venerdì 29 gennaio 2016

Le famiglie arcobaleno al Family Day: non una provocazione ma un diritto


Io se appartenessi alla schiera di famiglie arcobaleno o comunque alla schiera di tutti coloro che sabato scorso 23 gennaio 2016 sono scesi in piazza per rivendicare il loro diritto alla "famiglia", domani, 30 gennaio 2016, che appuno si celebra il family day, tornerei in piazza. Domani si celebra la giornata della famiglia ? Ed allora perché lasciare la piazza a coloro che una famiglia ce l'hanno già, per non parlare di quelli che ne hanno due o tre, e non dare il via all'occupazione di quella stessa piazza anche da parte di coloro che rivendicano il diritto ad averla questa famiglia ? Sarebbe proprio una bella manifestazione ed allora si potrebbe anche verificare chi lotta per avere o raggiungere un diritto e chi lotta per negare quello stesso diritto di cui gode ad altre persone. Chi ha detto che la famiglia è quella formata da un uom o ed una donna etero sessuali ? Il concetto di famiglia è legato solo al sesso ed alle preferenze sessuali ? O piuttosto al fatto che sotto uno syesso tetto convivano delle persone, degli esseri umani, che condividono tutto ? D'altra parte anche i più integralisti cattolici non possono negare che Giuseppe e Maria erano conviventi, e che Maria ha avuto un figlio attraverso la tanto vituperata diavoleria dell'utero in affitto. Poi non lo si vuole chiamare matrimonio perché quel partito-carrozzone ormai diventato un'appendice della destra italiana non ha il coraggio di cambiare la costituzione ? Ok va bene chiamiamola unione civile e facciamola finita. Per quanto poi riguarda l'adozione di figli del partner qui il discorso si fa più complesso, ma che non ha niente a che vedere con le unioni civili. Personalmente non sono favorevole a che due persone dello stesso sesso adottino un bambino (ma poi da cosa è determinato il sesso di una persona ? dall'avere o meno un'escrescenza che in alcune situazioni si indurisce o dalle mie tendenze sessuali ? non saprei), ma non sono nemmeno favorevole a che due persone di sesso diverso possano crescere un bambino se non ne sono in grado e ce ne sono a volontà. Si su questo argomento io sarei piuttosto integralista. Perché per esempio cosentire ad una coppia di imbecilli di mandare il proprio bambino in uno spettacolo televisivo o a fare da testimonial in una pubblicità solo per un egoismo personale dei genitori stessi. Siamo certi che queste "costrizioni" non siano più deleterie di un'adozione da parte di genitori omosessuali ? Insomma quando si parla di bambini si entra un tema molto deicato che sicuramente non può essere lasciato alla gestione della politica italiana inadeguata ad affrontare dibattiti di questo genere. Intanto però si dovrebbe finalmente ottenere un risultato quello di ottenere il riconoscimento al rango di famiglia di qualsiasi nucleo formato da due o più persone indipendentemente da sesso e tendenze sessuali, se non si ottiene questo rimarremo un paese di retroguardia qualsiasi siano le riforme che si riescono a portare a termine.

QUINDI FAMIGLIE ARCOBALEO DOMANI 30 FEBBRAIO 2016: TUTTE IN PIAZZA 

giovedì 28 gennaio 2016

Il paese alla rovescia ...






Ogni giorno ce n'è una in questo paese che ormai sembra andare alla rovescia in ogni campo dando l'impressione di aver perso la bussola o il senso delle cose da avvenimenti di secondo piano ma indicativi, a quelli più importanti ma che seguono lo stesso cannovaccio. Basta scorrere i giornali o guardare un pò di televisione, non molta per la verità per non mettere a rischio la nostra salute, per rimanere sconcertati.
Pubblicità progresso. Solitamente la pubblicità serve per reclamizzare un prodotto in ambito commerciale oppure per ricordare scadenze alle quali il cittadino deve ottemperare. Negli ann scorsi l mese di gennaio è sempre stato per la Rai un mese di campagna pubblicitaria per ricordare al paese la scadenza del pagamento del canone radiotelevisivo, una delle tasse più "odiate" e forse più evase dal cittadino italiano. Quest'anno questa scadenza è stata eliminata definitivamente in quanto il pagamento del canone sarà inseriro nella bolletta elettrica quindi non ci dovremmo più preoccupare nè della scadenza nè del tentativo di evasione, lo pagheremo tutti ed in maniera automatica. E la Rai che fa ? Bombarda il cittadino in ogni trasmissione televisiva, in ogni trasmissione radiofonica avvisandolo che non dovrà pagare il canone e che non riceverà il bollettino. Non ci sono scadenze ma la pubblicità progresso ci bombarda ugualmente. Ma se la Rai sperpera i soldi in questo modo perché il cittadino deve essere obbligato a contribuire a questo scempio ?
Manifestazione alla rovescia. Da che mondo è mondo si scende in piazza per rivendicare un diritto o per chiedere attenzione da parte della politica rispetto ad un problema. Insomma non si scende a manifestare per togliere un diritto a qualcuno. E invece in Italia ormai da un pò di tempo si celebra una manifestazione come il Family Day intesa a negare un diritto come quello del matrimonio o unione civile ad una categoria di persona con tendenze omosessuali. Anche in questo caso siamo alla pura follia e la follia raggiunge vette inimmaginabili quando si scopre che a questa manifestazione partecipano persone che hanno più di una famiglia in quanto sposati, divorziati, di nuovo sposati, ridivorziati e magari conviventi. Insomma manifestano per non garantire ad altre persone il diritto di una famiglia solo perché le loro tendenze sessuali sono diverse.
Il politico ignaro. Questa è una nuova specie di politico che si è sviluppata da qualche anno: il politico che non sa quello che fa, che prende provvedimenti e decisioni ignorando quello che sta facendo. E' una specie di virus che colpisce in maniera trasversale sia semplici parlamentari, che ministri ed oggi addirittura il presidente del consiglio. E' quanto meno bizzarro quello che accade in questi giorni. L'Italia ha un governo ed una maggioranza in pratica guidata da un singolo uomo: Matteo Renzi. Nessun ministro prende iniziative che non siano approvate dal capo e se lo fa viene sistematicamente sconfessato. Non si può muovere foglia o scrivere una legge se tutto non passa attraverso il presidente del consiglio. Ora però anche lui è stato colpito dalla dimenticanza cronica o dalla inconsapevolezza. La vicenda delle statue oscurate in occasione della visita del presidente iraniano ne è la dimostrazione pratica. Nessuno sa niente ed ora una povera funzionaria dello stato probabilmente ci rimetterà il posto per un gesto che non poteva che essere autorizzato da Palazzo Chigi.

mercoledì 27 gennaio 2016

Giornata della memoria .... perduta





A parte la proliferazione di queste giornate, tanto da farne perdere il significato e da rendere necessario un calendario a parte, quello che più rende "inefficace" questa giornata è proprio il comportamento dell'europa che sembra aver DIMENTICATO la propria storia. Questo è l'aspetto più drammatico della giornata delle memoria che si celebra oggi e che dovrebbe servire a ricordare la tragedia della Shoa. E' sufficiente confrontare le immagini sopra per notare come sia complicato trovare le differenze fra quanto accaduto durante la seconda guerra mondiale con la deportazione degli ebrei e quanto sta accadendo in questi giorni con i profughi e migranti che fuggono dalle guerre che la stessa Europa a contribuito a far scoppiare. Muri e chilometri di filo spinato spuntano a delimitare i confini dei vari stati, treni organizzati per trasportare i migranti da un confine all'altro evitando che tocchino il proprio suolo nazionale (Slovenia), leggi che consentono di confiscare i beni del migrante per contribuire alle spese delle azioni di assistenza (Danimarca). Questi sono i provvedimenti che decretano la morte, se mai fosse nata, dell'Europa e che trasformano questa giornata nella giornata della MEMORIA PERDUTA. In questa situazione la giornata della memoria rischia di trasformarsi in un festival dell'ipocrisia a meno che non si riesca nell'operazione di distinguere la memoria in senso lato di conoscenza del passato, dalla memoria intesa come consapevolezza e guida rispetto alle azioni da intraprendere nel presente. Attualmente non sembra che questa giornata ricopra questo secondo e indispensabile ruolo per non trasformare la giornata in una serie di celebrazioni che poi domani saranno messe in soffitta per essere rispolverate fra un anno. Se non sarà così, come purtroppo per il momento sembra essere, il progetto europa cadrà definitivamente e cade proprio quando si è presentato un problema, quello dei profughi e dei migranti, che è il primo vero problema che l'europa stessa si trova ad affrontare fina dalla sua nascita.

martedì 26 gennaio 2016

La foga rottamatrice di Renzi si abbatte sulla geometria


Renzi mantiene le promesse ed ogni giorno da un picconata a qualche vecchia istituzione, a qualche cariatide della politica, a qualche fannullone sfuggito alle maglie dell'ultimo moralizzatore della pubblica amministrazione, il buon Renato Brunetta. In questi giorni il bulletto di Firenze ha preso a picconate il "vetusto" teorema di Pitagora mandando in pensione la definizione di angolo RETTO. Fino ad ieri il sopracitato angolo era quello che misurava 90°. Un angolo ampiamento utilizzato nella geometria euclidea fino ad arrivare ad essere introdotto anche nella politica italiana soprattutto per dare attuazione al fenomeno dell'integrazione razziale. L'ultima eclatante applicazione fu attuata da Silvio Berlusconi quando si inginocchio a 90° per baciare la mano al dittatore Gheddafi per poi costringere alla piegatura ad angolo retto il paese intero, consentendo appunto al leader libico di installare un tendone per accamparsi nel giardino di una villa romana. Fu l'apoteosi dell'angolo retto, non ha caso definito tale da Euclide nella sua geometria, prevedendone l'utilizzo dal parte della politica italiana. Renzi ha deciso che era l'ora di mandare in pensione quella terminologia che definisce come angolo RETTO quell'angolo che misura 90°, per il paese era il momento di fare un salto di qualità verso la modernizzazione e rottamare tali definizioni ormai vetuste. Ecco allora che ha scelto la visita del presidente iraniano Hassan Rohani per dare uno strappo alla definizione di angolo retto stabilendo un nuovo limite, quello di 120°. Con questo nuovo limite ha anche lui, come il suo predecessore, piegato il paese a 120° per consentire un più facile "inserimento" ed una più consistente sottomissione all'ospite di turno. Il tutto in nome del rispetto. Per mettere in pratica subito questa nuova definizione teorica che ha fatto il giovanotto rottamatore ? Ha fatto coprire alcune statue di nudi presenti in un museo dove aveva portato in visita il presidente iraniano. In seguito a questa nuovo limite ed a questo cambiamento "epocale" nella geometria che da oggi non sarà più euclidea ma renziana, tutti i libri di testo dalle scuole elementari fino all'università dovranno essere riscritti con la conseguente "rottamazione" di testi ormai superati dopo aver contribuito alla formazione di schiere di scenziati. Anche il teorema di Pitagora subirà la stessa sorte e si aspettano i prossimi decreti attuativi che ne stenderanno la nuova versione. Bene l'opera di rottamazione prosegue senza sosta, anche se non tocca aspetti secondari della politica come quello di nominare a posti di comando amici e parenti, questa "buoncostume" non si tocca. 

venerdì 22 gennaio 2016

Come cambiare una repubblica democratica parlamentare senza modificare la costituzione


Il percorso che ha intrapreso il giovanotto di Firenze è pericoloso e con alto rischio di essere smantellato nei prossimi anni causando un ulteriore perdita di tempo nella eventuale modernizzazione dello Stato. Il ragazzo infatti cone le sue pseudo riforme e leggi varie tenta di trasformare l'ordinamento della Repubblica Italiana senza mettere mano alla legge che ne determina l'organizzazione istituzionale: la Costituzione. O meglio ci mette mano per degli aspetti secondari, tipo la controriforma del Senato, ma poi li associa ad altre leggi che di fatto cambiano pesantemente la democrazia parlamentare voluta dai padri costituenti. Stesso atteggiamento nel grande pateracchio delle unioni civili dove si tenta di far passare le unioni di persone omosessuali con l'equiparazione al matrimonio, quando già la corte costituzionale ha sancito che di matrimonio si può parlare solo fra persone di sesso diverso. In questo secondo caso, quello delle unioni civili, un percorso veramente moderno e appunto civile sarebbe stato quello di modificare l'articolo 29 delle costituzione e quelli collegati. Personalmente non conosco le motivazioni che hanno portato la corte costituzionale a quella sentenza in quanto dagli articoli della costituzione che parlano di matrimonio non si evince che questo istituto debba essere solo fra persone di sesso diverso. In presenza però di quella sentenza forse sarebbe stato davvero opportuno, nonché corretto dal punto di vista legislativo, fare prima qualche ritocchino alla Costituzione per non incappare ancora in una dichiarazione di incostituzionalità della futura legge relativa alle unioni civili. 
Stesso problema riguarda la riforma del senato abbinata alla legge elettorale. Togliendo l'elezione del senato e introducendo l'Italicum per l'elezione della Camera in realtà non si elegge più il parlamento ma con lo spropositato premio di maggioranza al partito che supera il 40% al primo turno o che vince il ballottaggio, di fatto l'elezione politica si riduce alla elezione del capo del governo. E' vero che la sua nomina sarà ancora a carico del Presidente della Repubblica, ma con una maggioranza assoluta alla Camera e con un Senato di nominati, il partito vincitore delle elezioni ed il sue candidato premier potranno governare per 5 anni senza avere un'opposizione in alcuna istituzione centrale. Il risultato sarà di trasformare una repubblica parlamentare in un premierato senza toccare la costituzione che di fatto regolamenterà un assetto istituzionale inesistente. Nemmeno Berlusconi aveva osato tanto.
Ora nella migliore delle ipotesi se le due riforme andranno in porto e se non ci pensaranno i cittadini a rispedirle al mittente nei referendum che si terranno (sicuramente per il senato e la legge elettorale ma considerato lo schieramento del paese per le unioni civili anche in questo campo avremo un referendum), ci troveremo con un ordinamento che nel giro di qualche anno sarà ancora una volta dichiarato incostituzionale e si tornerà punto e a capo.
Ultima riflessione: si è sicuri che la Costituzione Italiana debba essere modificata ? Nel caso delle unioni civili o del matrimonio certamente si ma per il resto ? Se si voleva eliminare il bicameralismo perfetto, che ha funzionato per quasi 70 anni, lo si poteva fare tranquillamente modificando le competenze di Camera e Senato o addirittura, molto più pericoloso in un paese come l'Italia, addirittura eliminare il Senato stesso, ma quella che si sta approvando è certamente una controriforma sia per la costituzione ma anche e soprattutto per la democrazia del nostro paese.

giovedì 21 gennaio 2016

Sopportazione o assuefazione ? Quanto ancora dovremmo cadere in basso per cambiare rotta ?




Se negli anni 70 a noi ventenni qualcuno avesse detto che nei primi anni del terzo millennio saremmo finiti nella situazione in cui ci troviamo, sicuramente lo avremmo preso per pazzo e da rinchiudere in un manicomio, considerato che ancora quelle strutture erano aperte. Ed invece eccoci qua in una situazione socio-economico-culturale-politica inimmaginabile per i giovani di belle speranze degli anni 70. Capire i motivi per i quali ci siamo finiti in questa situazione è compito molto arduo ma lo è ancora di più, a mio avviso, capire come il livello di sopportazione del cittadino medio sia ormai così elevato da subire passivamente qualsiasi evento che contribuisca a deteriorare giorno per giorno le condizioni di vita della nostra società. Sembra che la rassegnazione sia ormai un sentimento diffuso a tal punto da non consentire alcun scatto di orgoglio per dire no ora basta. 
Negli anni 70 eravamo ossessionati dal prezzo del petrolio che ad ogni piccola tensione internazionale e soprattutto in medio oriente (eh si siamo ancora a parlare di medio oriente) saliva a dismisura e tutti erano preoccupati per i prezzi che immancabilmente lievitavano. Oggi che il prezzo del petrolio crolla giorno dopo giorno, anche in presenza di tensioni sempre maggiori in medio oriente, la preoccupazione è forse maggiore di quella degli anni 70. Anzi le borse crollano e la finanza mondiale è a terra coinvolgendo anche il cittadino medio che vede evaporare, senza capirne il motivo, i propri risparmi. Fra l'altro i prezzi non diminuiscono in funzione di un minore costo del petrolio così come aumentavano quando il greggio saliva di prezzo.
Negli anni 70 quando avevi qualche risparmio, lo depositavi in banca ed eri abbastanza tranquillo. A fine anno avevi i tuoi bravi interessi e non ti dovevi preoccupare più di tanto, le banche facevano il loro mestiere e se non eri soddisfatto prendevi i tuoi risparmi e li portavi in un'altra banca felice di accoglierti e di darti qualche lira in più di interessi. Avevo uno zio in pensione che passava il tempo a rompere le palle ai vari direttori di banca con i libretti di risparmio di tutta la famiglia ed ogni tanto faceva il giro delle banche della città per spuntare qualche decimale di punto in più di interesse. Oggi le banche hanno cambiato mestiere. Se depositi i tuoi risparmi in un conto corrente hai solo spese e nemmeno un centesimo di interesse, per ottenerlo devi bloccare i soldi per almeno un anno ed alla fine qualche euro lo rimedi se ti va bene. E così' qualcuno si avventura nei territori sconosciuti i impervi della finanza dove vede sparire, senza saperne il motivo, i propri risparmi.
Negli anni 1970 il parlamento veniva eletto con il sistema proporzionale e sulla scheda elettorale si indicavano i nomi di tre candidati da eleggere come parlamentari. I partiti poi si accordavano su un governo, il cui primo ministro era sempre nominato fra i parlamentari eletti, e se il governo cadeva e non si riusciva a formarne un altro si andava alle elezioni. Oggi abbiamo un parlamento illegittimo eletto con una legge anticostituzionale che, dopo aver nominato un primo ministro non eletto da nessuno, ha anche la pretesa di modificare la costituzione ed il sistema elettorale che si basa su tre principi: togliere al cittadino il diritto di voto (vedi nuovo senato), continuare ad avere un parlamento di nominati, assegnare un premio di maggioranza spropositato che consegnerà tutte le istituzioni ad un partito di minoranza.
Negli anni 70 anche la corruzione aveva una sua etica: il politico elargiva favori in virtù del suo potere non per trarne un personale guadagno ma a favore del proprio partito. Il partito era un'organizzazione che si preoccupava soprattutto della formazione politica dei suoi iscritti e rappresentava comunque uno strumento essenziale per la democrazia. Oggi la corruzione, dopo le inchieste di tangentopoli, è tornata ad invadere il sistema politica in maniera più massiccia ma perdendo anche quel minimo di etica della prima repubblica. Il politico, non soddisfatto di appartenere ad una classe privilegiata rispetto alla media del paese, si fa corrompere per ottenere vantaggi personali che solitamente si manifestano intangenti e soldi rubati alla collettività. 
Negli anni 70 si avevano grandi aspettative nell'Europa alla cui formazione l'Italia aveva dato un grandissimo contributo. Si pensava al futuro continente come agli Stati Uniti d'Europa senza barriere fra stati proveniente bene o male dalle stesse radici che rendesse i tuoi cittadini più liberi e in condizioni di vita migliori. Oggi il progetto è fallito con uno spostamento progressivo a destra di tutti gli stati dell'unione europea compresi i suoi fondatori. Abbiamo una moneta unica ma non abbiamo un'identità unica, una politica unica, una economia unica. In Italia va molto di moda dire "Ce lo chiede l'Europa", una moda che ha portato allo scontro attuale fra il governo italiano e le istituzioni europee come se fossero due entità diverse e come se l'Italia stessa non facesse parte di quelle istituzioni.  Ma l'Europa non siamo anche noi ?
Negli anni 70 le disuguaglianze sociali esistevano, ma oltre a non essere così marcate come nella situazione odierna, erano presenti formazioni politiche che avevano nel loro Dna la difesa dei ceti medio bassi. Oggi, oltre alla scomparsa di partiti e movimento che nei loro programmi prevedano misure concrete per combattere la disuguaglianza sociale, si è forse arrivati ad un punto di non ritorno: l'1% della popolazione mondiale possiede più ricchezza di tutto il restante 99%. Una situazione che potrebbe essere esplosiva ma che allo stesso tempo sembra aver anestetizzato nel classi più deboli ed abbandonate a se stesse. Ed il trend non lascia dubbi. Da 2010 la ricchezza della parte più povera del pianeta è diminuita del 41% mentre le 62 persone più ricche del mondo hanno più che triplicato la loro ricchezza.
Questo è il quadro deprimente di oltre 40 anni di storia e le prospettive non sembrano incoraggiare all'ottimismo ... a meno che quel filo finalmente non si spezzi.

mercoledì 20 gennaio 2016

Renzi ed il vizietto del copiare


A chi, fra coloro che hanno superato gli anta, non è mai capitato di copiare a scuola ? Più o meno a tutti. La tecnologia era quella che era e per esempio nel caso di compiti in classe di italiano, il massimo era avere una specie di cartuccera con tanto rotolini di carta ognuno dei quali conteneva lo svolgimento di un probabile tema. Bei tempi quelli. Ma l'arte del copiare non ha età ed anche oggi viene praticata, magari con strumenti più sofisticati, dagli studenti del terzo millennio e non solo. Un'arte che ha raggiunto la sua massima espressione con il presidente del consiglio Matteo Renzi. Il grande comunicatore proprio in queste ore sta preparando un decreto per la pubblica amministrazione in merito alla possibilità di licenziamento che altro non è, salvo qualche piccola modifica, che una copia della legge vigente voluta dall'ex ministro Renato Brunetta. Renzi  non  è nuovo a questa opera di copiatura: il suo jobs act e la sua presunta riforma della scuola sono provvedimenti copiati pari pari da documenti della confindustria. Certo poi lui da grande spara balle che è, sia per quantità che per qualità, ha infarcito i suoi provvedimenti con slides, annunci, effetti speciali tanto da sembrare proprio farina del suo sacco quando in realtà il sacco era stato appena trafugato ad altre menti. Ora si appresta, sembra domani 20 gennaio 2016, ad emanare un decreto per "rendere possibile il licenziamento del dipendente pubblico truffatore" quello cioè che per esempio timbra il cartellino e non risulta presente sul posto di lavoro. E' circa una settimana che bombarda il paese con questa storia come se i dipendenti pubbblici fossero tutti dei truffatori ma soprattutto come se questa norma non esistesse già. Quindi il governo emanerà un decreto che prevede provvedimenti disciplinari come il licenziamento già previsti dalla normativa vigente. La sua novità sarà che il tutto averrà in 48 ore come se il problema fosse solo una questione di tempi quanto invece una questione di applicazione di una legge che già esiste. Ma è vero che nella pubblica amministrazione non si licenzia ? No è falso considerato che su 6.935 provvedimenti disciplinari, ci sono stati 1.766 proscioglimenti, 1.393 sospensioni e 220 licenziamenti di cui 99 per assenteismo. Quindi il problema non è certo "introdurre" un provvedimento che già è in vigore, quanto piuttosto capire se il provvedimento è utilizzato nei casi previsti dalla legge e se non lo è perché (indagando però non solo sul funzionario o sul dirigente ma anche sul politico che solitamente garantisce la propria copertura al dipendente inadempiente) e quindi valutare il tempo che solitamente intercorre affinché il provvedimento arrivi a conclusione. Introdurre una norma doppione non fa altro che aumentare la burocrazie e rendere tutto più faragginoso e poco chiaro, insomma dare la sponda giusta affinché chi non fa il proprio dovere continui a non farlo.

mercoledì 13 gennaio 2016

Il più pulito ha la rogna ... ma non solo in politica


Pretendere che la politica italiana sia una specie di limbo dove non esistono mafiosi, camorristi, e delinquenti comuni sarebbe come pensare che in uno stagno acquitrinoso non siano presenti zanzare a pappataci. In un paese dove esistono territori sotto il controllo delle organizzazioni malavitose è praticamente impossibile che le stesse organizzazioni non tentino, riuscendovi, ad infiltrarsi nelle formazioni politiche. Il problema non è quello delle infiltrazioni quanto piuttosto poi come reagisce un partito nel momento in cui viene scoperta la presenza di personaggi di dubbia provenienza all'interno della formazione politica stessa o addirittura all'interno delle istituzioni. Un problema antico per il nostro paese ma mentre nella cosidetta prima repubblica la malavita agiva dall'esterno servendosi del politico, oggi agisce entrando direttamente all'interno della formazione politica, del partito o del movimento. Questo problema si è accentuato anche con la trasformazione dei partiti da organizzazioni che rappresentevano una spece di scuola politica, in organizzazioni personali che girano intorno ad un leader ma che hanno perso la funzione di radicamento sul territorio e di palestra per chi intende cimentarsi nella carriera politica. E questo è un difetto che colpisce anche il Movimento 5 stelle, l'ultima formazione di una certa consistenza nata nel panorama politico italiano. E' quindi praticamente impossibile avere la certezza assoluta che all'interno di un partito o movimento non entrino personaggi legati alla malavita. Non esistono strumenti per mettersi al riparo da queste infiltrazioni ed anche la proposta lanciata ieri da Di Battista del M5S fa acqua da tutte le parti. Di Battista dice che prossimamente faranno valutare le loro liste dalla magistratura alla caccia di eventuali infiltrati, ma l'episodio di Quarto dimostra l'inutilità di questa eventuale strategia: il consigliere De Robbio, il più votato dei 5 stelle, era incensurato e non era oggetto di alcuna indagine della magistratura. Quindi il problema è sicuramente quello di alzare barriere per evitare infiltrazioni, ma senza dare alla magistratura compiti che non le spettano come quello di certificare le liste elettorali. Il problema poi si sposta sull'azione che il partito o il movimento deve mettere in atto quando su qualche suo affiliato sorgano problemi o sospetti. Ecco che qui allora tutte le accuse del Partito Democratico verso il Movimento 5 Stelle sono una grande spettacolo di satira. Il M5S ha espulso sindaco e consigliere (fra l'altro prima che ricevesse l'avviso di garanzia) di Quarto dopo che sono venuti alla luce problemi o sospetti di connivenza con la camorra, mentre il Pd per esempio ha candidato un personaggio come De Luca condannato in primo grado e quindi non eleggibile alla presidenza della regione campania. Per non parlare di sottosegratari, sindaci, amministratori regionali e comunali del Partito Democrarico che hanno problemi con la giustizia, condanne o che che sono oggetto di indagini. Il tutto in nome del garantismo. Ora la presunzione di innocenza è naturalmente un fatto assodato fino a condanna definitiva, ma fare politica non è un obbligo e quindi la presunzione di innocenza in questo caso non ha alcun valore. Se un politico è anche semplicemente sospettato di qualche azione criminale di qualsiasi natura, dovrebbe lasciare il proprio incarico, come di fatto avviene in tutti i paesi con una democrazia vera e solida. Se così non avviene, come non avviene in Italia, è perché le organizzazioni mafiose e camorriste sono più radicate sul territorio dei partiti stessi e per debellare questa situazione non bastano i molti cittadini onesti (per fortuna la maggioranza) di questo paese anche perché, purtroppo, questi cittadini invece di invadere la politica hanno scelto di allontanarsene.

martedì 12 gennaio 2016

Lo statista: una specie di politico ormai estinta in Italia


Non esiste una definizione unica per il termina statista ma fra quelle più utilizzate direi che questa ne rappresenta bene il concetto: "Un politico guarda alle prossime elezioni; uno statista guarda alla prossima generazione. Un politico pensa al successo del suo partito; lo statista a quello del suo paese". Stando a questa definizione che pone l'accento fra un politico ed uno statista e ripercorrendo la storia dell'Italia degli ultimi 25 anni non risulta difficile concludere che la razza dello statista è una specie ormai estinta nel nostro paese. Oggi questa affermazione è più che mai esatta se si considera il comportamento e l'atteggiamento del presidente del consiglio Matteo Renzi nei confronti per esempio delle riforme costituzionali che saranno oggetto di un prossimo referendum. E chi se non il capo del governo dovrebbe incarnare il vero e proprio statista ? Chi se non il capo del governo dovrebbe avere una visione a lungo termine delle sorti del paese e dovrebbe garantire un futuro al paese stesso ed alle nuove generazioni ? Naturalmente si potrebbero avere visioni diverse sul come e sulle azioni da mettere in campo per garantire un reale futuro allo stato che si sta governando, ma questo futuro dovrebbe reppresentare l'obiettivo verso il quale indirizzare l'azione di governo. Ma in Italia non è così e non lo è non solo per la dubbia efficacia delle azioni del presidente del consiglio ma anche per le sue palesi dichiarazioni. L'esempio più controverso di questi giorni è il mancato provvedimento per la cancellazione del reato di clandestinità. Un reato che molti pensavano già cancellato grazie alle varie dichiarazioni e polemiche di alcuni mesi fa ma che in realtà in questi giorni si è scoperto non essere così e soprattutto che non sarà così. La cancellazione è stata rimandata perché altrimenti "si perdono voti" Parola di Renzi. Ma l'estinzione della specie si evince anche da altri fatti e non solo a causa del comportamento di Renzi. La riforma costituzionale che presto sarà sottoposta a referendum ne è un altro esempio lampante. Il presidente del consiglio ha già iniziato a trasformare il futuro referendum in un voto pro o contro la sua persona strasvolgendone la natura della più importante consultazione popolare prevista dalla nostra carta costituzionale. E in questo giochino del politico, sono caduti anche tutti gli altri del fronte del no che già parlano di votare no per mandare Renzi a casa. Qui non si tratta di votare a favore o contro Renzi, ma a favore o contro una riforma che stravolgerà la nostra carta costituzionale condizionando la democrazia nel nostro paese per i prossimi anni. Renzi potrà rimanere o andare via ma la Costituzione poi ce la teniamo e abbiamo visto quanto sia difficile modificarla. Renzi sa benissimo che la riforma che sarà approvata dal Parlamentp è una pessima riforma che porterà il paese indietro di oltre 60 anni e sa anche che metterla sul piano personale è l'unico modo per farla passare indenne al voto, ma se anche gli oppositori trasformano questo voto come un modo per mandare a casa il Presidente del consiglio ... non c'è scampo la riforma passa e Renzi vincerà questa battaglia a discapito di tutto il paese. Insomma gli statisti sono completamente assenti sia fra le fila della maggioranza che fra quelle dell'opposizione ed in queste condizioni il futuro è a totale rischio e pericolo.