giovedì 30 giugno 2011

Il bluff della Lega

La Lega Nord ormai affonda nella sua stessa melma e come quel malcapitato che per uscire dalle sabbie mobili si agita e finisce per impantanarsi sempre di più, il partito dei fascisti verdi tenta di recuperare i consensi persi fra amministrative e referendum ma in realtà non fa altro che rendere sempre più esplicito la sua vera natura del partito classico della prima repubblica. La Lega Nord era nata nel 1989 con il chiaro intento di dividere l'Italia in due tronconi: da una parte il Nord inventandosi di sana pianta la nazione Padania, dall'altra il resto d'Italia parassita, secondo gli uomini verdi, delle popolazioni produttive settentrionali. Un manifesto politico quello della Lega che difficilmente avrebbe potuto avere sbocchi costituzionali e democratici, ma la tentazione delle poltrone è troppo forte anche per coloro che fanno dello slogan "Roma ladrona" il proprio grido di battaglia. E così nel 1994 la Lega arriva al governo grazie all'alleanza con Silvio Berlusconi, ma la convivenza fra chi vorrebbe dividere l'Italia ed il cavaliere è subito difficile ed il governo dopo pochi mesi cade. Bossi ed i dirigenti leghisti mettono in atto l'ennesima sceneggiata che rasenta l'eversione quando il 15 settembre del 1996 dichiarano l'indipendenza della padania, dando vita successivamente a scontri con le forze dell'ordine che portano alla condanna di Roberto Maroni per resistenza a pubblico ufficiale. La Lega torna comunque al governo nel 2001 e successivamente nel 2008 per il terzo governo Berlusconi, ma nel frattempo le sue sceneggiate diventano sempre più esclusivamente di facciata e di tipo carnevalesco mentre lo stile del partito si adegua alle peggiori tradizioni della politica da prima repubblica ed anzi, proprio in questi giorni, il comportamento della Lega Nord è sicuramente peggiore dei vecchi partiti che governavano insieme alla Democrazia Cristiana fino agli anni 90. Quello che è accaduto oggi durante il consiglio dei ministri è sintomatico di quanto Bossi e compagni, messi da parte gli slogan con i quali hanno turlopinato i propri elettori in questi anni, prima del raggiungimento di ogni altro obiettivo si preoccupano di difendere anche con i denti le proprie poltrone da ministro. Quando mai si è visto infatti un consiglio dei ministri che emana un decreto sul quale uno dei due partiti che fanno parte della maggioranza di governo vota contro. In qualsiasi altro periodo della nostra storia repubblicana il governo avrebbe rassegnato le dimissioni e saremmo andati alle elezioni. Ma sia Berlusconi che lo stesso Bossi si guardano bene da seguire questa strada che la logica democratica suggerirebbe. Anzi lo stesso governo si prepara ad emanare una manovra economica molto delicata per le sorti future del paese, ma conscio della propria debolezza, approverà una manovra che somiglia molto ad una bomba ad orologeria da fare splodere fra due anni con il prossimo governo. Siamo veramente nel caos istituzionale e la Lega, indebolita da 15 anni di presenza in parlamento e di ormai 8 anni di governo nei quali non ha ottenuto niente di quanto promesso ai propri elettori, è il partito che più di ogni altro partito incarna il fallimento totale della maggioranza uscita dalle urne del 2008. Un fallimento che si è protratto anche in queste settimane durante le quali sono cadute ad una ad una tutte le promesse fatte da Bossi alla pagliacciata circense di Pontida. Ministeri al Nord, riduzione delle tasse, fine della guerra in Libia, dimissioni di Tremonti, tutte bufale rispedite al mittente da Berlusconi con buona pace dei ministri verdi che hanno fatto buon viso a cattiva sorte per rimanere incollati alla propria poltrona. Insomma la Lega da partito che avrebbe dovuto osteggiare e combattere il potere del governo romano, ormai fa parte di questo governo e soprattutto ne ha subito assimilato le peggiori caratteristiche. Se gli uomini con le corna di Pontida sotto quei loro copricapo carnevaleschi avessero anche della materia grigia e non verde, questo partito sarebbe ormai dimenticato come il governo che si ostina a tenere in piedi con alimentazione forzata.

martedì 28 giugno 2011

Tremonti ha inaugurato la campagna elettorale del 2013

Doveva essere la manovra sulla quale il governo rischiava di cadere a causa da una parte della intransigenza della Lega che per recuperare i consensi del proprio elettorato sosteneva la riduzione delle tasse, e dall'altra dai vari ministri tutti sul piede di guerra per vedersi tagliati ulteriormente i fondi a disposizione per i loro ministeri. In realtà si è trattato di una manovra da circo e con chiari scopi elettorali in previsione di una possibile ed eventuale difficoltà dell'attuale maggioranza alle elezioni della primavera del 2013. Nessuna altra definizione è possibile per una manovra da 47 miliardi che per il 2011 ed il 2012 prevede più o meno 7 miliardi mentre per il 2013 e 2014 i restanti 40 miliardi, lasciando cioè una pesante eredità ad un eventuale futuro governo diverso dall'attuale. Una bella trappola sta mettendo in atto questo governo che a rigor di logica avrebbe dovuto fare l'esatto contrario e cioè prevedere 40 miliardi nei due anni in cui ancora dovrebbe governare per poi lasciare le briciole della manovra alla maggioranza che prenderà in carico il governo del paese nel 2013. Ma questo avrebbe significato una correttezza politica che certamente non è fra le prerogative della maggioranza di centro destra che con i suoi ultimi e pericolosi colpi di coda sta minando alle fondamenta con due anni di anticipo il futuro governo che si insiederà nel 2013. Se vogliamo entrare nei dettagli della manovra o almeno in quei dettagli che sono stati resi noti oggi, siamo sempre alle solite: grandi dichiarazioni di intenti che alla fine di riducono al solito prelievo di soldi da chi sta male e dai dipendenti pubblici. Ed i costi della politica di cui si era parlato e discusso tanto oltre che far parte del programma di governo ?Ah si dimenticavo: i ministri forse rinunceranno al loro stipendio da ministri, un grande sforzo considerato che di stipendi ne prendono due, quello da parlamentari e quello da ministri. E le province ? E le varie indennita parlamentari ? Per ora niente tanto per il 2011 e 2012 si tratta di trovare 7 miliardi, briciole, poi magari ci si penserà nel 2013 a fare quei tagli che per ora è meglio non fare per recuperare qualche voto. A proposito .... nella manovra non ci sono risparmi per le missioni militari all'estero anzi sono stati stanziati altri 700 milioni di euro per arrivare al 31 dicembre, meglio introdurre un bel ticket sulle prestazioni del pronto soccorso che smettere di andare a fare la guerra in giro per il mondo.

lunedì 27 giugno 2011

Un regime stile America del Sud





Ciò che sta accadendo in questo paese è qualcosa che pone l'Italia fuori dalla democrazia: il governo si mantiene in vita grazie ad una maggioranza parlamentare che ormai non trova più riscontri nel paese reale. E' stato dimostrato dalle elezioni amministrative, è stato dimostrato dai referendum e lo è dimostrato anche in queste ore durante le quali, mentre la maggioranza di centro destra sembra essere allo sbando, il governo impone la propria volontà grazie ai blindati della polizia e delle forze dell'ordine mentre lascia allo sbando la città di Napoli sommersa dall'immondizia. Tutto questo mentre alla prima udienza preliminare del processo Ruby a carico di Nicole Minetti, di Emilio Fede e di Lele Mora, viene alla luce una squallida storia di prostituzione minorile che vede coinvolto l'Indagato del Consiglio. Il governo non ha più consensi e deve ricorrere alla forza emulando i famosi regimi sudamericani od il più recente regime cinese per riuscire ad avviare quei lavori per l'alta velocità in Val di Susa fortemente osteggiati dalla popolazione locale. Si è preferita la strada della forza dando vita ad una specie di guerra civile piuttosto che cercare il consenso delle popolazioni locali e la loro collaborazione. Ma d'altra parte come tentare di avere consenso da parte di chi vede distruggere il proprio territorio per un'opera inutile ed i cui vantaggi sono sicuramente superiori ai disastri ambientali che provocherà. Si è scelta quindi la strada della forza scatenando le forze dell'ordine contro cittadini che protestano da mesi in maniera pacifica, con la forza si sono sgomberate le barricate scatenando però una protesta che ora si sta estendendo a tutto il paese. Un governo quindi che prende le distanze dalla popolazione e lo fa anche a Napoli dove è in atto il boicottaggio, sul fronte della spazzatura, contro il nuovo sindaco De Magistris, colpevole di aver sconfitto il candidato del Pdl. La maggioranza e soprattutto la Lega, per recuperare consensi, non si fanno scrupoli a fare in modo che i rifiuti di Napoli, nell'emergenza contingente, non siano portati fuori dalla Campania nonostante la disponibilità di altre regioni ad aiutare la campania stessa. E se De Magistris vietasse l'ingresso a Napoli di cittadini del nord per le prossime vacanza estive ? Sarebbe una giusta ritorsione e probabilmente l'inizio di quella guerra civile che appare sempre più inevitabile per liberare il paese del regime di Berlusconi-Bossi. Nel frattempo anche all'interno della maggioranza è in atto un tutti contro Tremonti che dovrebbe con la sua prossima manovra salvarci o per lo meno metterci al riparo dal rischio fallimento in stile Grecia. Ma Lega e i vari ministri che dovranno sopportare i tagli di Tremonti non sono disposti a vedersi tagliare i propri orticelli e sarebbero più favorevoli ad un prelievo ai soliti lavoratori dipendenti e pensionati piuttosto che ad un energico dimagrimento dei costi della politica. Il tutto mentre sempre la Lega per rifarsi della batosta elettorale alimenta la speranza della diminuzione delle aliquote Irpef, una diminuzione che se messa in atto sarà solo di facciata perchè i soldi che gli italiani eventualmente sborseranno in meno grazie alla nuova Irpef (ammesso che sia un'ipotesi percorribile) saranno loro prelevati attraverso altro canali come per esempio aumenti di Iva. Insomma fra guerre interne e guerre contro i cittadini, il paese continua a non essere governato mentre deve digerire il "puttanificio" che il presidente del consiglio aveva organizzato e che lentamente sta venendo alla luce grazie al processo Ruby contro i suoi magnaccia Minetti, Fede e Mora. Sarà un'estate calda anche se le temperature non saliranno sopra i 30 gradi ....

mercoledì 22 giugno 2011

Il gioco del se fossi

Premetto che sono un cittadino che ha sempre esercitato il suo diritto di voto in tutte le elezioni e referendum che si sono svolti dal lontano 1969 anno in cui ho raggiunto la maggiore età. Premetto anche che alle ultime elezioni politiche ho votato un partito, Rifondazione Comunista, che oggi non è rappresentato in parlamento. Fatte queste premesse stasera, dopo la due giorni dell'Indagato del Consiglio al Senato ed alla Camera e dopo la domenica della pagliacciata di Pontida, mi sono impegnato nel gioco del "Se fossi". Ma non nei quesiti classici di questo gioco e cioè "Se fossi un fiore", "Se fossi un animale", "Se fossi una città" e via dicendo ma piuttosto nel "Se fossi un elettore di una partito entrato in parlamento dopo le elezioni del 2008". Prima di entrare nel gioco vorrei sottolineare anche un altro aspetto: l'elettore che interpreto è un elettore che mantiene intatta la propria capacità di critica e che non fede il proprio partito come una fede indissolubile, perchè contro la fede qualunque ragionamento razionale non ha possibilità di essere condotto. Si può parlare dell'esistenza dei Dio con un prete ? Assolutamente no, per il prete l'esistenza di Dio è un atto di fede punto e basta. Dopo questa ultima precisazione cercherò ora di impersonare l'elettore di ogni partito presente in parlamento anzi di quei partiti che si sono presentati alle elezioni politiche del 2008 e non quelli che si sono formati strada facendo, quelli a rigor di logica sono illegali e non dovrebbero nemmeno stare in parlamento.
Se fossi un elettore della Lega Nord. Se fossi una della Lega, soprattutto stasera dopo la due giorni di Senato e Camera e dopo Pontida, straccerei la mia tessera di partito e manderei al diavolo Bossi e la sua congrega di scalda poltrone. La Lega dopo che è entrata al governo insieme a Berlusconi non ha ottenuto niente di quelli che erano i propri caposaldi ma soprattutto ha sovvertito completamente il suo spirito. La Lega è partita dallo slogan Roma ladrona ed arrivata ad occupare quelle poltrone simbolo del potere alle quali si è attaccata con quel collante tipico dei governi della prima repubblica. E come mi dovrei sentire stasera, elettore della Lega che ha partecipato a Pontida, ha gridato secessione, ha ascoltato Bossi fare tanti proclami ? Come mi dovrei sentire dopo che tutti quei proclami sono finiti nel nulla ? I ministeri resteranno a Roma, la guerra in Libia continua, le tasse non si abbassano. Ecco io elettore della Lega se di andasse a votare oggi e non avendo il coraggio di votare i partiti dell'opposizione, mi asterrei ma allo stesso tempo sarei notevolmente incazzato con i miei leader che mi hanno preso in giro.
Se fossi un elettore del Pdl. Se fossi un elettore del Pdl e avessi ancora mantenuto le mie facoltà di intendere e di volere, avrei strappato la mia tessera elettorale già da un pezzo. E non solo perchè il mio leader, Berlusconi, dopo tre anni di governo e dopo i precedenti cinque intervellati da due anni di centro sinistra, non ha praticamente fatto niente di ciò che il suo programma prevedeva tanto è vero che ieri ed oggi ha proposto per l'ennesima volta il suo programma pieno di faremo, ma soprattutto perchè i suoi comportamenti mi hanno fatto vergognare prima come italiano e poi come uomo. Di fatto poi il partito non esiste più dopo la cacciata di Gianfranco Fini e dei suoi per cui io, elettore del Pdl, non potrei che sentirmi tradito in quanto ho espresso un voto che non ha più alcun significato.
Se fossi un elettore del Pd. Se fossi un elettore del non potrei sentirmi molto diverso da un elettore del Pdl, se si esclude il fatto di avere un leader puttaniere (perchè questo è il termine giusto), anche il Pd non esiste più nella veste in cui si è presentato alle elezioni del 2008. Smembrato, incapace di fare una seria opposizione ma soprattutto incapace di dare vita ad un'alternativa nella sua continua ossessione di catturare elettori moderati o semplicemente delusi dal centro destra e soprattutto da Berlusconi. Se fossi un ex comunista sarei completamente deluso dalle posizioni moderate di un partito che invece dovrebbe rappresentare l'avanguardia riformista, se fossi un ex margherita sarei ugualmente deluso per delle posizioni che spesso contrastano con i principi di quel gruppo che è stato inglobato solo per fare cassa. Ma soprattutto quello che delude è l'incapacità di farsi trovare pronti per eventuali elezioni e di rappresentare una vera e propria alternativa per il paese.
Se fossi un elettore dell'Idv. Devo dire che fino ai referendum ed anche dopo l'esito dei referendum non potrei che essere stato orgoglioso di essere un elettore del partito di Di Pietro. E' vero fra le file dell'Idv ci sono stati dei traditori che se ne sono andati passando fra le file di Berlusconi, ma fino ai referendum l'anima del partito non è cambiata. Oggi però dopo il successo del referendum e dopo il dibattito alla camera, non sarei più tanto sicuro che il partito ma soprattutto il suo leader sia lo stesso al quale avevo dato il voto nel 2008. Di Pietro oggi si è fatto beccare in amorevole conversazione con quello che era l'odiato nemico e soprattutto ha attaccato il suo alleato nell'opposizione, il Partito Democratico. Certo un attacco giusto e sicuramente una spinta a non rimanere immobili e a prendere l'iniziativa, ma un attacco condotto nella sede sbagliata mentre si stava discutendo dell'ennesimo programma del governo Berlusconi. Da elettore dell'Idv non sarei nelle stesse condizioni dell'elettore di Lega, Pdl e Pd ma avrei molti dubbi sul futuro del partito.
Se fossi un elettore dell'Udc. Probabilmente in qualità di elettore dell'Udc sare l'elettore che sta meglio fra tutti gli altri, ma solo perchè l'Udc è un partito privo di coerenza, che sta con i frati e zappa l'orto, capace di stringere alleanze sia con il centro destra che con il centro sinistra nelle elezioni amministrative. In questa veste non avrei di che lamentarmi se non per un piccolo particolare: Casini aveva assoldato fra le file del partito quel Cuffaro per il quale si era anche sbilanciato nell'offrire garanzie, salvo poi essere smentito dalla condanna di Cuffaro finito in galera. Se l'Udc non fosse il partito che è come elettore questa vicenda sarebbe stata sufficiente a farmi come minimo astenere alle prossime elezioni, ma la versatilità di questo partito e quindi anche dei suoi elettori è tale che questo rischio non è nemmeno pensabile.
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martedì 21 giugno 2011

Da Pontida al Senato ... la maggioranza di governo in confusione totale

A circa un anno e mezzo dalla fine della legislatura (le elezioni si svolgeranno nel 2013 ma l'esperienza insegna che già alla fine del 2012 si entrerà in piena campagna elettorale e ci sarà la paralisi di governo) l'Indagato del Consiglio si presenta al Senato, e domani si presenterà alla Camera, annunciando l'ennesimo programma di governo da realizzare nei prossimi mesi. Il programma naturalmente è sempre lo stesso, quello che prima Forza Italia e Lega poi Pdl e Lega, presnetano ormai da 15 anni al paese: riforma della giustizia, riduzione della pressione fiscale, interventi per il Sud, sicurezza, federalismo. Ma se tutti queste riforme non sono state attuate negli ultimi 15 anni e soprattutto negli ultimi 10 anni dei quali 8 governato dall'Indagato, è credibile che in un anno e mezzo si possa realizzare tutto quanto promesso da tre lustri ? Anche il partito, la Lega Nord, che per la sua storia dovrebbe essere più vicino di tutti gli altri alla base, agli elettori, alle esigenze dei propri sostenitori, alla fine cade nella logica del partito del governo di centro destra: parole tante ma fatti pochi e soprattutto molto diversi dalle parole stesse. Domenica mattina si è svolta la pagliacciata di Pontida, una pagliacciata nella quela però circa 80.000 persone bene o male credono, persone che hanno acclamato Bossi che faceva la sceneggiata del ministero trasferito a Monza, delle tasse che sarebbero state abbassate e della guerra in Libia che doveva finire. Oggi quelle promesse sono già cadute una dopo l'altra. La fine della guerra in Libia è tutta da venire e non esiste, come d'latra parte non potrebbe esistere, una data certa di fine guerra. Il trasferimento dei ministeri era già stato accantonato durante la notte e non poteva essere diversamente trattandosi semplicemente di uno specchietto per le allodole al fine di distrarre il popolo leghista dalla sconfitta elettroale e referendaria. La diminuzione delle tasse era già stata accantonata prima ancora della richiesta di Bossi dalla stessa europa e dalle agenzie di rating, se l'Italia si azzarda a mettere in campo un'operazione del genere, sarà automaticamente declassata per fare anticipatamente la fine della Grecia. Conclusione: 80.000 pagliacci mascherati presi in giro dal capo comico Bossi. E Berlusconi ? L'Indagato del Consiglio oggi ha messo in scena la cinquecentounesima replica della sua farsa preferita in atto unico: il programma di governo in 5 punti. Un programma presentato per la prima volta nel teatrino di Bruno Vespa e di quella prima stesura due punti (riduzione pressione fiscale e sicurezza) sono rimasti inalterati, mentre gli altrei tre punti sono scomparsi in quanto ormai non piu' attuabili (1 milione di posti di lavoro, che si è trasformato nel tempo in 1 milione di posti da disoccupati; innalzamento delle pensioni minime ad 1 milione di lire, fallito e non piu' riproposto; apertura cantieri che poi sono stati abbandonati). In conclusione la Lega prende in giro il proprio elettorato, l'Indagato del Consiglio prende in giro il paese intero con l'ennesimo programma da realizzare in un solo anno e mezzo. Un giochetto che va avanti da mesi a discapito di coloro che nel 2008 li hanno votati ma che ormai si stanno allontanando da questa maggioranza che non sa più che pesci prendere. Un consiglio ... fateci andare a votare il prima possibile, non avete piu' il consenso del paese.

domenica 19 giugno 2011

Da Pontida solo ... pericolose bischerate


Chi si aspettava chissà quale clamorosa proposta o iniziativa dalla pagliacciata di Pontida è stato profondamente deluso. La Lega guidata da un leader che ormai, a causa della sua malattia, non riesce più a pronunciare un discorso che sia comprensibile (e infatti le parti essenziali erano già state rese note da stamani) ha messo in scena la solita musica, una musica da non sottovalutare e pericolosa per il paese, ma niente di nuovo rispetto a quanto già non fosse noto a tutti. Bossi lancia minacce attraverso richieste che altro non sono che un diversivo rispetto ai problemi centrali del paese, ma non prende un'iniziativa seria e coerente perchè sa benissimo che una crisi di governo in questo momento politico sarebbe una disfatta anche per la Lega. Ed allora piuttosto che dare indicazioni su come risolvere la crisi economica ed evitare il rischio fallimento sulle orme della Grecia, si lascia andare a richieste di contorno buone solo a far scatenare applausi e grida dal popolo verde con le corna di bue sulla testa. Ministeri al Nord come se non sapesse che questa strada è assolutamente impraticabile oltre che anticostituzionale, ma la sceneggiata è sicuramente d'effetto con il sindaco di Monza che mette a disposizione una villa ed una targa per dislocare la sede dell'inutile ministero presieduto da Bossi stesso. Fine della guerra in Libia come se non avesse avuto la possibilità di non farla nemmeno iniziare questa guerra causando anche la caduta del governo Berlusconi, ma ora torna a tuonare ben sapendo che poi il cavaliere lo farà tornare sui suoi passi con la carota del completamento del federalismo. Diminuzione delle tasse proprio nel giorno in cui Tremonti annuncia che la manovra da 40 miliardi sarà anticipata a causa del pericolo fallimento ormai molto vicino. Fra l'altro è bene sottolineare che la proposta di revisione dell'Irpef proposta da Tremonti e appoggiata da Cisl e Uil, ex sindacati dei lavoratori ed oggi sindacati servi di Marchionne e Marcegaglia, prevede una riduzione per le fasce alte, un aumento delle fasce medie e basse quelle cioè dalle quali il gettito è assicurato. Il tutto condito da qualche migliaio di esagitati che gridavano secessione secessione o Padania libera senza rendersi conto primo che la secessione sarebbe un notevole danno anche per loro, secondo che la Padania è un'invenzione creata ad arte per gli allocchi verdi al fine di consentire a chi gridava Roma ladrona di occupare abusivamente delle poltrone molto remunerative. Insomma i dirigenti della Lega ormai sono smascherati, da una parte stanno nelle istituzioni dall'altra fomentano, senza convinzione, il popolo contro le istituzioni stesse, ma di idee serie e perseguibili per il bene del paese nessuna. Quali le prospettive ora ? ... Ci barcheneremo fino al 2013 con il rischio ormai sempre più probabile di finire come la Grecia a meno che l'opposizione non abbia una vera e propria impennata di orgoglio e riesca a far cadere il governo ma con un progetto serio, percorribile e soprattutto con gente che condivida tale progetto.

venerdì 17 giugno 2011

Aspettando Pontida il paese marcia spedito e passa dalla P2 alla P4

Ancora devo capire in che cosa consiste questa seconda Repubblica in cui si troverebbe il nostro paese rispetto alla prima Repubblica. Il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica per gli storici ed i politologi coincide con l'inchiesta mani pulite, con lo scioglimento di partite come la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista e con la discesa in campo di Silvio Berlusconi con il suo partito Forza Italia. Altri la fanno coincidere con il passaggio del sistema elettorale dal proporzionale al maggioritario, che per l'Italia non è stata una scelta definitiva in quanto una parte di proporzionale esiste ancora, e con il bipartitismo. Ma esistono davvero queste differenze fra le due presunte Repubbliche. Sostanzialmente no e caso mai per alcune differenze si può senz'altro dire che sono differenze peggiorative e che non meritano quindi un passaggio da prima a seconda Repubblica. Intanto si può senz'altro affermare che così come nella prima anche nella seconda Repubblica la stabilità del governo è fortemente determinata dai partiti minori in termini numerici. Allora spesso erano il Partito Socialista, o il Partito Liberale, o il Partito Repubblicano che causano la fine anticipata della legislatura. Oggi siamo nella stessa situazione in quanto le sorti della maggioranza di centro destra sono legate ad un partito che raccoglie intorno al 7-8% dei voti come la Lega e che è radicato quasi esclusivamente al Nord. Bossi ha già fatto cadere una volta un governo Berlusconi ed ora si potrebbe ripetere la stessa storia. Nella prima Repubblica erano soventi i ribaltoni, anche se questo termine è stato coniato successivamente ma proprio per indicare i cambi di governo che avvenivano nella stessa legislatura, ma anche questo governo ha dato vita ad un ribaltone. La maggioranza che era stata votata nell'aprile del 2008 non esiste più, lo stesso Pdl non esiste più nelle forme in cui era nato. Il governo si regge ormai non tanto per i voti che aveva ottenuto la coalizione che sostiene il governo stesso, ma piuttosto grazie ad alcuni parlamentari mercenari assoldati da Berlusconi che sono passati dall'opposizione alla maggioranza stessa. Anzi in questo caso è accaduto qualcosa di più grave di quanto accadeva nella prima repubblica: sono nate delle formazioni politiche che nessuno ha votato in quanto inesistenti al momento delle elezioni politiche. Se poi si considera il fenomeno delle logge massoniche, da sempre esistito nel nostro paese, anche in questo settore c'è stata un'evoluzione passando dalla P2 alla P4. La P2 aveva lo scopo di tenere sotto controllo la politica fino ad architettare un colpo di stato che avrebbe dovuto sovvertire la democrazia in caso di ascesa al potere del partito comunista. Molti dei componenti di quella organizzazione siedono in parlamento per non parlare di Berlusconi che addirittura il Capo del Governo. Oggi la P4 sembra abbia organizzato un sistema informativo parallelo per carpire informazioni su appalti, gestire notizie riservate interferendo su organismi istituzionali come per esempio la magistratura. Silvio Berlusconi ha già dichiarato che l'inchiesta si risolverà nel nulla e questa affermazione, considerato da che pulpito proviene, non rassicura ma anzi certifica quasi l'esistenza di questa organizzazione malavitosa. La parte peggiore di questa seconda repubblica che non faceva parte della prima o che per lo meno ne ha fatto parte solo al termine dell'era Craxi, riguarda un governo impegnato da quando si è insediato a risolvere i problemi giudiziari del suo Capo piuttosto che occuparsi dei problemi reali del paese. Un disinteresse che ci sta portando a fare compagnia alla Grecia se è vero come è vero che Mooddy's, l'agenzia di rating americana, ha minacciato oggi di declassarci portando l'Italia sull'orlo del baratro. Ed in questo caos istituzionale che fa il governo ? Attende una riunione di qualche migliaio di pagliacci che vestiti di verde e mascherati da popolo celtico decideranno le sorti della legislatura .... altro che declassamento qui siamo sull'orlo del fallimento.

mercoledì 15 giugno 2011

Le sorti del governo e del paese legate ad una ridicola pagliacciata

Le elezioni amministrative ed i referendum hanno rappresentato un forte segnale per il governo di centro destra: la gente non solo è stanca di un governo che non riesce a gestire la crisi pagata dai ceti medio bassi ma non è nemmeno in grado di occuparsi dei più elementari bisogni del paese. Un paese che fra l'altro è stanco anche dei comportamenti del Presidente del Consiglio e di tutti coloro che lo difendono a spada tratta incondizionatamente senza nemmeno sollevare un minimo di critica a tali comportamenti. Uno stato di cose di cui si aveva sentore già da tempo ma ora con queste due tornate di votazioni la caduta vertiginosa di consensi della maggioranza di centro destra è anche certificata da dati oggettivi. Ci si sarebbe aspettati da parte dei due partiti che formano il governo, Lega e Pdl, o la sfiducia a Silvio Berlusconi e la consequente caduta del governo, oppure una reazione serie e ponderata che prendesse in esame una volta per tutte problemi quale la disoccupazione, la crisi economica, gli aiuti alle famigle e via dicendo. Ed invece che cosa sta accadendo ? L'attività del governo è ferma in attesa di una riunione di un manipolo di ridicoli pagliacci che, con in testa elmetti adornati di corna, domenica si riuniranno intorno al loro capo pagliaccio per decidere che cosa fare del paese e dell'Italia. Che brutta fine ha fatto questo paese dove arte e cultura hanno visto i loro massimi splendori e che ora si vede ridotto ad assistere alla riunione di Pontida, spettacolo che nemmeno un circo di infimo livello accetterebbe di inserire nel proprio programma pomeridiano. E mentre la Lega mette in scena questa tragicommedia in un atto unico, i rappresentanti del Pdl manifestano tutto il loro nervosismo incapaci di reagire con iniziative efficaci e incisive. D'altra parte un'associazione come il Popolo delle Libertà che vive esclusivamente sulla base degli uomori e dei voleri del capo assoluto, nel momento in cui il capo stesso è in crisi non ha margini di reazione. Ne sono un classico esempio le performances del ministro Brunetta e dell'onorevole Stracquadanio. Il primo offende un precaria che si apprestava a fare una domanda al ministro indicando i precari come la peggiore Italia, il secondo porta a conclusione l'analisi della sconfitta ai referendum addossando la responabilità alla rete e soprattutto ai dipendenti statali che "non vendo un cazzo da fare dalle 14 in poi" hanno tempestato internet con informazioni a favore delle abolizioni delle leggi oggetto del referendum. Sul ministro Brunetta ogni commento è superfluo, la sua arroganza, la sua superbia, la sua indisponenza verso il prossimo e verso l'avversario politico supera perfino quella del maestro e del pari-nano Silvio Berlusconi. Su Stracquadanio almeno si può dire che nella sua ignoranza, gli statali ed i dipendenti pubblici sono anni ormai che lavorano anche il pomeriggio e non svolgono più il calssico orario 8-14, ha avuto "il merito" di riconoscere quanto la rete, i social network, i blog siano stati importanti nel fare informazione sui referendum. Ma a parte la "stronzaggine" endemica dei due personaggi, le loro esternazioni sono sicuramente manifestazioni che denotano un nervosismo dilagante dovuto alla consapevolezza che per il governo le ore sono ormai contate e la strada della resa dei conti è finalmente stata imboccata.

martedì 14 giugno 2011

Mi sono rotto i coglioni di Formiconi, Brunetta, Quagliarello e tutti i denigratori dei referendum

Dopo aver tentato in tutti i modi di non far votare i cittadini per i referendum, dopo aver dato un pessimo esempio non andando a votare (Berlusconi) o indicando di andare al mare (Bossi), dopo aver bloccato l'informazione sulla televisione pubblica, dopo aver tentato di dissuadere i cittadini ad andare a votare anche ad urne aperte (Maroni e Berlusconi) e soprattutto dopo aver preso 4 sonore batoste sia in termini di partecipazione che di vittoria dei SI, ora non gli è rimasto che denigrare tutti coloro che sono andati a votare facendoli passare per milioni di imbecilli che non sapevano nemmeno su cosa fossero chiamati a decidere. Formigoni ha addirittura dichiarato che gli italiani avrebbero votato qualunque cosa fosse loro proposta, Brunetta ha detto che praticamente sono tutti referendum inutili compreso quello sui servizi pubblici nel quale l'acqua non era nemmeno nominata. Insomma circa 28.000.000 di italiani sono dei perfetti imbecilli. No basta ci siamo rotti le scatole abbiamo votato per dire al governo che la sua politica in materia di energia, servizi pubblici e giustizia non ci piace e che sarebbe il momento che se ne andasse a casa perchè non sopportiamo più questa politica che non risponde alle esigenze reali del paese. Prima di tutto il 57% degli italiani (lascio da parte gli italiani all'estero che forse davvero non si rendono conto perfettamente della situzione in Italia) è andato a votare perchè ritiene che in una democrazia il voto sia si un diritto ma anche un dovere ed è scandaloso che un capo di governo e molti dei suoi ministri abbiano rinunciato ad esercitare questo diritto/dovere per il quale tanti esseri umani hanno sacrificato la loro vita. E veniamo alle questioni del referendum. Sul nucleare gli italiani si erano già pronunciati nel 1987 e non hanno fatto che confermare la loro scelta e questo indipendentemente da Fukushima. Ci dicono che il governo aveva già rinunciato al nucleare e questo è falso, il governo aveva solo rimandato il nucleare di un anno per evitare il referendum mentre gli italiani hanno detto un NO chiaro al nucleare, quindi nessun rinvio ma semplicemente un rifiuto netto delle centrali nucleare. Sull'acqua ma più in generale sui servizi pubblici, i cittadini hanno detto semplcemente che non vogliono immischiare i privati e non vogliono che sui servizi pubblici e soprattutto sull'acqua, non si può fare affari: devono essere gestiti dalle amministrazioni pubbliche che possono essere sempre sotto controllo dell'elettorato. Sul legittimo impedimento è vero che la Corte Costituzionale aveva già modificato la legge ad personam per Berlusconi, ma il popolo italiano ha rafforzato la sentenza della Corte Costituzionale semplicemente eliminando e cancellando quella legge. Per i cittadini italiani siamo tutti uguali davanti alla legge anche il capo del governo che sia Berlusconi o chiunque sia. Ecco gli italiani non sono imbecilli ma semplicemente si sono scassati i coglioni di essere governati da un manipolo di incapaci, il cui unico interesse ed obiettivo è tenere lontano Berlusconi dai processi che lo attendono e da qualche probabile condanna, perchè sanno che una volta caduto Berlusconi cadranno tutti come birilli i vari Cicchitto, Capezzone, Quagliarello, Fitto, Brunetta, Brambilla e via dicendo.

Aspettando il 22 giugno ..



Ed ora inizia un nuovo periodo di attesa e di transizione in attesa della verifica che il 22 ed il 23 giugno se celebrerà in parlamento per il governo di centro destra. E' dall'aprile del 2008, dopo la vittoria alle elezioni politiche, che questo governo attraversa questi periodi di transizioni senza combinare niente oltre ai tentativi di maldestri di addomesticare la giustizia per tenere lontano il suo capo dalle aule giudiziarie e dai processi che lo vedono coinvolto. Dopo il 2008 ci sono state le europee del 2009, poi le regionali del 2010, poi amministrative e referendum del 2011 e nel mezzo i vari scandali che hanno visto coinvolto Berlusconi in prima persona, da Noemi Letizia e le escort guidate dalla D'Addario a Ruby, prostituta minorenne, passando alla separazione politica con Gianfranco Fini. Tutti avvenimenti che hanno tenuto impegnato la maggioranza in una continua campagna politica, mentre Berlusconi impiegava il suo tempo nel reclutamento di merceneri in parlamento per tenere in piedi un governo sempre più traballante. Gli scandali extra politici che lo hanno travolto, i suoi atteggiamenti spavaldi ridicoli anche in consessi internazionali, non solo gli hanno fatto perdere credibilità ma hanno anche allontanato il suo alleato più fedele: la Lega Nord. Questo allontanamento silenzioso sembrava andasse tutto a vantaggio della Lega stessa ma le tornate elettorali e referendarie di maggio e giugno hanno invece dimostrato che la base leghista ha preferito astenersi alle amminstrative ed andare contro il proprio partito ai referendum. Il giorno dopo la vittoria dei referendum ci troviamo ancora in un periodo di transizione. Dopo la fiducia conquistata a dicembre 2010, l'Indagato del Consiglio annunciò che ora il governo avrebbe dato avvio alle riforme, quelle che dovevano portare fuori il paese dalla crisi economica. Ma a parte la fregatura del federalismo voluto dalla Lega e per fortuna non ancora portato a termine, poi Berlusconi è stato impegnato con il legittimo impedimento (bocciato in parte della Corte Costituzionale e definitivamente dai cittadini), poi si è entrato personalmente nella campagna elettorale delle amministrative, poi i referendum, insomma non sono i processi a impedire al Capo di Governo l'attività politica, ma bensì la sua alterigia, il suo guidare un partito come fosse un monarca dove solo lui può e deve fare tutto, anche presentarsi alle elezioni comunali e fare campagna elettorale. Questa sua attività extragovernativa sommata al suo stile di vita che lo ha portato in mezzo a scandali a sfondo sessuali oltre che invischiato in processi per corruzione, è la causa principale del distacco prima di Fini ed ora forse della Lega. Il tempo delle promesse sembra essere terminato, anche perchè ormai le promesse non mantenute sono moltissime, la legislatura volge al termine e trascorsa l'estate, qualora il governo si mantenga ancora in piedi, inizieranno le manovre per la campagna elettorale del 2013. Insomma qualora la legislatura proceda c'è la certezza che il governo non sarà in grado di combinare niente ed allora sarebbe bene che si mettesse fine a questa agonia che va avanti ormai da oltre tre anni. Certo questo comporta che l'opposizione deve fare tesoro di questo mese e mezzo di successi elettorali, lasciando da parte gli indugi e prendendo un indirizzo chiaro su alleanze e sul leader che dovrà affrontare il centro destra senza però farsi prendere da tentativi che vadano contro quanto indicato dagli elettori. Apprestiamoci quindi a vivere altri 8 giorni di manovre per arrivare al 22 e 23 mentre il paese va alla deriva ... ma ora arriva l'estate e tutto passerà in secondo piano.






lunedì 13 giugno 2011

Impoverito il governo ma senza uranio


Siamo ad un'ora dalle chiusure delle urne per i referendum ed ormai il raggiungimento del quorum è assicurato come è assicurata la vittoria dei SI. E' una vittoria eccezionale anche alla luce della vergognosa disinformazione della televisione pubblica che ha dimostrato un completo asservimento ai voleri dell'Indagato del Consiglio che ha chiesto ed ottenuto fra l'altro l'allontanamento di Santoro. Ma la disinformazione della Rai è stata bilanciata una volta tanto dalla rete, dai social network, dai blog che hanno sopperito a quella disinformazione pubblicizzando in maniera adeguata i quesiti dei referendum e portando anche al di fuori della rete l'informazione sul nucleare, sull'acqua e sulla giustizia ad personam. Che sia una vittoria contro il governo, contro la maggioranza e soprattutto contro Berlusconi è indiscutibile in quanto mette in discussione la politica del centro destra in fatto di piano energetico, di privatizzazione dei servizi pubblici e in tema di protezione del capo del governo dalla giustizia che, non lo persegue, ma giustamente tenta di processarlo per le sue attività al di fuori della legalità. Una bocciatura su tutti questi fronti, una bocciatura nonostante i tentativi di evitare la consultazione con escamotage antidemocratici, un bocciatura nonostante le indicazioni di non voto del Presidente del Consiglio. Il governo ora è davvero alla frutta perchè mentre da una parte il referendum lo boccia su tutta la linea, contemporaneamente al suo interno le divisioni aumentano giorno per giorno e si acuiscono sul tema della pressione fiscale. La Lega per recuperare terreno rispetto alla sconfitta delle amministrative, ma anche dei referendum in quanto molti cittadini leghisti sono andati a votare nonostante l'astensione del leader carismatico Bossi, tenta la carta della diminuzione della pressione fiscale, ma tale riduzione è osteggiata dal ragioniere dello stato Tremonti che non intende cedere su questo fronte a causa dei conti dissestati dello Stato. Che accadrà ora ? Il centro sinistra si deve preparare ad un eventuale crisi di governo cercando di eliminare le polemiche interne, di non tentare accordi già sperimentati negativamente in passato, di agganciare tutta la sinistra a partire di SEL di Vendola perchè questa è l'unica strada percorribile per abbattere Berlusconi senza pensare di attrarre a se la Lega che vuole una cosa sola, il federalismo per affossare il paese.

domenica 12 giugno 2011

Ed ora tutti al voto anche contro chi intende affossare la democrazia


Il primo politico ad invitare ad astenersi e a non votare fu quel delinquente di Bettino Craxi nel 1991 in occasione del referendum sul sistema elettorale, un appello vergognoso, se pur consentito dalla nostra Costituzione, che rappresenta uno schiaffo alla democrazia ed a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per garantire il voto a tutti. Da quella prima volta puntualmente il partito dell'astensione in occasione dei referendum ha sempre trovato politici di dubbio spessore morale pronti ad invitare i cittadini italiano ad andare al mare (i referendum purtroppo nel nostro paese si svolgono sempre in estate). Salvo poi il lamento, da parte degli stessi politici, quando l'astensionimo tocca punte preoccupanti nel caso di elezioni politiche o amministrative, ecco allora tutti a lamentarsi del dell'alta percentuale raggiunta dal partito dell'astensionismo. Oggi, sulla scia del politico ladro per eccellenza, quasi tutto il governo, con il suo capo in testa, ha dichiarato di non andare a votare lasciando almeno da parte l'invito indecente a seguire il loro cattivo esempio. Ecco perchè la prima vittoria sarebbe raggiungere il quorum e dire a questi governanti da strapazzo che sarebbe bene si dedicassero ad altre attività come pulire i cessi piuttosto che fare politica. Qualcuno di loro si è addirittura lanciato in un esercizio dialettico per spiegare le ragioni del non voto e per giustificare l'astensione. Il ragionamento diabolico sarebbe questo: il mio voto se andassi a votare sarebbe un No ma allo stesso tempo questo voto servirebbe a raggiungere il quorum per rendere ammissibile il referendum, se il quorum venisse raggiunto ci sarebbe il rischio della vittoria dei Si ed allora essendo contrario ai Si non vado a votare. Come dire per evitare che il popolo di esprima democraticamente e prevalga il volere della maggioranza, mi astengo per cui contribuisco a rendere nulla la consultazione e impedisco che la maggioranza dei cittadini abbia il sopravvento. Alla faccia della democrazia. Questi sono ragionamenti da regime totalitario e non da un politico chiamato a governare un paese democratico dove il volere della maggioranza dovrebbe essere sempre rispettato. In seguito a questo ragionamento se i quattro referendum raggiungessero il quorum il governo con in testa il suo capo, l'Indagato del Consiglio, dovrebbe dimettersi imemdiatamente in quanto si dimostrerebbe che nel paese ormai c'è una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne nel 2008, se poi addirittura vincessero i Si il risultato rappresenterebbe una bocciatura su tutti i fronti per la politica del governo..

sabato 11 giugno 2011

L'ultima trovata di Berlusconi: le minacce di AlQaeda

Berlusconi non sa più che tirare fuori dal cilindro per distrarre l'attenzione pubblica dai suoi problemi e dalla sua malattia conclamata resa pubblica non solo dalla ex moglie, ma anche da una delle sue più accanite servitrici, la Daniela Santachè. Le ultime intercettazioni telefoniche rese pubbliche riguardano infatti i colloqui della sottosegretaria siliconata anche nelle unghie con Flavio Briatore. Briatore confida alla Santachè che l'Indagato del Consiglio ha ripreso i suoi festini ed alla domanda della presunta vamp governativa sul perchè il cavaliere si comporti in questo modo, l'ex manager della formula uno risponde seraficamente che Silvio è malato. Queste rivelazioni sono pesanti in quanto non più esternazione di una compagna ferita ma bensì di un amico come Briatore è di Berlusconi. Affermazioni non causate da un senso di rivalsa e di rabbia e quindi affermazioni pesanti che certificano lo stato patologico in cui versa l'Indagato del Consiglio. Come mettere in secondo piano queste rivelazioni senza tornare sul vecchio e stantio tema delle intercettazioni da vietare, dei magistrati comunisti e della stampa altrettanto comunista ? Berlusconi questa volta l'ha pensata bene e nello stesso momento in cui sono pubblicate queste intercettazioni, arriva puntuale un video di AlQaeda che definisce sia Berlusconi che il Papa due obiettivi che possono essere facilmente alla portata dell'organizzazione terroristica. Ora la domanda è questa. Quando mai si è visto un'organizzazione terroristica che annuncia al mondo intero l'obiettivo di un eventuale attentato e la vulnerabilità dell'obiettivo stesso ? Possibile che l'organizzazione terroristica più temibile del pianieta agisca in maniera così ingenua ? E poi diciamo la verità, possibile che Berlusconi costituisca un obiettivo così strategico nel programma di AlQaeda ? Su via non siamo ridicoli. Il Capo del Governo italiano è un uomo per il quale nessun governo al mondo spenderebbe un centesimo, il prestigio internazionale dell'Italia e del suo governo non ha mai raggiunto livelli così bassi e ne abbiamo avuto dimostrazioni recenti con la crisi libica e con la recente riunione del G8. Possibile che AlQaeda sprechi energie per organizzare e portare a termine un attentato così ininfluente per il mondo intero ? E' più probabile che si tratti di una manovra di distrazione sia per mettere in secondo piano la notizia dello stato di salute del presidente del consiglio quanto i contrasti interni della maggioranza in merito alle tasse e ad una loro eventuale quanto improbabile riduzione. Forse Berlusconi ha trovato un altro discutibile amico dopo che i suoi vecchi amici dittatori sono caduti ad uno ad uno o stanno per cadere. La fantasia non ha limiti.

venerdì 10 giugno 2011

Non è il calcio malato, sono malati gli italiani ..... ma volendo posso guarire

Il calcio è sempre stata un passione fin falla mia più tenera età quando d'estate mi alzavo alle 6 del mattino per andare a tirare calci al pallone nel campo vicino a casa. O quando andavo ad assistere agli allenamenti del Pisa e facevo il raccattapalle dietro la porta dove si allenava un gigante che si chiamava Ceschia. E che dire di quella volta che oltre che nella squadra parrocchiale, andai a giocare anche in un'altra squadra di un diverso quartiere della mia città per fare due partite alla settimana. Un giochetto che fu scoperto quando le due squadre dovettero incontrarsi in un torneo e fui costretto a prendere la prima decisione importante della mia vita (lasciai la squadra parrocchiale). Che dire poi dell'emozione immensa quando saltai i primi giorni di scuola delle medie superiori per andare a fare un provino nel Torino allenato da Nereo Rocco e dove giocava il povero Gigi Meroni. Mi fermo qui per non annoiare il lettore con tutte le mie esperienze calcistiche, sfociate anche nella carriera di allenatore, e vi rimando ad un sito per testimoniare la passione per il calcio giocato che ancora non accenna a diminuire. Una passione che si è sempre manifestata per il calcio giocato piuttosto che quello visto da spettatore o letto sui giornali o discusso in interminabili diatribe con gli amici. Ma non dimentico quando il mio babbo mi portava allo stadio a vedere il Pisa e gli indimenticabili derby con gli "odiati" cugini livornesi. Non ho mai smesso di andare allo stadio ogni tanto, prima era l'unico modo per vedere le partite a parte quelle della Nazionale che venivano trasmesse dalla televisone, fino a che non si arrivò allo scandalo scommesse degli anni 80. In quella occasione smisi di buttare i miei soldi nelle partite di calcio e le uniche partite che vedevo erano quelle che la Rai trasmetteva. Arrivarono i mondiali del 1982 e tutti si dimenticarono del calcio scommesse e gli italiani continuarono a riempire gli stadi. Si arrivò cosi' al 2006 quando ci fu lo scandalo di Moggi e della Juve, uno scandalo sollevato attraverso intercettazioni illegali messa in atto dalla Telecom e da Tronchetti Provera grazie alla sua amicizia con Moratti, presidente dell'Inter. Altro scandalo ma questa volta pilotato perchè indirizzato verso un unico dirigente sportivo piuttosto che allargate a tutto il calcio. Ma anche in quella occasione arrivarono i mondiali e l'Italia li vinse per la quarta volta e tutto passò in sordina. Nel frattempo ormai le partite erano trasmesse dalle televisioni a pagamento come Sky e Mediaset Premium che hanno iniziato a fare affari d'oro grazie ai soldi sborsati dagli italiani per vedere le partite stesse. Confesso che anche io sono stato uno di quelli anche se ho scelto a suo tempo l'abbonamento più economico. Ed ora siamo all'ennesimo scandalo questa volta forse più grave dei precedenti e probabilmente più insabbiato dei precedenti. Si perchè oggi nel 2011 gli interessi sono diventati enromi, le cifre in ballo da capogiro in virtù del coinvolgimenti delle televisioni satellitari e del digitali terrestre che sono diventate una potenza tale da condizionare la stesura stessa dei calendari. I campionati che prima si svolgevano la domenica pomeriggio ora iniziano il venerdì sera e terminano il lunedì sera per poi protarsi dal martedi' al giovedi con varie trasmissioni demenziali o con partite infrasettimanali. Giocatori in attività e non che, già pieni di soldi, si organizzano per truccare le partite e favorire le scommesse su risultati improbabili e, in alcuni casi, lo fanno addirittura drogando i giocatori della propria squadra. Non contenti dei propri guadagni miliardari tentano di trarre profitti ilegali dal giro delle scommesse. Per ora si parla solo del campionato di Serie B e Lega Pro, ma alcune voci relative a partite di Serie A sono state subito messe a tacere perchè qui gli interessi coinvolgono anche le televisioni ed il danno sarebbe incalcolabile. Ma chi sono le vittime di questa ennesima truffa ? E' semplice da stabilire: coloro che sborsano soldi per vedere le partite o allo stadio o in diretta televisiva e cioè noi cittadini amanti del calcio. Noi che spendiamo i nostri soldi per assistere a questi spettacoli truccati, che poi magari compriamo anche i giornali sportivi, che ci impegnamo in eterne discussioni guidate non dalla ragione ma dall'irrazionalità del tifo calcistico, noi che poi ci dobbiamo anche sorbire la pubblicità con questi signori privilegiati che guadagnano soldi anche per ingannarci con i loro spot falsi e fuorvianti, noi che nagari dopo una giornata di lavoro dobbiamo sentirci dire che il tal giocatore non ha reso in 90 minuti di una partita perchè stressato dalle troppe partite giocate. Ma dico io come si può stressarsi giocando ... ? Ma ci volete prendere per il culo ? E noi ci facciamo prendere perchè magari ci crediamo anche, ma ora la misura è colma. Dobbiamo dire basta a questo circolo vizioso che ci guadagna miliardi giocando, nè guadagna ancora di più con l'hobby della pubblicità, pretende di guadagnarne ancora truccando le partite ... e noi dobbiamo pagare per assistere ad incontri che si svolgono illegalmente. Siamo noi sportivi e tifosi a mantenere in piedi questo baraccone e siamo noi che dobbiamo interrompere questo giro vizioso. In che modo ? Io ho disattivato il mio abbonamento al calcio sul digitale terrestre .... facciamolo tutti ... non andiamo più allo stadio e vedrete che questi signori non sapranno più su cosa scommettere e soprattutto con quali soldi scommettere.

giovedì 9 giugno 2011

Quattro SI per affossare il governo

Il Presidente della Repubblica dichiara di andare a votare ed esercitare un diritto sacro santo, il Presidente del Consiglio dichiara che non andrà a votare: sarebbero sufficienti queste due prese di posizione per dare ai referendum il giusto significato politico. Non si va a votare solo per chiudere definitivamente con il nucleare, per sancire un principio sul quale non ci sarebbe stato bisogno nemmeno di discutere e cioè che l'acqua è un bene pubblico essenziale per la vita e sul quale nessuno deve fare affari, e per rafforzare uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, l'uguaglianza fra tutti i cittadini davanti alle legge, ma si andrà a votare anche contro chi ha voluto con la propria politica di governo andare contro tali principi. Il Partito Democratico e l'Italia dei Valori e tutti i comitati promotori dei referendum hanno paura ad assegnare anche un significato politico ai referendum di domenica prossima, ma il significato politico è intrinseco alla natura dei quesiti referendari. Sono tutti quesiti che vanno contro la politica del governo di centro destra e quindi come si fa a dire che il referendum non è contro il governo ? Per non parlare poi del quesito sul legittimo impedimento che piuttosto che contro il governo è indirizzato contro la figura del Presidente del Consiglio che, da quando è entrato in politica e ogni volta che sta al governo, ha fatto della sua incolumità ai processi che lo vedono continuamente in causa la propria bandiera politica. Non nascondiamoci dietro finti paraventi per paura di non raggiungeere il quorum, questi referendum dopo la batosta alle amministrative è l'occasione per assestare un altro colpo basso ad una maggioranza che da segni di cedimento ed un'occasione da non perdere. E proprio in queste ore che uno dopo l'altro i vari ministri dichiarano la loro astensione fino ad arrivare allo stesso Berlusconi, la partecipazione al referendum sarebbe già un atto contro il governo ma poi se intendiamo completare l'opera si deve arrivare alla vittoria dei Si in tutti e quattro i quesiti. Allora non sarebbe meglio mettere da parte l'ipocrisia e schierarsi apertamente dichiarando che i referendum sono contro la politica del governo e che un eventuale dovrebbe portare ad un percorso naturale: la caduta del governo.

martedì 7 giugno 2011

L'impedimento dei cittadini italiani: avere un capo di governo onesto





All'inizio c'era la politica quella vera, certo non era pulita e completamente onesta, ma sicuramente rispettosa delle istituzioni ed in fondo anche dei cittadini. C'era anche allora la corruzione ma che aveva l'unico scopo di mantenere in vita i partiti, con questo non significa che fosse giustificata, ma quanto meno il singolo politico non cercava vantaggi e privilegi personali. Il sistema delle tangenti era molto ben conosciuto per tutti gli imprenditori che intendevano lavorare con gli enti pubblici a qualsiasi livello. Poi arrivò un politico senza scrupoli, Bettino Craxi, che si spinse oltre il limite della decenza nel settore delle tangenti, favorendo in maniera spudorata quello che poi sarebbe divenuto il suo successore e che lo avrebbe superato in materia di corruzione, Silvio Berlusconi. Bettino Craxi e quella associazione a delinquere nella quale aveva trasformato il Partito Socialista Italiano, tirarono troppo la corda ed arrivò mani pulite. La prima repubblica fu smantellata e sulle sue ceneri prese vita quella che fu impropriamente denominata la seconda repubblica. Impropriamente perchè il posto di Bettino Craxi fu preso da Silvio Berlusconi che, oltre a mantenersi sul piano dell'illegalità come sil suo predecessore, aggiunse un elemento nel suo modo di far politica che in questi ultimi mesi è scoppiato in tutta la sua drammaticità oltre che nei suoi fini eversivi: la guerra alle istituzioni ed in primo luogo alla magistratura. E' iniziata una lotta senza quartiere fra il potere giuridico e Berlusconi, ma non per obiettivi persecutori nei suoi riguardi o per scopi eversivi come sostiene il maggior indagato ed inquisito che la storia della Repubblica ricordi, ma piuttosto semplicemente perchè i comportamenti e le azioni di Silvio Berlusconi sono sempre stati al limite della legalità e molto spesso hanno superato tale limite. E' stato proprio questo infatti il motivo principale del suo impegno politico, quello di mettersi al riparo dai propri guai con la legge, e non certo la paura del comunismo, che ormai in tutta europa si sfaldava nelle sue tinte peggiori, e tanto meno per il bene del paese come hanno dimostrato questi oltre 15 anni di politica berlusconiana che hanno portato il paese al disastro in ogni settore della vita economica, sociale e culturale. E Berlusconi non ha certo tenuto nascosto i suoi intendimenti che solo i telespettatori decerebrati delle sue reti si ostinano a non vedere: la principale attività dei governi del cavaliere è stata sempre quella di tentare di inserire nel nostro ordinamento leggi che lo preservassero dai processi in cui si trova continuamente coinvolto. Una guerra senza quartiere che, anche se non ha visto il suo disegno andare in porto a causa della incostituzionalità dei vari provvedimenti di volta in volta varati, ha avuto senz'altro il merito di tenerlo lontano da condanne a causa di amnistie e prescrizioni varie oltre che a qualche processo conclusosi nel nulla. L'ultimo baluardo ora lo sta tentando con il legittimo impedimento, un provvedimento che gli consente di non presentarsi ai processi qualora impegnato in attività istituzionali, attività che possono riguardare anche un ricevimento per festeggiare la gallina padana che fa le uova verdi. La Corte Costituzionale ha già in parte modificato il provvedimento originale che comunque rimane in piedi nella sua sostanza. Ecco allora che i cittadini sono chiamati a sancire un principio che per la nostra costituzione è sacrosanto ma che Berlusconi e la sua cricca cerca di calpestare in ogni modo: l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Votare SI per bocciare anche questa legge è di vitale importanza per la democrazia e un segnale fortissimo a questo governo di lestofanti: il paese non vuole che il Presidente del Consiglio ma anche nessun altro politico goda di alcun privilegio nei confronti della giustizia. Anzi in un paese civile, corretto, veramente democratico il cittadino avrebbe tutto il diritto di essere governato da personaggi irreprensibili che dovrebbe avere il buon gusto di dimettersi al minimo sospetto ed invece nella nostra povera Italia non solo questo non accade ma addirittura abbiamo in parlamento politici condannati che continuano imperterriti il loro mandato. Ma lo sapete che un cittadino comune con la fedina penale non immacolata non può ricoprire incarichi pubblici ? Sono i cittadini impediti non certo il Capo del Governo, votiamo Si, facciamolo processare e finalmente sbattiamolo in galera.


lunedì 6 giugno 2011

Non cadiamo nel tranello sull'acqua


Fra i quesiti referendari del 12 e 13 giugno quello relativo alla privatizzazione dell'acqua riveste probabilmente un ruolo particolare non tanto per i quesiti in quanto tali ma per il bene sul quale i cittadini sono invitati a votare ed a decidere. La particolarità sta nel fatto che l'acqua è un bene del quale il pianeta non può fare a meno anzi un bene senza il quale il mondo così come lo conosciamo non esisterebbe e non esisteremmo nemmeno noi. Sta tutta qui la particolarità di un referendum come mai se ne erano svolti nel nostro paese e sta tutta qui la sostanza del referendum stesso, una sostanza di cui però non si parla. A parte il tecnicismo dei quesiti il problema sul quale dobbiamo ragionare è il seguente: l'acqua è un bene senza il quale la vita non esisterebbe ed in quanto tale deve essere a disposizione di tutti senza distinzione di qualsiasi tipo. Questa è la peculiarità di questo bene che lo rende unico e diverso da tutti gli altri. Il mondo, la vita può esistere senza energia nucleare, senza petrolio, senza carbone ... ma senza acqua no. Allora mi chiedo se un bene è indispensabile per la vita, una civiltà evoluta può mettere in mano questo bene alla speculazione dei privati ? E' quanto di più tremendo si possa fare. Ci viene detto che l'acqua rimane di proprietà pubblica, ma se la gestione è lasciata in mano ai privati sarà il privato stesso che decide come il cittadino comune possa accedere a questa risorsa e soprattutto quanto dovrà pagare per avere disponibile questa risorsa indispensabile. Ma non solo, si darà la possibilità al privato di fare affari e di speculare su questo bene indispensabile. Ognuno di noi potrebbe in teoria decidere se utilizzare il telefono o meno, quanta energia elettrica utilizzare limitando i propri consumi, ma non può decidere se utilizzare o meno l'acqua ed allora una società civile e che intenda definirsi tale deve rendere accessibile questo bene a tutti. Questo è il principio a cui fare riferimento per esprimere il voto senza addentrarsi nel tecnicismo degli articoli di legge da abrogare. I privati non devo entrare in nessun modo nella gestione dell'acqua e si deve mettere in grado i comuni di gestirli in maniera efficiente. Non facciamoci imbrogliare dal governo che continua a sostenere che l'acqua rimane pubblica, si rimane tale ma si offre l'opportunità a qualcuno di fare profitti sulla nostra pelle, quindi votiamo SI ai quesiti sull'acqua.

domenica 5 giugno 2011

Referendum nucleare: filtriamo il rumore

Internet è una grande opportunità in molti settori della società del terzo millennio ma spesso anche un grande mezzo di distrazione di massa. Sta qui il bello ed il brutto della rete. Tutti possono mettere in rete dati di ogni tipo che troppo spesso sono scambiati come informazione, ma quando l'informazione è eccessiva finisce per divenire rumore. Se a questo concetto della teoria dell'informazione aggiungiamo la mancanza assoluto di controllo su quanto ognuno di noi scrive e pubblica sui propri blog o sulle proprie pagine dei social network, si fnisce per essere travolti e fuorviati su qualsiasi problema o questione anche di importanza capitale per la nostra società civile. E' necessario allora sviluppare una capacità di analisi, di ricerca, di curiosità per non diventare solo delle spugne e assorbire tutto quello che scorre sui nostri monitor, è necessario abbandonare le poltrone sulle quali la televisione ci ha relegato prima dell'avvento della rete e diventare protagonisti andando alla ricerca di quelle che sono le informazioni vere filtrandole dal rumore che viene generato in quantità industriale dalla rete. Il referendum per il nucleare non fa eccezione ed oggi si legge di tutto di più sollevando un polverone che spesso sembra provocato ad arte per creare disinformazione.
Votare prima delle 12. Su Facebook si sta diffondendo una specie di virus che viene riprodotto da coloro i quali ne vengono in contatto: il tam tam dice che è necessario andare a votare prima delle 12 di domenica. Se il quorum sarà alto già alla rilevazione delle 12 sarà una specie di stimolo ad andare a votare per chi non è andato. Una questione marginale rispetto al problema reale de referendum e che invece potrebbe avere il risvolto opposto: qualora alle 12 il quorum fosse già elevato ma non ancora al 50%, molti potrebbero essere spinti a rimanere al mare e non andare ad esprimere il proprio voto convinti che il quorum sia comunque raggiunto. Ma a parte queste considerazioni questo problema non è un problema reale e sollevarlo è solo un modo per non focalizzarsi sul reale problema. Il problema non è certo l'ora in cui si va a votare, il problema è votare. Il diritto di voto è un diritto fondamentale di ogni democrazia, un diritto per cui moltissime persone hanno sacrificato la loro vita per conquistarlo e va difeso a denti stretti in un solo modo possibile: esercitandolo quando siamo chiamati a farlo. In Italia l'astensione in occasioni di qualsiasi turno elettorale ha raggiunto livelli molto elevati in questi ultimi anni tanto da divenire il vero partito di maggioranza relativa nel paese. Un problema che dovrebbe preoccupare tutti coloro che si dedicano alla politica. A dire il vero in questo turno referendario nessun partito sostiene l'astensione ed almeno questo è un fatto positivo, ma si stanno utilizzando altri strumenti per distrarre l'attenzione dei cittadini. Quella del voto prima delle 12 di domenica prossima è uno di questi strumenti di distrazione e confusione.
Validità di un referendum. Sempre su Facebook è nata la questione della durata di un referendum. Si sosteneva che il risultato di un referendum è di 5 anni. In realtà non esiste nessuna norma che stabilisca la validità nel tempo di un referendum e quindi nemmeno di quelli per i quali andremo a votare domenica prossima. In particolare quelli del 12 e 13 giugno sono referendum abrogativi (art. 75 della costituzione) e hanno lo scopo di abrogare delle leggi che una volta abrogate potrebbero in linea teorica essere riproposte sotto diversa forma ma nella stessa sostanza (è già accaduto in Italia per esempio con il finanziamento pubblico dei partiti abolito nel 1993 con un referendum proposto dai radicali ed da alcuni anni reintrodotto sotto forme diverse).
Abbiamo già detto no al nucleare. Altro quesito che gira per la rete che qualcuno adotta come scusa per non andare a votare sostenendo l'inutilità del referendum. In realtà nel 1987 non abbiamo votato per non far costruire nuove centrali nucleari, i quesiti erano tre e sostanzialmente riguardavano la sospensione di contributi statali per comuni ed enti locali relativi alla presenza di centrali nucleari sui loro territori e il divieto per l'Enel a partecipare alla costruzione di centrali all'estero. In realtà quindi non si parlava di non costruire più centrali nucleari. Il governo Berlusconi ha varato un nuovo programma per la costruzione di centrali nucleari, il referendum ha l'obiettivo di bloccare questo programma ed è indispensabile andare a votare ancora su una questione che è stata riaperta.
La verità sul nucleare. Nessuno ha la verità in tasca sull'utilizzo dell'energia nucleare e se ci fosse la possibilità di mettere sui piatti di una bilancia probabilmente questi piatti sarebbero in perfetto equilibrio, non credo che questa sia una scelta da fare in maniera razionale perchè ad ogni motivo pro se ne può trovare uno contro e scientificamente parlando nessuno potrebbe prevalere sull'altro. Ma dire no al nucleare, votando SI al referendum non dimentichiamolo, ha lo stesso significato che aveva nel 1987 e cioè indicare al governo attuale ed a quelli futuri che l'Italia, uno dei paesi più affascinanti su questo pianeta in quanto a bellezze naturali, sceglie un modello di sviluppo diverso dal resto del mondo, più votato al rispetto dell'ambiente e della natura. Molti dei sostenitori del nucleare affermano che in realtà noi dipendiamo dall'energia nucleare che importiamo dagli altri paesi, Francia in testa, ed è vero, ma è anche altrettanto vero che dopo il referendum del 1987 un altro impegno che il nostro paese avrebbe dovuto prendere era la ricerca e lo sviluppo delle fonti energetiche alternative. Una ricerca che non è stata condotta come avremmo dovuto perdendo quasi trenta anni in cui ci siamo limitati ad importare energia. Ora ci si presenta di nuovo questa occasione ed il caso ha voluto che anche questa volta fossimo in presenza di una tragedia nucleare che ci ha mandato un messaggio chiaro: l'energia nucleare è la fonte energetica più pericolosa fra tutte quelle che abbiamo a disposizione per i danni che può provocare che si possono protrarre nel tempo e possono investire anche le generazioni future. Votare SI non significa precludere lo sviluppo del nostro paese, anche perchè nella migliore delle ipotesi le prime centrali funzionanti le avremo fra 20 anni se tutto va bene, e potrebbe comunque dare impulso alle energie alternative dando impulso alla ricerca in questo settore contribuendo quindi anche allo sviluppo ed alla creazione di nuovi posti di lavoro
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venerdì 3 giugno 2011

La falsa inutilità dei referendum

E' iniziata la campagna soft contro i referendum del governo e del suo capo, l'Indagato del Consiglio, che ha cambiato strategia. Considerato il calo vistoso del consenso popolare, il tizio ha pensato bene non di invitare i cittadini a non andare a votare, come avrebbe fortemente voluto, ma bensì di propagandare l'inutilità dei referendum stessi affermando che i risultati della consultazione non avranno consequenze sull'azione di governo. Naturalmente è una grossa falsità perchè le consequenze ci saranno eccome fino a mettere in discussione la stessa maggioranza in quanto, qualora in tutti i quesiti referendari prevalesse il Si, si tratterebbe di uno schiaffo all'intera politica del governo in settori come l'energia, le privatizzazioni e la giustizia. Che altro potrebbero fare Berlusconi e compagnia se non dimettersi ? Ma a parte questo aspetto sicuramente un successo dei SI, in virtù del raggiungimento del quorum, non potrebbe essere disatteso dal governo stesso in nessuno dei tre temi toccati dai referendum.
Nucleare. Per il nucleare la maggioranza di centro destra afferma di aver reso inutile il referendum in quanto il programma relativo alla costruzione di centrali nucleari è sospeso dal recente decreto in seguito al disastro di Fukushima. Ma sta proprio in questa sospensione il tentativo di imbrogliare il paese. Il referendum infatti intende non sospendere ma piuttosto abbandonare il programma nucleare e imporre a questo governo ma anche ai successivi di sviluppare programmi energetici per il nostro paese senza fare ricorso all'energia nucleare, come era già stato stabilito nel 1987. Quindi il referendum è tutt'altro che inutile anzi direi piuttosto strategico e importantissimo. Coloro che non andranno a votare delegheranno l'attuale governo ma anche i governi futuri a decidere in maniera autonoma sull'eneregia nucleare e soprattutto sulla propria salute. L'Italia ha oggi un'occasione storica grazie all'assenza di centrali sul proprio territorio, quella di diventare un grande laboratorio in materia di energie alternative, un laboratorio che diventerà anche una grande opportunità di sviluppo per l'intero paese raggiungendo una posizione di leader nello sfruttamente di queste fonti energetiche. Certo se i governi futuri si comporteranno come quelli che si sono succeduti dal 1987 in poi, l'eventuale vittoria dei Si sarà un patrimonio gettato al vento. Non ci si dovrà limitare ad importare energia elettrica dai paesi vicini, ma piuttosto si dovrà cercare di diventare paese leader in europa e nel mondo nell'utilizzo delle energie rinnovabili con l'obiettivo di ridurre sempre di più la nostra dipendenza dall'estero.
Acqua. La faccenda dell'acqua è sicuramente di minor impatto emotivo ma altrettanto importante in quanto si va a toccare una questione che è soprattutto una questione politica che differenzia la destra dalla sinistra. Intanto diciamo che l'acqua è un bene comune e soprattutto indispensabile alla vita sulla terra, senza acqua non sarebbe nata la vita su questo pianeta e non saremmo qui a discutere di referendum o di altro. Per l'energia si possono scegliere diverse strade anche quella per assurdo di tornare al fuoco, ma per l'acqua non ci sono alternative: è un bene senza il quale la terra e tutte le sue forme di vita non esisterebbero. Consegnarla in mano ai privati è quindi un'assurdità anche se la legge relativa alla privatizzazione riguarda solo la gestione dell'acqua e della sua distribuzione. Ma a parte prelevarla e distribuirla che cosa altro è necessario fare per garantire l'acqua a tutti ? Niente altro. E perchè si deve consentire a qualcuno si speculare e di fare affari su questo tema essendo l'acqua un bene indispensabile per tutti ? Sta tutto qui il significato del referendum sull'acqua: uno scontro fra due visioni opposte e in antitesi fra loro. Chi pensa che l'acqua in quanto bene comune e indispensabile del quale non si può fare a meno, deve essere gestita esclusivamente dal pubblico senza lucrare sopra e chi invece pensa che si possano fare affari sull'acqua. Il referendum propone la prima ipotesi, niente poi evita di rendere la gestione da parte delle amministrazioni pubbliche più efficiente con meno spreco rispetto all'attuale, consegnarla in mano ai privati non è certo una garanzia di minori sprechi e comunque è un concetto sbagliato nelle sue fondamenta.
Legittimo impedimento. Anche questo terzo referendum non è inutile come afferma l'Indagato del Consiglio in quanto tende a sopprimere quella norma che rende il Presidente del Consiglio un cittadino con privilegi rispetto alla giustizia, affermando quindi un principio contro la Costituzione. Da parte dei sostenitori del legittimo impedimento si afferma che il Capo del Governo deve essere lasciato libero di governare e non può essere continuamente impegnato in udienze processuali settimanali, ma è forse un problema dei cittadini e dello stato italiano se ci ritroviamo come Capo del Governo un plurindagato ed un uomo che asgisce al limite della giustizia e spesso al di fuori della legalità ? E' un problema della giustizia se i suoi comportamenti illegali si succedono con frequenza quasi mensile e la giustizia è costretta, nello svolgimento del proprio ruolo istituzionale, e preseguirlo continuamente ? Certo che no. Se Berlusconi non è in grado di governare a causa dei suoi innumerevoli processi ha una sola strada da seguire, dimettersi e lasciare il posto a persone oneste e senza i suoi problemi giudiziari. Questo si che sarebbe un bene per il paese intero, per la sua immagine e soprattutto per il diritto dei suoi cittadini ad essere governati in merito ai problemi reali che si devono affrontare quotidianamente.

PER TUTTI QUESTI MOTIVI I REFERENDUM NON SONO INUTILI ANZI SONO UTILISSIMI ED INDISPENSABILI ED IL GOVERNO SARA' COSTRETTO AD ADEGUARE LA SUA POLITICA AI RISULTATI DEI REFERENDUM STESSI

giovedì 2 giugno 2011

L'animale ferito gravemente può solo essere abbattuto

Quando un animale feroce è ferito gravemente le sue reazioni sono imprevedibili e pericolose, è necessario allora abbatterlo per prevenire i danni che può provocare con le sue reazioni incontrollate. L'Indagato del Consiglio è stato ferito gravemente dai risultati delle elezioni amministrative ed ora, con un tentativo disperato, cerca di risollevarsi, di riconquistare il terreno perduto, ma senza un piano preciso e soprattutto senza dedicarsi a quei problemi che il paese intero aspetta siano affrontati e risolti nonostante le tante promesse lanciate nel vuoto. E non sarà certo in questi condizioni, dopo aver ricevuto un colpo mortale, che l'Indagato potrà dedicarsi al paese reale. Le ultime sue reazioni sono la conferma di quanto in questa ore agisca in maniera più incontrollata del solito. Nonostante le innumerevoli analisi effettuate in questi due giorni sul voto amministrativo che ha visto condannare lui, il Pdl e la Lega, le conclusioni del dittatore di Arcore sono che il risultato negativo è stato causato nientepopodimeno che dalla televisione ed in particolare da una trasmissione come Anno Zero. Una riflessione frutto del suo pensiero che considera coloro che hanno votato Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli dei senza cervello pronti quindi a farsi imbonire da Santoro. Certo fino a quando il ruolo dell'imbonitore lo ha sostenuto lui con successo andava bene, ora che questo presunto ruolo è stato vestito da un suo oppositore allora alla televisione va chiusa la bocca, perchè questo è ciò che medita di fare. Il centro sinistra ha strappato diverse città dalle mani di Pdl e Lega e questo grazie a due fattori concomitanti: la cattiva amministrazione del centro destra e le malefatte del capo assoluto che ha chiesto un referendum sulla propria persona proprio nel momento più sbagliato e cioè dopo gli scandali di Ruby e le esternazioni eversive sulla giustizia. Ma questa sarebbe un'analisi corretta che non può passare per la testa di un uomo in preda alla furia e sofferente per le ferite ricevute da questo ultimo scontro elettorale. Anche le sue azioni, oltre alle parole, di queste ore sono fuori da ogni logica e insignificanti o quasi per il cittadino comune, ma indicative ancora una volta della logica dittatoriale ed eversiva del cavaliere. Prima mossa nominare il ministro Alfano segretario politico per il Pdl: una mossa eversiva. Da quando è nata la politica, i partiti e soprattutto la democrazia, il segretario politico è eletto dal congresso del partito e non nominato come un'investitura, ma questo è lo stile dell'Indagato del Consiglio che si permette addirittura di costringere un ministro a dimettersi, da un ministero importante come quello della giustizia, per declassarlo a segretario di partito, ma forse ad Angiolino sarà anche arrivato un bell'assegno di buona uscita. In questa situazione per l'animale ferito gravemente c'è solo una via di uscita per impedire di provocare danni maggiori: l'abbattimento. L'opportunità si presenterà il fra 10 giorni con i referendum: il raggiungimento del quorum prima e la vittoria dei dopo saranno i colpi mortali che sanciranno la fine politica del dittatore di Arcore anche se non si dimettesse. Questa occasione sarà un vero referendum sul governo che andrà a toccare tre punti cardine di questi tre anni di politica della maggioranza di centro destra. Il nucleare che ha tentato di portare avanti nonostante il disastro di Fukushima ed il ripensamento mondiale sull'energia nucleare, un ripensamento che Berlusconi ha tentato di falsificare solo rinviando il programma di costruzione delle centrale e non interrompendolo definitivamente. L'acqua che secondo il governo continuerà ad essere pubblica ma la cui gestione sarà data in mano ai privati, fecando diventare un risorsa naturale e quindi per definizione a disposizione di tutti, un bene attraverso il quale trarre profitto a vantaggio di pochi. Il legittimo impedimento, modificato è vero dalla Corte Costituzionale dal progetto originario, ma che rappresenterebbe un segnale inequivocabile per l'Indagato del Consiglio di respingimento totale della sua teoria sulla magistratura persecutrice nei suoi confronti. E' la magistratura che lo persegue o è lui che ha comportamenti al limite della legalità e spesso oltre la legalità ? Ed è vero o no che diversi suoi processi sono caduti in prescrizione o sono stati amnistiati o sono decaduti per aver modificato la legge (falso in bilancio) ? Ecco il 12 ed il 13 giugno dobbiamo finire quest'uomo perchè con i suoi vaneggiamenti in questi ultimi due anni di governo potrebbe davvero provocare danni irreperabili.