martedì 28 agosto 2018

L'ignoranza base fondamentale del governo Salvini-Di Maio


E' preoccupante il governo Salvini-Di Maio (si perché ormai Salvini è il vero factotum del governo, Di Maio l'unico che riesce a tenergli il passo mentre Conte non esiste e lo stesso Movimento 5 Stelle è scoparso fagocitato da Salvini e Lega) più per la base di ignoranza su cui fonda il proprio consenso che per quello che sta facendo o non facendo a seconda dei punti di vista. Un'ignoranza coltivata ad arte dal duo Salvimaio e che bene o male viene alla luce grazie anche ai social, Twitter e Facebook in primis. Il piatto forte naturalmente è l'mmigrazione sulla quale Salvini gioca sporco inculcando nei suoi seguaci quella invasione che i numeri dimostrano ampiamente non esserci, la non suddivsione dei migranti fra i paesi europei per poi stringere accordi con chi non ha accolto nemmeno un migrate fra quelli arrivati in Italia. E così accade che chiunque si metta di traverso ai governo viene massacrato sui social come è accaduto al magistrato che sta osando a indagare Salvini per il trattamento riservato alla nave della marina militare italiana Diciotti, contro la Costituzione e contro le leggi vigenti. Contro il magistrato è stato scritto di tutto compreso fotomontaggi ridicoli da parte di persone che non conoscono nemmeno la differenza fra indagato e imputato. Tanto per chiarire ecco alcuni esempi di post e/o tweet letti sui social.

"Disperato è l'italiano che non ha un lavoro non questi (n.r. africani immigrati) che sono borghesi il vero povero africano non si può permettere di pagare gli scafisti svegliatevi e ora di pensare ai nostri connazionali non agli altri paesi qui la vecchia politica sta facendo business"
Un commento che segue il filo conduttore di Salvini che parla di pacchia finita per gli immigrati e di crociera per coloro che sono caricati su qualche nave per essere salvati e portati in qualche porto sicuro. Qui si arriva addirittura a sostenere che queste persone sono borghesi pieni di soldi come se non si vedesse quando sbarcano che razza di persone disperate sono.

"Se vado in Egitto in nave e non mi fanno scendere perché non ho documenti, il loro Ministro è indagato per sequestro di persona ?"
Il tipo qui non capisce che quelle persone sono state salvate da un naufragio da una nave italiana. Dal momento che sono state salvate e imbarcate dalla nave militare italiana quelle persone si sono trovate in territorio italiano come sarebbe stato per qualsiasi naufrago. Se un ministro impedisce loro di scendere a terra praticamente compie un sequestro perché, ripeto, quelle persone già si trovavano in territorio italiano. 


"Ma se impedisco a qualcuno di entrare in casa mia chiudendo la porta a chiave sto limitando la sua libertà di fare un po' il cavolo che gli pare? Mi indagano per sequestro di persona?"
Come sopra. Nel caso della Diciotti, Salvini non ha impedito a qualcuno di entrare in casa nostra perché si trovavano già in casa nostra dal momento che sono state savate dalla nave della Marina Italiana. E ATTENZIONE: questo tweet è di un sottosegretario del governo Salvini-Di Maio.
 
"Se tu stai bene economicamente perché non ti adotti un centinaio di emigrati così con i tuoi soldi puoi fare ciò che vuoi"
E qui siamo al solito commento becero che, abbassandosi allo stesso livello dell'autore, potremmo dire: perché non ti adotti un medico per curarti o un'insegnante per studiare o uno stradino per aggiustare la strada che fai tutti i giorni ? Gente che ormai non ha più il senso dello Stato e del fatto che il cittadino paga le tasse affinché lo Stato faccia lo Stato e fra i suoi obblighi c'è anche l'aiuto ai paesi più poveri.

Difficile combattere questa platea significativa governativa alimentata dal governo stesso tutti i giorni attravesro i social per sostenere un analfabetismo strutturale utile solo ad aumentare i like su tweet e post. Una cosa è certa: non si può combattere questa platea scendendo al loro stesso livello perché se non ci sei portato ne uscirai sempre sconfitto. I tempi che ci aspettano sono sempre più bui.





venerdì 24 agosto 2018

Salvimaio puntano il dito sull'Europa ma sbagliano indirizzo


Mentre 150 migranti restano bloccati sulla Diciotti tutto il governo punta minacciosamente il dito verso Bruxelles. Ma l'indirizzo è sbagliato. L'articolo 5 del Trattato sull'Unione europea stabilisce che l'Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli obiettivi da questi stabiliti. Cioè in parole povere, la Commissione e il Parlamento propongono, ma sono gli Stati membri a dire l'ultima parola sulle leggi che entrano in vigore a livello comunitario. 
Commissione e Parlamento Ue hanno proposto da tempo una soluzione condivisa da tutti i paesi europei alla gestione dell'immigrazione, quello che in sostanza chiede il governo Conte-Salvini-Di Maio. Nel 2015, l'anno in cui l'Europa è stata investita dal flusso migratorio più consistente degli anni recenti, la Commissione ha proposto una revisione dei regolamenti di Dublino che istituisse un meccanismo permanente di redistribuzione dei richiedenti asilo tra i vari Stati membri dell'Unione, fondato su criteri oggettivi (come ad esempio popolazione e Pil). Anche il Parlamento europeo ha presentato una sua proposta di riforma del regolamento di Dublino in cui si prevede un meccanismo automatico di redistribuzione dei richiedenti asilo. Il testo è stato approvato nel 2017 con la maggioranza dei voti dell'Eurocamera, ma con l'astensione della Lega (tra cui lo stesso Salvini) e persino il voto contrario del Movimento 5 stelle. Risultato: la riforma di Dublino è ancora sulla carta.
Il problema è che gli Stati membri non trovano un accordo sulle nuove norme, a partire proprio dalla redistribuzione dei migranti. I più duri nella loro opposizione sono i paesi di Visegrad: Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria, paese quest'ultimo guidato da quel Viktor Orban a cui Salvini guarda per possibili future alleanze. La Commissione europea ha provato a far mettere d'accordo i paesi membri più volte, come lo scorso giugno, quando ha convocato una sorta di pre-vertice in vista del summit dei capi di Stato e di governo proprio sulla questione migratoria. Un summit a cui Conte era arrivato promettendo "compromessi al ribasso non li accetteremo" e al termine del quale aveva dichiarato: "Da questo Consiglio esce un'Europa più responsabile e solidale, l'Italia non è più sola". Ma sembra evidente che, per quanto riguarda la redistribuzione dei migranti, non sia andata proprio così. E' vero, infatti, che nelle conclusioni del vertice europeo è stato messo nero su bianco che i migranti che arrivano in Europa "dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri, unicamente su base volontaria". Ma in nessuna parte si parla di riforma di Dublino e di meccanismi automatici e obbligatori di redistribuzione. Anzi, si dice espressamente su "base volontaria". Comunque le conclusioni di un vertice Ue non sono leggi, ma semplici impegni politici. Sono i ministri dei paesi membri a dare il via libera alle norme e il ministro Salvini, in quanto titolare degli Interni, piuttosto che perdere tempo a scrivere tweet a raffica, avrebbe molto da lavorare per convincere gli altri 26 colleghi a riformare Dublino. E' chiaro quindi che non sono le istituzioni europee a doversi occupare della Diciotti. Sono gli Stati membri, in assenza di nuove leggi, a dover trovare un'intesa (magari non su base volontaria). Se il governo Conte deve prendersela con qualcuno, anche in vista della risoluzione del caso Diciotti, dovrà farlo con dieci capitali e non certo con l'Ue.

giovedì 23 agosto 2018

Salvini: un bullo ministro dell'interno




In questo post non si parla di politica perché la politica è una cosa seria, ognuno ha le proprie idee e tutte sono rispettabili (meno le idee radicate nel fascismo e nella dittatura in generale), sulle idee si può discutere, ci si può confrontare, si può dibattere ed ognuno è libero o di cambiare idea o di mantenerla. Qui si parla di altro, si parla di un ministro che non ha la minima idea di che cosa significhi fare il ministro, servire il paese e rappresentare le istituzioni. In questo posto si parla degli atteggiamenti di un bullo di quartiere che ha costruito il suo successo proprio sulle sue esternazioni di bullismo, ma che ora, terminata la propaganda considerato che ha raggiunto il suo obiettivo, dovrebbe fare il ministro ed avere un comportamento consono con il ruolo che occupa. Ed invece il bulletto continua la sua opera utilizzando strumenti come i social, tweet e facebook su tutti, in modo da non perdere occasione per dimostrare quanto sia forte e "ganzo". Scatta foto al ritmo di qualche decina al giorno in ogni situazione, in ogni contesto e le utilizza per denigrare i suoi avversari, che da ministro non dovrebbe avere in quanto rappresentante del popolo, e per far vedere quanto sia bravo (naturalmente secondo i parametri tutti suoi e dei suoi seguaci). Ecco allora che si mostra a etto nudo in spiaggia per la gioia de suoi fans mostrando un ego smisurato oltre che violento. Per carità non che un ministro non possa godersi qualche giorno di vacanza al mare come tutti i cristiani, ma in quel contesto dovrebbe quanto meno svestire i panni di rappresentante delle istituzioni e mantenere un profilo basso e privato. Invece il bulletto si mostra in spiaggia e frotte di bagnanti esultanti fanno a spintoni per uno scatto insieme al bell'imbusto. Questo è forse l'aspetto più terrificante: che ci siano persone non in grado di capire che un ministro è sempre un ministro. Il bullo gioca punta tutto su questa schiera di persone vocianti e non perde occasione, nemmeno nel caso di funerali di stato per una tragedia immensa, di scattare e postare selfi a raffica. Un gioco che diventa pericoloso quando l'onnipotente bullo poi si scaglia contro le stesse istituzioni che rappresenta mostrando tratti da personaggio ben conosciuto nella storia italiana. Sul caso della nave della marina militare italiana Diciotti il bell'imbusto lancia anatemi al presidente della repubblica, al presidente del consiglio, alla magistratura parafrasando il famoso detto "ME NE FREGO" anche in questo caso sostenuto da veri e propri sciacalli. Naturalmente i suoi obiettivi sono semplicemente dei poveracci: i migranti per i quali annuncia la fine della pacchia, le navi ong alle quali non consente più di attraccare nei porti per le loro crocere, ed in ultimo qualche sbandato imbecille, come quelli che due giorni fa hanno fatto il bagno in una fontana di Roma, ai quali annuncia un suo personale trattamento educativo che non potrà mai mettere in atto. Il bulletto poi interviene su tutto: ordine pubblico, sanità, istruzione e via dicendo sovrastando tutti i ministri dell'attuale governo e lo stesso presidente del consiglio, incapace di richiamarlo all'ordine, al rispetto della Costituzione e delle leggi nazionali e internazionali. La parte più penosa di questa tragica sceneggiata la stanno facendo i grillini, quelli del cambiamento, che sono in continuo contrasto con il bulletto del governo ma che non hanno la forza o probabilmente hanno semplicemente paura, di andargli contro ed essere costretti a chiudere questa misera esperienza. Il bullo comunque sta diventando sempre più pericoloso e se qualcuno non lo fermerà in tempo, i guai per il paese aumenteranno giorno per giorno trascinando tutto e tutti verso una barbarie sconfinata.

mercoledì 22 agosto 2018

Il governo populista contro tutto e tutti: democrazia, costituzione, scienza, europa


Mentre le acque della vicenda autostrade lentamente si quietano dopo gli annunci ai quali non sarà facile dare seguito, dopo i selfie ed i sorrisi ai funerali, dopo gli applausi meschini ed i fischi meritati, torna prepotentemente sulla scena il ministro dell'interno nonché dei sequestri e della violenza razzista Matteo Salvini. Da ormai quasi una settimana Salvini tiene in ostaggio una nave della marina italiana impedendo di far sbarcare 177 naufraghi di uno dei tanti barconi della speranza. La nave ha potuto attraccare nel porto di Catania per l'autorizzazione concessa da uno dei ministri ombra del M5S, Toninelli, ma il suo collega fascioleghista impedisce lo sbarco dei naufraghi. E così il governo giallo-verde mette in scena uno scontro senza precedenti sulla questione immigrati. Uno dei tanti perché a leggere bene le cronache i due alleati la pensano diversamente su tutto o quasi. Intanto però grillini e leghisti giocano a governare sulla pelle degli esseri umani che, nel caso della nave Diciotti, sono dei veri e propri sequestrati per meri fini politici. D'altra parte sembra che gl stessi sostenitori dei grillini e dei leghisti abbiano perso il contatto dalla realtà ed esultano acciogliendo Salvini e Di Maio con applausi durante i funerali di stato, aumentando i consensi ad ogni nave fermata in mezzo al mare o in qualche porto, sparando un giorno si ed un giorno no ad immigrati e persone di colore per far vedere il loro apprezzamento all'azione di governo. Ed è un rincorrersi di atti eversivi o indirizzati vero lo sfacello: più il governo di impegna in questa azione distruttrice dei valori della nostra costituzione, più il popolo inneggia ai tweet, ai post con like se espressi dalla tastiera o con applausi se espressi dal vivo indipendentmente dalla situazione. Ma il bello, o il tracollo a seconda dei punti di vista, arriverà a settembre quando la legge di stabilità dovrà ora farsi carico oltre che delle promesse scellerate de due contendenti anche del futuro di austostrade d'italia e della ricostruzione di genova, e allora si che saranno dolori.

giovedì 16 agosto 2018

Un governo incompetente ed approssimativo


Al primo problema serio da affrontare, il disastro del ponte di Genova con decine di morti e centinaia di sfollati, il governo dimostra tutta la sua approssimazione e inadeguatezza continuando a gestire il paese come se si trattasse di una continua campagna elettorale. Tweet, post su facebook, dichiarazioni e prese di posizione ad effetto, tutte reazioni irrazionali e illogiche che servono solo a mettere a tacere chi si beve tutto senza ragionare e senza analizzare adeguatamente cosa è realmente accaduto. Un comportamento approssimativo che offende il paese ma prima di tutto offende chi ha perso la vita e la casa per l'incuria di uno stato in primo luogo. Si perché anche il governo del cambiamento come prima reazione ha seguito una moda tutta italiana quella di scaricare le responsabilità su altri e questa volta prima ancora che siano accertate le cause di quanto accaduto. Ed allora ecco il colpo ad effetto: revochiamo la concessione di Autostrade s.p.a. Ora è chiaramente nei poteri del governo cancellare la concessione ma per fare cosa dopo ? Non è che si può da un giorno all'altro dire ad Autostrade s.p.a. di abbandonare la rete autostradale di competenza senza avere un piano per il giorno dopo. E' solo un colpo ad effetto che fa guadagnare consensi probabilmente ma un colpo che non significa governare un paese. Allora si vada in fondo sulle responsabilità, si faccia pagare caro Autostrade per le proprie responsabilità, si preparai anche un piano per la successiva nazionalizzazione (ma solo per la rete sotto la gestione di autostrade o anche per tutti gli altri tratti gestiti da altre società ?) insomma si metta a punto un piano reale e serio di "nazionalizzazione" per il reale passaggio della rete autostradale sotto il controllo pubblico. Ma questo governo è in grado di mettere a punto e realizzare un piano del genere ? Personalmente ho molti dubbi. Questo governo è molto bravo a twittare, a gettare parole sui social, parole che non possono essere lanciate a caso da chi ha responsabilità di governo. Le responsabilità. Si è certi che queste siano esclusive della società Autostrade ? A quanto risulta in contratto stipulato a suo tempo, quando era ministro Di Pietro, prevedeva che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avrebbe dovuto insediare una struttura per controllare il lavoro di Autostrade. Questi controlli sono stati fatti ? Sembra proprio no, né da questo governo, appena insediato, né dai governi precedenti quindi il Ministero in questione, più che parte civile, come ha tuonato Toninelli, è uno dei responsabili di quanto accaduto. Altre questioni di secondo piano ma che dimostrano l'approssimazione e l'inadeguatezza di questo governo sta nelle dichiarazioni che accusano il Pd di aver preso soldi da Benetton e per questo di non aver messo in cantiere i controlli necessari. Ora queste affermazioni sono gravissime e quindi o chi le fa ha in mano le carte per dimostrare quanto affermato oppure sarebbe obbligo il silenzio, ma si sa il silenzio non porta like su twitter, facebook e quant'altro. Insomma l'Italia crolla, e crolla da tempo, e come al solito i nostri governi sono sempre presi di sorpresa ed inadeguati ad affrontare queste tragedie, ma in questo caso oltre all'inadeguatezza siamo di fronte ad incompetenza pericolosa da parte di persone più adeguate per le chiacchiere da bar piuttosto che per governare un paese. Auguri a tutti noi .... ne abbiamo bisogno.

venerdì 10 agosto 2018

Il capotreno esasperato simbolo di uno stato decadente








Il capotreno di un convoglio regionale che da in escandescenze, prende il microfono e invita "gli zingari a levarsi dai coglioni" non è altro che l'ennesimo simbolo di uno stato ormai decadente in ogni suo organismo istituzionale. Una decadenza che parte da lontano, più o meno inizio anni 90, ma che sta trovando in questi ultimi mesi dei degni rappresentanti e soprattutto promotori di questa continua discesa verso il basso del nostro paese. Il capotreno nell'esercizio delle sue funzioni altro non è che un pubblico ufficiale e quindi rappresentante egli stesso delle istituzioni, motivo per cui è inacettabile che possa rivolgersi ad un convoglio intero invitando una specifica categoria di persone a "levarsi dai coglioni" con un linguaggio inappropriato per la funzione stessa che quella persona sta svolgendo. Ma l'aspetto più deleterio e sconcertante è che quel comportamento sia poi giustificato da un ministro del governo italiano, il ministro dell'interno Matteo Salvini, che non perde l'occasione con i suoi tweet deliranti sia di giustificare quel comportamento inadeguato sia di offendere i suoi delatori e oppositori. D'altra parte i primi ad avere un atteggiamento anti-istituzionale sono proprio i politici che da anni hanno iniziato a seguire la pratica dell'offesa verso i propri oppositori abbandonando la dialettica politica ed il confronto civile. Il primo ad inaugurare questa pratica fu Silvio Berlusconi che si permise di dare del "coglione" a coloro che avrebbero votato a sinistra; toni più pacati ma non meno offensivi da parte del suo successore in pectore Matteo Renzi che usava il termine "gufo" rivolto a chi osava criticare le sue scelte politiche. Che dire poi dei grillini, seguaci di Beppe Grillo, che ha fondato un movimento il cui manifesto era un sonoro "VAFFA" verso tutta la politica senza distinzione. Oggi i seguaci del VAFFA si trovano al governo con quel campione di Matteo Salvini, talento naturale, della "politica offensiva" verso il proprio avversario. Salvini arrivato al ministero dell'interno ha iniziato una "guerra" sui social verso tutti e tutto dagli immigrati che fanno "la pacchia" nei campi di pomodori, a coloro che tentano di fuggire da guerra e povertà attraverso "ecoomiche crociere" sul mediterraneo, alle ONG con con le loro navi offrivano servizi turistici a poco prezzo per quei disperati. Ed oggi scende in difesa di un pubblico ufficiale che viene meno al suo ruolo ed alle sue funzioni e lancia messaggi offensivi su un mezzo pubblico. Ma questo è sufficiente per il ministro dell'interno per prenderne le difese: se fosse per lui chiunque offende o spara durante una "goliardata" ad una persona di colore andrebbe isignito di una onorificienza al merito "goliardico". Tutti comportamenti giustificati e appoggiati da una maggioranza silenziosa della popolazione che mette "like" a qualsiasi stupidata del ministro, grazie alla propria incapacità di capire che chi ricopre un ruolo istituzionale a qualsiasi livello dovrebbe essere inappuntabile sotto qualsiasi punto di vista. Ma l'era nella quale viviamo dove valori come l'autorità, il sapere, la cultura sono sbeffeggiati e derisi, non può che avere come propri idoli personaggi "ignoranti" e "gretti" come grillini e leghisti che messi insieme costituiscono un cocktail micidiale verso l'inesorabile decadenza.

giovedì 9 agosto 2018

La laurea non fa il genio e nemmeno il politico


Nella precedente legislatura hanno fatto scalpore diventando oggetto di polemica politica l'assegnazione di alcuni ministeri ad esponenti politici con nessun titolo di studio appropriato. Due ministeri su tutti: quello della sanità alla ministra Lorenzin e quello dell'istruzione alla ministra Fedeli. La polemica insisteva sul fatto che oggi mentre per fare l'infermiere o semplicemente l'insegnante elementare è necessaria una laurea, per guidare due ministeri così delicati, strategici ed importanti venivano chiamate due figure senza alcun titolo di studio. Nell'attuale legislatura abbiamo al contrario la dimostrazione che nemmeno un titolo di studio adeguato, come può essere una laurea, è sufficiente per insediare alla guida di un ministero una persona competente ed preparata. L'esempio di questi giorni è quello del ministro della salute, Giulia Grillo (M5S), laureata in medicina e chirurgia (se pur con specializzazione in medicina legale e delle assicurazione), ma anche lei annebbiata dalla ottusità grillina di andare comunque contro la scienza come se si trattasse di una rivalsa verso chi ha studiato e chi ne sa più di loro su un problema specifico. Il ministro, medico, dovrebbe aver ben chiarlo il problema dei vaccini, dell'immunità di gregge e via dicendo, ma obbedendo alla sua visione ottusa tenta di rimandare l'obbligatorietà delle vaccinazioni per l'accesso alla scuola pubblica. Il goffo tentativo di dare spazio ai criminali novax è portato avanti in maniera approssimativa e dilettantesca cercando di opporsi ad una legge, ormai dello stato, quella dell'obbligo vaccinale, con una semplice circolare che rimanda questo obbligo ma che sta venendo respinta in toto da coloro la legge la devono rispettare, i direttori didattici. La polemica sui vaccini è una delle più barbare dimostrazione dell'inadeguatezza di un movimento, quello dei 5 stelle, nato sulla parola d'ordine del "VAFFA" a guidare non solo il paese ma anche una semplice bocciofila. Le dimostrazioni sono continue e quotidiane da parte di qualsiasi esponente grillino che ricopra qualche incarico istituzionale. Sempre in tema di vaccini è di pochi giorni fa un post su Facebook (si perché i difensori del popolo e paladini dell'uguaglianza sociale non si abbassano ai contradditori ma esprimono le loro idee oscurantische solo sui social network nascondendosi dietro tastiere e monitor) di Davide Barillari, consigliere alla regione Lazio del M5S, che poneva il tema se dovesse venire prima la politica o la scienza, concludendo la sua riflessione sostenendo che la scienza dovrebbe essere subordinata alla politica. Un'idiozia degna solo di un Movimento che di "ignoranti" ne ha raccolti a iosa fra le propre fila. Ma il Barillari fa parte della schiera dei non laureati, schiera che si è infoltita anche in questo governo: i due vice ministri su tutti. Il problema non è comunque la laurea o un titolo di studio, il problema risiede nella consuetudine ormai dalla seconda repubblica in poi di candidare alle elezioni politiche non persone competenti e comunque con un curriculum politico adeguato, ma chiunque alzi la mano o si mostri ossequiante al capo del partito o movimento. Una modalità di reclutamento avviata da Berlusconi ma che ha trovato nel Movimento 5 Stelle un forte sostenitore portando in parlamento persone non solo sconosciute ma che non hanno mai avuto la minima esperienza in ambito politico. Grazie alla cancellazione dei partiti, strumento basilare della democrazia. Il partito nella prima repubblica era una palestra, un luogo di lavoro dove si faceva esperienza e dove, chi aveva intenzione di arrivare al Parlamento, si faceva le ossa partendo dal basso. Oggi i partiti sono delle semplici organizzazioni padronali nelle quali si deve in primis non contrariare il capo abbandonando totalmente quel ruolo di scuola di formazione politica come dovrebbero essere. Ed i risultati purtroppo si vedono oggi più che mai con l'ascesa al potere del Movimento 5 Stelle.

giovedì 2 agosto 2018

La sinistra (parlamentare) che fortifica Salvini

Una buona parte della sinistra (ammesso e non concesso che si possa ancora considerare di sinistra un partito come il Pd dopo i cinque anni di governo della precedente legislatura durante i quali ha strizzato l'occhio a tutti fuorché al suo elettorato storico) ha scelto di combattere "l'esuberanza" sociale di Salvini scendendo sul suo stesso piano. Il ministro dell'interno, agendo ai limiti e spesso anche fuori dalla Costituzione, lancia tweet a mitraglia di stampo campagna elettorale permanente dimenticando il suo ruolo istituzionale di rappresentante del governo. Fa questo giocando sul doppio ruolo di ministro e di segretario del partito della Lega un gioco pericoloso messo in atto prima da Berlusconi ma poi seguito in maniera scellerata da Renzi. Il ruolo di ministro o di presidente del consiglio e comunque di rappresentante del governo è un ruolo che dovrebbe quanto meno svestire il rappresentante stesso da eventuali incarichi di partito. E quando fa dichiarazioni non dovrebbe farle contro una formazione politica deridendola o contrapponendosi come un avversario politico qualunque. Salvini naturalmente non segue questa logica e quotidianamente lancia tweet come se continuasse ad essere semplicemente il segretario della Lega e non il ministro dell'interno. Purtroppo molti da sinistra, quella presente in parlamento (PD ? e Leu), nel tentativo goffo di contrastare l'esuberanza salviniana stanno contrastando il ministro utilizzando la stessa moneta ed uscendone naturalmente perdenti. Anche perché se siamo nella situazione attuale, quella in cui il ministro dell'interno soffia sul fuoco dell'immigrazione (non sa fare altro), una buona responsabilità è a carico di chi ci ha governato negli utlimi anni. Si agisce insomma contro il sintomo ma non contro la malattia. Nessuno si è posto il problema del voto del 4 marzo quando anche le classi medio basse si sono affidate ad un partito come la Lega che propone la flat tax a favore delle classi più agiate. Non è sufficiente ora sbraitare con il Salvini fascista, o contro i voltafaccia dei 5 stelle quasi su tutto il loro programma elettorale, se poi chi si spertica in queste accuse osanna e santifica Marchionne (che riposi in pace) l'esponente più rappresentativo del capitalismo internazionale. Come si può urlare alla Lega di restituire i famosi 49 milioni quando poi si osanna chi ha portato fuori dall'Italia la più grande industria del paese trafugando la paese stesse milioni di euro di tasse ? Oggi sempre la sinistra parlamentare chiama allo scontro sociale contro Salvini, la Lega, il M5S dopo aver negato per anni che questo scontro esistesse nel nostro paese ed essersi schierata dalla parte dei più forti alimentando quello scontro che ha trovato sfogo nel voto a forze reazionarie. Forze che hanno saputo occupare gli spazi tradizionali della sinistra lasciando aperte praterie sulle quali la destra è riuscita a cavalcare e pasturare schiere di disperati. Salvini ha semplicemente spostato lo scontro sulla caccia all'immigrato sapendo benissimo che non potrà cambiare niente o poco allo stato attuale della società capitalista nella quale viviamo. Davvero il Pd e Leu pensano che sia possibile chiamare "alle armi" contro il duo Lega-M5S per tornare ad avere un paese guidato dal Pd quello del Jobs Act (che il M5S comunque non smantella), quello che vuole mettere in campo grandi opere il cui unico risultato è distruggere un paese pieno di bellezze naturali. Chi si può fidare ancora di coloro che non sono nemmeno stati in grado di fare una seria autocritica sulle proprie politiche perdenti (a partire dal referendum del 4 dicembre 2016) giustificate solo con la "incapacità" degli elettori di capire la politica messa in atto. Insomma per battere Salvini e Di Maio (ma il M5S probabilmente imploderà da solo) è necessario prima capire le ragioni della sconfitta, ma l'opposizione attuale non è in grado, almeno fino ad ora, nè di capirla nè di modificare la propria rotta per riaccostarsi al popolo di coloro che sono stati abbandonati. Peccato perché questo momento nel nostro paese potrebbe essere un'occasione di rivalsa se si procedesse ad un'autocritica e ad una unione, reale e non teorica, di tutte le forze che si ispirano agli stessi ideali ed ideologie (si ideologie termine ormai disueto ma senza il quale non si va da nessuna parte come dimostrano i fatti), rispolverando anche la lotta sociale che nel paese è viva più che mai considerato l'aumento costante delle disuguaglianze.