le regole di una società civile. Naturalmente l'aggiramento è reso possibile anche grazie alla norma in questione che è scritta in un linguaggio incomprensibile e che spesso da adito come minimo a due interpretazioni diverse e in contrapposizione. È Da stabilire se questa modalità di redarre un testo legislativo sia voluta o sia semplicemente il frutto di una incapacità  del legislatore, probabilmente un misto di entrambi questi aspetti. Successivamente al raggiro messo in atto su una norma, il legislatore, nel nobile intento di porre rimedio, o emana un provvedimento correttivo oppure addirittura un nuovo testo che solitamente non risulta quasi mai migliorativo. Questo modus operandi ha dato vita nel tempo ad una legislazione contorta, incomprensibile, obsoleta e sovrabbondante, tale che, per portare a termine una pratica, si impiegano tempi quintuplicati rispetto a quanto avviene negli altri paesi europei e comunque sempre a rischio di ricorsi e interventi della magistratura.
Il problema poi si aggrava quando in queste pastoie legislative finisce anche colui che è uno dei principali artefici della complessità e poca chiarezza della nostra normativa: il politico e, nel caso di queste ore, il ministero dei beni culturali. Il governo Renzi preso dalla smania di fare riforme e rendere il paese efficiente in realtà ne ha combinate una dietro l'altra e quella della riforma dei musei è solo l'ultima di una discreta serie di riforme o respinte dal voto popolare o dalla Corte costituzionale oppure, come in questo ultimo caso, da un semplice tribunale amministrativo. Il concorso bandito per nominare venti direttori dei musei italiani è  stato bocciato in cinque casi nei quali è  stato presentato ricorso da alcuni candidati esclusi.  I punti sostanziali per annullare i concorsi sono due: la partecipazione di candidati stranieri che non sarebbe potuta avvenire per un codicillo della norma che regola tali concorsi e l'effettuazione delle prove orali a porte chiuse. Due banalità che però  dovevano essere a conoscenza di chi ha predisposto il bando. Fra l'altro lo svolgimento della prova orale a porte chiuse appare proprio l'ingenuità incomprensibile per chiunque abbia mai effettuato una prova di concorso e/o di esame di qualsiasi tipo. Naturalmente ora la politica si ribella a questa sentenza del Tar in maniera sconsiderata con in testa addirittura il ministro della giustizia che minaccia di cambiare i tribunali regionali se non addirittura abolirli come se fosse responsabilità dei magistrati il non rispetto delle norme. Ma l'assurdo potrebbe ancora arrivare: il ministero dei beni culturali farà ricorso contro la sentenza ed è possibile che vinca il ricorso annullando quindi la sentenza stessa. Se avverrà  sarà l'ennesima dimostrazione che il problema sta soprattutto nella legislazione stessa e non su chi tenta di farla applicare, ma di certo la politica non ammetterà mai questa sua incapacità  ed al più si limiterà a bruciare qualche gazzetta ufficiale in nome della semplificazione.

sabato 20 maggio 2017

Oggi Pd e M5S si giocano la palma del .... ridicolo


Lo scontro Partito Democratico - Movimento 5 Stelle regala momenti di satira, di ipocrisia, di squallore ma soprattutto di seria preoccupazione. Si perché il PD al governo lo abbiamo provato in questi cinque anni e sono stati anni duri durante i quali il paese è stato traghettato verso destra con provvedimenti che non hanno risolto nulla. Riforma costituzionale bocciata (per fortuna), riforma del lavoro disastrosa con la cancellazione del lavoro a tempo indeterminato e l'aumento dei licenziamenti, riforma della pubblica amministrazione che mette in primo piano sempre il licenziamento ma che si bada bene di intervenire sui processi lavoratovi e sullo snellimento della burocrazia, riforma elettorale che naviga in acque tempestose. Per fortuna c'è stata le legge sulle unioni civili che in qualche modo fa segnare una casella nella colonna delle cose positive portate a termine (anche se la legge è stata varata grazie soprattutto al'europa). Ora però pensare che l'alternativa al PD per il prossimo governo potrebbe essere Grillo ed il suo esercito di adepti, fa veramente accapponare la pelle .... che d'altra parte era già abbondantemente accapponata soprattutto dopo le ultime vicende del Partito Democratico. Le due formazioni politiche se le stanno dando di santa ragione ma non su questioni fondamentali e critiche come il lavoro, la crisi economica, il debito pubblico, la pressione fiscale, tutt'altro. Lo scontro è a livello di battutacce, offese reciproche e manifestazioni populiste e inutili. Sabato scorso Matteo Renzi ha vestito i suoi con magliette gialle ed è andato a "ripulire" Roma, oggi le magliette sono passate ai grillini che dietro al loro mentore Beppe Grillo, autonominatosi il nuovo San Francesco, copiano la marcia della pace Perugia-Assisi. Naturalmente Matteo Renzi da grande comunicatore non poteva lasciare il palcoscenico tutto a Grillo ed allora si è presentato alla scuola politica del partito ed ha messo giù un discorso da .... sballo (i punti salienti elencati in tweet dallo stesso Matteo li trovate in fondo al post) nel senso proprio che sembrava si fosse fumato roba della peggiore specie. E domani ? Davvero le magliette gialle ritorneranno sulle spalle di quelle del Pd per andare nelle zone terremotate ? E Grillo che farà senza magliette ? Ma le lavano fra un passaggio e l'altro ? 
Alla prossima puntata ...
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Dal discorso di Matteo Renzi
1. Distinguiamo tra il giustizialismo e la giustizia.
Noi della finestra siamo dalla parte della giustizia e della legalità

2. Specchio richiama la parola virale. Finestra richiama la parola vero.
Una parola non diventa vera se la dico 10 volte.

3. Chiacchiericcio e Comunicazione.
La comunicazione non è una parolaccia.
Il chiacchiericcio sì.

4. Specchio è tecnocrazia, finestra è democrazia
Se si nega la democrazia si rischiano totalitarismo, algoritmo, Unione Europea

5. Specchio è assistenzialismo, finestra è lavoro
Reddito di cittadinanza devasta l'art.1 della Costituzione.
Lavoro è dignità

6. Specchio è nostalgia, finestra rinnovamento
Bella la nostalgia, ma dannosa: chi fa politica non scrive la storia, ma il futuro

7. Specchio è solitudine, finestra è appartenenza

8. Scienza è finestra, paura è specchio

9. Specchio è anonimato, finestra è identità
Di fronte all'anonimato, noi rivendichiamo l'identità. E la cultura.

9 e 1/2. Specchio è potere, finestra è potere.
Potere può essere sostantivo e verbo. Se non pensi di potere, come fai politica?

venerdì 19 maggio 2017

Dalla "chiarezza a Palazzo Grazioli" a "è un attentato alla democrazia"

Ritengo che ogni cittadino onesto, qualsiasi sia il suo colore politico, dovrebbe pretendere dai propri rappresentanti una sola cosa: coerenza. E invece sembra che la coerenza sia in via di estinzione in quanto tutti i politici, nessuno escluso, non sembrano essere dotati di questa "importante" peculiarità. Ecco allora che il modo di pensare e di agire di un politico, soprattutto dopo la famigerata caduta delle ideologie, dipende esclusivamente dal fatto di stare o meno nella maggioranza di governo. Chi sta all'opposizione agisce in un modo che poi cambia radicalmente nel momento in cui va al governo. Non avviene sempre in alcuni casi la coerenza è mantenuta come per esempio avviene nel caso delle intercettazioni telefoniche.
"Le intercettazioni ristabiliscono il confine tra realtà dei fatti e pietose bugie. Invece di attaccare la stampa che fa il suo mestiere, a Palazzo Grazioli dovrebbero fare chiarezza di fronte al paese".
"La pubblicazione delle intercettazione fra Matteo Renzi ed il babbo pubblicate dal Fatto rappresentano un attacco alla democrazia"
Sono due dichiarazioni la prima a favore della stampa che pubblica le intercettazioni, la seconda che invece attacca la stampa che pubblica certe intercettazioni accusandola di attaccare la democrazia, che sembrano uscire dalla bocca di rappresentanti di partiti diversi e opposti. In realtà sono state rilasciate da rappresentanti dello stesso partito che evidentemente hanno cambiato radicalmente parere sulle intercettazioni. Il partito è naturalmente il PD mentre le dichiarazioni sono state rilasciate in occasione delle intercettazioni fra Berlusconi e la D'Addario la prima, e di quelle fra Matteo Renzi ed il padre la seconda. Insomma il Partito Democratico ha cambiato radicalmente parere sulle intercettazioni telefoniche ora che le stesse sono utilizzate per mettere in luce i traffici del papà di Matteo Renzi e le bugie del figlio. Nel caso di Berlusconi si trattava di fare chiarezza fra realtà e bugie (quelle di B.), nel caso di Renzi si tratta di attacco alla democrazia. In entrambi casi poi si tratta di episodi con nessuna rilevanza penale ma che naturalmente mettono in evidenza l'inclinazione alla falsità ed alle bugie dei due ex presidenti del consiglio. C'è da dire che nel caso in questione Forza Italia ha mostrato e mostra una coerenza ferrea, forse per essersi trovata per prima ad affrontare la questione nel caso del suo leader Silvio, così come per Berlsuconi anche per Renzi condanna la pubblicazione di queste conversazioni proprio per non avere rilevanza penale. Come se per un politico esistesse solo la rilevanza penale e non anche l'opportunità politica delle sue azioni. Naturalmente sarebbe difficile superare il Partito Democratico Renziano in materia di incoerenza dato che il suo stesso segretario ha costruito la propria carriera politica su questa materia dal "mai al governo senza passare per le elezioni" al "la legge elettorale che tutto il mondo ci copierà" passando per l'ormai famoso "Letta stai sereno".  

martedì 16 maggio 2017

Caso Boschi-Renzi ... niente di nuovo sotto il sole






Non capisco l'affannarsi dei media e dei talk show dietro al caso Renzi-Boschi per quello che riguarda gli scandali Consip e Banca Etruria. Intanto intendiamoci non ci sono risvolti penali in quanto i due non hanno commesso reati ma caso mai utilizzato la loro posizione (o eventualmente utilizzata da parenti e amici come nel caso Consip) per ottenere vantaggi non direttamente per loro stessi. Naturalmente anche senza risvolti penali e in assenza di reati c'è poi l'opportunità politica in base alla quale un presidente del consiglio e/o un ministro che agiscono come sembra che abbia agito la coppia Matteo-Elena non dovrebbero avere titolo per ricoprire quei ruoli istituzionali. In questi giorni comunque tutti scandalizzati sia per le rivelazioni del libro di De Bortoli sulla vicenda Banca Etruria e l'intervento dell'allora ministro Maria Elena Boschi che per l'altro libro che svela le trelefonate di Matteo Renzi al padre per il caso Consip. In entrambi i casi emergono le falsità dei due nelle dichiarazioni ufficiali quando sono scoppiati i due casi ed i loro difensori portano a discolpa di Renzi e Boschi le smentite sempre dei due. Ma dico come si può dar credito a due personaggi che hanno fondato la loro carriera politica sulle bugie e sulle falsità. Soprattutto Matteo Renzi che è partito dal "Mai al governo senza passare per le elezioni", passando per il "Letta stai sereno", per arrivare al "Se perdo il referendum la mia carriera politica può dirsi conclusa". La Boschi ha un percorso meno fastellato da falsità ma anche lei in occasione del referendum confermò la conclusione della propria esperienza politica in caso di vittoria del No. E quindi cosa c'è da meravigliarsi se questi due continuano sulla loro linea fatta di promesse non mantenute e di falsità distribuite a mani basse ? Niente di nuovo sotto il sole. Oggi in molti chiedono le dimissioni di Maria Elena Boschi ma questa richiesta è a scoppio ritardato in quanto tutti i contestatori della ministra ora sottosegretaria avrebbero dovuto opporsi al momento della formazione del governo Gentiloni: per ricoprire un compito istituzionale così importante forse si sarebbe dovuto pretendere una figura politica adeguata piuttosto che un ex ministro che ha fallito una riforma costituzionale e che ha fatto una promessa per poi non mantenerla.

lunedì 15 maggio 2017

Dalla ramazza blu alla maglietta gialla ... Renzi plagia Berlusconi


Era il 2008 e Berlusconi si presentava a Napoli con ramazza blu per "liberare" la città dai rifiuti. "In tre giorni non ci saranno pù rifiuti per le strade di Napoli" dichiarò. Raccolse tre cartacce dal marciapiede, le buttò in un cassonetto e poi toccò a De Magistris naturalmente risolere il problema. Ma lo spot elettorale fu di grande impatto per i sostenitori del cavaliere presi in giro naturalmente da tutto il popolo del Partito Democratico.

Sono trascorsi 9 anni e ieri è andata in scena la rappresentazione del Partito Democratico della commedia inscenata da Berlusconi. Renzi chiama a raccolta i suoi fedelissimi, quelli che nel 2008 presenro in giro e criticarono il buon Silvio, li veste con una maglietta gialla e li spedisce in giro per Roma a "ripulirla" dai rifiuti. Lui si presenta intorno alle 11.30 in camicia bianca e senza ramazza, non raccoglie nemmeno quelle due cartacce che almeno Silvio si era impegnato a togliere dalla strada, spara due fregnacce e torna a casa anzi si presenta in tv nel pomeriggio. Insomma sono trascorsi 9 anni, sono cambiati gli attori, ma la sceneggiatura e la sostanza è sempre la stessa: una grande cavolata. Nel caso dei ragazzotti del pd poi le telecamere delle televisione sono state impietose: i canarini non hanno trovato montagne di rifiuti ma le solite cartacce che si possono trovare in qualsiasi parco di qualsiasi cittadina grazie all'inciviltà di una gran parte del popolo italiano. A questo giochetto ignobile si sono prestati anche il presidente del PD Orfini e il vice presidente della camera Giacchetti, ma ahimè oltre qualche cartaccia o qualche bottigiletta non hanno potuto raccogliere altro. 
Questo è il livello della politica italiana ormai .... ce lo vedete Aldo Moro o Enrico Berlinguer o Ugo La Malfa a impegnarsi in queste sceneggiate ... ?
Ieri anche Matteo Salvini, per non rimanere indietro, ha messo in campo la sua: le primarie per nominare il segretario della Lega. I candidati erano lui ed uno sconosciuto ed infatti Salvini ha avuto oltre l'80% dei voti ... una specie di elezione bulgara ma qui si chiama democrazia. Amen.

mercoledì 10 maggio 2017

M5S e PD: basta avete superato ogni decenza


Premessa: non sono ne un simpatizzante del M5S nè tantomeno del Partito Democratico e naturalmente non sono un elettore del centro destra. Precisazione indispensabile perché ormai se critichi il PD sei un grillino, se critichi il M5S sei uno del Pd e magari anche renziano, se critichi entrambi sei uno di destra o della Lega o fascista (come se ci fosse differenza). Bene per fortuna c'è ancora qualcuno che ha un'ideologia a questo paese e può criticare liberamente chi si vanta di non averla più e di non essere nè di destra nè di sinistra. Lo spettacolo che in queste settimane stanno mettendo in scena il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle è veramente deprimente e squallido, fatto di accuse reciproche su questioni marginali, importanti si ma sempre marginali rispetto ai problemi del paese. L'obiettivo da parte di entrambi è però esattamente lo stesso: discreditare l'avversario su qualsiasi questione e/o problema. Non importa se si tratti di una questione a livello di gossip o seria e grave, l'atteggiamento da parte dei due contendenti è esattamente coincidente, due facce della stessa medaglia. Non mettere in evidenza il proprio pensiero o il proprio modo di vedere ed eventualmente risolvere il problema e/o la questione quanto piuttosto sottolineare le incapacità e/o le mancanze dell'altro. Non importa se si parla di immigrazione e di persone che perdono la vita nel tentativo di sfuggire alla disperazione, alle guerre, alla fame, allo sfruttamento. Non importa se si parla di vaccini, un problema serio ormai nel nostro paese dove sono tornate a farsi vive malattie che si pensavano ormai debellate. Non importa se si parla di banche e del loro salvataggio con coinvolgimento di ministri e/o loro familiari. Non importa l'argomento e la sua importanza e/o rilevanza rispetto ai problemi del paese, le modalità di discussione sono sempre le stesse: si offende l'avversario, lo si mette in cattiva luce sottolineando la sua incapcità e/o mala gestione del problema. Non si illustrano le proprie "buone" idee ma si denunciano le "cattive" idee della parte opposta. Il tutto naturalmente senza minimamente analizzare, discutere e approfondire il problema stesso: si lanciano tweet, frasi di 140 caratteri o al più si scrive un post su facebook e sfido chiunque a trovare differenze sostanziali fra quelli del Pd e quelli del M5S. Senza stare ad elencare le varie assurdità da una parte e dell'altra ne bastano due, una ciascuna, per caratterizzare il dibattito politico che ci accompagnerà per un anno. Il Partito Democratico, accecato dall'odio per il Movimento 5 Stelle, in queste ore si scaglia contro i grillini per la storia della Boschi e dei suoi intrallazzi per salvare la banca dove il padre era nel CdA dimenticando che tali intrallazzi non sono una delle solite bufale messe in giro da Grillo e company ma semplicemente gli stessi intrallazzi sono descritti in un libro del giornalista Ferruccio De Bortolis che non può certo essere dipinto come un simpatizzante grillino. Nel frattempo i grillini, per non rimanere indietro, nonostante tutte le sparate contro gli esponenti del Partito Democratico stanno tessendo la loro tela per la nuova legge elettorale circuendo lo stesso Pd al fine di ottenere il famigerato premio di maggioranza per il partito che risulterà vincitore delle future elezioni. Eh si anche loro si sono resi conto che, non avendo intenzione di stringere alleanze con alcuna formazione politica per un eventuale governo, l'unica soluzione è il premio al partito e/o movimento. Insomma da una parte demonizzano il Pd, dall'altra gli fanno gli occhi dolci nella speranza di ottenere il lasciapassare per un futuro governo a 5 stelle. Naturalmente in questo scontro fino all'ultimo colpo tutti si guardano bene da parlare dei problemai reali del paese, del lavoro, della economia, delle tasse e dei loro eventuali programmi futuri. Programmi che non si limitino ad annunci del tipo "Abbasseremo le tasse" ma programmi sulle modalità attraverso le quali realizzare gli annunci.

venerdì 5 maggio 2017

Dall'art.18 alla legittima difesa: l'inesorabile viaggio del PD di Renzi verso il populismo di destra






Nonostante il mio scetticismo sul Partito Democratico fin dalla sua nascita, un partito nato esclusivamente per raccogliere voti e consensi senza un reale progetto politico che potesse chiamarsi tale, mai avrei pensato che potesse abbandonare e tradire le sue origini come è avvenuto una volta che si è consegnato a Matteo Renzi. In questa legislatura si è visto di tutto e di più a partire dell'alleanza con Berlusconi tradendo il proprio elettorato, fino al disegno di legge approvato ieri dalla camera di stampo puramente fascista passando attraverso le varie riforme renziane a trazione destrorsa. Il primo colpo ben assestato ai principi della sinistra lo ha dato appunto il governo Renzi con la riforma del lavoro, denominata Jobs Act, ed la cui anima è stata la cancellazione dello statuto dei lavoratori, dell'art. 18 e della liberalizzazione dei licenziameti (aumentati in maniera impressionanti nel 2016). Ci aveva provato il governo Berlusconi con il suo ministro del lavoro Sacconi, ma complice anche la forte opposizione del Partito Democratico che si era fortemente mobilitato, il progetto dell'ex cavaliere non andò in porto. Ci ha pensato Matteo Renzi ha realizzare il sogno berlusconiano e dopo essere arrivato al governo in quattro e quattr'otto ha cancellato quel famigerato articolo 18 che, mesi prima da segretario del Pd, era stato oggetto di una delle sue più famose esternazioni e promesse tradite: "Non penso che l'art. 18 sia un problema in questo momento". Per la serie #lavoratoristatesereni. Altri tentativi di riforma renziana e destrorsa sono stati rimandati indietro come la riforma della costituzione che intendeva togliere il voto ai cittadini per il Senato lasciando mani libere ai partiti per nominare i loro rappresentanti o come l'Italicum brutta copia del Porcellum di Calderoliana memoria rimandato indietro direttamente dalla Corte Costituzionale. Ed eccoci arrivati ad ieri con un nuovo provvedimento per rincorrere il populismo Salviniano che riguarda la legittima difesa. Un tale provvedimento fu ancora una volta emanato sempre da lui, Berlusconi, per mano diretta del leghista Calderoli nel 2006. A quel tempo l'Unione, che rappresentava il centro sinistra, era scesa in campo definendo quella legge una legge da "far west". Proteste, manifestazioni ma alla fine il governo la spuntò. Oggi si ritorna sull'argomento perché la Lega e Salvini ritengono inaccettabile che sia un magistrato a decidere se una persona ne ha uccisa un'altra per legittima difesa. Secondo la destra chi spara ad un presunto ladro e/o a chiunque entri nel nostro domicilio, agisce sempre per legittima difesa e il magistrato non dovrebbe nemmeno intervenire. La norma approvata ieri alla camera è una via di mezzo far la norma di Calderoli e quella che avrebbe voluto la destra e rappresenta un modo per il Partito Democratico di andare a raccogliere voti a destra come del resto avevo promesso Matteo Renzi. Ecco che si introduce il concetto del libero uso delle armi durante le ore notturne, un concetto soggettivo e pericoloso che non fa altro che "incentivare" l'uso delle armi e della giustizia fai da te. Se l'aggressore poi provoca una situazione psicologica grave nell'aggredito quest'ultimo è giustificato nell'uso delle armi. E chi giudicherà se si è verificata questa grave situazione psicologia grave ? Insomma una norma non solo ancora più a destra di quella di Calderoli, ma anche peggiorativa sia nei criteri che nell'applicazione. Un ulteriore spostamento a destra in previsione di nuove elezioni che Matteo Renzi potrebbe anche tentare di anticipare. Insomma il traghettamento verso destra continua ora che Renzi è tornato in sella ed ormai è inesorabile il definitivo passaggio a partito di centro destra.

mercoledì 3 maggio 2017

Primarie, Ong, Vaccini ... ovvero le chiacchiere da bar della politica


Il mestiere del politico dovrebbe essere quello di governare il paese sia che si trovi dalla parte della maggioranza che da quella della minoranza e quindi in un paese, che da anni si trova in una grenade crisi economica e nel quale i problemi si accavallano l'uno dietro l'altro, sarebbe logico occuparsi seriamente dei problemi più gravi da risolvere. Ma quando si ha una classe politica inadeguata a ricoprire tale ruolo ecco che si assiste allo scatenarsi dibattiti infiniti su questioni che potrebbero essere, se non risolte, almeno affrontate in maniera serie e consapevole del ruolo che si occupa. In Italia no e l'impressione è quella di trovarsi in una grande bar mediatico dove gli avventori le sparano una dietro l'altra nessuno avendo la piena consapevolezza del problema di cui sta parlando. In questi giorni e settimana impazzano le discussioni ed i dibattiti sui vaccini e sulle presunte collusioni delle Organizzazione Non Governative nel traffico dei migranti, argomenti sui quali per qualche giorno si è innestato il dibattito in merito all'analisi del voto alle primarie del Pd. Partiamo dall'argomento più futile, quello delle primarie del Partito Democratico, ma indicativo di come la classe politica italiana sia rimasta ancorata ai modelli degli anni 60-70-80, quelli della prima repubblica, dove ad ogni elezione tutti erano vincitori e lo sconfitto non si trovava mai. Gli sconfitti, Orlando ed Emilian, hanno pensato bene di far valere le perncetuali raggiunte, 20% e 10% più o meno, come una vittoria naturalmente piuttosto che una vera e propria debalce consequenza anche della fuga dal partito di tanti militanti che si sono resi conto che il Pd è migrato definitivamente a destra. Il ruolo più ridicolo però è quello che hanno ricoperto i renziani che domenica 20 si facevano in quattro per pubblicare sui social file di cittadini esultanti in attesa di esprimere il loro voto per il bomba, e poi, lunedì primo maggio, hanno sudato quattro camice sempre a suon di tweet e di post per incensare, facendolo passare come un trionfo, quel 1.848.000 di votanti: circa un milione in meno rispetto a quattro anni fa. Un calo continuo e costante a dimostrazione di quanto il partito stia veramente precipitando verso il basso copn la politica renziana di farlo sempre più assomigliare ad una copia di forza italia. Le discussioni si sono naturalmente intrecciate anche con le primarie del M5S, che restringendo la partecipazione ai soli iscritti, vedono naturalmente un numero nettamente inferiore di voti espressi per ogni candidato. Ma al Bar Italia il Noi siamo più bravi di Voi impazzava a più non posso. Ma una classe politica serie non dovrebbe piuttosto che criticare le faccende interne agli altri guardare, analizzare a criticare in maniera oggettiva quanto avviene in casa propria ?
Poi c'è il problema dei vaccini anche questo diventato tema di scontro "politico" come se la salute pubblica fosse un problema politico e non sociale. All'interno del Movimento 5 stelle si sa ci sono personaggi dediti al catastrofismo o al bufalismo che credono nelle scie chimiche, nella terra piatta ed altre scemenze del genere. Il tema dei vaccini dannosi e causa dell'autismo è un argomento troppo ghiotto per chi, muovendosi all'interno della rete, crede ad ogni "bufala" purché vada contro la scienza ufficiale. Ma per un partito che governa e che vanta una tradizione politica decennale, mettersi a discutere con questa gente scendendo sul loro stesso piano è veramente ridicolo. Soprattutto se poi si tratta della salute dei cittadini quando poi ci sono dati oggettivi che dimostrano il ritorno a malattiere pericolose che si pensavano debellate. Ma niente per il Pd conta di più tentare di rispondere colpo colpo e naturalmente cazzata su cazzata ai grillini piuttosto che mettersi a fare sul serio, già dimenticavo .. il ministro della sanita è la Lorenzin, diploma di liceo classico che di sanità ne capisce meno di un'operatrice/operatore ausiliara/o con tutto il rispetto per queste lavoratrici/lavoratori.
Ed infine l'ultimo tema della diatriba e del dibattito che prosegue da giorni è quello delle Organizzazioni Non Governative che operano nei nostri mari tentanto di strappare alla morte migliaia di profughi, migranti, poveri diavoli che fuggono da guerre e povertà causate dal mondo occidentale. In questo caso ci si è messo anche un magistrato ad alzare un polverono nel quale, immancabilmente, si sono buttati a copro morto prima i grillini e poi subito dietro il Partito Democratico, incapace anche in questo caso di analisi serie o oggettive. Il problema dell'immigrazione è serio e sicuramente qualsiasi formazione si trovi al governo è in difficoltà nel gestire una situazione le cui cause reali dipendono da tutto il mondo occidentale, ma soprattutto nessuno è interessato a rimuoverle seriamente. L'Italia si trova in mezzo al mare ed è il paese che rappresenta per coloro che fuggono da guerre e povertà il ponte per arrivare nei paesi europei. Per governare un fenomento del genere era necessario un paese forte ed una classe politica decisa a gestire il problema non ad utilizzarlo per i propri fini elettorali. Ed invece l'Italia ha praticamente lasciato mare libero alle ONG per svolgere il lavoro sporco ed è chiaro che in un paese come il nostro, dove c'è lavoro sporco ci possa essere chi lucra su questo lavoro. Ora una volta che il magistrato ha lanciato il classico sasso e immediatamente ritirato la mano si dovevano fare due cose: chiedere conto alla magistratura di questo intervento ed eventualmente agevolare l'intervento nella stessa per indagini serie. Invece è più facile e più comodo oltre che probabilmente redditizio in termini di voti, fare polemiche ed affrontarsi fra chi difende a spada tratta tutte le Ong e chi le criminalizza in toto. Come appunto potrebbero fare due avventori di una bar qualsiasi verso la mezzanotte ormai satolli di birra ed affini.