giovedì 29 dicembre 2011

Da domani si cresce



Che belle le parole, sono l'invenzione più straordinaria che l'essere umano abbia mai fatto. Con le parole puoi dire tutto ed il contrario di tutto, ma soprattutto puoi far credere che quello che dici o scriva si perfettamente vero. Nelle due città fra le quali la mia vita si è suddivisa esistono due detti che hanno lo stesso significato: “La parole le porta via il vento … e le biciclette i livornesi” si dice a Pisa, “A discorrè non è fatica”, si dice ad Ancona. In entrambe le espressioni è chiaro il concetto che le parole sono una cosa ed i fatti spesso un'altra. Va beh nel detto pisano noi abbiamo trasferito il nostro eterno “amore” per i vicini livornesi, per l'amor di dio non dite mai ad un pisano che i livornesi sono i loro cugini, ma questo fa parte dell'ironia e del campanilismo toscano che vede ogni città contro tutte le altre. Ma torniamo alle parole e in particolare a tutte quelle che abbiamo sentito dire dal presidente del consiglio Mauro Monti sottoposto al fuoco di fila, per la verità un fuoco anche troppo amico, dei giornalisti italiani e stranieri. Il presidente del consiglio ha illustrato che da domani si cresce e con grafici e parole ha quasi quasi convinto tutti, ma il cittadino italiano, quello che ancora
conserva capacità di intendere e di volere (a proposito questa classe di cittadini sembra in aumento considerata la notizia sorprendente della sospensione anzi tempo del reality Il Grande Fratello che ha fatto un buco nell'acqua …. era ora), appare perplesso al cospetto di questo velato ottimismo in merito alla crescita. Già come è possibile crescere quando le finanze già dissestate delle famiglie italiane se non sono prosciugate lo saranno nei prossimi mesi del nuovo anno ? I primi corposi salassi sono iniziati e proseguono con i carburanti che ormai non trovano piu' un tetto sul quale fermarsi. Per il mio tradizionale spostamento fra le due città prima citate il pieno è costato circa 20 euro di più,
facendo un rapido conto o si abbandona l'auto o alla fine dell'anno se ne saranno andati dai 400 ai 600 euro in più. Che dire poi del famigerato ritorno dell'ICI oggi IMU ? Ogni giorno che passa sembra
che questa aberrante tassa cresca sempre di più soprattutto a causa della revisione delle rendite catastali che si baseranno sul valore di mercato dell'immobile piuttosto che sulla sua rendita. Già come dire che l'abitazione principale e la prima casa siano per il cittadino comune un investimento piuttosto che una spesa. Così non solo chi ha contratto un mutuo dovrà pagare interessi non da poco
alle banche, ma sul bene ipotecato dalla banca dovrà anche pagare altre tasse …. un specie di tassa sulla tassa. Che dire poi del blocco della rivalutazione delle pensioni se non che si tratta di un altro balzello a carico di una fascia di cittadini, i pensionati appunto, molto vulnerabili che potevano sperare solo in questa rivalutazione per vedere aggiornata la loro retribuzione. Per loro non ci sono ne' scioperi ne' sindacati ed è per questo che la scure dello stato si abbatte con tanta facilità su queste categorie non protette. E quindi come può crescere i paese se la capacità di spesa del cittadino sarà fortemente ridotta se non annullata nel corso del 2012 ? non ci è dato di saperlo anche se dalle parole di Monti sembra che si crescerà, certamente qualcosa crescerà di sicuro …. la povertà e la disoccupazione …. ma le parole disegnano tutto un altro scenario.


giovedì 22 dicembre 2011

Il suppostone e' servito con tanto di tappo di sicurezza


E cosi' la manovra e' fatta e approvata, con tanto di voto di fiducia che costituisce il vero colpo mortale alla democrazia. Ora tutti in vacanza felici e contenti. I sindacati hanno fatto i loro scioperi di 4 ore pero' felici e contenti perche' hanno ritrovato l'unita'. La Lega ha messo in scena il proprio copione ridicolo e degno da la peggiora curva di ultra' tornando agli antichi fasti degli uomini con elmo adormato di corna. Di Pietro ha sbraitato a destra e sinistra, in tutte le televisioni, in tutte le piazze ma, causa la sua farsesca incapacita' oratoria non e' stato ne' ascoltato ne' tantomeno capito. Il Pdl, emulando Ponzio Pilato, alla fine se ne e' lavato le mani lasciando a Mario Monti il compito di prendere quei provvedimenti che erano nella lista della spesa consegnata dalla BCE a Berlusconi, ma che avrebbe significato perdita di consensi e voti. Nel 2013 gli italiani di corta memoria si saranno dimenticati ed il dittatore di Arcore, con un'altra televisione, tornera' all'attacco. Il PD ha mugugnato ma alla fine ha votato a favore della manovra di Monti anche perche' se ci fossero state elezioni anticipate, Bersani si sarebbe trovato al governo ma con il vuoto totale sul foglio del programma da attuare. L'Udc di Casini alla fine si e' ritrovato ad essere il partito piu' coerente in quanto, se avesse avuto i numeri, avrebbe fatto ne' piu' ne' meno quello che avrebbe fatto Monti. Il Presidente della Repubblica plaude sorridente il suo delfino ed il suo governo dimenticandosi della propria estrazione politica nonche' del proprio passato da militante del partito comunista italiano, quello che una volta difendeva i lavoratori e gli operai, la classe cioe' piu' tartassata dalle manovre del QuadriMonti (Tremonti + Monti). I parlamentari finalmente possono mettere la parola fine al tour de force al quale sono stati sottoposti dal governo tecnico e finalmente, con le tasche piene delle loro indennita' rimpinguite dalla tredicesima, vanno a godersi le feste di natale. Perfino i calaciatori di serie A, dopo il turno di ieri sera, vanno in vacanza felici e sorridenti con Totti che sberleffa tutti cantando "Tutti al mare tutti al mare a mostrar le chiappe chiare", una sorta di presa in giro per tutti coloro che da domani dovranno fare i conti con la manovra anzi le manovre Berlusconi-Tremonti. Gia' perche' in questa aria di festa manca un protagonista, manca l'attore principale, manca chi avrebbe tutto il diritto di festeggiare prendendosi una pausa di relax: il popolo italiano o quanto meno quella maggioranza del popolo italiano, il 90%, che deteniene a malapena il 50% della ricchezza nazionale. Ma questa parte della cittadinanza non ha niente da festeggiare perche', a partire dal 2012, dovra' fare i conti con tasse, balzelli, prelievi, imposte, riduzione delle detrazioni oltre al prelievo gia' iniziato con l'aumento immediato della benzina che ricordiamolo si ripercuote su tutto. Insomma mentre le caste degli intoccabili festeggiano (politici, sindacalisti, calciatori, lobbies varie scampate alle liberalizzazioni) il cittadino comune si ritrova a girare fra vetrine illuminate che pero' puo' solo guardare. A che cosa sono servite le proteste dei sindacati, dei cittadini, quelle ipocrite della Lega ? A niente la manovra e' passata, gli striscioni e le bandiere ammainate, le urla si sono zittite, le luci si sono spente .... mentre si iniziano a fare i conti che gia' segnano rosso fisso ....

martedì 20 dicembre 2011

Nell'ipocrisia generale torna la lotta di classe e lo scontro sociale


Questo governo in poche settimane un merito almeno lo ha avuto: la ritrovata unita' sindacale insieme alla nuova stagione di lotte sociali senza le quali le classi deboli sono destinate a perire miseramente. Il governo Berlusconi, con la sua politica del non fare ad esclusione di tutto cio' che riguardava il dittatore di Arcore, aveva spento l'iniziativa sindacale fino a causare la divisione di CGIL, CISL ed UIL indebolendo tutto il movimento. E' vero anche che, a parte le sempre annunciate riforme, in quasi quattro anni il governo di centro destra non ha portato a termine nemmeno una di quelle scellerate riforme, ad esclusione di quella della scuola e dell'universita', e quindi e' venuto a mancare il terreno di scontro fra maggioranza ed il resto del paese. Oggi invece il governo Monti sta passando dalle parole ai fatti ed i fatti purtroppo sono quelli di una manovra che colpisce i ceti piu' deboli ma dai quali si possono ricavare soldi sicuri (lavoratori dipendenti e pensionati) e con poca fatica per poi andare a colpire il mercato del lavoro con quella riforma che il governo Berlusconi ha annunciato tante volte e che ora viene risuscitata dal governo tecnico per bocca del ministro piu' ipocrita della storia repubblicana: Elsa Fornero. Dopo l'era delle leggi ad personam, ora siamo nell'era della politica dell'ipocrisia, un'era iniziata con le lacrime di coccodrillo della Fornero, che prima distrugge i pensionati e poi piange, passando per la finta rivoluzione della Lega Nord per tornare alla Fornero di oggi. Gia' oggi la ministra torna all'attacco con la riforma del lavoro che anche per lei dovrebbe partire dalla riforma dell'articolo 18, una pietra miliare dello statuto dei lavoratori, che anche questo governo intende cancellare. E dopo questo annuncio, la ministra, si meraviglia della reazione immediata, decisa e ancora una volta unitaria dei sindacati che ritengono quell'articolo intoccabile. La Fornero parla di un linguaggio del passato contro di lei e si ritiene preoccupata della reazione dei sindacati. Ma cosa dovevano fare i sindacati in questo momento ? Dopo una manovra che finira' per mettere a terra molti lavoratori, che incrementera' la disoccupazione, vedere messo in discussione ed attaccare un articolo dello statuto dei lavoratori che e' un caposaldo del sindacato non poteva che scatenare una reazione anche troppo composta a mio avviso. Anche questo governo comunque, come il precedente, non spiega in che modo l'articolo 18, che impedisce il licenziamento senza una giusta causa, possa in qualche modo farci uscire dalla crisi piuttosto che costituire un nuovo colpo alle classi deboli ed un favore agli imprenditori ed ai capitalisti. I sindacati avevao gia' espresso al precedente ministro Sacconi la propria contrarieta' a questo tipo di riforma ed ora che cosa si aspettava la Fornero che alla sua riproposta di modifica dell'art. 18 i sindacati si inginocchiassero compiacenti ? Al festival dell'ipocrisia continua a partecipare la Lega Nord con un'opposizione ad un governo che sta prendendo provvedimenti che gia' erano nel programma della Lega stessa per l'attuazione del federalismo. La famigerata IMU, la vecchi ICI tanto per intenderci, era uno di questi provvedimenti che facevano parte del federalismo fiscale. Oggi invece proprongono ai propri sindaci di imporre l'aliquota minima del 2 per mille ed ai cittadini di non pagare, una protesta condivisibile se non venisse proprio da quel partito che avrebbe riproposto lui stesso l'IMU. Insomma l'era dell'ipocrisia continua e almeno per un anno andra' avanti con molti attori, i partiti politici, che si vedono togliere le castagne dal fuoco dal governo Monti ma ... a quale prezzo ? Troveranno poi nel 2013 un paese ancora disposto ad andare a votare ?

venerdì 16 dicembre 2011

Il festival dell'ipocrisia

Oggi nel nostro parlamento (ma è ancora nostro un parlamento nel quale il quadro politico è completamente stravolto rispetto a quello uscito dalle elezioni del 2008 ?) e nelle nostre istituzione è andato in scena il più grande festival dell'ipocrisia che la storia della repubblica ricordi. Tutti hanno partecipato al festival dai partiti politici presenti in parlamento al presidente della repubblica, chi in maniera più forte chi in maniera più soft. Iniziamo dal Presidente della Repubblica che deve si difendere il governo Monti considerato che è un suo governo ma, nonostante questo, avrebbe potuto risparmiarsi la dichiarazione: "Tutti devono contribuire ai sacrifici, anche le classi meno abbienti". Sembra una presa in giro per il ceto medio basso, l'unico che in questa manovra sarà sottoposto ad un salasso senza precedenti mentre imprenditori, superpensionati, evasori fiscali, capitali scudati e classe politica sono stati toccati solo marginalmente e siocuramente non in eguale percentuale a lavoratori dipendenti e pensionati. Ma veniamo al principale teatro in cui è andata in scena la farsa dell'ipocrisia stamani: la Camera dei deputati. La palma dei maggiori ipocriti spetta sicuramente ai leghisti. Dopo le gazzarre dei giorni scorsi oggi hanno inscenato la commedia di una loro parlamentare che è intervenuta nel dibattito per la fiducia vestita da operaia. Un oltraggio verso quella classe operaia che loro, in 8 anni di governo negli ultimi 10 anni, hanno contribuito a rendere più povera, meno protetta dal sindacato, ma soprattutto oggi fanno i rivoluzionari quando la maggiore responabilità del disastro attuale è proprio la loro. La lega che in questi tre anni ha sostenuto incondizionatamente Berlusconi nella sua politica scellerata e che ora tentanto di smarcarsi ancora da quelle poltrone che hanno occupato con tanta dedizione per preservare i propri interessi e quelli del cavaliere. Al secondo posto metterei tutto il Partito Democratico che finisce per appoggiare una manovra ed un governo che sta stritolando proprio quelle classi sociali che una volta erano il bacino della sinistra e che avevano nel partito comunista il loro unico punto di riferimento. Purtroppo oggi quelle classi sociali non sanno più a chi santo rivolgersi, abbandonate dal figlio (che non può certo essere un figlio naturale) di quello storico partito, che finisce per difendere le lobbies, il grande capitale, la grande finanza, proprio quei poteri contro i quali si dovrebbe scagliare la lotta di classe della sinistra. Al terzo posto inserirei il Pdl che vota un provvedimento che contine norme contro le quali è sempre stato contrario (anche se poi non ci è dato sapere in quale modo avrebbe voluto fronteggiare la crisi) in quanto costituiscono un notevole incremento della pressione fiscale. Ma nelle dichiarazioni alla camera il Pdl ha rivendicato la propria azione per promuovere le liberalizzazioni, peccato che l'unica liberalizzazione a cui fa riferimento il club dei soldatini berlusconiani è quella dell'acqua, una scellerata scelta che avrebbe provocato un aumento incontrolabile delle tariffe di un bene prezioso come l'acqua. Naturalmente le liberalizzazioni fallite da Monti non sono state nemmeno accennate nell'intervento di Cicchitto alla camera perchè quelle sarebbero state vere liberalizzazioni a favore dei cittadini, come quelle dei farmacisti e dei taxisti, ma come può un partito di lobbisti e appartenenti alla P2 promuovere le liberalizzazioni ? In fondo a questa classifica metterei Udc e Idv anche se per motivi diversi. L'Udc da buon discendente della Democrazia Cristiana è sempre pronto a stare con chiunque a seconda della propria convenienza quindi ha mantenuto un atteggiamento in linea con il proprio Dna, atteggiamento che si adatta benissimo a qualsiasi tipo di situazione. L'Idv di Di Pietro è alla fine l'unica formazione politica che ha fatto proposte concrete di modifica alla manovra dimostrando che un'altra strada era percorribile, una strada che avrebbe potuto avere anche qualche possibilità di successo inconsiderazione dello sfaldamento dell'alleanza Lega-Pdl. Una strada però che avrebbe portato ad un vero e proprio scontro con Monti e forse anche alla caduta del governo am che sicuramente avrebbe trovato un consenso totale fra il ceto medio basso. Questo però avrebbe comportato sicuramente nuove elezioni e quasi sicuramente per il Partito Democratico prendere una decisione in merito alle alleanze ed al candidato premier, un problema più serio della grave crisi economica del paese.

mercoledì 14 dicembre 2011

La politica del centro destra alla fine ha dato i suoi frutti


Grande clamore, stupore, rabbia per quanto accaduto ieri a Firenze dove un fascista di CasaPound ha massacrato due sengalesi e ne ha feriti altri tre. Ma lo stupore vero dovrebbe risiedere nel fatto che episodi di questo genere sono tutto sommato abbastanza contenuti rispetto al clima ed alla situazione che si è creata in Italia da 17 anni a questa parte. "A Firenze non c'è razzismo" si è affrettato a dichiarare il rampante sindaco di Firenze Matteo Renzi. Mi spiace caro sindaco a Firenze c'è razzismo così come c'è in Italia da 17 anni a questa parte, da quando cioè gli italiani hanno consegnato il paese in mano a Berlusconi circondato da fascisti vecchi, quelli di Alleanza Nazionale ex Msi, e nuovi fascisti, gli omini verdi della Lega Nord. Il razzismo è tornato in Italia da quando la Lega Nord, un partito al limite della legalità che ogni giorno non si astiene dal dimostrare il suo odio non solo per i "terroni" del sud italia ma anche e soprattutto per gli extracomunitari. I sindaci della Lega si distinguono da sempre per le loro esternazioni, per le loro proposte e per i loro provvedimenti indirizzati verso l'emarginazione e verso la ghettizzazione di chi non appartiene alla presunta e falsa razza padana. Ci siamo forse dimenticati dei provvedimenti presi da questo governo all'inizio della legislatura con l'introduzione del reato di clandestinità ? Ci si è dimenticati di come son o stati trattati i profughi dalle rivolte del nord africa una volta giunti in Italia ? Ci si è dimenticati della caccia ai rom messa in atto dalla Lega Nord sial nord che a Roma ? Insomma quanto accaduto a Firenze non è che il frutto di una politica razzista messa in atto da questo governo non solo in questa legislatura ma anche nelle precedenti, una politica alla quale l'opposizione del Pd oggi dei Ds a suo tempo non ha saputo "opporsi" con efficacia ed in maniera incisiva. Un'opposizione, mi rifiuto chiamarla di sinistra perchè la sinistra è un'altra cosa ed ora di ridare alle parole ed ai termini il loro giusto significato, che è stata deficitaria su tutto il fronte e che non ha saputo dare vita ad una vera e propria alternativa in virtù dell'isolamente a cui ha dato vita per i veri partiti della sinistra radicale. Insomma il vero stupore non è tanto quello che è accaduto ieri, ma che tutto sommato quell'episodio sia stato l'unico per la sua gravità daopo anni di propaganda razzista e di emarginazione rispetto agli extracomunitari. Sono i frutti ... tardivi forse e per fortuna .. di 17 anni di politica del centro destra.



martedì 13 dicembre 2011

Si fa presto a dire equità

Mentre passano le ore la famosa Manovra Salva Italia (strana coincidenza M.S.I ... non trovate ?) si perfeziona e diventa sempre più .... equa. Chi ha meno avrà sempre meno, chi ha di più continuerà ad avere di di più distranziandosi maggiormente dal ceto medio basso. Ma vediamo questa equità presunta. Si è spostato il tetto delle pensioni che non saranno rivalutate, da 900 euro a 1.400 euro. Bene ma il mancato gettito come viene recuperato ? Semplice un bel balzello di 34 euro sui conti correnti e così si va a colpire tutti anche quei pensionati salvati dallo spostamento del tetto di cui prima. Il pensionato che prende meno di 1.400 euro avrà la pensione rivalutata ma l'introito della rivalutazione la dovrà versare come tassa sul proprio conto corrente. Conto corrente che tutti i pensionati dovranno avere considerato che i pagamenti in contanti saranno aboliti sopra i 1.00o euro. Questo è il tipico provvedimento di presa per il sedere perchè poi va a colpire sempre le stesse persone. Tanto per rimanere sull'equità mentre il cittadino normale da subito avrà la pensione bloccata, vedrà allontanarsi l'età della pensione, sta pagando da circa una settimana 9 centesimi in più sulla benzina e 13 euro sul gasolio, dovrà pagare l'IMU con tanto di rivalutazione catastale, mentre accade tutto questo dall'altra parte della barricata che cosa sta accadendo ? Abolizione delle province rimandata, tagli agli stipendi dei parlamentari rimandato, liberalizzazione bloccate, patrimoniale ... ops scusate patrimoniale questa sconosciuta, frequenze televisive regalate a Berlusconi ... si lui mica è morto ... purtroppo .. è ancora lì. Ecco questa è l'equità della manovra regali e concessioni a politici, imprenditori e lobbies varie, mentre scure di ferro alla povera gente che non ha la forza ne' il potere di sottrarsi. Ma ci voleva il grande economista Monti per fare tutti questi disastri ?

sabato 10 dicembre 2011

Ora avete veramente rotto i coglioni ...

Siamo in piena crisi ed un governo di tecnici tenta di fare quello che i politici non hanno avuto il coraggio di fare in questo paese. Tutti lo dicono apertamente: certe misure un politico non avrebbe mai potuto proporle perchè poi avrebbe dovuto fare i conti con il suo elettorato. Un'affermazione che suona come un atto di accusa ma soprattutto di incapacità di tutta la politica italiana, sia della maggioranza che dell'opposizione. Una specie di certificazione che in Italia un politico intraprende questa carriera non tanto per portare avanti un ideale, un principio o per mettersi al servizio del proprio paese, ma piuttosto e soprattutto per puro interesse personale. Il parlamentare, sia di maggioranza che di opposizione, dovrebbe innanzitutto pensare al bene del paese, qualunque siano le sue idee ed i suoi principi, la sia azione dovrebbe essere indirizzata verso provvedimenti che dovrebbero incentivare e agevolare lo sviluppo del paese e della società. Ma in Italia sembra che ogni parlamentare prima di ogni cosa pensi soprattutto al proprio interesse, in seconda battuta al proprio partito ed infine se c'è ancora spazio al paese. Dopo il fallimento della politica nella gestione della crisi economica-finanziara che attanaglia l'europa e l'Italia, il governo tecnico di Monti ha preso in mano la situazione prendendo provvedimenti che metteranno in ginocchio buona parte del ceto medio-basso. Blocco delle pensione, prolungamento dell'età pensionabile, aumento della benzina, aumento dell'Iva, reintroduzione dell'Ici dopo una superivalutazione delle rendite catastali, obbligo di avere un contocorrente per chi percepisce pensioni sopra i 500 euro (un bel pacco dono natalizio proprio per le banche gli attori che hanno provocato tutto questo casino), sono i principali provvedimenti che svuoteranno tasche e risparmi degli italiani. Snocciolando i vari provvedimenti della manovra messa a punto da Monti spunta un articoletto che taglia le indennità dei parlamentari, un piccolo atto di quella equità sociale che tante volte è stata menzionato da superMario nei suoi discorsi dopo l'investitura a capo del governo. Non appena qualche parlamentare si è reso conto di questo articoletto, apriti cielo. Il governo non ha giurisdizione sui noistri emolumenti, le nostre indennità sono al di sotto della media europea, non possiamo consentire un adeguamento delle nostre indennità per decreto. Queste sono state le reazioni indignate di tutti i parlamentari senza esclusione di schieramento. Insomma signori avete veramente rotto le scatole. Ci avete portato in questa sotuazione catastrofica, non siete stati in grado di prendere provvedimenti adeguati per uscirne, avete delegato un governo tecnico in modo da lavarvene le mani in perfetto stile Ponzio Pilato, fate un sacco di discorsi in merito ai sacrifici che i cittadini italiani dovranno subire, ma quando tocca a voi dobbiamo adeguarci con l'europa. Bene allora adeguiamoci anche con gli stipendi degli operai, anche con il senso civico dei politici che si dimettono non appena sospettati di qualche azione al limite della legalità, oppure con gli asili nido aziendali come in Germania, oppure con la scuola pubblica gratuita fino all'università. Insomma signori è ora che anche voi svuotiate le tasche oppure qualcuno provvederà a svuotarvi il deretano.

giovedì 8 dicembre 2011

Come far salire lo spread ... analisi semiseria di un serio problema


Con oggi è scientificamente provato: l'andamento dello spread fra i nostri titoli di stato ed i titoli tedeschi dipende dalle cavolate che spara Silvio Berlusconi. Da quando il superinquisito ha dato le dimissioni da presidente del consiglio, questo famigerato parametro economico era lentamente sceso da oltre 500 punti fino ai 370 di ieri. Quello che molti economisti avevano previsto durante gli ultimi mesi del governo di centro destra si stava realizzando. Qualcuno ha anche azzardato l'ipotesi che alla fine la manovra messa in campo da Monti non fosse stata più necessaria e che tutto sarebbe tornato alla normalità man mano che il governo Berlusconi andava lentamente nel dimenticatoio. Monti ha voluto eccedere di prudenza, anche perchè il cavaliere è ancora in parlamento, ed ha messo a punto dei provvedimenti che costeranno cari ai cittadini italiani, ma lentamente e costantemente lo spread stava tornando ai livelli usuali della primavera scorsa. Purtroppo non c'è da fidarsi del dittatore di Arcore e coloro che speravano nel suo silenzio oggi sono stati smentiti. Oggi Berlusconi è tornato a parlare e come suo solito le ha sparate grosse ed una dietro l'altra. Le principali "stronzate" che ha detto sono due: la prima che l'eventuale asta per la vendita delle frequenze Tv sarebbe andata deserta, la seconda che gli italiani sono benestanti. La prima dichiarazione è naturalmente un tentativo di evitare la famigerata asta e quindi di evitare di far tirare fuori soldi alla sua azienza con il rischio eventuale di perdere le frequenze di suo interesse. Si tratta dell'ormai annoso problema del conflitto di interessi: evitare l'asta significherebbe per Mediaset trattare con lo Stato e magari spuntare un prezzo di favore considerati gli agganci di Mediaset stessa all'interno dello stato. La seconda dichiarazione rientra nella musica che il superinquisito suona al paese da ormai quattro anni: la crisi non c'e' e gli italiani stanno bene. Poco importa se la disoccupazione tocca ormai livelli recordi, se il 30% dei giovani sono disoccupati, sel il 50% di coloro che lavorano sono precari e quindi impossibilitati a crearsi un futuro, se la produzione industriale torna a decrescere paurosamente e quindi si avvicina ormai la recessione, questi sono tutti dettagli di cui non può certo rendersi conto un super miliardario che ha il problema di dove trascorrere ogni weekedn a causa delle sue innumerevoli ville. L'effetto di queste dichiarazioni si è subito fatto sentire anche se il nostro (purtroppo si è nostro) Berlusconi non è più presidente del consiglio: lo spread è tornato immediatamente a superare quota 400. Un caso dirà qualcuno, il fatto è che di questi casi ormai se ne sono già verificati troppi per essere considerati un fenomeno casuale. Qualsiasi manovra più o meno equa, più o meno efficace, lascerà il tempo che trova se qualcuno non prende l'unica misura che può salvare il paese: ridurre al silenzio Silvio Berlusconi.

Scherzi a parte l'impressione è che sia in atto una specie di gioco del gatto col topo. Si prendono decisioni e si mettono a punto manovre economiche che succhiano il sangue ai cittadini, immediatamente borsa e spred vanno nel verso giusto, poi dopo qualche giorno c'è qualche dichiarazione allarmistica o qualche dato economico che rimette tutto in discussione e si riparla immediatamente di altri provvedimenti da prendere. L'economia ormai va male da qualche anno ma fino a che non ci sono dichiarazioni da parte di qualche personaggio importante, la borsa sembra non accorgersene, poi dopo qualche giorno di andamento positivo arriva la dichiarazione come una specie di bom ba ad orologeria e tutti i guadagni faticosamente ottenuti in qualche giorno se ne vanno in poche ore. Sinceramente sono fenomeni difficili da capire per il cittadino comune che però poi viene chiamato a riparare i danni di tali fenomenti economici spillando dalle sue tasche più soldi possibile sotto forma di tasse. Ma quanto ancora il cittadino comune e "ignorante" sarà disposto a sopportare questa situazione e questi prelievi a fondo perduto ?


mercoledì 7 dicembre 2011

L'equità sociale secondo Mario Monti



Pur non essendo un politico Mario Monti ha imparato molto presto ha comportarsi come tale, una settimana o poco più, e soprattutto ha imparato dal suo predecessore, il superinquisito del consiglio: dire una cosa e farne esattamente un'altra. Certo nessuno si aspettava che combinasse chissà che cosa, ma il suo discorso di insediamento a Camera e Senato con quel termine ripetuto più volte, equità sociale, aveva fatto ben sperare. Poi si sa i provvedimenti del governo devono comunque passare sotto la mannaia del parlamento e lì Berlusconi la fa da padrone con l'aggravante in questa situazione della complicità del Pd. In tanti si erano illusi, sentendo pronunciare quel termine, che magari questa volta qualcosa potesse cambiare, ma dopo una breve illusione la mazzata è arrivata puntuale, precisa e con la solita strategia: dove colgo colgo ed è moglio cogliere sul sicuro. Alla tassa generalizzata relativa all'accise sui carburanti che colpisce tutti indistintamente ma che naturalmente, come ogni tassa generalizzata, ha effetti più gravi sui ceti medio bassi, se ne sono aggiunte altre con il chiaro intento di non colpire i redditi alti. Il tanto temuto aumento dell'Irpef per i redditi superiori ai 75000 euro alla fine è stato accantonato e sostituito con una reintroduzione dell'ICI maggiorata grazie ai prossim,i redditi catastali. Cosi' non ci ritroveremo a pagare di nuovo la tanto odiata tassa sulla prima casa, ma ce la ritroveremo notevolmente aumentata. Angelino Alfano ha esultato alla notizia che l'Irpef non sarebbe stata toccata dichiarando che sarebbe stato ingiusto far pagare altre tasse a chi già le paga, già come se tutti coloro che si sono sudati la prima casa lo avessero fatto grazie all'evasione fiscale. A questa iniquità se ne è aggiunta un'altra altrettanto grave che riguarda il blocco dell'adeguamento al costo della vita delle pensione sopra i 1000 euro. Un provvedimento che si sarebbe potuto evitare semplicemente tagliando quelle pensioni fuori da ogni logica, quelle, per capirci, del tipo che percepisce Giuliano Amato 35000 euro al mese circa. Quello sarebbe stato un provvedimento equo. Per non parlare poi dell'unico vero provvedimento di equità sociale che il governo avrebbe potuto prendere: la patrimoniale. In un momento grave come questo nel quale poi pensioni, lavoratori dipendenti sono già stati colpiti duramente dalle manovre di luglio e agosto, la patrimoniale avrebbe costituito un provvedimento di redistribuzione di sacrifici equo. Ed ora che cosa ci aspetta ? Un periodo di recessione nel quale solo quel 10% della popolazione che detiene oltre la metà della ricchezza del paese avrà modo di sbarcare il lunario senza troppi sacrifici, mentre il resto del paese dovrà tirare la cinghia oltre ogni misura nella speranza che non si rompa. Insomma sarà un governo di tecnici, ma i provvedimenti sono in linea con la politica di chi ha governato questo paese da sempre: colpire sul sicuro per reperire soldi senza procedere ad una vera e seria razionalizzazione della spesa pubblica. Era questo che ci si aspettava da un esecutivo tecnico, perchè l'aumento della benzina, il blocco delle pensioni, l'aumento delle tasse è ciò che da sempre hanno fatto i governi in oltre 60 anni di storia repubblicana, ci si sarebbe aspettati molto di più da un economista e da un governo di professori. Monti non ha saputo nemmeno smarcarsi dalle briglie della televisione ed anche lui si è presentato alla corte di Vespa, il secondo parlamento dello stato italiano, forse è stato più irriverente del suo predecessore Berlusconi quando ha detto che lui era in qualle trasmissione non per fare un favore al conduttore, ma tant'è anche lui ha ceduto alle pressioni del boss della tv italiana.



lunedì 5 dicembre 2011

Dallo sberleffo alla presa in giro passando per l'ipocrisia


Certo la musica è cambiata con il governo Monti e lo si è percepito dalla conferenza stampa di ieri sera: il tono delle dichiarazioni e l'atmsofera era completamte diversa rispetto a ciò che accadeva con il superinquisito del consiglio. Lui impostava ogni conferenza stampa come una cerimonia di incensazione e glorificazione del suo governo e dei provvedimenti che portava all'attenzione del parlamento, infiorettando sempre il dibattito con i giornalisti con battutine, con l'immancabile barzelletta passando per l'usuale sondaggio che lo dava all'apice delle preferenze degli italiani. Certo era anche divertente, ma alla fine ne uscivi incazzato primo perchè se non si trattava di qualche provvedimento a pro suo non si arrivava mai a nessuna conclusione, secondo perchè lo squallore delle sue barzellette fuori luogo erano il massimo del trash o della televisione spazzatura. Iersi sera alla prima conferenza stampa del governo Monti in occasione del suo primo provvedimento contro la crisi, all'improvviso tutto è cambiato. Grande serietà, grande pacatezza, grande sobrietà, insomma mentre Monti ed i suoi ministri ce lo inserivano bene bene nel deretano ma in maniera indolore, eravamo quasi sereni e felici perchè ci stava convincendo che tutti insieme avremmo salvato non solo l'Italia ma bensì tutta l'Europa. Monti ha iniziato spiegando che lui ed i suoi collaboratori avrebbero rinunciato al loro stipendio da ministri e quasi ci veniva da piangere a vedere tanta generosità, tanto che stavamo tutti con il fiato sospeso ad aspettare quei provvedimenti che avrebbero gorndato equità e giustizia da ogni riga. Poi man mano che venivano snocciolati i singoli provvedimenti l'incantesimo lentamente svaniva sotto i colpi della mazzate che i cittadini, e soprattutto il ceto medio basso, stavano ricevendo: congelamento delle rivalutazioni sulle pensioni per il costo della vita, allontanamento nelle nebbie del tempo del miraggio della pensione, ICI sulla prima casa, prossimo aumento dell'Iva e per contro niente patrimoniale, niente aumento dell'Irpef per i redditi oltre i 75.000 euro, niente mannaia sulla politica e lotta all'evasione con provvedimenti all'acqua di rose. Quando è toccato alla ministra del welfare, la Fornero, l'incazzatura delle conferenze Berlusconi-style è tornata in tutta la sua violenza amplificata dalla netta sensazione di essere presi per ... il culo (mi scuso per il francesismo ma qualsiasi altro termine non avrebbe avuto la stessa efficacia). La ministra al pronunciamento della parola sacrifici si mette a piangere e non si capisce se piange pensando al suo mancato assegno da ministro od al fatto che le veniva tanto da ridere che sono uscire le lacrime, come spesso accade. Brutta disgraziata ma ci prendi anche in giro ? Se piangi te alla parola sacrifici che dovrebbe fare il pensionato od il lavoratore dipendente con due figli a carico, con il mutuo da pagare e con il ritorno della tassa più iniqua che sia mai stata inventata, dicasi ICI, ??? Loro dovrebbero suicidarsi come minimo. Insomma l'amaro in bocca rimane ed anzi è maggiormente amplificato da un comportamento ipocrita e falso al limite dell'offesa. Se la ministra era cosi' tanto addolorata per le musire che questo governo stava prendendo aveva due modi per dimostrare il proprio disappunto: darsi da fare per una vera e propria patrimoniale oppure dimettersi da un governo che stava adottando provvedimenti non condivisi dal suo pensiero. Ecco perchè quelle lacrime sono molto vicine alle famose lacrime di coccodrillo. Cara Fornero gli italiani nonostante 17 anni di Berlusconi sono ancora in grado di capire quando vengono presi per il naso quindi ci risparmi atteggiamenti folkloristici che possono essere messi sullo stesso piano di quelli dei suoi predecessori.

Berlusconi il preparatore, Bersani l'oliatore, Monti il somministratore.



Alla fine è arrivata. La mega supposta, che Monti ha chiamato la manovra salva-Italia, è arrivata e non di lunedì come ogni dieta e sacrificio che si rispetti, ma bensì di domenica: se sacrifici hanno da essere che lo siano da subito. Nemmeno l'ultimo weekend in pace è stato concesso agli italiani che da domattina si sveglieranno alleggeriti e non di poco. Berlusconi aveva preparato la supposta ma poi non era stato in grado di somministrarla, Bersani ha provata ad oliarla bene facendo uso di ingenti quantità di vasellina incensando il governo Monti, ed Robocob Monti ha avuto il compito di infilarla là dove finiscono tutte le supposte che si rispettino: nel deretano già ormai ben allargato del certo medio basso italiano. Per qualche settimana il paese e soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati si erano illusi, Monti infatti nel suo discorso programmatico aveva parlato di sacrifici si ma distribuiti in maniera equa. Finalmente, qualcuno aveva già pensato, ora il bravo economista proverà a sderenare anche il didietro vergine e candido di qualche bel riccone. Le voci che si sono susseguite in questi giorni non lasciavano intravedere nessun buon presagio, ma quella magica parola pronunciata dal neo presidente del consiglio, manovra equa, rimbombava nelle orecchie di tutti i cittadini. Oggi il termine equità è svanito come una bolla di sapone che scoppia una volta libera di svolazzare. Ecco i provvedimenti "equi" tanto attesi. In pensione non si andrà più se non a 42 e 43 anni e a 62 e 66 anni di età. Blocco della rivalutazione della pensione a causa dell'aumento del costo della vita fino al 2014, provvedimento che corrisponde in termini reali ad una diminuzione delle pensioni se va bene mediamente del 3-4% annuo. Ritorno dell'Ici sulla prima casa e rivalutazione delle rendite catastali per cui la casa sarà veramente tartassata, ma quello che più fa specie è che colpirà tutti indistintamente. In compenso è sparito l'aumento dell'Irpef per quelle aliquote che superavano il 42%, provvedimento accantonato per non irritare gli italiani che hanno un reddito superiore ai 75.000, già mentre se i pensionati che prendono 1.000 euro e vedono diminuito il loro assegno mensile, si irritano, chi se ne frega. All'annuncio di questo provvedimento il ministro del welfare, una donna, ha versato anche lacrime di coccodrillo, una vera presa in giro per tutti i pensionati. Nemmeno i ministri del governo Berlusconi erano mai arrivati a tanto. Naturalmente non c'è traccia dell'unico provvedimento veramente equo che si sarebbe potuto prendere: la patrimoniale, ed il ceto medio alto stappa bottiglie di champagne. Si dovrà pagare un piccolo balzello chi possiede una barca, ma anche in questo caso saranno i poveracci a pagare. La tassa infatti sarà sul diritto di rimessaggio in porto e non sull'imbarcazione in quanto tale, in questo modo coloro che hanno una piccola barchetta si troveranno a pagare l'ennesimo balzello, mentre chi possiede grandi natanti potrà permettersi di ormeggiare in qualche porto corso o francese e risparmiare qualche migliaio di euro. Naturalmente anche la politica è stata toccata appena di striscio e il governo ha agito solo sui propri compensi ma per il resto niente di più. Il governo ora si prepara a chiedere la fiducia, sulla scia tracciata da Berlusconi, questo si che sarebbe un ennesimo attacco alla democrazia: privare cioè il parlamento della possibilità di intervenire e correggere. Forse la manovr salverà l'Italia, ma sicuramente affosserà gli italiani o almeno una gran parte di loro, quelli onesti.




venerdì 2 dicembre 2011

Bisogna tornare alla lotta di classe fino alla rivoluzione



Sempre piu' spesso nei dibattiti televisivi o nelle trasmissioni di approfondimento politico si demonizza la lotta di classe o la differenziazzione fra destra e sinistra come un qualcosa fuori dal tempo e dalla storia, che, secondo la maggioranza dei politici e di molti giornalisti, non ha piu' senso dopo la caduta delle ideologie del blocco comunista dei paesi dell'est. Una scuola di pensiero che identifica quei regimi come la vera incarnazione del comunismo e l'attuazione pratica di quella ideologia. Niente di piu' sbagliato e chi ha avuto la curiosita' di leggersi qualche testo sacro che tratta quella ideologia non puo' concludere che nessun paese comunista ha realmente messo in pratica quelle teorie. In Italia questo ha portato molti ha pensare che la contrapposizione fra destra e sinistra fosse ormai fuori dal tempo cosi' come lo scontro fra capitalismo e il proletariato. Tutto falso e quello che sta accadendo in questi mesi ed in questi giorni ne e' la dimostrazione pratica. La crisi economica finanziaria globale ha messo in evidenza come solo la lotta di classe possa salvare in qualche modo la maggioranza della popolazione mondiale dalla distruzione di massa e dalla poverta' globale. I poteri forti mondiali, che costituiscono la minoranza della popolazione mondiale ma che pero' detengono la maggioranza delle ricchezze del pianeta se non la quasi totalita', tentano di uscire dalla crisi facendone pagari i costi alle classi piu' deboli ed economicamente gia' tartassate. In tutto il mondo sta accadendo questo e l'Italia non fa eccezione nemmeno con il governo di tecnici guidato da Monti, un governo costituito da personaggi che comunque non sanno che cosa sia la crisi economica che colpisce le famiglie italiane. Emblematica per esempio la vicenda di Finmeccanica e del suo presidente Francesco Guarguaglini. Il presidente, costretto a dimettersi a causa delle vicende relativi a tangenti anche in questa azienda di stato, sara' liquidato con ben 4 milioni di euro che corrispondono piu' o meno a quanto il governo racimolera' bloccando l'adeguamento al costo della vita delle attuali pensioni. Senza parlare della manovra che si accinge a varare questo governo e che comprende tutta una serie di provvedimenti che andranno a colpire sempre i soliti noti: chi con sacrificio si e' comprato una casa, chi e' arrivato dopo anni di lavoro alla sudata pensione, che oltre alle tasse sempre pagate si vedra' aumentare anche i generi di prima necessita' grazie all'aumento dell'IVA. Per contro nessun provvedimento contro la politica o verso chi veramente potrebbe contribuire in maniera sostanziale senza dover fare troppi sacrifici, nessuna patrimoniale seria, nessun provvedimento di lotta all'evasione fiscale e nessuna limitazione seria a spese che in un momento come questo potrebbero essere evitate come le spese militari. Come si puo' uscire da questa situazione ? In nessun altro modo che non sia quello di rispolverare la lotta di classe perche' questo genere di provvedimenti porteranno a scontri sociali come negli anni 60 e 70, ma questa lotta di classe, se veramente intende raggiungere lo scopo, non puo' che sfociare in una vera e propria rivoluzione che ci porti verso una nuova societa' abbandonando tutti i principi del capitalismo che hanno miseramente fallito. In Italia forse sara' difficile arrivare ad un evento del genere, ma questa crisi colpisce il mondo intero e magari sotto la spinta di altre popolazioni anche in Italia forse si puo' almeno sperare di arrivare ad una vera e propria rivoluzione, perche' altrimenti sara' la fine per la maggior parte della popolazione.