giovedì 30 settembre 2010

L'Italia un puttanaio ...


Ma tutta la sceneggiata messa in atto da Fini ed i suoi in questi mesi a che cosa è servita ? A che cosa ha portato il suo famoso discorso al congresso del Pdl dell'aprile scorso ? E l'espulsione dal partito ? Tutti discorsi e polemiche inutili se poi oggi 30 settembre, dopo 5 mesi di polemiche e di reciproche accuse senza quartiere, Fini ed i suoi votano la fiducia ad un governo, o piuttosto come giustamente ha detto Di Pietro, ad un presidente del consiglio che nemmeno conosce che cosa sta facendo il proprio governo. Già perchè nel discorso di Berlusconi, oltre alle solite sparate senza senso che ormai incantano solo coloro che non hanno capacità di analisi grazie al costante lavaggio del cervello delle sue televisioni, annovera interventi, come per esempio il completamento della Salerno Reggio Calabria, che non saranno portati a termine in quanto la mattina stessa ne sono stati tagliati i fondi. E che dire poi della giustizia ? Fu uno dei temp centrali dell'intervento di Fini ad aprile che accusava Berlusconi di mettere a rischio tutto il sistema giudiziario italiano con il suo chiodo fisso di perseguire la propria immunità ai processi che lo attendono. E ieri Berlusconi nel suo discorso ha detto forse qualcosa di nuovo ? Assolutamente no, ha ribadito l'intenzione di preservare le più alte cariche dello Stato dalla grinfie della giustizia, lui in primis naturalmente. Non è che tutta la campagna contro il Presidente della Camera messa in atto dal Giornale da maggio in poi alla fine ha qqualche risultato l'ha ottenuto ? Fini no ha detto niente di nuovo nel suo videomessaggio di venerdi' scorso, Berlusconi non ha detto assolutamente niente di nuovo nel suo discorso di ieri alla Camera, e quindi logica avrebbe voluto che, dopo l'espulsione di Fini dal Pdl, dopo l'annuncio proprio ieri della prossima costituzione di un nuovo partito, i finiani non accordassero la fiducia al governo e si andasse subito alle elezioni. Ma la politica italiana non è mai così lineare e scontata ed una coas sono le dichiarazioni, le parole, i discorsi, un'altra cosa sono i fatti. E così ora dopo sei mesi di non governo, preceduti da due anni che hanno visto la maggioranza occuparsi del tema centrale del loro programma, tenere Berlusconi lontano dalla galera, ora seguiranno mesi di lenta agonia che probabilmente porteranno alle elezioni a marzo (Bossi e la Lega scalpitano) oppure al proseguimento della legislatura senza che ci sia una reale guida per il paese. Nel frattempo il debito pubblico sale nonostante le stangate di luglio messe in atto da Tremonti ed il cui obiettivo principale ci era stato raccontato era proprio il contenimento del debito pubblico, la disoccupazione giovanile aumenta senza nessun freno, altri scandali si affacciano alla finestra come l'organizzazione dell'Expo del 2015 a Milano (ancora non sono stati espropriati gli spazi dove dovrà essere organizzata la manifestazione e le infiltarzioni mafiose già denunciate), la sanità miete vittime giorno per giorno, la giustizia è paralizzata. Tutti problemi che fanno del nostro paese un puttanaio che fra non molto sarà dato in mano ad un esercito di omini verdi che ci riuniranno tutti alle sorgenti del Po per portarci in una processione mistica fino alle sue sorgenti e lì ci consentiranno di purificarci immergendoci nelle sue acque putride.I

mercoledì 29 settembre 2010

Diagnosi parziale ... terapia inadeguata

Come non dare ragione al Presidente del Consiglio quando afferma che la giustizia non funziona e che è necessaria una riforma ? Sfido chiunque ad ammettere il contrario. La cosa si complica quando si scende in dettaglio. Perche la giustizia non funziona ? Qui iniziano le divergenze. Berlusconi incentra la sua analisi su ciò che gli fa comodo: la esasperante durata dei processi (tutti d'accordo), la immunità delle più alte cariche dello Stato (principio che cozza con i dettami della costituzione per la quale davanti alla legge tutti i cittadini sono uguali). Ma la giustizia non funziona anche per motivi endemici e più strettamente legati alla legislatura di questo paese, fatto si di santi, poeti e naviganti ma anche di avvocati più o meno assimibilabili alla categoria degli azzeccagarbugli. Prendiamo ad esempio la notizia di oggi che riguarda gli operai della Fiat di Melfi. Licenziati in tronco dalla industria torinese per attività sindacale, reintegrati dal giudice del lavoro che ha intimato la loro riassunzione, riassunzione avvenuta ma tenendo i tre operai lontani dalle linee produttive e consentendo loro di svolgere esclusivamente attività sindacale. A questo punto la Fiom, il sindacato dei metalmeccanici, presenta ricorso contro la decisione dell'azienda affinche i tre operai possano riprendere la loro attività produttiva ed oggi la sentenza dello stesso giudice che aveva ordinato la loro riassunzione. Il ricorso della Fiom è inammissibile e quindi i tre possono continuare a girarsi i pollici quando la mattina entrano in fabbrica. Ora senza entrare nel merito delle leggi e delle motivazioni, compito arduo ed impossibile per un cittadino comune, possibile che un giudice imponga ad un'azienda di riprendere in servizio dei lavoratori che sono stati licenziati ma che non possa obbligare la stessa azienda in seguito a questa decisione anche di farli lavorare e non di tenerli al proprio interno come delle larve umane. Da questo fatto emblematico nasce il secondo vero problema della giustizia italiana, problema del quale il cavaliere non parla perchè naturalmente torna a suo vantaggio: la complessità e la scarsa chiarezza delle leggi italiane che si prestano ad ogni capoverso a qualsiasi tipo di interpretazione. Uno stesso caso può essere risolto in un modo o in un altro totalmente opposto a seconda del giudice degli avvocati che gestiscono il caso. A dire il vero in questo governo è stato inventato anche un ministero che avrebbe dovuto occuparsi di questo problema: il ministero della semplificazione normativa. Una buona idea vanificata con la nomina del ministro: il leghista Calderoli. Come si può assegnare un compito cosi' delicato ad un uomo dall'ignoranza e dalla incompetenza unica ? Ed infatti il ministro si è cimentato solo nell'interpertare la parte del novello Nerone o nel dare vita al reale al romanzo fantascientifico di Ray Bradbury, Fahrenhei 451 bruciando i tesi di non so quante leggi, ma senza andare al cuore del problema anche perchè nessuno sa di quali leggi si sia trattato. D'altra parte come pretendere la riforma della giustizia da un governo presieduto da capo di governo che prima di tutto deve difendersi dalla giustizia stessa a causa dei suoi innumerevoli coinvolgimenti in attività di dubbia legalità. Accorciamo i processi facendo decadere d'ufficio quelli che superano una certa durata, tagliamo i fondi dedicati alla giustizia ed alla magistratura, lasciamo inalterata la complessa ed intricata giungla normativa che potrebbe tornare sempre comodo per salvarsi dalla galera. Questa la riforma che il capo del governo ha in mente ma che, come ogni sua iniziativa, non serve al paese. .

martedì 28 settembre 2010

Il valzer della politica italiana

Dopo l'attesa per il discorso di Fini ora c'e' l'attesa per l'intervento di Berlusconi alla Camera e la successiva votazione con la quale si verifichera' se ai tanti discorsi di questi mesi seguiranno anche i fatti da parte di coloro che in pratica hanno sciolto la maggioranza di governo. Qualunque sia il risultato di questa votazione le elezioni sarebbero la logica consequenza di un quadro politico che e' completamente diverso da quello delle elezioni politiche del marzo 2008. Per quanto riguarda la maggioranza non esiste piu' il Pdl essendo stato addirittura espulso il suo cofandatore che ha dato vita ad un altro movimento, per quanto riguarda l'opposizione non esiste piu' il Pd che ha subito analoga sorte con la fuoriuscita di Rutelli che ha fondato un altro partito. Per non parlare dei vari passaggi da una parte all'altra di singoli politici che, nonostante abbiano cambiato addirittura schieramento, continuano a sedere in parlamento. E' questo il vero scandalo del sistema politico italiano: sei stato eletto nella maggioranza, passi all'opposizione o viceversa ma in entrambi i casi rimani al tuo posto. Da questo valzer delle poltrone o campagna acquisti continua, la Lega Nord e' il partito che trarra' il maggior vantaggio anche in caso di eventuali elezioni anticipate. Gli omini verdi fanno paura a tutti Berlusconi da una parte, opposizione dall'altra sia perche' stanno perseguendo il loro programma elettorale sia perche' hanno trovato sempre terreno fertile che ha permesso loro di agire quasi in maniera incontrastata. Basta pensare all'uscita di ieri di Bossi, una delle tante, alla quale si risponde tiepidamente e quello che ha urlato piu' di tutti contro il leghista e' stato niente popo di meno che ... Francesco Totti. A forza di prendere sempre sottogamba queste esternazioni siamo arrivati in questa legislatura alle leggi razziali di Maroni, al reato di clandestinita', all'indottrinamento attraverso la scuola pubblica per formare tanti giovani leghisti, alla messa al bando dell'inno di Mameli e del tricolore, alla discriminazione di chiunque non sia nato al di sopra del Po' o nelle sue immediate vicinanze. Quando questi nuovi fascisti avranno ottenuto il tanto sospirato federalismo, il gioco sara' fatto e l'Italia andrà definitivamente allo sfascio. La Lega ha trovato terreno fertile ed ha capito che non serve fare politica seria, avere ideali e principi da rispettare e perseguire con determinazione (ammesso che oggi esista un partito politico con ideali che valgano la pena di essere chiamati tali), ma basta che il suo fondatore, non che ministro della Repubblica Italiana, spari frasi come quelle che tutti nei bar dicono (parole di un giornalista di un telegiornale televisivo purtroppo) per ottenere consenso nel paese. E questo la dice lunga sullo stato delle sinaspi neuronali del cittadino medio italiano.

domenica 26 settembre 2010

Molto fumo e poco arrosto ...

Dopo giorni in cui tutto il paese e' rimasto con il fiato sospeso in attesa del videomessaggio di Gianfranco Fini, ieri finalmente questo messaggio e' arrivato facendo sciogliere come neve al sole tutta l'ansia per chissa' qiale genere di rivelazioni. In sostanza il Presidente della Camera non ha portato nessuna prova e nessun nuovo fatto che servisse a dimostrare la sua estranieta' ai fatti relativi alla famosa casa di Montecarlo. L'unica novita' e' stata la sua disponibilita' a dimettersi qualora fosse dimostrato il coinvolgimento del fratello della compagna in tutta la vicenda. Per il resto niente di nuovo sotto il sole. L'aspetto sconcertane di tutta questa vicenda e' senza dubbio il violento attacco messo in atto dal Giornale di Berlusconi contro il Presidente della Camera, un attacco condotto non tanto per spirito giornalistico ma soprattutto per distruggere chi aveva osato mettersi contro e ribellarsi al padre padrone. Il cavaliere e' un uomo d'onore dal classico comportamento del boss mafioso: se gli vai contro subisci il trattamento riservato a Fini, se ti sottometti a lui sarai protetto contro tutto e tutti come la vicenda Cosentino dimostra con la mancata autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni telefoniche nelle indagini relativi ai presunti favoreggiamenti alla camorra. Questo e' il nuovo modo di far politica in quella che viene chiamata la seconda Repubblica. Non c'e' piu' il confronto sulle idee, sui programmi, sui principi ma c'e' un potere assoluto, quello del Presidente del Consiglio, che vorrebbe agire liberamente senza i legami imposti dalla democrazia e dalla costituzione calpestando tutti coloro che si oppongono senza distinzione di ruolo o di carica. Purtroppo quest'uomo ha poi a sua disposizione delle macchine da guerra non indifferenti come giornali e televisioni che gli consentono di massacrare chiunque intralci il suo cammino e qualunque sia il ruolo che occupi nella vita politica e sociale del paese, la vicenda Boffo ne e' un chiaro esempio. Se Gianfranco Fini sara' costretto a dimettersi sara' una grande vittoria per il dittatore di Arcore ma anche una grande sconfitta per la democrazia e per il paese intero che si ritrovera', per l'ennesima volta da quando questo uomo senza scrupoli e' al governo, a doversi difendere per mantenere una liberta' conquistata con il sangue di molti.

sabato 25 settembre 2010

Se anche la Marcegaglia si inc..za

"Quando si dice che siamo andati meglio di altri Paesi non è vero, siamo stati fortemente colpiti dalla crisi". Ecco il solito comunista di turno che mette in dubbio ciò che affermano il governo ed il suo capo e cioè che la crisi se c'è stata ormai è superata e tutto va per il meglio. In realtà a fare questa dichiarazione non è il solito esponente della sinistra disfattista ma bensì Emma Marcegaglia, presidente di confindustria, colei cioè che fino ad oggi è sempre andata a braccetto con Berlusconi. Ma allora la crisi c'è stata davvero e non solo c'è stata ma non è ancora terminata ed i suoi effetti si fanno ancora sentire eccome. La presidente poi invita il governo ad occuparsi dei problemi dell'occupazione piuttosto che della compravendita dei parlamentari che ormai occupa le pagine dei giornali da qualche mese a questa parte. Insomma anche la Marcegaglia parla come tutta l'opposizione e chissà se ora il buon Silvio la taccerà di essere comunista. L'Italia è in ginocchio su tutti i fronti ed ora vacilla anche sul fronte politico a causa delle dichiarazioni del ministro della giustizia di un microstato caraibico che si chiama Santa Lucia. Siamo in balia di chiunque ormai anche a livello internazionale. Ma Berlusconi avrà ancora una settimana di "duro lavoro" e non potrà certo occuparsi della crisi, dell'economia, della disoccupazione o di altre baggianate come per esempio il ritorno dei rifiuti per le strade di Napoli (finalmente tornano allo scoperto in molti erano preoccupati nell'ignorare dove Bertolaso avesse imboscato questo patrimonio ormai fondamentale per la città campana). Intanto oggi tutto il paese sta con il fiato sospeso aspettando il video messaggio del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, che dirà tutta la verità niente altro che la verità sulla vicenda poco chiara della casa di Montecarlo. Ma anche lui invece di perdere tempo a divorziare dal suo amico/nemico e contribuire alla deforestazione con il suo silenzio in virtù delle campagna giornalistiche del Giornale non poteva consegnare al paese questo videomessaggio verità due mesi fa ? O forse voleva aspettare la fine dell'estate per presentarsi bello abbronzato e fare un figurone mediatico. Ma gli appuntamenti che aspettano il paese non si esauriscono con le dichiarazioni di Fini. Si dovranno attendere ancora quattro giorni per arrivare a Mercoledì 29 quando Berlusconi finalmente si rechereà alla camera per chiedere la fiducia dei finiani e di tutta la sua disastrata maggioranza ad un programma di governo rivisto e corretto. Riuscirà ad avere questa benedetta fiducia e continuare quindi a governare ? Ma soprattutto se non è riuscito a combinare niente in questi quasi tre anni di governo, e sono parole della Marcegaglia non del solito giornale o politico di sinistra, come pretenderà di portare a termine questo nuovo mini programma che poi tanto nuovo non è. Ma soprattutto in che condizioni arriverà il cavaliere a questo appuntamento dopo l'attività frenetica della campagna acquisti e cessioni relativa alla sua squadra parlamentare, insomma saranno giorni veramente cruciali qui o si governa o si muore. In mezzo a questo caos istituzionale c'è invece un partito che ci sguazza alla grande e sferra un attacco senza precedenti allo Stato, alla identità nazionale passando dalle parole e dalle dichiarazioni folcloristiche ai fatti. Nella scuola di Adro rimangono i simboli della Lega perchè il sindaco non riconosce l'autorità del ministro dell'istruzione che lo aveva invitato a toglierli, ma non contento di aver messo in piedi questa scuola di partito, costringe i bambini di famiglie extracomunitarie di religione mussulmana a disertare la scuola in quanto non saranno disponibili pasti adeguati per questi bambini. In Veneto invece si proibisce l'uso dell'inno di Mameli in qualsiasi cerimonia ufficiale anche della bocciofila di turno, in quanto si afferma l'Italia non esiste. Per non parlare di fatti più gravi come l'occupazione della Lega di Unicredito dopo aver costretto Profumo alle dimissioni, Bossi l'aveva detto qualche mese: ci prenderemo le banche del Nord. Al solito in molti avevano reagito a queste dichiarazioni con la solita sufficienza "E' un ragazzo.." avevano detto di Bossi, sbraita sbraita ma poi non fa niente, eccoli serviti. Insomma la crisi non è solo economica, come certificato ormai anche da confindustria, ma totale ed in questo caos politico-istituzionale la Lega Nord occupa spazi lasciati liberi sia da chi dovrebbe governare che da chi dovrebbe vigilare sull'azione del governo.

giovedì 23 settembre 2010

Garantismo, giustizialismo o semplicemente .... un po' di sano moralismo

In Italia ormai il virus del bipolarismo ha contagiato tutta la vita politica nonostante il fallimento sia davanti agli occhi di tutti. Siamo passati da una situazione in cui le differenze fra le varie aree del quadro politico italiano erano veramene sfumate passando dall'estrema sinistra all'estrema destra, ad un modello dove o è bianco o è nero, e non ci sono alternative. Modello che viene applicato pari pari anche alle problematiche della giustizia soprattutto quando ad essere invischiati nelle pastoie dei magistrati sono i politici. Ed allora si formano i due schieramenti contrapposti: garantisti e giustizialisti. I garantisti sono coloro che ad ogni costo intendono salvaguadare il diritto del politico a continuare a svolgere le proprie funzioni fino a che non ha subito tutti i gradi di giudizio e ne è uscito colpevole (anche se poi in parlamento siedono politici condannati in via definitiva ma nessuno , tanto meno loro stessi, si sognano di dimettersi). I giustizialisti non sentono ragioni e sostengono che al minimo sospetto e quando un politico si trova ad essere indagato per qualsiasi reato dalla magistratura, debba comunque dimettersi. Questi due movimenti si scambiano i rispettivi ruoli a seoonda di chi sia il politico indagato. Se il politico è di centro destra garantista diventa tutto il centro destra e giustizialista il centro sinistra, se il politico è di centro sinistra le due parti si scambiano allegramente i ruoli. E' poi c'è sempre qualche scheggia impazzita che sfugge a questa regola abbastanza precisa. Nessuno comunque ne' da una parte ne' dall'altra si pone il problema della moralità che un politico dovrebbe avere in base alla funzione che svolge. Anzi questa parola è quasi bandita dal normale vocabolario di questo terzo millennio, anzi spesso fra i giustizialisti circola il luogo comune: "Io non sono un moralista ma ritengo che tizio o caio si debba dimettere". Ma perchè cosa c'è di così scandaloso nel definirsi in certe questioni dei moralisti ? Governare un paese, far parte delle istituzioni, entrare in parlamento non sono attività qualsiasi ma sono le massime espressioni della democrazia ed attività le più importanti per la vita stessa del paese. Come può un politico parlare di giustizia, proporre o discutere leggi o riforme sul funzionamento della giustizia quando lui stesso deve difendersi, a torto o ragione non importa dalla giustizia stessa. Come può un politico essere credibile quando propone o discute leggi sulla famiglia o su questioni etiche come la procreazione assistita quando il suo comportamento è al di fuori dell'etica che si intende imporre al paese. Come può un politico per esempio indirizzare la propria azione politica contro una legge come l'aborto quando magari la propria compagna per qualche motivo lo ha praticato. Insomma qui non si tratta di essere garantisti o giustizialisti ma semplicemente un poco moralisti e quando un politico si trova invischiato in qualche vicenda poco chiara tanto che interviene la magistratura, dovrebbe avere il buon gusto di dimettersi immediatamente in quanto il solo sospetto è sufficiente per far cadere la fiducia nell'operato del politico stesso. Che poi si debba ricorrere al voto favorevole della Parlamento per utilizzare delle prove come le intercettazioni telefoniche è ancora più scandaloso e vergognoso oltre che subdolo. Non si impedisce di indagare ma si impedisce di usare prove fondamentali. Ed in questo gioco sporco si è visto che sono tutti invischiati in quanto, pur avendo i finiani votato a favore, alcuni esponenti del centro sinistra hanno migrato nel voto del centro destra ed il sottosegretario, presunto camorrista, per il momento se l'è cavata e le sue telefonate non saranno utilizzate nelle indagini. Se un giorno Cosentino fosse condannato potremmo dire che tutta la Camera è una finacheggiatrice della camorra.

domenica 19 settembre 2010

Grazie per essere morto per la patria .... ma quale patria ?

Anche se ormai la morte di un soldato italiano in Afghanistan non fa più notizia (provate a cercarla in qualche giornale o a trovare qualche dichiarazione dell'oppoisizione che chieda il ritiro delle truppe), vale la pena di spendere due parole sulle dichiarazioni del cavaliere di Arcore che ha ringraziato il tenete Romano per quello che ha fatto ... cioè per essere morto per la patria. Intanto diciamo che ancora ci devono spiegare che cosa "c'azzecca", come direbbe il buon Di Pietro, la nostra partecipazione alla guerra in Afghanistan con la patria, poi ci dovrebbero ancora spiegare che cosa si intende per patria. Questa ennesima morte inutile e le conseguenti dichiarazioni sul servire la patria, arrivano proprio all'indomani dell'approvazione del decreto per Roma Capitale, un modo per sperperare denaro pubblico in maniera legale, e sull'ennesima esternazione del leghista per eccellenza, Bossi, sulla necessità di proclamare una capitale del Nord. Dichiarazioni che sono state come sempre sottovalutate e considerate un'esternazione folcloristica ma prive di un vero significato. Già è proprio attraverso queste valutazioni superficiali sull'operato dei fascisti verdi che poi siamo arrivati alla vicenda della scuola di Adro, dove si sta tentando un condizionamento senza precedenti su dei bambini che si apprestano ad iniziare il loro percorso scolastico. C'è voluta una trasmissione di una televisione come la 7 ha sollevare il problema e in seguito una specie di rivolta popolare per costringere la ministra della distruzione, Mariangela Gelmini, a "consigliare" (badate bene consigliare no intimare) la rimozione dei simboli leghisti di cui è stata tappezzata la scuola. Insomma a forsa di battute, di esternazioni flocloristiche, di gesti eclatanti, per quale patria è morto il tenente Romano ? Quella con capitale Roma, quella che immaginano i leghisti con una capitale al Nord, quella virtuale della Padania, non è più chiaro ormai che cosa si intenda per patria e questo smantellamento progressivo continua senza che nessuno alzi un dito. La Lega, nato come partito della seconda repubblica, ormai è entrata a pieno diritto nel novero dei partiti della prima repubblica la cui politica è quella di dare vita ad una Milano ladrona per fare da contraltare alla Roma ladrona. Insomma niente di nuovo sotto il sole sempre di politica si tratta, di politica sporca fatta nell'interesse di pochi piuttosto che nell'interesse generale del paese. Nel frattempo però c'è chi muore credendo davvero di andare a servire la patria, credendo davvero di andare a svolgere una missione di pace e non si rende conto di essere invischiato in una guerra senza fine e di servire non una patria ma esclusivamente i politici di turno che si fanno belli con dichiarazioni di facciata quando questi poveri giovani perdono la vita.

martedì 14 settembre 2010

Torna il fascismo cambiando colore: da nero a verde

Quando ci si renderà conto della pericolosità di un partito come la Lega Nord sarà sempre troppo tardi, ammesso che si possa fare ancora qualcosa per evitare a questi nuovi fascisti verdi di prendere possesso del paese e portarlo alla rovina. Fino ad ora le loro inizative sono sempre state considerate alla stregua di eventi folcloristici anche quando si è trattato di iniziative pericolose e contro la nostra carta costituzionale come la costituzione del parlamento del nord o della guardia padania, ora i leghisi stanno passando a metodi più pesanti degni delle dittature più cruente del passato. Il fatto grave è che questi metodi sono utilizzati prendendo di mira i bambini e quindi mettendo in atto una sorta di condizionamento fin dall'età scolare mediante l'utilizzo di simboli come il sole delle Alpi. Il caso della scuola di Adro non è che l'ultimo atto di un partito che già nel suo nome presenta elementi di illegalità: Lega Nord per l'indipendenza della padania. Il sindaco del piccolo comune del bresciano ha realizzato una scuola in tempi record e senza fare ricorso a finanziamenti statali, ma, in virtù di questa lodevole iniziativa, si è sentito in diritto di tappezzare la scuola con il simbolo della formazione politica verde, il sole delle Apli appunto. Un condizionamento senza precedenti, di una pericolosità estrema considerato che si tratta di una scuola elementare nella quale entreranno bambini di un'età nella quale si è molto sensibili e permeabili soprattutto alla simbologia ed alle immagini. Senza considerare che si tratta della prima volta, dopo la caduta del fascismo, in cui una scuola pubblica viene tappezzata con simboli che fanno riferimento ad un partito politico. Purtroppo ancora una volta la reazione a questa ennesima provocazione della Lega è stata molto timida e tutto sta passando sotto silenzio (a parte qualche mosca bianca come la 7 che ne ha parlato nel suo Tg serale condotto da Mentana e nalla trasmissione l'Infedele di Gar Lerner) mentre le istituzioni e soprattutto lo Stato avrebbero dovuto impedire fin sul nascere una simile iniziativa. Arginare l'espansione della Lega sara' veramente difficile allo stato attuale delle cose, soprattutto in virtu' dello spazio lasciato alle provocazioni dei suoi politici anche quando hanno ricoperto incarichi istituzionali di un certo rilievo (come non ricordare l'allora ministro della giustizia Castelli che in piazza saltava al grido chi non salta italiano e'), una liberta' d'azione che costera' cara a questo paese ormai allo sfascio politico, culturale e sociale.

lunedì 13 settembre 2010

Dopo il fumo d'agosto tutto si riduce a darla o non darla

L'ascolto del telegiornale alla sera sembra diventato uno spettacolo comico se non si trattasse di notizie prevalentemente legate alla politica italiana e soprattutto ai problemi legati al governo del paese. Una vetrina triste, che mette in evidenza il degrado morale e di valori in atto ormai da alcuni anni, e che rappresenta fedelmente lo stato in cui versa il tessuto sociale del paese stesso di cui il mondo politico dovrebbe essere il massimo rappresentante. Le notizie sono snoccialate una dopo l'altra, ma grazie anche al nuovo Tg della 7, in maniera comprensibile senza le solite dichiarazioni di facciata insulse e inutili dei vari Bonaiuti, Gasparri, Bondi, Capezzone e via dicendo. Ecco un condensato della giornata di oggi molto rappresentativa della situazione politica del paese.
Fumo tanto ma arrosto niente. Potrebbe essere questa la sintesi di un mese e mezzo di polemiche sulla espulsione di Fini dal Pdl in seguito al suo dissenso sulla linea politica del partito. Dopo un agosto all'insegna di elezioni si-elezioni no, tutto sembra risolversi in un bar davanti ad una tazzina di caffe'. Bocchino e il ministro Alfano sorpresi al bar dalle telecamere della 7 dichiarano candidamente di essere amici e di aver accompagnato i bambini a scuola, ignari del ruolo politico e istituzionale che ricoprono soprattutto alla luce di un mese di polemiche durante il quale il governo sembrerebbe aver vacillato molto piu' dell'Aquila durante la scossa di terremoto dello scorso anno. Una dimostrazione del dilenttantismo dei politici italiani che non si rendono conto di non essere cittadini "normali" e quindi di non poter disporre di quella liberta' che consente a qualsiasi cittadino di stringere amicizia anche con il suo peggior nemico.
La campagna acquisti di Berlusconi. Dopo le profonde trasformazioni subite dai due maggiori partiti politici che si sono presentati alle elezioni del 2008, Pdl e Pd, oggi e' stata annunciata la formazione di un nuovo gruppo politico in appoggio al governo Berlusconi. Il gruppo sarebbe costituito da parlamentari che fino ad oggi erano collocati all'opposizione e che da domani cambieranno bandiera. Berlusconi dopo aver condotto una campagna acquisti eccezionale per la sua squadra di calcio, il Milan, ora ha portato in porto un'altra campagna acquisti, forse meno dispendiosa in termini di denaro, ma piu' efficace in termini di immunita' per i suoi vari guai giudiziari. Il nuovo gruppo gli consentira' di proseguire la sua attivita' di governo mettendolo al riparo dai voti contrari dei finiani soprattutto per i problemi relativi alle sue leggi ad personam in campo giudiziario.In sostanza quindi il quadro politico che si e' presentato all'ultima tornata elettorale e per il quale gli italiani hanno votato, non esiste piu'. e la consequenza piu' logica sarebbe quella di andare di nuovo alle elezioni indipendentemente dai numeri a disposizione della maggioranza. Un questione puramente etica, una parola ormai completamente sconosciuta soprattutto nel mondo politico.
Anche gli italiani diventano clandestini. Una motovedetta libica, regalata a Gheddafi dal governo Berlusconi, con a bordo finanzieri italiani, spara contro un peschereccio italiano di Mazzara del Vallo. La motovedetta era impiegata dalla marina libica per impedire la partenza dalle coste libiche di clandestini extrauropei verso il nostro paese. Il peschereccio siciliano e' stato scambiato per una carretta del mare che portava immigrati clandestini verso le coste della Libia e cosi' i marinai libici, sotto la sapiente guida dei finanzieri italiani, aprono il fuoco sull'imbarcazione amica. Sono i primi risultati della recent visita di Gheddafi in Italia che ha subito ripagato il nostro paese per l'accoglienza ricevuta con questa aggressione arbitraria.
La carriera politica fonte di discriminazione fra uomini e donne. C'e' gia' chi annuncia la formazione di un movimento per le pari opportunita' del maschio nella politica dopo le dichiarazioni del deputato del Pdl, Stracquadanio, che ha dichiarato la totale legittimita' dell'uso del proprio corpo da parte delle donne per fare carriera politica. I politici o aspiranti tali di sesso maschile sono preoccupati e si sentono discriminati: Se le donne possono darla per fare carriera politica, noi che possiamo fare ? Qualcuno ha gia' risposto: Prenderlo. Scusate la volgarita' ma al cospetto di certe dichiarzioni di un politico la reazione non puo' che essere volgare. Purtroppo si tratta di un concetto molto radicato nel nostro paese e non solo per quanto riguarda la carriera politica ma per qualsiasi tipo di carriera che riguarda una figura femminile. Per la donna non conta la capacita' ma soprattutto la sua generosita' e qui si crea la discriminazione al contrario. Ma non sara' che Stracquadanio soffra di carenze per quanto riguarda l'attivita' fisica di un certo tipo e cerchi di rimediare in queste sue aperture libertine ?

Il quadro che ne esce da queste quattro notizie tipo e' quello di un paese privo ormai del senso dello stato, di qualsiasi principio, di qualsiasi etica e soprattutto di qualsiasi rispetto per il cittadino comune che consente a questo genere di persone di governare. Politici di bassa lega che non hanno la minima idea del ruolo che ricoprono, un ruolo che dovrebbe imporre loro di essere persone irreprensibili con una condotta morale e civica al di sopra di qualsiasi sospetto.


sabato 11 settembre 2010

Bruciare il Corano e costruire una moschea a Ground Zero ... due facce della follia umana



La follia umana sembra non avere limiti nemmeno nel terzo millennio dopo che l'umanità ha vissuto nel 900 una delle più grandi tragedie della sua storia: il nazzismo e la deportazione di milioni di persone. Oggi forse la follia dell'essere umano si manifesta in maniera meno cruenta anche se proprio all'inizio di questo millennio c'è stato l'attentato dell'11 settembre che ha scatenato due guerre in Afghanistan e in Iraq. In questi giorni tutti si scagliano contro l'ultimo dei folli: lo sconosciuto ed insignificante pastore anglicano Terry Jones che in occasione dell'anniversario dell'attentato alle torri gemelle ha proposto e minacciato di dare fuoco al Corano, il testo sacro dell'Islam. Una provocazione folle in quanto vorrebbe identificare il gesto di alcuni pazzi e di un'organizzazione terroristica come Al Qaeda come il gesto di un'intero movimento religioso. Ma il pastore anglicano è l'unico folle di questa vicenda ? La proposta di costruire una moschea proprio nei pressi di Ground Zero non è di per se un gesto altrettanto folle e indicativo della pazzia umana ? Una proposta che può benissimo essere considerata come una vera e propria offesa per coloro che hanno perso la vita nell'attentato dell'11 settembre, persone di religione e culture diverse che non meritano di vedere eretto in quel luogo dove hanno vissuto gli ultimi minuti della loro esistenza nessun edificio a sfondo religioso. Una proposta folle che non può che generare altrettanta follia come si è verificato in questi giorni provocando già disordini e addrittura vittime. Insomma commemoriamo la strage dell'attentanto alle torri gemelle con altri morti, quale migliore cerimonia per ricordare un evento così tragico. Ground Zero dovrebbe rimanere uno dei tanti luoghi della memoria ma scevro di ogni riferimento religioso e politico, come un mausoleo che ricordi quanto l'essere umano, capace di creare opere immortali come la musica, la pittura, la scultura, la poesia, sia altrettranto capace di commettere atti efferati e senza un fine logico se non quello dell'autodistruzione.

mercoledì 8 settembre 2010

La strana coppia

L'accoppiata Berlusconi-Bossi è sempre risultata un pò strana e anomala in considerazione dei rispettivi progetti politici. Da una parte il cavaliere, impegnato nella sua eterna lotta con la giustizia dopo essere stato abbandonato dai suoi amici socialisti, che si getta in politica per difendere direttamente dalle stanze del potere i propri interessi e la propria fedina penale. Dall'altra il lombardo che cerca di cavalcare il disagio delle popolazioni del Nord nella maniera più becera possibile, lanciando cioè l'idea di una nazione del nord che lotti per la secessione dallo Stato italiano. Due progetti diversi ma che hanno un filo conduttore unico, non perfettamente chiaro da subito, ma che appare in tutta la sua limpidezza già dal secondo governo Berlusconi: disintegrare lo stato italiano e le sue fondamenta a partire della carta costituzionale. L'obiettivo è unico se pur per scopi diversi: il federalismo (come ripiego alla creazione di uno stato indipendente della Padania) da parte di Bossi, garantire la propria immunità rispetto alla giustizia da parte di Berlusconi. In mezzo a questa santa alleanza, per raggiungere un predominio incontrastato nel paese, i due, ma soprattutto Berlusconi, hanno fatto salire sul loro carro Gianfranco Fini e quasi tutta la destra del paese nata dalle ceneri del fascimo e dalla scomparsa del Movimento Sociale Italiano. Un'entità quella della destra però un pò anomala rispetto agli obiettivi dei due grandi manovratori: i principi e gli ideali della destra erano e sono in pieno contrasto con gli obiettivi della Lega soprattutto in merito allo Stato ed alla identità nazionale, ma lo sono altrettanto anche con gli obiettivi di Berlusconi soprattutto per ciò che concerne la giustizia. Era solo questione di tempo e poi il terzo incomodo, Fini, sarebbe stato scaricato, come è appena accaduto, lasciando nel polpettone del Pdl solo coloro della destra che hanno tradito i loro ideali per questione di opportunità. Ma anche il rapporto della strana coppia B&B è disseminato di spine e di nodi che prima o poi verranno al pettine. Berlusconi tiene legato a se il leader verde mostrando di tanto in tanto il miraggio del federalismo, passo intermedio per il popolo del Nord al fine di raggiungere la tanto sospirata secessione, Bossi sa che il cavaliere è l'unico che può consentirgli di arrivare al tanto desiderato obiettivo. Ma Berlusconi, troppo impegnato nei suoi guai, se ne frega altamente del federalismo ed a parte qualche contentino per il momento non si è ancora entrati nella vera fase riformatrice. Ora anche questo rapporto inizia a mostrare qualche crepa in virtù anche della crescente popolarità dei fascisti verdi e Bossi scalpita per arrivare alle elezioni il prima possibile al fine di raccogliere i frutti che i sondaggi gli assegnano e quindi magari ottenere un maggior peso rispetto al suo alleato. Una partita aperta che, comunque vada sarà una vera sciagura per il paese, sciagura alimentata e agevolata dall'assenteismo delle opposizioni e soprattutto del più grande partito (solo in termini numerici ma non qualitativi) dell'opposizione, il Partito Democratico. Se solo il PD avesse avuto qualche leader di un certo peso, con un certo carisma sarebbe stato facile infilarsi nelle varie crepe della maggioranza di centro destra e scardinare questa santa alleanza priva di progetti di vero interesse per l'intero paese e per il cittadino comune. Ma tutto il movimento della sinistra è ormai allo sbando e privo di idee, perfino i sindacati ormai rimediano brutte figure ed hanno issato bandiera bianca rispetto alla grande imprenditoria riportando indietro il paese di decine di anni.

lunedì 6 settembre 2010

La vera sconfitta è delle istituzioni

Oltre la soddisfazione di assistere molto probabilmente alla caduta del terzo governo Berlusconi nonostante la grande maggioranza del centro destra in parlamento, chi ha veramente a cuore questo paese e la sua storia democratica dopo la disastrosa esperienza del fascismo, non può che essere pervaso da un profondo senso di amarezza. Da quando il cavaliere è sceso in politica, una delle linee guida delle sua azione politica, è sempre stata, oltre alla salvaguardia personale, quella di un progressivo attacco alle istituzioni con l'obiettivo di sgretolare pezzo per pezzo ciò che era stato costruito con tanta fatica sulle ceneri del fascismo. Assistendo alle vicende politiche di questi ultimi mesi fino ad arrivare alla giornata di ieri, non si può dire che non ci sia riuscito. Oggi di fatto le istituzioni slono continuamente calpestate ed ignorate e nessuno ha più il senso dello stato, della costituzione, delle regole democratiche che dovrebbero guidare la vita politica e l'attività del governo in Italia. La crisi che la maggioranza sta vivendo è una crisi nata non nelle aule parlamentari per disaccordi sull'attuazione del programma di governo, ma nata fra scandali, fra palazzi e ville private, fra case di dubbia provenienza, come in una eterna vicenda di Gossip senza fine. Una crisi poi iniziata e portata avanti da chi ricopre cariche istituzionali importanti e che quindi dovrebbe restare al di sopra delle parti mettendo in un angolo le proprie aspirazioni politiche. Tutto quello che ha detto Fini ieri contro Berlusconi e la sua attività di governo di questi mesi è perfettamente condivisibile (che fatica per un comunista ammettere che un fascista sta dalla parte della ragione ma questi sono i tempi oscuri che stiamo vivendo), come altrettanto comprensibile è l'insofferenza, per un politico di vecchio stampo come Gianfranco Fini, verso la politica di un uomo senza scrupoli come Berlusconi tesa esclusivamente ai propri interessi personali. Ma quando mai si è visto un Presidente della Camera comportarsi come si è comportato Gianfranco Fini in questo ultimo periodo ? In questo purtroppo do ragione al cavaliere, si sarebbe dovuto dimettere dal suo incarico e poi passare all'attacco ed alla distruzione del PdL. E che dire della probabile crisi di governo e delle eventuali elezioni ancora una volta minacciate da Berlusconi come se fosse lui a decidere se andare al voto o no piuttosto che il Capo dello Stato ? Sono questi i danni provocati da 15 anni di Berlusconismo, ciò che gli italiani, ai quali ha sempre fatto difetto il senso della stato ed il valore della costituzione (anche per la totale mancanza di una seria educazione in tal senso da parte della scuola) non hanno mai capito da quando hanno iniziato a votare per questo imprenditore senza scrupoli che ha sempre agito ai margini della legalità. Un degrado istituzionale causato dal cavaliere ma agevolato anche dall'assenza quasi totale di un'opposizione organizzata e con idee chiare sul come dare vita ad una vera e propria alternativa di governo. Un'opposizione che, o è stata completamente assente, oppure molto spesso è scesa sul terreno stesso del cavaliere, finendo inevitabilmente sconfitta. Ora il ricorso alle elezioni anticipate appare sicuramente un atto dovuto ai cittadini, considerato che il quadro politico in due anni e mezzo, è stato completamente stravolto sia dalla parte della maggioranza di centro destra (è stato il cofondatore del Pdl che ieri ha detto che questa formazione politica non esiste più), ma anche dalla parte del centro sinistra (il Pd ha subito numerose defezioni prima fra tutte quella di uno dei cofondatori appunto). Da queste elezioni molto probabilmente uscirà vincitrice la Lega e per quanto riguarda le istituzioni saremmo punto e a capo: proseguirà il loro smantellamento progressivo per dare vita al federalismo. Insomma il futuro è molto incerto ancora per questo paese.

domenica 5 settembre 2010

L'eterno dubbio fra il politicamente corretto e la rabbia di essere presi in giro

La nostalgia può facilmente far cadere nella retorica e risultare deleteria se rimanesse confinata nel ricordo di un passato che comunque non tornerà più. Però che bello quando negli anni 60 i rappresentanti del più grande partito comunista europeo, il PCI, si rifiutavano di andare nelle tribune elettorali in cui sedeva qualche rappresentante dell'allora Movimento Sociale Italiano, sorto sulle ceneri del fascismo ma comunque strettamento legato a questa ideologia. Un partito che agiva ai margini della nostra costituzione che sancisce il divieto di dare vita ad un nuovo partito fascista. Anche i giornalisti della stampa di sinistra, che a quell'epoca era rappresentata solo dll'Unità, si rifiutavano di andare alle tribune elettorali dove il politico di turno era un rappresentante di quel partito. Oggi i tempi sono cambiati, in meglio o in peggio lascio ad altri giudicare. Sicuramente fa tristezza vedere trasformate certe manifestazioni, come per esempio le feste dell'Unità, in feste del Partito Democratico dove regna lo squallore, il vuoto di idee, di proposte, di progetti politici e soprattutto dove, in nome di una presunta democrazia, si invitano cani e porci che niente hanno a che vedere con le origini e le radici di questo partito. Vero è che tali radici e origini sono ormai continuamente rinnegate dai rappresentanti del Partito Democratico nelle cui file si annoverano personaggi che niente hanno a che vedere con la storia della sinistra italiana. Quello che è accaduto ieri alla festa del PD, dove alcuni contestatori hanno tentato di impedire al Presidente del Senato Schifani di prendere la parola, è un segno che forse la gente, il cittadino comune e soprattutto il cittadino che sente ancora l'appartenenza alla sinistra storica di questo paese, si è stancata di questa democrazia e di questa apertura verso chiunque. Certo correttezza vorrebbe che a tutti fosse concesso di parlare, di esprimere le proprie idee, di confrontarsi, ma ormai in Italia siamo veramente al limite ed il confronto va bene, ma in nome di tale confronto non si può più accettare che certi personaggi continuino imperterriti a svolgere il loro ruolo istituzionale pur essendo invischiati di storie di malaffare fino ad arrivare a presunti coinvolgimenti con la mafia. Una rabbia che sta esplodendo anche in consequenza di una crisi economica, che il governo ha prima nascosto per passare direttamente dalla fase del superamento, senza aver mai ammesso la sua esistenza reale nonstante manovre correttive come quella di luglio. La crisi la vive esclusivamente il cittadino comune e soprattutto i giovani, il cui tasso di disoccupazione è salito a livelli inaccettabili (il 25%), i quali, oltre alle difficoltà economiche, devono poi sopportare di essere governati da politici superprivilegiati ma, come se non bastasse, anche coinvolti in procedimenti giudiziari di notevole gravità. Ormai il riferimento all'europa nel governare un paese europeo è costante e continuo, perchè i nostri politici non prendono come modello anche i politici dei paesi europei e non che per scandali di lieve entità rassegnano subito le dimissioni dai loro incarichi fino ad arrivare al suicidio come in giappone ? Ed allora, al cospetto di questo scempio come condannare chi, sfiancato da crisi economica e da scandali continui che coinvolgono i nostri governanti, non trova di meglio che far sentire la propria voce e la propria rabbia con proteste violente come quella messa in atto contro Schifani. Se poi personaggi come il presidente della camera sono invitati al dibattito ad una festa di un partito che si definisce di sinistra, la rabbia non può che essere amplificata e di consequenza anche la protesta non può che risultare violenta.

sabato 4 settembre 2010

Parola d'ordine: prima di tutto mantenere le poltrone

Dopo oltre un mese di guerra verbale, di proclami, di ultimatum prevale .... la paura del cavaliere di dover interrompere la legislatura, andare alle elezioni e consegnare il paese alla Lega. Questo è il significato della marcia indietro dell'ultima ora che convince il dittatore di Arcore a togliere il processo breve dal famoso programma in cinque punti sul quale chiedere la fiducia al parlamento dopo la cacciata di Fini dal Pdl. Certo che rinunciare a difendersi dalla giustizia con le unghie e con i denti deve essere stato un grande sforzo per Berlusconi che ha fatto della battaglia per la sua impunità una bandiera politica da quando è sceso in politica. Ora piuttosto che rinunciare alla sua poltrona con il rischio di perderla definitivamente in seguito ad una nuova tornata elettorale, ha deciso di cancellare il processo breve dal suo nuovo programma. Fra le due alternative insistere sul processo breve e ritrovarsi a casa fra qualche mese e abbandonare la folle idea di questa nuova legge-ad personam e continuare a rimanere sulla preziosa seggiola del capo di governo, lo stratega di Arcore ha scelto la strada meno rischiosa in questo momento. Lo ha fatto alla vigilia del discorso che terrà Fini domani a Mirabello, un discorso sul quale i media hanno creato un clima di attesa senza precedenti come se da quel discorso dovessero dipendere le sorti del paese. Un paese sempre più alla frutta che altro non sa proporre rispetto alla crisi che continua a mietere vittime (dissoccupati) e al cospetto della quale il governo non sa che cosa opporre, nonostante le continue assicurazioni di Tremonti. I nostri conti pubblici continuano a rotolare nonostante la manovra di luglio, la scuola, che dovrebbe rappresentare l fucina sulla quale fondare davvero le speranze di ripresa, è in condizione pietose a causa dei tagli della Gelmini (è di oggi la notizia che in una scuola di Milano gli studenti dovranno portarsi le sedie da casa), il governo prende provvedimenti che poi in qualche modo sono bocciati per essere o incostituzionali o fuori dalle regole di quel federalismo che la Lega professa (gli aumenti dei pedaggi autostradali sono stati bloccati in tutto il paese). Tutti episodi che dimostrano un appressapochismo disarmante che fra l'altro pervade anche l'opposizione ed il suo maggiore partito: il PD. Il mastodonte messi in piedi da Veltroni e D'Alema appare inadeguato sia ad opporsi ad un centro destra scricchiolante, sia tanto meno a proporsi come alternativa valida di governo. Un alternativa che non sa proporre altro che ammucchiate generalizzate calpestando ideali, principi, programmi e tutto quanto il patrimonio che dovrebbe essere il bagaglio necessario per una vera alternativa. Insomma un quadro desolante dal quale la via d'uscita è ancora molto lontana, quasi irrangiungibile.

venerdì 3 settembre 2010

E se Dio altro non fosse che l'Universo stesso ?


Sta per uscire un nuovo libro dello scienziato Stephen Hawking autore di diversi testi scientifici sulle origini dell'Universo, il più famoso dei quali "Dal Big Bang ai buchi neri" aveva l'ambizione di spiegare che cosa accadesse prima del Big Bang e cioè prima di quella enorme esplosione che ha dato vita all'Universo. Il libro però aveva lasciato la questione irrosolta non riuscendo a fare luce nè sugli istanti infinitesimali dal momento dell'esplosione nè tanto meno sugli istanti precedenti. La scienza ha ormai dato una spiegazione certa sull'evoluzione dell'Universo dai pochi nanosecondi seguenti al Big Bang fino ai giorni nostri, svelando i misteri sulla nascita dell'Universo, sulla formazione di stelle e pianeti sulla nascita delle galassie fino ad arrivare alla comparsa della vita sulla terra e la successiva evoluzione che ha portato alla comparsa di un essere intelligente come l'uomo. Alla luce di queste nuove conoscenze, la teoria della religione cristiana sulla creazione dell'Universo appare sotto una luce diversa e cioè come una rappresentazione allegorica e fantastica per spiegare un fenomeno scientifico ancora non completamente dimostrabile dalla scienza. Rimane ancora un punto oscuro che ancora una volta ci potrebbe portare a considerare la presenza di una entità superiore come Dio (cristiano o non cristiano non ha molta importanza). Che cosa esisteva prima del Big Bang e tutta la materia che ha dato origine all'Universo fino alla vita, dal Big Bang in poi, da dove proveniva ? Una questione ancora aperta sulla quale gli scienziati lavorano ed investono: il famoso accelaratore di particelle del Cern di Ginevra è stato realizzato proprio per scoprire l'origine del Big Bang e spiegare che cosa è accaduto in quei primi istanti dopo l'esplosione. Senza una spiegazione scientifica alcuni scienziati (Einstein stesso) sono portati a tornare alla presenza di un Dio che abbia creato la materia necessaria e abbia acceso la miccia del Big Bang. Ora Hawking ha scritto un nuovo libro che sta uscendo in questi giorni nel quale spiega la sua rivoluzionaria teoria: "L'universo può essersi creato da se e dal niente". Un'affermazione rivoluzionaria che scatenerà sicuramente le reazioni e la rivolta di teologi e religiosi. Ma d'altra parte se si accetta l'ipotesi della presenza di un'entità superiore che si chiami Dio o Universo fa forse differenza ? La religione cristiana non da spiegazioni sulla presenza di Dio, lui c'è e c'è sempre stato, più o meno quanto teorizza Hawking nella sua opera: l'Universo c'è e si è creato dal niente. Alla fine quindi questa nuova teoria potrebbe non avere niente di sconvolgente. E' già stato dimostrato dalla scienza che Dio, che l'uomo non può che rappresentare come entità a sua immagine e somiglianza, non ha creato niente in sette giorni e tanto meno ha dato vita all'essere umano da un pungo di fango, ed allora questa entità superiore non potrebbe essere l'Universo stesso ? Sostanzialmente io credo di si, certo bisogna liberarsi da millenni di storia nella quale l'uomo ha usato la religione come strumento repressivo e di controllo delle masse, uno strumento al quale bisogna credere per fede e non per conoscenza. E comunque la conclusione potrebbe alla fine essere sempre la stessa: quando l'uomo non riesce a spiegare con gli strumenti di cui dispone un qualche fenomeno, si ricorre al sovrannaturale.

giovedì 2 settembre 2010

Segni di ribellione .... non tutto è perduto

A dispetto dei sondaggi veri o presunti che assegnano al cavaliere ed al centro destra un consenso mai conseguito da nessuna formazione politica, in questi ultimi giorni nel paese ci sono segnali incoraggianti di protesta da parte di cittadini che finalmente hanno capito quanto sia inconcludente e soprattutto pericoloso l'attuale governo basato sull'asse Pdl-Lega. Manifestazioni e proteste finalmente mettono a nudo il disagio sociale che ormai, da diversi mesi, circola nel paese in consequenza della crisi economica e soprattutto dell'inadeguatezza del governo troppo impegnato ormai in questioni strettamente legate alla salvaguardia del premier piuttosto che ai reali bisogni dei cittadini. Sono molti gli episodi che lasciano intravedere una flebile speranza di un risveglio dal basso del paese nel tenativo di uscire da questa empasse di governo. I precari della scuola sono da giorni in sciopero della fame per rivendicare il loro diritto a non essere gettati in mezzo alla strada semplicemente in seguito ad una politica di tagli che mira esclusivamente a ridurre, ma sicuramente non a razionalizzare, una spesa come quella dell'istruzione. Ammesso poi che i soldi utilizzati per la scuola e per l'istruzione siano da considerarsi una voce di spesa piuttosto che una voce di investimento, considerato che l'istruzione è la base per uno sviluppo civile e produttivo di un paese. Ma la Gelmini, il braccio di Tremonti per quanto riguarda la scuola, ha tagliato con la falce piuttosto che con bisturi chirurgici ed i risultati sono decine di migliaia di precari che si ritrovano a casa mettendo in ginocchio tutto l'impianto del sistema scolastico italiano. Due giorni fa un gruppo di contestatori ha impedito al senatore Marcello Dell'Utri, condannato per mafia in secondo grado, di procedere alla lettura di alcuni diari di Mussolini da lui acquistati non si sa come. Bene hanno fatto queste 50 persone a interrimpere una manifestazion pubblica di cattivo gusto sia per l'argomento che per l'ospite invitato a presenziarla. In Italia siamo ormai assuefatti ad avere in parlamento tutti i generi di delinquenti, ma a tutto c'è un limite e questo limite sembra ormai essere stato superato: la gente inizia ad averne piene le scatole di tutti questi palloni gonfiati. Contestazioni di questo genere si sono ripetute ieri all'apertura della mostra del cinema di Venezia alla quale hanno presenziato il Presidente della Repubblica, applaudito a scena aperta, ed il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, accolto da fischi ed insulti. Paradossale che un esponente del governo che taglia fondi alla scuola, alla cultura senza nessuna analisi reale sull'utilizzo di tali fondi, vada poi a farsi bello a manifestazioni come la mostra del cinema di Venezia. Giusto che la gente lo abbia riempito di fischi ed insulti. I fischi e le contestazioni non hanno risparmiato nemmeno Franco Marini alla festa nazionale del PD durante il confronto con Antonio Di Pietro. Una contestazione che dimostra quanto il maggiore partito dell'opposizione sia esso stesso lontano dalla gente e dal cittadino comune. Marini si sforzava di convincere la platea sulla bontà della proposta di Bersani volta a mettere in piedi una coalizione omnicomprensiva degli oppositori a Berlusconi, tesi contestata da Di Pietro che con la sua verve oratoria ha trascinato il pubblico con la sua battuta ormai entrata nel gergo popolare "Ma che c'azzecca Casini con il PD". Morale della favola: il pubblico ha applaudito a scena aperta Di Pietro e fischiato sonoramente Marini. Come dire: se le cose vanno male nel centro destra, nel centro sinistra l'aria non è certo migliore. Insomma tutti segnali che potrebbero dimostrare il raggiungimento di un punto di rottura fra politica e cittadini, un pensiero forse troppo ottimistico ma, se si spegne anche quel poco di ottimismo rimasto, non ci resta davvero che abbandonare questo paese ormai alla deriva.