martedì 19 aprile 2011

La politica energetica ad personam


Che Berlusconi non abbia mai avuto una politica od un progetto politico e' un fatto noto di cui solo i suoi fans con il paraocchi non si sono mai resi conto. Le sue campagne elettorali sono sempre state all'insegna degli slogan mai supportati da un progetto vero e proprio. Anche questo terzo governo dell'Indagato del Consiglio non si smentisce, impegnato da tre anni a salvare il Capo dai processi in cui si trova coinvolto, se si esclude l'ossesione leghista della secessione, mascherata con lo sceletterato progetto federalista, la politica della maggioranza e' improntata all'improvvisazione ed all'opportunismo. Le magre figure sul piano internazionale ne sono lo specchio rivelatore, prima unico sostenitore al mondo delle dittature del Nord Africa, poi costretto a cambiare rotta sua malgrado in virtu' delle rivolte di Egitto, Tunisia e soprattutto Libia. Berlusconi con il suo Pdl e con la Lega sono soggetti incapaci di governare una democrazia occidentale in quanto ossessionati dai problemi giudiziari del cavaliere da una parte e dalla miopia leghista, una formazione politica fuori dal tempo e dalla storia. Oggi va in scena un'altro atto ridicolo di questo governo che dimostra ancora una volta il suo opportunismo e la mancanza totale del senso dello Stato. Appena insediato uno dei presunti punti qualificanti sbandierato ai quattro venti era stato il ritorno all'energia nucleare, disattendendo in questo modo la volonta' popolare espressa dai cittadini italiani con il refernum degli anni 80 sulla messa al bando dell'energia nucleare. Il governo pero' tirava dritto anche se si trattava di intenzioni solo sulla carta in quanto non riusciva nemmeno a determinare i siti dove realizzare le fantomatiche centrali. Nel frattempo l'opposizione organizzava un nuovo referendum sul nucleare, referendum che si sarebbe dovuto tenere nel prossimo giugno. Il terremoto in Giappone ed il disastro della centrale di Fukushima hanno messo in crisi tutta la debole impalcatura. Nei primi giorni mentre tutti i governi del mondo dichiaravano di ripensare le loro strategie in materia di energia nucleare, l'incompetente governo italiano cerificava la propria miopia ed inefficienza, dichiarando che il programma nucleare sarebbe andato avanti senza cambiamenti. L'aggravarsi della situazione a Fukushima ed una crescente avversione per il nucleare e soprattutto il referendum hanno pero' alla fine costretto ad un ripensamento. Il governo le ha provate di tutte anche quella di separare le elezioni amministrative di maggio con i referendum su nucleare, acqua e legittimo impedimento per tentare si dissuadere i cittadini dalla partecipazione al voto referendario. Una operazione scellerata che costera' al paese 300 milioni di euro che in un momento di tagli indiscriminati su cultura, istruzione, politiche sociale sembra veramente una barbarie. Nonostante queste operazioni l'avversione al nucleare e' di nuovo montata nel paese e le probabilita' che la pertecipazione al referendum sia massiccia e' molto alta. E cosi' si e' arrivato al colpo a sorpresa di oggi: il governo annuncia l'abrogazione di tutte le norme che riguardavano la realizzazione degli impianti nucleari nel paese. Come mai questo improvviso ravvedimento ? All'improvviso il governo, Berlusconi, il Pdl pensano finalmente al paese ed alle sue necessita' reali ? Una conclusione a cui possono pensare solo gli allocchi. Uno dei referendum riguarda l'abrogazione delle norme sul legittimo impedimento, interrompere il programma nucleare comporta l'abrogazione dello stesso referendum e di consequenza la speranza che, annullato il nucleare che svolgeva la funzione di carro trainante per il 12 giugno, non si raggiunga il quorum e che quindi anche gli altri quesiti referendari e soprattutto quello che interessa Berlusconi passino indenni. Insomma siamo alle solite, tutta la politica e tutta l'azione governativa e' mirata ad un unico aspetto: salvare Berlusconi dalla probabile galera. Si va avanti a tentoni cercando di tappare i buchi e le falle che l'opposizione cerca di aprire.

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