domenica 17 aprile 2011

Ai vaneggiamenti di Berlusconi solo il popolo può rispondere

Le allucinanti dichiarazioni del Presidente del Consiglio e l'episodio dei manifesti che paragono la magistratura alle Brigate Rosse propongono anche una nuova analisi all'articolo di Alberto Asor Rosa comparso sul Manifesto un paio di giorni fa. Silvio Berlusconi, forte della legge sulla prescrizione breve che lo salverà dal processo Mills passata alla Camera, si è rifatto vivo con tutta la sua violenza mediatica scagliandosi contro lo stato ed in particolare contro la magistratura e contro l'istruzione. In merito alla magistratura il capo del governo, con le sue dichiarazioni, non ha fatto altro che dimostrare di essere il mandante dei vergognosi manifesti comparsi a Roma. Inutile la condanna del suo servo, il ministro della giustizia Alfano, quando equiparare i punnlici ministeri ad una associazione a delinquere non fa altro che giustificare i manifesti che, in maniera più pesante, equipara gli stessi magistrati alle Brigate Rosse. In merito invece all'istruzione, Silvio Berlusconi dipinge gli insegnanti come tanti integralisti di sinistra che con i loro libri intendono indottrinare i giovani studenti. Un processo invece iniziato da 15 anni a questa parte dalla destra fascista e dai nuovi fascisti della Lega, che il cavaliere ha portato al governo, e che intendono cambiare la storia presentandola sotto aspetti falsi e con parallelismi fuori da ogni logica. Tornando all'articolo di Asor, l'autore proponeva un interrogativo sulla situazione politica attuale proponendo due alternative: stiamo vivendo una situazione di confronto politico "normale" se pur con qualche eccesso oppure siamo in presenza di un vero e proprio snaturamento delle regole in nome di una presunta "sovranità popolare" interpretata come una specie di investitura a governare senza sottoporsi a nessun controllo democratico. Asor propende per questa seconda ipotesi ed alla luce delle ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio è difficile non caldeggiare questa sua conclusione. Silvio Berlusconi, rinvigorito da una Camera asservita ormai ai suoi desiderata grazie anche ad una maggioranza completamente schiava dei voleri del proprio capo, mette in campo uno dei suoi discorsi più violenti scagliandosi contro le istituzioni, contro lo stato democratico e perfino contro quesi settori della vita pubblica e sociale, come per esempio l'istruzione, che rappresentano la linfa vitale per ogni paese che persegua il proprio sviluppo. Attacchi cha appaiono anche ingiustificati considerato che negli ultimi 15 anni i paese è stato in mano al dittatore di Arcore per ben tre legislature e quindi con tutti i mezzi a disposizione per portare avanti cambiamenti e riforme secondo i suoi progetti politici. Ma se l'ipotesi di Asor è realistica, è altrettano realistico supporre che da una situazione antidemocratica si possa uscire in maniera pacifica utilizzando lo strumento democratico per eccellenza: le elezioni. La vera politica messa in atto dal plurindagato Silvio Berlusconi è la distruzioni delle regole democratiche per un proprio tornaconto ed allo stesso tempo l'instaurazione di un clima da guerra civile grazie ad una continua mortificazione del pubblico e delle sue istituzioni. Da un clima del genere si potrà uscire solo attraverso una rivoluzione, sicuramente non come quella proposta da Asor nel suo articolo, cioè con le forze di polizia e carabinieri che prendono sotto il proprio controllo l'intero paese, ma probabilmente con una rivoluzione di popolo costringendo, attraverso la piazza, Silvio Berlusconi a lasciare il campo che ormai occupa illegalmente grazie al totale cambiamento del quadro politico nazionale. Non sara' una strada facile da percorrere, ma è anche l'unica per riportare nel paese democrazia, libertà, rispetto della storia e delle istituzioni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io scenderei tutti i giorni a urlare la mia rabbia a questo sciagurato che ci dovrebbe governare! Ma qualcuno deve organizzare le manifestazione e mi sembra che tutti parlino ma poi aspettano che gli altri si muovano. Abito vicino a Milano e vorrei che qui le associazioni e i partiti si muovessero di più e non solo fare le comparsate a Roma. Io non vedo l'ora di partecipere a una sommossa popolare!