lunedì 31 ottobre 2011

Tante polemiche per una semplice ovvietà

Il tizio del consiglio si è circondato di ministri insignificanti che, a parte Tremonti e Maroni, non hanno le idee, la capacità e la professionalità necessarie per ricorpire incarichi così importanti soprattutto in un momento di emergenza come l'attuale periodo storico. Le loro dichiarazioni e le loro interviste sono, nella migliore delle ipotesi, piene zeppe di frasi fatte e prive di contenuti sempre più simili ad una lezioncina impartita loro dal capo supremo e completamente prive di contenuti personali e proprie elaborazioni. Quando poi non si trascende nell'ignoranza e nell'incompetenza più totali come nel caso di Brunetta che ad Anno Zero scambiò un semplice monitor televisivo con uno schermo touch screen o nel ben più calmoroso comunicato della Gelmini che si complimentava per la realizzazione del famose tunnel da Ginevra al Gran Sasso per l'esperimento sulla velocità dei neutrini. Il tutto in perfetto stile Berlusconiano che non tollera contrapposizione o critiche e che, abituato alla gestione dittatoriale delle sue aziende, pretende che tutti esaguano pedissequamente i suoi ordini. Non è un caso che Tremonti sia in peino contrasto con il capo del governo. Non sfugge a questa regola nemmeno il ministro Sacconi, forse il più insignificante dei ministri del governo di centro destra, che sa dire solo cose ovvie o prive di senso. Le sue ultime dichiarazioni hanno sollevato un vespaio ma se si analizza la situazione attuale come non dare ragione al ministro che ha semplicemente detto una cosa ovvia. L'economia del paese va a rotoli. Sono di oggi le notizie circa l'inflazione che sale al 3,4%, che lo spread supera quota 400, che i titoli di stato hanno superato la quota fatidica del 6% dei tassi di interesse, che la disoccupazione ha raggiunto l'8,3% con una punta del 29,3% fra i giovani (uno su tre non lavora). E per constrastare questa situazione disastrosa una delle maggiori misure che il governo si appresta a varare che cosa riguarda ? I licenziamenti e lo statuto dei lavoratori nel senso che si intendono agevolare i licenziamenti da parte delle aziende in crisi e dare modo di aggirare i vincoli posti dallo statuto dei lavoratori. Questa è la ricetta del governo. Aumentano i disoccupati ed allora si consente di licenziare più facilmente. Proprio quando si fanno sentire i primi effetti dell'aumento dell'Iva varato ad agosto che come al solito nel nostro paese ha dato origine a fenomeni di speculazione. Ed in questo clima in cui un governo si appresta a varare norme per incentivare i licenziamenti proprio mentre la disoccupazione raggiunge livelli mai raggiunti sembra tanto strano che a qualcuno scappi la pazienza e si metta ad organizzare gesti sconsiderati ? Certo che no ... quando un governo agisce come il nostro scaricando il peso della crisi e i sacrifici necessari per tentare di risollevarsi tutti sul ceto medio basso, sui lavoratori dipendenti e sui pensionato non dando ascolto al disagio sociale dei giovani e dei disoccupati non è difficile pensare che qualcuno per far sentire la propria voce ricorra anche alla violenza. Ma attenzione non è violenza quello di uno stato che non solo ha incentivato la disoccupazione ma mette a rischio anche il posto di lavoro di coloro che ancora non lo hanno perso solo per agevolare le imprese e fregandosene deic eti sociali più deboli. Insomma Sacconi, come al solito, ha detto una cosa ovvia e sinceramente non capisco chi si scandalizza alle sue parole piuttosto che fare qualcosa di concreto per contrastare l'azione scellerata di un governo dissennato.

domenica 30 ottobre 2011

So' Matteo Renzi e studio per diventa' Berlusconi

Il caos politico dei nostri tempi è sostanzialmente causato dalla caduta delle ideologie dell'inizio degli anni '90. Ormai i partiti politici in Italia non sono più legati ad un idea, a dei principi da seguire nella propria azione politica, ma si identificano sostanzialmente con la persona. E' uno dei più grossi guai del berlusconismo al quale la sinistra, almeno quella attualmente presente in parlamento ma in parte anche quella extraparlamentare, non si è saputa sotrarre. Siamo quindi arrivati ai partiti che nel proprio simbolo, vicino al nome del partito, associano il nome del proprio leader: Berlusconi per Forza Italia prima e Pdl dopo, Fini in Alleanza Nazionale prima e Futuro e Libertà dopo, Casini nell'Udc, Di Pietro nell'Idv, Vendola in Sel e così via. In questa grande confusione è diventato sempre più difficile fare una distinzione fra un partito e l'altro, fra un progetto di società fra Pdl e Pd per esempio e fra qualsiasi altra formazione politica. Le differenze diventano sempre più sottili, sempre meno trasparenti e meno identificabili tanto è vero che oggi il partito di maggioranza relativa nel nostro paese è il partito dell'astensione. La sinistra ed in particolare i comunisti, quelli di un tempo, non si sono smarcati da questo nuovo modo di far politica e non hanno saputo difendere la loro ideologia anche a causa di una sciagurata interpretazione di quella stessa ideologia di regimi come quello dell'Unione Sovietica o della Cina. Il crollo del muro di Berlino ha messo in crisi tutto il comunismo europeo ed anche il più grande partito comunista del vecchio continente che era costituito dal Partito Comunista Italiano. Piuttosto che criticare quei regimi che stavano cedendo le armi e abbracciare la vera ideologia comunista diffondendo i reali principi di uguglianza, di solidarietà si è preferito, per meri scopi elettorali, abbandonare quella strada per arrivare al periodo storico attuale con l'aberrazione del Partito Democratico. Un partito che ha raccolto di tutto e di più con l'obiettivo di contrastare almeno sui numeri il rivale Pdl ed il suo capo inconrtastato, Silvio Berlusconi. Ma per seguire quella strada non si può mantenere un partito con una struttura democratica di vecchio stampo, piuttosto che formare un'aggregazione con un capo assoluto che svolge le funzioni di padrone unico del partito. La mancanza di un'ideologia e la mancanza di un padre padrone hanno portato alla situazione attuale, dove con la maggioranza di centro destra in crisi grazie alla crisi del dittatore, tanti galletti alzano la testa all'interno del Partito Democratico portando scompiglio e divisioni proprio nel momento in cui ci vorrebbe unità per abbattere finalmente la più grande disgrazia che l'Italia abbia avuto dopo la caduta del fascismo. Silvio Berlusconi. Il giovane galletto del Pd oggi si chiama Matteo Renzi, sindaco di Firenze, che milita nel partito di opposizione e che si candida per le primarie che dovranno indicare il candidato premier del centro sinistra con queste idee: si al nucleare, concorde con la strategia di Marchionne, favorevole alla Tav, favorevole alla privatizzazione dell'acqua, disponibile a parlare dei licenziamenti facili e ad alzare l'età pensionabile. Insomma un piccolo Berlusconi che giusto perchè il Partito Democratico è una semplice accozzaglia di personaggi di varia estrazione politica può permettersi di dire queste cose militando in un partito che dovrebbe essere di sinistra. Insomma Renzi come molti altri non ha un'idea dello stato e della società che vorrebbe e lo dimostrano i suoi convincimenti del tutto sovrapponibili a quelli del centro destra, ma d'altra parte da un fiorentino che per di più ha anche cenato ad Arcore insieme al suo idolo che cosa c'è da aspettarsi. Se piove di quel che tuona alle prossime elezioni il Pd rimarràal palo probabilmente consegnando il paese per la quarta volta il paese a Berlusconi o a qualche suo schiavetto.

giovedì 27 ottobre 2011

Dove non arriva la natura .... arriva Berlusconi


L'autunno ormai da sempre è una delle stagioni più calde per l'Italia sia per gli eventi naturali sia per le tensioni sociali che si sviluppano in un paese da sempre in crisi. Anche il 2011 non si è smentito. Il maltempo, coadiuvato dal problema cronico dell'Italia e cioè il dissesto geologico, ha martoriato e distrutto una delle zone costiere più belle del paese: le cinque terre. Sono state sufficienti poche ore di piogge eccezionali per cancellare uno dei paesini più affascinanti di qualla zona, Riomaggiore, oltre che stroncare la vita di 6 persone (forse 14 considerato che ci sono 8 dispersi). Il giorno dopo, come prassi per questi eventi catastrofici, le solite polemiche che ci dicono di un evento annunciato, che ci fanno vedere come la speculazione edilizia e la cementificazione, uno dei mali cronici italiani alla stessa stregua della evasione fiscale, abbiano deturpato un ambiente naturale fra i più belli al mondo. Il nostro paese, che vive per grande parte sul turismo grazie anche ad un patrimonio ambientale eccezionale, non riesce proprio a conservare questa dote stupenda in virtù dello sfruttamento lasciato a pochi eletti. E la natura poi si scatena colpendo chi ? I poveri diavoli che da sempre occupano certi paesini caratteristici e non certo chi deturba l'ambiente con le proprie ville ed i propri possedimenti abusivi. Alle catastrofi naturali poi in autunno si sommano i soliti provvedimenti economici del governo di turno che si accaniscono sempre e comunque sulle stesse fasce sociali, quelle medio basse, quelle dei lavoratori dipendenti, quelle dei pensionati. Quest'anno poi nel pieno di una crisi economica mondiale senza precedenti e con un governo che per tre anni e mezzo ha fatto di tutto per negarla facendo lievitare il debito pubblico, i provvedimenti presi e quelli promessi rappresentano una vera catastrofe per quella parte del paese che vive di lavoro dipendente. Il governo Berlusconi, messo alle strette dall'Unione Europea e dalla speculazione nei confronti del nostro debito pubblico, ha già varato due manovre nella quali gli unici che non sono stati toccati sono i grandi capitali, gli imprenditori e naturalmente la casta dei politici. Ora l'Europa ha costretto il governo a varare quel decreto sviluppo che dovrebbe consentire, dopo i tagli alla spesa, di non cadere una recessione sempre più vicina. Berlusconi, ricattato da una maggioranza ormai non più in grado di governare, non ha fatto altro che scrivere una lettera di intenti, nel suo perfetto stile di fare grandi promesse che poi puntualmente non riesce a mantenere. Ora si spera che anche questa volta quanto illustrato in questa lettera sia essenzialmente un piano destinato a fallire sebbene sicuramente produrrà una guerra sociale probabilmente senza precedenti. In sostanza lo sviluppo del paese dovrebbe essere legato secondo il dittatore di arcore ai seguenti punti: libertà di licenziare per le imprese senza i lacci dello statuto dei lavoratori, flessibilità nella pubblica amministrazione con l'introduzione della cassa integrazione e anche qui dei licenziamenti, aumento a 67 anni dell'età pensionabile, ritorno alle privatizzazioni dei servizi in barba al recente referendum con il quale il paese ha detto no alla privatizzazioni. La sostanza quindi è sempre la stessa: si colpiscono i ceti medio bassi, i lavoratori dipendenti, i pensionati incentivando la disoccupazione e annullando quegli ammortizzatori sociali che in parte hanno attenuato gli effetti della crisi ma soprattutto non si toccano i grandi patrimoni, i grandi capitali quella fascia sociale cioè di cui fa parte lo stesso Berlusconi ed il suo entourage. Ora c'è da sperare, e probabilmente si tratta più di una speranza, che il governo non sia in grado di realizzare un piano, fra l'altro stilato dal solo Berlusconi non discusso ne' all'interno del governo ne' con le parti sociali, che dovrebbe essere portato a conclusione in 8 mesi per fare ciò che non è stato fatto in tre anni e mezzo. Ma anche in questo caso il futuro governo dovrà confrontarsi con questo piano che verrà lasciato come una pesante eredità a chi sostituirà il cavaliere alla guida del paese. Insomma l'autunno sarà caldissimo con il paese stretto fra emergenze causate da catastrofi naturali e da una crisi che si intende far pagare a chi è già allo stremo dal punto di vista economico in quanto spremuto molto più di un limonre.


mercoledì 26 ottobre 2011

Noia ... voulevam faire quel che volam fair


Berlusconi prese la penna e sotto dettatura di Letta, Brunetta e Romani, un bel trio non c'è che dire, scrisse la lettera all'Europa pensando che Europa altro non fosse che una bella donna pronta a bere le solite sparate del cavaliere. I contenuti, rivelati tramite un'intercettazione telefonica del faccendiere Lavitola (si dice che Berlusconi abbia subito chiamato il suo confidente per avere un parere sulla lettera), sono presto detti. Nella prima parte si elencano tutte le cose fatte dal governo. Ne è venuta fuori un a mezza paginetta striminzita piena di virgole, punti esclamativi, punti e virgole e frasi sconnesse:

- abbiamo fatto il lodo Alfano ma poi i giudici comunisti l'hanno cassato;

- abbiamo fatto la privatizzazione dell'acqua, ma poi un referndum l'ha cassata;

- abbiamo tolto le prostitute della strada, le abbiamo chiamate escort e raccole tutte ad Arcore o a Palazzo Grazioli;

- abbiamo fatto la guerra in Libia ma non abbiamo preso Gheddafi;

- abbiamo fatto ..... (Letta che altro abbiamo fatto ? ... Niente altro presidente) qualcos'altro ma ora Letta non si ricorda, Brunetta nemmeno .. ma di sicuro ma abbiamo fatto.

Poi Berlusconi ha iniziato a scrivere la parte del faremo, ed ha riempito ben 13 pagine e mezzo. Si perchè ha cominciato a prendere i suoi discorsi dal 1993 in poi e non ha fatto altro che elencare tutte le promesse sparate ai quattro venti in questi 18 anni: aumenteremo i posti di lavoro, diminuiremo le tasse, faremo la riforma della giustizia, faremo la riforma delle pensioni, liberalizzazioni a volontà, diminuiremo il numero dei parlamentari, elimineremo le province, cancelleremo gli enti inutili, modernizzeremo la costituzione, riformeremo la pubblica amministrazione ..... e così via. Per questa parte non ha avuto bisogno dei consigli di nessuno dei presenti, lui è sempre stato bravo a dire quello che avrebbe fatto ma con un piccolo particolare: mai ha spiegato come e quando. Insomma come un novello Peppino, sotto la dettatura del magistrale Totò, ha finalmente redatto questa famosa lettera. Tutto sta vedere se la buona Europa si comporterà come la maggioranza del popolo italiano in questi anni: si farà infinocchiare dall'interminabile elenco del faremo oppure chiederà notizie più precise. Nel primo caso l'Italia sarà salva, per ora, e potrà andare avanti ancora un annetto e mezzo e arrivare finalmente alle tanto sospirate elezioni, se invece l'Europa si mostrerà quella donna con la testa sulle spalle che mantiene ancora quella capacità di analisi ormai perduta in Italia .... allora saranno cavoli amari e probabilmente le elezioni saranno anticipate di un anno. Aspettiamo fiduciosi che la malafemmina scopra le carte del cavaliere.

lunedì 24 ottobre 2011

Berlusconi sbeffeggiato e commissariato


Il livelllo di credibilita' del nostro governo ha raggiunto ormai i bassifondi anzi i soetterranei e nessuno ha piu' nemmeno la capacita' di nasconderlo o di mascherarlo con grasi di circostanza. Anni di battute, di barzellette, di cucu' e di corna, tutti atteggiamenti degni della goliardia piu' sfrenata, hanno portato Silvio Berlusconi e con lui il paese intero, ha contare in Europa come il due di bastoni quando briscola e' coppe. Tutto questo anche perche' a questi atteggiamenti da studente universitario fuori corso, non hanno fatto seguito delle azioni incisive e sostanziali nel momento in cui ce n'era un bisogno impellente. Il governo ha caracollato per tre anni tentando di convincere il paese che la crisi era un'immaginazione comunista nascondendo in questo modo la propria incapacita' di governare l'emergenza e di porre qualche baluardo al dilagare della disoccupazione e della recessione. Oltre alla propria incapacita' Berlusconi ha tenuto impegnato il parlamento e tutta la politica italiana nel tentativo di approvare leggi che lo tenessero al riparo dalla giustizia che lo rincorre a causa delle sue malefatte continue. A luglio, in presenza di un debito pubblico dilagante (ereditato si dal passato ma anche fatto fruttare corposamente dalla maggioranza di centro destra), sono dovuti intervenire BCE e Unione Europea da una parte in sintonia con il Presidente della Repubblica che hanno costretto l'emanazione dei due dreceti in merito alle altrettanto manovre economiche. Provvedimenti che da soli gia' si sapeva non avrebbero esaurito la loro funzione se non poi in presenza di norme che favorissero lo sviluppo altrimenti ucciso dai tagli messi in campo con i provvedimenti di luglio ed agosto. Nemmeno sul decreto sviluppo il governo e' stato capace fino ad ora di intervenire e solo una settimana fa il capo del governo dichiarava che tale decreto non era urgente. Berlusconi si e' presentato alla riunione di Bruxelles baldanzoso e tracottante come sempre dichiarando come lui non fosse mai stato bocciato nella sua carriera imprenditoriale. Ed infatti la bocciatura non e' arrivata, ma sono arrivati i pesci in faccia della Merkel e di Sarcozy che hanno rimandato a casa il cavaliere con una nota sul quaderno da riportare mercoledi' firmata dai suoi tutori e con scritto esattamente che cosa avrebbe dovuto fare il governo italiano fra oggi e domani: la riforma delle pensioni. Ed ora che farà il buon superindagato del consiglio ? La cosa più saggia che potrebbe fare sarebbe quella di andarsene a casa ma in questo stato di cose se chi gli sta vicino non lo abbandona e se qualcuno lo fa viene subito rimpiazzato da qualcuno che gli stava lontano, sarà difficile uscirne. Ora la riforma delle pensioni che poi più che riforma si tratta di far andare in pensione i lavoratori il più tardi possibile, è quanto l'europa chiede per sborsare soldi e mantenerci a galla e sarà difficile dire di no considerato che abbiamo un governo ed una maggioranza incapaci di fare proposte alternative che magari consentano una riforma pensionistica più soft. Il risultato comunque è che in Italia ormai non governa più la maggioranza di centro-destra ma l'Unione Europea tanto è vero che Bossi e la Lega stanno organizzando una manifestazione di protesta contro la riforma delle pensioni, ora dove mai si è visto un partito che fa parte di una coalizione di governo manifestare contro il governo di cui fa parte ? Se la Lega intende non far passare gli interventi sulle pensioni ha a disposizione uno strumento molto semplice: votare no in consiglio dei ministri e se non basta uscire dalla coalizione di governo, ma questa è politica e democrazia ed è vero che non si può parlare di democrazia in casa della lega.

No violenza ... ? No prima pagina


Strano mondo quello dell'informazione e dei media diciamo istituzionali (giornali, radio e televisioni). Una settimana fa, dopo le violenze gratuite della manifestazione di sabato 15 ottobre, per giorni si è parlato degli episodi messi in scena dai black bloc relegando in secondo piano la vera manifestazione e le ragioni della stessa. Poi a metà della settimana scorso si è iniziato a parlare delle possibili violenze che si sarebbero verificate in occasione della manifestazioni di ieri, domenica 23 ottobre, in occasione dell'ennesima protesta con la Tav in Val di Susa. Le cassandre, con il ministro Maroni in testa, avevano previsto addirittura il morto e una domenica di scontri come il sabato romano il tutto supportato anche da intercettazioni telefoniche a carico di 'er pelliccia, il ragazzo identificato mentre lanciava un estintore sabato 16 ottobre. Oggi all'indomani della manifestazione dei No Tav, durante la quale non si è verificato nessun incidente, nessun scontro e nemmeno un lacrimogeno è stato sparato dalla polizia (che sembra totalmente assente almeno dalle immagine televisive della manifestazione), come d'incanto la manifestazione sparisce dalle prime pagine dei giornali e dei notiziari televisivi. La domanda sorge spontanea: ma a che serve una manifestazione pacifica se poi nessuno ne parla o almeno ne parla all'interno di un notiziaro o di un giornale come una notizia secondaria ? Ma a parte il problema relativo all'informazione c'è da chiedersi anche a che serva realmente una simile manifestazione. E' stato consentito ai manifestanti di arrivare alla famosa rete che delineava la zona rossa, di tagliare la rete e quindi di arrivare alla famosa baita presidio dei No-Tav. Ma oggi il giorno dopo che rimane di quella dimostrazione di protesta ? Niente il movimento è tornato nelle proprie case, la rete sarà installata di nuovo e le attività del cantiere proseguono poichè il regime di questo paese, perchè di questo si tratta, non terrà in minima consinderazione, così come ha fatto fino ad ora, delle proteste e delle ragioni delle popolazioni di quella valle contrarie ad un'opera assurda. Insomma se si intende davvero oettenere qualcosa servono queste manifestazioni gioiose pacifiche festose che non destano nemmeno l'interesse dei media. E' vero che oggi sui giornali c'era anche da parlare dell'ennesima figuraccia che il presidente del consiglio ha rimediato al vertice europeo dove si è presentato senza un minimo straccio di proposte per portare fuori il paese dalla crisi in cui sta precipitando rovinosamente, ma il comportamento dei mezzi di informazione è anche questo un'istigazione alla violenza per ottenere la giusta attenzione che una protesta come quella dei No Tav meriterebbe.

sabato 22 ottobre 2011

L'Italia distrutta da Berlusconi




Fra i tanti disastri compiuti da questo governo c'è anche la completa inadeguatezza della politica estera sia a livello europeo ma a maggior ragione a livello internazionale. L'Italia, uno dei paesi fondatori dell'Unione europea, oggi non ha più voce in capitolo in nessuna vicenda ed anzi è sotto tutoraggio da parte della BCE e dell'Unione appunto per i suoi conti pubblici e per la mancanza di un'adeguata politica che faccia fronte alla crisi economica. Una fine dell'Italia come quella della Greci potrebbe davvero significare la fine dell'europa e dell'euro e quindi alla inconcludente politica economica deve porre riparo la comunità europea. Ma l'Italia è fuori da qualsiasi altra vicenda internazionale sia per il comportamento goliardico del capo del governo durante le riunioni che coinvolgono i maggiori paesi industrializzati del pianeta, sia per la sua incapacità di distinguere fra persone di statura internazionale e autorevoli e personaggi di dubbia fama se non addirittura malviventi. Ed oggi scorrendo le pagine dei giornali l'Italia è fuori da tutto. Dopo essere stata il partner privilegiato della Libia, ma anche in quel caso nella maniera sbagliata prostrando e umiliando il paese intero alle volontà dell'ex dittatore libico, oggi nessuno si sogna di prendere in considerazioni il nostro paese in merito alle decisioni da prendere sulla Libia, decisioni che porteranno alla spartizione fra Usa, Francia e Germania. In europa Francia e Germania decidono sul comportamento da tenere in merito agli stati da salvare e anche in questo caso l'Italia ne rimane fuori. E mentre accadono questi avvenimento che stanno cambiando il mondo intero e gli equilibri fra i vari stati, il presidente del consiglio italiano si sollazza nel mezzo di una riunione di parlamentari che siedono in parlamento senza averne titolo. Così come Berlusconi perdeva il suo tempo con Gheddafi, oggi a livello nazionale perde tempo con Scilipoti, un opportunista, una macchietta, un uomo insignificante ma che fa parte di quella cerchia di collaboratori inetti di cui ama circondarsi il cavaliere per emergere e per far valere la sua autorità. Da Gheddafi, a Mubarak, a Lavitola, a Scilipoti, a Tarantini, a Lele Mora insomma il cerchio di amicizie di quest'uomo sarebbe già da solo sufficiente a non retenerlo idoneo non solo a governare un paese ma anche a sedere in parlamento, se poi al giro di amicizie aggiungiamo i risultati di quasi 10 anni di governo ....


mercoledì 19 ottobre 2011

Berlusconi: "Non ci sono soldi" .. Maroni risponde: "Te li trovo io"


Non si può dire che a questo governo manchi la fantasia e soprattutto non si può negare che l'asse Pdl-Lega sia solido più che mai. Più di una volta la Lega in questa legislatura è venuta in soccorso al Pdl e a Berlusconi tradendo i propri ideali di partito della legalità, oggi compie un altro passo per dare una mano al governo di cui fa parte. Certo poco importa se con questo passo conferma anche la propria natura di un partito di destra e fascista, un nuovo fascismo già evidente ai più acuti osservatori ma che ieri si è manifestato in tutta la sua chiarezza. Veniamo ai fatti. Erano trascorse poche ore da quando Berlusconi aveva candidamente dichiarato che il decreto sviluppo non era alla fine così urgente e poteva aspettare, infischiandosene del nuovo appello lanciato da confindustria, sindacati, banche (si vero una strana accozzaglia di entità diverse che difendono interessi diversi) tutti concordi, sicuramente con motivazioni diverse, sul fatto che il governo doveva agire per rilanciare lo sviluppo del paese. Berlusconi aveva dicharato che non c'erano soldi e, ancora una volta smentendo il suo ministro dell'economia, affermava che senza soldi non sarebbe stato possibile varare nessun decreto. Incredibile come questo governo e questa maggioranza modifichino le loro posizioni nell'arco di giorni o di ore. A queste dichiarazioni ecco ancora una volta venire in soccorso del tizio del consiglio, la Lega Nord per mezzo del suo ministro e futuro leader Maroni. Il ministro avrebbe dovuto riferire al Senato in merito agli scontri di sabato a Roma e proporre una serie di interventi legislativi speciali per .... limitare la libertà dei cittadini a manifestare il proprio dissenso verso questo governo incapace di governare. Ed ecco uscire dal cilindro del fantasioso ministro una proposta che risolve in un colpo solo anche il problema della mancanza di soldi. La proposta è che si potrà manifestare ed orgnizzare un corteo solo pagando una fidejussone che garantisca su eventuali danni provocati dai manifestanti. Geniale no ? In questo modo in governo conta di racimolare un bel gruzzoletto che possa impedire di adottare l'unico provvedimento serio che potrebbe alleviare in parte le difficoltà economiche del paese, la patrimoniale. Non importa chi vada a manifestare se i black block, i poliziotti, o le badanti che rivedicano la libertà di sposare il pensionato novantenne, chi intende orgnizzare una manifestazione deve pagare. In questo modo si evitano anche ulteriori problemi come per esempio le continue proteste degli studenti nei confronti dei tagli alla scuola e delle pseudo riforme Gelmini, non credo che gli studenti abbiano risorse economiche sufficienti per potersi permettere una balzello simile. A questo punto si potrebbe anche pensare che l'adozione da parte del governo di provvedimenti e decreti contro il ceto medio basso e contro i lavoratori possa alla fine diventare un business: più scontento si crea, più la gente scende in piazza a manifestare, più il governo incassa ... non c'è che dire un bel giro di affari. Certo c'è il rischio che alla fine solo chi ha disponibilità economiche sia anche in grado di organizzare cortei e manifestazioni, ma forse nel mettere a punto il provvedimento si potrebbero definire delle tariffe sulla base del patrimonio dell'organizzatore. Una domanda sorge spontanea: Maroni è a conoscenza del fatto che il presidente del consiglio intende portare in piazza milioni di persone per occupare il palazzo di giustizia di Milano ? Farà pagare anche lui spero o applicherà uno sconto speciale. Comunque scherzi a parte queste non è altro che l'ennesima dimostrazione di come lentamente, ma nemmeno tanto, siamo entrati nel pieno di un regime che mal digerisce le contestazioni e le proteste e non si vergogna di utilizzare 300 giovani delinquenti (e non tremila mi dispiace) che potevano essere fermati prima che scatenassero l'inferno, per giustificare provvedimenti e leggi degne di uno stato fascita e totalitario.

martedì 18 ottobre 2011

I fascisti del terzo millennio


Con gli interventi odierni di Maroni, Di Pietro e del sindaco di Roma Alemanno, il cerchio si chiude e la strategia di un governo guidato da un sovversivo, che avrebbe voluto emulare il buon Benito con una marcia su Milano invece che su Roma, arrivera' al suo obiettivo. Per portare a termine questo piano subdolo il sovversivo ed il suo ministro dell'interno hanno trovato un alleato inaspettato: l'ex magistrato Di Pietro che e' collocato nella coalizione di centro sinistra ma che ha un'anima tedenzialmente fascista. Il disegno ora e' comunque completo. In un momento di totale sbando del governo che e' riuscito a salvarsi dalla crisi grazie alla campagna acquisti del suo capo, la manifestazione del 15 ottobre arrivava proprio a fagiolo per distrarre il paese dalle vicende della settimana appena trascorsa. E non solo la manifestazione capitava in un momento opportuno, ma anche le voci che davano per certi la presenza di frange violente che avrebbero dato vita a violenze contro cose e persone, era un'opportunita' da sfruttare. La strategia ora e' chiara: lasciare che questi gruppi di delinquenti inziassero ad agire con i loro atti vandalici, far intervenire successivamente la polizia per dare vita alla guerriglia urbana, il giorno dopo proporre leggi speciali di stampo fascista e limitare la liberta' di effettuare manifestazioni in un periodo in cui la ribellione sociale e' all'ordine del giorno. Sabato quando si potevano fermare i cosi' detti Black block si e' preferito lasciarli agire per una ventina di minuti per poi dare vita allo scontro frontale in Piazza San Giovanni, ed infine arrivare oggi alla proposta di leggi speciali ed al divieto per un mese di organizzare manifestazioni e cortei a Roma. Certo Maroni e Berlusconi non si aspettavano di ricevere un perfetto assist da Antonio Di Pietro, che prima ancora che il ministro dell'interno relazionasse alla Camera, ha proposto la riesumazione della legge Reale. Meglio di cosi' non poteva andare per il governo del sovversivo. E' difficile ora pensare che tutti questi avvenimenti non facessero parte di un piano premeditato e studiato a tavolino. E come si comportera' ora il Pd dopo che si e' scagliato giustamente contro i radicali che hanno salvato il governo la settimana scorsa, continuera' nella allenza con Di Pietro per poi cadere al primo intoppo ? nel frattempo si scopre che il tizio del consiglio due anni fa progettava una specie di marcia su Roma, da effettuare pero' su Milano ed in particolare verso il palazzo di giustizia e la sede del quotidiano Repubblica, ma anche questi fatti, di una gravita' unica che evocano il parallelo Berlusconi-Mussolini, saranno messi sotto silenzio perche' si dovra' ancora dare spazio alle violenze che 200 teppisti hanno messo in atto mentre decine di migliaia di giovani manifestavano contro il potere della finanza e delle banche. Qualcuno ancora dubita che i fascisti siano veramente scomparsi ?




domenica 16 ottobre 2011

I parassiti del disagio sociale



I black block non sono altro che dei delinquenti comuni che agiscono come dei veri e propri parassiti: non hanno una propria organizzazione, non hanno una struttura che li guida, non hanno un principio o ideale da seguire che non sia la violenza contro chiunque. Non hanno quindi nemmeno la capacità di organizzare una loro manifestazione perchè non hanno niente da dire ma solo da agire come delinquenti comuni bruciando auto, appiccando il fuoco a cassonetti, sfondando vetrine, incendiando auto della polizia, atti vandalici e di puro teppismo. Per dare sfogo alla loro violenza non trovano di meglio che accodarsi alle manifestazioni indette da qualche organizzazione o movimento giovanile ed una volta che si sono infiltrati nella manifestazione, dare inizio alle loro azioni di distruzione. Un'azione fine a se stessa in quanto non rivolta verso il potere in quanto tale ma semplicemente verso qualunque obiettivo che si trovino ad incrociare lungo il proprio cammino. Non agiscono secondo un progetto predeterminato come ci vogliono far credere, non ci vuole grande organizzazione per presentarsi ad una manifestazione con casco, tenuta nera, qualche bastone o catena ed eventualmente qualche bottiglia molotov che chiunque può fabbricarsi in casa propria e poi spaccare o incendiare tutto quanto capita a tiro. Parassiti che finiscono per essere strumentalizzati ed utilizzati da chi ha tutto l'interesse affinche le manifestazioni alle quali partecipano siano vanificate ed oscurate dai loro atti di violenza. E' ciò che è accaduto a Genova ed è quanto accaduto ieri a Roma. La loro presenza era stata annunciata da giorni in rete, lo strumento che questi delinquenti utilizzano per comunicare ed darsi appuntamento, e risulta quindi inconcepibile come sia stato possibile dare lo spazio necessario affinchè questi violenti potessero portare a termine la loro azione criminale. E la violenza fisica utilizzata e messa in atto dai Black Block è subito accompagnata, a 24 ore di distanza, dalla violenza verbale da chi ha responsabilita' di governo e non e' meno grave anche se di impatto mediatico minore. Gli esponenti del Pdl, Gasparri e Cicchitto, che tentano con le loro dichiarazioni di associare i parassiti alla sinistra o addirittura a esponenti del mondo economico finanziario come Draghi e Della Valle sono dei veri e propri atti di terrorismo mediatico tesi a spostare l'attenzione sulla realta' dei fatti. Insomma i black block sono solo un gruppo di violenti che rivolgono i loro atti criminali contro chiunque capiti loro a tiro, ma sono anche un gruppo che fa molto comodo al potere e soprattutto a questo governo per spostare l'attenzione da chi protesta in maniera pacifica verso che compie questi atti.

Peggior governo ... peggiore manifestazione


Quasi 1000 manifestazioni in tutto il mondo e solo in una si sono avuto atti di violenza e di vandalismo .... ci sarà un motivo e non può essere stato un caso che questo sia avvenuto proprio in Italia. Che lo si voglia o no nel nostro paese c'è il peggior governo di tutte le democrazie occidentali, un governo che ha instaurato una specie di regime mascherato da democrazia e che usa "la violenza" ogni giorno nel suo modo di governare. L'Italia è guidata da una maggioranza che non è più quella che hanno scelto gli elettori ma bensì una maggioranza alla quale è stata data vita grazie alle disponibilità economiche del tizio del consiglio che ha assoldato parlamentari eletti addirittura nelle file dell'opposizione ed ai quali, in diversi casi, ha assegnato incarichi di governo. Si tratta di una maggioranza che non ha una linea politica, perchè le idee politiche si controbattono, si discutono anche in maniera forte, con le idee politiche ci si confronta, ma quale confronto ci può essere con chi persegue l'unico obiettivo di stare al potere a tutti i costi per perservarsi da processi ed eventuali condanne a causa delle proprie malefatte ? Anche questa è violenza, di altra natura rispetto a quella scatenata ieri a Roma e da condannare senza se e senza ma da parte di un manipolo di giovanotti, ma la violenza politica è lo strumento usato ormai in questi tre anni e mezzo di governo di centro destra. Un governo incapace di governare un paese nel bel mezzo di una crisi planetaria, un governo che, seguendo i dettami del suo capo, è insofferente alle critiche ed a qualsiasi forma di opposizione. E che metodi può usare un simile regime per contrastare gli oppositori ? Quando si è trattato di manifestazioni in dette da organismi diciamo istituzionali, sindacati partiti organizzazioni sociali, ha sempre usato l'arma della denigrazione e dell'offesa, nel caso di ieri, di una manifestazione cioè nata in tutto il mondo per protestare contro il potere economico e finanziario che tenta di risolvere la propria crisi mettendo sul lastrico la povera gente, l'unico modo per mettere in secondo piano le ragioni dei manifestanti era ed è stato quello di lasciare libero spazio alla violenza. Oggi tutti si scagliano contro il manipoli di delinquenti che han no scatenato l'inferno ed elogiano le forze di polizia per aver contrastato i menifestanti violenti in maniera efficiente. Ma tutto questo era evitabile ? Certamente si e qui sta la responsabilità del governo. Era ormai da una settimana che sui social network e in rete si era diffusa la voce che ci sarebbero stati scontri e violenze all'interno della manifestazione. Addirittura si sosteneva che la fonte di questa notizia fossero alcuni appertenenti alle forze di polizia. In tanti hanno deciso di non partecipare alla manifestazione proprio in seguito a queste voci. Ed allora perchè da quando è stata messa a fuoco la prima auto sono trascorsi ben venti minuti prima che intervenisse la polizia ? Perchè si è dato spazio a questi incapucciati (come accaduto a Genova per il G8 ed ancora una volta il governo era in mano al centro destra ... altro fatto casuale ?) invece di bloccarli non appena sono spuntati all'interno del corteo ? Perchè intervenire dopo che era stato scatenato l'inferno invece di impedire che i violenti potessero agire indisturbati ? Come a Genova anche a Roma ieri c'è il forte sospetto che la violenza sia stata agevolata e non sia stata prevenuta come si sarebbe dovuto fare in considerazione soprattutto delle notizie che circolavano ormai da giorni. Certo non si sono ripetuti gli errori di Genova che hanno poi messo sotto accusa le forze dell'ordine e non si è dato vita al pestaggio sistematico messo in atto al G8, ma le responsabilità di questo governo come quello di allora non sono del tutto trascurabili. E così il nostro paese è ancora alla ribalta mondiale ma ormai lo è da diversi anni in senso negativo naturalmente e per questo dobbiamo ringraziare il plurinquisito del consiglio.

sabato 15 ottobre 2011

Da liberatori dalla Casta a emeriti rappresentanti della Casta


L'ennesima e forse ultima, ma troppe volte è stata evocata la fine per cui meglio dirlo sottovoce alla Marzullo, sceneggiata è andata in onda sul palcoscenico di Montecitorio per poi proseguire a Palazzo Chigi. Certamente è ormai tramontata l'era del duo BeBo che si era presentato al paese come la coppia che avrebbe spazzato via la Casta, che avrebbe sovvertito il modo di fare politica della prima repubblica mettendo al primo posto gli interessi del cittadino comune. Non più ribaltoni in perfetto stile democristiano e socialista, non più attaccamento alle poltrone come se fossero state incollate al deretano di chi le occupava con due mani di Attack, niente di tutto ciò. Queste erano le promesse ma ora, dopo 17 anni di presenza della strana coppia, dopo che negli ultimi 10 anni i BeBo hanno governato per 8 anni, possiamo senz'altro dire che la Casta è come il Capitalismo: fagocita tutto e ingloba tutto. La strana coppia è diventata l'esempio più lampante di come la politica difenda se stessa, i propri privilegi e le proprie poltrone. I due hanno superato di gran lunga la vecchia DC, il vecchio PSI di Bettino Craxi e si sono meritati l'appellativo di leader, di maggiori rappresentanti del modo peggiore di fare politica. In tre giorni hanno dato al paese ed al mondo intero la più classica delle rappresentazioni su come la politica sia autoreferenziale, di come possa fregarsene del paese, delle sue difficoltà, dei suoi problemi reali e tutto questo nel corso della più grave crisi economica e del capitalismo che il mondo intero abbia mai vissuto. La farsa in tre atti è andata in onda da mercoledì a venerdì seguendo un copione di vecchia memoria: mercoledì 13 il governo e la maggioranza cadono su un provvedimento importante come l'approvazione del bilancio consuntivo dello Stato, giovedì 14 il capo di governo, il Be della strana coppia, tiene un discorso vuoto e privo di contenuto alla camera mentre il gemello Bo non sa fare altro che riempire la scena con i suoi sbadigli che svolgono le funzioni di metronomo al discorso (ma d'altra parte ad un discorso vuoto non si può che rispondere con una ... bocca ed un cervello peino d'aria), venerdì 14 la coppia BeBo incassa una nuova fiducia alla camera grazie ancora ad un vergognoso mercato dei parlamentari per sopperire alle numerose defezioni della maggioranza. La giornata e la sceneggiata si conclude con il colpo di scena finale: in un momento di crisi e di taglio alle spese si promuovo due sottosegretari a vice ministro e si nominano due nuovi sottosegretari che guarda caso avevano votato a favore della fiducia. Ogni ulteriore commento è superfluo. In questo caos istituzionale si da un gran da fare il povero Presidente della Repubblica, lui si senza poteri altro che il presidente del consiglio che si lamenta continuamente di non essere in grado di governare a causa dei lacci imposti dalla costituzione. La rivoluzione è finita ... i due che avrebbero dovuto smantellare la casta, oggi a pieno titolo ne sono diventati i maggiori rappresentanti e per cambiare le cose in questo paese non rimane che dare la parola al popolo, che però se la deve prendere senza aspettare l'iter costituzionale di nuove elezioni, pena la reale distruzione dell'intero paese.


giovedì 13 ottobre 2011

Zum zum zum .... faremo qui faremo la' ma non facciamo niente trallalla'


Berlusconi ha appena terminato di parlare in una camera semivuota e ci sarebbe da ridere ed invece non ci resta che piangere. Difficile scrivere qualcosa di sensato su questa ennesima messa in scena del superinquisito del consiglio e sulle sue promesse che vanno avanti ormai da 10 anni e si ripetono a distanza di uno o due mesi in questa ultima legislatura. Tutto quello che non e' stato fatto in tre anni e mezzo di governo, sara' fatto in questo anno e mezzo ... a meno di altri incidenti di percorso. Prima c'era Fini che faceva ostruzione ed e' stato eliminato, poi c'e' stata la vicenda del bunga bunga, poi la fiducia del settembre scorso, poi quella del 14 dicembre, poi ci sono stati i vari parlamentari e ministri del Pdl da salvare, poi i processi in cui il capo di governo piu' inquisito del mondo e' invischiato grazie alle sue discutibili amicizie, ora questo "incidente di percorso" che ha evitato di approvare il bilancio consuntivo dello stato ... insomma ma lo vogliamo far governare oppure no ? E cosi' oggi e' andata in scena la solita rappresentazione e la solita musica: riforma della giustizia, riforme strutturali, riforme .. riforme ... riforme come chiede la Lega. Ma per ora l'unica riforma attuata e' stata l'apertura di tre stanze a Monza dove alcuni ministri della Lega vanno a rilassarsi dallo stress di Roma. E mentre il tizio del consiglio snocciola le sue promesse senza sapere da dove iniziare, gli omini verdi ripetono la loro canzoncina: federalismo la madre di tutte le riforme che ci risollevera' da ogni problema. Naturalmente nel discorso nessun riferimento a quel provvedimento che tutti stanno aspettando, europa e Bce compresa i tutori di questo governo, e cioe' il decreto sullo sviluppo economico che dovrebbe rappresentare il decreto conclusivo di tutta la manovra economica. Ma come per il provvedimento sulla manovra, anche sul decreto dello sviluppo la maggioranza non sa che fare perche' per procedere allo sviluppo e' necessario chiedere veri sacrifici a chi non li ha mai fatti e non vuole farli: i ricchi, gli imprenditori, i possessori di grandi patrimoni, tutti coloro cioe' che sono sotto la protezione del capo del governo. Insomma siamo alle solite e risulta difficile scrivere qualcosa di serio su questa farsa in un numero ormai infinito di atti. Unico fatto nuovo e' stata l'assenza di tutte le opposizioni in aula, radicali esclusi perdendo per l'ennesima volta la faccia (ma cosa aspetta il Pd ha sbatterli fuori e lasciarli al proprio destino ?), che a mio parere dovrebbero continuare a non presentarsi in aula fino a che il governo non si dimette. Purtroppo dopo tutte le vicende di gossip per le quali il tizio si sarebbe dovuto dimettere da tempo, ora siamo alle cose serie ed anche in queste circostanze il governo, la maggioranza di centro destra ed i suoi capi hanno dimostrato tutta la loro incapacita' a governare ed a guidare il paese in questo mare tempestoso. E basta anche con la barzelletta della sovranita' popolare: il popolo nel 2008 ha votato una maggioranza che non esiste piu' e che si mantiene in piedi esclusivamente per un manipolo di mercenari passati da una sponda all'altra grazie a qualche giro di assegni. Se non e' un ribaltone questo ditemei come lo vogliamo chiamare.




martedì 11 ottobre 2011

Chi di Scilipolti colpisce ... di Scilipoti perisce

La storia insegna che con i mercenari si possono vincere le battaglie, ma la guerra non è mai stata vinta con il supporto di soldati iscritti alla causa solo per denaro e proprio tornaconto. E la storia è di grande insegnamento sia per il presente che per il futuro. Oggi anche Berlusconi, che ormai da un anno si tiene aggrappato alla poltrona di capo del governo grazie ad un manipolo di deputati passati al centro destra grazie alla disponibilità finanziaria del presidente del consiglio, deve fare i conti con la storia e con la guerra che sta perdendo su tutti i fronti. I mercenari, che impropriamente si sono autonominati responsabili, stanno abbandonando la nave che fa acqua da ogni parte ed oggi hanno dato un segno tangibile del loro ulteriore voltafaccia come si addice ad ogni buon mercenario che si rispetti. Hanno avuto partita facile in quanto affiancati da qualche altro parlamentare e addirittura da qualche ministro, tutti esasperati dal comportamento del loro capo che di tutto si occupa ad esclusione della crisi sempre più grave del paese. Ed il segnale è stato non forte ma tuonante. Avrebbero potuto aspettare domani o dopodomani quando alla camera si sarebbe votato sul decreto intercettazioni ed invece il dissenso e lo sfascio del governo sono stati certificati in una votazione prevista addirittura dalla nostra costituzione. Il governo e la maggioranza sono stati battuti nientepopodimenoche nella votazione relativa al primo articolo relativo all'approvazione del bilancio dello scorso anno. Un atto fondamentale anche per le manovre già approvate dal governo. Un atto significativo che finalmente dimostra quanto era già chiaro da oltre un anno e mezzo: la maggioranza che gli italiani hanno votato nel 2008 non esiste più e la sovranità popolare, tanto sbandierata da Pdl e Lega, è stata calpestata da quando Fini e soci sono stati allontanati dal Pdl. Oggi la situazione è ancora più grave. Dal punto di vista economico è sotto gli occhi di tutti lo sfascio al quale ci ha portato la politica, anzi la non politica, del governo Berlusconi. Dal punto di vista politico poi la maggioranza non esiste più e lo stesso partito del presidente del consiglio è ormai fuori controllo dal suo padre-padrone. Ma d'altra parte che cosa ci si poteva aspettare da un partito e da un governo che, in un momento cosi' grave e drammatico, vedono il proprio presidente andarsene a festeggiare per tre giorni il compleanno di Putin ? Basta sottolineare che negli stessi giorni il presidente francese ed il cancelliere tedesco si riunivano per parlare della crisi della Grecia, dell'Italia e della Spagna per poi essere redarguiti dal nostro ministro degli esteri scandalizzato per questo incontro a due. Ora logica vorrebbe che Berlusconi avesse la decenza di dimettersi per poi andare nuovamente al voto, ma la logica non fa parte del Dna do questo dittatore in pectore che è attaccato alla sua poltrona in maniera più forte di quanto non lo fossero i peggiori governi democristiani, ma lui ha un motivo in più per rimanere incollato a quella sedia: quando la lascerà ha già una stanza prenotata a vita, una di quelle attraverso le quali si vede il sole a scacchi.

giovedì 6 ottobre 2011

I veri eroi del nostro paese (sottotitolo: da Steve Jobs alla gnocca passando per Barletta)


Oggi è stata una di quelle giornate per le quali ci sarebbe da vergognarsi di essere italiano se non fosse che dovrebbero davvero vergognarsi coloro che ci rappresentano ed in primo luogo il capo del governo nonchè Silvio Berlusconi. Oggi a Barletta si svolgevano i funerali delle cinque vittime del crollo della palazzina dove lavoravano abusivamente ed in condizioni di schiavitu' quattro di loro. Ma a questa ennesima tragedia del lavoro erano assenti tutte le cariche dello Stato, nessun rappresentante delle istituzioni centrali era presente alla cerimonia. Perche' queste vittime non sono eroi, sono semplicemente vittime da dimenticare. Tornano alla mente in questo momento le parole piene di ipocrisia in occasione di ogni nostro soldato morto in Iraq o in Afghanistan per difendere, dicono le istituzioni, la democrazia nel nostro paese. In quei tragici momenti tutti si affannano davanti alle telecamere ad elogiare quei ragazzi, affibbiando loro il titolo di eroi, e soprattutto a difendere le ragioni di una guerra assurda e illogica. Oggi al cospetto di una tragedia sul lavoro, e per di piu' lavoro nero, nessuno si e' fatto avanti, nessuno si e' degnato di spendere una parola su queste donne che per una paga di 3,95 euro all'ora lavoravano piu' di 10 ore al giorno all'interno di un sottoscala inagibile. Per queste persone nessuna cerimonia di stato, nessuno si e' scomodato, nemmeno il Presidente della Repubblica impegnato in uno dei suoi discorsi fatti di parole buttate nel vuoto di una platea assonnata. Mentre a Barletta si piangevano queste vittime della crisi economica e la rabbia dei cittadini si sfogava contro quei pochi rappresentanti delle istituzioni locali, dall'altra parte dell'oceano, negli Stati Uniti, si piangeva la prematura scomparsa di un uomo che ha cambiato sicuramente la nostra vita con le sue inoovazioni tecnologiche: Steve Jobs. Un grande personaggio che ha segnato un'epoca con la sua fantasia, con le sue intuizioni tecnologiche che ha sempre realizzato e portato a termine entrando nella vita di tutti noi. Una grande personalita' che ha consentito al mondo intero di fare grandi passi in avanti nel settore della comunicazione globale. Certo un parallelo forzato quello fra le morti di Barletta e quella si Steve Jobs, ma alla fine la perdita prematura di una vita umana e' sempre e comunque una tragedia. In questo panorama nazionale ed internazionale, il capo del governo della Repubblica Italiana non ha trovato di meglio che intrattenere le galline del suo partito a Montecitorio (mi scuso con tutte le donne ma mi rifiuto di indicare con il termine donne delle femmine che circondano di attenzioni un uomo spregevole come Silvio Berlusconi) sfoderando barzellette e indicando il nome del nuovo partito a cui dara' vita: Forza Gnocca. Ecco questa e' la sintesi della giornata di oggi che inquadra in maniera perfetta la situazione del nostro paese o meglio dei governanti del nostro paese. La repubblica italiana e' in mano ad un malato di mente come ha illustrato perfettamente qualche tempo fa la sua ex-moglie. Un uomo che vive fuori dal tempo e dalla realta' della storia, che vive all'interno dei suoi palazzi circondato da personaggi di sesso maschile e femminile che per proprio tornaconto personale sono disposti a difenderlo a spada tratta. Mentre il mondo piange un grande uomo, mentre in Italia si piangono cinque vittime della crisi economica, il capo del governo si diverte a prendere il giro il parlamento, il proprio partito, l'opposizione e soprattutto tutti i cittadini italiani e prima di tutti coloro che lo hanno votato.

Tanti piccoli berlusconi




Quando leggo ed ascolto le critiche che da ogni parte si sollevano in questi giorni contro la giustizia e soprattutto contro la sentenza del processo di Perugia, ho come l'impressione di vedere tanti Berlusconi puntare il dito contro i giudici che hanno assolto Amanda e Raffaele. Ormai qualunque sia la sentenza che un tribunale emette, c'è sempre una parte dell'opinione pubblica che la contesta, la critica, la respinge. Che sia l'effetto di un'ormai ventennale denigrazione e attacco continuo alla magistratura italiana da parte proprio di colui che è stato il pricipale protagonista della vita politica italiana ? Certo nel caso in questione, l'omicidio di Meredith, una grande responsabilità di tutta questa sollevazione popolare è anche dovuta ai giornali ed alle televisioni che per oltre quattro anni ci hanno tartassato e martellato con la storia del delitto creando un'aspettativa nell'opinione pubblica: quella di vedere Amanda Knox e Raffaele Sollecito condannati amagari all'ergastolo. Ora che questa aspettativa è stata disattesa, tutti contro i giudici con attacchi di memoria berlusconiana come se tutti avessimo la verità in tasca come pretende di averla il tizio del consiglio. Sarebbe accaduta la stessa cosa se i due ragazzi fossero stati assolti in primo grado e ritenuti colpevoli in secondo grado ? Sicuramente no. E chi ci dice che a sbagliare siano stato i giudici del primo grado di giudizio piuttosto che i giudici dell'appello ? Qualcuno ha forse le carte in mano e la verità in tasca ? Assolutamente no, ma tutti ormai si erano convinti della colpevolezza dei due ragazzi, senza se e senza ma. Personalmente non mi scandalizzo nè della prima nè della seconda sentenza, lo scandalo è che due persone debbano stare in galera ad aspettare quattro anni per avere il processo di appello, questo è il vero problema della giustizia italiana. Ma attenzione un problema che non si risolve con le ricette proposte dal superindagato del consiglio, che in qualità appunto di superindagato non avrebbe nemmeno titolo di proporre una riforma della giustizia oltre che di stare a capo del governo, ma si risolve facendo un'analisi seria dei motivi che portano a questa lentezza per poi intervenire al fine di accelerare l'attività della macchina della giustizia. Insomma prima si fa una diagnosi seria e poi si propone una terapia. Alla fine il problema non è che Amanda e Raffaele siano colpevoli o innocenti, il problema è che un delitto e' ancora impunito dopo diversi anni e due ragazzi hanno trascorso quattro anni in galera senza sapere ancora se giustamente o ingiustamente. Tutto il resto è solo una messinscena mediatica sulla falsariga di quelle usate da Berlusconi per governare in questi anni bui del nostro paese.

mercoledì 5 ottobre 2011

L'Italia ... ultima provincia cinese




La Cina è vicina ... era lo slogan degli anni 70 quando si temeva un'invasione della Cina di Mao nel mondo occidentale, quello slogan nel terzo millennio potrebbe diventare ... la Cina siamo noi. I fatti di Barletta e quanto sta avvenendo nel mondo industriale italiano ne sono la conferma e, pur essendo due avvenimenti completamente diversi fra loro, rappresentano la dimostrazione che il nostro paese ha importato dalla Cina non solo prodotti a basso e costo e contraffatti ma anche un modello di società giustificandolo con la crisi economica. Le condizioni in cui lavoravano le donne di Barletta, venute alla luce in seguito alla tragedia nella quale quattro di loro hanno perso la vita, fino ad ora erano state scoperte solo a carico di lavoratori cinesi sia nel nostro paese che nella Cina stessa. Ammucchiate in locali angusti, sottopagate (4 euro l'ora ma ricordiamo che anche le tante cooperative che svolgono attività in Italia pagano i loro soci-lavoratori intorno ai 7 euro lordi l'ora, condizioni da vera e propria schiavitù), senza nessun contratto e nessuna protezione sociale e previdenziale, costrette a lavorare 10 ore il giorno e forse fra poco si scoprirà anche con una ciotola di riso per pranzo. Quando è iniziata l'invasione dei prodotti cinesi e quando i nostri governi sono andati in Cina a proporre accordi commerciali e di varia natura (per chi non lo sapesse le nostre università sono costrette ad avere fra i loro iscritti un certo numero di studenti cinesi) da più parti si era sollevato il problema di chiedere garanzie ai dirigenti cinesi in merito ai diritti umani, continuamente calpestati nel più grande paese orientale. Invece è avvenuto il contrario: siamo noi italian i che abbiamo importato il loro modello e condizioni lavorative al limite della disumanità. Un modello che piace molto anche ai nostri industriali, Fiat e Marchionne in testa, che intendono sottrarsi a quelle regole che i lavoratori hanno conquistato con anni di lotta anche rimettendoci la vita. Oggi stiamo tornando indietro di 200 anni grazie soprattutto ad un governo debole, che non sa come affrontare la crisi, e che si fa imporre dall'esuropa condizioni inaccettabili per chi da sempre ha lavorato con rgandi sacrifici e soprattutto pagando le tasse. Per uscire dalla crisi si concedono alle imprese licenziamenti più facili, come se i cittadini italiani e soprattutto i giovani non avessero già pagato un prezzo altissimo in numero di disoccupati, si vorrebbe diminuire gli stipendi ai dipendenti pubblici, come se tali stipendi non fossero già per molte categorie di lavoratori al limite della sopravvivenza, si intende consentire alle imprese di derogare verso qualsiasi regola e accordo stabilito a livello nazionale, come se con il precariato non si fossero già tolti ogni diritto ai centinaia di migliaia d lavoratori. Insomma per uscire dalla crisi la strategia è quella di farla pagare a chi ha sempre pagato mentre chi ha dimostrato incapacità nel prevederla, nel gestirla, nel tentare di risolverla mentre ha sempre fatto di tutto per negarla, la farà franca comodamente seduto sulle proprie poltrone. Anche in questi giorni il governo, piuttosto spendere tutte le proprie energie per uscire il prima possibile da questa situazione e cercare una strada per consentire al paese di riavviare lo sviluppo, impegnerà il parlamento in questioni che rigurdano esclusivamente il suo capo minando alle fondamenta la libertà e la democrazia in un paese ormai martoriato in ogni settore della sua vita sociale, culturale e politica. Un governo che si preoccupa di far pagare chi sbaglia ma che non intende pagare per i propri errori di valutazione che hanno portato le lavoratrici di Barletta ad operare in condizioni disumane fino a perdere la vita.


sabato 1 ottobre 2011

Con questi prima o poi verremo alle mani .. è certo


Che prima o poi con i fascisti verdi della Lega si arrivi alle mani e ad una specie di guerra civile era scontato da quando è nata questa formazione sovversiva e illegale, fino a qualche tempo fa erano solo timori che poi si sono trasformati in certezza soprattutto da quando il tizio del consiglio li ha chiamati al governo ed ha subito giorno giorno i loro ricatti. E' stato dato troppo spazio ad una formazione che ha fatto dell'illegalità la propria bandiera: ha formato un parlamento, una guardia nazionale propria, ha offeso la bandiera tricolore e tutti i simboli della nostra nazione, ha offeso i 150° di storia dell'Unità d'Italia ed oggi addirittura si schiera contro il Presidente della Repubblica con l'appoggio sempre del purinquisito di ogni era. Il tutto in nome di una terra che non esiste se non nel loro immaginario collettivo: la Padania. Questi fascisti si presentano in televisione mostrando i loro simboli e lo fanno addirittura con i loro ministri, altra dimostrazione di illegalità. Un ministro della repubblica italiana è un ministro dello Stato Italiano e dal momento che diventa ministro deve abbandonare i simboli del proprio partito in quanto è un ministro di tutti. Questi signori no ... si presentano con cravatte e fazzoletti verdi come dei non appartenenti a questa nazione. Bene se non si sentono italiani hanno solo due cose da fare: una dimettersi da tutti gli incarichi istituzionali e due espatriare fuori da una nazione che non è la loro. La padani è una loro invenzione e qualsiasi azione che tenda a metterla in evidenza è un'operazione sovversiva, contro lo stato e come tale da condannare. Se lo Stato con le proprie istituzioni non ci è riuscito fino ad ora ci riusciraà il popolo con le buone o con le cattive ormai è solo questione di tempo. Ed insieme a loro farà la stessa fine il tizio del consiglio che li difende a spada tratta ponendosi anche lui contro Giorgio Napolitano affermando che è il Presidente della Repubblica che destabilizza lo Stato .... ma quante stronzate dobbiamo ancora sopportare dalle bocca di questo sessuofobo. Il governo è ormai assediato da tutto il paese, le forze sociali, i sindacati, le forze produttive di ogni ordine, solo il parlamento lo difende strenuamente anche grazie agli omini verdi che sono solo capaci di inscenare carnevalate fuori tempo (Pontida, l'ampolla con le acque del Po') senza occuparsi dei problemi reali di un paese sull'orlo della bancarotta. Oggi il loro giornale strilla ... IO ESISTO E SONO PADANO .... bene allora fai una cosa .. levati anche dalle scatole e lascia in pace l'Italia e se non lo fai ... traquillo prima o poi qualcuno te lo farà fare.