giovedì 28 marzo 2024

Berlusconi continua a fare danni anche da morto

 


Berlusconi è ormai deceduto ma la sua mano lunga sul governo attuale prosegue soprattutto in tema della giustizia. L'ex cavaliere scese in campo all'inizio degli anni 90 per mettersi al riparo dagli innumerevoli problemi con la giustizia che lui sapeva di avere. Uscito dalla scena politica il suo protettore in pectore, Bettino Craxi, per Silvio non c'era altro modo di evitare la galera che scendere in politica. Una scelta confermata dai suoi governi che più volte sono intervenuti sulla materia giustizia mettendo i bastoni fra le ruote alla magistratura negli innumerevoli processi che si stavano snocciolando. In più occasioni Berlusconi la scampò grazie alla prescrizione evitando di finire in galera. I governi di centro destra accesero lo scontro con uno dei poteri fondanti della democrazia, la magistratura appunto, inventandosi di volta in volta le incriminazioni a orologeria e la presunta persecuzione del cavaliere. Si pensava che con la scomparsa del cavaliere anche la contrapposizione fra magistratura e politica avesse finalmente chiuso la sua stagione, invece Giorgia Meloni, facendo uno dei suoi innumerevoli dietrofront rispetto alle sue politiche da oppositrice ai vari governi Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi, ha sguinzagliato il ministro Nordio che ha tirato fuori dal cilindro una delle tante idee berlusconiane: sottoporre i magistrati a test psicologici per verificare la loro sanità mentale. Forse non tutti ricordano ma l'ex cavaliere sosteneva che i magistrati fossero persone antropologicamente diverse e malate. "Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato" era la tesi di Silvio Berlusconi. Oggi il governo di destra torna all'attacco dei magistrati e si inventa dei test psicologici per verificare appunto se i magistrati siano "mentalmente disturbati o meno". Si tratta di una delle tante azioni di stampo fascista per mettere sotto controllo tutto lo Stato nel suo complesso e soprattutto nelle sue istituzioni democratiche. Un vero e proprio atto intimidatorio senza precedenti che mira appunto ad allungare le mani su uno dei poteri indipendenti e fondamentali della nostra democrazia. L'ennesima modalità per tentare di instaurare un regime "democratico" sulla falsa riga di quello ungherese di Orban, questa è la vera strategia del governo Meloni. E' poi incredibile che qualsiasi cittadino possa accedere alla carriera politica senza un percorso di studio e formativo adeguato mentre chi prima consegue una laurea, poi fa un corso di specializzazione infine un concorso per accedere alla carriera di magistrato venga poi sottoposto di un test psicologico per accertarne l'eventuale equilibrio psichico.

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mercoledì 27 marzo 2024

L'ultima follia della politica italiana: il ponte sullo stretto


Il panorama attuale


Il panorama come sarà

Da qualche mese sui social, in particolare Facebook, c'è un grande fiorire di pagine propagandistiche sull'ultima follia della politica italiana ed in particolare di Matteo Salvini: la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina. Tutte pagine fuorvianti che, oltre a dare notizie tecniche sul progetto, pubblicano immagini inesistenti realizzate con l'ausilio dell'Intelligenza Artificiale dalle quali si potrebbe credere che l'opera sia già stata realizzata. Il bello è che sotto ogni post di queste pagine ci sono fiori di commenti entusiasti, spesso lasciati da profili fake, che trasmettono un sentimento comune di approvazione di questa opera controversa. Lasciando da parte gli aspetti tecnici ingegneristici sui quali potrebbero dibattere solo gli esperti, sono gli aspetti pratici, ambientali ed economici che lasciano perplessi e dubbiosi sull'utilità finale di una simile opera faraonica.
Ambiente. Dal punto di vista ambientale sarà una catastrofe per un ambiente unico nel suo genere come lo stretto di Messina a partire dall'aera dei laghetti di Ganzirri dalla parte siciliana. Oltre a cacciare dalle proprie abitazioni oltre 2000 persone, che giustamente sono già sul piede di guerra, discutibili saranno gli effetti pro ambiente decantati dal ministro delle infrastrutture. Se davvero il ponte sarà realmente utilizzato per ammortizzarne i costi si dovrebbero avere circa 100mila passaggi al giorno mentre attualmente il traffico pendolare si aggira intorno ai 10-15mila al massimo. Qualora tutto il traffico pendolare attuale si riversasse dall'utilizzo dei traghetti all'utilizzo del ponte dal punto di vista ambientale sarebbe un vero e proprio disastro proprio nel momento in cui si sta cercando in tutti i modi di disincentivare la circolazione di autoveicoli.
Economia. L'intera opera dovrebbe costare circa 15 miliardi, per ammortizzare i quali sarebbero necessari circa 30 anni ipotizzando un traffico di 100mila passaggi al giorno con un pedaggio di importi non trascurabili. Ma siamo sicuri poi che sia così vantaggioso per un automobilista, che parte anche solo dal centro Italia, arrivare a Reggio e, dopo un viaggio di circa 6-8 ore, utilizzare il ponte per risparmiare più o meno circa 30 minuti di traversata ? Quindici miliardi per un risparmio di 30 minuti sembra un onere eccessivo. Senza tenere conto del fatto che già prima della sua costruzione sono previsti un numero considerevole di giorni di chiusura nell'arco di un anno a causa delle condizioni atmosferiche avverse, in particolare il vento. Quindi i traghetti non potranno essere dismessi a meno di creare ingorghi paurosi in presenza di raffiche di vento che potrebbero provocare oscillazioni di qualche metro.
Trasporti. Altro punto controverso è il trasporto ferroviario. Non esiste nessun ponte a campata unica come quello previsto sullo stretto che ospiti una linea ferroviaria ad alta velocità. Sia per il vento come detto in precedenza, ma anche per il dissesto ambientale che si provocherà per costruire le necessarie infrastrutture. La linea ferroviaria dovrà infatti innalzarsi di 70 metri per raggiungere l'altezza del ponte e, per consentire ai treni di arrivare ad una simile altezza per poi ridiscendere, sarà necessario costruire delle galleria sia dalla parte di Reggio che da quella di Messina devastando appunto il territorio limitrofo. L'imbocco di queste gallerie dovrà essere molto lontano dal ponte stesso. Costruire quelle torri di 400 metri più alte delle colline circostanti muovendo tonnellate di roccia sarà un vero e proprio disastro.
Progetto. Il progetto in se stesso è vecchio di anni mentre alle osservazioni fatte, circa 64 criticità, si vorrebbe rispondere in solo pochi mesi. Qualcosa non torna. Soprattutto perché si sta costruendo un'opera che impatterà sulla vita delle generazioni future. La follia Salviniana prevede di iniziare l'opera addirittura entro l'estate per poterla sbandierare alle prossime elezioni europee ma nel frattempo nemmeno le discussioni preliminari (conferenza dei servizi, impatto ambientale, espropri, etc.) sono iniziate. Importante però è fare propaganda come se il ponte fosse pronto domani o magari già realizzato.

Il sospetto, non tanto velato, è che ancora una volta il Ponte sullo stretto venga utilizzato come pura propaganda politica, ma questa volta rispetto alle altre (Berlusconi) si va avanti senza un reale contrasto da parte delle opposizioni che subiscono passivamente la propaganda della Lega e di tutto il governo. Si parla di sviluppo che sarà agevolato dal ponte, ma se l'economia di un paese è legata alla costruzione di un ponte significa che il paese è proprio messo male: le grandi opere devono assecondare lo sviluppo non possono crearlo.



lunedì 25 marzo 2024

Dalla guerra per procura alla guerra sul campo

 


Al ritorno del recente consiglio europeo LA presidente del consiglio Giorgia Meloni ha innocentemente dichiarato che "è stato un consiglio europeo come tutti gli altri nel quale si sono presi provvedimenti da protezione civile". Ora ho la Meloni non ha capito niente della risoluzione finale oppure fa, come suo solito, la bugiarda scherzando però con il fuoco.

"Il sostegno all'Ucraina sarà garantito per tutto il tempo e l'intensità necessari e per farlo l'Unione Europea è impegnata ad aumentare la propria preparazione e capacità di difesa complessiva"

"Confermando la necessità imperativa di rafforzare e coordinare la preparazione militare e civile nel quadro di un approccio multirischio ed esteso a tutta la società, si punta a rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa europea"

Cioè in parole povere ciò che Macron aveva detto pochi giorni prima: prepariamoci a mandare truppe sul campo in Ucraina. D'altra parte con questa dichiarazione il presidente francese aveva  semplicemente dimostrato la sua coerenza nell'escalation che l'europa e gli Usa hanno perseguito nell'affrontare l'invasione russa dell'Ucraina. Si è passati tranquillamente da materiale di difesa, ad armi "difensive" (difficile da capire come un arma possa essere solo usata per scopi di difesa), ai missili, ai carri armati, agli aerei. Un escalation che ha portato l'Ucraina non solo a difendersi ma a inviare attacchi sul territorio russo grazie a droni e missili a lungo raggio. L'ultimo passaggio, anzi il penultimo, che rimane è uno solo: inviare truppe di terra dei vari paesi europei. L'ultimo passaggio sarà poi quello più alto dell'escalation: l'uso di armi nucleari.

Non abbiamo speranza per scongiurare la terza guerra mondiale che sarà poi anche l'ultima guerra prima della distruzione totale del pianeta: gli Usa perseguono l'annientamento di Putin, l'Europa è incapace di assumere una posizione autonoma e indipendente dalla volontà Usa. Forse rimarrebbe un'ultima possibilità: le elezioni europee di giugno. Il popolo ha ancora una volta l'ultima parola: cancellare tutti coloro che perseguono la guerra per arrivare alla pace e dare spazio a coloro che la pace la vogliono sul serio.

venerdì 22 marzo 2024

Giorgia Meloni: più che un capo di governo, un capo clown


Questa volta l'ennesima sceneggiata messa in mostra delLA Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è finita su tutti i più autorevoli giornali mondiali. Durante il dibattito alla Camera sulle comunicazioni in vista del consiglio europeo, alle esternazioni di Angelo Bonelli leader di Alleanza Verdi e Sinistra che definiva inquietante lo sguardo della Meloni, non trova di meglio che nascondere la testa dentro il suo cappotto. Il tutto mentre si stava parlando della guerra e dei rischi reali non più di una guerra per procura come quella attuale ma di una vera e propria guerra mondiale. LA presidente del consiglio non è nuova a queste sceneggiata in quanto in ogni suo intervento alla Camera o al Senato è solita sbeffeggiare le opposizioni scendendo spesso a delle vere e proprie offese in perfetto stile fascista quale ella è. Purtroppo lei, i suoi camerati di partito ed i suoi alleati non sono proprio all'altezza di rappresentare un paese democratico occidentale come l'Italia. Si comportano ancora come se si trovassero all'opposizione e non hanno alcuna idea delle istituzioni democratiche nelle quali un governo, quando eletto, rappresenta tutto il paese e non solo i propri elettori. Ancora una volta tocca dire che in qualsiasi altra democrazia occidentale la così detta "underdog" sarebbe stata presa a calci nel sedere proprio dai suoi elettori, ma oggi l'Italia è una paese definitivamente alla deriva. Si pensava che con Berlusconi si fosse toccato il fondo dal punto di vista istituzionale, ancora non sapevamo che cosa ci aspettava: Giorgia Meloni la prima donna clown a capo di un governo in Italia.


venerdì 1 marzo 2024

Le sorti del pianeta in mano a tre delinquenti di stampo nazifascista


Quando negli anni 70-90 attendevamo con ansia l'anno 2000 mai immaginavamo di ritrovarci sull'orlo della quarta guerra mondiale (di fatto già iniziata da due anni) e soprattutto con il rischio della catastrofe nucleare. La caduta del muro di Berlino aveva fatto sperare tutto il mondo per un terzo millennio finalmente di pace stabile. E invece il terzo millennio ebbe inizio con il terribile attentato delle torri gemelle che ci immise in un tunnel nel quale si vede solo e sempre un buio più profondo. Gli Stati Uniti hanno la maggiore responsabilità nell'aver intrapreso questo viaggio verso le tenebre finali. Prima hanno interpretato l'attacco alle torri gemelle non come un grave atto terroristico ma semplicemente come un atto di guerra, non si sa condotto da quale stato estero, e così hanno preso spunto dall'attentato per andare ad invadere l'Afghanistan e subito dopo l'Iraq con la scusa delle "terribili" armi chimiche di Saddam. Allo stesso tempo, con l'ascesa al poter del dittatore russo Putin, hanno iniziato a spingere la Nato per inglobare più paesi possibili a ridosso dei confini russi con il chiaro intento di mettere alle corde la Russia, Un'attività che si è intensificata soprattutto quando l'Europa aveva ventilato la possibilità di consentire alla Russia l'ingresso nell'Unione Europea. Una mossa che avrebbe messo a repentaglio l'egemonia statunitense sul vecchio continente ancora incapace di camminare da solo e di subire la sudditanza psicologica delle stelle e strisce. Alla fine sappiamo come è andata e il pazzo Putin per scrollarsi di dosso l'assedio americano prima ha invaso la Crimea ed il Donbass e poi due anni fa ha iniziato l'invasione dell'Ucraina. Purtroppo l'Europa ancora una volta si è dimostrata incapace di dare una risposta autonoma e indipendente ma ha ceduto ai guerra fondai americani. Dopo un'iniziale aiuto a Kiev per difendersi dall'invasione russa ora si è passati a fornire armi di offesa e soprattutto a ventilare addirittura l'invio di truppe della Nato. Addirittura gli americani oggi dichiarano che se l'Ucraina dovesse soccombere allora dovrebbe intervenire direttamente la Nato per entrare in guerra contro Putin. Insomma nessuno ha realmente intenzione di ricercare la pace ma anzi si sfida l'avversario sia verbalmente sia con interventi diretti sul territorio russo.
A fianco di questa guerra si è intensificato anche l'eterno conflitto fra israeliani e palestinesi che mai come ora sono entrambi distanti dall'unica folle soluzione cercata dal mondo occidentale: due popoli due stati. L'attentato del 7 ottobre ha avuto lo stesso effetto dell'attentato alle torri gemelle: scatenare una reazione non a difesa di Israele, non contro direttamente i terroristi, ma decisamente contro il popolo palestinese con il chiaro intento di cancellarlo dai territori. Netanyahu si è affiancato a Biden e Putin con la sua furia distruttrice mettendo in atto un vero e proprio genocidio del popolo palestinese nella striscia di Gaza. L'episodio di ieri con l'esercito israeliano che spara sui palestinesi di Gaza mentre tentano di accedere agli aiuti umanitari evoca in qualche modo le stragi messe in atto dai nazisti proprio contro gli ebrei. E' terrificante che un popolo che ha subito la follia nazista oggi metta in atto le stesse strategie, diverse nella forma ma non nella sostanza, contro un popolo con il quale dovrebbe convivere. Gli americani, anche in questo caso mentre tutto l'occidente critica le azioni israeliane, si sono opposti a qualsiasi risoluzione di condanna degli israeliani dimostrando ancora una volta la loro reale intenzione: fare guerre per procura in Ucraina contro la Russia in Palestina contro i palestinesi.
La corda ormai si sta spezzando e la guerra totale è a un passo.