martedì 29 aprile 2014

La crisi colpisce anche il Movimento 5 Stelle: dalla scatoletta di tonno al calzino



Siamo in tempi di crisi nera la più grave dalla fine della guerra ad oggi e nessun settore della vita sociale, culturale e politica è escluso dai suoi effetti. Anche la campagna elettorale appena iniziata per le elezioni europee ne è inevitabilmente colpita. Grillo è il primo a cadere sotto i colpi della crisi: mentre a febbraio dello scorso anno evocava il parlamento come una scatoletta di tonno e prometteva di aprirla con un apriscatole, per le europee ha dovuto ridimensionarsi ed attaccarsi al pedalino promettendo di rivoltare il parlamento europeo come un calzino. Ora dopo le mancate promesse del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche dello scorso anno, è difficile dare credito a queste sparate del comico genovese. Se poi analizziamo i numeri si può vedere che i grillini conteranno nel parlamento europeo quanto il due di spade quando briscola è coppe. Il parlamento europeo sarà costituito da 751 parlamentari dei quali 73 eletti in Italia. Se il M5S prenderà il 25% dei voti come dicono i sondaggi mandarà nel parlamento 18 eurodeputati. Poichè i grillini non avranno intenzione di appoggiarsi o allearsi a qualcuno .... sarà difficile che riescano a rivoltare l'europa come un calzino andando a stracciare i trattati come Grillo promette se vincerà le europee. Ma d'altra parte il comico, cosi' come il condannato ed in parte anche il fiorentino, deve strillare, deve urlare, deve fare sceneggiate per salire alla ribalta e per farsi sentire. Comunque Grillo non è certo l'unico a sparare cartucce a salve, ma lo fanno tutti e nessuno fa proposte serie e condivisibili su quella che potrà essere la propria azione in europa in caso di vittoria. Il condannato si preoccupa di sfidare la magistratura sperando che gli vengano revocata l'assegnazione ai servizi sociali e messo agli arresti domiciliari per poi passare da vittima della giustizia. Il fiorentino non fa altro che parlare dei suoi 80 euro, sparando che con quella cifra si può fare la spesa per due settimane, e delle riforme ammazza democrazia. Grillo fa del suo meglio per tenere i toni alla stessa altezza dei due però deve ridimensionarsi passando dal tonno al calzino. Nel frattempo nessuna sa cosa ognuno di loro ha in mente di fare seriamente all'interno del parlamento europeo.

lunedì 28 aprile 2014

Fra un condannato ed un comico .... meglio il Presidente della Repubblica


La campagna elettorale per le elezioni europee sta entrando nel vivo e come ormai è usuale in Italia da diversi anni, si parla poco di politica e si urla molto a sproposito. L'anomalia di questa campagna elettorale sono due personaggi che per certi versi sono molto simili ed infatti oggi se la sono presa, se pur con motivazioni diverse, con la stessa istituzione: il presidente delle repubblica. D'altra parte poi, battute e dichiarazioni a parte che sono un aspetto formale di facciata e non di sostanza, i due sono legati a doppio filo considerato che il comico ha salvato il condannato portandolo in terapia intensiva a marzo 2013 dopo le elezioni. Certo dopo la terapia d'urto che lo ha salvato dalla fine lo ha consegnato alle cure del Partito Democratico e di Renzi che hanno portato a termine la riabilitazione totale consentendogli di tornare in pista proprio per le elezioni europee. Oggi i due, condannato e comico, si sono scagliati contro il Presidente della Repubblica, che ha due colpe secondo le tesi dei due: non aver concesso di sua spontanea volontà la grazia al primo e essere il responsabile della situazione politica per aver poi semplicemente rispettato la costituzione. Il condannato, che ormai quotidianamente disattende le direttive dei giudici, accusa Giorgio Napolitano di non avergli concesso la grazia di sua spontanea volontà senza che gli venisse richiesta. Sarebbe stato un insulto al paese ed a tutti i cittadini onesti, la grazia viene concessa per motivi umanitari e non certo ad un filibustiere che oltre a frodare lo stato ha sulla sua testa un altro processo per il quale è già stato condannato in primo grado. Quindi ben ha fatto Giorgio Napolitano a rimanere indifferente e queste aspettative. Il comico invece imputa al presidente di aver consentito la formazione di tre governo (Monti, Letta e Renzi) tradendo il paese e arrigandosi poteri che non gli competono. Purtroppo per Grillo, Giorgio Napolitano ha agito nel rispetto della costituzione e quei tre governi sono stati possibili solo perché il parlamento ha dato loro la fiducia. Ma il comico va oltre è pretenderebbe che se il M5S vincesse le elezioni europee, il presidente  della repubblica si dovrebbe dimettere come se le elezioni riguardassero una specie di fiducia a Napolitano. Naturalmente sia per il primo che per il secondo si tratta di dichiarazioni populiste e di stampo elettorale che niente hanno a che fare con le elezioni europee che riguardano tutt'altro, ma ormai la maggioranza del paese è sensibile a chi le spara più grosse altrimenti non si spiegherebbe il successo del condannato, del comico e del fonzie nostrano.

venerdì 25 aprile 2014

Renzi il nuovo Amato (non nel senso di amore) !


Siamo sempre alle solite non c'è scampo i soldi il governo li va a prendere dove si trovano più facilmente senza guardare in faccia nessuno. L'aumento del prelievo dal 20 al 26% sulle rendite finanziarie colpisce anche i conti correnti, quelli che ormai rendono molto poco ma che con questo altro piccolo salasso finiranno per essere una semplice rimessa. E questo aumento della pressione fiscale riguarderà naturalmente anche coloro che saranno i beneficiari della famosa elemosina degli 80 euro .... che alla fine dei conti si assotiglieranno ancora di più senza arrivare ad una certezza definitiva. Si perché si conosce bene l'importo di questa elargizione ma non si conosce il prelievo senza fine al quale saranno sottoposte le famiglie italiane. Ed il prelievo è sempre della stessa natura come i tagli alla spesa: si prende dove c'è la certezza di prendere non ha importanza se si prende anche e soprattutto al cittadino del ceto medio ormai tartassato oltre ogni limite. Il parallelo con Giuliano Amato ed il suo prelievo forzato deciso il venerdì e messo in atto subito il luneì mattina è forse un pò forzato ma la strategia è la stessa. Insomma il populismo di Renzi e la sua campagna elettorale è a carico del cittadino che nella migliore delle ipotesi fa la parte del giroconto con soldi che entrano da una parte ma escono subito da un'altra. Ma ormai siamo tutti annebbiati da un pregiudicato che dovrebbe stare in galera e invece va a soffiare il naso a qualche vecchietto per 4 ore alla settimana e se ne frega anche delle finte limitazioni imposte dai magistrati, da un comico che gioca a fare il politico sbraitando contro il mondo intero con l'unico obiettivo di fare cassa alla faccia dei beoti che vanno a leggere senza capire la sua bibbia, ed ora un giovanotto con un'ambizione senza limite che con 80 euro compra 10 milioni di persone prelevando denari a tutto il paese ma soprattutto mettendo in campo una guerra senza quartiere alla democrazia. Dopo 70 anni un altro 25 aprile sarebbe d'obbligo.

giovedì 24 aprile 2014

Renzi: l'uomo faccio tutto io ed il suo mondo virtuale


L'immagine di Renzi che in una sala vuota sta davanti al suo computer a scambiare messaggi su twitter ed a parlare da solo è veramente emblematica e squallida del modo di fare politica oggi e della personalità di quest'uomo ambizioso oltre ogni limite. Dopo che i social network sono diventati per molti una specie di mondo parallelo all'interno del quale crearsi una doppia personalità vivendo davanti al proprio computer come se fosse la realtà, ora gli stessi social diventano uno strumento attraverso il quale fare politica. E così la politica, dopo essersi molto allontanata dai bisogni reali della gente, aumenta le proprie distanze con il mondo reale e lo fa proprio con una delle istituzioni più importanti della struttura democratica del nostro paese: il presidente del consiglio ed il governo. Pensare che i bisogni reali della gente si possano percepire via twitter in un paese come il nostro è veramente demenziale. Ma questa è anche l'immagine che il presidente del consiglio intende dare di se stesso: un uomo che fa tutto da solo, iperattivo, che mentre i suoi ministri non si sa che cosa siano a fare e mentre gli stessi giornalisti non sono presenti in sala stampa, lui è lì al pezzo a ...... cazzeggiare con il computer. Insomma un Berlusconi dei tempi moderni, ma almeno lui metteva la faccia davanti alla televisione o se ne andava in giro a sparare le sue cavolate, questo invece si nasconde dietro un computer e poi si fa riprendere da una telecamera in una sala deserta mentre parla da solo. Maniacale ed suoer egocentrico. Se poi si analizza qualche risposta allora ci si rende conto di quanto tutto quello che sta tentando di fare questo giovanotto ha un solo obiettivo: raccogliere voti per le europee, soprattutto in merito ai famosi 80 euro. Una domanda che gli viene posta è se non fosse stato meglio dare questi soldi ai disoccupati o cassa integrati e la risposta che ne segue "Non è un'elemosina ma misura di rilancio dei consumi e di equità salariale". Come dire .. chi non ha un euro è inutile che gliene diamo 80 che non ci fanno niente ... in quanto all'equità salariale ... beh le distanze fra chi non ha lavoro e chi ne ha aumentano altro che equità salariale. Un'altra domanda centra il problema degli 80 euro come spot elettorale. E la risposta "L'unico provvedimento della storia delle campagne elettorali che arriva dopo le elezioni" Falso visto che il provvedimento sarà pubblicato in questi giorni, certo i soldi arriveranno dopo ma la certezza che arriveranno sarà prima delle elezioni. Ma è facile rispondere alle domande su twitter dove poi alla fine non c'è contradditorio ma dove soprattutto non si sa da dove provengano le domande. Insomma una delle tante buffonate messe in campo da questo maniaco di protagonismo.

mercoledì 23 aprile 2014

Tutti ipnotizzati da Renzi per un'altra televendita


La marcia di Renzi prosegue inarrestabile e tutto il paese sembra ipnotizzato davanti ai suoi spot elettorali in vista delle elezioni del 25 maggio. Ieri è stata la volta del segreto di stato sulle stragi di stato come quella di Piazza Fontana (1969), Italicus (1974), stazione di Bologna (1980) e Ustica (1980). Forse ai più è sfuggito che il segreto di stato può protrarsi per legge fino a 15 anni prorogabili a 30 per cui gli avvenimenti citati sopra sono tutti abbondantemente fuori dalla legge 124/2007 che regolamenta il segreto di stato. Ma allora che cosa ha declassificato il venditore ambulante ? Un bel niente ... gli atti di quelle stragi sono già tutti ampiamenti liberi dal segreto di stato e disponibili a qualunque magistrato. Solo Maroni e Grillo .... ahimè mi tocca essere in accordo con questi due deprecabili personaggi .... hanno rilevato la bufala mediatica di Renzi. C'è però ancora un episodio coperto dal segreto di stato per il quale ancora non scaduti i termini previsti dalla legge: il sequestro di Abu Omar del 2003. Ma guarda caso di questo sequestro non si fa menzione nel decreto di Renzi, l'unico per il quale sarebbe stato effettivamente efficace il provvedimento del presidente del consiglio. Insomma si tratta dell'ennesima bufala dell'ex sindaco di Firenze. Una bufala che in questo caso può essere facilmente rilevabile rispetto ad altre più complesse ma che non è altro che una conferma della inattendibilità del giovanotto fiorentino. In perfetta linea con tutti i provvedimenti o presunte riforme che il governo sta tentando di portare a termine e che vanno dalla legge elettorale che ripropone tutti gli elementi di incostituzionalità del procellum di Calderoli, alla finta abolizione del Senato e Province che hanno l'obiettivo di limitare fortemente la sovranità popolare affidando compiti importanti a quelle istituzioni che non saranno più elettive, fino ad arrivare alla riforma del lavoro più complessa capire nei suoi bluff ma che ha fra i suoi probabili effetti l'aumento della precarietà. D'altra parte basta una riforma del lavoro per combattere la disoccupazione ? Se non si creano le condizioni per una ripresa delle attività produttive sarà ben difficile combattere la disoccupazione, ma Renzi sfrutterà la timida ripresa effetto della fine della crisi economica per farsi bello con le sue presunte riforme.

martedì 22 aprile 2014

Il politico in Italia ? Un mestiere facile

Qualche giorno fa ho sentito un giovane ministro in tv fare questa affermazione a proposito di un politico del suo partito: "Mi ha insegnato il mestiere .... ". Sono rimasto sconcertato da questa dichiarazione e dalla indifferenza del giornalista che ha lasciato scivolare via questa frase come se niente fosse. E' lo specchio del quadro politico italiano da qualche anno a questa parte: non si fa politica per passione ma come se fosse un vero e proprio mestiere, arrivando a ricoprire certe cariche importanti e delicate come quella per esempio di ministro non per capacità ma soprattutto per essere nelle grazie del presidente del consiglio di turno, che sia Berlusconi, Monti, Renzi o altri ha poca importanza. Una volta si faceva la gavetta iniziando a ricoprire il ruolo di garzone della sezione del partito, poi magari si ricopriva qualche incarico nella sezione giovanile, poi nella sezione di quartiere .... e così via fino ad arrivare magari ad incarichi nazionali ed essere inseriti in qualche lista elettorale. Se non avevi passione per la politica sicuramente non potevi continuare per quella strada che era tutt'altro che facile. Oggi invece il politico è considerato un mestiere e lla più diretta conseguenza sta nel fatto che arrivano a ricoprire incarichi politici anche di rilevanza personaggi totalmente senza esperienza politica e incompetenti. Si perché al mestierante della politica non si richiede professionalità come per qualsiasi altro lavoro, ma semplicemente il politico di oggi deve far "rumore" lanciare affermazioni e parole d'ordine senza poi che qualcuno chieda spegazioni o dettagli sulle sue proposte. Il condannato ha vinto elezioni politiche con questo sistema, abbssare le tasse, posti di lavoro, più giustizia per tutti e via dicendo senza mai che desse qualche spiegazione sul come ottenere questi obiettivi. Oggi, in vista delle elezioni europee, il gioco si ripete e mentre da una parte c'è chi spara a zero sull'europa (euro moneta criminale, via dall'euro, il fiscal compact ci obbligherà a versare 50 miliardi l'anno, etc.), dall'altra c'è chi la difende a spada tratta promettendo di cambiare l'europa dal dentro. Ma nè gli uni nè gli altri forniscono spiegazioni in merito alle motivazione di quanto sostengono. Qualcuno di coloro che sostengono la necessità di uscire dall'euro spiega forse come sarà possibile e dimostra le conseguenze di una tale scelta ? Assolutamente no oltre ad affremare euro moneta criminale non si va. Qualcuno di coloro che fanno parte di una forza che a malapena raggiungerà il 4%, la soglia minima per entrare nel parlamento europeo, ci dice come intende cambiare l'europa, con quali forze e in che modo ? Ancora assolutamente no. In sostanza una politica approssimativa fatta esclusivamente di slogan e non di progetti e programmi realmente realizzabili. Oggi poi abbiamo altri due maestri in questo spettacolo: Renzi e Grillo.

sabato 19 aprile 2014

80 euro per un voto


Nonostante gli sforzi del Renzi pensiero, i twitter, le battute, l'ironia e tutta la solita sceneggiata che accompagna ormai ogni conferenza stampa del presidente del consiglio, i famosi 80 euro non saranno un provvedimento strutturale ma soprattutto non riguarderanno chi sta peggio quanto un ceto medio disposto a "vendere" il proprio voto per poche decine di euro. L'elargizione non sarà il risultato di una modifica delle aliquote Irpef e di uno sgravio sui costi del lavoro o di qualche provvedimento similare, quanto una specie di quattordicesima per la quale il governo ha trovato (almeno sembra perchè ancora non sono del tutto chiare) le coperture per il 2014, poi per il 2015 servirà un altro provvedimento, per non parlare di quanto potrà accadere nel 2016. Per esempio se per caso cadesse il governo .... addio 80 euro, a meno che non torni Renzi al governo dopo una nuova elezione, insomma il giovanotto si è legato a doppio filo con circa 10 milioni di persone che se vorranno mantenere i loro misero gruzzuletto dovranno "sostenere" con il voto il Fonzie nazionale. Che poi questi 80 euro siano una spinta per la ripresa .... vedremo ma i dubbi sono diversi sia per l'entità della cifra che per la precarietà appunto della cifra stessa. La conferenza stampa è stata poi condita da altri colpi di scena di dubbio gusto del tipo .. i sottosegretari a piedi ... i magistrati non si lamentino ... e via dicendo in perfetto stile berlusconiano con l'intento di far passare in secondo piano altri aspetti come alcune affermazione sulla giustizia in linea proprio con il pensiero del condannato (la separazione delle carriere per esempio). Insomma taglia di qua, taglia di là, dai su e dai giù, in un pirotecnico show del quale alla fine è anche difficile tirare le fila. Tanto fumo ma ancora una volta per vedere l'arrosto ci vorrà del tempo. Ora però ci sono le elezioni europee e l'obiettivo è quello, l'uovo è stato consegnato ancora un mese per capire se dentro ci sarà una sospresa e comunque sarà del tipo una tantum o autodistruttiva.

giovedì 17 aprile 2014

Le promesse da .... renzino


Non è difficile fare promesse, ed i marinai notoriamente sono una categoria che sa come farne, il problema è poi mantenerle soprattutto quando se ne fanno a ruota libera senza verificare le condizioni per poi dare seguito a queste promesse. Quando poi a farle è colui che ha responsabilità di governo, l'atteggiamento è preoccupante. Ma ormai la politica in Italia ha perso qualsiasi parvenza di serietà e di impegno, e l'attività del parlamento, del governo e di tutto il sistema politico italiano assomiglia sempre più ad un enorme videogame. L'ascesa poi di Renzi alla poltrona di Presidente del Consiglio ha accentuato questa sensazione. Il Renzi sembra più un uomo di spettacolo che il capo di un governo, basta vedere come si esprime attraverso il suo strumento preferito, Twitter, scendendo anche lui nell'offesa dei suoi detrattori ai quali ieri ha dato dei gufi. L'atteggiamento poco consono al ruolo che ricopre il politico è comunque ormai diffuso in tutte le sedi istituzionali dove ormai non c'è dibattito o confronto ma gazzarra. Basta vedere cosa è accaduto ieri alla Camera ed al Senato dove le opposizioni Lega da una parte e M5S dall'altra hanno scelto la violenza dialettica e la sceneggiata per mostrare il loro dissenso. In questo modo vanificano le eventuali ragioni che possono anche avere difendendo i loro principi, ammesso che ne abbiano, perchè scegliere questi metodi molto spesso significa nascondere vuoto di contenuti incapacità di far valere le proprie ragioni. Tornando al presidente del consiglio iniziano a vacillare le sue promesse e la lettera inviata all'europa per rimandare il pareggio di bilancio fa il pari con la riforma del lavoro rinviata al prossimo anno dopo tante promesse. Insomma forse Renzi riuscirà ad elargire quei famosi 80 euro grattando un pò ovunque e sottraendoli non solo ai famosi managar superpagati ma anche a tagliando su servizi, tagli i cui effetti saranno poi quelli di far sborsare parte di quelle poche decine di euro proprio per quei servizi. Per il resto tutto fermo e per certi versi è un bene considerato che la legge elettorale e la riforma del senato sono due scelleratezze che taglieranno a fette la democrazia, ma il rinvio sul lavoro è un peso enorme. Il problema più gravoso del paese in questo momento è proprio il lavoro, la disoccupazione ha livelli incredibili e superiore a qualsiasi altro paese europeo per non parlare della disoccupazione giovanile la vera piaga contro la quale sarebbe necessario mettere in atto ogni provvedimento possibile. Altro che 80 euro, altro che senato o province, senza il lavoro qualsiasi riforma è vanificata e non credo che siano il bicameralismo perfetto o le province ad accrescere la disoccupazione. Dopo le parole con le quali il fiorentino è molto bravo, servono i fatti .... ed i fatti il governo deve ancora dimostrare di essere capace di metterli in pratica.

martedì 15 aprile 2014

Quattro anni di condanna ridotta a poco più di 6 giorni: si la riforma della giustizia è indispensabile


L'applicazione della sentenza del pregiudicato di Arcore ha sinceramente dell'incredibile, ecco una sintesi:

- Condanna a 4 anni
- Abbuono di 3 anni per l'indulto
- L'anno residuo ridotto a 10 mesi
- Per 10 mesi sarà impegnato 4 ore alla settimana in un centro per anziani
- Considerando 4 settimana al mese per 10 mesi .. 40 settimane ... 160 ore ... quindi più o meno 6 giorni
- Conclusione una condanna a 4 anni ridotta magicamente a 6 giorni

Nel frattempo il condannato potrà recarsi a Roma dal martedì al giovedì e svolgere la sua attività politica pur essendo interdetto dai pubblici uffici, essere ricevuto dal Capo dello Stato e dal presidente del consiglio in modo da continuare a guidare l'azione di Matteo Renzi. Insomma il paese sarà sotto l'egida di un pregiudicato, sbattuto fuori giustamente dal Senato, ma che continua a impervesare nella vita politica italiana. Ecco questa è la giustizia italiana che massacra i poveri diavoli ma che non ha il coraggio di comportarsi con eguale rigore con i potenti. E poi non si venga più a parlare di giustizia politicizzata o comunista ... Questa è l'Italia in mano a mafiosi, pduisti, camorristi e politici immischiati con tutte queste organizzaioni criminali.
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Quasi 9 miloni di voti per un delirio continuo


Le ultime elezioni politiche hanno visto milioni di voti buttati al vento e disattesi dai partiti che li hanno ricevuti. Pd e Pdl (ora Forza Italia e Ncd) hanno tradito i propri elettori alleandosi nel governo Letta e nel governo Renzi dopo una campagna elettorale nella quale i due partiti promettevano mai al governo con l'altro come era accaduto con il governo Monti. Ma i voti più "traditi", dispersi e inutili sono stati quelli raccolti dal Movimento 5 stelle e dal suo leader il comico di Genova. Voti raccolti si per protesta contro i partiti tradizionali ma anche per tentare davvero quel cambiamento che in molti nel paese aspettavano da questo Movimento. Quei voti sono stati traditi immediatamente il giorno dopo con il rifiuto di partecipare ad un governo per iniziare quel cambiamento tanto sbandierato e successivamente sono stati calpestati, stracciati e utilizzati per il delirio continuo e incessante di Grillo, che ha, giorno dopo giorno, completamente svelato le sue reali intenzioni. Un anno e passa trascorso dal "padrone" del Movimento come se niente fosse accaduto, come se in parlamento non fossero entrati circa duecento fra deputati e senatori, che avrebbero potuto incidere sulle politiche del governo e indirizzarne almeno in parte la rotta. Anzi il delirio di Grillo è andato via via crescendo fino ad arrivare al post criminale di ieri nel quale ha utilizzato i simboli del periodo storico più tragico dell'umanità per i propri fini commerciali. Il comico crede di essere sempre sul palcoscenico dei suoi spettacoli, diventati anche quelli di pessimo gusto, e utilizza la sua ironoia ormai stucchevole e immutabile, per procedere al massacrio offensivo, volgare di tutto e tutti. Allo stesso tempo manovra gli iscritti al movimento a proprio uso e consumo epurando in maniera più o meno palese chiunque si metta anche leggermente di traverso. Il tutto con un unico fine ed obiettivo: il fatturato del blog. Si perchè, benché i grillini si lamentino della poca visibilità televisiva rispetto per esempio al loro nemico attuale, Matteo Renzi, ogni post del blog viene sistematicamente amplificato da tutti i media e più il post è delirante, come quello di ieri, e più gli viene concessa la ribalta mediatica. Grillo lo sa e sistematicamente produce articoli provocatori, offensivi, criminali alzando ogni volta il tono provocatorio in modo da ottenere maggiore visibilità. Ecco a questo sono serviti i quasi 9 milioni di voti degli elettori italiani .... ad aumentare il fatturato della Casaleggio Associati, fregandosene delle speranze che quei cittadini avevano posto nel movimento.

domenica 13 aprile 2014

La sinistra può diventare destra anche quando cambia


Il nuovo slogan del presidente del consiglio è "La sinistra che non cambia diventa destra", un concetto che tenta di spostare l'attenzione dai disastri che sta combinando il governo Renzi proprio in merito alle riforme. A questo grido di battaglia risponde il produttore di battute e metafore per antonomasia, PierLuigi Bersani, tornato in piena attività politica dopo i problemi di salute degli ultimi mesi. E Bersano risponde a Renzi con: "Ci vuole lo stesso tempo a fare la cosa giusta o la cosa sbagliata". Ecco lo scontro politico si può riassumere in queste due battute. Da un parte in giovanotto che parla di sinistra senza mai essere stato di sinistra, che pensa sia sufficiene sfornare riforme e cambiamenti per essere considerato un riformista ed un uomo di sinistra, dall'altra un politico sano e pulito che sa benissimo che non basta una riforma per essere considerato uomo di sinistra e che quello che conta sono i contenuti. Le riforme dell'ex sindaco di Firenze hanno molto poco di sinistra e sarebbe sufficiente a dimostrarlo il fatto che sono concordate con un pregiudicato, protettore dei mafiosi, per avere qualcosa di più che un semplice dubbio. Poi ci sono i contenuti, che sono quelli che contano, a spostare completamente a destra le riforme che si stanno mettendo in atto. Mettendo insieme legge elettorale, riforma del senato, riforma delle province stiamo andando verso uno stato dove il cittadino avrà sicuramente meno peso sulla democrazia. Il cittadino consegnerà tutto il sistema ad una formazione politica che nella migliore delle ipotesi con 37% dei consensi nel paese si prenderà tutto mettendo all'angolo qualsiasi tipo di opposizione. Con questa percentuale minoritaria la formazione politica si prenderà più del 50% dell'una camera elettiva e poi deciderà tutto il resto: Presidente della Repubblica, composizione del Senato, Corte Costituzionale e via dicendo. Stessa situazione per le province la cui composizione, dopo la semplice trasformazione nel nome, sarà scelta dai sindaci e consiglieri comunali pur mantenendo delle competenze decisionali per la vita dei cittadini. Se ancora si ha una minima idea di che cosa possa significare destra o sinistra (concetto ormai oscuro ai più purtroppo ... Renzi compreso) queste sono riforme di destra perchè tolgono potere al cittadini che si troverà ad essere givernato da persone scelte da altri, il contrario della democrazia. Renzi usa la stessa tecnica del condannato per distrarre i cittadini dalla sostanza della sua azione politica, la battuta urlata, in maniera più educata e meno volgare del condannato stesso, ma con lo stesso obiettivo. Altro grido di battaglia di questi giorni "Combatteremo in maniera violenta la burocrazia" come se la burocrazia fosse un mostro a due teste che vive di vita propria. La burocrazia è figlia di due genitori che si chiamano: troppe leggi e leggi confuse. La burocrazia si è sviluppata in Italia a causa dell'incapacaità della classe politica di sfornare leggi adeguate, non superflue e soprattutto non interpretabili. Qualsiasi legge in Italia può affermare un principio e l'esatto contrario dello stesso ed è interpretabile come minimo in tre modi diversi. La burocrazia si sconfigge in un solo modo: semplificando e sfrondando il sistema legislativo. La burocrazia è figlia della politica italiana e lottare contro la burocrazia significa per il politico lottare contro se stesso. Ma a giudicare dall'incompetenza ed "ignoranza" politica per esempio di molti nuovi ministri appare ardua questa lotta senza quartiere annunciata dal Renzi pensiero.

venerdì 11 aprile 2014

Grillo: come trasformare tutto in puttanate


La maggiore capacità di Grillo è quella di ridicolizzare qualsiasi questione, qualsiasi problema, anche serio in una sorta di battuta o di farsa facendone perdere la vera sostanza. D'altra parte lui è un comico, ma trasformare la politica, sempre e comunque, in comicità o presunta tale, non è facile e soprattutto diventa un esercizio stucchevole e fuori luogo nel momento in cui decidi di entrare nella politica e soprattutto quando conquisti la fiducia di circa 9 milioni di persone. Purtroppo quello che sfugge a molti è la vera sostanza del "fare politica" del duo Grillo-Casaleggio: il business ed il fatturato del blog. Naturalmente per attirare visitatori non è sufficiente analizzare ed esporre un pensiero, critica o un'analisi politica in maniera seria e dettagliata, per attirare un popolo "educato" da venti anni di televisione spazzatura è necessario fare altrettanto anche sul blog. Ecco allora che per denunciare la mossa in stile berlusconiano di Renzi in merito ai capilista per le elezioni europee non è sufficiente condannare la trovata pubblicitario del segretario del Pd, ma è necessario scendere all'offesa, fare la parodia delle 5 donne dem con le veline della tv berlusconiana, scendendo nella più becera ironia ed una volgarità gratuita. E non perché ci siano delle donne di mezzo, sarebbe stata la stessa cosa se i 5 capilista fossero stati dei maschi. Che l'operazione di Renzi sia un'operazione sfacciatamente di marketing è palese ed è triste che delle donne si prestino a questo siparietto. Il Partito Democratico nelle 5 circoscrizioni italiane per le elezioni europee, inserisce 5 donne, ma non sta qui il problema o lo scandalo quanto nel fatto che quattro delle cinque siano già delle deputate elette lo scorso anno alle elezioni politiche. Né più né come faceva il Pdl o Forza Italia quando metteva come capolista nientepopodimenoché il condannato, ingannando gli elettori, felici di farsi ingannare, perché l'ex cavaliere non sarebbe mai andato al parlamento europeo. Ora per quanto riguarda il Partito Democratico non ci è dato sapere se le 4 deputate una volta elette andranno nel parlamento europeo, tradendo il voto alle politiche del febbraio scorso, o lasceranno il proprio posto ad altri, tradendo in questo caso il voto di chi le avrà indicate nelle preferenze. Come la si mette questa faccenda è sporca perchè risulta in una presa in giro dell'elettore e dimostra una volta di più quanto il Renzi sia figlio legittimo del condannato. Ed è anche una delle tante storture di quella legge elettorale incostituzionale che però verrà riproposta in uno dei suoi fondamentali aspetti antidemocratici: la mancanza delle preferenze. Il parlamentare deve rispondere al proprio partito e non certo all'elettore e quindi se il partito comanda, il parlamentare risponde. E le quattro deputate si prestano a questo gioco perverso a dimostrazione che, almeno nell'ingannare il cittadino, le donne e gli uomini in politica sono esattamente allo stesso livello paritario. Ora se Grillo avesse detto tutto questo senza scendere nell'offesa e nella volgarità, forse avrebbe fatto un servizio al cittadino ... anche se probabilmente ne avrebbe tratto minor vantaggio economico. Sarebbe interessante ora che gli elettori non dessero nemmeno una preferenza alle 4 deputate, privilegiando altri candidati senza altri incarichi, ma temo che un comportamento così coerente non faccia più parte non solo della politica italiana ma nemmno del cittadino comune.

giovedì 10 aprile 2014

Venti anni di leggi incostituzionali o da abrogare


Il risultato di questi ultimi venti anni, con tre governi di centro destra ed un governo e mezzo di centro sinistra, hanno regalato al non solo una crisi economica senza precedenti ma anche e soprattutto una serie di leggi incostituzionali o per le quali il nostro paese è stato posto sotto qualche procedura di infrazione dall'europa. A questo scempio ha fatto degna cornice uno scadimento totale dal punto di vista sociale, culturale e politico senza precedenti che hanno portato fra l'altro alla nascita di leader come un comico che ha nell'offesa e nella denigrazione il principale progetto politico. L'ultimo episodio in ordine di tempo è la legge 40 sulla fecondazione assistita che finalmente dopo 10 anni di lotte e di smantellamenti pezzo per pezzo, riappropria dei loro diritti tante coppie e tante donne che fanno ricorso a questa pratica. E' solo l'ultimo atto di un ventennio disastroso a livello legislativo che fra l'altro ha portato il paese ad avere per tre legislature, compresa quella attuale, un parlamento nominato con una legge incostituzionale e quindi illegittimo. A cascata sono molte altre le istituzioni che in questo momento non hanno titolo per rappresentare le democrazia nel nostro paese a partire dal Presidente della Repubblica, eletto da un parlamento illegittimo, o dalla Corte Costituzionale stessa. Una situazione imbarazzante alla quale si dovrebbe porre rimedio andando il prima possibile alle elezioni dopo aver varato una legge elettorale che si possa definire tale. Purtroppo invece il parlamento si appresta ad emenare un'altra legge elettorale con gli stessi difetti costituzianali della precedente ed ora, dalle prime reazioni, probabilmente si provvederà ad una revisione della legge 40 con il rischio di reimmettere ancora una volta stralci di incostituzionalità. Ormai la vita politica del paese è regolata dalla magistratura a vari livelli, ma non per ingerenza della magistratura stessa nella politica, quanto per una classe politica di incompetenti, guidata da ideologie reazionarie e conservatrici (per quanto si dica sempre che le ideologie nel nostro paese sono cadute da tempo) e con una mancanza di conoscenza imbarazzante della carta costituzionale. Per porre rimedio a questi venti anni e riportare il paese su un binario veramente demcratico saranno necessari decenni, ammesso che non continui a fare altri danni come purtroppo sembra.

mercoledì 9 aprile 2014

Sono scomparse le slides ma rimane la nebbia


Quando si parla di numeri, di cifre, insomma di quattrini forse è meglio lasciare da parte gli effetti pirotecnici, i pesciolini, e tutto quanto fa scena per andare sul concreto. Renzi naturalmente non rinuncia alla marea di parole che investono i giornalisti per poi finire sui giornali. Un fiume che come al solito provoca una specie di cortina fumogena dalla quale non è semplice inquadrare  la strada e nel caso specifico la vera natura dei provvedimenti. Si è andati più sul concreto questa volta ma ancora diversi punti sono oscuri per cui non ci sono tutti gli elementi per dare un giudizio. Ci saranno gli 80 euro per i lavoratori dipendenti clon redditi inferiore ai 1.500 euro mensili, soldi che verranno per 1 miliardo e passa da una tassa sulle banche, per un'altro miliardo dal recupero dell'Iva sui crediti, che saranno sbloccati, che le imprese vantano nei confronti della PA, dal taglio delle spese per 4.5 miliardi. I primi due miliardi quindi sono somme una tantum mentre per il grosso della somma disponibile ancora non si hanno notizie quali saranno le spese tagliate. Sta tutta qui la preoccupazione perchè quando si parla di tagli nella spesa pubblica solitamente si tratta di sforbiciate effettuate senza tenere molto conto dei servizi che si vanno a tagliare ma si parla solo in termini assoluti. Quindi si dovrà anche attendere accontentandoci di vedere tagliati gli stipendi dei manager pubblici piuttosto che tentare di accrescere quelli dei giovani che o non lavorano o lavorano con retribuzioni che non consentono alcun progetto di vita. A meno che non si vogliano considerare quei famosi 80 euro un incremento significativo di stipendio. Quella elemosina, meglio di niente certo, sarà un altro fattore di accrescimento della tensione sociale fra chi li riceverà e chi no, perchè fra chi non vedrà un euro ci sono anche quei pensionati ai quali i tagli sono già stati fatti da un paio di anni da Monti e dalla Fornero. E che dire dei disoccupati che essendo a stipendio 0 non possono recriminare alcun aumento ? In tutti questi tagli e risparmi mannca comunque una voce, che non compare mai nei discorsi di Renzi: il taglio degli stipendi dei parlamentari e di tutti coloro che girano intorno alla politica. Si certo ai Senatori niente indennità, ai nuovi consiglieri provinciali niente indennità .... ma i deputati ? ed i conglieri regionali che ultimamente ne hanno combinate di tutti i colori ? Comunque aspettiamo di vedere questi tagli dove colpiranno e quali saranno le conseguenze .... Per il momento abbiamo delle riforme che non sono riforme, le Province non sono abolite ma solo modificate nel nome, riforme che abbattono la democrazia, il combinato disposto fra riforma elettorale e modifica del Senato, che non viene abolito come le Province, ed infine provvedimenti economiche ancora non chiari. Lo spettacolo continua.....

martedì 8 aprile 2014

Oggi la politica è per il 95% solo fumo


Ormai l'attività principale del politico italiano è quella di rilasciare dichiarazioni, interviste, twitt in maniera compulsiva con il risultato che di un argomento se ne parla per giorni, settimane, mesi prima di arrivare a qualche risultato concreto, ammesso che il risultato arrivi. Questa attività di spargimento di fumo ha subito un notevole incremento con la nomina di Renzi a Presidente del Consiglio grazie proprio alla caratteristica essenziale dell'ex-sindaco di Firenze, quella di spendere parole in quantità industriale rispetto poi ai contenuti. D'altra parte già di prima mattina in televisione le trasmissioni di così detto approfondimento si sprecano, poi la sera su sette giorni almeno sei o c'è un talk show politico (Piazza Pulita, Ballarò, la Gabbia, Servizio Pubblico, Porta a Porta ogni sera, Otto e mezzo) o una trasmissione di altra natura che comunque ospisa sempre almeno un politico (Che Tempo che Fa). Poi ci sono i giornali che, nonostante la crisi di vendite ed il fatto che molti italiani non leggono nemmeno un giornale, sono in numero considerevole ed ognuno deve scrivere possibilmente trovando la notizia a sorpresa. Per concludere infine con i siti internet sia quelli dei quotidiani on line, poi dei settimanali, poi di semplici siti di informazione. Insomma per riempire tutti questi media, trelevisioni, giornali, siti internet e possibilmente in maniera non ripetitiva, servono dichiarazioni, interviste, dibattiti, discussioni, ma gli argomenti non li si possono inventare ogni giorno. Ecco allora che su una riforma si discute per mesi prima che arrivi in parlamento dove poi deve fare il suo percorso. Durante il percorso legislativo si continua a discutere, dibattere, sul nulla. Si fanno ipotesi, proposte, che spesso dicono tutto e il contrario di tutto. Per non parlare di quando un appartente di spicco di un partito fa un'affermazione che poi viene sistematicamente smentita dal partito stesso. Una confusione totale che ha un unico effetto: confondere le idee ai cittadini ed allontanarli di brutto dalla politica. L'idea che ci si può fare da questa sbornia di chiacchere è quella di una politica sempre più distante dal cittadino soprattutto in questo momento di crisi profonda economica, finanziaria, sociale e culturale.

lunedì 7 aprile 2014

La collusione fra politica e criminalità è dimostrata nei fatti


Il condannato non si rassegna ed i suoi leccapiedi rimangono fedeli accettando di portare in Europa il nome del pregiudicato. Il simbolo di Forza Italia alle elezioni europee porterà sotto il logo del partito il nome di Berlusconi, il nome cioè di un condannato in via definitiva per frode fiscale. E state certi che ci saranno degli elettori disposti a votare un partito che pubblicizza l'illegalità, incentiva l'evasione fiscale, fa da spalla a mafiosi e pregiudicati. Ieri sera Giovanni Toti si vantava di non aver inserito nelle liste i nomi di Cosentino e Scajola. Il primo per i suoi problemi con la giustizia finalmente sfociati con l'arresto, il secondo per la vicenda della casa romana acquistata a sua insaputa anche se poi assolto in primo grado. Strano modo di interpretare il significato di legalità: non si inseriscono nelle liste due nomi di personaggi politici in virtù dei loro problemi con la giustizia ma si inserisce addirittura nel simbolo del partito da presentare sulla scheda elettorale il nome di un condannato in via definitiva per frode fiscale. Un paese votato alla illegalità se si da credito anche ai sondaggi che danno Forza Italia intorno al 20%, coè qualche milione di elettori sono disposti a dare credito ad una forza politica che associa il proprio nome ad un pregiudicato. D'altra parte non è l'unico partito votato alla illegalità anche se non in maniera così sfrontata. Che dire infatti del segretario del Partito Democratico che accetta di decidere le sorti del paese e di riforme importanti e così decisive come quelle costituzionali proprio con il pregiudicato ? Renzi non avrà condanne penali ma vorrebbe cambiare la costituzione con un pregiudicato. E che dire della Lega Nord che ieri ha sfilato in una manifestazione per chiedere la scarcerazione di una decina di terroristi fai da te ? E' vero avevano costruito in un garage un carro armato utilizzando una ruspa, ma quel carro armato era grado di sparare, magari esplodendo al primo colpo, comunque le intenzioni erano quelle di mettere in atto qualche azione di tipo terroristico in nome di una spsuedo indipendenza del Veneto. Che avrebbe dovuto fare lo stato ? Stare a guardare ? Giustamente sono stati arrestati e la Lega Nord, partito che si presenta alle elezioni europee contro l'europa (altra dissonanza), organizza una manifestazione ed un migliaio di persone danno credito a questa scemenza. A proposito se l'indipendenza del Veneto poi sono in mille a volerla .... beh sembra poca cosa per fortuna. La sostanza comunque è che questro paese tanto devastato dalla malavita, dalla mafia, dalla camoraa, dalla 'ndrangheta non ha bisogno di processi per dimostrare che la politica è in qualche modo collusa con queste organizzazioni criminali, sono fatti come questo che lo dimostrano oltre le parole e le dichiarazioni di intenti.

domenica 6 aprile 2014

Dopo un pregiudicato .... un ambizioso al limite della patologia


Dopo aver riposto in soffitta le ideologie ed averle demonizzate, il popolo italiano non ha fatto che affidare le proprie sorti a personaggi che tutto avevano ed hanno a cuore meno che le sorti del paese. Questi venti anni non hanno insegnato niente e dopo due decenni con governi guidati da chi aveva e continua ad avere un unico obiettivo, salvaguadare la propria incolumità ed i propri interessi, oggi ci si affida ad un giovanotto che non ha altro da salvaguadare e nutrire che la propria ambizione. Spesso si è detto che la politica italiana è vecchia e che bisogna fare largo ai giovani, ma se i giovani son quelli che oggi hanno assalito e conquistato le poltrone del governo e che stanno tentando riforme scellerate, che ne sarà di questo paese. L'ambizione di Renzi è smisurata ed in nome di questa ambizione sta trascinando il paese in turbinio di presunte riforme che lasciano intravedere solo un'abbattinmento della democrazia ed una limitazione del potere del popolo. Dopo aver conquistato la carica di segretario, quando si è reso conto che il governo Letta stava ottenendo qualche risultato, non per merito suo quanto soprattutto per una crisi economica e finanziaria che si stava allentando, ha capito che se avesse lasciato in mano il pallino a Letta, il buon Enrico si sarebbe preso tutto il merito del cambio di rotta. Per evitare quindi di far salire le quotazione e magari andare incontro ad un insuccesso personale alle prossime elezioni, il Renzi ha pensato bene di prendere il potere con un colpo di mano, coadiuvato dalla maggioranza del proprio partito, costituita da una pattuglia di lecchini dell'ultima ora. Arrivato sulla poltrona tanto ambita ma non per investitura popolare, ha deciso che doveva mettere in atto le riforme di cui tanto si parla per acquistare punti dopo quella specie di colpo di stato. Ma per fare le riforme, soprattutto quelle costituzionali, ha dovuto scendere a patti con il condannato, quello che per anni ha tentato di farle a proprio uso e consumo, e quindi come si può fare una riforma con un pregiudicato attorniato da personaggi collusi con mafia, con malavita, corrotti e, quando si tratta di persone pulite, incapaci di elaborare un proprio pensiero politico autonomo. Con un personaggio del genere non si poteva pretendere di avere una sola riforma che fosse veramente tale, ma di questo a Renzi non importa niente, a lui importa portare in porto qualche riforma che sia tale, se poi è peggiorativa delle istituzioni e della democrazia a lui non importa. Tanto più che si rivolge ad una parte degli elettori che sembrano soffrire dello stesso virus degli elettori del condannato: incapaci di ragionare con la propria testa senza farsi infinocchiare dalla capacità comunicativa del condannato e dell'ex sondaco. Gli unici che avrebbero potuto dare vita ad un cambio di rotta sarebbero stati i grillini, ma anche loro sono nelle mani del loro capo, il comico di Genova, che ha scelto la strada del NO a prescindere per proprio tornaconto. Se Renzi fosse stato davvero un leader al quale stava a cuore le sorti del paese cosa avrebbe dovuto fare ? Costringere il governo Letta a proseguire nel proprio lavoro magari con dei correttivi, e soprattutto arrivare il prima possibile ad una legge elettorale che si potesse definire tale, poi andare alle elezioni e dimostrare davvero la propria capacità politica. Solo dopo procedere con le riforme, quando finalmente il paese si fosse dotato di un parlamento almeno legittimo e non nominato in virtù di una legge incostituzionale. Renzi è un seguace di Macchiavelli per il quale il fine giustifica i mezzi, il suo fine era quello di arrivare alla poltrona di presidente del consiglio e ci è arrivato, ora quello di rimanerci il più a lungo possibile e quindi allontana le elezioni il più possibile e prepara il terreno per almeno liberarsi di eventuali competitor fastidiosi nell'unico modo possibile: abbatendo a colpi di riforme la democrazia. Come si dice: il peggio non è mai morto.

sabato 5 aprile 2014

L'unica vera riforma di Renzi: l'abolizione del termine abolire


Accade spesso nella lingua italiana che si inventino nuovi termini, nuove parole o che se ne utilizzino altre per indicare gli stessi termini (da bidello a operatore scolastico, da infermiere a operatore sanitario, etc.) oppure, come accade in questi giorni, che si modifichi il signifcato di un termine grazie al suo utilizzo in modo improprio. E' il caso del verbo "Abolire" e dei sostantivi derivati. Dal vocabolario italiano si evince che abolire significa: cancellare, sopprimere, annullare, abrogare. Renzi usa continuamente questa parola per indicare il primo risultato del suo governo: l'abolizione delle province. Quindi le province non esistono più ? Se il significato della parola abolizione fosse utilizzato alla lettera, certamente si, ma se poi si legge il provvedimento si scopre che le province non sono state cancellate o abolite quanto piuttosto trasformate in altre entità "non elettive" che svolgeranno più o meno le stesse funzioni e probabilmente in maniera peggiore. Ecco i vari punti di questa pseudo-riforma il cui unico effetto è quello di togliere il voto ai cittadini.
Città metropolitane. Sono istituite un certo numero di città metropolitane la cui estensione sarà esattamente pari al vecchio territorio provinciale. Il presidente della provincia è sostituito dal sindaco metropolitano, carica ricoperta dal sindaco della città metropolitana (doppio incarico quindi anche se non pagato). Il consiglio e la giunta provinciale sono sostituiti da due organi: il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana. Il consiglio metropolitano è eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali che fanno parte della città metropolitana.
Aree vaste. Dove non sono istituite le città metropolitane sono definite le Aree vaste, aggregazione di comuni con estensione territoriale uguale a quella delle vecchie province. Il presidente delle aree sarà un sindaco eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali e coadiuvato da un consiglio anche questo nominato dai sindaci e dai consiglieri comunali sempre fra i sindaci ed i consiglieri comunali appartenenti all'area. 
In buona sostanza in principio c'erano le Province, domani ci saranno le città metropolitane e le Aree vaste, esattamente la stessa istituzione come estensione che cambia solamente nome. I presidenti di provincia ed i consiglieri provinciali saranno sostituiti da sindaci e consiglieri comunali appartenenti alla città metropolitana o alla vasta area eletti sempre dai sindaci e consiglieri comunali che quindi costituiscono l'elettorato attivo e passivo. Le competenze di questi nuovi, nel nome, organi sono le stesse delle province. In conclusione quindi le province non sono state abolite ma si è provveduto esclusivamente a cambiarne la denominazione. Gli organi che presiedevano le province sono rimasti anche questi con denominazione modificata ma soprattutto tali organi, pur mantenendo le stesse competenze sul territorio, non sono eletti dai cittadini ma nominati dai sindaci e dai consiglieri comunali fra gli stessi sindaci e gli stessi consiglieri comunali. Insomma presidenti e consiglieri di città metropolitane e aree vaste saranno semplicemente personaggi che ricopriranno queste cariche alla stregua di un doppio lavoro e per di più non retribuito; considerata la natura degli italiani e soprattutto degli amministratori locali si possono immaginare le consequenze sulla corruzione che può avere una riforma del genere. Chi è disposto a svolgere un secondo lavoro senza una retribuzione ? E soprattutto se si trova qualcuno diosponibile a questo doppio incarico, come sarà svolto l'incarico stesso ? Questa sarebbe una di quelle riforme delle quali ha bisogno il paese per tornare a crescere ? Con questa riforma ci sarà si una crescita ma nel fatturato della corruzione e della malapolitica. In conclusione non si è abolito niente si è solo effettuata una trasformazione peggiorativa dell'organizzazione delle amministrazioni locali, un modello che sarà riproposto per il senato. Auguri Italia.

venerdì 4 aprile 2014

L'Italia in mano a due sciagurati trentenni


Che ne saprà mai una 30enne di costituzione e di democrazia ? Non tanto per l'età quanto per aver dichiarato qualche settimana fa "Berlignuer ? Sono di un'altra generazione ne so molto poco". E naturalmente un personaggio politico che fa una simile dichiarazione pur facendo parte del partito figlio, anche se illegittimo, del PCI di Enrico Berlinguer, lo mettiamo ad occuparsi delle riforme costituzionali. La Maria Elena Boschi non consoce nemmeno la storia del suo partito che cosa volete che ne sappia di costituzione e di riforme ? Niente ma è proprio per questo che Renzi le ha dato un incarico così delicato, perché non rompesse le scatole e facesse tutto quello che le viene detto di fare. Non per niente Renzi è la copia giovane del condannato che usava la stessa strategia: circodarsi di persone incompetenti che non gli mettessero i bastoni fra le ruote e fossero obbedienti e rispettose. Una piccola differenza comunque c'era e, udite udite, a favore del condannato: l'ex cavaliere occupava il ruolo che occupava in virtù di una vittoria alle elezioni politiche e dopo diversi milioni di voti, Renzi solo per aver vinto le primarie per l'investitura a segretario del Partito Democratico e solo con due milioni scarsi di voti. E questo giovanotto ora usa questa manciata di voti come una specie di investitura per stracciare, calpestare e distruggere una costituzione, le sue istituzioni e soprattutto la demcrazia che hanno garantito per oltre 60 anni. Un giovanotto, Renzi, pieno di se e di superbia che non si cura nemmeno del parere autorevole di costituzionalisti come Rodotà e Zagrebelsky portandosi dietro in questo atteggiamento la fida Boschi che con un battito di ciglia e con voce suadente da telefono erotico imbonisce gli italiani snocciolando il calendario delle riforme. Ieri un primo colpo con la finta abolizione delle province che per il modo con il quale è stata condotta causerà non pochi problemi, basta pensare all'edilizia scolastica già disastrata e di competenza appunto delle province. Ma il duro colpo alla democrazia sarà l'accoppiata legge elettorale-riforma del Senato (anche in questo caso parlare di abolizione è solo una pura operazione comunicativa) che trasformerà la repubblica in una istituzione governata da un partito che ha rimediato un manipolo di voti mentre la maggioranza del paese non sarà rappresentata nel parlamento. La legge elettorale in nome della governabilità assegnerà la maggioranza dei seggi alla Camera alla formazione che ha raggiunto il 37% nella migliore delle ipotesi, nella peggiore a quella che vincerà il successivo ballottaggio avendo raggiunto persino una percentuale inferiore al 37% di voti. Quindi una minoranza avrà comunque la maggioranza alla camera dove ... si badi bene ... non ci sarà alcun spazio per le opposizioni sia per il meccanismo del premio di maggioranza sia per le soglie di sbarramento eccessive. Tanto per fare un esempio con i risultati delle ultime elezioni una camera con tre partiti, di cui uno con oltre il 50% dei seggi e gli altri relegati a fare da comparsa. Oltre a questo poi non esisterà più il Senato elettivo, sostituito da un Senato di nominati con funzioni ancora non è ben chiaro di quale tipo, ma soprattutto un Senato ricattabile che non dovrà rispondere ai cittadini. In sostanza potremmo avvere un partito che con il solo 20% si ritroverebbe a governare senza opposizione con un Senato al proprio servizio. Se poi si pensa che tutto questo stravolgimento lo si sta attuando da parte di un politico che non è in parlamento, che ha ricevuto circa due milioni di voti per fare il segretario di un partito ... il quadro della democrazia è ben chiaro. Ma gli italiani ancora una volta hanno bisogno di qualcuno che li prenda per il naso e 20 anni di berlusconismo sembrano trascorsi inutilmente.

giovedì 3 aprile 2014

Dal finto carroarmato al pregiudicato al Quirinale ... un paese che sguazza nell'illegalità


L'episodio della sventata "secessione" da parte di uno sparuto gruppo di presunti terroristi è stato affrontato in vari modi dai media. Si va dallo sberleffo simboleggiato dal cingolato trasformato in carroarmato fai da te, alle analisi serie che fanno riferimento al blitz del 1997 sul campanile di San Marco. In reltà che ci siano delle persone che intendano protestare contro lo stati di cose che si è instaurato nel nostro paese, ci sta tutto ed è anche comprensibile che questa protesta possa venire incanalata sui binari della violenza. L'aspetto completamente trascurato nelle analisi di queste ore è il fatto che questo episodio trovi giustificazioni in un partito dell'arco costituzionale, che ha avuto anche responsabilità di governo, fino ad arrivare addirittura ad organizzare una manifestazione in appoggio a questi presonaggi e contro la magistratura che ha semplicemente fatto il proprio dovere. Questo è l'aspetto più pericoloso, un aspetto sempre trascurato per quanto riguarda la Lega Nord, un partito che si è mosso sempre al limite della legalità, varcando più volte tale limite senza che nessuno prendesse provvedimenti. Un partito che si dota un proprio parlamento, che organizza una propria forza di polizia, che entrata al governo sbeffeggia la costituzione e lo stato, è un partito che andava combattuto e in alcune occasioni dichiarato illegale. Anche oggi tutte le analisi sull'episodio dei 24 secessionisti, prescindono dall'attività illegale della Lega di questi anni, una Lega che oggi si scaglia contro lo Stato responsabile di aver provocato questa profonda crisi economica senza sottolineare che in questi venti anni, la Lega stessa ha avuto molte volte responsabilità di governo e quindi lo stato attuale del paese è una responsabilità anche e soprattutto della stessa Lega Nord. Ma ormai l'Italia è un paese che sguazza nell'illegalità. Un parlamento eletto attraverso una legge incostituzionale si appresta a varare delle riforme che non potranno che risultare incostituzionali, un presidente della repubblica riceve al Quirinale un pregiudicato solo perchè un partito insiste nel considerarlo suo leader piuttosto che prenderlo a calci nel sedere come si sarebbe fatto da tempo in qualsiasi altro paese democratico, lo stesso partito si appresta a partecipare alle elezioni europee inserendo nel simbolo proprio il nome di quel pregiudicato e certamente riceverà anche un numero consistente di voti dagli elettori. Questi sono tutti aspetti dello stesso problema: l'Italia è una democrazia che vive nell'illegalità, che sta per varare riforme decise da un pregiudicato e votate da un parlamento che non ne ha titolo, un paese che alle prossime elezioni europee presenterà un partito che giustifica atti con valenza terroristica ed un partito che mette nel suo simbolo il nome di un uomo che dovrebbe stare in galera e che fra pochi giorni sarà agli arresti domiciliari. Il tutto avvallato da cittadini che andranno a votare queste formazioni politiche che in nessun altro paese riceverebbero un voto.

mercoledì 2 aprile 2014

Aumenta la disoccupazione ? E Renzi licenzia ...


Ieri i dati sulla disoccupazione che naturalmente continua una marcia inesorabile, aumentando il suo fatturato misurabile in numero di disoccupati: 13% in termini assoluti, 42% per i giovani. Cifre da capogiro sulle quali non si vede uno sbocco nemmeno con le tanto annunciate riforme promesse da Renzi. Anzi, con le sue riforme, il governo contribuirà alla disoccupazione considerato che intende mandare a casa circa 3.000 politici fra province e senato aprendo addirittura al lavoro nero considerato che il nuovo senato sarà costituito, in parte, da presidenti di regione e sindaci addirittura non pagati per questo secondo lavoro. E che la politica sia un'opportunità di lavoro ormai e non una vocazione, come dovrebbe essere, lo dimostrano i fatti di questi giorni che riguardano sia i vecchi politici che i nuovi. I vecchi utilizzano la politica per fare man bassa di quattrini appena possono e gli scandali dei vari consiglieri regionali sparsi per l'Italia che cadono sotto gli strali della magistratura lo dimostrano. Un malcostume trasversale che colpisce qualsiasi parte politica e qualsiasi parte d'Italia. Spese che non hanno niente a che vedere con l'attività politica e che sono sostenute utilizzando soldi pubblici, da cene luculliane, a viaggi, ad effetti personali, e chi più ne ha più ne metta. Ma anche i nuovi aspiranti politici non scherzano ed un esempio per tutti lo danno i grillini. Grillo con il suo movimento lancia da sempre strali contro l'europa minacciando referendum scellerati e fuorisuscite senza sbocco, ma allo stesso tempo parteciperà alle elezioni europee e per tali elezioni si sono presentati in circa 5.000 per prendersi un posto nelle liste. Si sono svolte le votazioni on line per scegliere i candidati e sembrava di assistere ad uno di quei mega concorsi per le poste o per la scuola dove il numero dei partecipanti è di diverse centinaia di volte superiore ai posti disponibili. E in questo caso non c'è nemmeno una prova selettiva, ma dei filmati ridicoli con i quali i vari candidati si presentano mostrando addirittura le proprie compagne in spot pubblicitari. E che dire poi del comico che farà campagna elettorale portando in giro per l'Italia uno spettacolo a pagamento ? Non si era mai visto che per assistere ad un comizio fosse necessario pagare e questo la dice lunga sul modo di fare politica di questo movimento. Questioni pseudo-politiche a parte la domanda è: ma in che modo le riforme di Renzi serviranno a combattere la disoccupazione ? Davvero si è convinti che la riforma del senato, l'abolizione delle province o quant'altro possa generare lavoro ? Oppure si pensa che quella scatola nera del Jobs Act sia la panacea di tutti i mali del mondo del lavoro ? Qualunque riforma si metta in campo, compreso il recente decreto che aumenta la flessibilità e la precarietà, i risultati saranno modesti se ... non si diminuiranno le tasse a tutti e non solo a 1/5 del paese, non si diminuirà il costo del lavoro ma senza prendere soldi da qualche altra parte come si sta facendo aumentando il prelievo sulle rendite finanziarie. Senza questi provvedimenti non si può che "prendere" ad occhi chiusi le promesse del Renzi pensiero che afferma di portare la disoccupazione sotto le due cifre in 2 o 3 anni, più o meno come qualche anno fa un altro prometteva un milione di posti di lavoro. Tanto per tornare sulle analogie con chi ha già preso in giro il paese o almeno quella parte del paese che si è fatta prendere in giro.

martedì 1 aprile 2014

Si può riparmiare ancora di più: tagliamo anche la camera


Ormai il virus del risparmio e del taglio della spesa si doffonde peggio della pesta bubbonica. Si vuole tagliare di tutto e di più senza remore e soprattutto senza verificare le consequenze dei tagli. Poi ci sono anche i tagli finti che, ben presentati a colpi di slide e di conferenze stampa arrembanti dove l'attore non è il giornalista con le sue domande ma il presidente del consiglio con la sua parlantina imbonitoria, sono presentati come chissà quale rivoluzione ma che in realtà sono solo pochi spiccioli. E' il caso della finta abolizione del senato, si perché nonostante il termine utilizzato il senato non viene eliminato quanto solo modificato in una istituzione antidemocratica, trasformazione che comporterà un risparmio di pochi milioni di euro (quelli delle indennità dei senatori) rispetto al bilancio delle centinaia di milioni che rimarranno tutti. Rimarrà infatti la struttura del senato con i suoi funzionari e con tutta l'organizzazione necessaria per mantenerlo in vita. E' sta tutto qui il problema di queste presunte riforme, si perchè le riforme vanno fatte ma devono migliorare il funzionamento dello stato, risparmiare si ma mantenendo e non distruggendo quella democrazia che rischia invece di essere mandata al rogo. Perchè se il problema è solo quello di risparmiare si può fare molto di più a partire anche dalla eliminazione della camera e di tutti i suoi deputati. Si perché quando li senti parlare quelli di Forza Italia parlano come il condannato, quelli del M5S parlano come il comico, quelli del Pd, salvo poche eccezioni, parlano come Matteo Renzi ... inutile tenere tutta quella gente che parla allo stesso modo. Parlando seriamente tutti sono più o meno d'accordo sull'abolizione del bicameralismo perfetto, e quindi quelli che criticano la proposta di Renzi non è vero che sono contro le riforme ma semplicemente sono contro un senato non eletto. Sta tutto qui il problema soprattutto se questa riforma del senato la si inquadra nel resto delle riforme proposte da Renzi che rappresentano tanti tasselli che hanno un unico filo conduttore: togliere potere ai cittadini limitando la loro sovranità. Se tutto va in porto il risultato sarà di avere due camere di nominati: la camera dei deputati che uscirà da un voto nel quale il cittadino sceglie il simbolo ed i segretari di partito scelgono chi spedire sulla poltrona, un senato dove oltre ad alcuni rappresentanti di amministrazioni locali, ci saranno altri nominati. Sta tutto qui il problema di chi si oppone a questa riforma scellerata costruita dall'accordo Berlusconi-Renzi. Oltre poi ai contenuti c'è anche il modo attraverso il quale viene condotto l'iter della riforma: non si accetta nessuna discussione, nessuna modifica, nessun intervento critico ... o si fa così o così. Ed il ricatto di Renzi, ammesso che sia un ricatto, è: o passa o vado a casa, ripetendo quello che sembra diventando un mantra: vado a casa. Lo dice il manager pubblico al quale si vuole ridurre lo stipendio, lo dice il presidente del consiglio che pensa di avere la verità in tasca in virtù di un voto ricevuto ad un paio di milioni di persone e non in una elezione politica ma semplicemente nella primarie per scegliere il segretario del Partito Democratico. Questa è la democrazia ....