martedì 26 aprile 2011

26 aprile 2011: la morte della Costituzione Italiana


Caro Presidente,
oggi a mio parere è il giorno più triste della storia della nostra amata Repubblica, il più triste anche di questi ultimi mesi nei quali ogni cittadino italiano che ha a cuore la democrazia e la libertà del nostro paese ha visto accadere di tutto e di più nel nome di un unico obiettivo: tenere lontano dalla giustizia il Presidente del Consiglio. In virtù di questo scellerato progetto è accaduto di tutto: leggi ad personam che servono esclusivamente all'incolumità giudiziara di Silvio Berlusconi, stravolgimento nei partiti politici che sono presenti nel parlamento con un quadro politico totalmente diverso da quello votato dagli elettori nell'aprile del 2008, attacchi continui alla legge che regola il funzionamento del nostro Stato e cioè la Costituzione con vari tentativi di modificarla a proprio uso e cosumo (leggi sempre Silvio Berlusconi), denigrazione continua dell'opposizione e di chiunque abbia un'idea diversa di stato democratico da parte della maggioranza di governo, ministri che dovrebbero rappresentare tutta la cittadinanza italiana e che si persentano in video e in manifestazioni ufficiali con simboli di partito come nella migliore tradizione fascista, comportamenti al limite della legalità da parte del capo del governo oltre che offensivi sia della dignità delle donne ma soprattutto della dignità di chi non ha un lavoro e non può assicurarsi un reddito minimo per il proprio sostentamento, attacchi continui alle istituzioni sempre nell'interesse del singolo (Silvio Berlusconi tanto per non dare adito a dubbi), mortificazione del parlamento con il ricorso continuo al voto di fiducia nonostante una maggioranza schiacciante. Insomma uno scenario squallido oltre che veramente pericoloso per la democrazia. Ma in questo quotidiano fatto di prevaricazioni, noi cittadini onesti e difensori della democrazia e libertà, avevamo dalla nostra Lei signor Presidente, che, seppur nella limitatezza dei suoi poteri, non perdeva occasione per richiamare al senso di responabilità e soprattutto del rispetto della costituzione il Presidente del Consiglio. Oggi lei è venuto a mancare ed anche lei purtroppo calpesta la nostra carta costituzionale. E' la fine per la nostra democrazia. Oggi Lei all'ennesima decisione da dittatore e da insofferente della costituzione dell'Indagato del Consiglio, una decisione grave e pericolosa, quella cioè di iniziare vere e proprie azioni di guerra tramite i nostri caccia che andranno a bombardare la Libia, non ha saputo opporsi e da il suo avvallo a questa decisione. Anche Lei, signor Presidente del Consiglio, oggi calpesta la Costituzione e se la calpesta lei, per la nostra carta costituzionaler non c'è più nessuna speranza, ma quello che è ancora peggio è che non c'è più speranza nè per il paese intero nè per tutte quelle forze che in questi anni hanno cercato di contrastare senza successo l'ascesa di colui che, dovendo stare in galera, porterà il paese alla rovina. Grazie Singor Presidente davvero grazie ... e da oggi si astenga da qualsiasi discorso ipocrita e privo di un reale significato: da oggi lei ha tradito la Repubblica Italiana e dovrebbe essere costretto alle dimissioni ... ma tutto questo se fossimo un vero paese democratico.

1 commento:

Aries 51 ha detto...

Non posso che condividere con Te queste tue parole e rimanere, se me lo permetti, silenziosamente al tuo fianco.