mercoledì 29 luglio 2015

Renzi ed il Pd la versione geneticamente modificata di Berlusconi e Forza Italia


Meraviglia da parte di molti sul voto di oggi al Senato con il quale si è negato l'arresto del senatore Antonio Azzolino come richiesto dalla magistratura. In un tenero abbraccio Forza Italia e Pd, insieme ad Ncd, hanno salvato l'inquisito mostrando ancora una volta che la legge non è uguale per tutti. Lo stupore è per il voltafaccia del Partito Democratico che, con il nuovo segretario Matteo Renzi, i fiduciosi pensavano essersi incanalato in un cambio di passo nella politica. Su quali basi poi si fondasse questa fiducia sinceramente non è dato sapere. Renzi durante le primarie andava blaterando che il suo obiettivo era andare a prendere i voti del centrodestra ed ha iniziato subito a perseguire questo scopo aprendo le primarie stesse a chiunque. Come se l'amministratore delegato di un'azienda fosse nominato non dal consiglio di amministrazione dell'azienda stessa ma da chiunque volesse andare ad esprimere il proprio pensiero. Arrivato alla carica di segretario ha iniziato subito a prendere accordi con il padre putativo, Silvio Berlusconi, per accoltellare alle spalle il presidente del consiglio esponente proprio sel suo partito.  Conquistata anche questa poltrona, dopo aver dichiarato mai al governo senza elezioni, ha stretto patti di ferro sempre con Forza Italia iniziando l'opera distruttrice del Partito Democratico come del resto aveva promesso. Inutile ricordare che le riforme messe in campo da Renzi sono le stesse che avrebbe voluto portare a termine Berlusconi, ma l'ex cavaliere era troppo impegnato a mettere a tacere giudici e magistratura per mantenere le tante promesse fatte solo per prendere voti. Gli avvenimenti di questi giorni sono, riforme e controriforme a parte, la dimostrazione che Renzi ed il suo partito stanno ripercorrendo la strada del padre Berlusconi e di Forza Italia. Berlusconi era impegnato nel bloccare a tutti i costi le innumerevoli inchieste della magistratura nei suoi confronti, Renzi è impegnato nella creazione del partito unito allontanando o costringendo ad allontanarsi dal PD tutti coloro che gli sono contro e che vorrebbero in qualche modo attuare qualche politica di sinistra. Entrambi quindi spegiudicati nell'usare il proprio potere, la propria carica istituzionale ed il proprio partito per ottenere i propri obiettivi. Renzi non si limita ad imporre controriforme a colpi di fiducia ma agisce anche sulle amministrazioni locali, Sicilia e Comune di Roma, per cercare di allontanare personaggi che gli sono scomodi e non servili come lo staff della direzione del partito. Su Crocetta è stata montata una storia di intercettazioni che i magistrati dicono di non avere, su Marino la guerra è quasi più facile con le dimissioni centellinate degli assessori renziani. Nel rimpasto portato a termine ieri sono stati introdotti nella giunta comunale addirittura due parlamentari che si sono guardati bene da dare le proprie dimissioni dalle proprie cariche in parlamento, come dire due cariche meglio che one: e questo doveva essere un elemento moralizzatore nei discorsi di Renzi. Oggi infine il Partito Democratico con il voto al Senato è uscito un'altra volta allo scoperto nel suo cammino di avvicinamento a Forza Italia ed alla peggiore tradizione del centro destra. Il parlamentare non si tocca alla faccia della giustizia e dei cittadini onesti. Ora la domanda sorge spontanea: a quando la fusione ?

martedì 28 luglio 2015

Tasse .... l'ennesimo gioco delle tre carte


Non credo che esista un cittadino che sia contrario all'abbassamento delle tasse e alla eliminazione del balzello più odiato quello sulla prima casa. Purtroppo fra il dire ed il fare c'è sempre di mezzo il mare che diventa un oceano quando si parla di tasse. Nel nostro paese gli annunci sulle tasse sono stati troppi e tutti sempre sullo stile di una propaganda populista con fini elettorali ma mai con un progetto reale e credibile nel quale avere un minimo di fiducia per arrivare a qualche risultato. Ai tempi di Berlusconi in molti hanno creduto ai suoi proclami sulle tasse, sul lavoro, sulla giustizia per poi rimanere scottati nel vedere disattese tutte le promesse e soprattutto aumentare le tanto odiate tasse. Si è vero lui aveva abolito l'Ici ma in maniera scellerata togliendola incondizionatamente a tutti anche coloro ai quali non sarebbe pesato minimamente pagarla. Ora arriva il figliolo di Renzi e segue le orme del padre con un programma che in tre anni dovrebbe abolire non solo la tassa sulla prima casa ma anche diminuire l'Irpef e via dicendo. Il problema però è sempre il solito: in che modo ? Dove reperirà i fondi per sopperire alla diminuzione delle tasse quando per esempio il fabbisogno dello stato rimane inalterato anzi aumenta così come il deficit ? In queste condizioni anche togliere qualche miliardo di tasse diventa improponibile a meno di .... prendere i soldi da un'altra parte e sempre dalle tasche dei cittadini. Ed ecco infatti che dopo gli annunci si materializzano i provvedimenti per cercare di tamponare l'eventuale buco lasciato dalla diminuzione delle tasse. E da dove si inizia ? Ma dalla sanità naturalmente come se i cittadini già non fossero tartassati da un servizio che non risponde alle esigenze reali della cittadinanza. Quando per effettuare un esame anche urgente ci sono liste di attesa di mesi ... c'è poco da tagliare c'è caso mai da investire risorse per eiliminare questi disservizi. Naturalmente poi il taglio va ad incidere proprio sugli esami che gli "scellerati" medici di base prescrivono ai propri pazienti. Ed in che modo si taglia ? Chi prescrive esami inutili sarà multato. Ma chi decide se un esame è utile o inutile ? Il ministro Lorenzin che nemmeno è laureata in medicina ? I problemi della sanità sono diversi e un reale attacco agli sprechi sarebbe per esempio quello di non consentire l'attività libero professionale all'interno delle strutture ospedaliere. Vuoi fare il libero professionista ? Bene apri uno studio e esercita la professione. Vuoi fare il medico in un ospedale pubblico ? Bene fai il medico e basta. Solo in questo modo per esempio si eliminerebbe lo scandalo delle liste di attesa di mesi per un esame che si accorciano a pochi giorni se accetti di farlo a pagamento. Ma qui si vanno a toccare interessi molto delicati e radicati. Il problema poi è che abbiamo dato vita ad una società nella quale la salute è un business, un modo per fare affari e arricchirsi e non un servizio al quale tutti dovrebbero avere il diritto di accedere solo per il fatto di nascere. Naturalmente la sanità non sarà l'unico serbatoio da cui attingere tagiando servizi ai cittadini, ne arriveranno altre e ne leggeremo delle belle.

sabato 25 luglio 2015

Le vere vergogne dell'Italia rispetto al mondo occidentale


Un'assemblea di un paio d'ore che costringe a chiudere l'accesso a Pompei e si scatena il finimondo con ministri, politici e giornalisti o presunti tali che accusano quel manipolo di lavoratori, non solo di aver fatto fare una brutta figura all'Italia, ma addirittura di aver arrecato un danno stimabile in mezzo punto del Pil. Un attacco incredibile a quei lavoratori senza nemmeno citare o ricordare le motivazioni per le queloi quell'assemble è stata convocata e cioè la sordità totale del governo rispetto alla prossima riforma, o controriforma, della Pubblica Amministrazione che porterà i beni culturali sotto la gestione di persone "incompetenti" in materia come i prefetti. Ma già, ormai in questo paese dove la destra ha preso definitivamente il potere occupando un partito che si ostina a definirsi di sinistra, la guerra ai lavoratori è uno degli obiettivi principali del governo. E' stato cancellato definitvamente lo statuto dei lavoratori e qualsiasi minimo diritto degli stessi lavoratori per cui ora nemmeno sono più liberi di esercitare un diritto sacrosanto come quello di scioperare, dopo che lo sciopero, nella pubblica amministrazione, è stato progressivamente snaturato nelle sue motivazioni. Che senso abbia fare uno sciopero se lo si deve annunciare con due settimane di anticipo e addirittura ricevere l'autorizzazione a metterlo in atto, proprio non si sa. I lavoratori e gli operai degli anni 60 rabbrividirebbero ad una tale situazione e sicuramente metterbbero in atto strumenti di lotta molto più incisivi e duraturi. Ma sono davvero questi episodi le vergogne dell'Italia ? Basta scorrere qualche giornale per capire che le reali vergogne sono altre.
La cassazione sancisce che anche gli istitui religiosi che ospitano scuole private devono pagare l'IMU e scoppia la rivolta dei vescovi che, per bocca di un monsignore, addirittura si permettono di dichiarare che questa sentenza limita fortemente le garanzie di libertà. E quello che è più grave che il ministro della pubblica istruzione affermi che bisogna riflettere. Che c'è da riflettere su una sentenza che finalmente obbliga chi gestisce scuole private a pagare una tassa alla quale tutti i cittadini sono sottoposti anche per fabbricati nei quali non svolgono attività produttive ? Questo è uno scandalo e una vergogna, che lo stato sia al servizio della chiesa.
Vogliamo poi parlare di un presidente del consiglio che, giocando sul doppio ruolo capo del governo e segretario del partito di maggioranza, si permette di chiedere la testa di due amministratori eletti dai cittadini solo perché non appartengono alla sua corrente ? Senza parlare dello scandalo delle false intercettazioni a Crocetta, presidente della regione sicilia, messe in atto proprio per cancellare un presidente scomodo.
Ma l'elenco è infinito anche se ci si limita ai fatti di queste ore come ciò che accaduto in merito alle intercettazioni telefoniche: in commissione viene approvato un emendamento da paese totalitario, naturalmente con l'indifferenza del partito di maggioranza, che poi subito dopo si appresta a sconfessare dimostrando un'incapacità ed un'inadeguatezza unica per governare il paese.
Infine una notizia ascoltata per caso ma taciuta da tutti i mezzi di informazione. Per reperire fondi da investire sulla manutenzione della Reggia di Caserta, la stessa viene concessa a privati per organizzare concerti, pranzi, cerimonie e cene che naturalmente mettono a rischio il patrimonio artistico della reggia stessa. Ma che paese è quello che concede i propri monumenti, la Reggia è solo l'ultimo esempio ma stessa sorte hanno subito il Colosseo e Ponte Vecchio, per manifestazioni di dubbio gusto e sicuramente in contrasto con i tesori che tal siti conservano.
Rimarrebbe un capitolo che riguarda la corruzione della politica, le tangenti, i politici inquisiti che imperterriti con la compiacenza dei cittadini continuano ad occupare le istituzioni, insomma un'assemblea di lavoratori è l'ultimo episodio di cui il nostro paese si debba vergognare.

lunedì 20 luglio 2015

Entro il 2015 toglieremo i telefoni a tutti i politici ... poi nel 2019 finalmente scoprirete quante cazzate ho sparato


Dopo la sbornia della Grecia finalmente si è tornati a parlare di politica nostrana e dei problemi del bel paese. E' stato sufficiente che Tsipras accettasse l'ennesimo accordo capestro imposto dall'Europa e subito siamo tornati alle grandi questioni che tormentano l'Italia e soprattutto con un tormentone che va avanti da qualche anno: le intercettazioni telefoniche. Ormai l'uso che si fa delle intercettazioni telefoniche per combattere corruzione, mafia, camorra è quotidiano e poiché i politici italiani sono dei gran chiacchierioni, a loro insaputa si ritrovanno spesso ad essere intercettati in conversazioni per le quali, in qualsiasi altro paese democratico del mondo, sarebbero costretti immediatamente a cambiare mestiere. Ma in Italia no anche se ad essere pizzicato è nientepopodimeno che il presidente del consiglio beccato a confidare ad un generale della guardia di finanza del futuro cambio di governo che lui, con l'appoggio del condannato-pregiudicato nonché Silvio Berlusconi, metterà in atto andando ad occupare quella poltrona. In Italia tutto passa sotto silenzio con un ministro che si presenta a prendere in giro il parlamento affermando che non è successo assolutamente niente e che tutto può proseguire come se niente fosse accaduto. Anzi caso mai c'è da intervenire per eventualmente censuarare la pubblicazione di certi atti giudiziari che contengano queste intercettazioni. Per completare l'opera e distogliere da questioni che possano oscurare la figura del presidente del consiglio si è poi messa in scena tutta la storia su Crocetta il presidente della regione Sicilia, utilizzando addirittura la figlia di Borsellino. In una presunta telefonata Crocetta sembra non reagire alle parole del suo interlocutore che afferma che Lucia Borsellino andrebbe uccisa come il padre, ma quella intercettazione rivelata dall'espresso non risulta agli atti di nessuna indagine e gli stessi magistrati negano la sua esistenza. Un'intercettazione ad orologeria per distogliera da quella più pericolosa che riguardava appunto Matteo Renzi. Poi finalmente il presidente del consiglio scende in campo direttamente annunciando dal 2016 al 2018 un piano di taglio delle tasse che prevede la tanto odiata tassa sulla prima casa fino ad arrivare alla revisione delle aliquote Irpef. Si percepisce che il Matteo si sente in pericolo e quindi segue la strategia del padre putativo, l'ex cavaliere di Arcore: annunci a sorpresa e sui quali nessuno potrebbe non essere d'accordo. Ma quella strada è ormai battuta, sfruttata e soprattuta scoperta nella sua falsità, e la maggioranza dei cittadini lo ha capito a proprie spese. Inutile quindi soffermarsi sulle critiche sollevate da tutti i giornali: si tratta di annunci senza precisare un piano serio e dettagliato sul come questi annunci possano poi essere messi in atto, soprattutto nella contingenza attuale dove l'Italia, oltre allo spettro del fiscal compact e del pareggio di bilancio, deve mettere in conto una ventina di miliardi ulteriori per il sostegno alla Grecia. Forse se Matteo Renzi avesse annunciato un provvedimento che inibisca tutti i politici con responsabilità di governo a qualsiasi livello all'uso del telefono sarebbe stato più credibile.

martedì 14 luglio 2015

L'Europa siamo noi ....


La retorica strisciante di queste ore sull'Europa è stucchevole ed anche pericolosa: si usano termini forti che vanno dal colpo di stato alla rievocazione della germania nazista senza pensare che queste metafore sarebbero da evitare se non altro per rispetto delle milioni di persone che hanno perso la vita negli anni più tragici della storia europea. La maggioranza dei commentatori si scagliano contro la Germania, ma la forza di un paese è direttamente proporzionale alla debolezza dei suoi avversari. Sta tutto qui il nocciolo della questione: l'Europa come squadra non esiste ed ogni paese gioca per conto suo. Gli stessi gruppi parlamentari europei sono un bluff in quanto poi ognuno di loro si batte in maniera slegata guardando soprattutto ai propri interessi nazionali più che a quelli europei in quanto tali. Si pensava che una moneta unica fosse il collante per dare vita a questa identità extranazionale, ma il progetto è fallito e chi era forte (Germania) ha continuato a rafforzarsi a spese di chi era debole (Grecia, Italia, Spagna, Portogallo) e che non ha saputo sfruttare il momento contingente dell'entrata nell'euro finendo per diventare ancora più debole. E nemmeno questa debolezza è servita a creare quella solidarietà fra i paese più deboli che sarebbe indispensabile per dare vita ad una vera e propria europa che non sia un accozzaglia di stati  che inseguono i diktat dello stato più forte. D'altra parte la maggioranza politica europea è essenzialmente di centro destra mentre i socialisti europei rappresentanto una minoranza, se a questo poi aggiungiamo che il Partito Democratico, entrato a far parte del PSE, di fatto è un partito che da un anno a questa parte, ha subito uno sbandamento a destra senza precedenti ecco che le politiche di sinistra sono inesistenti all'interno dell'europa. Aggiungiamo poi che, il governo dell'europa, è di fatto costituito da personaggi non eletti ma nominati e che quindi non rispondono in alcun modo al popolo europeo che elegge solo il parlamento i cui poteri sono quasi nulli se non nello imporre che il formaggio si possa produrre anche senza latte. Insomma questa è l'europa ed è inutile inveire contro questa istituzione in quanto questa istituzione siamo noi stessi e siamo ormai talmente interconnessi con questa moneta, l'euro, che nessuno è in grado di prevedere che cosa possa succedere se un solo paese ne viene allontanato. Lo stesso Tsipras, tanto osannato in Italia dagli antieuro e dagli antieuropeisti, alla fine ha ceduto preferendo lo strozzinaggio all'ignoto.

lunedì 13 luglio 2015

W Tsipras, abbasso Tsipras, W Tsipras, abbasso Tsipras ... i buffoni della politica italiana non riescono a fare silenzio


Dopo i festeggiamenti di due settimane fa quando Grillo e Salvini in testa si rallegravano con Tsipras e con il risultato del referendum, oggi gli stessi festeggianti gettano lo stesso leader greco nella polvere dopo l'accordo raggiunto con l'Europa guidata dalla Germania. Oggi quel referendum si è rivelato per quello che era: un bel cappio al collo della Grecia a forse per lo stesso Tsipras. E' chiaro che l'accordo raggiunto potrebbe essere l'opposto che i greci avevano chiesto con il loro No quindici giorni fa, ammesso che qualcuno avesse capito il significato di ciò che veniva loro chiesto. Ma sarà difficile giudicare per chi ne sta fuori se Tsipras avrebbe potuto ottenere di più, se i sacrifici richiesti avrebbero potuto essere meno pensanti e soprattutto nessuno avrebbe potuto prevedere che cosa sarebbe accaduto con l'uscita della Grecia dall'euro e dall'europa, quello che è certo rimane la figura ridicola di tutta la politica italiana. Si è passati dal plauso generalizzato quando Syriza vinse le elezioni, all'abbandono del Pd del leader greco mettendosi dalla parte della Merkel, poi di nuovo (Pd a parte) all'appoggio generalizzato del referendum e all'esultanza quando ha vinto il No dei greci. Infine eccoci arrivati ad oggi e tutti gli esultanti cadono nella disperazione in seguito all'accordo raggiunto per tenere unita (si fa per dire) l'europa. Insomma una bandieruola lasciata al vento avrebbe cambiato direzione un numero minore di volte. La lezione da imparare è comunque una: che un solo stato possa lasciare l'europa e l'euro è molto ma molto improbabile perché nessuno è in grado di prevederne e valutarne i rischi. Se si vogliono cambiare le politiche capestro dell'europa guidate dalla Germania, è necessario l'impegno di tutti e non lsciare un singolo governo a combattere mentre gli altri stanno a guardare facendo più o meno il tifo per l'operazioni. Gli stati in difficoltà con alto debito pubblico hanno gran parte del loro debito disseminato in europa ed allora può il singolo stato abbandonare l'europa senza danni incalcolabili ? E possono gli altri stati lasciar andare una singola nazione rischiando di perdere i loro crediti ? Sta qui il vero problema: le politiche europee per gli stati che ormai sono nell'euro e in europa si possono cambiare da dentro ma con un unione di intenti soprattutto per quegli stati che soffrono maggiormente come Italia, Spagna, Portogallo, Grecia etc. Le chiccehere, i tweet, gli slogans non servono a niente che vada oltre del più deleterio populismo.

venerdì 10 luglio 2015

Dalle ferie dei magistrati alla carta igienica nelle scuole ... le grandi riforme di Renzi


La riforma della scuola del governo Renzi è stata perfettamente sintetizzata dall'intervento della deputata del Pd, Simona Malpezzi, che sottolineato come con questa ennesima riforma finalmente per la scuola ci saranno i fondi per acquistare la carta igienica. Si è dimenticata solo un passaggio per concludere il suo ragionamento: sempre che il preside decida di spendere i fondi per la carta igienica. Niente di strano, la linea del presidente del consiglio Renzi prosegue dopo che la riforma della giustizia è stata incentrata, dal punto di vista comunicativo, sulle ferie dei magistrati. Siamo quindi al cospetto di un'ennesima controriforma di un'istituzione fondamentale per uno stato democratico come la scuola. Non ci sarebbe niente di strano considerando che tutti i governo della repubblica italiana bene o male si sono cimentati nella "riforma" della scuola, l'aspetto discutibile sta nell'ennesima riforma di un governo che si definisce di centro sinistra ma che in realtà da tutti i suoi atti e provvedimenti scaturisce un'anima profondamente di destra. Ieri se n'è avuta l'ennesima dimostrazione con circa 30 deputati del Partito Democratico che o votano contro oppure non si presentano al voto, mentre un drappello di deputati di Forza Italia vota a favore della controriforma. Ma a parte i numeri del voto poi ci sono i contenuti e da quelli non si scappa: nemmeno i governi di centro destra targati Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega erano riusciti a fare tanto. La scuola viene trasformata in una specie di azienda con un amministratore delegato unico, il preside, senza nemmeno un consiglio di amministrazione, che ha potere assoluto addirittura sulla scelta dei docenti per i quali a questo punto cade uno dei punti fondamentali dell'istruzione di ogni ordine e grado: la libertà di insegnamento. Difficile non seguire le direttive di un capo quando questo capo è l'unico che può decidere le tue sorti. Una riforma in linea con le politiche renziane che hanno cancellato, sotto il nome di Jobs Act, tutte le norme dello statuto dei lavoratori che rappresentavano uno strumento di difesa del lavoratore contro le decisioni del padrone. Ma la privatizzazione non si ferma qui. Si consentono donazioni da parte di privati cittadini e aziende per un massimo di 100 mila euro, inserendo uno strumento che consentirà di avere scuole di serie A (tipicamente quelle la cui dislocazione geografica sta in zone ricche) e scuole di serie B. E come si comporterà il preside nei confronti di un alunno il cui padre ha elargito fino a 100 mila euro alla sua scuola ? Beh il beneficio del dubbio in un paese come l'Italia è quanto meno dovuto. Vogliamo poi parlare delle detrazioni fino a 400 euro per quelle famiglie che mandano i propri figli ad una scuola privata ? Un colpo in più alla scuola pubblica proprio mentre il governo sta studiando l'eliminazione di moltre detrazioni fiscali (quest'anno è già stata abolita la detrazione relativa al contributo al SSN per le assicurazioni obbligatorie di auto e moto), se ne introduce una che suona come una sottrazione di fondi alla stessa scuola pubblica. E la valutazione ? Credo che chiunque sia favorevole ad un meccanismo attraverso il quale si valuti la qualità dell'insegnamento di un docente, ma che questa valutazione sia a carico del preside (ancora lui) a due colleghi, a due genitori e ad uno studente, fa sorgere forti dubbi sulla qualità stessa della valutazione. E allora meglio ricordare nel dibattito in aula che con questa riforma finalmente nella scuola si potrà acquistare di nuovo la carta igienica, ce ne sarà molto bisogno nei prossimi anni.

martedì 7 luglio 2015

La strana ammucchiata ....


Per la politica italiana ogni evento, sebbene drammatico, è una buona occasione per mettersi in mostra e cercare di ottenere consensi come se ci si trovasse in una specie di campagna elettorale permanente. Il referendum greco di domenica scorsa ne è stato un altro classico esempio, fornendo un'immagine desolante e squallida del panorama politico italiano. Mentre da una parte il governo italiano, o meglio il presidente del consiglio Matteo Renzi, dava l'ennesima rappresentazione della sua inaffidabilità in seguito al voltafaccia nei confronti di Tsipras, il resto del mondo politico italiano si presentava ad Atene per "festeggiare" la vittoria del NO. Festeggiavano tutti: dalla destra della Meloni e di Salvini, alla sinistra di Vendola e Fassino passando per Brunetta di Forza Italia senza naturalmente tralasciare Grillo ed il Movimento 5 stelle. Ora è vero che in questi ultimi tempi tentanto di conviverci, ed in molti ci cascano e ci credono, che non esiste più destra e sinistra, che quello che conta è ciò che si fa per il paese, ma una tale ammucchiata che partendo da presonaggi di stampo fascista e razzista arriva alla estrema sinistra senza tralasciare niente al centro, non si era mai vista in maniera così esplicita nel nostro paese. Naturalmente ognuno aveva la propria interpretazione del referendum, nessuna delle quali coincidenti non solo con l'intento del premier greco ma nemmeno con quanto i greci pensavano di andare a votare. Intepretazioni che in seguito sono state rivelate da dicharazioni e dai soliti tweet una volta che la vittoria dei No è stata certa. La palma del più ridicolo va sicuramente a Brunetta che ha lanciato a Renzi lo slogan "Stai sereno" addirittura scrivendolo in greco. Insomma si è arrivato al delirio assoluto senza naturalmente tentare un minimo di analisi seria ma soprattutto senza "capire" o far finta di capire che tutti stavano dando un significato fasullo sia al referendum che al suo risultato. Ieri, il giorno dopo il referendum "storico", ed oggi si è avuta l'esatta dimensione di un referendum che sembra più una presa in giro per il popolo greco ormai stremato che un modo per controbattere le politiche "suicide" dell'europa per salvare il peggior paese dell'area euro in termini di bilanci. Ieri si è dimesso il ministro dell'economia Varoufakis dopo le sue promesse di dimissioni in caso di vittoria del Si, oggi Tsipras non presenta alcun piano di ristrutturazione del debito ma chiede semplicemente altri 7 miliardi all'europa per tirare avanti. La questione greca è molto seria ma il modo con il quale viene affrontata è approssimativo da parte di tutti: da una parte l'europa che ha chiesto e continua a  chiedere sacrifici insostenibili alla popolazione greca, dall'altra parte gli speculatori politici che denunciano le politiche di austerity dell'europa ma si riempiono la bocca di belle parole prive di progetti reali e concreti per uscire da una crisi senza un massacro di massa delle fasce più deboli dei cittadini.

mercoledì 1 luglio 2015

Nuova disciplina olimpica per Roma 2024: il salto sul carro


Nemmeno nel momento più drammatico della breve storia della Comunità Europea la politica italiana riesce ad affrontare il problema in maniera coerente e lontano dai populismi. La storia è sempre la stessa qualunque sia la vicenda politica: la maggioranza che governa sta dalla parte del più forte, la minoranza che sta all'opposizione sta dalla parte di chi protesta e chi combatte il potere. Naturalmente le parti si invertono immediatamente qualora la maggioranza diventi opposizione e viceversa. Nel nostro paese ormai si ragiona sempre in termini elettorali anche quando siamo lontani da un turno di votazione. Anche la vicenda greca non si sottrae a questa logica perversa che rappresenta uno dei tanti motivi della disaffezione dalla politica dei cittadini comuni. All'indomani della elezioni greche che sancirono la vittoria di Tsipras subito Renzi si affrettò a congratularsi con il leader greco sbilanciandosi in dichiarazioni da leccadidietro additando nello stesso Tsipras un valido alleato per cambiare le politiche europee. D'altro canto, a parte Sel, tutti gli altri rimasero indifferenti o comunque scettici sul futuro della Grecia con guidata dal nuovo governo di sinistra. Sono trascorsi pochi mesi e la Grecia si trova ai ferri corti con l'Europa, il governo greco non sa che pesci prendere e si affida ad un referendum di dubbia utilità per stabilire il cammino sul quale portare il paese. Nonostante gli ultimi tentatvi di Tsipras, veramente maldestri dopo aver scelto la strada della consutazione popolare, Merkel e company hanno rigettato al mittente le eventuali nuove proposte rimandando tutto a dopo il referendum. Ecco che le posizioni della politica italiana si sono subito ribaltate (sempre Sel a parte che è rimasta l'unica coerente). Renzi dopo giorni di silenzio si incontra con la Merkel e si accoda buono buono alle posizione della germanica senza colpo ferire rinnegando le proprie posizioni di alcuni mesi fa. Allo stesso modo tutte le opposizioni fanno un cartello unico che vede Lega, Fratelli d'Italia, M5S, Forza Italia, Sel a fare fronte unico con Tsipras. Addirittura si stanno organizzando dei pellegrinaggi per domenica prossima quando si svolgerà il referendum in una specie di baraccone transumante che va a festeggiare in un momento così critico per il paese ellenico. Frotte di grillini guidati dallo stesso Grillo, parlamentari della Lega (forse lo stesso Salvini) in compagnia di politici free-lance di varie fazioni (anche dissidenti Pd) saranno domenica ad Atene a fare che ? A rappresentare la solita Italia di saltimbanchi e giocolieri della politica, ognuno cercando di portare l'acqua al proprio mulino e sfruttare l'eventuale vittoria dei No per dire ... "Io c'ero" e nella peggiore delle ipotesi tentare di esportare la consultazione anche nel nostro paese. Immaginate se qualche politico estero avesse tenuto lo stesso comportamento nei nostri confronti: che ne so se la Le Pen fosse venuta in Italia ad appoggiare la Lega alle elezioni regionali, o se qualche leader del PSE fosse venuto per fare altrettanto con Renzi ed il PD. Apriti cielo e l'accusa minima sarebbe stata ingerenza. Ma questa è la politica che ci meritiamo perché questi sono i politici che ormai da venti anni ed oltre votiamo perché portino in giro il paese dei balocchi.

Il referendum per scegliere di che morte morire


Non vorrei essere nei panni del popolo greco che dovrà decidere in una settimana ciò che nessun grande economista è in grado di prevedere con certezza: cedere alle richieste suicide dell'europa e morire oppure uscire dall'euro e morire ugualmente. I populisti nostrani, Grillo e Salvini, plaudono alla scelta di Tsipras ma può un popolo prendere questa decisione in maniera consapevole ed in una sola settimana ? Una scelta che dovrà essere presa non con una ma benì con due pistole alla tempia: da una parte fraulen Merkel e dall'altra il proprio premier Tsipras. La prima spinge per il Si, il secondo per il No. E quì siamo all'assurdo se non addirittura alla presa in giro del popolo greco. Se il proprio governo non è in grado di prendere la decisione sulla strada da seguire e quindi ricorre al popolo ed al referendum, quanto meno il premier dovrebbe limitarsi ad illustrare le conseguenze dell'eventuale Si e dell'eventuale No. Ma se lo stesso premier minaccia di dimettersi se vincesse il Si allora la domanda è: perché non si è preso la responsabilità di uscire dall'euro e dall'europa ? Anche per lui come per i politici italiani vale la stessa regola: le promesse della campagna elettorale sono solo discorsi al vento, poi arrivano i fatti ed allora sono dolori. Certo i maestri siamo noi in questa disciplina ma abbiamo dei validi allievi. Intanto in Italia si sono ribaltate le posizioni: chi avversava Tsipras ora lo osanna semplicemente percé ha indetto un referendum capestro, chi gli dava pacche sulle spalle (Renzi senza fare nomi ma solo cognomi) ora scondinzola alla corte della Merkel e lascia al suo destino la Grecia. Un destino che però ci riguarda da vicino: se la Grecia esce dall'euro passerà proprio all'Italia il testimone dell'ultima della fila e il baratro si avvicinerà ancora di più. Qualunque sarà l'esito di questa vicenda appare chiaro che la Grecia da sola non potrà uscirne se non a pezzi, la globalità è anche questo nel bene ma soprattutto nel male. Ci vuole un cambio di rotta nel modello di sviluppo della società nella quale il capitalismo ha fallito, ma questo cambio di rotta o lo si fa tutti insieme o chi ci prova viene stritolato.