venerdì 30 novembre 2012

Un piccolo passo per la Palestina ... ma comunque un passo

Non sarà certo la soluzione al problema, ma rimane comunque un passo avanti. Dando uno sguardo alla cartina si vede finalmente quanti siano i paesi che in quache modo hanno a cuore le sorti della Palestina. Ottenere una votazione dell'Onu contro il volere degli Stati Uniti non è cosa da poco. E non è vero che non cambierà proprio niente da oggi in poi. Certo le rappresaglie sono già state annunciate: il Canada interrompe gli aiuti ai palestinesi mentre gli israeliani annunciano la costruzione di altri 3000 alloggi all'interno dei territori palestinesi. Insomma la strada è ancora lunghissima e sicuramente non priva di ulteriori violenze, di morti e di vittime innocenti. E purtroppo senza violenza non si sarebbe nemmeno arrivati al voto di ieri all'Onu. Israele continuerà sicuramente nella sua pulizia etnica per liberarsi di coloro che, depredati della propria terra, lottano usando la violenza sebbene con mezzi impari da quelli messi in capo dal governo israeliano, ma ora la Palestina può far sentire la propria voce in maniera un più incisiva. Purtroppo così come non c'è modo di risolvere la situazione con metodi esclusivamente pacifici considerata l'invasiva politica di Israele, allo stesso modo non è possibile usare solo ed esclusivamente la violenza per far convivere questi due popoli. Fino ad oggi però il popolo palestinese non aveva voce in capitolo in nessuna sede internazionale, ora almeno una piccola e flebile voce può farla sentire. Speriamo che tutti quesi paesi che fanno parte della zona verde della cartina prendano sempre più coscienza della serietà e della gravità del problema inziando a contrastare l'azione congiunta di Stati Uniti ed Israele. E finalmente anche il nostro paese ha cambiato rotta rispetto allo scellerato atteggiamento del governo Berlusconi che si era schierato a senso unico a favore del popolo ebreo. Un cambio di rotta opportuno ed una delle poche azioni positive del governo Monti se non l'unica. Attenzione ora a chi si appresta a votare alle primarie: Renzi non ha dato sufficienti garanzie in merito alla questione palestinese addossando all'Iran il vero problema della situazione in Medio Oriente dimostrando una conoscenza superficiale del problema se non una drammatica ignoranza storica.

giovedì 29 novembre 2012

Renzi e le regole a proprio uso e consumo


La ridicolaggine delle primarie del Pd non sta solo sulla loro inutilità (il presidente del consiglio non è eletto dai cittadini ma nominato dal presidente della repubblica con la fiducia del parlamento) ma anche e soprattutto nei comportamenti del giovane rampollo, infiltrato del centro destra, Matteo Renzi. La sua guerra aperta alle regole che il Partito ha deciso per l'effettuazione delle primarie è veramente una perla di coerenza e indice di quanto il giovanotto tema di perdere questo confronto elettorale. Dopo il confronto di ieri sera in Tv, durante il quale almeno si è parlato di programmi e di politica (anche se in termini superficiali e poco approfonditi), stamani il sindaco di Firenze parte all'attacco portando ancora una volta lo scontro su un piano ininfluente per il cittadino o per l'elettore del Pd. Fra l'altro il bel Matteo cambia totalmente parere su queste benedette regole. Non più tardi di un mese fa si agitava come una trottola predicando che si stavano modificando le regole delle primarie per metterlo fuori gioco, quando invece si stavano cambiando queste benedette regole proprio per farlo partecipare alla competizione. L'urlo di battaglia era "Non si cambiano le regole in corsa". Oggi, arrivato al ballottaggo, il suo urlo di guerra è totalmente opposto "E' necessario assolutamente cambiare le regole". Renzi vorrebbe far votare al ballottaggio anche gli immigrati del brurundi se potesse perchè sa benissimo che, se andranno al voto coloro che si sono scomodati per andare al seggio al primo turno (come d'altra parte è ragionevole e corretto), lui sarà irremediabilmente sconfitto. In questa su frenesia per il cambiamento raggiunge livelli di ridicolaggine altissimi che lo avvicinano sempre più al suo reale modello di uomo politico, Silvio Berlusconi. Intanto oggi ha fatto pubblicare su alcuni giornali messaggi fuorvianti e falsi invitando i cittadini a inviare email per potersi registrare al ballottaggio con l'intento di creare solo caos e magari bloccare questa farsa. Una piccola precisazione in merito a questa mossa. Ecco a che cosa servono i soldi che qualche cittadino onesto, convinto che le primarie fossero una cosa seria, ha versato a Matteo Renzi: a pubblicare messaggi falsi sui giornali. Spero che chi ha buttato via i suoi soldi si renda conto in cosa li ha investiti. Non contento poi il sindaco coinvolge in questa farsa nella farsa addirittura l'astrofisica Margherita Hack che non è andata a votare al primo turno e quindi ora non può andare al secondo se non giustifica la sua impossibilità di domenica scorsa. Il messaggio è: "Perchè Margherita Hack si deve giustificare per non essere andata a votare domenica 25 novembre ?". E perchè non dovrebbe ? Che cosa rappresenta Margherita Hack di diverso a Bianchi Antonio da Gallarate e che allo stesso modo il 25 dicembre era impossibilitato a recarsi al voto ? Veramente assurdo se non ridicolo questo atteggiamento da parte chi si appresta a candidarsi alla carica di presidente del consiglio. Ne abbiamo già avuto uno per 20 anni di personaggi del genere, credo che gli italiani meritino qualcosa di piu'.

Tutti attaccati al videogame


L'Italia è un paese assurdo, forse il più assurdo del pianeta e chi sa anche dell'Universo. Proviamo a fare un piccolo riassunto di questi giorni. Da decenni l'acciaieria più grande d'europa oltre a produrre lavoro, produce una quantità impressionante di morti, ma i morti non producono voti mentre i posti di lavoro si e la politica italiana predilige la produttività in termini di voti. Si arriva al punto in cui giocoforza deve intervenire la magistratura per rendere giustizia a chi muore. La politica avrebbe potuto fare molto in questi anni come per esempio costringere la proprietà a rendere meno pericolosa quella fabbrica del lavoro e della morte. Peccato che la politica italiana se si tratta di giocare, di polemizzare, di discutere sul nulla è la prima nel mondo, ma se si tratta di affrontare e risolvere un problema che riguarda il mondo del lavoro, è succubeh degli imprenditori a qualsiasi livello (la storia della Fiat insegna). Oggi perfino la natura ha mostrato tutta la sua rabbia contro un problema che gli esseri umani non hanno saputo o meglio voluto risolvere e si è scatenata tentando di radere al suolo quella fabbrica. Non l'ha fatto perchè distruggere o chiudere l'Ilva sarebbe veramente un disastro in un paese che sta passando da un disastro all'altro, ma non si può nemmeno tollerare che per dare lavoro, un diritto sancito dalla nostra costituzione, si debba anche morire. Una situazione drammatica che si inquadra in un panorama già drammatico di suo. In questo quadro proprio ieri il presidente del consiglio tecnico, ancora una volta unico caso in Europa e nel mondo quello di un paese dove la maggioranza va in crisi e l'opposizione si rifiuta di andare alle elezione e vincerle, annuncia che il sistema sanitario nazionale ha bisogno di finanziamenti extra a quelli statali per poter sopravvivere. Come dire .... "Privatizzeremo la sanità". Poi naturalmente mettendo in atto una pratica ormai consolidata, si smentisce il progetto di privatizzazione ma ormai il nastro è stato tagliato e si sta imboccando quella strada. Insomma dopo aver calpestato il diritto costituzionale al lavoro, il governo Monti appoggiato dalla maggioranza di destra e sinistra si appresta a stracciare un altro diritto costituzionale, il diritto alla salute di tutti i cittadini. Insomma mentre da una parte il diritto alla salute rischia, per l'incapacità della politica, di creare problemi drammatici sul lavoro, dall'altra il governo intende mettere una pietra sopra su questo diritto inalienabile. Una situazione paradossale. In mezzo a questo dramma il politico delle due maggiori forse parlamentari italiane che cosa fa ? Si diletta con il giochino delle primarie all'americana. Il Pdl destra tenta di togliersi le catene del suo padrone, Silvio Berlusconi, ma più si agita e più queste catene si stringono fino probabilmente a strozzarlo. D'altra parte il Pd, legittimato da oltre tre milioni di votanti, si gongola su questo pseudosuccesso e si appresta a battagliare discutendo più sulle regole del voto che sui problemi reali che stanno a cuore al cittadino. Chi invece non è impegnato nelle primarie si "badurla", si "trastulla", si "diverte" con la legge elettorale, lasciandosi portare per il naso dal solito Calderoli, quello della legge porcata. Ma possibile che fra i nostri politici, che attualmente hanno niente da fare considerato che il governo è tecnico (almeno così dicono loro), non ci sia nessuno che tiri fuori dal suo cilindro uno straccio di legge elettorale che non sia partorita da quella mente contorta di un leghista che per di più si chiama Calderoli ? Primarie e legge elettorale sono i due videogame più in voga in questi ultimi tempi, e si sa che quando uno si attacca ad un videgioco staccarlo è un'impresa titanica.

martedì 27 novembre 2012

O la sinistra si muove o muore .... e con lei il paese



A parte il pensiero di chi non crede alle primarie o almeno a quelle che si stanno svolgendo in questa settimana, è incontrovertibile che questo evento ha smosso un numero non trascurabile di persone per andare ad esprimere un voto che, anche se inutile, i suoi risvolti politici li ha sicuramente. Risvolti che tutta la sinistra italiana, intendo quella vera quella radicale, dovrebbe valutare, analizzare e trarne le dovute consequenze per non rischiare l'estinzione definitiva. Di fatto queste primarie hanno spostato ancora di più al centro un partito che si definisce di sinistra ma che ormai di sinistra probabilmente non ha più nemmeno un braccio. Vendola con la sua partecipazione ha provato a provocare uno spostamento che sarebbe forse stato l'ultimo tentativo di provocare un cambiamento, ma oltre tre milioni di cittadini hanno detto no. Può sembrare assurdo ma questo è il risultato: oltre tre milioni di cittadini hanno avvallato la politica del Partito Democratico, del partito cioè che appoggia il governo Monti, che ha votato la riforma delle pensioni, che ha votato l'abolizione dell'art. 18, che ha votato una delle tasse più inique della nostra democrazia (l'IMU sulla prima casa). La macchina da guerra del Pd ha ottenuto questo risultato che poteva sembrare incredibile e che lo è ancora di più rispetto ad un'operazione solo di facciata e priva di significato politico per le prossime elezioni. Ma questo è quanto. Fino ad oggi si poteva inveire contro il Partito Democratico, ma oggi che ha ricevuto questa specie di investitura popolare, si può dire che la politica di Bersani e company è stata legittimata dal voto delle primarie, Anzi una buona parte del popolo del Pd, circa il 36%, vorrebbe una politica ancora più spostata a destra verso quel liberismo belusconiano che è l'antitesi di una concezione veramente di sinistra della società. Da oggi il Pd può definitivamente mettere nel cassetto l'aggettivo di sinistra perchè il cittadino che ha votato alle primarie non ha niente a che vedere con una visione della società che si abbia come riferimento quegli ideali. Ma ora chi ha tentato uno spostamento che non è riuscito, Vendola, dovrebbe davvero ravvedersi e quindi cambiare direzione e lavorare per riunificare la sinistra tutta al fine di contrastare questa ventata centrista che proviene dal Pd e che potrebbe costituire il futuro disastro per il paese. Il leader di Sel con la politica di questi ultimi anni ha contribuito a dividere ulteriormente la sinistra, ma ora che il suo progetto di radunare questa parte del paese sotto l'egida del Pd e spostarlo definitivamente in quell'aera, è definitvamente fallito, sarebbe il momento di reagire. Non è pensabile lasciare il cambiamento del paese a Bersani con la palla al piede di Renzi, perchè tale cambiamento non porterà a niente di meglio di ciò che abbiamo vissuto in questi mesi con Monti. La sinistra dovrebbe lasciare da parte le liti interne, i personalismi, e radunarsi sotto un'unica bandiera per contrastare la marcia di un Partito Democratico che potrebbe addirittura allearsi con Berlusconi qualora vincesse Renzi. Questo è l'ultimo tram, perduto il quale in Italia non ci sarà più spazio per un reale cambiamento e tutto sarà lasciato in mano ai Berlusconi degli anni 2000: Renzi e Grillo

lunedì 26 novembre 2012

La falsa democrazia delle primarie

Dopo circa un anno di scandali e rivolta contro i partiti, contro i loro privilegi, contro il fiume di denaro che rastrellanno ed utilizzano a proprio uso e consumo, ecco che oltre tre milioni di italiani si recano a votare per le primarie regalando oltre 7 milioni di euro al Partito Democratico. Ma non è tanto il fiume di denaro che va ad arricchire le casse del partito, quanto la falsa democrazia che questo evento nasconde, non tanto le primarie in quanto tali, sia ben chiaro, ma le primarie che si sono svolte ieri e continueranno la prossima domenica con il ballottaggio. Queste elezioni dovrebbero avere lo scopo di individuare il candidato premier (altro termine fuori luogo nel sistema costituzioniale italiano) alle prossima tornata delle elezioni politiche. Un evento di alta democrazia se lo si estrapola dal contesto della nostra costituzione, una farsa se appunto lo si inquadra nelle regole che la nostra carta costituzionale stabilisce. Un esempio lo abbiamo proprio davanti agli occhi da un anno a questa parte. Alle elezioni del 2008 i candidati alla presidenza del consiglio erano Berlusconi per il centro destra e Veltroni per il centro sinistra, il primo nominato per acclamazione, il secondo nominato in seguito alle primarie della coalizione PD e Italia di Valori, risultato: dopo tre anni e mezzo cade il governo e ci ritroviamo come presidente del consiglio e ministri addirittura dei non eletti. Il tutto naturalmente nel rispetto della costituzione e con l'avvallo di coloro, il Partito Democratico appunto, che oggi inneggiano alla democrazia delle primarie. Ecco l'imbroglio e la farsa andata in scena ieri con la replica di domenica prossima. La nostra costituzione non prevede l'elezione diretta del capo del governo quindi le primarie per nominare il candidato a questa carica sono inutili ed una presa in giro per chi si fa abbindolare con la storia della democrazia. Le stesse primarie hanno invece senso per i presidenti di regione, per i sindaci, per nominare il segretario di un partito, per tutte quelle cariche cioè che sono elettive e per le quali è il cittadino con il proprio voto che decide. Rimane poi un altro problema che non è secondario. Le primarie, almeno quelle che si stanno svolgendo nel Partito Democratico, sono una consequenza della caduta delle ideologie e dei principi, una caduta che ha portato al disastro di questi anni con lo scadimento della politica. I due candidati che si affronteranno al ballottaggio domenica prossima, Bersani e Renzi, sono espressione di un partito senza anima, senza ideali e soprattutto senza un modello di società da presentare agli elettori. Le posizioni dei due infatti sono talmente diverse su temi fondamentali come per esempio il lavoro che sembrano esponenti appunto di partiti diversi. Ma oggi i partiti non sono altro che delle formazioni politiche si basano sulla persona, sul personaggio del momento e non su degli ideali che dovrebbero fare da guida al movimento politico indipendentemente da chi sia il timoniere. Provate a leggere il programma, o quello che lui ritiene tale, di Matteo Renzi e lo stesso programma potrebbe essere calato pari pari come manifesto elettorale del PDL. Questo è il vero imbroglio delle primarie.

Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te

"Il pidimenoelle"
"Il giorno dei morti della seconda repubblica"
"Viaggio nella pazzia"
"Le primarie dei folli sono un bromuro sociale"
"Rigor Montis"
Ecco queste sono alcune espressioni usate oggi da Grillo in merito alle primarie del Partito Democratico. Io mi domando come i militanti del Movimento 5 Stelle che si incazzano quando vengono chiamati con l'appellattivo di "grillini", non possano avere la stessa reazione quando il loro capo indiscusso usa questa terminologia offensiva contro quelli saranno i loro avversari ? Il termine grillino appare quasi un vezzeggiativo o un complimento rispetto agli appellativi usati da Grillo verso il Partito Democratico. Anche per chi pensa che queste primarie siano una grande farsa, si sceglie un candidato per una carica che in Italia non è elettiva ma nominata dal Presidente della Repubblica con consequente voto di fiducia dal Parlamento, il linguaggio del comico genovese sembra esageratamente e inopportunamente offensivo. Ecco perchè Grillo non potrà mai essere un leader credibile, un leader che si prende gioco anche e soprattutto dei militanti del suo movimento che credono e si impegnano in questo progetto che non trae certo vantaggi alcuni dal comportamento del comico genovese. L'unico modo che il M5S ha per diventare un movimento veramente democratico e credibile è quello di liberarsi del proprio ideatore, Beppe Grillo, che ormai non perde occasione per sparare a zero verso tutti e tutto. Esternazioni che hanno diversi effetti. Il primo è quello di farlo apparire molto, troppo simile al campione dell'offesa e dell'ingiuria politica, Silvio Berlusconi. Il secondo effetto è quello di apparire odioso e semplicemente poco attendibile tanto che, anche le poche buone proposte che il suo programma potrebbe proporre, passano in seconda linea rispetto al tono delle sue offese gratuite. L'ultimo effetto è che chiamare grillino un appartenente al movimento 5 stelle diventa quasi divertente, è come rispondere ad uno schiaffo, quelli che Grillo tira con le sue esternazioni, con una carezza, appunto il vezzeggiativo grillini.

sabato 24 novembre 2012

Il caos politico maschera il vuoto programmatico


Più ci si avvicina alle elezioni, che quasi sicuramente si svolgeranno a marzo, è più il caos nella politica italiana è totale. Mancanza di idee, mancanza di programmi seri, chiari e realizzabili, mancanza di personaggi politici di spessore degni di conquistare la fiducia dei cittadini ma anche quella del panorama internazionale dove ormai Mario Monti la fa da padrone. I partiti di questa legislatura sono ormai allo sbando totale. Lega ed Idv sono praticamente scomparsi travolti dai propri scandali. Più pesanti quelli che hanno coinvolto la Lega che a sua sfavore ha anche almeni 10 anni di governo inutili nei quali non ha portato a termine nessuna delle sue promesse; meno gravi quelli dell'Italia dei Valori che fra l'altro ha dimostrato di non sapere reclutare i propri candidati. Il Pd è ormai troppo impegnato in una guerra civile interna che potrebbe non risolversi con le primarie di domenica. Chiunque risulti vincitore non si vede come gli altri possano poi collaborare con il candidato premier dato che le posizioni dei 5 contendenti sono talmente distanti da farli apparire come appartenenti a schieramenti politici molto distanti fra loro. Durante questi mesi ed anche in queste ultime ore si è parlato molto poco di programmi e di strategie di governo, ma molto di più di regole per la farsa delle primarie. Se si pensa poi che il vincitore che uscirà da questa brutta imitazione delle primarie statunitensi, potrebbe non diventare il prossimo presidente del consiglio anche se il Pd vincesse le elezioni, la domanda sorge spontanea: a che servono queste primarie ? Si perchè si fanno elezioni per eleggere un candidato alla presidenza del consiglio che a sua volta non sarà eletto dai cittadini ma nominato dal Presidente della Repubblica e quindi tutto risulta inutile. Il Pdl è allo sfascio totale. Mentre cerca di emulare il Pd nella fiera dell'inutile indicendo altre primarie, il suo padrone Silvio Berlusconi, contrario a questo esercizio pseudodemocratico, medita addirittura di staccarsi e dare vita ad una nuova Forza Italia. Intanto il segretario fantoccio dichiara in una manifestazione di onnipotenza e di amnesia totale, che non vuole indagati fra i candidati alle primarie, dimenticando che senza indagati il Pdl stesso non esisterebbe. L'Udc di Casini alla fine è l'unico a mostrare la ferrea coerenza democristiana, inossidabile nel tempo, che vede gli appartenenti a quest'area politica aggrapparsi al carro del probabile vincitore, in questo caso il professor Monti. Ma anche qui siamo al limite della farsa: Monti dichiara che non si candida come presidente del consiglio, appoggiato in questa sua idea d Giorgio Napolitano, ma Casini fa orecchi da mercante e piuttosto che presentare un proprio progetto tira e ritira per la giacca il governo Monti per strappare la disponibilità a continuare anche nella prossima legislatura. In conclusione i cinque partiti protagonisti della legislatura si ripresenteranno ma dopo aver dato vita ad almeno altre quattro formazioni: quella di Fini già presente, quella probabile di Berlusconi, un altro pezzo del Pdl che prende il nome di Italia Libera e quella di un pezzo dell'Idv staccatosi da Di Pietro che si chiamerà Diritto e Libertà. Al di fuori del parlamento il cao non è certo minore. In testa al gruppo dei nuovi partiti che tenteranno di entrare in parlamento c'è il capoclack Beppe Grillo ed il suo M5S. Il movimento sta attirando l'attenzione da una parte per il "gridare" continuo del suo leader e dall'altra per una sorta di "rivolta" continua fra i grillini che già partecipano al governo di amministrazioni locali ma che stanno sperimentando sulla propria pelle la dittatura di Grillo. Gli italiani che decideranno di dare il loro voto a Grillo dovranno andare sulla fiducia, come hanno fatto per Berlusconi a suo tempo, in quanto Grillo si rifiuta di discutere il programma del movimento, di confrontarsi con chiunque, rimanendo chiuso nella sua torre d'avorio dalla quale parla per slogan o per post del suo blog. Ma senza un contradditorio è troppo facile, alla fine si ha sempre ragione. Intorno a questa già abbastanza complessa situazione spuntano quasi settimanalmente altri partitelli o liste con programmi e obiettivi circoscritti e di nessuna incisività. Ecco allora Lista per l'Italia di Montezemolo che si affianca a Casini per tirare in ballo Monti, dimenticando che Monti è già in parlamento in quanto senatore a vita e quindi potrà essere chiamato a ricoprire di nuovo il ruolo di "salvatore della patria" solo dopo le elezioni. Un altro movimento o partito ha come leader l'astrofisica Margherita Hack, che quida una formazione dal nome di Democrazia Atea,  anche in questo caso risulta molto difficile capire la diversità della proprosta di questa formazione rispetto al panorama politico italiano. A questo caso i continua evoluzione si devono poi aggiungere le varie formazioni della sinistra radicale, incapaci di svolgere una funzione catalizzatrice del malcontento che serpeggia ovunque, anche per la continua litigiosità su questioni secondarie che ha portato ad una frammentazione incontrollabile. L'aspetto sconcertante di questa confusione generalizzata e che nessuno riesce a parlare di programmi in maniera precisa, chiara e soprattutto attuabile, forse perchè nessuno ha idea di come potersi liberare dai lacci nei quali siamo stati imbrigliati dalla comunità europea, uno su tutti il pareggio di bilancio. Questo è il vero problema. Nessuno sa che pesci prendere e tutti cercano di mascherare la propria inadeguatezza con spostando la dialettica su problemi di secondo piano e incentrati spesso sulla litigiosità.

martedì 20 novembre 2012

Solo i cittadini onesti possono salvare questo paese


La notizia è poca cosa ma è sempre una buona notizia di quelle che assumono ancora maggior valore in queste giornate in cui siamo sommersi da notizie indegne di una società civile e avanzata sia a livello internazionale che a livello nazionale. Una barista di Cremona ha spento le macchinette di videopoker all'interno del suo locale, macchinette che le assicuravano un guadagno netto di 3.000 euro mensili. Ecco quindi che mentre lo stato di fatto ottiene una bella fetta delle sue entrate dal gioco di azzardo e dalle macchinette videopoker, a discapito della salute cittadino almeno di quello che si fa prendere dalla malattia del gioco, un semplice cittadino si rifiuta di vedere nel proprio locale gente che si rovina per il gioco. Bel gesto che al suo interno contiene un messaggio per tutto il paese o almeno per quella parte di paese che lavora onestamente, che paga le tasse e che sopporta tutto il peso della crisi attuale: se vogliamo risollevare l'Italia dobbiamo darci da fare e possiamo farlo solo noi. Non ci aspettiamo niente dalla politica almeno da quella che siede in questo momento in parlamento, quella politica che ci ha portato al disastro attuale nessuna frangia esclusa. Chi era al governo ha pensato esclusivamente ai propri interessi imbrogliando quella parte del paese che, anche per colpa propria e per disinformazione, aveva creduto nell'imprenditore pieno di soldi che voleva salvare il paese dal comunismo e dalla sinistra. Fandonie doveva pensare a se stesso. Chi è stato all'opposizione e per brevi periodi al governo non ha saputo mettere in campo un'azione efficace e decisa per davvero far crescere il paese, ma soprattutto quando è venuto il momento circa un anno fa, di sostituirsi alla maggioranza in crisi, se l'è fatta sotto ed a abdicato. Certo non si è però tirata indietro nelle ruberie messe in atto e nell'utilizzo e nello sperpero di soldi pubblici. Ora entrambe le parti emanano proclami e buone intenzioni con l'avvicinarsi delle elezioni, ma nemmeno in questo periodo riescono ad occuparsi del paese troppo presi con il giocattolo delle primarie, un'altra enorme presa per i fondelli sempre a discapito del cittadino che si fa irretire. E' solo il cittadino che può invertire la tendenza di un paese destinato a continuare il proprio declino, attraverso gesti di questo tipo che dimostrano ancora la sopravvivenza, nonostante i disastri degli ultimi anni, di una buona fetta sana del paese. Siamo solo noi che non dobbiamo farci irretire da chi cambia nome, immette facce nuove, ma mantiene le stesse idee, oppure strilla a destra a sinistra lanciando improberi utilizzati solo per mascherare il proprio vuoto..

lunedì 19 novembre 2012

Lo strano concetto del diritto alla difesa


Lo ha anche dichiarato Obama "Israele ha tutto il diritto di difendersi", il problema che questo concetto del diritto a difendersi gli americani lo interpretano a modo loro. Quando dopo l'11 settembre Bush dichiarò che gli Stati Uniti erano stati attaccati ed entravano in guerra contro il terrorismo, in molti non capirono questa affermazione. Ma in breve tempo quel concetto fu molto chiaro e gli Stati Uniti prima dichiararono guerra all'Afghanistan e poi all'Iraq procedendo all'ivasione dei due paesi. Risultato: l'attentato dell'11 settembre 2011 provoco circa 3.000 morti fra i civili americani, per difendersi dal terrorismo gli Stati Uniti scatenarono due guerre che hanno causato circa 257.000 vittime civili. Insomma più che una strategia difensiva sembra una vera e propria strategia offensiva. Questo è il concetto di difesa che hanno gli Stati Uniti d'America, concetto che naturalmente è stato fatto proprio da Israele. Ai tre morti causati dai missili lanciati da Gaza, Israele risponde con circa 100 morti fra la popolazione civile. Un dispiegamento di forze che non ha niente di difensivo. Senza contare poi che i palestinesi di Gaza sono mantenuti in un territorio che somiglia molto di più ad un campo di concentramento dove sono tagliati gli aiuti umanitari e dove e condizioni di vita sono disastrose. Gli israeliani non consentono a nessuno di avvicinarsi a quel territorio, nemmeno a chi porta solo medicinali, vestiario, alimenti, come è accaduto qualche settimana fa alla nave Estelle di Freedom Flotilla. Questo è il concetto di diritto alla difesa che Israele ricalca prende pari pari dai propri alleati statunitensi. Se non si trattasse di una popolazione che ha patito quello che ha patito durante la seconda guerra mondiale non ci sarebbe da meravigliarsi più di tanto, ma questa strategia della difesa-attacco uccidendo chi capita capita da parte di chi ha subito l'olocausto è veramente inconcepibile e drammatica. La storia dovrebbe insegnare ma sembra proprio che l'essere umano abbia la memoria molto corta.

Non dimentichiamo che Israele siamo tutti noi

Israele non è altro che la testa di ponte di un mondo occidentale che, alla fine della seconda guerra mondiale, decise unilateralmente di dare vita ad uno stato occidentale nel bel mezzo del mondo arabo usurpando e togliendo territori a quelle popolazioni. Sta tutta qui la storia infinita di un conflitto infinito che non avrà mai termine fino a quando quello stato sarà mantenuto in quei territori. Un conflitto impari che vede da una parte dei poveri diavoli (palestinesi) che utilizzano delle fionde ormai a lunga gittata ma sempre fionde, mentre dall'altra parte c'è un potente esercito (israeliani) che risponde senza guardare in faccia nessuno e spara con missili, aerei, carri armatio, navi. Tutti i danni causati dai poveri diavoli si limitano a dei graffi superficiali, mentre dall'altra parte gli israeliani uccidono in maniera scientifica, secondo loro, ma in realtà indiscriminata. Uomini, donne ma soprattutto bambini sono le vittime di questa carneficina che non può riportare alla mente il trattamento a cui furono sottoposti gli ebrei al tempo della seconda guerra mondiale. Si perchè i palestinesi sono tenuti rinchiusi in una specie di ghetto, di campo di concentramento a cielo aperto, quel territorio cioè che si chiama Gaza, isolato dal mondo e dal quale lanciano con le loro fionde missili contro Israele per cercare di liberarsi dalla prigionia nella quale sono costretti. Ma Israele ha l'appoggio di tutto il mondo occidentale, responsabile di questa guerra infinita, che probabilmente terminerà solo con la distruzione totale di una delle due parti. Un mondo, quello occidentale, pervaso da un'infinita ipocrisia e guidato dagli Stati Uniti pronti a schierare portaaerei nel mediterraneo quando in un attentato fu uccisio un suo ambasciatore, ma altrettanto pronti ad assicurare la licenza di uccidere ai loro protetti israeliani. Questo è il mondo in cui viviamo e che andrebbe trasformato profondamente sia dal punto di vista economico ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale e politico. Un mondo che ha visto il suo sviluppo fondato sul capitalismo e cioè sullo sfruttamento del lavoro altrui e degli stati sociali più deboli ed ora, che lo stesso sistema è in crisi, pensa di uscire dalla crisi sempre a discapito degli stessi stati sociali. Un mondo che combatte usando sistemi terroristici (quelli che hanno dato vita all'invasione dell'Afghanistan, dell'Iraq e che utilizza Israele contro i palestinesi) per difendere territori dove risiedono le risorse naturali indispendabili alla propria sopravvivenza. Un mondo che non sa uscire dalla spirale di guerra continua nella quale sopravvive e che non è terminata con la fine del secondo conflitto mondiale ma che prosegue tutt'ora. Come uscire da questa spirale ? non sarà facile e lo si portà fare solo dal basso con una sollevazione popolare su scala mondiale, una sollevazione che purtroppo non potrà essere incruenta perchè, mentre il cittadino comune per esempio si indigna per quello che sta accadendo a Gaza, i governi mondiali con la complicità dei mezzi di informazione continuano a proteggere ed a incentivare questa carneficina.

domenica 18 novembre 2012

Il problema non è da dove sparano

In altri tempi, quando si stava peggio ma sostanzialmente si stava meglio, si sarebbe parlato di stato fascista, ma oggi questo termine è stato cancellato dalla memoria anche se in realtà la vera sostanza è questa. Ormai non c'è più nessuna manifestazione che non si concluda con manganellate o lacrimogeni. Che siano i minatori del Sulcis, i pastori sardi, i disabili o gli studenti alla fine la conclusione è sempre la stessa: botte, lacrimogeni, poliziotti come furie scatenate contro i manifestanti. Questa è la vera sostanza della situazione attuale e poca importanza ha se un lacrimogeno sia stato sparato da una finestra del ministero di giustizia o che sia stato sparato da un poliziotto e poi rimbalzando sul palazzo sia poi finito sui manifestanti, alla fine chi spara è lo stato. Quello stato che usa tutta la sua violenza contro i cittadini e soprattutto contro i giovani ai quali uccide ogni speranza nella maniera più violenta possibile: toglie loro il lavoro, quel lavoro che la stessa costituzione definisce un diritto inalienabile di ogni cittadino. Questa non è violenza ? Ci si meraviglia poi se qualcuno prende a calci un poliziotto ? E' il minimo che possa accadere. Lo stato poi aggiunge violenza a violenza, andando anche allo scontro fisico contro chi protesta e cerca di ribellarsi ad un situazione che vede il cittadino onesto sotto assedio della pressione fiscale e della disoccupazione. Sono molte le forme di violenza che utilizza lo stato per sottomettere la popolazione. Le classi sociali più deboli non possono che scendere in piazza a manifestare e prendere le manganellate, le classi sociali più forti si riuniscono invece per cercare di mantenere in vita questo governo con la sua politica classista anche per la prossima legislatura. E questa è appunto un'altra forma di violenza che non può far altro che aumentare la rabbia, una rabbia che non può che manifestarsi in maniera violenta. Purtroppo in questa spirale dalla quale sarà difficile uscire, c'è anche chi si schiera contro i ceti medio bassi mentre per ruolo istituzionale dovrebbe difendere questi stessi ceti. In particolare il segretario della Cisl Bonanni ieri si trovava in prima fila alla convention di Italia futura di Montezemolo, che annunciava l'impegno politico del movimento. Che cosa può condividere un sindacato con un movimento guidato da un altro Berlusconi, Bonanni lo dovrebbe spiegare agli iscritti alla Cisl i quali farebbero bene a restituire le loro tessere. Come può un sindacato che appoggia Montezemolo difendere gli interessi dei lavoratori ? E questa non è ancora una volta violenza ? Insomma le forme di violenza che lo stato sta mettendo in campo per risolvere la crisi a discapito del ceto medio basso sono diversificate e nella maggior parte dei casi sono forme di violenza non fisica ma che procurano danni molto più profondi e gravi di un calcio o di un pugno o di una bomba carte. Forse quel lacrimogeno non è stato sparato dalla finestra di un ministero, ma da quelle finestre partono sicuramente altre forme di proiettili che in questo ultimo anno sono arrivati a segno su milioni di persone e di giovani riducendo un paese allo stremo.

venerdì 16 novembre 2012

Quando la politica tradisce il popolo


Non c'è solo la corruzione o l'uso improprio di denaro pubblico ad allontanare la politica dal cittadino onesto e dalla realtà del paese, ma anche e forse soprattutto la mancanza totale di principi, di ideali e di coerenza. Lo spettacolo al quale si assiste in questi mesi durante i quali la politica ha alzato bandiera bianca abbandonando il suo ruolo istituzionale, il governo e la guida del paese, è di uno squallore unico e allo stesso tempo indicativo delle difficoltà che si incontreranno per arrestare la caduta libera del paese in ogni settore della vita pubblica e sociale. Purtroppo i partiti, tutti nessuno escluso, sembrano non rendersi conto del degrado in cui sono caduti ed anzi, nel loro continuo agitarsi per dimostrare una loro improbabile faccia pulita, non fanno altro che peggiorare la situazione. Ogni giorno che passa lasciano campo aperto a coloro che gridano contro la politica stessa, ma che allo stesso tempo non hanno nè idee nè programmi tali da sperare di sostituirsi in maniera valida all'attuale sistema politico italiano. Quello che sta accadendo con la legge elettorale e con le prossime elezioni è indicativo di questo degrado totale, ma è solo uno dei tanti segnali delle difficoltà in cui gravano i nostri politici sempre più tesi a mantenere privilegi e poltrone. Sembra che l'unico gioco che riesca bene sia quello del cambio di bandiera. Senza scomodare il caso clamoroso di Scilipoti passato alle file di Berlusconi proveniendo dal più acerrimo nemico del cavaliere, il partito di Di Pietro, oggi sono tutti i partiti a perseguire un cambio di idea di stampo scilipotiano sulle date delle elezioni. Mentre solo un anno fa il Pdl era contro l'eletion day ottenendo di scindere il voto per i referendum da quello delle amministrative, oggi lo stesso Pdl si batte strenuamente per accorpare elezioni politiche ed elezioni regionali (Lombardia, Lazio, Abruzzo) nel nome di evitare quello spreco perpetrato solo un anno fa. A sua volta il Pd mentre nel 2011 strombazzava ai quattro venti lo spreco messo in atto dalla maggioranza di centro destra e si batteva per l'election day, oggi con altrettanta decisione si batte per tenere separatre le elezioni regionali da quelle politiche. E che dire delle manovre per cambiare quella legge elettorale che di fatto nessuno intende cambiare, manovre che porteranno probabilmente ad un procellum 2 degno delle più famose saghe cinematografiche. Le stesse primarie, che tengono banco in questi giorni come se fossero quale atto di alta democrazia, sono la saga dell'ipocrisia e del tradimento, almeno quelle del Partito Democratico dove sono noti ormai i candidati. Dei 5 partecipanti ben 4 hanno altri incarichi al di fuori del parlamento che saranno costretti ad abbandonare qualora risultassero vincitori nella competizione delle primarie. Due di essi addirittura sono stati eletti dal popolo come presidente di regione, Vendola, e sindaco di un capoluogo di regione, Renzi, e quindi il tradimento sarà doppio. Chi ha votato Vendola e Renzi lo ha fatto perchè aveva piena fiducia nelle loro capacita per assolvere il proprio ruolo e sono stati votati per portare a termine il loro mandato di 5 anni e non certo per abbandonarlo prima del termine del mandato stesso. A che cosa serve allora un atto di democrazia (falsa democrazia se calate nel nostro paese dove non sarà il popolo ad eleggere il futuro premiere) come quello delle primarie se poi i partecipanti sono i primi a tradire questa democrazia abbandonando l'incarico ottenuto per volontà popolare ? Sicuramente gli scandali legati alla corruzione ed all'utilizzo dei fondi pubblici sono eventi mediatici che colpiscono maggiormente l'immaginario colletivo, ma questi atteggiamenti della politica sono sicuramente altrettanto gravi anche se trascurati dai mezzi di informazione.

giovedì 15 novembre 2012

E dopo lo sciopero .... tutto come prima


Ormai gli scioperi e le manifestazioni lasciano il tempo che trovano soprattutto se organizzati come quello di ieri. Anche se per la prima volta si è svolto uno sciopero a livello europeo, e questo è sicuramente un aspetto positivo, non saranno certo quattro ore di sciopero o una manifestazione se pur con qualche scontro, a cambiare la situazione economica e politica non solo del nostro paese ma dell'europa stessa. In Italia poi i sindacati sono profondamente divisi per cui ieri si è assistito alla posizione assurda di due sindacati, Cisl e Uil, che aderivano alla manifestazione ma non partecipavano. Una posizione priva di senso e inconcepibile per chi ha vissuto gli autunni caldi degli anni 70. Se un sindacato, che per definizione dovrebbe difendere le posizioni dei lavoratori, si astiene da manifestare in una grave situazione come quella attuale, a mio avviso quel sindacato non ha più ragione di esistere e il lancio di uova e vernice subito da una sede della Cisl nei giorni scorsi è il minimo che ci si può aspettare. Già il tema della violenza tanto enfatizzato a causa degli scontri di ieri, è un tema che probabilmente diverrà sempre più attuale anche se trattato nel solito modo univoco e a senso unico da giornali e dalle televisioni. Una violenza che è solo una minima risposta alla enorme violenza che si è abbattuta sui cittadini a causa delle crisi economica. Il cittadino onesto tartassato e dissanguato in nome della crisi econmica e finanziaria non è forse stato oggetto della inaudita violenza della politica ? Togliere il lavoro a chi è occupato e non garantire il lavoro ai giovani dopo il loro percorsi di studi non è forse violenza ? Prendersela con i pensionati, con i lavoratori dipendenti, con gli operai e con tutti coloro che con grandi sacrifici si garantiti almeno una casa non è forse violenza ? Mantenere i privilegi di politici, amministratori pubblici, dirigenti, manager sommersi da fiumi di denaro mentre la maggioranza della popolazione deve lottare con il proprio bilancio familiare per arrivare alla fine del mese non è forse una forma di violenza ? E sotto certi aspetti questa violenza, meno appariscente meno spettacolare, è sicuramente più deleteria in quanto durerà nel tempo per diversi anni. Gli scontri di ieri hanno procurato qualche ferito, ma al termine della giornata tutto è finito e fra due giorni non se ne parlerà più, la perdita del lavoro, la pressione fiscale, il blocco degli stipendi e via dicendo sono invece forme di violenza con cui il cittadino dovrà vedersela giorno per giorno per mesi e per anni. E questo apre un altro problema circa l'utilità di manifestazioni del genere. A che cosa serve uno sciopero o una manifestazione di 4 ore quando poi tutti si torna a casa e tutto rimane come prima. Sembra assurdo che proprio mentre il paese sta attraversando la crisi forse più violenta della sua storia, gli strumenti di protesta sono diventati molto ma molto più blandi di quando si scioperava per i rinnovi contrattuali. Oggi non serve a niente uno scioperetto di qualche ora con slogan, urli, canti e balli .... oggi serve una vera e propria "rivoluzione", serve scendere in piazza con un obiettivo anche minimo e rimanerci fino a quando l'obiettivo non sarà raggiunto, altrimenti queste manifestazioni servono solo per riempire la pagine dei giornali ed i servizi televisivi, ma alla fine di risultati concreti nemmeno l'ombra.

lunedì 12 novembre 2012

Dopo saltimbanchi e comici ecco i fumettisti


Se l'Italia fosse un grande paese dove le cose vanno bene, dove l'economia viaggia, dove il popolo sta bene, dove il benessere è diffuso, si potrebbe anche trovare la forza di ridere e scherzare su un comico che fa il politico, su un uomo di destra infiltrato nelle file di un ex-partito di sinistra, sui dibattiti televisivi pubblicizzati alla moda di peggiori cartoni animati giapponesi. Ma siamo in un paese distrutto da 20 anni di politica di uno spregiudicato imprenditore che, mettendo in atto il più esteso lavaggio del cervello di massa, ha potuto governare per tenersi lontano dalla galera portando la popolazione al disastro economico. Siamo in un paese nel quale la politica da un anno ha alzato bandiera bianca incapace di gestire una grave crisi economica, lasciando il governo ad un manipolo di professori privi del senso della giustizia. Siamo in un paese in cui la disoccupazione è salita a livelli inimagginabili e nel quale chi lavora è dissanguato dalle pressione fiscale. Siamo in un paese dove i partiti sono dilaniati dalla corruzione travolti nel vortice di una nuova e più grave tangentopoli. Siamo nel paese dove un grande parte degli italiani, non sapendo più a che santo votarsi, o rinuncia al proprio diritto di voto o si affida ad un comico che non sa fare altro che urlare e distribuire offese a destra e sinistra. In mezzo a questo caos quello che sembra essere il maggior partito italiano del momento, il Partito Democratico, si cimenta in una buffonata senza senso ed inutile: le primarie per decidere chi dovrà essere il candidato premier di quel partito. Un premier che non viene eletto dal popolo ma, secondo la nostra costituzione, nominato dal Presidente della Repubblica e fiduciato dal parlamento. Ecco allora che i candidati a queste primarie beffa si cimenteranno in un dibattito televisivo e, a dimostrazione della buffonata totale, il dibattito viene trasmesso su una televisione satellitare e poubblicizzato tramite un fumetto. Ma in questa situazione grave e seria si può dare fiducia ad un partito che organizza e pubblicizza un simile evento in una maniera cosi' ridicola. I dirigenti del Pd, dimenticandosi totalmente le loro origini quelle del più grande Partito Comunista d'Europa, copiano in maniera goffa le ridicolaggini messe in scena dagli americani durante le loro campagne elettorali. L'Italia è alla frutta, gli italiani, almeno la maggioranza di loro, sono alle prese con i propri bilanci familiari sempre più ridotti all'osso, ed il più grande partito del momento gioca con i fumetti per contrastare il nascente strapotere di un comico. Povera italia ... povera sinistra ... e soprattutto povera popolazione.

venerdì 9 novembre 2012

Ad ognuno il proprio Grillo


Non sono servite di esempio le elezioni americane dove i due contendenti se le danno di santa ragione per tutta la campagna elettorale, ma alla fine quando i risultati sono ufficiali il perdente si congratula con il vincitore e gli augura di ben governare mettendosi a disposizione del vincitore stesso. In Italia questo non succede ed anzi negli ultimi anni la guerra all'avversario politico continua anche durante il periodo di governo, una guerra aperta senza esclusione di colpi spesso portata avanti per puri interessi personali che finiscono per farci andare di mezzo il semplice cittadino. I proclami poi che si stanno ascoltando in periodo elettorale non lasciano prevedere niente di buono nemmeno con quelle che dovrebbero essere le nuove leve. Sulla scia del berlusconismo, fatto di strilli, urla, proclami, messaggi, offese verso gli avversari e  guida dittatoriale ed a senso unico del proprio partito, non abbiamo solo Grillo a calcare le stesse strade del cavaliere ma anche un giovanotto rampante fra le fila del Pd, Matteo Renzi,, che incarna entrambi, Berlusconi e Grillo. Matteo Renzi, aspirante Obama italiano, a parte i comizi in maniche di camicia, non ha imparato niente dal presidente americano. Dopo aver coniato il terribile termine rottamazione per indicare che c'era bisogno di un ricambio generazionale nella politica italiana, oggi lancia il suo proclama intimidatorio: "Se vinco le primarie chi non è d'accordo con il mio programma se ne dovrà andare". Alla faccia della democrazia e della collaborazione. Insomma dopo  il Pdl di Berlusconi, il Movimento 5 stelle di Grillo, l'Idv di Di Pietro, avremo il Pd di Mattia Renzi, tutti padri-padroni del proprio partito che non possono dare garanzie poi su un governo democratico del paese, come abbiamo già potuto verificare con Silvio Berlusconi. Quindi per contrastare l'ascesa di Grillo, Matteo Renzi ha deciso di impersonificare un Grillo in maniche di camicia e con la faccia pulitina, ma se si mette da parte la forma, la sostanza è sempre la stessa.

Videogame Italia


In questo paese ormai sembra di essere in un mastodontico videogame nel quale i protagonisti sono i personaggi della politica italiana che fanno di tutto per complicare la storia e disorientare il povero giocatore. Il malacapitato giocatore in questo caso è il povero cittadino, di qualunque schieramento politico, che dopo aver visto crollare il berlusconismo abbattuto dalle sue stesse certezze, ora assiste disorientato al governo dei tecnici supportati comunque da quegli schieramenti politici che se le davano di santa ragione fino a pochi mesi fa. Questi due schieramenti ora si ritrovano a sostenere insieme lo stesso governo ed è quindi comprensibile lo sbandamento totale al quale sono sottoposti. Berlusconi ormai ad ore alterne sciorina dichiarazioni pro Monti, contro Monti, pro Alfano, contro Alfano, pro tutti e contro tutti, dimostrando di essere in preda ad una confusione totale frutto anche di una senilità incipiente. Il delirio è senza precedenti ed oggi si manifesta con dichiarazioni che appioppano al governo Monti il disamore che il cittadino italiano mostra per la politica. I veri casi Lusi, Fiorito, Formigoni, Polverini, Di Pietro e via dicendo per il cavaliere sono solo delle comiche e non il vero motivo per il quale gli italiani, spremuti dal fisco mentre questi signori sperperano e spandono soldi pubblic, sono piuttosto stanchi dei privilegi dei loro politici. Alle esternazioni ormai stantie dell'ex tizio del consiglio, si accoda la protesta dei presidenti di provincia che spengono i riscaldamenti nelle scuole per protesta contro i tagli e contro l'abolizione delle province stesse. Cioe' non si protesta che ne so non rilasciando più e magari revocando licenze di caccia e di pesca, quanto piuttosto lasciando gli studenti al freddo. Una protesta singolare che finisce per colpire come al solito i più deboli. Forse è anche per questo motivo che il buon Dio in queste settimane ci propina giorni con temperatura mite, che sia un alleato di Monti e provi a far fallire la protesta dei presidenti di provincia ? Intanto Renzi annuncia che il PD alle prossime elezioni si presenterà in solitario, come fece Veltroni nel 2008 condannando alla sconfitta non solo il Partito Democratico ma anche tutta la sinistra radicale. Possibile che nessuno sputtani in pubblico questo infiltrato berlusconiano ? (alias Mattia Renzi). Intanto a Tradate in Lombardia si rispolvera l'antica usanza del Far West di affiggere i manifesti di ladri o presunti tali con tanto di taglia da riscuotere in caso di cattura. In tempi di primarie e di caccia al leader anche la caccia al delinquente può dare i propri frutti. Il tutto mentre negli Stati Uniti in un giorno anzi in meno di 12 ora si vota e si elegge un presidente che dopo la vittoria si prende anche la promessa di collaborazione del suo avversario e invece in Italia si tendono trappole politiche per non far vincere il proprio avversario alle prossime elezioni. Se non è un videogame questo di che cosa si tratta ?

mercoledì 7 novembre 2012

Il mondo occidentale sotto dittatura


In altre occasioni o in altri momenti storici la rielezione di un presidente americano per il suo secondo mandato avrebbe rappresentato un momento di stabilità internazionale e quanto meno di sicurezza piuttosto che affidare la più grande potenza mondiale ad un nuovo presidente. I tempi sono cambiati ed ormai il mondo intero o per lo meno il mondo capitalista occidentale è sotto una dittatura che controlla tutte le economie dall'america all'europa. Ecco allora accade che all'indomani della rielezione del presidente Obama, per smorzare gli entusiasmi che già di primo mattino si intuivano in europa con le borse partite tutte in forte segno positivo, arriva la solita agenzia di rating che minaccia il declassamento degli Stati Uniti se entro tre mesi il presidente non prenderà provvedimenti in materia economica nella direzione indicata dalle agenzie. Insomma non solo i governi degli stati europei ma ora anche il presidente degli stati uniti non ha più campo libero per svolgere la politica economica che secondo lui è la più giusta, ma deve sottostare al potere della finanza e delle agenzie di rating. Ed infatti subito dopo il comunicato dell'agenzia le borse sono andate subito giù e gli effetti della rielezione di Obama sono stati vanificati subito. Nello stesso momento in Grecia il parlamento stava prendendo decisioni in merito di una nuova manovra finanziaria di circa 13 miliardi che come al solito vedrà fra i tartassati i più deboli. Ed in Grecia in queste ore migliaia di persone sono scese in piazza e stanno provocando disordini proprio davanti al parlamento. Ormai i governi europei, ma abbiamo visto che anche gli Stati Uniti sono nella stessa barca, stanno perdendo e nei casi più gravi hanno già perso, la propria autonomia di governo e la propria sovranità in virtù di un potere finanziario che è in grado di mettere in ginocchio le economie meno solide. In europa poi con il patto scellerato del pareggio di bilancio inserito nelle costituzioni, si sono di fatto condizionate le scelte politiche di qualsiasi governo da qui ai prossimi 30 anni, fino a quando il debito pubblico non sarà azzerato. Chiunque si ritrovi a governare l'Italia, che sia la destra o la sinistra o un nuovo partito come quello di Grillo, la mannaia del pareggio di bilancio condizionerà pesantemente qualsiasi scelta di tipo economico e di bilancio. Da questa situazione e da questo circolo vizioso nel quale ci ha portato il capitalismo si uscirà in un solo modo: cambiando modello di sviluppo ed abbandonando il modello capitalista. Ma un cambiamento di tale portata difficilmente sarà incruento e non violento. La crisi, che ormai imperversa da alcuni anni, avrebbe già dovuto provocare qualche cambiamento, ed invece gli unici effetti sono stati gli aiuti degli stati alle banche ed al mondo finanziario, aiuti i cui finanziamenti sono stati reperiti a danno dei ceti medio bassi, quei ceti che ora si stanno ribellando in grecia e che probabimente nei prossimi mesi si solleveranno anche in altri paesi.

martedì 6 novembre 2012

Disastro Italia


Ci sono giornate in cui stare dietro alle notizie che riguardano il nostro paese è veramente nauseante, disgustoso che da una parte provoca una rabbia infinita che però spesso cade in uno sconforto dal quale è difficile tirarsi fuori. E' difficile capire come sia stato possibile portare il paese in un così cattivo stato dal quale non sarà facile uscire. E' anche difficile capire da dove iniziare. Ma lasciamo la precedenza alle donne ed al peggior ministro che la Repubblica abbia mai avuto, perfino peggiore dell'era Berlusconi. Si forse avete capito è sempre lei LaFornero. Presa da un delirio di onnipotenza ieri pretendeva che i giornalisti fossero cacciati fuori da una sala dove si svolgeva un incontro fra il ministro ed i giovani a Torino. La giustificazione è stata la seguente: per evitare che le sue parole fossero travisate e doventassero un tormentone, meglio tenere fuori i giornali. Nemmeno Berlusconi aveva osato tanto, al più si limitava a invitare a non leggere i giornali. I giornalisti naturalmente si sono rifiutati e non sono usciti dalla sala costrigendo la ministra a tenere l'incontro alla presenza dei giornalisti. Dietro alla ministra non si può non nominare il saltimbanco genevose che si è dato alla politica, il buon Beppe Grillo. Oggi dichiara che il suo movimento non si allea con nessuno in quanto l'obiettivo del comico, più che del movimento stesso, è la fine dei partiti. Peccato che per fare questo Grillo abbia dato vita ad un partito della peggiore specie sulla scia di Forza Italia di Berlusconi. Un partito dove lui decide cosa si può fare, cosa si deve fare e detta le regole che tutti gli iscritti devono rispettare. Oggi pubblica di nuovo il decalogo dove, oltre ad alcune falsità smentite direttamente dai suoi, (non è vero che gli eletti nei consigli regionali prendono solo 2.500 euro che oggi sono diventati 5.000 e restituiscono il resto allo stato, in realtà il resto va in un conto corrente a disposizione degli eletti) proibisce qualsiasi contatto con giornali e soprattutto con le televisioni. Insomma stabilisce un decalogo non discusso ed approvato dal movimento ma partorito solo dalla sua mente. Se qualche grillino andrà al governo o semplicemente in parlamento, sarà libero di votare oppure dovrà prima consultarsi con il comico ? Nel dubbio meglio non affidare le sorti del paese a chi gestisce il suo partito come ai tempi del fascismo. Infine ecco ancora lui, Silvio Berlusconi, del quale sarà difficile liberarsi fino a quando non ci penserà il padre eterno. Di nuovo invischiato con il suo amicone Dell'Utri nelle vicende fra stato e mafia durante il passaggio dalla prima alla seconda repubblica. La mafia cercava nuovi referenti e, secondo i Pm di Palermo, questi nuovi referenti sono stati trovati nel duo Dell'Utri-Berlusconi, un duo difficile da scardinare grazie alla grande forza degli avvocati messi in campo dal cavaliere per se e per i suoi amici. Una notizia da fare accapponare la pelle, ma sottaciuta a parte qualche trafiletto nascosco nelle pieghe dei giornali on line. Ma già oggi giornali e televisioni hanno cose più importanti di cui occuparsi come le elezioni americane, tutto il resto è noia e fa parte di un decadimento inarrestabile di uno stato che tenta di sotterrare i propri cittadini.

Non solo scandali nella politica


Mai come in questi ultimi mesi la politica è scaduta ed ha perso di credibilità, e non solo per gli innumerevoli scandali che si sono susseguiti in maniera trasversale, ma anche per il linguaggio che ormai è entrato nel bagaglio del politico da circa un ventennio. E' il gioco più in voga quello di denigrare l'avversario politico, di assalirlo verbalmente con l'offesa e l'ingiuria non combattendo, criticando o dibattendo le sue idee, quanto piuttosto offendendolo semplicemente in quanto avversario sul lato umano e personale. E' stata un'escaletion continua iniziata da Berlusconi ma perseguita subito da tutti i suoi detrattori che sono scesi sul suo stesso piano risultando sconfitti sul piano puramente dialettico. In tutto questo atteggiamento denigratorio hanno poi avuto il loro ruolo amplificatore e media sempre pronti ha raccogliere le offese ed i termini discutibili per poi rilanciarli continuamente in articoli, dibattiti, fino ad arrivare addirittura ai saggi politici. Oggi Berlusconi ha trovato due validi seguaci di questo malcostume, due allievi che stanno addirittura superando il maestro in questa nuova arte politica. Grillo e Renzi hanno gettato le fondamenta del loro consenso non tanto sulle idee politiche quanto piuttosto sull'urlare e lo strillare dispensando offese gratuite a tutti. Ma in questa gara al vilipendio, mentre Grillo la si rivolge a tutti gli schieramenti politici che lui ritiene tutti propri avversari da "distruggere", Renzi porta avanti questa battaglia addirittura dentro il suo stesso partito, il Partito Democratico, del quale sono proprio gli attuali dirigenti l'obiettivo delle sue farneticazioni. Il sindaco di Firenze detiene anche il primato del termine più dispregiativo ed offensivo coniato nella sua ascesa al potere politico all'interno del PD: rottamare. Un verbo che fino ad ora era sempre stato riferito a cose e mai a persone, fino ad ora si era sempre rottamato una vecchia auto, un elettrodomestico, insomma una macchina giunta alla fine della sua funzione e buona solo per essere distrutta e sostituita da una nuova macchina dello stesso tipo. D'altra parte una macchina quando non funziona più o quando non soddisfa più le esigenze di chi la utilizza può solo essere distrutta e cambiata. Ma si può dire altrettanto di una persona ? Come si fa a rottamare una persona che porta con se idee, pensieri, storia, esperienza, tutte caratteristiche impalpabili, immateriali che rimangono in vita anche dopo che la persona non sarà più su questa terra. Non si possono rottamare le idee e le esperienze di vita di chi le ha professate. Senza contare poi che quello che siamo noi stessi in qualsiasi momento non è dovuto solo al nostro percorso di vita, ma noi siamo anche il frutto di quello che sono stati i nostri genitori per non andare oltre, siamo il frutto della storia, dell'esperienza dei nostri avi e dei personaggi storici che hanno segnato le epoche passate. Insomma quando un essere umano lascia la vita terrena, in realtà non scompare del tutto ma lascia comumnque un segno, che sia positivo o negativo questo è un altro discorso, un segno che rimane vivo nel tempo. Questo vale anche per la politica naturalmente. La connatazione attuale di un movimento politico, nel bene e nel male, è in ogni momento il frutto della sua storia passata e delle idee degli uomini che ne hanno fatto parte, una storia che può essere criticata, condivisa o no, ma che nessuno può cancellare, nemmeno il rottamatore di turno. Insomma il verbo rottamare nel caso delle persone è un'offesa ad ogni essere umano ed è indicativo della bassezza culturale e morale di chi usa questa terminologia, oltre di chi l'amplifica senza nessuna critica.