mercoledì 6 aprile 2011

Il dittatore trincerato nei propri palazzi

La giornata di oggi conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogna, che siamo alla fine della stagione del Presidente del Consiglio, nonchè plurindagato, nonchè Silvio Berlusconi. Essere costretto a non presentarsi all'Aquila in occasione del secondo anniversario del terremoto ha infatti un significato che va oltre ogni altra riflessione di tipo politico. Il terremoto dell'Aquila è stato sfruttato oltre ogni limite della decenza da parte del Presidente del Consiglio per mostrare l'efficienza non dello Stato ma soprattutto sua. Oggi che anche questa triste vicenda appare come un grande bluff, come un palcoscenico da usare per scopi elettorali, come ha usato il problema dei rifiuti di Napoli, come sta usando la drammatica vicenda dei disperati del Nord Africa, il Caimano, l'Indagato del Consiglio, il Dittatore di Arcore molto opportunamente non si è presentato sulla scena per autoglorificarsi. Per fortuna dico io. Non solo per quelle vicende giudiziare che ormai lo hanno reso ridicolo al mondo intero trascinando in questa vergogna anche le istituzioni ed il paese intero, ma anche e soprattutto perchè la ricostruzione dell'Aquila a parte qualche centinaio di appartamenti ricostruiti in tempi abbstanza rapidi, sostanzialmente per il momento è fallita. E non è l'unico fallimento di questi tre anni di governo. Il disastro più grosso Berlusconi lo ha compiuto in politica estera anche tralasciando le sue uscite folkloristiche a base di corna, di battute fuori luogo e di incapacità di stringere rapporti che esulino da amicizie di dubbio significato. La vicenda libica è emblematica in questo senso. Dopo la prostrazione verso Gheddafi con il famoso baciamano ed il trattato capestro per bloccare gli espatri dal Nord Africa verso l'Italia, Berlusconi ha messo in atto uno dei più clamorosi voltafaccia che la storia dell'umanità ricordi entrando in guerra verso colui che fino a pochi mesi prima era ritenuto un onorevole amico. Un gesto che l'Europa e gli Stati Uniti non hanno sottovalutato e lo hanno dimostrato lasciando fuori l'Italia nei momenti importanti in cui si discuteva e si stabiliva il da farsi per arginare la guerra civile in atto in Libia. Ma non è tutto. Perfino la Tunisia si è di fatto rifiutata di strungere accordi con l'Italia in merito all'immigrazione fino a che alle trattative ha partecipato Silvio Berlusconi. Il capo del governo era appositamente volato insieme a Maroni a Tunisi, ma si è trattato di una giornata completamente persa, che solo la tenacia di Maroni ha risolto nel giorno successivo quando il Presidente del Consiglio era tornato a Roma.
Silvio Berlusconi è ormai impresentabile ha qualsiasi manifestazione pubblica nazionale e internazionale, non ha l'autorevolezza di rappresentare nè se stesso nè tanto meno lo Stato italiano ed anche il Presidente della Repubblica, benchè limitato nei suoi poteri, se ne è reso conto, unico rappresentante della Stato italiano allo sfascio che abbia portato un pò di conforto alle popolazione dell'Abruzzo ormai abbandonato a se stesso. E mentre va in onda questa commemorazione il parlamento viene umiliato nella discussione per sottrarre Berlusconi da accuse vergognose e nell'approvazione del processo breve che, fra l'altro, causerà il blocco dei processi per la strage di Viareggio e, non è difficile immaginarlo, anche di eventuali processi per il terremoto dell'Aquila. Ma lui sta nei suoi palazzi a manovrare i burattini del suo governo e del suo partito.

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