martedì 22 settembre 2020

Il capitano degradato a soldato semplice

 


E' così dopo settimane di "conquistiamo questa regione, liberiamo quest'altra regione, voglia di cambiamento", qualcosa è cambiata davvero e forse la liberazione è iniziata: il grande capitano non è riuscito a vincere ed è risultato, ad eccezione del Veneto, dietro al Partito Democratico in tutte le regioni, perfino nelle Marche dove il centro destra ha vinto. Questa è una buona notizia e sarebbe stata ottima se nelle elezioni di ieri non ci fosse stato lo scellerato voto delle Marche. Perfino nel Veneto la Lega non è il primo partito ed ha lasciato questa posizione alla lista di Zaia, che non si è fidato (giustamente) del suo capo e si è presentato con una sua lista che ha ottenuto oltre il 44% lasciando Salvini sotto il 20%. Per Salvini poi un disastro in tutte le altre regioni a partire dalle Marche dove è arrivato al 22,4% contro un 25,1% del Pd, per arrivare alla Puglia e Campania dove non è arrivato nemmeno al 10% (in Campania addirittura al 5%). L'ex capitano però non si è smentito e non ha perso l'occasione per lanciare il suo ennesimo messaggio sciagurato da perfetto sciacallo della politica: ha chiesto lo scioglimento delle Camera come conseguenza della vittoria del SI al referendum. Unico leader ha chiedere una simile baggianata, chiesta poi dal leader del partito, la Lega, che ci ha fatto andare al voto per due legislature con una legge elettorale  anticostituzionale. Purtroppo per lui, la vittoria del SI a scatola chiusa per diventare attuabile ha bisogno di una serie di correttivi, anche sulla Costituzione, che se non saranno portati a termine prima del voto saranno guai per la democrazia. Nuova legge elettorale, nuovo disegno dei collegi elettorali, e altra riforma relativa alle regole per l'elezione del Presidente della Repubblica per non alterare per esempio il peso fra parlamento e rappresentanti delle regioni. Quindi Salvini si metta l'animo in pace, dopo questa batosta anche il suo peso all'interno del centro destra è ridimensionato (a favore ahimè della fascista Meloni), e per il voto se ne parlerà nel 2023. E' costata cara alla Lega la bravata del suo leader al Papeete Beach dove pensava di ottenere pieni poteri ed invece, grazie alla nostra Costituzione, si è beccato un bello schiaffo su una guancia per arrivare ad una bella padellata in testa con queste elezioni regionali del 2020. Il buon Salvini si è bruciato passando dal 33-35% al 20%, più o meno come Renzi che però dalla sua aveva la sconfitta al referendum. A proposito avete notizie di Italia Viva ? Non pervenuta .. ah si 1,6% in Puglia.
Unica nota stonata, oltre alla sconfitta del NO al referendum e qui ci pentiremo molto preso, le Marche. Perché va bene i disastri del Pd (commessi anche in Toscana), va bene il candidato debole (più o meno come in Toscana), va bene la mancanza di alleanze (come in Toscana), ma scegliere come presidente un nostalgico del fascismo che aveva partecipato ad una cena commemorativa della marcia su Roma non ha alcuna giustificazione. Significa rinnegare le proprie radici, la Costituzione e avere poca memoria anche perché alternative ad Acquaroli, se si voleva punire il PD, c'erano ma sono state ignorate per far diventare le Marche la regione con la maglia nera del nostro paese.


giovedì 17 settembre 2020

Una delle tante bufale: se vince il NO non si faranno più riforme e tutto sarà bloccato


 Poiché questa riforma costituzionale è basata solo su un taglio lineare del numero dei parlamentari senza alcun altro correttivo, le storie che si raccontano sono limitate solo dalla fantasia dei sostenitori dell'una e dell'altra parte. Una di queste favolette messe in giro dai sostenitori del SI è questa: se si boccia questa riforma non ci sarà più la possibilità di fare altre riforme indispensabili. Naturalmente quali sarebbero queste riforme indispensabili non è dato saperlo. Questa strategia di propaganda quasi terroristica però è la stessa che avevano messo in atto sia Berlusconi nel 2005 che Renzi nel 2016 quando si trattò di votare per le loro altrettanto scellerate riforme. Ed invece dopo la bocciatura della riforma costituzionale di Berlusconi nel 2006, ecco che 10 anni dopo ci siamo ritrovati ancora una riforma costituzionale sulla quale votare. Nel 2016 i cittadini si espressero ancora una volta per bocciare quella riforma, ed ora dopo appena 4 anni, nonostante le minacce renziane di un paese bloccato, eccoci di nuovo a votare per approvare o meno la terza riforma costituzionale nell'arco di appena 15 anni. Altro che paese bloccato e irriformabile. La domanda che ci si deve porre allora dovrebbe essere questa: ma la nostra Costituzione ha davvero bisogno di essere cambiate ? Non sarebbe piuttosto il caso, prima di riformarla, di applicarla nella sua interezza e quindi poi capire e eventualmente modificarne i punti deboli ? Davvero si pensa che il punto debole delle nostre istituzioni sia il numero di parlamentari ? Abbiamo una Costituzione che enuncia principi sacrosanti e ancora inattuati dopo oltre 70 anni e vogliamo tagliare il numero di parlamentari ? Un numero fra l'altro che se non fosse stato fissato nel 1963 e si fosse ancora alla Costituzione originale sarebbe un pò superiore all'attuale numero. La Costituzione è inapplicata in principi fondamentali, due su tutti: quello sancito dall'articolo 1, il lavoro che dovrebbe essere un diritto per tutti, e quello sancito in coda e disatteso soprattutto in questi ultimi anni, la presenza ancora nel nostro paese di organizzazioni fasciste dichiarate ed altre che si rifanno a quegli ideali. E pensiamo davvero che tagliare il numero di parlamentari sia la panacea dei mali della nostra democrazia parlamentare ? Non sarà invece che queste ultime tre riforme costituzionali non hanno di fatto centrato i problemi reali delle nostre istituzioni e della nostra politica. Per esempio non sarebbe ora di evitare che un politico eletto in parlamento sotto la bandiera di un partito, nel corso della legislatura cambi casacca tradendo il voto dei suoi elettori o addirittura fondi un nuovo partito portandolo in parlamento senza che nessuno lo abbia votato ?Non è un problema più serio del numero dei parlamentari ?

martedì 15 settembre 2020

Clima avvelenato, superficialità e ignoranza


Sono sempre più frequenti che dimostrano quanto sia avvelenato il clima nel nostro paese grazie anche e soprattutto ad una classe politica che negli ultimi 30 anni ha da una parte messo in secondo piano la scuola e la cultura, dall'altra ha abbassato sempre più l'asticella del confronto e della dialettica politica. Il politico odierno non si ha più remore ad utilizzare qualunque problema o episodio per la propria propaganda scellerata. Che si tratti di salute, di scuola, di episodi razzisti, di violenza gratuita, il politico utilizza tutto per i propri fini e spesso casca in terribili equivoci trascinando con sé orde di ignoranti, analfabeti funzionali molto bravi con le loro tastiere ma meno avvezzi ad usare il cervello. L'episodio di ieri alla riapertura delle scuole è emblematico ed esemplificativo di questo terribile clima.
Si parte dall'ingenuità di una maestra di una scuola di Genova. In quella scuola i famosi banchi arriveranno oggi con un giorno di ritardo e la maestra si era organizzata per fare comunque attività utilizzando le sedie. L'insegnante scatta un foto dove si vedono i bambini gioiosi in ginocchi davanti alle loro sedie che scrivono e disegnano. La maestra invia la foto alla chat dei genitori con l'intento di mostrare loro l'entusiasmo dei bambini nonostante la difficoltà.

E qui entra in gioco il genitore che si erge sopra l'autorità dell'insegnante e interpreta in malo modo quella foto. Subito invia la foto ad un giornale on line di Genova, cioè non chiede spiegazioni alla maestra come sarebbe stato logico ma parte all'attacco. Il giornale naturalmente contatta subito il dirigente scolastico.

Naturalmente la foto arriva anche sullo smartphone del Presidente della Regione Giovanni Toti e naturalmente lui vede subito lo scoop e l'aggancio per la "sporca" propaganda. Non chiama il dirigente ma "semplicemente" lancia un tweet di accuse contro ... naturalmente la ministra Azzolina.

Il sasso è lanciato e subito preso al balzo dai leoni da tastiera che si buttano in rete. Qualche "furbastro" scopre la foto pubblicata udite udite da chi .. "La Nuova Padania" con questo titolo "Amatrice, l'unica scuola d'Italia a non riaprire" e naturalmente si scaglia contro Toti colpevole di aver diffuso una bufala sua una scuola non di Genova.

Il dirigente scolastico alla fine è costretto a emanare un comunicato spiegando che i bambini "non erano maltrattati", che semplicemente con la loro purezza d'animo si erano adattati a lavorare in quella situazione complicata e che erano semplicemente contenti di tornare a scuola.

Che dire se non rimpiangere i tempi in cui:
- le maestre non erano distratte dai loro smartphone, 
- se un genitore sentiva lamentarsi il proprio bambino di aver lavorato in ginocchio magari riceveva anche uno scappellotto per la protesta, 
- i politici facevano i politici e si confrontavano su problemi seri
- i leoni da tastiera ancora usavano carta e calamaio e non avevano tempo da perdere con queste bischerate



lunedì 14 settembre 2020

Prosegue l'attuazione del piano di Licio Gelli

 


Che ci piaccia o meno il piano della P2 di Licio Gelli con la riduzione del numero dei parlamentari continuerà ad essere attuato dalle forze politiche della repubblica italiana. Sono molti i punti già attuati in maniera trasversale vari governi che si sono succeduti dalla caduta della prima repubblica (ammesso che il passaggio dalla prima alla seconda repubblica sia mai avvenuto).

Abolizione articolo 18: Fatto dal Pd di Renzi

Limitazione del peso dei sindacati: fatto da tutti i governi del centro destra e centro sinistra indistintamente

Riduzione dei Partiti di massa a reti di club: oggi questa trasformazione, iniziata con Forza Italia di Berlusconi, ha coinvolto tutti i partiti che ormai ruotano intorno ad un leader carismatico

Controllo politico della televisione: fatto con la Rai spartita, Mediaset controllata da Berlusconi, la7 ondivaga ma con le ultime uscite di Mentana non più obiettiva

Sopressione delle Province: fatta a metà ma forse ancora in maniera peggiore della reale soppressione in quanto continuano ad esistere ma i suoi organi non sono più eletti dai cittadini.

Mancano ancora pochi punti e con il referendum del 20-21 si tenta di portare a compimento quello della riduzione dei parlamentari e quindi di un'ulteriore contrazione della democrazia e del potere del parlamento. Che si vada in questo senso, nonostante le "rassicurazioni" di tutti i partiti per la prima volta uniti sotto l'unica bandiera di questa riforma, lo dimostra anche la bozza di legge elettorale approvata in Commissione che arriverà in aula dopo il referendum. Abolizione delle preferenze, liste bloccate, sbarramento al 5% e diritto di tribuna (altro meccanismo che consente ai partiti che non superano lo sbarramento ma che raggiungono certi limiti di mandare in parlamento qualcuno a loro piacimento). In sostanza quella legge elettorale "promessa" che dovrebbe in qualche modo controbilanciare la riduzione del numero dei parlamentari (anche se i veri contrappesi di questa ennesima scellerata riforma sono ben altri) tradisce già icn partenza le promesse verbali soprattutto del Movimento 5 Stelle. Si diminuisce la rappresentanza dei cittadini e si continua a togliere loro il sacrosanto diritto di scegliere i propri rappresentanti. Il tutto in nome di un risparmio sui costi della politica, come se la democrazia si misurasse in termini di costi. Le incongruenze comunque rimangono anche se ci si limita a parlare di costi. Coloro che sbandierano il vessillo del risparmio, principalmente il M5S, hanno poi un ministro, Di Maio, che sta spendendo più di ogni suo altro precedessore alla Farnesina per uno staff che prevede anche un fotografo personale. arsi e prendere doni (quelli che sono). Mi sono rasserenato e ho capito che la strada intrapresa è un pò diversa ma guidata da amicizia, affetto, confidenze, sentimento e attrazione  o poi troverà ancora sfogo. Sempre il M5S ha costretto il Presidente del Consiglio a "mantenere" alla comunicazione un personaggio come Casalino che guadagna più dello stesso Giuseppe Conte. Sempre Di Maio, preoccupato per il crescente consenso del NO, sta in questi ultimi giorni sforzandosi di lanciare il messaggio sul taglio degli stipendi che sarà proposto dopo il referendum stesso. Insomma i dubbi su questa riforma e sulla sua utilità sono molti e non bastano le uniche  motivazioni legate alla minore spesa soprattutto poi se addotte da chi non si pone limiti a spendere in altri ambiti sempre della stessa spesa pubblica. 


venerdì 11 settembre 2020

L'ultimo campo di battaglia della propaganda politica: la scuola

 


Quando è iniziata l'epidemia Covid-19 in Italia si sperava tutti che ne saremmo usciti migliori, poi sono bastati due mesi di chiusura totale e la ripresa delle attività per capire subito che ne saremmo usciti molto peggiori. Affrontare questa emergenza inaspettata e soprattutto nuova, imprevedibile e pericolosa avrebbe richiesto un senso di responsabilità generale e invece si è visto che qualsiasi problema, qualsiasi passo falso, qualsiasi decisione presa è oggetto di polemica e critica verso chi ha la responsabilità di decisioni difficili. Ma d'altra parte che cosa ci si sarebbe potuto aspettare da una destra che a detta di tutti è la peggiore che mai la Repubblica Italiana abbia conosciuto ? Peggiore perché svolge la sua attività di propaganda non su basi costruttive ma semplicemente distruttive dimenticando un aspetto fondamentale: dal 1993 ad oggi il centro destra ha governato per ben 4 volte ed i problemi del nostro paese sono anche il frutto delle azioni di governo di questi ultimi decenni. Per esempio affrontare oggi i problemi della riapertura delle scuole in piena epidemia è ancora più gravoso per come la scuola è stata massacrata da tutti i governi degli ultimi 30 anni e anche prima. Edifici fatiscienti e inadeguati (quante volte abbiamo sentito parlare di un piano di investimenti per ristrutturare il patrimonio edilizio scolastico), aule affollate, corpo insegnante insufficiente, tutte polemiche che puntualmente si sollevano ogni anni per qualche giorno all'inizio dell'anno scolastico per poi essere accantonate fino all'anno successivo. Oggi riaprire le scuole dopo 6 mesi di stop tentando di mettere atto misure di sicurezza adeguate è praticamente impossibile grazie anche alle condizioni nelle quali la scuola versava in una situazione normale. Certamente il governo non le ha imbroccate tutte, ma le condizioni in cui ha dovuto lavorare e sta lavorando sono eccezionali e chiunque avrebbe sicuramente fatto dei passi falsi. Oltre ai problemi "normali", oltre a quelli introdotti dalla situazione eccezionale, poi chi deve decidere si trova a confrontarsi con problemi nuovi verso i quali nemmeno la comunità scientifica ha una visione comune. E a destra che si fa ? Propaganda al limite dello sciacallaggio. Sulla scuola che dovrebbe essere il problema primario da affrontare in questo momento, le uniche parole d'ordine della destra sono: ministro e governo incompetenti (senza naturalmente dare spiegazioni adeguate su questo "legittimo" punto di vista) e la soluzione sarebbe l'utilizzo degli edifici delle scuole private (soluzione impossibile in quanto tenderebbe a scaricare su privati eventuali problemi relativi a insorgere di focolai). Ma questa è proprio la strategia vergognosa di questa destra che pone in primo piano il potere e non il governo del paese. Per ottenere consensi che fa ? Si accanisce contro un "nemico", che sia l'immigrato che sia un ministro che sia la scuola fa poca differenza,  e semina avversione verso quel nemico (quante volte si sono sentiti Meloni e Salvini affermare che il ministro Azzolina è incompetente ? ma qualcuno ha sentito il perché di questa affermazione ?). Non dialoga ma attacca, umilia, querela, pone questione di sfiducia e ottiene consensi verso quella parte del paese che si fa abbindolare da dichiarazioni ma non è capace di analizzare il contesto. Per mettere in atto questa strategia la destra da una parte ha occupato i social anche utilizzando un esercito di profili falsi e troll che rilanciano i vari tweet e post, dall'altra occupa le piazze lasciate libere dalla sinistra mostrando muscoli e mai attraverso parole d'ordine serie e adeguate. L'unico biettivo di questa propaganda è quello di diffondere odio verso il governo da una parte, verso i migranti, verso chiunque la pensi diversamente e dissente in maniera civile. Un odio che i questi ultimi anni poi sfocia in episodi come quello dell'uccisione del ragazzo di colore, un odio che si sente sdoganato proprio da chi ha fatto dell'odio e della violenza la propria bandiera politica anche riguardo a problemi come la scuola che rappresenta il futuro del paese. 

lunedì 7 settembre 2020

Volevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno: poi hanno scoperto che il tonno è buono



Nel 2013 si presentarono per la prima volta in parlamento portando una scatoletta di tonno dichiarando che avrebbero aperto il parlamento stesso proprio come si apre una scatoletta di tonno. Il significato di quella messa in scena grottesca è ancora sconosciuto ai più e probabilmente anche a coloro che si resero protagonisti della farsa. Oggi, che sono al governo, probabilmente i grillini si sono resi conto che tutto sommato quel tonno dentro quella scatoletta non era poi così male. Allora si apprestano a convincere i cittadini a votare a favore della loro scellerata riforma che prevede un taglio lineare dei parlamentari in modo che ai futuri eletti tocchi una porzione di tonno più sostanziosa. D'altra parte a scorrere le motivazione per votare SI a favore del taglio dei parlamentari si può arrivare alla conclusione che di motivazioni serie e soprattutto oggettive e inconfutabili ve ne siano zero. Quindi anche avere più tonno a disposizione oppure disporre più spazio a disposizione di ogni senatore/deputato all'interno del parlamento in funzione di misure anti-Covid sono ragioni altrettanto valide a favore della riforma costituzionale populista del M5S.
Un parlamento più efficiente. Questo è il motivo guida dei favorevoli al taglio dei parlamentari, ma da dove arrivi questa convinzione di una maggiore efficienze è ancora un elemento oscuro. L'efficienza di un parlamento si misura in termini di numero di parlamentari ? Allora sarebbe stato meglio dimezzare piuttosto che ridurre di circa un terzo in questo modo avremmo un'efficienza ancora maggiore. Qualcuno ha addirittura paragonato il parlamento ad un consiglio di amministrazione come se governare uno stato democratico fosse la stessa cosa di condurre un'azienda dove si deve guardare ad un unico obiettivo, il profitto.
La tecnologia oggi aiuta. Questo è un altro mantra del M5S e di Casaleggio in particolare. C'è chi sostiene per esempio che fino a 50 anni per governare una nave di grosso cabotaggio servissero 100 persone, mentre oggi sono sufficienti solo 10 persone proprio grazie alla tecnologia. Seguendo questo pensiero "filosofico", considerato che si stanno sperimentando i primi mezzi (auto, aerei ed anche navi) a guida automatica senza equipaggio, l'obiettivo sarebbe appunto quello di avere una democrazia senza il parlamento e senza rappresentanti dei cittadini. Votare SI è un piccolo passo verso questo disegno scellerato.
Tagliare per avere meno corrotti e fannulloni. Quale sarebbe il meccanismo che consentirebbe di avere meno parlamentari corrotti e fannulloni non è dato saperlo. Si perché se in un parlamento di 1000 persone abbiamo un 20% di fannulloni/corrotti il semplice taglio del numero dei parlamentari non garantisce una percentuale minore di questi personaggi. Certo in numero assoluto saranno sicuramente meno ma in percentuale rimangono gli stessi, con il semplice taglio per eliminarli bisognerebbe tagliare molto ma molto di più.
Sta tutto qui il difetto di questa riforma: ridurre il numero dei parlamentari senza apportare alcuna correzione ulteriore. Si è vero si promette che si cambierà la legge elettorale, condizione necessaria ma non sufficiente per approvare l'attuale riforma, si promette che si rivedranno i regolamenti, ma in che modo e soprattutto quando ? Approvare una riforma costituzionale facendo fede sulle promesse dei politici attuali è come firmare una cambiale in bianco, ma qui si tratta della democrazia di un paese non di un semplice debito in termini di denaro.

mercoledì 2 settembre 2020

Salvini: candidato unico regionali 2020

 


A giudicare dalla campagna elettorale che si sta svolgendo per le prossime elezioni regionali (Valle d'Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Puglia, Campania) il candidato unico del centro destra è Matteo Salvini. Se si esclude infatti la Valle d'Aosta, dove si elegge solo il consiglio regionale che poi eleggerà il Presidente della Regione, ed il Veneto, dove Luca Zaia è un candidato forte che non ha bisogno del tutoriato salviniano, nelle altre regioni si vede solo Salvini che gira in lungo e in largo l'Italia per la sua propaganda elettorale. Il bello è che in questo girovagare fra mangiate a sbafo dei contribuenti (tutti i cittadini italiani che gli garantiscono lo stipendio da senatore) e selfie pro-Covid, il leghista parla sempre degli stessi argomenti come se si trattasse di una elezione politica. Gli argomenti sono: l'immigrazione naturalmente, i banchi con le rotelle, il plexigras nella scuola, il negazionismo dell'epidemia, e varie amenità che tali non sarebbero se trattate seriamente. Parla forse dei problemi locali della singola regione ? No non potrebbe perché non ne sa assolutamente niente e si limita a dire, in quelle regioni a guida centro sinistra come Toscana, Marche, Puglia, Campania che è giunto il momento di liberare queste regioni, non si sa da che cosa e da chi in quanto in tutte le regioni citate si sono sempre svolte elezioni democratiche. Purtroppo in alcune di queste il centro sinistra ha fatto diversi danni e c'è il rischio che vadano in mano al centro destra con disastri che potrebbero essere maggiori, soprattutto in virtù dei personaggi che il trio Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia presenta come candidati. Questo rischio è concreto anche a causa delle divisioni del centro sinistra che si presenta in ordine sparso con il M5S a fare da guastatore e Italia Viva di Renzi a svolgere un ruolo spesso di "appoggio" al centro destra. Senza poi contare le varie formazioni di sinistra che si presentano in ordine sparso in varie regioni e che potrebbero sottrarre ancora voti a favore del centro destra. La situazione più o meno è questa.

Veneto: il Presidente uscente, il leghista Luca Zaia, è abbastanza forte e inattaccabile grazie anche in virtù della gestione epidemia se confrontata con i disastri della Lombardia. Qui poi M5S, PD e Italia Viva si presentano ognuno con il proprio candidato e quindi nessuna speranza di ottenere un risultato positivo. Non per niente il Veneto è l'unica regione non battuta da Salvini, qui Zaia non ha bisogno di alcun tutore e l'intervento di Salvini potrebbe addirittura essere negativo.

Liguria: anche qui Toti, candidato del centro destra, sembra essere il favorito grazie nonostante PD e M5S si presentino insieme, ma in questa regione ci sono in totale 10 candidati e quindi la speranze di vincere per il centro sinistra sono ridotte al lumicino. Toti però non è fortissimo come Zaia e qui allora Salvini inizia ad imperversare meno che in altre regioni ma abbastanza tanto da oscurare lo stesso Toti.

Toscana: qui iniziano le note dolenti. La regione da sempre in mano al centro sinistra con il presidente Rossi uscente che in due mandati qualche disastro lo ha combinato. L'eterno problema dell'aeroporto di Firenze è sempre sul tappeto grazie anche al periodo renziano che ne ha agevolato il decollo buttando al vendo miliardi di investimenti effettuati per il collegamento di Firenze con l'aeroporto internazionale di Pisa. In Toscana il M5S si presenta da solo peccato perché il candidato del centro destra è quanto di peggio si potesse avere per una regione come la Toscana: l'ex sindaco di Cascina Susanna Cerccardi, ora deputata europea, pronta a lasciare anche questa poltrona per arrivare alla guida della regione. Qui Salvini imperversa portandosi sempre dietro la Ceccardi nelle sue scorribande mangerecce. Parla sempre lui e quando apre bocca la Susanna non fa che ripetere a pappagallo la lezioncina di Matteo (immigrati, liberare la toscana, etc. etc.) anche perché quando ci mette del suo emerge l'ignoranza smisurata di questa politicante. La Susanna si vanta di non avere nel suo ufficio di sindaco la foto di Mattarella e questo la dice lunga sul suo rispetto delle istituzioni. La Toscana non merita un simile presidente qualunque siano i disastri commessi dal Partito Democratico in passato.

Marche: situazione analoga alla Toscana, con una sola differenza, nelle marche Salvini imperversa ma da solo non si porta dietro il candidato del centro destra Francesco Acquaroli. L'Acquaroli non è ignorante come la Ceccardi ma è un fascista dichiarato, che ultimamente ha partecipato alla famosa cena di commemorazione fascista ad Acquasanta. Le smentite successive nelle quali Acquaroli dichiara di aver solo presenziato non sono sufficienti ad etichettarlo come fascista e nostalgico. Un impresentabile e indegno di essere anche solo candidato alla guida di una regione storica per la sinistra. Se poi avete voglia di leggere il suo programma è semplicemente generico infarcito del solito sviluppo (non sostenibile però), ricostruzione del dopo terremoto, lotta alle disuguaglianza .. e vi dicendo senza impegni precisi. Un appello ai marchigiani: volete dare una lezione al Pd ? Vale la pena mettere un fascista a guida della regione ? Non credo ci sono altre possibilità a sinistra.

Puglia: anche questa regione è territorio di caccia salviniano per compensare il "moscio" Fitto che quando parla farebbe venire il latte alle ginocchia anche ad un asino. Emiliano è il candidato uscente ma anche qui M5S e Italia Viva si sono messi di traverso. Italia Viva addirittura con un candidato "forte" come Ivan Scalfarotto, una bella lotta quella di Scalfarotto con Fitto. E allora Salvini imperversa a suon di mozzarelle, cacio cavallo e soliti selfie.

Campania: qui il centro sinistra con De Luca sembra essere abbastanza forte rispetto al candidato del centro destra, Caldoro, già stracciato da De Luca. Ed allora anche in Campania, considerata la scarsa personalità di Caldoro, imperversa Salvini che però ha preso qualche porta in faccia. Come quando si è presentato al centro Covid di Salerno con l'intenzione di entrare a fare la sua solita sterile polemica ed invece è stato sbattuto fuori a calci nel sedere. Ha ripetuto la bravata a Benevento in un bar dove, entrato per prendere un caffè, ha tentato di inscenare un comizio ed è stato multato da un solerte vigile per manifestazione non autorizzata e per non aver indossato la mascherina obbligatoria dopo le 18.

Insomma se si esclude il Veneto e in parte la Liguria, la campagna elettorale del centro destra nelle altre regioni è all'insegna di candidati impresentabili (Toscana e Marche) e/o di candidati vuoti (Toscana, Puglia, Campania) sia come personaggi politici che come idee. L'unica arma del centro destra è la debolezza a sinistra in quanto a parte il solito frazionamento a sinistra del PD (non si trova un candidato unico nemmeno fra queste formazioni), il gruppo governativo PD, M5S, Italia Viva, Leu non si presenta  unito in alcuna regione.