sabato 27 giugno 2015

Ma sto' De Luca alla fine chi è ....


La storia politica di Vincenzo De Luca ha dell'incredibile e lo fa apparire un uomo potente del quale la politica o meglio il Partito democratico non può fare a meno. Si perché la sua storia è iniziata con il governo Letta e continua oggi con il governo Renzi che ieri ha emanato un decreto al limite dell'assurdo e della follia. Ricapitoliamo (da Il Fatto Quotidiano).
  • 2013: Letta nomina De Luca, sindaco di Salerno, viceministro dei trasporti, carica incompatibile con quella di Sindaco di Salerno che ricopre in quel periodo
  • De Luca non si dimette come sarebbe obbligato a fare e deve intervenire la magistratura per opera del Tar a dichiarare la sua decadenza da sindaco di Salerno
  • Nel frattempo viene condannato per abuso d'ufficio ed in base alla legge Severino andrebbe sospeso dalla carica di sindaco se non fosse già decaduto, ma lo sarebbe anche in base ad una legge del 1990 che già esisteva e che è stata assorbita dalla legge Severino
  • De Luca quindi non potrebbe ricoprire alcuna carica ma lui si presenta alle primarie del Pd per la regione campania e Renzi invece di impedirglielo dichiara che la situazione di De Luca può essere risolta
  • Gli elettori in campania abboccano e De Luca viene eletto
  • De Luca viene proclamato presidente e immediatamente il governo dovrebbe sospenderlo ma non lo fa sebbene anche la Consulta abbia già sentenziato che non può compiere alcun atto
  • A questo punto Renzi esce dal guscio e si fa dare un parere dall'avvocatura dopodiché lo sospende con un decreto per evitare anche lui di finire nei guai ma fino all'ultimo ha fatto resistenza e ha già mandato un messaggio subluminale a De Luca ... "Mi aspetto un ricorso ..." ... Traduzione: "Vincenzino fai ricorso che la magistratura di tratterà come De Magistris ed io potrò farmi bello per averti consentito di candidarti"

Ora la domanda è ... Ma quanto è potente questo Vincenzo De Luca considerato che due presidenti del consiglio hanno fatto carte quarant'otto per lui ? Secondo me è potente un bel pò e non mi meraviglierei che fra un pò uscisse qualche bella nuova notizia sul fronte giudiziario che lo riguarda. Ah dimenticavo: se questa farsa l'avesse inscenata Forza Italia con il suo ex cavaliere ... apriti cielo terra e mare ...

Volenti o nolenti siamo in guerra


Tutte le belle (o brutte dipende dai punti di vista) parole che sono spese dai politici dopo un qualsiasi attentato si disperdono al vento e nessuno ha in mente un reale progetto per sconfiggere il terrorrismo islamico che vada oltre la chiusura delle frontiere o il rafforzamento dei controlli interni. La realtà è che il terrorismo attuale è cambiato rispetto a quello dell'attentato alle torri gemelle: nel 2001 il terrorismo non aveva uno stato, oggi i terroristi dell'Isis hanno messo in piedi il califfato il quale, sebbene con confini non ancora ben delimitati, rappresenta bene o male uno stato a tutti gli effetti. Nel 2001 si pensò di combattere il terrorismo portando la guerra in Afghanista ed Iraq, un errore come dimostrano i fatti tragici di questi mesi, oggi si ha paura a scatenare una nuova guerra e si subisce quasi inermi le offensive dell'Isis sia nei territori siriani ed iracheni, sia in europa e ovunque i terroristi intendano portare morte e distruzione. Intendiamoci la guerra non è la soluzione definitiva, ma è solo una terapia d'urgenza, se poi non si fa seguire una adeguata terapia di mantenimento la patologia, il terrorismo in questo caso, si ripresenta più forte di prima. Gli Stati Uniti, dopo le innumerevoli e giuste critiche per gli interventi in medio oriente, ora se ne stanno buoni e hanno lasciato il pallino in mano all'europa che ha mostrato in questo frangente tutta la sua fragilità e incosistenza politica, incapace di agire in maniera compatta e soprattutto efficiente. Durante le rivolte della primavera araba ha lasciato che Francia e Inghilterra, con l'appoggio dell'Italia, intervenissero in maniera maldestra in Libia senza avere un progetto chiaro e preciso di cosa fare dopo l'abbattimento di Gheddafi, con il risultato che oggi è sotto gli occhi di tutti. Ora ci troviamo da una parte a dover affrontare il problema dell'immigrazione con migliaia di disperati che fuggono dai territori in mano a bande di terroristi, dall'altra a convivere con la paura dei terroristi che come si è visto possono arrivare ovunque in maniera quasi indisturbata. Per contrastare l'immigrazione di fatto non esiste una strategia europea se non quella di lasciare l'Italia ad affrontare il problema salvo qualche bel discorso di facciata (40 mila immigrati saranno distribuiti fra gli stati europei in due anni senza però obbligare nessuno a riceverli quindi dopo i pronunciamenti di Francia, Inghilterra, Ungheria ed altri paesi dell'est rimarranno in Italia) o qualche pericolosa iniziativa che prevede l'intervento armato contro i barconi e cioè l'ultima ruota del carro dell'affare immigrazione clandestina. Per contrastare il terrirismo invece niente di niente anche se in questo caso si saprebbe esattamente dove colpire. Certo la guerra non può essere portata dall'europa da sola ma sarebbe indispensabile il coinvolgimento degli stessi paesi islamici oggetto a loro volta di attentati terroristici e per mettere in atto questo coinvolgimento sarebbe indispensabile un'azione politica efficace. E si ritorna a bomba: l'incosistenza e l'insistenza dell'europa in quanto tale.

venerdì 26 giugno 2015

Chi governa il paese ? ... La magistratura

Dice: "Bisogna riformare la giustizia". E chi non è favorevole a questa riforma ? Tutti. Il problema è che significa riformare e che cosa riformare. Per il cittadino comune il problema è semplice. Gli interventi da fare sono due: meno leggi più semplici e più chiare, tempi e pene certe. Giobbe Covatta direbbe: "Basta poco che ce vo'...". Ce vo', ce vo' eccome se ce vo'. Impresa impossibile o quasi perché a riformare la giustizia dovrebbe essere la politica e la politica attuale in Italia soffre di due problemucci che la rendono inadueguata a ricoprire il ruolo del riformatore. Il primo problema è che il politico italiano, quello che dovrebbe rendere più efficiente il sistema giudiziario italiano, per una buona percentuale è un soggetto che ha problemi egli stesso con la giustizia, come minimo è indagato, come massimo ha già subito qualche condanna definitiva passando per condanne di primo o secondo grado. Insomma è un soggetto che ha tutto l'interesse che la magistratura non funzioni, e poiché l'italiano medio per prima cosa guarda a se stesso, anche il politico italiano agisce di consequenza e si guarda bene da mettere mano in maniera definitiva al sistema giudiziario. Il secondo problema deriva dalla manifesta incompetenza e scarsa professionalità nel compiere il proprio mestiere del politico stesso: quello di emanare leggi. Negli ultimi tempi si assiste ad interventi continui della corte costituzionale a bocciare leggi emanate dal parlamento: dalla legge elettorale, al provvedimento sulla fecondazione assistita, agli interventi economici su pensionati e dipendenti pubblici e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare della politica che emana leggi e poi essa stessa fa di tutto per sottrarsi a quelle leggi come l'ultimo caso della legge Severino. Sull'onda della corruzione dilagante quella legge fu scritta per combattere, si fa per direm la corruzione dei politici con il "falso" intento di bloccarne la carriera politica appunto. Poi la stessa politica fa di tutto per sottrarsi a questa tagliola addirittura candidando il politico che poi non potrebbe ricoprire quel ruolo (De Luca in Campania) oppure impegnandosi a salvare il politico caduto in quelle maglie della legge che poi si sono rivelate talmante larghe da far passare di tutto. Poi la legge, la Severino, è talmante scritta con i piedi per buttare fumo negli occhi al cittadino, da rendere sufficiente che un giudice si impegni poco poco per renedere vani i provvedimenti presi in virtù di quella legge, caso De Magistris. Insomma alla fine il governo del paese è in mano alla magistratura secondo il seguente schema: il parlamento emana una legge scritta con i piedi, la magistratura interviene e riscrive di fatto la legge. Un circolo che potrebbe diventare vizioso perché la politica spesso nel riscrivere la legge commette più o meno gli stessi errori e presto probabilmente lo vedremo con la legge elettorale. Quanto mi piacerebbe leggere il giudizio degli storici fra 100 anni su questo periodo della storia del nostro paese. 

giovedì 25 giugno 2015

"L'Italia non è il paese dei balocchi" .... magari lo fosse


"Lì non vi sono scuole, lì non vi sono maestri, lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si fa scuola e ogni settimana è composta da sei giovedì ed una domenica". Insomma tutto molto più chiaro e lineare rispetto al paese Italia. Un paese dove si fa finta di fare tutto sul serio ma che alla fine sta nel caos più completo in ogni settore. Perfino la Corte Costituzionale ormai è entrata in confusione al servizio della politica e non più istituzione garante del rispetto della costituzione. Alcuni esempi. Lo scorso anno dichiarò illegittima la legge elettorale in vigore da tre legislature, ma si affrettò a sancire la totale legittima del parlamento: abbiamo eletto un parlamento con una legge incostituzionale ma il parlamento stesso è costituzionale. Una confusione totale che nemmeno nel paese dei balocchi sussiste. Un mese e mezzo fa dichiarò incostituzionale il blocco dell'adeguamento delle pensioni messo in atto dal 2011 in poi e i giudici furono bastonati dalla politica che ha bellamente disatteso quella sentenza, come dire: le vostre sentenze contanto quanto il due di coppe quando briscola è spade. Ieri la Corte per evitare di essere bastonata e di vedere le proprie sentenze trattate come carta straccia ha emesso un altro verdetto che nemmeno nel paese dei balocchi sarebbe preso in considerazione: il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici è incostituzionale ma solo da oggi in poi. Ma la costituzione non è in vigore dal 1948 ? E allora perché un provvedimento incostituzionale lo diventa solo oggi e non quando è stato preso qualche anno fa ? Poi i nostri governanti si meravigliano se l'Europa ci tratta a pesci in faccia sulla questione immigrazione, e come deve essere trattato un paese governato da politici incompetenti che emanano leggi incostituzionali le quali sono bocciate dalla Corte Costituzionale (l'organo preposto a valutare la rispondenza di ogni provvedimento legislativo alla costituzione italiana) alcuni anni dopo ma i cui effetti sempre per la corte sono rispondenti alla costituzione ? A pesci in faccia naturalmente. L'europa poi sa che il presidente del consiglio ha il suo famigerato piano B per contrastare e risolvere il problema immigrati, lo ha esposto ieri al senato e consiste in 3 punti fondamentali: 1) chiediamo all'europa di fare la sua parte (come tutti i governi vanno blateranno da oltre 10 anni); 2) non avere paura dei rimpatri (che sono previsti da tutte le leggi sull'immigrazione emanate dai governi da 25 anni a questa parte); 3) le regioni accolgano i rifugiati e gli altri a casa (il classico scaricabarile ormai considerata una specie di disciplina olimpica da parte dei politici italiani). E che dire poi della scuola e della riforma che il governo sta mettendo in atto ? Anche questa in Italia è una disciplina olimpica per i vari governi che si succedono alla guida del paese, ognuno mette la sua firma sulla scuola tanto che il faldone che contiene le riforme dell'istruzione in italia contiene più leggi dei lucchetti di Ponte Milvio. Ma quando si parla di riforma della scuola il cittadino comune europeo pensa alla riforma della didattica, dei programmi, dei percorsi formativi insomma a tutti quegli interventi che dovrebbero migliorare appunto la didattica. Sbagliato questo accade in un paese normale non in Italia. Nel paese dei balocchi il problema è stato risolto alla radice: niente scuola. In Italia si va a riformare ciò che servirà solo a creare i soliti clientelismi accorpando i poteri in mano di una persona sola il preside che diventa una specie di sceriffo come i sindaci nei comuni. A questo punto c'è quasi da rimpiangere la riforma Gelmini che almeno intervenne sui percorsi didattici abolendo la geografia.

mercoledì 17 giugno 2015

Il parolaio matto


E' stata sufficiente un piccola, anche se significativa, sconfitta elettorale a far impazzire il giovanotto venuto da Firenze. Fino ad ora, pur essendo arrivato al governo senza un test elettorale, ad esclusione della farsa delle primarie del partito democratico, ha usato il successo delle elezioni europee (successo anche questo inficiato dall'astensionismo al 40%) per portare avanti riforme contro le quali si sono scagliati tutti, compresa una parte del suo partito. Ora che sono arrivate le elezioni regionali e amministrative in alcuni comuni ed il Partito Democratico ha perso un pò di voti ed alcuni caposaldi (Liguria, Veneto, Venezia, Arezzo, etc.) vicendo in altre appoggiandosi a personaggi inquisiti (Campania), ecco che lo sbruffone va in paranoia e continua cone le sue mitragliate verbali sparando contro tutti, anche contro se stesso. Addirittura paventa di tornare al Renzi 1.0 dopo essere passato dal Renzi 2.0 (qualcuno si è reso conto di questo passaggio ?), nemmeno la Microsoft di Bill Gates ha mai osato tanto tornando indietro ad una versione precedente del suo "famigerato" sistema operativo. Il problema sta nel fatto che la furia del Renzi pensiero si scaglia contro le aspettative di migliaia di precari della scuola che passano di giorno in giorno dalle stalle alle stelle, poi di nuovo alle stalle e poi non si sa ancora dove. Una specie di punizione per il risultato delle ultime amministrative nelle quali in diversi analisti hanno visto il voto punitivo degli insegnanti. Poi spara contro un suo sindaco, Marino, che di certo con la situazione che si è creata a Roma con le inchieste di mafia capitale si trova, suo malgrado, a gestire un comune nel quale non si può fidare di nessuno ma scagliarsi contro l'incolpevole sindaco è un indice della confusione nella quale si trova Matteo Renzi. Blocca la riforma della scuola, consiglia a Marino di lasciare il comune di Roma, ha un piano B per gli immigrati ... e meno male, o peccato a seconda dei punti di vista, che l'Italicum è già stato approvato altrimenti tornerebbe indietro anche su quello considerato che se si andasse oggi a votare potrebbe perrdere il ballottaggio con il M5S. Poi se la prende anche con le primarie, le uniche elezioni alle quali ha partecipato direttamente vincendole, ma ora non vanno più bene nemmeno quelle perché chi le vince poi prende batoste alle elezioni alle quali partecipa (a meno che non sia un inquisito ma questo è un altro discorso). Naturalmente la responsabilità di questa caporetto non se la prende lui ma l'appioppa direttamente all'opposizione interna del Pd che lo contrasta in tutte le sue riforme, l'apoteosi della follia e della superbia. Insomma dopo aver scacciato il compagno ... ops scusate ... l'amico di partito Letta dal governo per tirare fuori il paese dal fango e dal pantano, Renzi si ritrova impantanato a tal punto che non sa che pesci pigliare: andare dritto rischiando di andare alle elezioni e perderle o trovare compromessi per sopravvivere fino al 2018. La vicenda De Luca propende per questa seconda ipotesi ma anche quello che sta accadendo a Roma probabilmente va in questa direzione .... d'altra parte gli elettori non hanno saputo dare una vera svolta alla situazione politica preferendo l'astensione al voto.