giovedì 31 dicembre 2015

Dopo lo show di Renzi l'avanspettacolo di Galletti


Il 2015 si conclude degnamente con alla ribalta tutta l'inadeguatezza di un governo formato da apprendisti stregoni. L'ultima rappresentazione dell'anno è stata la riunione con gli amministratori locali tenuta dal ministro Galletti per studiare misure di contrasto all'inquinamento che in questi giorni attanaglia le città italiane. Una situazione d'emergenza resa critica da una politica ambientale inesistente da parte di questo governo ma anche da parte dei governi precedenti. Chissà cosa partoriranno tante menti tutte insieme era la domanda che circolava all'inizio della riunione, ma alla fine le domande sono rimaste senza risposte e tutto è finiti a tarallucci e vino. Intanto la riunione è stata davvero tempestiva: convocata per il 30 dicembre dopo quasi tre settimana di criticità ambientale e tre giorni prima dell'arrivo del tanto sospirato maltempo invernale che risolverà per il momento il problema. Poi si inizia all'insegna dell'approssimazione. Si parla di polevri sottili ma nessuno sa, e tantomeno il ministro, da dove provengono queste polveri. Saranno i mezzi di trasporto ? Gli impianti di riscaldamento ? I combustubili fossili ? Le centrali elettriche ? e via dicendo. Nessuno si è posto il problema di un'analisi delle polvere stesse per capirne esattamente la provenienza. Ed allora si colpisce alla ceca alla dove coglio coglio. Temperatura dei riscaldamenti nelle abitazioni ed uffici pubblici portati da 20 a 18 gradi. Bene con il fresco ci conserveremo meglio ma chi andrà casa per casa con un termometro a verificare ? Nessuno come nessu no si è mai visto a verificare che la temperatura fosse a 20 gradi, quindi misura inutile e di facciata. Spenti forni a legna e camini. Ma sappiamo quanti sono questi impianti in una città come Milano per capire se effettivamente sono loro i colpevoli ? E ancora chi andrà a controllare se un camino in un appartamento è acceso o speno ? Ci saranno pattuglie di vigilantes che controllano se dal camino esce del fumo ? Altra misura inutile. Ma veniamo a quella più comica. Velocità delle auto in città portate da 50 km/h a 30 Km/h. A parte la difficoltà di arggiungere velocità superiori ai 60 Km/h in città ma qualcuna di questi menti ha mai sostenuto un esame per la patente ? Lo sa che i motori delle auto, soprattutte di quelle attuali, raggiungono la maggiore efficienza intorno agli 80 Km/h quando possono viaggiare con la quarta o quinta marcia ? Andare a 30 Km/h oltre che raddoppiare i tempi di percorrenza significa anche viaggiare in seconda o al massimo in terza con un numero di giri più elevato e quindi consumi maggiori. E poi l'esperienza di questi giorni con il blocco totale o parziale del traffico in alcune città ha dimostrato che le auto hanno poco peso nell'inquinamento urbano. Allo stesso tempo però sarà incentivato l'acquisto delle auto con il provvedimento della rottamazione, quindi da una parte si ritengon responsabili dall'altra però se ne incentiva l'uso e l'acquisto. Follia e comicità. Ma il vero disastro è la mancanza totale di politiche intese a ridurre l'inquinamento anzi si fa tutto il contrario. Per esempio nella città di Ancona si è eliminato un tratto ferroviario che portava i pendolari nel cuore della città, pendolari che ora saranno costretti a prendere un mezzo pubblico inquinante alla stazione centrale di Ancona per raggiungere il centro o peggio ancora ad utilizzare l'auto propria. E che dire poi del nuovo piano tariffario per l'energia elettrica che penalizzerà chi consuma meno disincentivando per esempio la realizzazione di impianti fotovoltaici che saranno meno economici ? Con una politica di queste genere i provvedimenti spot o emergenziali serviranno al massimo a contrastare le crisi di punta come quella di queste giorni ma non certo a risolvere il problema. Si poi chi ci governa dimostra questi livelli di competenza ... c'è solo da sperare nel pradeterno che mandi qualche bella perturbazione con vento e pioggia almeno un paio di volte al mese .... forse appellarsi al cielo sarebbe un provvedimento più efficace considerato poi che il nostro paese ospita il rappresentante in terra di colui che se ne sta comodo comodo lassù a ridere del nostro sbatterci quotidiano.

mercoledì 30 dicembre 2015

Renzi: conclusione di uno dei peggiori anni per la democrazia e per i diritti dei lavoratori.


Il 2015 sta terminando ed il presidente del consiglio tiene la solita conferenza stampa di fine anno. Solita non tanto considerata la sceneggiata di Matteo Renzi con le slides sulle quali ha riportato l'ossessione di questi ultimi mesi: il gufo. Il presidente del consiglio che si presenta per fare il bilancio di un anno di governo con una simile pagliacciata è il degno primo ministro di un paese che forse si affedrà ad un comico travestito da politico. Bisogna però dare atto a Matteo Renzi di aver trasformato nella sua rappresentazione un anno disastroso per la democrazia, la libertà ed i diritti dei lavoratori in una specie viaggio trionfante verso quello riforme che trasformeranno l'Italia in una delle peggiori democrazie occidentali. L'aspetto più tragico o comico a seconda del punto di vista sta nel fatto che queste riforme, che nemmeno Berlusconi ha avuto la forza di fare anche se lo avrebbe tanto desiderato, sono state portate in parlamento ed approvate con i voti del più grande partito di sinistra, il Partito Democratico. Nella grande operazione riformatrice alla fine è caduto anche lo stesso partito, che ha iniziato un percorso di spostamento lento ma inesorabile verso il centro destra con consequente fagocitazione di parte di quelle deboli frange non più tenute insieme dal collante berlusconiano ( e dai suoi soldi).
L'opera è iniziata con la riforma del lavoro o jobs act come amano chiamarlo Renzi e la sua combriccola. Più che una riforma è stata una totale cancellazione dello statuto dei lavoratori e di quel simbolo, l'articolo 18, conquistato dopo tanti anni di lotte. Oggi non esiste più alcuna tutela del lavoratore rispetto al padrone che può licenziare in qualsiasi momento e senza alcuna giustificazione dietro eventualmente un modesto risarcimento in denaro qualora il giudice ritenga ingiusto il licenziamento. Questa semplice norma ha trasformato tutto il mondo del lavoro in un enorme precariato sempre sotto la spada di damocle del licenziamento. Il contratto a tempo indeterminato di fatto non esiste più e gli effetti si vedranno quando termineranno i benefici fiscali per le imprese che assumono.
L'opera riformatrice è proseguita con la legge elettorale che ha trasformato il porcellum in un ulteriore obbrobrio peggiorando se mai fosse possibile la legge messa a punto da Calderoli. Rimane il premio di maggioranza abnorme, questa volta però non più ad una coalizione quanto ad un singolo partito che quindi si ritroverà a governare di fatto senza opposione alcuna. Rimangono comunque i nominati in quanto non ci saranno le preferenze per tutti gli eletti in parlamento e quindi avremo una specie di dittatura "democratica" del vincitore delle elezioni.
Per completare l'opera della legge elettorale Renzi ha pensato bene di eliminare il bicameralismo perfetto non abolendo il Senato ma trasformando il secondo ramo del parlamento in un dopolavoro di consiglieri regionali naturalmente nominati e non eletti dal popolo come la democrazia vorrebbe. In base a questa riforma in senato si ritroveranno un centinaio di appartenenti alla classe politica dei consiglieri regionali, la classe politica più corrotta di questi ultimi anni, ognuno dotato di licenza di rubare costituita dall'immunità parlamentare.
Le ultime perle di buon governo per il 2015 non sono delle riforme ma alcune norme contenute nella legge di stabilità adottate per favorire l'evasione e quindi rastrellare voti fra quei ceti che non hanno avuto gli 80 euro. Si va dall'innalzamento per l'uso del contante da 1000 a 3000 euro fino all'innalzamento della soglia di impunità per l'omesso versamento dell'Iva (da 50mila a 250mila euro) passando attraverso piccoli codicilli che depenalizzano o defiscalizzano. Insomma un vero e proprio regalo agli evasori che avranno maggior libertà d'azione.
Oggi Renzi ha narrato le lodi di questo disastro al grido del governo del fare, come se fosse importante fare piuttosto che COSA FARE.

lunedì 28 dicembre 2015

Si fa presto a dire .. lotta all'inquinamento ed allo smog


La lotta allo smog e all'inquinamento non si improvvisa e non si può fare quando gli effetti sono così evidenti. Se è sufficiente un mese di alta pressione e bel tempo (non due come dicono i giornali) per mettere in crisi le città allora significa che le politiche in campo ambientale ed energetico sono del tutto sbagliate. E non troviamo la scusa del cambiamento climatico, che comunque se vera sarebbe sempre e comunque colpa nostra, periodo come questo sono sempre accaduti ma la società, almeno quella italiana, non era così imperniata sull'automobile e sul trasporto su gomma in generale. Oggi siamo schiavi dell'auto, anche perché senza sarebbe un disastro considerate le condizioni ed i costi comunque elevati del trasporto pubblico, ed il traffico commerciale viaggia per la maggior parte su camion che percorrono in lungo e in largo la penisola soppiantando il trasporto ferroviario. Ma a parte questo elemento poi ci sono le politiche energetiche del paese e proprio nel prossimo anno ne subiremo un pessimo esempio. Le nuove tariffe per l'energia elettrica andranno a premiare chi cosuma maggiormente rispetto agli utenti con contratti residenziali e con consumi al di sotto dei 2.700 kW annui che sborseranno dai 20 ai 70 euro in più. Una nuova tarriffazione demenziale che scoraggia chi vorrebbe investire nelle energie alternative come il foltovoltaico e allo stesso tempo penalizza chi invece ci ha già investito calcolando un ammortamento dell'investimento anche in base ai minori prelievi di energia dal circuito elettrico nazionale. Queste sono le politiche scellerate i cui effetti non si vedranno immediatamente ma che nel corso degli anni provocheranno ulteriori danni a quelli già in essere mesi in evidenza da qualche settimana di alta pressione e assenza di piogge. Senza politiche adeguate i provvedimenti emergenziali di questi giorni serviranno a ben poco o a niente salvo le solite polemiche politiche sterili, opportunistiche e populiste che non affrontano il problema seriamente. Il blocco del traffico nelle città non avrà alcun effetto duraturo ma servirà solo a tirare avanti fino alla pioggia ed al brutto tempo che arriveranno prima o poi, ma non serve nemmeno la polemica di Grillo sugli alberi abbattuti che di certo non sono la causa dello smog a Milano. Così come non servono i grandi consessi internazionali che alla fine rimandano il problema ai prossimi 20 anni spostando ogni volta l'asticella del momento in cui si prenderanno provvedimenti seri. Anche perché prendere provvedimenti sari equivarrebbe a mettere in discussione il nostro modello di sviluppo e la società capitalista che ha dato vita, in nome del profitto e dello sfruttamento, a centinaia di milioni di persone che lottano per la sopravvivenza mentre altre centinaia di milioni che vivono nella società del benessere sopraffatta dall'inquinamento e dallo smog.

martedì 22 dicembre 2015

Dal proporzionale all'Italicum: la strada per una nuova dittatura




Le leggi elettorali che determinano la distribuzione dei seggi differenziandosi più o meno dalla pura assegnazione proporzionale ai voti ricevuti di fatto rappresentanto tutte dei raggiri che stridono con il semplice concetto di democrazia. Ma quello che è più grave rappresentano l'incapacità dei partiti di identificarsi con i problemi reali del paese e dei loro elettori da una parte, mentre dall'altra una tendenza degli elettori stessi ad identificarsi solo con chi "promette" più o meno seriamente di risolvere od occuparsi di un loro problema contingente, magari circoscritti da un piccolo gruppo di elettori. Il sistema proporzionale è l'unico che porta in parlamento i partiti con un numero di seggi pari al reale peso che ogni partito ha nel paese. Certo poi ci vorrebbero dei partiti seri che si adoperassero per governare il paese condividendo gli obiettivi comuni e realizzando programmi e riforme nell'interesse comune. Oltre a questo sarebbe necessario anche tornare a pensare alla politica non come una vera e propria professione come avviene oggi, quanto piuttosto ad una passione, una specie di missione da portare avanti per il bene comune. Allo stesso tempo il cittadino elettore dovrebbe a sua volta non cadere nella tentazione di dare fiducia se non addirittura dare vita ad un partito che raastrella voti e consensi intorno ad un problema circoscritto di interesse ristretto ad una singola categoria di persone. Insomma ci vorrebbe una vera e propria rivoluzione culturale almeno nel nostro paese dove siamo abituati a vedere corto non oltre il nostro interesse  che non sempre è quello generale. Dopo tangentopoli con la salita al potere di Berlusconi abbiamo abbandonato il proporzionale per affidarci al maggioritario ma l'esperimento è fallito a dimostrazione che più di una legge elettorale il paese avrebbe avuto necessità di partiti ed uomini politici nuovi e coscienti di ciò che dovrebbe realmente significare governare uno stato. L'ultima legge elettorale, il procellum, dichiarata incostituzionale regalava ad una coalizione di formazioni politiche un premio di maggioranza che avrebbe dovuto garantire la govenabilità. In effetti, se si esclude il secondo governo Prodi, i governi hanno sempre portato a termine la legislatura ma con che risultati ? Completamente deludenti sempre per lo stesso motivo: i partiti erano sempre più interessati ai propri interessi, a conservare le poltrone oltre che a sfruttare, anche dal punto di vista economico, il potere raggiunto. Ora con l'Italicum si sta cadendo dalla padella nelle brace considerato che anche questa legge elettorale, assegna alla fine un premio di maggioranza spopositato con l'aggravante che il premio è assegnato non ad una coalizione di partiti ma ad un singolo partito. Insomma se la legge non sarà modificata, cosa difficile considerato che ormai è stata approvata, la prossima legislatura potrà essere equiparata ad una vera e propria dittatura dove un partito occuperà quasi totalmente il parlamento, anzi la camera, e potrà fare il brutto ed il cattivo tempo senza avere un'opposizione che si possa considerare tale. Salvo poi scoprire che anche questa legge sarà incostituzionale perché se lo era il Porcellum per coerenza lo sarà a maggior ragione l'Italicum. Insomma le leggi elettorali sono andate sempre in peggio con l'intento di far governare anche chi rappresenta una minoranza nel paese ma soprattutto spazzando via qualsiasi opposizione che possa intralciare il piano del partito che conquista il potere ... attenzione il potere non la maggioranza degli elettori.

giovedì 17 dicembre 2015

Il fattore B del governo Renzi


"Non è tanto se ci debbano essere o meno le dimissioni del ministro o se viene meno la fiducia nei confronti del governo. Il punto grave è che ancora una volta è in gioco la fiducia nelle istituzioni. Il punto grave è che ancora una volta si è data l'immagine di un paese in cui la legge non è uguale per tutti, ma ci sono delle corsie preferenziali per gli amici degli amici, per chi ha i santi in paradiso. Io al suo posto mi sarei dimessa".

Bellissime e condivisibili parole peccato che certi concetti e certe prese di posizione valgano solo per gli altri e mai quando gli interessati sono esattamente gli stessi che hanno fatto dichiarazioni di così alto principio. Era la ministra Boschi quando non era ministra e quando parlava del caso Cancellieri, ora che bene o male c'è lei al suo posto si fanno i distinguo e non si segue quello che era il principio enucleato. Si perché parliamoci chiaro il problema non è tanto l'ultimo decreto salvabanche, ma lo scandalo vero e proprio è avvenuto prima che fanno apparire la ministra ed il governo assimilabili alla Cancellieri oppure a quelli che danno l'aiutino non agli amici in questo caso ma ai parenti.

20 gennaio 2015: Renzi trasforma le banche popolari in società per azioni. Banca Etruria è fra queste: il ministro Boschi è azionista, il padre vicepresidente-socio-membro del Cda, il fratello è dirigente-dipendente-socio. (Se avesse avuto un figlio ci sarebbe stato anche lui in mezzo). La Boschi dice di non essere in consiglio dei ministri ma questo sarebbe un fatto dovuto per legge anche se non ci sono prove che fosse da qualche altra parte.

Il decreto annunciato a Borsa chiusa era già noto negli ambienti interessati, tanto è vero che Banca Etruria vede lievitare i suoi titoli prima del decreto del 65%. Qualcuno ha fatto la soffiata .... o più precisamente qualcuna .... e solo dal governo può essere arrivata la soffiata.

Il problema vero e serio sta tutto qui e solo per questo la ministra ma non solo dovrebbe dimettersi come sancito da lei stessa nel caso della Cancellieri. Ma la vicenda va avanti.

Il 16 novembre 2015 c'è un decretino che  aggiunge alla norma europea l'impossibilità ad azionisti e singoli creditori di chiedere risarcimenti a manager, membri del Cda e commissari delle banche. E' un decreto preparatorio che anticipa quello della settimana successiva che mette in mutande 130.000 persone circa. Naturalmente mente al riparo da richieste di risarcimento, fra gli altri, padre e fratello della ministra Boschi quella che predicava uno Stato dove non ci fossero corsie preferenziali per amici ed amici degli amici ... però è vero lei non aveva citato  familiari quelli nel pensiero boschiano possono essere avvantaggiati.

Il decreto del 22 novembre è l'atto conclusivo ma direi quello meno grave rispetto a quanto accaduto prima. Certo che il governo si preoccupi giustamente o ingiustamente di salvare delle banche ed i loro correntisti senza preoccuparsi di 130.000 persone che vengono messe sul lastrico (alcuni sono semplici speculatori è vero ma altri sono poveri cittadini raggirati dalle banche stesse) è indicativo dell'azione del governo stesso.

Ora esiste una legge-farsa sul conflitto di interessi nella quale un articolo recita: "Sussiste situazione di conflitto di interessi ai sensi della presente legge, quando il titolare di cariche di governo partecipa all'adozione di un atto, anche formulando la proposta, o omette un atto dovuto, trovandosi in situazione di incompatibilità, quando l'atto ha un'incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del titolare, del coniuge o dei parenti entro il secondo grado, ovvero delle imprese o società da essi controllate con danno per l'interesse pubblico". Ora la Boschi si è astenuta dalle votazioni in senso al consiglio dei ministri rispettando la legge e quindi allo stesso tempo riconoscendo il proprio conflitto di interessi. Ora se tutto il Pd se la prendeva con Berlusconi quando, rispettando la legge, usciva dal consiglio dei ministri che decideva sulle sue televisioni, perché allo stesso modo non se la prende con la ministra Boschi che si comporta esattamente allo stesso modo. E perché la ministra non segue quei principi che ha enunciato in tv quando faceva la splendida sula caso Cancellieri ? Semplice: perché Renzi ed i suoi rappresentano il vecchio Berlusconi ed i suoi rimessi a nuovo dopo una semplice opera di ristrutturazione.

 
 

mercoledì 16 dicembre 2015

Fino a quando farà effetto l'anestetico renziano ?






Sinceramente il caso Boschi non mi appassiona particolarmente. Una semplice storia di malapolitica  certamente non fra le peggiori fa quelle che settimanalmente capitano nel nostro paese. Il problema è sempre lo stesso: noi in Italia siamo sempre pronti a trovare mille scuse nel nome del garantismo come se poi fare politica fosse un obbligo. In qualsiasi altro paese nel quale la democrazia è solida, la Boschi ma non solo lei si sarebbe dimessa una volta scoperto quel piccolo intreccio fra i provvedimenti del governo e gli affaru del padre che, non dimentichiamolo, diventò vicepresidente della Banca Etruria dopo l'arrivo della figlia nel consesso dei ministri. Ma si può pretendere questo in un paese che ha tenuto al governo per 20 anni e tre legislature il re del conflitto di interessi Silvio Berlusconi ? No di certo ed infatti a parte quale partito di opposizione che spera in questo modo di rimediare qualche voto, nessun altro chiede le dimissioni del ministro, nemmeno il cittadino medio italiano che dovrebbe essere il primo a pretendere che Maria Elena tornasse alle sue attività. Il cittadino italiano avrebbe dovuto pretenderlo da tempo e non solo da lei. Ma il cittadino italiano ha un limite di sopportazione che non ha uguali al mondo. Sopporta che un parlamento eletto con legge incostituzionale si appresti a varare riforme proprio della costituzione. Sopporta che gli venga tolto il voto per eleggere un ramo del parlamento. Sopporta che il partito di maggioranza tradisca i propri programmi elettorali e porti al governo un giovanotto che si appresta a protare a termine il programma elettorale del suo oppositore. Sopporta che lo stesso giovanotto compri i voti per le elezioni (prima le europee ed ora le prossime amministrative) elargendo qualche decine di euro. Sopporta che le politiche di questo governo, ma anche dei precedenti, portino ad un aumento delle differenze sociali proprio mentre in un periodo di crisi economica come questo sarebbe necessario il contrario. Se si divide il reddito delle famiglie italiane in 10 fasce dalle più povere alle più ricche si scopre (dati della Banca d'Italia) che le famiglie più povere dopo il governo Monti hanno avuto un calo del reddito reale di circa il 11,7% rispetto alla media generale che è di -1%. Il peggiore risultato per le famiglie più povero dal 2008 in poi. Oppure si scopre che i famosi 80 euro sono andati a solo il 3% delle famiglie più povere mentre nelle fasce più alte la percentuale sale al 26 fino al 31%. Insomma questo governo che ha la sfrontatezza di definirsi di centro sinistra in realtà si è schierato con le sue politiche economiche contro i ceti sociali più sofferenti proteggendo in modo sfacciato le famiglie con redditi più alti e gli evasori. Due esempi per tutti compresi nella legge di stabilità. Aumento della soglia di utilizzo del contante da 1000 a 3000 euro e la cancellazione della tassa sugli yacht con la scusa di dare respiro al settore, per non parlare poi dell'innalzamanto della soglia di evasione dell'Iva. Tutti provvedimenti che vanno contro le dichiarazioni eclatanti del presidente del consiglio sulla lotta all'evasione fiscale e che mostrano un occhio di riguardo verso quell'elettorato di destra che ha permesso a Renzi la scalata prima al Partito Democratico e poi al governo, il tutto sotto l'egida del termine abusato di governo di centro sinistra. Fino a quando il popolo italiano, che si era mostrato di una grande insofferenza alle malefatte di Berlusconi, manterrà sotto naftalina il proprio cervello e consentirà a questo giovanotto di rottamare il paese ?

domenica 6 dicembre 2015

Dagli esodati ai derubati passando per l'abbattimento dei diritti dei lavoratori e la cancellazione della democrazia

E' iniziato un weekend lungo dove nelle piazze oltre ai mercatini di Natale ci saranno anche i banchetti del Pd che anticipano la kermesse della Leopolda di Matteo Renzi. Presentando la settimana fiorentina il presidente del consiglio osanna la classe dirigente uscita dalle leopolde elencandone quelli che sono secondo lui i suoi successi. Uno slogan su tutti: cambiare la politica senza che la politica abbia cambiato la nuova classe dirigente. In effetti è vero la politica è cambiata ma in peggio. Sarebbero sufficienti due episodi per avvallare questa tesi e dimostrare un'inadeguatezza della politica come mai è stato in tutta la storia repubblicana: la riforma delle pensioni del governo Monti con la madornale svista di decine di migliaia di persone, denominati gli esodati, privati sia del lavoro che della pensione, e il decreto salvabanche della settimana scorsa che per salvare le banche ha privato dei propri risparmi altre decine di migliaia di cittadini. Due sviste senza precedenti che appunto dimostrano quanto l'attuale classe dirigente del paese sia sempre più inadeguata, attenta alla comunicazione con le nuove tecnologie ma del tutto impreparata e distante dal conoscere la realtà del paese. In mezzo a questi due episodi il governo Renzi ed i suoi ministri hanno compiuto uno scempio della democrazia e delle conquiste democratiche che questo paese aveva ottenuto in decenni di storia repubblicana. Ha cancellato tutti i diritti dei lavoratori trasformando il mondo del lavoro in un enorme precariato a tempo indeterminato cedendo alla principale richiesta della confindustria: quella del licenziamento libero. Con la riforma del lavoro di Poletti e company, il lavoratore è diventato merce di scambio monetizzabile con qualche migliaio di euro in cambio di licenziamento selvaggio. Nessun diritto, nessun rispetto, nessuna salvaguardia, più o meno come 60 anni fa. Lo scempio poi è stato completato con la riforma costituzionale e la nuova legge elettorale: si abolisce l'elettività di un ramo del parlamento, il senato, da una parte e si confeziona una legge elettorale che consegna il potere assoluto ad un partito che non rappresenta la maggioranza del paese.  In mezzo molti altri episodi fino all'ultimo del ministro Poletti che consiglia i giovani di laurearsi il prima possibile anche con bassi voti, ma da che pulpito arriva il suggerimento ? Da chi una laurea non l'ha mai presa né con voti bassi né tanto meno con voti alti. Insomma questa è la nuova classe dirigente osannata da Renzi che è stata formata dalla Leopolda e se questa è ..... ridateci la vecchia Dc e le sue lottizzazioni.

martedì 1 dicembre 2015

La religione dovrebbe stare fuori dalla scuola solo per rispetto della Costituzione


Grande can can mediatico in questi giorni intorno alla iniziativa del preside di Rozzano che avrebbe proibito un concerto di Natale. Intanto precisiamo che il preside non ha vietato assolutamente alcunché, ha solo impedito ad alcune mamme "volenterose" di andare nella scuola ad insegnare alcuni canti natalizi ai bambini cattolici della stessa scuola. Una provvedimento dovuto ma non per rispetto di quei bambini che non sono di religione cattolica, ma semplicemente per rispetto della costituzione che sancisce la laicità dello stato. Un principio che, purtroppo come molti altri della nostra costituzione, è da sempre disatteso e calpestato con simboli religiosi sia all'interno delle scuole che degli uffici pubblici tanto da equiparare la nostra carta costituzionale alla stregua di semplice carta straccia. Lo scandalo dell'episodio di Rozzano sta da una parte nel fatto che è stata diffusa e amplificata una notizia falsa, dall'altra parte il fatto che politici senza scrupoli come Salvini della Lega, Gelmini di Forza Italia ed il fascista La Russa si sono catapultati come fionde su Rozzano portando il presepe e cantando allegramente canti natalizi. Il politico e parlamentare dovrebbe essere il primo difensore della carta costituzionale indipendentemente dalle proprie posizioni e dal proprio credo politico, ma in Italia il politico ha un solo credo: la caccia al voto e per questo obiettivo utilizza qualunque strategia anche quella di cavalcare notizie false. In questo caso poi oltre ai politici di turno si sono buttati anche i media, televisioni e giornali, amplificando la falsità della notizia e tenendo nascosta la verità sulla iniziativa del preside di Rozzano. I simboli religiosi nella scuola e negli uffici pubblici non offendono solo le persone di fede religiosa diversa dal cattolicesimo che negli ultimi 15 anni sono diventati sempre più numerosi nel nostro paese, ma offendono da sempre anche coloro che non sono credenti pur essendo cittadini italiani. Certo noi italiani siamo cresciuti con questi simboli, con i canti, con il presepe e con tutte le tradizioni del natale o di altre feste religiose, ma quanti di noi vedono in questi simboli e in queste tradizioni il vero valore che hanno invece di viverli semplicemente come una tradizione senza alcun significato specifico ? Per chi non crede ma è nato e cresciuto con quella croce sulla parete sopra la testa dell'insegnante, quel simbolo non ha nessun significato ed ha lo stesso valore di un quadro o di un altro soprammobile. Ma chi ha comunque una fede religiosa diversa dalla cattolica, vede quel simbolo sotto una luce diversa e, poiché la costituzione sancisce la libertà religiosa, perché in un luogo pubblico deve essere esposto "solo" il simbolo del cattolicesimo ? D'altra parte trattare il presepe, il canto di natale, il crocefisso o altri simboli come appartnenti alla nostra tradizione significa solo "bestemmiare" e offendere anche e soprattutto i cattolici in quanto si tratta la religione come una tradizione e non come una fede religiosa quale è. Insomma io se fossi un cattolico mi sarei indignato nel vedere Salvini, Meloni e La Russa difendere una religione non in quanto tale ma semplicemente come una tradizione.