martedì 30 dicembre 2014

Un anno di bufale renziane



Mai dire 18. 
"L'articolo 18 è un totem ideologivo, inutile disciterne" (Matteo Renzi, 12-8). "Non serve abolire l'articolo 28. Basta il contratto di inserimento (Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, 17-8). "Il problema non è l'articolo 18, che riguarda 3 mila persone" (Renzi, 1-9). 
Detto fatto .... cancellato l'articolo 18.
 
Pil per tutti.
"Abbiamo abbassato le previsioni di crescita del Pil rispetto al governo Letta. Sono prudenti ma saranno smentite, lo prometto" (Renzi, 8-5). "Che la crescita sia 0.4% o 0.8% o 1.5% non cambia niente per la vita quotidiana delle persone" (Renzi 24-7). 
Letta prevedevza un +1% annuo, Renzi un +0.8%, la commnissione Ue al -0.4%.

Ogni promessa ....
"Nessuna preoccupazione sui conti pubblici" (Renzi 2-8). 
Nel 2014 sotto il governo Renzi il debito pubblico è cersciuto di 8 miliardi al mese arrivando alla cifra record di 2.140 miliardi.

Legge elettorale 
"Nonostante i gufi la legge elettorale è passata alla Camera ed entro settembre sarà approvata: mai più larghe intese e chi vince governa cinque anni. Politica-Disfattismo: 1-0" (Renzi 12-3). L'Italicum è arenato al senato con molti emendemanenti del governo per cui dovrà tornare alla Camera.

Antimafia.
“...una proposta organica sulla base del lavoro fatto dalla commissione presieduta da Garofoli istituita a Palazzo Chigi, con Cantone e Gratteri, per elaborare strumenti e contributi per rendere più incisiva la lotta alla criminalità organizzata... Porterò questi temi anche sui tavoli del semestre europeo che si apre tra qualche mese, perché la mafia non è più solo un problema italiano. C’è tanto lavoro da fare”(Renzi,  2-3). 
Nulla di fatto, men che meno sul tavolo del semestre europeo. A parte la legge che riduce le pene e rende praticamente impunibile il voto di scambio politico-mafioso.

Ottanta euro.
“Ho preso un impegno con partite Iva, incapienti e pensionati nel proseguire il lavoro di abbassamento delle tasse iniziato con i lavoratori dipendenti e lo manterrò”(Renzi, 23-4). “Dal 2015 i pensionati saranno dentro la stessa misura prevista nel decreto Irpef degli 80 euro”(Renzi, 23-5). “Il bonus sarà allargato”(Renzi, 3-6). 
Nessun allargamento degli 80 euro a incapienti, pensionati e partite Iva (queste ultime, anzi, si vedono triplicare l’aliquota fiscale).

La ripresa
 “Lavoriamo per una ripresa col botto a settembre”(Renzi,1-8). “La ripresa è un po’come l’estate: magari non è bella come volevamo, arriva un po’in ritardo, ma arriva” (Renzi, 5-8). 
Nessuna ripresa, anzi: stagnazione e recessione.

Lavoro
“Presentazione entro otto mesi di un Codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero” (Renzi, 8-1). “Nel Jobs Act ci sarà il salario minimo” (Renzi, 12-3). 
Il Codice del lavoro non esiste nemmeno dopo 12 mesi e nel Jobs Act non c’è traccia di salario minimo.

Spending review
“La spending review la faremo lo stesso anche senza Cottarelli. Dai tagli di spesa avremo 16 miliardi e porteremo il deficit al 2,3%” (Renzi, 30-7). “I tagli saranno non per 17, ma per 20 miliardi. Il governo valuterà tagli non lineari per ciascun ministero. Lunedì con Padoan incontrerò tutti i ministri. Ognuno potrà e dovrà valutare le singole spese da tagliare” (Renzi, 3-9). 
Licenziati Cottarelli e la sua spending review, solo tagli lineari alle Regioni (4 miliardi) e agli enti locali (2,2 miliardi); quelli ai ministeri ammontano a poco più di 1 miliardo. Totale: 8 scarsi. E il deficit è al 2,9%. Forse. 

Unioni civili
“Sulle unioni civili ci sarà una proposta ad hoc del governo sul modello tedesco”(Renzi, 27-7). Nessuna proposta del governo sulle unioni civili, né tedesca né esquimese. A parte l’unione incivile con Silvio Berlusconi. 


(Dall'editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano)

lunedì 29 dicembre 2014

Spara tu che sparo anche io ma come Renzi non spara nemmeno Dio

Termina il primo anno dell'epoca Renzi e non potrebbe finire in altro modo di come è iniziato. A rovinare la festa del presidente del consiglio c'è stato il naufragio del traghetto proveniente dalla Grecia e diretto ad Ancona, altrimenti i fuochi d'artificio sarebbero stato epocali e da rivoluzione .... copernicana. Tanto il giovannotto fiorentino è in grado di darla a bere a tutti ... o quasi ... tanto da far passare proprio la restaurazione padronale sul lavoro del su Jobs Act proprio come una rivoluzione copernicana ... un po' come se in astronomia si stabilisse che il sistema tolemaico fosse un passo avanti verso la modernità. Ma "l'ignoranza" in questo paese la fa da padrona soprattutto fra i nostri politici e nessuno si è azzardato a contestare questa affermazione azzardata del capo. I primi decreti attuativi di questa rivoluzione ci hanno portato indietro di oltre 60 anni mettendo il lavoratore nella condizione di essere una semplice merce di scambio senza dignità, senza diritti che può essere comprato per qualche euro. Lo hanno chiamato contratto a tutele crescenti dove la tutela sta nella completà libertà del padrone (sarà bene ritornare ad usare questo termine caduto in disuso ma che con questa riforma torna di attualità) di licenziare anche in maniera ingiusta dietro pagamento di un risarcimento in denaro. Sta tutto qui il cuore di questa rivoluzione che avvicina il lavoratore alla condizione di merce di scambio e niente più. Ora per terminare l'anno in bellezza e con la complicità degli alleati di governo di Ncd, prima ha fatto scoppiare la bomba dell'applicabilità della restaurazione tolemaica anche ai dipendenti pubblici, poi si fa grande verso gli stessi annunciando che LUI ha bloccato questo tentativo di estendere la cancellazione delle tutele anche ai lavoratori del pubblico impiego. Furbo come un volpino il giovanotto che in questo modo, caso mai si andasse davvero alle elezioni a primavera o prima, il voto dei dipendenti pubblici è assicurato. Questo governo alla fine è per sino peggiore di quello del cavaliere: il buon Silvio aveva come obiettivo la difesa della sua persona nei confronti della magistratura e li' si concentrava tutta la sua azione, il furbo Matteo si presenta come uomo di sinistra e fa tornare indietro le lancette dell'orologio di oltre 60 anni proprio per quella classe sociale da sempre punto di riferimento per i partiti della vera sinistra, i lavoratori. Il 2014 finisce male ma il 2015 non promette niente di buono. 

martedì 16 dicembre 2014

Politica italiana sempre più distante dalla realtà


Dopo i risultati elettorali del febbraio 2013 si disse che questa sarebbe stata una legislatura "rivoluzionaria" grazie all'ingresso in parlamento di molti volti nuovi. E' stato sufficiente un solo anno e mezzo per arrivare alla conclusione che anche in questa legislatura la politica italiana tutta ha continuato la sua marcia inesorabile di allontanamento dal paese reale. Un fatto grave e molto preoccupante anche in virtù della profonda crisi economica che non abbandona il paese e l'europa. Oggi proprio  coloro che dovevano rappresentare il nuovo ed il rivoluzionario, coloro che dovevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno, hanno per l'ennesima volta toccato il fondo durante l'intervento di Renzi in merito ai prossimi impegni europei. Alla camera un deputato grillino annuncia le sue dimissioni dal gruppo parlamentare per il quale è stato eletto ma naturalmente non abbandona la poltrona come sarebbe stato logico e come hanno sempre sostenuto questi nuovi giovanotti del mondo politico italiano. Al Senato un senatore sempre grillino lancia un urlo a Renzi mentre questi ricorda i circa 130 bambini pakistani uccisi dalla ferocia sanguinaria dei talebani: "Pensa ai bambini italiani".  Un urlo veramente disumano e orrendo che avrebbe meritato da parte dei suoi colleghi di partito un sacco di calci nel sedere per fargli abbandonare quella poltrona che occupa in maniera indegna. Il tutto arriva il giorno dopo che il governo ha annunciato la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 dopo pochi giorni dello scandalo scoppiato proprio a Roma che sta coinvolgendo i politici dell'amministrazione Alemanno. Insomma in pieno scandalo con decine di persone e politici agli arresti, con la politica collusa con una malavita che usava metodi mafiosi, con un paese dove non si vede non la luce in fondo al tunnel ma nemmeno la fine del tunnel, un governo ed una maggioranza cosciente avrebbe altro a cui pensare piuttosto che organizzare delle Olimpiadi. Basterebbero i dati sugli ultimi venti anni di questa manifestazione sportiva per capire che più che un'opportunità, le Olimpiadi rappresentano un grosso rischio di finire nel baratro come per esempio è accaduto alla Grecia. Un rischio che per il nostro paese diventa quasi una certezza considerata la lunga sequela di scandali che costellano tutte le grandi opere che si è tentato di realizzare dallo scandalo di tangentopoli in poi. La politica continua a considerare questi eventi come singoli episodi e non si rende conto, o meglio fa finta di non rendersi conto per propria convenienza, che la corruzione al momento è un fenomeno endemico della società italiana e non solo per i grossi scandali portati di recente alla luce, ma anche per episodi più contenuti e di piccola portata con i quali i cittadini onesti si devono scontrare ogni giorno. Purtroppo anche in questo ambito, quella della lotta alla corruzione, Renzi è molto presente per quanto riguarda gli annunci, molto meno per ciò che riguarda i fatti. E non si tratta solo di interventi urgenti nell'ambito della giustizia ma anche di comportamenti atti a combattere la corruzione: come giudicare il fatto che per esempio il Partito Democratico si rifiuti di pubblicare gli elenchi dei partecipanti alle due famose cene da 1000 euro a botta per rastrellare fondi ? Puoi fare le leggi che vuoi ma se poi continui ad avere certi comportamenti poco trasparenti .... non fai altro che sostenere la corruzione. 

venerdì 12 dicembre 2014

L'aerofagia isterica di Renzi


Il buon Renzi è ormai accertato che si afflitto da aerofagia isterica. I suoi annunci roboanti alla fine non fanno che produrre delle loffie silenziose delle quali è anche difficile percepire l'odore. Ed anche questa volta in occasione dell'ennesimo caso di corruzione scoppiato circa 10 giorni fa a Roma, il presidente del consiglio non si sementisce. Sono quasi due settimane che tormenta il paese con i suoi annunci sull'inasprimento delle pene, sul fatto che i corruttori devono andare in galera, che chi si fa corrompere deve restituire tutto e via dicendo, fino a che oggi siamo arrivati al consiglio dei ministri ed ai fatti. E come sempre i fatti costituiscono solo una minima parte degli annunci. In questo caso poi la soluzione è paradossale. Mai come in questa situazione contingente sarebbe stato indispensabile un provvedimento d'urgenza, quello che in termini tecnici si chiamano decreti. Un decreto sulle norme annunciate avrebbe consentito di far entrare in vigore le norme stesse già da domani mattina, ma si sarebbe trattato veramente di un provvedimento efficace ed allora ecco che dal consiglio dei ministri esce un disegno legge nel quale, fra l'altro, sono contenute molte norme da mesi bloccate in parlamento a causa del famigerato patto del Nazzareno con il condannato. Ora non ci sarebbe niente di male se il governo avesse emanato un simile provvedimento, il problema sta nel fatto che il buon Matteo sfrutta questi avvenimenti per rilasciare dichiarazioni e fare annunci roboanti che sicuramente hanno presa sull'opinione pubblica ma ai quali poi non seguono fatti altrettanto roboanti. Ma l'effetto mediatico è sicuramente rilevante ed è su questo che si basa il successo del grande comunicatore. Nemmeno davanti a fatto gravissimi come quelli che sono venuti alla luce a Roma la strategia di Matteo Renzi è cambiata, grandi annunci a cui seguono fatti incerti, in questo caso il disegno di legge. Il disegno di legge non  si sa quando arriverà in parlamento, quanto sarà lungo l'iter ma soprattutto esistono già almeno due disegni di legge di riforma della giustizia impantanati in seguito agli accordi che Renzi, che vorrebbe combattere la corruzione, continua a stilare con il più grande politico corrotto della storia della repubblica.

giovedì 11 dicembre 2014

Leggi, decreti, pene .... ma per combattere la corruzione serve altro






Da due settimane a questa parte l'annunciatore per antonomasia, il presidente del consiglio, Matteo Renzi non lascia trascorrere un giorno senza fare una dichiarazione o lanciare un tweet relativo alla imminente azione del governo in merito alla lotta alla corruzione. Si vedrà domani se oltre alle parole seguiranno i fatti perché fino ad oggi di fatti se ne sono visti ben pochi e di certo non sarà sufficiente qualche inasprimento delle pene già previste in materia di corruzione per iniziare una seria lotta a questo malcostume criminale della società e della politica italiana. Nuove leggi e pene più dure sono solamente un intervento d'urgenza per contrastare il momento contingente ma poi una vera ed efficace lotta alla corruzione richiede tempi più lunghi, azioni che non siano solo decreti urgenti e soprattutto una rivoluzione culturale per una società come quella italiana nella quale la corruzione è strisciante ed a tutti i livelli. Qualchde tempo fa mi è capitato di andare a fare lezione di informatica utilizzando un'aula di una scuola media di un comune della provincia. Trovo un aula ben attrezzata, con i computer in rete tutti ben configurati ed aggiornati, un piccolo gioiellino. Il gestore dell'aula, mi si presenta come assessore alla cultura del comune e si vanta di essere riuscito a far stanziare dei fondi per la realizzazione dell'aula. Ottimo penso finalmente qualche realtà dove la scuola funziona. Poi scopro che l'assessore in questione è anche il titolare di una piccola ditta di informatica che guarda caso è la stessa dalla quale il comune ha acquistato tutto il necessario per la realizzazione dell'aula e che è la stessa che ha un contratto con la scuola per gestire l'aula. Chissà quanti altri episodi di questo genere si verificheranno nel nostro paese, episodi che alla fine dal punto di vista formale e delle procedure amministrative non hanno niente di illegale ma che sono lo specchio della mancanza di un minimo di etica da parte dei nostri amministratori e non solo. Per scardinare certi comportamenti occorerrano secoli e chissà. Nel frattempo comunque l'azione del governo e della maggioranza che lo sostiene è costellata di azioni e di provvedimenti che sono compatibili con quella corruzione che si vorrebbe combattere. Uno per tutto l'accordo che Renzi ha fatto con il pregiudicato per antonomasia, condannato per frode fiscale, l'ex cavaliere Silvio Berlusconi: come si può pretendere di combattere la corruzione se poi ci si accorda con un pergiudicato per modificare addirittura la costituzione ? E che dire della depenalizzazione di vari reati minori come il furto che il governo ha varato in una riunione notturna: come si può pretendere di combattere la corruzione se poi addirittura si "legalizza" il furto in appartamenti ? Ed oggi che in parlamento si è rimandato per l'ennesima volta la discussione e l'approvazione di un provvedimento come quello relativo al conflitto di interessi: come si può combattere la corruzione se intanto ed una volta per tutte non si affronta seriamente il problema del conflitto di interessi che non riguarda solo il condannato ? Ed infine, anche se si potrebbe continuare all'infinito, come si può pretendere una seria lotta alla corruzione da parte di un partito che organizza cene a botte di 1.000 euro prendendo soldi da cani e porci senza nemmeno avere la decenza di pubblicare l'elenco di questi benefattori. Insomma leggi, decreti, nuove pene, va tutto bene ma poi a sostegno di questi provvedimenti sono necessari anche dei comportamenti e delle azioni coerenti con l'azione politica. Inoltre sempre per una lotta efficace contro la corruzione è necessario infondere nel paese un vero senso civico e dello stato ma ancora una volta per ottenere questo risultato non sono necessarie leggi e decreti quanto dei comportamenti etici con la funzione che si svolge. Chi svolge attività di governo e ricopre incarichi politici ed istituzionali dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, va bene la presunzione di innocenza ma per essere un uomo delle istituzioni il solo sospetto dovrebbe essere sufficiente per abbandonare certi incarichi. Per combattere la corruzione nella politica sarebbe sufficiente una legge di un solo articolo: chi è indagato in qualunque indagine relativa a reati di corruzione non può coprire alcun incarico politico e tanto meno di pubblico amministratore.

venerdì 5 dicembre 2014

Puttanaio Italia ....


L'ennesimo scandalo che coinvolge politici, affaristi senza scrupoli, mafia e malavita in genere non è altro che l'ultimo atto di una corruzione strisciante ... ed ormai palese ...... che sembra impossibile da debellare in un paese come l'Italia. Durante gli anni 70-80 il cittadino comune era a conoscenza del sistema delle tangenti che coinvolgeva il mondo politico ed il mondo degli affari, tanto che quando scoppiò tangentopoli con le inchieste del poul di Mani Pulite, il paese reale non si meravigliò più di tanto. Purtroppo il principale risultato di quelle inchieste fu l'ingresso in politica di un imprenditore che dopo 20 anni è stato finalmente condannato per frode fiscale ai danni dello Stato. E venti anni di governi guidati da quel pregiudicato con la complicità di quello che avrebbe dovuto essere il maggior partito di opposizione non poteva che sfociare in un disastro completo come quello al quale stiamo assistendo in questo paese. E dire che basterebbe una semplice legge con un singolo articolo per combattere corruzione e malaffare nel mondo politico: qualunque politico risulti anche semplicemente indagato in qualsivoglia inchiesta della magistratura, decade immediatamente da qualunque incarico politico ricopra. Un articolo che nei paesi civili e democratici occidentali nemmeno serve in quanto sono gli stessi elettori ed il mondo dell'informazione a costringere un qualsiasi politico che incappa in problemi giudiziari di qualunqe natura a dimettersi. Quando un ministro viene beccato in una cena nella quale oltre la metà dei partecipanti viene in qualche modo indagata o arrestata, dovrebbe avere il buon gusto di dimettersi immediatamente dal suo incarico. Ma questo in un paese normale e non in un paese come l'Italia dove ormai anche in presenza di una sentenza di condanna definitiva il politico di turno non solo ricorre alla corte europea ma viene addirittura chiamato a collaborare per la riforma della costituzione ... non una legge qualsiasi ma la madre di tutte le leggi. Con comportamenti di questo genere da parte di chia ha responsabilità di governo ... non c'è da meravigliarsi se poi si scopre che la capitale d'Italia è gestita dalla malavita con la complicità degli amministratori locali. Ed le affermazioni del presidente del consiglio ... "Uno schifo, subito processi" .... suonano come un'ulteriore presa in giro per tutto il paese. Subito processi ? ... Subito a casa tutti ... Non basta commissariare il comune di Roma, è necessario commissariare tutto il paese, azzerare tutta la classe politica senza distinzioni perché non mi si venga a dire che qualcuno poteva non sapere. Il problema è con che cosa sostituire l'attuale parlamento e lattuale maggioranza .... con il Movimento 5 Stelle ? ... Beh fino a che questo movimento sarà gestito da due personaggi come Grillo e Casaleggio ... è difficile pensare a questa soluzione. Lasciare un paese in mando ad un comico e ad un pazzo che pensano di risolvere i problemi con un blog, degli scontrini buttando a mare chiunque sollevi qualche critica, non è una soluzioen percorribile. Poi ci si meraviglia se Standard & Poor's ci declassa ... beh ci vuole ancora bene altro che BBB .. per l'Italia non basterebbe la ZZZ ... e non illudiamoci che il paese reale sia diverso dalla politica che lo governa, la politica sta dove si trova perché è il paese reale che ce la tiene.

giovedì 4 dicembre 2014

Colpo di genio di Renzi: la riforma della giustizia ? ... legalizzare l'illegalità


Lunedì 1 dicembre il consiglio dei ministri è convocato in notturna, senza conferenze stampa, senza slides, senza pesci rossi, sena tv e giornalisti. Si tratterà di una riunione informale di poco conto. A giudicare da quanto poi si legge su qualche giornale on line sembra proprio di no. Si parla di semplificazione della pubblica amministrazione (Pin unico denominato Spid - Sistema Unico di identità digitale ... chi lo spiegheràa ad un paese che si invecchia giorno per giorno, pagamenti elttronici, tassa unica sulla casa .... ancora ????, Dichiarazione dei redditi precompilata ... tanto per diventare ancora più invadente ed altre amenità del genere) e poi ... udite udite ... di giustizia. Finalmente, qualcuno pensarà, il governo si occupa di intervenire sulla giustizia che è e rimane un grande problema in Italia. Il problema principale è l'innumerevole quantità di cause civili e penali con il consequente intasamento dell'attività giudiziaria. E Renzi per accelerare una giustizia ormai diventata disastrosamente lenta ha avuto un colpo di genio: Si prevede che possa scattare l’archiviazione “per tenuità del fatto” per tutti i reati sanzionati con una pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni o con una sanzione pecuniaria, prevista da sola o in aggiunta al carcere.
In questa genialata sono compresi reati contro il patrimonio come il furto, il danneggiamento, la truffa, ma anche minacce o violenza per commetter un reato. In pratica si stabilisce per decreto che alcuni reati come quelli elencati sopra .... non costituiscono più reato e quindi chi va a rubare in un appartamento non può essere perseguito per legge e quell'atto diventa un atto legale a norma di legge o se volete non punibile a norma di legge. Come dire ... se non si riesce a smaltire l'elevato numero di reati che si commettono in un paese ... non rimane che intervenire e legalizzare certi atti considerati dei reati e renderli leciti. Una genialata alla quale nemmeno il condannato aveva pensato, troppo preso dai propri problemi. Ma si sa lui e Forza Italia sono dei partiti liberali che pensano unicamente ai propri interessi non come il Partito Democratico, un partito di sinistra, che quindi si batte per il bene comune. Ecco che Renzi pensa a tutti i furfanti e non solo a se stesso od alla propria cerchia di amici poco raccomandabili.
Poi succede che il giorno dopo guarda a volte la casualità ed il destino, nella capitale viene scoperto l'ennesimo giro di corruzione che coinvolge malavita, mafia, imprenditori, politica e addirittura forze dell'ordine. Una coincidenza incredibile: mentre il governo trasforma alcune attività come il furto da illegali in lecite, viene scoperta una fra le più grande attività illecite che coinvolge politici (compresi alcuni del Partito democratico) e malavita locale e nazionale.  E questo governo non è peggiore dei governi di Berlusconi ? Lui almeno pensava solo a se stesso, il governo Renzi pensa a tutti.
Se si mette insieme tutta l'attività di questo governo non si può che essere preoccupati oltre modo per un futuro del quale non si vede altro che nero: dalla limitazione progressiva della democrazia con la legge elettorale e con le riforme delle province e del senato, alla cancellazione dei più elementari diritti dei lavoratori che da oggi possono essere trattati come schiavi (più di quanto non lo siano già) e licenziati dietro qualche spicciolo per la giusta ricompensa, passando per questo provvedimento, approvato in una riunione del consiglio dei ministri che sembrava più che altro una riunione di carbonari, che cancella alcuni reati contro il patrimonio. Se si inquadrano questi provvedimenti nel disagio sociale che ormai sta rapidamente prendendo possesso di tutto il paese, non si può che prevedere veramente un futuro prossimo più che nero a meno che i cittadini, avvalendosi della cancellazione dell'art. 18, non esercitino il loro diritto di licenziare Renzi, governo, Napolitano e tutto il parlamento.

martedì 2 dicembre 2014

Il caos renziano sulle riforme


Il 22 febbraio 2014, giorno dell'insediamento del governo Renzi, sembrava che il paese sarebbe stato rivoltato come un calzino nel giro di 4 mesi: legge elettorale, riforma del lavoro, riforma costituzionale, riforma della pubblica amministrazione. Una riforma al mese e l'Italia sarebbe cambiata in circa 120 giorni. Poi i tempi si sono dilatata e siamo passati dai 100 giorni ai 1000 giorni, un solo zero in più e come si sa gli zeri non contano. Oggi quando sono trascorsi quasi 100 di quei 1000 giorni e comunque sono trascorsi 9 mesi dal 22 febbraio, le riforme sono impantanate in un caos politico-istituzionale senza precedenti. Una confusiona totale causata sia dall'incapacità del governo ed in particolare di Matteo Renzi di portare in porto le riforme ma anche e soprattutto da una serie di provvedimenti che più che riforme assomigliano ad un accozzaglia di controriforme che non fanno a cazzotti l'una con l'altra. I punti nodali sono tre: la riforma elettorale e la riforma del senato che diventa una camera non più eletta dai cittadini, sulle quali probabilmente si andrà ad incastrare l'elezione del presidente della repubblica. Renzi vuole trasformare il Senato da una camera elettiva in una camera di nominati che andranno a svolgere la funziona di senatori come una specie di secondo lavoro, in virtù di questa riforma cerca di far approvare una legge elettorale che naturalmente non prevede l'elezione del senato stesso. Ora se si approva la nuova legge elettorale prima della riforma del senato si rischia di andare alle elezioni con una legge che presenterà altri elementi di incostituzionalità oltre quelli già presenti nell'Italicum, allo stesso tempo nessuno intende riformare il Senato con una legge elettorale che prevede anche l'elezione del Senato. Un caos pazzesco che ha causato lo stop ha entrambe le riforme. Per aumentare la confusione Renzi oggi ha proposta di approvare la nuova legge elettorale con la clausola di non applicarla prima del 2016. In mezzo a questa confusione c'è il rischio che a gennaio il parlamento debba provvedere alla elezione di un nuovo presidente della repubblica e quindi si prospetta un blocco dell'attività parlamentare per procedere a questa elezioni che si presenta molto complicata. E' vero che il paese ha bisogno di riforme ma metterne in cantiere una dopo l'altra in nome della velocità è un metodo per creare molto fumo e poco arrosto per non parlare poi dei contenuti che classificano i provvedimenti più in controriforme che riforme vere e proprie e che, se portate a termine, catapulteranno il paese indietro almeno di 60 anni.