mercoledì 30 giugno 2021

Il partito dell'evasione fiscale assolda anche Mario Draghi

 


L'Italia è il paese europeo con il primato dell'evasione fiscale e, nonostante le dichiarazioni di intenti di ogni governo di questi ultimi 30 anni, nessuna parte politica è riuscita a mettere in campo un contrasto efficiente a questa piaga ormai endemica. La stessa Corte dei Conti nel settembre scorso certificò che nel periodo 2000-2019 a fronte di circa 1000miliardi di tasse affidate agli agenti per la riscossione, ne sono stati incassati appena 133, il 13% circa. L'evasione fiscale in Italia non è punita da punto di vista penale come avviene in altre democrazie occidentali, basti pensare che nel paese con il più alto tasso di evasione europeo sono in carcere non più di un centinaio di detenuti contro il 8mila della Germani e gli oltre 10mila degli Stati Uniti. L'unico strumento che la politica riesce a mettere in campo sistematicamente riguarda o forti sconti a chi viene colto in fragrante (clamoroso l'episodio di Valentino Rossi sanò il suo debito con l'erario di oltre 100milion di euro ottenendo uno sconto di oltre il 70%)  oppure sanatorie che con la scusa di racimolare qualche euro si traducono in flop clamorosi. Per non parlare dei condoni concessi periodicamente che oltre a chiudere i contenziosi aperti "invogliano" chi può a non pagare le tasse in attesa del successivo condono. Il governo Conte in piena pandemia mise in campo un provvedimento, il famoso Cashback, per incentivare l'uso delle carte di credito e di debito con un duplice obiettivo: incentivare i consumi crollati per il Covid e per la crescita degli acquisti on line da parte e limitare l'uso del contante attraverso sistemi di pagamento tracciabili e quindi difficilmente offuscabili tramite l'evasione. Il provvedimento prevedeva un rimborso del 10% relative alle spese sostenute con forme di pagamento elettronico fino ad un massimo di 150 euro in sei mesi. In questi sei mesi il sistema ha funzionato grazie anche al taglio delle commissioni per pagamenti sotto i 5 euro con carte di debito ed anche a detta della Confesercenti c'è stato un aumento significativo delle vendite. Contro il provvedimento fin dalla sua nascita tutto il centro destra, strenuo difensore da sempre degli evasori, che ha mosso subito al governo l'accusa di voler tracciare e controllare i cittadini attraverso i pagamenti elettronici. Una motivazione che potrebbe avere un suo fondamento se riguardasse tutti i sistemi di tracciamento non ultimo l'utilizzo degli smartphone attraverso i quali siamo controllati e monitorati 24 ore su 24. Dopo la caduta del secondo governo Conte Salvini e soci (Matteo Renzi), supportati dalla Meloni, hanno subito iniziato a incalzare Draghi per cancellare il Cashback che sarebbe entrato nei secondi sei mesi di vita. Alla fine anche Draghi ha ceduto dandola vinta ai difensori degli evasori fiscali. Intendiamoci il problema degli evasori in Italia non si sarebbe certo risolto con il cashback o con i pagamenti elettronici ma rimane il fatto che l'Italia oltre ad essere il paese europeo con la più alta evasione fiscale, è anche il paese dove l'utilizzo dei pagamenti elettronici è molto al di sotto della media europea. Insomma anche il governo Draghi si allinea con i difensori degli evasori fiscali o quanto meno con coloro che si guardano bene di mettere i bastoni fra le ruote di chi evade le tasse.

(Segui anche la pagina Facebook del blog)


martedì 29 giugno 2021

Il populismo confuso di Salvini

 


Che si trovi al governo o che si trovi all'opposizione per Salvini poco cambia: la sua anima populista e confusionaria non è in grado di distinguere fra il trovarsi nella maggioranza di governo o all'opposizione. D'altra parte il senatore leghista si è ritrovato al governo non per volontà sua ma grazie anche ad un movimento incompetente come il M5S, nel primo governo Conte, ed alla compiacenza del Pd nel governo Draghi. Ma che non sia un uomo di governo lo ha dimostrato nel governo giallo-verde e lo sta dimostrando in queste settimane nella grande ammucchiata del governo attuale. Questa sua incompetenza è scoppiata tutta in queste ultime settimana nelle quali il buon Salvini si è gettato anima e corpo nella "riforma della giustizia". Una riforma, che dopo essere stata una delle cause reali della caduta del secondo governo Conte, nessuno da 30 anni ha mai affrontato seriamente riducendo la giustizia ad uno dei principali problemi dell'arretratezza del nostro paese. Ora possibile che l'uomo delle felpe, l'uomo che si schiera sempre dalla parte sbagliata e che difende l'indifendibile ad oltranza sia in grado davvero di proporre una riforma seria ? Assolutamente no e infatti la strada che ha scelto è inopportuna e contraria a qualsiasi logica: pur trovandosi al governo con tanto di ministri, Salvini si è gettato nel calderone dei referendum abboccando all'amo dei radicali, divenuti ormai specialisti di referendum perdenti. A parte la stupidaggine di tentare una riforma attraverso l'arma del referendum, il Salvini probabilmente non si è nemmeno preoccupato di leggere e studiare (ammesso che ne sia in grado) i quesiti proposti dai radicali. Un quesito su tutti: l'abolizione della custodia cautelare che cozza con le esternazioni salviniane quando da notizia di un qualsiasi reato per quanto portato a termine da un immigrato o persona di colore (si guarda bene da commentare i delitti/reati commessi italiani). I suoi tweet inneggianti a "pene esemplari", o a "marcire in galera" inondano i social, andando a cozzare proprio con quel quesito della su "riforma" che tende invece ad eliminare la custodia cautelare. Che dire poi del quesito sulla legge Severino che impedisce ai condannati di entrare in parlamento o in consigli regionali o comunali ? Insomma il Salvini twitta in un modo e agisce in un altro, anche se l'azione si limita ad un referendum. Ma la confusione del Salvini è palese a tutti e forse solo lui non la sa riconoscere visto che quotidianamente si schiera contro ciò che aveva asserito il giorno prima. Il suo unico filo conduttore sembra in realtà essere una giustizia sommaria o fai da te come incentiva la stessa legge sulla legittima difesa fatta approvare dalla Lega nel primo governo Conte o come lo stesso Salvini non perde occasione di ribadire. Come in questi giorni in cui 51 poliziotti della polizia penitenziaria sono stati inquisiti per maltrattamenti ai detenuti all'inizio della pandemia. Il senatore si lancia nella difesa ad oltranza degli inquisiti ribadendo un concetto pericoloso, fascistoide e in contrasto con la democrazia: un poliziotto può compiere qualsiasi azione più o meno violenta lui, il poliziotto, è comunque dalla parte della ragione. Attenzione che se si continua a dare spazio a questo personaggio il paese rischia di ritrovarsi in un baratro, soprattutto se come sembra andasse al governo insieme all'altra fascista dichiarata, la Meloni.

(Per seguire anche la pagina Facebook)

martedì 15 giugno 2021

Dalla politica segnali scoraggianti


 Fra due anni ci saranno le elezioni politiche ed i segnali che arrivano dalla politica sono tutt'altro che incoraggianti e non solo per la gestione della pandemia e della campagna vaccinale. Purtroppo sono segnali che arrivano da ogni parte a partire da destra per finire a sinistra passando per quel Movimento che si definisce ... né di destra né di sinistra. 

Il Movimento 5 stelle è allo sbando dopo aver dato vita due governi di segno opposto ed aver poi ceduto al governo Draghi, il nemico di sempre, appartenente a quella categoria che fu oggetto del vero "manifesto politico" dei grillini: quello del vaffa. La debolezza del movimento deriva soprattutto da due fattori: l'incapacità di mantenere le promesse fatte e le battaglie di bandiera (a parte qualche eccezione come il reddito di cittadinanza dimostratosi poi un vero e proprio flop), la mancanza di personaggi di spicco e veri strateghi della politica come conseguenza del 1 vale 1 (anche questa dimostratasi alla lunga una vera baggianata). Riuscirà Giuseppe Conte a raccogliere le ceneri del fu Movimento % Stelle e dare vita ad un vero e proprio partito popolare ? Compito arduo e complicato, soprattutto perché si segue lo stesso errore degli altri partiti: dare vita ad una formazione politica che poggia le sue basi su una persona piuttosto che sulle idee.

A "sinistra", chiamiamola così, il fu Partito Democratico dimostra tutta la propria stanchezza e si sta sfaldando giorno dopo giorno. Un segnale inequivocabile sono le primarie che si stanno svolgendo a Torino e Roma in una "malinconica" riesumazione di quella prassi, le primarie appunto, che dovevano segnare la svolta democratica e partecipativa di questo partito. Ma anche in questo caso è dimostrato ormai che si tratta di una manovra di facciata dietro alla quale latitano le idee ed i progetti. E la gente se ne sta rendendo conto. A Torino si sono presentati in circa 11mila alle primarie per il candidato sindaco, a Roma ieri per la presentazione di Gualtieri c'erano poco più di 50 persone e si pensa ad un successo se domenica si presenteranno in 30mila anche se nel 2016 furono circa 50mila. Un segnale che se non percepito come sembra rischia di portare il Pd alle prossime elezioni politiche del 2023 in condizioni veramente pietose.

A destra le cose sembrano andare meglio in quanto a numeri nei sondaggi ma certo non se ne capisce il reale motivo. Dopo il flop di Salvini al governo colpito da protagonismo acuto e manie di "pieni poteri", dopo la divisione prima della Lega da Forza Italia e da Fratelli d'Italia, e poi da Lega e Forza Italia da Fratelli d'Italia, è chiaro che alla destra interessa occupare poltrone ma in quanto a idee per il lavoro e per appiattire le disuguaglianze che la pandemia ha accentuato non se ne vedono. Anzi la destra continua con la sua politica di premiare .... il malfattore. Ricordate Augusto Minzolini ? Dopo una rapida apparizione alla direzione del Tg1 dove o falsificava le notizie o le nascondeva, fu condannato per le sue note spese a carico della Rai e quindi estromesso dall'azienda. Il centro destra per premiarlo lo porto in Senato, ma anche lì la sua carriera fu una meteora ed estromesso dalla carica di senatore con la legge Severini per una condanna in primo grado. Naturalmente fu premiato per questa sua medaglia e continuò ad essere spedito nei vari talk show per difendere le idee berlusconiane. Oggi il cavaliere lo premia ancora una volta portandolo alla direzione del Giornale, il quotidiano del fu Montanelli. Questa è la strategia della destra che vorrebbe un ennesimo condono per chi ha evaso le tasse e proporre come riforma fiscale la famigerata flat tax dove operaio, rider, lavoratore dipendente, sono messi sullo stesso piani di Berlusconi, Briatore e compagnia bella. Insomma che guadagni 500 euro al mese o che tu abbia una rendita di qualche milione di euro, le tasse che vai a pagare sono uguali per tutti.

Usciremo dall'epidemia ma i tempi saranno ancora più bui.

(Segui anche la pagina Facebook)

domenica 13 giugno 2021

La politica più pericolosa dei vaccini

 


La domanda è: per quale motivo un generale dell'esercito addestrato per fare la guerra e la cui professionalità quindi sarebbe quella di trovare strategie per annientare un eventuale nemico deve invece occuparsi di una campagna vaccinale per combattere l'epidemia da Covid-19 ? Per il generale dovrebbero contare più di ogni altra cosa i numeri: i metri di terreno guadagnati sul nemico, o le postazioni conquistate al nemico, o il numero di nemici abbattuti, o il numero di prigionieri catturarti. Ecco quindi che il generale, insediato suo malgrado come commissario per la campagna vaccinale, ha gestito il suo incarico con un unico obiettivo: vaccinare più persone possibile senza se e senza ma. Un obiettivo chiaro anche dalla sua azione di questi mesi che si è svolta soprattutto nel girare l'Italia in lungo ed in largo regione per regione al fine di spingere le regioni all'ottenimento del risultato: la fantomatiche 500mila dosi somministrate ogni giorno. Obiettivo raggiunto nelle innumerevoli dichiarazioni del generale, che si è dimostrato subito affetto dal virus dell'annuncite acuta, ma di fatto mancato perché sarebbe dovuto arrivare alla fine di febbraio e poi slittato di 15 giorni in 15 giorni fino ad essere raggiunto alla fine di maggio. Oggi che siamo a metà giugno nelle varie dichiarazioni di intenti elargite dal generale oggi avremmo dovuto raggiungere un altro obiettivo, il famoso milione di dosi quotidiane, ed invece il risultato raggiunto, anzi i risultati, sono due: i 4milioni di dosi stoccate ormai da una settimana e il decesso di una giovane sembrerebbe proprio a causa del vaccino più "economico" disponibile sul mercato, l'AstraZeneca. Di certo la questione del vaccino AstraZeneca è la più controversa di questa campagna vaccinale: prima consigliato solo sotto i 60 anni, poi solo agli over 60 ma di fatto poi somministrato a mani basse, soprattutto nella famigerate campagne degli OpenDay, per ottenere i risultati dichiarati dal generale Figliuolo. Insomma che in questa campagna vaccinale così delicata, sia perché viene dopo un anno e mezzo di reclusione forzata per combattere il virus sia perché da niente ci si ritrova una batteria di vaccini la cui sperimentazione è stata forzatamente ridotta, che l'unico spirito guida sia il numero giornaliero di persone immunizzate è sinceramente sconcertante oltre che pericoloso. Lasciare poi in mano ad un generale, la cui incompetenza in materia è sicuramente di altissimo livello, è stata sicuramente una scelta scellerata. Intendiamoci non che il precedente commissario Domenico Arcuri fornisse maggiori garanzie (anche lui per esempio ha frequentato una scuola militare), ma non si capisce perché proprio un generale che gira in tuta mimetica piuttosto che per esempio un esperto del settore qualificato come avrebbe potuto essere un medico o un virologo. Ed ora che ci è scappato il morto che cosa accadrà ? Il generale sarà rimandato sui campi di battaglia oppure lo vedremo ancora girare per il paese magari anche armato di mitra ? E tutti quelli che sparavano contro il commissario Arcuri dove sono finiti ? 

Se davvero vorremo uscire migliori da questa pandemia come si urlava nel marzo 2020, dovremo dimostrare di aver imparato che:

- gli attuali politici andrebbero tutti mandati a casa salvo qualche rara eccezione in quanto o si sono dimostrati incompetenti e inadeguati alla gestione di un'emergenza come questa o hanno usato la salute dei cittadini italiani per la loro propaganda politica

- alle regioni devono essere tolte assolutamente competenze strategiche e fondamentali, una su tutte la salute pubblica

- un punto fondamentale del piano di rinascita dovrebbe essere l'istruzione: abbiamo visto come l'ignoranza si diffonde alla velocità della luce grazie alla tecnologia (negazionisti, no vax, terrapiattisti vedono amplificate le loro corbellerie dalla rete)

- per fare politica serve una vera competenza che non si può che raggiungere partendo dal basso, la teoria dell'uno vale uno e della democrazia partecipata è stata un vero e proprio fallimento (a dire il vero annunciato)


(Segui anche la pagina Facebook di questo blog)

giovedì 10 giugno 2021

Tassa di successione: ma di cosa stiamo parlando ?


E' stato sufficiente lanciare un proposta capocchia che comprendesse la parola tasse per far insorgere il centro destra, ma le critiche erano sicuramente più a capocchia della proposta. Il buon Enrico Letta ha lanciato l'ideona di ripristinare la tassa di successione per dirottare i proventi di questa tassa tanto odiata dai ricchi verso il sostegno a giovani. Tralasciano il fatto che la proposta è fine a se stessa perché oggi come oggi servirebbe si un redistribuzione del reddito, ma una redistribuzione strutturale condotta agendo sull'Irpef e non con una proposta spot. I proventi poi della tassa sarebbero utilizzati per un altro dei tanti bonus dedicati ai giovani, che di tutto hanno bisogno (lavoro, diritti, opportunità, etc. etc.) meno che di bonus.
Intanto diciamo che, pur nella sua "ingenuità", la tassa proposta da Letta si applicherebbe ai patrimoni sopra i 5 milioni di euro, quindi tutto questo scandalo sollevato dal centro destra rimane fine a se stesso. Chi riceve in eredità un patrimonio di 5 milioni di euro non si potrebbe permettere di pagare una tassa anche del 20% ? Su via siamo seri, e come si pensa di redistribuire il reddito se non prendendo i soldi dove ci sono per dirottarli dove non ci sono ? Naturalmente le violente critiche del centro destra sono rimaste fine a se stesse in quanto nessuno si è degnato di proporre una soluzione alternativa, oltre naturalmente la scemenza della flat tax al 15% che avrebbe l'unico effetto di aumentare quelle disuguaglianze sociali che in Italia sono esplose negli ultimi 25 anni e recentemente con la pandemia (lo 0,1% della popolazione più benestante ha visto aumentare la propria ricchezza media da 7,6 milioni di euro a 15,8 milioni di euro).
Per non parlare dello squilibrio fra quanto accade in Italia rispetto agli altri paesi europei: in Italia un erede diretto che acquisisce un milione di euro non versa un euro allo Stato mentre in Spagna si verserebbero 335mila euro, in Francia 270mila euro, nel Regno Unito 245mila euro, in Germania 115mila euro. E questo nel paese dove l'evasione fiscale la fa da padrona. Ancora nel 2018 la tassa di successione in Italia ha fruttato circa 800mila euro mentre in Europa si va dai 2,7miliardi della Spagna ai 14,3miliardi della Francia.
Quindi in sostanza la proposta di Letta è semplicemente una proposta che risulterà insignificante per la redistribuzione del reddito (er una redistribuzione seria ci vorrà bel altro che una tassa di successione sopra i 5milioni di euro se pur del 20%), ma le critiche del centro destra oltre ad essere fuorvianti e semplicemente degli spot verso la parte di popolazione più ricca, come sempre non portano niente al dibattito né tanto meno al problema da risolvere, ammesso poi che per Salvini, Meloni e compagnia bella la redistribuzione del reddito sia una priorità rispetto alla difesa dell'evasione fiscale dove si distinguono sempre. 

lunedì 7 giugno 2021

Ma davvero qualcuno pensa di fare le riforme con Salvini, Tajani e Renzi ?

 


Dopo quattro mesi dal suo insediamento qualcuno ancora twitta indicando il governo Draghi come il governo del cambiamento e del cambio di passo. Un cambio di passo annunciato, dal 13 febbraio in poi, ogni 15 giorni ma che si sta verificando solo in queste ultime due settimane raggiungendo finalmente le oltre 500mila vaccinazioni al giorno, un cambio di passo che invece non si vede in altri settori strategici quelli che dovrebbero far ripartire il paese. Il recovery plan è stato varato seguendo né più né le linee guida del governo Conte compreso quella famigerata task force che il governo M5S-PD aveva previsto per la gestione dei piano e che è stata riproposta pari pari anche dal governo Draghi in quanto si tratta di una clausola imposta dall'europa. E le riforme ?. Ah beh quelle procedono, si fa per dire. 

La più attesa, quella sulla giustizia, oggetto della caduta del governo Conte (oltre ai 209 miliardi che facevano gola a tutti) procede spedita con .... ben 5 referendum proposti nientepopodimenoche dai radicali agganciati dal buon Salvini. Ora anche un bambino delle elementari capisce che una riforma così importante e cruciale per il nostro paese non si può certo condurre con una marea di referendum, i quali alla fine non risolvono nessuno dei problemi della giustizia italiana. Uno su tutti la lunghezza dei processi. Ma d'altra parte qualcuno pensa davvero che si possa riformare la giustizia insieme a Salvini e Berlusconi ? Se qualcuno lo pensa dove ha vissuto in questi ultimi 20 anni ? Infatti basta leggere i referendum per capire che l'obiettivo degli stessi è uno ed uno solo: mettere i bastoni fra le ruote alla magistratura, possibilmente renderla ancora dipendente dalla politica ed infine eliminare quella "schifosa" legge Severino che impedisce ad un politico di ricoprire cariche pubbliche qualora condannato in primo grado. Cioè quello che avviene normalmente in tutti i paesi occidentali, il politico indagato dalla magistratura di fa da parte anche solo per questioni di opportunità, in Italia c'è voluta addirittura una legge che ora però si vuole cancellare. 

Poi c'è il lavoro. Beh qui Draghi si darà da fare certamente ora che la pandemia sta finendo, chissà cosa si sarà inventato per far ripartire il paese. Non dimentichiamo che il governo è sostenuto sempre dai soliti che hanno di fatto rovinato l'Italia: Forza Italia, Lega, Pd, Italia Viva. Che si può fare con questi soggetti. Quello che si è fatto più o meno in questi anni: un bel bonus (l'assegno unico per i figli) che non fa mai male e porta consensi, ed il solito lavoro precario. Si perché Brunetta annuncia esultante l'assunzione di 24mila "giovani" nella P.A. ma si tratta sempre dei soliti contratti a tempo determinato di 3 anni rinnovabili. Ecco questo è il futuro che si sta preparando per i nostri giovani: un bell'assegno per i figli da 0 a 18 anni e poi, se va bene, un bel lavoro precario per 3 anni con il quale programmare il solito futuro buio e senza luce.

Non c'è che dire il governo Draghi è proprio il governo del cambiamento.

(Segui anche la pagina Facebook)

mercoledì 2 giugno 2021

Ciampi Azelio: il simbolo del decadimento culturale, sociale e politico

 


Il simbolo del 75esimo compleanno della Repubblica Italiana rimarrà quella targa oscurata con il Presidente della Repubblica Mattarella rimasto con il nastro in mano senza poterlo tirare per scoprire la targa. Un buontempone del Comune di Roma aveva dimenticato una G nell'incidere la targa e, non potendo dare la colpa al T9 (come si fa ormai sugli smartphone) oppure alla tastiera difettosa di un computer (la classica computerata), si è inventato che quella targa fosse scheggiata e quindi non si poteva procedere alla sua inaugurazione. Il povero Mattarella, che tante ne ha dovute sopportare nel suo settennato, è dovuto tornare mestamente al Quirinale pregando il buon Azeglio Ciampi di non infuriarsi. Ciampi da buon toscano, se pur livornese, l'avrà presa a ridire ma certamente si sarà anche intristito nel vedere che brutta fine abbia fatto questo paese. Quella lettera mancante è la dimostrazione plastica del fallimento di quel movimento che avrebbe dovuto portare la rivoluzione nella politica italiana, ma che alla fine non rappresenta altro che l'inganno dello slogan "uno vale uno". Purtroppo quella targa oscurata rappresenta solo l'ultimo segnale incontrovertibile di una repubblica malata, ma non solo nella classe politica bensì dalle sue fondamenta ed i segnali sono molteplici da tempo. Qualche esempio su tutti.

Nonostante i disastri e le promesse non mantenute il paese sopporta ancora che un leader politico, Matteo Renzi, accreditato di un misero 2% si permetta di mettere in crisi un governo in piena emergenza sanitaria bloccando il paese per quasi due mesi. Un politico che ha gestito un referendum costituzionale come se fosse una faccenda personale, che avrebbe dovuto lasciare la politica e che invece ancora imperversa fregandosene delle istituzioni: dove mai si è visto un senatore della repubblica italiana che va a fare marchette in un paese finanziatore del terrorismo islamico.

Nonostante le promesse di cambiamento, di abbattimento della vecchia politica, un movimento si incolla alle poltrone governando con chiunque dalla Lega, al Pd, a Forza Italia e abbandonando tutti i suoi "deboli" programmi di governo, pur di conservare le poltrone occupate che probabilmente saranno lasciate alle prossime elezioni. Ma nonostante il voltafaccia su tutti i fronti, ancora c'è un buon 16% degli elettori che ancora danno credito a questo enorme bluff.

Che dire poi di un leader politico che ha visto si crollare il suo consenso, dal 36% al 21% attuale, ma che ogni giorno dice tutto e il contrario di tutto. Un leader incapace di presentare un programma e che ora si affida ad un improbabile referendum per mettere mano ad una delle riforme più importanti per la nostra democrazia: la giustizia. Un leader che mentre twitta per auspicare di marcire in galera ad ogni "presunto" autore di qualche crimine, lancia un referendum per l'abolizione dell'ergastolo. Un leader che fino a due giorni fa era contro la proroga dei licenziamenti mentre ora appoggia Draghi per la stessa proroga. Un leader che si reca a Fatima per poi twittare al mondo intero che "La Madonna di Fatima ci vuole uniti". Ecco un leader di questo tipo ha ancora un buon 21% di consensi.

Un paese cos' dove può sperare di andare se non in malora ?

(Segui anche la pagina Facebook)


martedì 1 giugno 2021

Caso Brusca: l'ipocrisia, il populismo, le menzogne e la presa per i fondelli della politica italiana


 

In queste ore i social, soprattutto twitter, sono invasi dai post indignati di tutta la politica italiana in merito alla liberazione del boss mafioso Giovanni Brusca. Tutti scandalizzati per la liberazione, dopo 25 anni di detenzione, del feroce boss che fu l'ideatore e l'organizzatore della strage di Capaci. Ma i delitti addebitati al Brusca sono innumerevoli a partire da quello più efferato: lo scioglimento nell'acido del cadavere del piccolo Giuseppe Di Matteo. Giovanni Brusca fu arrestato nel 1996 e da quel momento diventò un collaboratore di giustizia, riconosciuto a partire dall'anno 2000. Grazie alla sua "collaborazione" sono stati arrestati molti boss mafioso e probabilmente evitati molti delitti e uccisioni. La collaborazione gli è valsa la scarcerazione che sta provocando tante reazione indignate da parte di chi non avrebbe alcun motivo di indignarsi. I motivi per i quali il politico dovrebbe esimersi dall'indignazione sono vari. Primo fra tutti è che la scarcerazione avviene in virtù di una legge, quella sui pentiti, voluta proprio da quel magistrato, Giovanni Falcone, vittima egli stesso della mafia. Il secondo motivo è che il politico che oggi si indigna avrebbe avuto tutto tempo e modo di modificare quella legge se lo avesse voluto considerato che tutti gli indignati sono stati a vario titolo al governo in questi anni. La scarcerazione non avviene per qualche improvvisa benevolenza di un magistrato ma semplicemente in virtù dell'applicazione di una legge: chi può modificare una legge se non chi sta in parlamento o al governo ? Ma il politico italiano sembra cadere sempre dal pero quando una legge viene applicata, perché questo è il paese dei furbi, il paese dove solitamente le leggi si aggirano e non si applicano, il paese nel quale chi si lamenta dell'applicazione di una legge solitamente è colui che quella legge l'ha fatta approvare o non ha provveduto a modificarla qualora non fosse di quo gradimento. Ecco allora che oggi quei tweet lanciati più o meno da tutti (Meloni, Salvini, Letta, Di Maio, Tajani, etc. etc.) dovrebbero far indignare non tanto perché ricordano la scarcerazione di pluriassassino mafioso, ma perché sono la dimostrazione di una politica molto brava a prendere per i fondelli il cittadino che purtroppo molto spesso cade nel tranello dimostrando tutta la propria ignoranza.

(Segui anche la pagina facebook)