sabato 31 ottobre 2015

Da Berlusconi a Marino passando per De Luca: la mutazione genetica del Partito Democratico


Non sono mai stato un fan del Partito Democratico fin dalla sua nascita quando, per dare vita ad un carrozzone politico senza anima, Veltroni e company sacrificarono prima il governo Prodi e successivamente distrussero la sinistra italiana relegandola fuori dal parlamento. Quel carrozzone tradiva le proprie origini tentando di mettere insieme aree politiche opposte con un unico scopo: quello di raccogliere voti ma lasciando da parte quegli ideali, quei principi e quei progetti che costituivano le fondamenta della sinistra italiana. La degenerazione totale di quel carrozzone si sta consumando in questi ultimi mesi da quando alla sua guida è salito quel presuntuoso e ambizioso che si chiama Matteo Renzi. I comportamenti del Pd si sono trasformati al punto di tale di avere atteggiamenti diversi e contrapposti rispetto a fatti e personaggi della stessa natura. Che dire delle reazione, accorate e per certi aspetti furiose, di tutto il partito alle offese gratuite di Berlsuconi rivolte alla Rosy Bindi rispetto al silenzio come risposta alle stese offese rivolte da Vincenzo De Luca ancora alla Bindi ? Si è vero dopo 24 ore una timida Boschi ha bollato come offensivo il comportamento del presidente della regione Campania, ma non c'è confronto fra l'inidignazione di alcuni mesi fa rispetto alla timida protesta della ministra. Ed ancora come valutare la reazione e la sfiducia senza dibattito verso il sindaco di Roma Ignazio Marino rispetto all'accettazione, contro la legge, della candidatura e della successiva elezione di Vincenzo De Luca a presidente della regione Campania ? Intendiamoci, a mio avviso, Marino si sarebbe dovuto dimettere dopo essere rimasto a godersi il sole dei caraibi mentre a Roma accadeva il finimondo, dopo essere andato in America ad omaggiare un Papa che avrebbe potuto omaggiare ogni giorno trovandosi a due passi da Città del Vaticano, e dopo aver mentito sugli scontrini addossando le irregolarità ai funzionari del Comune. Tutti episodi che sarebbero, in un paese normale, in contrasto con l'attività di politico e soprattutto di sindaco, ma in un paese normale appunto non in un paese come l'Italia. Rimane la perplessità sul comportamento del Partito Democratico che fa eleggere un candidato in contrapposizione con una legge votata dal partito stesso e poi fa cadere un sindaco per peccati veniali rispetto a quelli gravi di altri personaggi che siedono sui banchi del governo. La logica che sottosta a questi comportamenti contrastanti e incoerenti è una sola: chi è simpatico a Metteo Renzi ha via libera e carta bianca (sempre che segua pedissequamente le direttive del fiorentino), chi per qualunque motivo anche futile non sta nelle grazie del capo deve essere rottamato ad ogni costo anche contro il volere dei cittadini. Un partito che nato carrozzone si è trasformato in un obbrobrio da far invidia alle tresche politiche della prima repubblica. Al pensiero che alle prossime elezioni il cittadino dovrà scegliere fra PD e M5S mi vengono i brividi .... povera Italia come sei caduta in basso.

giovedì 22 ottobre 2015

L'incertezza della pena è l'unica certezza


I dibattiti politici (ammesso che si tratti davvero di politica) di questi giorni sono tutti incentrati sull'episodio del pensionato di Vaprio D'Adda che ha ucciso un ladro che tentava di entrare nella sua casa. Si tratta purtroppo di dibattiti nei quali ognuno cerca di sfruttare a proprio vantaggio il tragico episodio. Si va dal trasformare il pensionato in un eroe (Lega e fascisti di Fratelli d'Italia) con tanto di sbandieratori sotto la sua finestra al tradizionale scarico di responsabilità (Pd e Ncd) per quelli che governavano prima e non hanno fatto niente. Il tutto sulla pelle sia della vittima uccisa che del pensionato che ha sparato. Naturalmente tutti, chi più palesemente chi meno, contro il magistrato che ha incriminato l'uccisore per omicidio volontario senza analizzare nemmeno i pochi fatti che sono noti. Che altro poteva fare il magistrato se un uomo impugna una pistola spara un colpo e con quel colpo fa secco il ladro che fra l'altro sembra non fosse nemmeno entrato in casa ? Il magistrato non può sostitursi al giudice e non può che incriminare l'uccisore con quella imputazione in quanto difficile sostenere che l'intenzione non fosse quella di uccidere se si uccide con un solo colpo. Sarà poi il giudice durante il processo a stabilire eventualmente se fosse legittima difesa o se si trattasse veramente di volontà di uccidere, ma non può il magistrato sostituirsi in un colpo solo al giudice ed allo stesso processo. Ma naturalmente avventurarsi in un'analisi come questa non porta voti a nessuno a partire dalla Lega che proprio sul questo campo di battaglia ottiene purtroppo consensi da parte dei cittadini che vedono comunque l'impotenza delle forze dell'ordine. Un'impotenza causata da vari fattori non ultimo la mancanza di mezzi sia economici che di personale in virtù di tagli effettauati da tutti coloro che si sono succeduti alla guida del paese. Oltre alla cronica mancanza di mezzi poi ci si deve scontrare con una giustizia che fa acqua da tutte le parti a causa di leggi incomprensibili e soprattutto interpretabili in un modo e nell'esatto contrario. Giustizia che, quando arriva ad un provvedimento, incappa nelle difficoltà di far rispettare il provvedimento stesso. E' appunto il caso del giovane albanese ucciso dal pensionato che era stato espulso qualche anno fa dal nostro paese ma che, nonostante il provvedimento di espulsione, circolava liberamente non si sa da quanto tempo. Questo è l'altro male cronico della giustizia italiana: l'incertezza della pena. Un problema difficile da risolvere se gli stessi politici si fanno le leggi e poi cercano in ogni modo di eluderle. Avete presente la legge Severino ? Per quella legge il presidente della regione Campania ed il sindaco di Napoli sarebbero dovuti decadere dalla loro carica a causa di una condanna in primo grado, ma entrambi hanno trovato la strada traversa per eludere la legge e continuare a svolgere il loro mandato. Se la stessa politica non rispetta la legge e fa in modo che non venga applcata, difficile poi invocare la certezza della pena da parte ancora una volta dalla legge. In questo caos politico una forza come la Lega che appoggia il ricorrere alle armi per difendersi trasformando il paese in un Far West senza regole, riceve consensi occupando quegli spazi lasciati liberi da una politica seria e responsabile che ormai è diventata merce rara se non introvabile.

domenica 18 ottobre 2015

Destra e sinistra: la memoria ormai cancellata


La polemica di questi giorni sul considerare il tagli delle tasse un provvedimento di destra o di sinistra è la classica dimostrazione di quanto queste due parole abbiano perso di significato sia per i politici, ma anche per i mezzi di informazione e per la maggioranza dei cittadini. Tutti i politici attuale, Renzi compreso, si affannano a sostenere che non abbia più significato definirsi di destra o di sinistra e quel che conta è fare una politica a favore del cittadino. Sarebbe davvero una bella cosa questa se non esistessero differenze sociali fra i cittadini, se tutti i cittadini fossero davvero uguali, se a tutti i cittadini fosse concesso il diritto al lavoro e se non esistessero persone che si arricchiscono sfruttando il prossimo. Ma il nostro paese ed il mondo intero purtroppo non è in questa condizione utopistica ed il capitalismo, il modello di società, che ormai si è diffuso in ogni angolo del pianeta, si basa proprio sullo sfruttamento di molti a favore di pochi. In questi anni poi con la crisi economica queste differenze sociali si sono accentuate causando una maggiore distanza fra le classi sociali più agiate e quelle più emarginate: i ricchi si sono arricchiti, il ceto medio e povero si è ulteriormente impoverito. Ecco allora che mai come oggi il significato delle parole di destra e sinistra assume ancora maggiore importanza a discapito di chi ci vorrebbe far dimenticare le differenze fra politiche di destra e politiche di sinistra. Purtroppo però la discussione rimane ad un livello bassissimo se si incentra sul tema di stabilire se abbassare le tasse sia una politica di destra o di sinistra. Chi potrebbe dirsi scontento se gli vengono diminuite le tasse ? Nessuno da destra nè da sinistra. La sostanza sta nel come queste tasse vengono diminuite e secondo quali modalità. Se l'abbassamento delle tasse viene condotto nella direzione di raggiungere una maggiore equità sociale e quindi per diminuire le distanze fra ceti sociali, allora si che si tratta di una politica di sinistra. Se invece il taglio delle tasse avviene in maniera lineare uguale per tutti allora siamo in presenza di una politica di destra il cui risultato è, nella migliore delle ipotesi, quello di mantenere le differenze sociali se non addirrittura incentivarle. Insomma non si può giudicare la natura di un provvedimento isolandolo da tutto il resto della politica del governo. Un governo che fino ad oggi si è mostrato essenzialmente di destra sia nelle riforme costituzionali che sono tese a "tagliare" la democrazia ed il potere del cittadino, sia nelle politiche economiche come la riforma del lavoro nella quale sono state cancellati tutti i diritti dei lavoratori trasfomando tutti i lavoratori in una enorme massa di precari licenziabili in qualsisi momento  senza alcuna motivazione. Per quanto riguarda il tagli delle tasse annunciate è ancora presto per dare un giudizio in quanto tutta la legge di stabilità al momento è semplicemente uno spot fatto di slidea e annunci ma senza alcun provvedimento concreto, provvedimenti che saranno stilati da qui a dicembre quando la legge sarà approvata definitivamente dal parlamento ed allora si potrà capire come avverrà questa famigerata diminuzione delle tasse. Certi che se le tassa sulla prima casa è tolta a tutti anche a chi non avrebbe problemi a pagarla, se poi, come sembra, ai comuni oltre a tagliare questa risorsa saranno chiesti 300 milioni di euro da versare allo stato, è chiaro che questo taglio dovrà essere compensato ad altri provvedimenti dagli enti locali. Compensanzione che si trasformerà in un aumento delle tasse dei locali e di tagli ai servizi che sono una risorsa soprattutto per i ceti medio bassi. Aspettiamo quindi di vedere come Renzi portarà in porto questo taglio alle tasse ma le prime avvisaglie non sono certo rassicuranti.

martedì 13 ottobre 2015

La vera riforma costituzionale è quella non scritta






La riforma della Costituzione è così approvata in un Senato semivuoto che rappresenta a pieno titolo quanto la politica sia scaduta in questi oltre 65 anni di storia della repubblica. D'altra parte nel clima politico che si è instaurato nel paese dall'avvento di Berlusconi in poi era difficile aspettarsi altro. E l'ex cavaliere non è certo l'unico responsabile di questo clima, a vario titolo lo sono tutti dall Movimento 5 Stelle arrivato in parlamento sulla spinta dei famosi Vaffa-Day (un manifesto politico che parla da solo) fino ad arrivare a Renzi ed il Pd che "costringono" il parlamento ad approvare una riforma voluta esclusivamente da un uomo. Da questo clima è uscita una modifica alla costituzione che piuttosto che una riforma sembra essere una vera e propria controriforma. Ma andando oltre il testo scritto, confuso, contradditorio e soprattutto che taglia pezzi sostanziali della democrazia, l'aspetto più inquietante è pericoloso sta nel fatto che, insieme alla nuova legge elettorale, questa riforma di fatto trasforma la nostra repubblica parlamentare nella quale il governo è fiduciato dal parlamento, in una repubblica a nomina diretta del capo del governo. Il tutto senza che questa sia scritto nella Costituzione che su questo aspetto non è stata minimamente toccata. L'Italicum prevede infatti uno spropositato premio di maggioranza da assegnare al partito che vince le elezioni e che di fatto quindi si troverà padrone incontrastato di tutte le istituzioni con il proprio segretario nominato premier. L'unico contrappeso poteva rimanere il Senato se questo fosse rimasto elettivo, ma con la riforma appena approvata l'elezione del senato da parte degli elettori è stata cancellata o almeno rimane in forte dubbio a causa di un articolo, il 2, che afferma un principio e poi in un comma afferma un principio in pieno contrasto. Insomma un pasticcio, ma quello che è peggio ... un pasticcio voluto. Ed ora ... ? Ed ora l'ultima parola rimane ai cittadini che si spera non si facciano irretire dalla parlantina di Renzi e dalle sue fandonie e rispediscano al mittente la riforma come fecero con quella del centro destra. D'altra parte sarebbe anche giusto per parcondicio: nel 2006 ad una riforma approvata dal esclusivamente dal centro destra gli elettori dissero di no, nel 2016 la riforma voluta solo da Renzi e soci dovrebbe subire lo stesso trattamento considerato che anche a livello di contenuti le due riforme non sono tanto distanti e stabilire quale sia la peggiore è un compito arduo.

venerdì 9 ottobre 2015

Anche le poste aspettano .... la riforma del senato


Entro nell'ufficio postale per versare un assegno dimenticando che oggi è il primo giorno del mese e che quindi sono in pagamento le pensioni. Mi metto in fila dietro ad altre 10 vecchiette, alcune allegre alcune scure in volto, osservando la scena inconsapevole di quello che accadrà. Gli sportelli aperti sono tre quindi spero di non dover attendere molto. Uno degli sportelli si libera e l'impiegata candidamente annuncia: "Qui ho terminato i soldi quindi per favore venga solo chi deve pagare". Alcune vecchiette capiscono e si guardano sconcertate, un'altra guarda le altre due impiegate e con lo sguardo preoccupato esclama: "Mi raccomando non terminate i soldi anche voi". Una ragazza, terza nella fila, dichiarando "Io devo solo pagare" si appresta a portarsi allo sportello scavalcando le altre due persone che la precedono. La prima della fila, non avendo capito il messaggio dell'impiegata e vedendosi superata dalla ragazza, si mette a strillare: "Lei dove va ?  stia in fila che tocca a me, ma te guarda che maleducata !!!" La ragazza tenta invano di spiegarle il motivo per il quale è passata avanti, anche l'impiegata ci prova ma niente da fare, non la smette di strillare. Deve uscire il direttore per calmare la signora e spiegarle quello che sta accadendo. La situazione si tranquillizza ma ecco che anche l'impiegata di un secondo sportello, mentre paga la pensione ad una signora, annuncia: "Anche io sto terminando i soldi". Poi mi lancia uno sguardo severo e vedendo che ho una busta in mano urla indicandomi: "Lei che fa con quella busta ?". Fra lo stupito ed il divertito le rispondo: "Devo fare un versamento", ma il mio sguardo deve essere un pò severo e prontamente l'impiegata si scusa: "Pensavo dovesse spedire, mi scusi". Ma non è finita. Dal terzo sportello arriva il terzo grido di allarme dopo che l'impiegata ha terminato con la pensionata di turno: "Anche io non ho più i soldi in cassa" e poi rivolgendosi verso di me "Visto che lei deve versare venga così magari possiamo pagare qualche altra pensione". La guardo e cerco di non sorridere. "Mi spiace ho un assegno" L'impiegata impreca, non a voce ma con l'espressione, e si dedica comunque al mio versamento. Lascio l'ufficio postale pieno di pensionati in attesa che l'ufficio stesso sia rifornito di valuta, ma sono già le 9.30 e l'ufficio ha aperto da un'ora. Saluto le vecchiette sentendomi quasi in colpa per aver sbrigato tutto in 5 minuti mentre per loro la mattinata è ancora lunga, ma qualcuna risponde comunque con un sorriso.
p.s.: Dimenticavo l'assegno non sono riuscito a versarlo ... il mio conto corrente postale ancora non è stato trasferito dall'ufficio dove lo avevo aperto qualche anno fa nonostante la richiesta sia stata inoltrata da circa 20 giorni .... Arrivo a casa, accendo la tv e sento il politico PD di turno che dichiara: "Le riforme come quella del senato sono indispensabili per far funzionare meglio e far ripartire il paese" ... Vorrei chiedere: "Anche per evitare che un ufficio postale che paga le pensioni rimanga sfornito di contante dopo un'ora dall'apertura ? " ... ma temo che il politico mi risponda di si...

Il rottamatore .... della democrazia colpisce ancora


Diciamolo chiaramente: in qualsiasi altro paese serio Marino sarebbe già stato costretto ad andare a casa sia per essersi fatto trovare fuori Roma in occasioni di eventi che avrebbero richiesto la sua presenza in qualità di sindaco, sia per aver usato la carta di credito del Comune dichiarando il falso per un paio di cene. In una paese dove un ministro viene mandato a casa per aver copiato la tesi di dottorato figuriamoci se Marino avrebbe potuto resistere tanto. Detto questo però che venga costretto, dopo essere stato democraticamente eletto, a dimettersi da chi governa senza essere passato attraverso le elezioni è quanto meno singolare e soprattutto pericoloso. Ed è tanto più pericoloso se si collega questo ultimo episodio a tutto l'operato di Renzi da quando è diventato presidente del consiglio. Mettiamo insieme tutto e non si può osservare che la democrazia quella vera è in forte pericolo forse ancora maggiormente che nel periodo berlusconiano. 
  • Il parlamento che di questa legislatura che si appresta a modificare la costituzione, a parte i giochetti politici, è stato eletto con una legge dichiarata incostituzionale e decenza avrebbe voluto che si fosse dimesso il giorno dopo la sentenza della Corte.
  • L'attuale presidente del consiglio, dopo aver gridato ai quattro venti, che lui non avrebbe mai occupato quella carica senza passare dalle elezioni, nel giro di un paio di mesi fa il colpo di mano e pugnala il governo Letta insediandosi sulla poltrona più prestigiosa.
  • Si fa finta di cancellare le province che in realtà rimangono e l'unico taglio è stato fatto ai cittadini che non eleggono più i consiglieri regionali.
  • Si elimina il bicameralismo perfetto ma si mantiene il Senato togliendo ai cittadini il voto per eleggere questo secondo ramo del parlamento che mantiene comunque compiti importanti.
  • Si confeziona una legge elettorale che alla fine costringerà il cittadino a scegliere fra due partiti consegnando il paese totalmente ad una singola formazione politica che quasi certamente non rappresenterà la maggioranza del paese. Senza poi contare che continueranno ad essere i partiti a scegliere chi mandare in parlamento e non certo gli elettori.
  • Si continua a tenere in parlamento, nel governo e nelle istituzioni locali personaggi che sono inquisiti, indagati, o peggio ancora condannati anche contro le leggi che il parlamento stesso ha emanato (il caso De Luca in campania è emblematico).
Come ultimo atto in questo uccisione nemmeno tanto lenta della democrazia, il Partito Democratico il cui segretario è anche capo del governo, si prende il lusso di sfiduciare un sindaco eletto democraticamente dai cittadini e che forse ha dimostrato di non essere del tutto all'altezza del compito, che ha commesso un peccato veniale rispetto a quelli commessi da altri personaggi appoggiati a tutto campo dal partito stesso, ma che purtroppo non sta simpatico al capo supremo di Firenze.
Mettiamo in fila tutti questi fatti e sfido chiunque a sostenere che la demcrazia non è stata assassinata da questo governo e da questo partito, che per assurdo ha nel suo nome il termine democratico, e che alla fine dell'opera ci ritroveremo una bella mattina con uno stato "controriformato" e un paese nel quale il cittadino conterà quanto il due di coppe quando briscola è bastoni o, per chi non conosce le carte napoletante, il due di cuori quando briscola è picche.

martedì 6 ottobre 2015

Polemiche contro la coerenza di Matteo


Inutile girarci intorno, le polemiche di queste ore per la stampella che il boss Verdini sta offrendo al governo per la riforma costituzione era ampiamente prevista e fa parte del programma con il quale Renzi ha vinto le primarie ed ha conquistato con un colpo di mano la poltrona di primo ministro. Ora capisco le accuse sullle sue dichiarazioni e promesse prima di arrivare al governo regolarmente disattese una volta occupata la poltrona, capisco le polemiche sulle riforme che sta portando avanti in totale contrapposizione con il programma elettorale del suo partito, capisco le polemiche per il famoso "stai sereno" all'allora presidente del consiglio del suo stesso partito, ma una volta che lui è coerente con il suo pensiero pre-poltrona non capisco tutte le critiche di questi giorni. Lui l'aveva ampiamente detto: "Io andrò a prendere i voti da chi ora ci vota contro: a destra" ed ancora "Per vincere dobbiamo predere i voti della destra". Non mi sembra che ci siano dubbi su queste parole. D'altra parte già alle primarie costrinse Bersani, allora segretario del PD, a cambiare le regole per consentire a chiunque di andare a votare e il povero Bersani, uomo troppo buono per essere un politico di questi tempi, cadde nel tranello modificando il regolamento delle primarie. Risultato: il Matteo conquistò il primo gradino della sua scalata distaccando tutti i suoi avversari. Nessuno si pose la domanda: ma chi l'ha votato questo ? Arrivato poi al secondo gradino del suo progetto, quello di capo del governo, ha continuato nella sua politica acchiappa-destra con il famoso accordo del Nazzareno con l'ex-odiato Berlusconi. Ed anche lì polemiche a non finire ma in realtà lui, Matteo, in quel caso stava facendo proprio quello che aveva promesso: trasformare il Partito Democratico in un partito di centro destra. Solo la ormai ridotta pattuglia degli idealisti di sinistra del partito non se ne rendevano conto, Bersani in testa. Poi Matteuccio ha fatto il furbetto nella elezione del Presidente della Repubblica tentando di gabbare sia la sinistra del partito che Berlusconi e company. Berlusconi si è reso conto del tiro mancino del fiorentino e lo ha subito mollato, la sinistra del Pd ha esultato credendosi i veri fautori del presunto cambiamento di Matteo coniando il "metodo mattarella". Poveri grulli, avrà certamente pensato il presidente del consiglio in quella occasione. In realtà Renzi aveva in mente di divincolarsi un pò dall'abbraccio scomodo dell'ex cavaliere sapendo benissimo che molti dei suoi lo avrebbero abbandonato per cadere nelle braccia del nuovo Pd, quello appunto completamente spostato a destra. Il tutto in preparazione della madre di tutte le riforma, quella costituzionale attualmente in dirittura d'arrivo, che elimina il Senato e che, combinata con la riforma elettorale, consegnerà il paese ad una minoranza del paese senza possibilità di opposizione per almeno 5 anni. Ora tutti scandalizzati per i voti di Verdini ed suoi accoliti, ma non c'è niente di scandaloso ma anzi è l'unico atto coerente del presidente del consiglio da quando è arrivato a guidare il governo. Ora si può dire che si sta varando la riforma ad una costituzione che è ancora solida e che, con questi cambiamenti, sarà stravolta e sicuramente notevolmente peggiorata, che questi provvedimenti sono approvati da un parlamento, legale sulla carta ma eletto con una legge anticostituzionale e quindi di fatto illegittimo, che la costituzione viene stravolta da un parlamento pieno di inquisiti e nella migliore delle ipotesi indagati, insomma la madre di tutte le leggi di un paese democratico è modificata da una classe politica inadeguata. Una inadeguatezza che si manifesta ogni giorno con sedute parlamentari in cui l'insulto gratuito fa parte ormai sempre più spesso del dibattito politico. Tutto vero .... ma non venitemi a raccontare che Matteo Renzi è incoerente ... almeno in questo caso.