martedì 29 novembre 2011

Aspettando il peggio

Ma alla fine non decide sempre lui ? L'atmosfera politica di questi giorni è surreale; mentre da una parte c'è una certa euforia per non dover più dipendere da personaggi come Berlusconi ed i suoi ministri, dall'altra parte c'è preoccupazione per i provvedimenti annunciati dal governo Monti. Questi provvedimenti, preoccupanti per i lavoratori dipendenti e per i pensionati che hanno già dato e non poco, alla fine dovranno passare per il parlamento e da questo essere approvati e quindi che cosa potrà mai accadere di sconvolgente ? Niente di che, la soluzione che Monti sta perseguendo è la stessa, forse con qualche piccola variante, che il governo Berlusconi aveva dichiarato all'europa. Con una sola differenza: Monti è comunque persona seria e potrebbe anche trattare con l'Europa, Berlusconi non era e non è certo un personaggio in grado di governare un paese in condizioni normali (e ne abbiamo già avuta una prova durante i suoi precedenti governi) e tanto meno lo è in una situazione critica come questa. Ma Monti non varerà certamente manovre stravolgenti. Per prima cosa perhè è un personaggio delle borghesia medio-alta e non certo un rivoluzionario, secondo perchè anche se fosse un rivoluzionario i provvedimenti che prenderà dovranno poi essere approvati dal parlamento dove la maggioranza è sempre quella di centro destra. Per il momento comunque Monti, a parte la serietà per cui non racconta barzellette, non si fa prendere in giro dall'Europa, non spara ogni tre per due cazzate a ripetizione, si sta muovendo sulla stessa linea sulla quale si stava muovendo Berlusconi sotto le direttive dell'Europa. Anche se fino ad ora sono indiscrezioni si parla di nuove tasse che andranno a colpire il ceto medio basso (Ici e Iva su tutte), si parla di andare a colpire le pensioni comprese quelle di vecchiaia, ma soprattutto non si toccano i privilegi del ceto ricco e della casta dei parlamentari. Quindi la sostanza non cambia, si è solo modificato il modo con cui il governo agisce. La politica, almeno nel nostro paese, ha fallito su tutti i fronti ed ha lasciato in mano il pallino ad un governo tecnico per la paura di perdere consensi ma soprattutto per l'incapacità di ribellarsi al potere finanziario e delle banche che detta le condizioni attraverso le quali uscire dalla crisi. Insomma aspettiamoci il peggio.

lunedì 28 novembre 2011

La quiete prima della .... tempesta




E' un clima surreale quello che si vive in queste settimane in Italia. Dopo 17 anni di scontri senza quartiere fra maggioranza ed opposizione, ma soprattutto dopo questi ultimi quattro anni nei quali Berlusconi ed i suoi ministri hanno dato il meglio di se, ora c'è un silenzio ed una pace mediatica che non fa presagire niente di buono. Si perchè è cambiato il maestro ma la musica non sembra cambiata e d'altra parte non poteva cambiare. Certo che non vedere più certe facce in televisione e non sentire più certi discorsi strampalati e fuori dalla realtà da parte di chi aveva la responsabilità di governo non ha prezzo. Purtroppo le trasmissioni televisive sono quelle che ne subiscono le consequenze maggiori. L'Infedele è diventata una trasmissione più soporifera della Corrazzata Potëmkin, a Ballarò non ci sono più le mitiche telefonate del cavaliere e lo stesso Santoro, dopo l'entusiasmo della prima trasmissione trasmessa via Web, perde consensi e spettatori a causa di una scaletta priva di contradditori e di belle litigate fra esponenti del centro sinistra e ministri. E' rimasta solo la Lega a tenere alto il livello della polemica ma con slogan ormai vecchi e stantii che non hanno altro effetto che quello di rendere più ridicoli del solito gli omini verdi. Ieri ci ha provato di nuovo Berlusconi ad alzare i toni ma anche lui ormai è sfiancato da anni di proclami, promesse non mantenute ed ormai assomiglia sempre più ad un vecchio sfinito che ha finito le frecce del suo arco. Ci ha provato a rimontare in sella ad uno dei suoi cavalli di battaglia di 17 anni fa, quello dei comunisti che rovinano l'Italia, ma non ha fatto altro che sollevare sorrisini ironici e patetici da parte perfino dei suoi più accaniti sostenitori. Attenzione però sotto le ceneri il fuoco non è spento e basterà un piccolo alito di vento per accendere la miccia e far rinvigorire le fiamme. Intanto i nostri parlamentari, incuranti di questa nuova atmosfera surreale, continuano nella difesa ad oltranza dei propri privilegi. Ma come, qualcuno obietterà, ma il Senato non ha appena abolito il diritto al vitalizio dei senatori ? Già però è un provvedimento che entrerà in vigore dalla prossima legislatura e solo per i nuovi eletti. Non si possono ledere i diritti acquisiti, tuonano i senatori. Peccato che questa regola non valga per i cittadini e per quei sventurati lavoratori che vedono il loro diritto di andare in pensione, allontanarsi sempre di più non appena si avvicinano alla meta. Insomma il nuovo governo di tecnici non riuscirà a tocc are i privilegi di questi signori che ormai hanno poca ragione di esistere, almeno per questa legislatura, considerato che sono stati privati del loro lavoro primario: quello di governare il paese. Ora il paese aspetta la tempesta che si sta per abbattere sulla maggior parte dei cittadini, quel 90% che detiene appena il 40% della ricchezza totale. L'altro 10% non si tocca. Si perchè non si risolverebbe il problema, dicono gli econmisti meglio informati. Già l'abolizione della provicne non risolve il problema, la diminuzione dei parlamentari non risolve il problema, la diminuzione di stipendi e vitalizi dei politici non risolve il problema, la diminuzione delle spese militari non risolve il problema, certo tutti provvedimenti che presi uno per uno non portano davvero alla soluzione del problema, ma se li adottassimo tutti insieme ? Forse una buona parte del problema si risolverebbe e si eviterebbe di andare a prendere i soldi da quelle tasche che ormai sono state svuotate da Berlusconi, dai costi dell'energia, dall'inflazione e dalla diminuzione progressiva del potere di acquisto in consequenza di un non adeguamento degli stipendi. Prepariamoci ... fra poco dai Monti e non dal mare arriverà la tempesta.

lunedì 21 novembre 2011

Cambia la forma ma non la sostanza ... e le fandonie si sprecano

In questi giorni, dopo le dimissioni di Berlusconi e la nomina di Mario Monti a Capo del governo, ne sono state dette di tutti i colori dal colpo di stato, all'uccisione della democrazia, al commissariamento del parlamento. Tutte fandonie che derivano dal martellamento del centro destra che segue un ragionamento partendo dal presupposto che la Costituzione non è quella che è ed è sempre stata, ma quella Berlusconi e la Lega avrebbero voluto ma non sono riusciti ad ottenere. La Costituzione italiana non contempla l'elezione diretta del Presidente del Consiglio e del governo ma semplicemente l'elezione del Parlamento. La carica di Capo del Governo viene assegnata dal Presidente della Repubblica che nomina i ministri proposti dal presidente incaricato. Il governo deve poi ottenere la fiducia del parlamento e fino a che questa fiducia è accordata da Camera e Senato, il governo rimane incarica. E' sempre compito del Presidente della Repubblica sciogliere le camere o procedere nel tentativo di formare un nuovo governo quando il Capo del Governo si dimette. Tutto questo è quello che è accaduto in queste due ultime settimane sempre nel rispetto della Costituzione. Berlusconi si è dimesso, Giorgio Napolitano ha incaricato Mario Monti di formare il nuovo governo, il governo ha ottenuto la fiducia al Senato ed alla Camera e può governare. Nessun colpo di stato e nessun attentato alla democrazia, ma semplicemente si è seguita la procedura prevista dalla Costituzione italiana. D'altra parte il governo Berlusconi, seguendo il ragionamento del centro destra in maniera coerente, sarebbe già stato un attentato alla democrazia ed una specie di colpo di stato o un ribaltone considerato che il duo, Berlusconi-Bossi, ha continuato a governare con una maggioranza diversa da quella eletta dagli elettori. Quindi continua la manfrina di Pld e Lega che, dopo aver condotto con maestria il paese sull'orlo del baratro, ora avanzano delle pretese rispetto a quello che non hanno saputo fare. Detto questo la musica rispetto ai provvedimenti che saranno presi per tentare di risolvere la crisi, non cambierà certo. L'unica differenza sta nel fatto che fino ad ora i provvedimenti sono stati annunciati e non varati, se non per quelle due manovre di luglio e agosto dettate dall'Europa e dalla Bce, ed ora forse gli stessi provvedimenti saranno messi in atto. Si forse perchè alla fine tutto dovrà passare ancora per il Parlamento, appare veramente alquanto improbabile che all'improvviso tutti si trovino d'accordo su ciò che c'e' da fare. Monti parla di equità sociale, bella parola, ma come è possibile pensare all'equità sociale quando si parla di reintroduzione dell'Ici, di nuovo aumento dell'Iva anche per la fascia del 10% e non si parla assolutamente di patrimoniale, l'unico provvedimento che tutti gli analisti economici ritengono sia la misura delle misure ? E se si intende rafforzare il significato del termine equità sociale come non fare nemmeno un accenno ai costi della politica ed ai privilegi dei politici italiani ? Insomma per ora siamo sul generico con un programma che può prendere le direzioni più disparate, ma di certo non si intravede un cambio di rotta significativo. Per il momento è cambiata solo la forma. Non abbiamo più un presidente del consiglio di cui vergognarci e che ci ha ridicolizzato nel mondo intero e che per anni ha pensato solo ed esclusivamente ai .... cavoli propri. Da questo punto di vista la musica è certamente cambiata ma siamo ancora in mano ad una classe politica che non ha intenzione di prendere i soldi da chi detiene la ricchezza del paese ma sempre ai soliti tartassati: il ceto medio basso.

venerdì 18 novembre 2011

Da Tre a Uno ma la sostanza non cambia



Un settimana senza Berlusconi e tutto il mondo dell'informazione italiano è in crisi. Non ci sono più barzellette, niente più fandonie, niente più ministri che alzano il dito o che sparano cavolate, niente figuracce a livello internazionale da commentare, insomma a giornalisti e comici si sta togliendo il lavoro. Ma d'altra parte siamo in piena crisi economica e prima o poi la crisi doveva colpire anche loro. D'altra parte con il nuovo governo la politica ha dato subito il buon esempio andando a tagliare ben due terzi del proprio fabbisogno: siamo passati infatti da TreMonti ad un solo Monti (si battuta facile e scontata nemmeno mia fra l'altro). Ma la sostanza è cambiata ? Perchè è la sostanza che conta oltre le parole. Intanto è cambiato l'aspetto scenografico e di forma, siamo passati dal ridicolo al serio e sobrio con uno stacco che ha destabilizzato tutti. Il nuovo Presidente del Consiglio ha esordito con un discorso serio, senza battute, senza sorrisi e soprattutto senza mai parlare in prima persona e senza autocelebrazioni. Ecco perchè tutti gli hanno dato la fiducia, Lega Nord a parte. Sono rimasti tutti sconvolti da questo cambio improvviso del cerimoniale mentre la Lega, partito nato e cresciuto sulle volgarità, sull'offesa dell'avversario, si è trovata spaesata di questa nuova atmosfera e non ha potuto che votare contro. Ma veniamo davvero ai contenuti. Qualcosa di nuovo sotto il sole ? Il discorso di Monti per certi versi è ambiguo. Ha pronunciato frasi come equità sociale, eliminazione dei privilegi ma poi ci sono riferimenti a nuove tasse come la reintroduzione dell'Ici senza specificare in quale modo questa tassa, eliminata prima di tutto da Prodi per i meno ricchi e poi da Berlusconi per tutti, andrà a sommarsi alle altre tasse che il centro destra è stato costretto a introdurre per eliminare l'Ici. Ma soprattutto non ha parlato di patrimoniale, l'unico vero provvedimento di equità sociale in questo momento di crisi. Non si è parlato in modo convincente di taglio ai costi della politica ma, a differenza dell'Ici, i riferimenti sono stati vaghi e poco definiti. Insomma, come prevedibile, niente di nuovo sotto il sole a parte una ritrovata serietà ed un governo costituito da personalità delle quali poi non ci sia bisogno di vergognarsi. Un po' poco a dire il vero. E la politica che fa ? Beh come al solito il politico italiano reagisce in maniera opportunista con il solo obiettivo di mantenere la poltrona con il minimo rischio. Da questo punto di vista il governo Monti è una manna che scende dal cielo. Anche la Lega che gli va contro in realtà lo fa solo per opportunismo e solo perchè tutti sono a favore perchè i leghisti sanno benissimo che andare alle elezioni ora significherebbe per il centro destra prendere una sonora legnata. D'altra parte anche al centro sinistra il governo Monti fa comodo, le elezioni avrebbe mandato al governo Udc, Pd e Idv e dopo che avrebbero fatto ? Non mi sembra che avessero delle idee molto originali per superare la crisi. Quindi conviene a tutti che i tecnici si occupino del lavoro sporco per poi, se andrà bene, tornare a votare e trovarsi tutto fatto. Certo se in questa fiera dell'opportunismo la politica si astenesse da polemiche ridicole sarebbe auspicabile. Ed invece, udite udite, dal centro destra si sente parlare del cobflitto di interessi nel quale sarebbero coinvolti alcuni ministri come Passera e Profumo. Ora sentire parlare di conflitto di interessi il Pdl è veramente ridicolo ma allo stesso tempo un po' folkloristico in un momento in cui tutto sembra grigio e scuro. Insomma per ora abbiamo solo la soddisfazione di non vedere più certe facce e questo non è poco, come ho sempre sostenuto il problema primario era liberarsi di Berlusconi e questo risultato è stato ottenuto anche se è necessario rimanere vigili perchè il serpente si prepara a dare l'ultimo assalto.

martedì 15 novembre 2011

Solo una rivoluzione può salvare davvero il paese e la democrazia





Non credo di capire molto di economia per cui qualcuno mi dovrebbe spiegare tutto questo allarme in Italia quando poi le borse europee si comportano tutte allo stesso modo: o vanno giù tutte insieme o vanno sù tutte insieme, non c'è quindi un paese in cui la borsa vada meglio di un altro almeno in europa. Si va bene alcune nazioni hanno un debito pubblico minore altre un debito pubblico maggiore, in alcune l'economia cresce meglio di altre ma non mi sembra che ci siano queste stratosferische differenze per cui una nazione debba essere più in pericolo di altre. Diversa è la situazione politica e sotto questo aspetto l'Italia è il fanalino di coda non solo dell'europa ma credo anche dell'intero pianeta almeno fra le democrazie occidentali. In queste ore si sperimenta la soluzione del governo tecnico di Mario Monti, ma non penso che sarà la svolta che tutti si aspettano semplicemente perchè alla fine i provv edimenti che questo governo prenderà dovranno essere approvati dal parlamento. Quekl parlamento che non brilla certo per democrazia. Coloro che sono contrari al governo tecnico, Lega Nord in testa, evocano a gran voce la democrazia e la volontà popolare, ma dove è finita questa democrazia e dove è stata gettata la volontà popolare ? Semplicemente sono state calpestate in questi tre anni e mezzo proprio da coloro che oggi le evocano. Alle elezioni del 2008 in parlamento arrivarono solo 5 partiti: Pd, Idv, Udc, Pdl e Lega. Sapete quanti se ne sono presentati alle consultazioni con Mario Monti ? Ben 21 alcuni già noti come Api, Fli altri meno come Fare Italia, Forza Sud, Popolo e Territorio ... etc. etc. Ora chi ha legittimato la presenza di queste formazioni in parlamento ? Nessuno e meno che meno gli italiani. Ecco il vero problema di questo paese, problema che non sarà risolto certamente da un governo tecnico o non tecnico, unico modo per porre rimedio a questo regime partitocratico è una bella rivoluzione. Se il popolo italiano non prenderà provvedimenti non se ne uscirà mai. E non è solo un problema di legge elettorale, anche se quella attuale è la peggiore che si possa immaginare in una democrazia. La parola democrazia è stata calpestata in questi tre anni e non solo da Berlusconi ed i suoi, ma anche da tutti i politici che hanno trasformato il parlamento in una casta fra le peggiori che esistano in Italia. Il peggiore di questi partiti ed il più eversivo che mina continuamente la democrazia è sicuramente la Lega che da quando è nata ha continuamente insultato e denigrato le istituzioni, che ha continuato a farlo anche quando è stata la governo e che in queste ore intensifica la propria attività eversiva. La Lega non va alle consultazioni con il presidente del consiglio incaricato, ma non solo: riapre il parlamento padano, uno schiaffo all'Italia, alla costituzione, alla democrazia, al popolo italiano. Un atteggiamento eversivo che sarebbe sufficiente a dichiarare illegale il partito con il suo consequente scioglimento. In questa situazione qualunque governo prenda in mano le redini del paese, non riuscirà a combinare niente e sebbene tutte le economie europee siano in crisi, la nostra è sicuramente la peggiore e il nostro paese è sicuramente il meno affidabile in senso assoluto. Come se ne esce da questa situazione: solo con una rivoluzione.


domenica 13 novembre 2011

Chi di insulti ferisce .... di insulti perisce

I festeggiamenti di ieri sera per le dimissioni di Berlusconi sono abbastanza incomprensibili e purtroppo nella prossime settimane i nodi di queste dimissioni verranno al pettine. Certo vedere Berlusconi che sale al Quirinale per lasciare l'incarico di governo, vederlo sgattaiolare dall'uscita secondaria del Quirinale stesso non ha presso ... attenzione però Berlusconi ed il centro destra non sono stati sconfitti in seguito a nuove elezioni vinte dall'opposizione ma piuttosto la sconfitta è venuta dallo stesso centro destra. Il governo Monti domani, quando probabilmente proporrà fra le misure di risanamento una bella patrimoniale, seguendo il principio dettato da Monti stesso "E' finita l'era dei privilegi", si troverà contro il muro di Lega e Pdl che non hanno intenzione di mollare ed allora che accadrà ? Insomma in parlamento il centro destra ha ancora molti numeri e molte frecce al proprio arco, al Senato addirittura ha una maggioranza inattaccabile e non sarà facile cambiare rotta politica per governare la crisi. Quindi la festa è prematura, forse nemmeno appropriata e purtroppo anche di cattivo gusto. Certo coloro che sono scesi in piazza dovevano smaltire 17 anni di offese, di ingiurie, di attacchi immotivati da parte del superinquisito di Arcore, 17 anni nei quali i militanti della sinistra si sono sentiti chiamare coglioni, imbecilli per poi passare ai giovani "fannulloni" che non trovano lavoro, insomma una sequela impressionante di offese da parte di chi era incapace di governare e fare quelle riforme che il paese aspettava. Ieri sera la rabbia accumulata in questi anni è esplosa e si è riversata contro il responsabile di questo clima di contrapposizione senza esclusione di colpi. Purtroppo quando l'avversario è di una tale volgarità e ignominia sarebbe necessario affrontarlo su un piano diverso e di più alto livello, scendere sullo stesso piano non paga come ha dimostrato l'evoluzione politica di questi ultimi anni. Il centro sinistra ha affrontato Berlusconi alzando a sua volta i toni ed il risultato è stato la sconfitta su tutto il fronte. Rimane il fatto che il superinquisito ancora non è finito anzi ha ancora molte frecce al proprio arco per continuare la sua opera di distruzione del paese per evitare di sborsare quei soldi che gente come lui dovrebbe tirare fuori e per proseguire nella ricerca della propria immunità da processi e forse dalla galera.

sabato 12 novembre 2011

Attenzione che il serpente non è morto

Lo spettacolo che la televisione sta trasmettendo in queste ore (sono le 21.45 di sabato 12 novembre 2011 mentre scrivo) sono un esempio di quanti danni Silvio Berlusconi abbia causato a questo paese. Danni che non sono legati solo alla crisi economica del paese, alla crescita sconsiderata del debito pubblico, alla disoccupazione, alle riforme non portate a termine (alcune fortunatamente come il federalismo) ma i danni più evidenti sono quelli provocati ai costumi sociali e culturali del paese. Berlusconi ha trasformato l'Italia in un reality show, in uno stadio calcistico e stasera, che ha reso le dimissioni, finalmente, da presidente del consiglio nella mani del Presidente della Repubblica, ne abbiamo la squallida rappresentazione. La radio da stamani trasmette in diretta una specie di "Tutto il parlamento minuto per minuto" dal dibattito alla camera sulla legge di stabilità, alla votazione, alla cronaca degli spostamenti di Berlusconi, alle indiscrezioni varie dal consiglio dei ministri e dalla riunione del Pdl. La televisione non è da meno e stasera Ballarò in edizione speciale trasmette il dibattito sulla crisi di governo. Ma lo spettacolo più penoso è quello della gente che sta davanti al quirinale, a palazzo Chigi, a palazzo Grazioli, con bandiere e striscioni mettendo in scena un tifo da stadio per "festeggiare" le dimissioni di Berlusconi. Questi sono gli effetti del berlusconismo che da 17 anni ha dato vita alla politica della contrapposizione, dell'offesa, della mancanza di rispetto dell'avversario politico, politica qualiida e di bassa lega utilizzata dal superinquisito semplicemente per mascherare la propria inettitudine a governare il paese. Purtroppo questa modalità di fare politica è stata fatta propria anche dall'opposizione che è scesa sullo stesso terreno del dittatore di Arcore uscendone inevitabilmente sconfitta. Ma in questo modo ne ha patito tutto il paese e quello che stiamo vedendo in televisione in questo momento ne è la piena conferma. Attenzione che non c'è niente da festeggiare e le notizie che arrivano da Lega e Pdl in queste ore ne è la conferma. I due partiti che hanno causato lo scempio di questi giorni e il tracollo del paese e dell'europa hanno la presunzione di dettare le regole del prossimo governo tecnico di Mario Monti. La Lega andrà all'opposizione e questa è una buona notizia considerato che questo partito non avrebbe nemmeno titolo a stare in parlamento considerati i suoi trascorsi passati ma anche presenti di partito eversivo che calpesta la costituzione e predica la secessione. Le prestese del Pdl o meglio del superinquisito sono ancora più pretenziose e assurde. Berlusconi vorrebbe imporre al nuovo governo la presenza di Gianni Letta, vorrebbe limitarne l'azione solo all'attuazione della sua fantomatica lettera all'europa ed infine, ultima assurdità, pretenderebbe che i ministri del nuovo governo non si presentino alle prossime elezioni. Insomma Berlusconi non solo ha rovinato il paese ma vorrebbe impedire che il paese stesso tenti di risollevarsi dai disastri combinati dal suo governo per causarne il tracollo definitivo. Sono gli ultimi spasmi del serpente ma attenzione sono anche quelli più pericolosi. .

giovedì 10 novembre 2011

La politica dell'ipocrisia

Sembra davvero che la politica italiana non trovi mai il fondo ed ogni volta che si pensa di averlo toccato, accade sempre qualche avvenimento che provoca un abbassamento ulteriore del baratro verso cui rotolare. Lo spettacolo di questi due giorni, dopo le annunciate dimissioni di Silvio Berlusconi, dimissioni da venire, e il probabile incarico che verrà dato a Mario Monti, è veramente ridicolo e comico se non fosse che l'Italia è sull'orlo di quel baratro aperto ormai da diversi anni. L'ipocrisia, la superbia e la inadeguatezza regna sovrana fra i partiti italiani, nessuno escluso. La politica ed i partiti hanno consentito che si arrivasse a questo punto ad un passo cioè dal disastro economico finanziario e dal fallimento dello Stato ed oggi il Presidente della Repubblica, constatata l'incapacità della politica italiana di contrastare la crisi, si appresta a dare l'incarico di governo ad un uomo al di fuori della politica come Mario Monti. Le reazioni a questa decisione sono davvero sconcertanti. In prima fila in questo teatrino dell'assurdo c'è la Lega a dimostrazione di come questa formazione politica sia del tutto inadeguata a sedere in un parlamento di un paese democratico. La Lega, con il suo appoggio incondizionato a Silvio Berlusconi, è il partito che ha maggiore responsabilità per il discredito di cui gode oggi l'Italia nel panorama internazionale. La tesi della Lega è che il paese non può essere governato da un uomo e da un governo che non sia stato eletto dagli italiani, giudicando questa scelta un vero e proprio ribaltone. Un ragionamento che potrebbe anche stare in piedi se il governo in questo ultimo anno non sia rimasto in piedi proprio grazie ad un ribaltone all'interno del parlamento dove, dopo l'abbandono di Fini, la maggioranza ha potuto conservare i propri numeri grazie al travaso di parlamentari dall'opposizione verso il centro destra. Purtroppo anche in momenti come questi un partito non fa scelte in base alla propria linea politica (ammesso che oggi esistano partiti che seguono un linea politica) ma piuttosto sulla base di opportunità: per Bossi andare all'opposizione di un eventuale governo Monti sarebbe un modo per ritrovare quei consensi persi in tre anni di appoggio al superinquisito del consiglio. Al secondo posto del festival dell'ipocrisia metterei l'Idv che dopo aver lottato strenuamente per la caduta di Berlusconi oggi vorrebbe andare subito alle elezioni ma per ragioni diverse rispetto a quelle della Lega: Di Pietro sa di essere in un momento favorevole e quindi potrebbe trarre vantaggio da eventuali elezioni anticipate. In questa scelta Di Pietro dimentica la propria avversione, manifestata fino ad oggi, alla attuale legge elettorale, una legge con la quale difficilmente si otterrebbe una maggioranza netta al Senato oltre a costituire una legge fortemente antidemocratica. Andare alle elezioni con il sistema elettorale attuale sarebbe un vero e proprio suicidio per il paese ed allo stesso tempo costituirebbe un perseverare in quell'errore che ha consentito nell'attuale parlamento allegri travasi di parlamentari da uno schieramento all'altro. Il terzo posto è da assegnare senza ombra di dubbio al Pdl, il maggiore responsabile insieme alla Lega, dello sfacello attuale che, senza nessun ritegno, per una parte invoca elezioni subito in nome di quella sovranità popolare che Berlusconi e soci hanno calpestato durante tutta la legislatura mentre per un'altra parte sarebbe favorevole al governo Monti con la convinzione di poterne condizionare le scelte per evitare provvedimenti come la patrimoniale che andrebbero a colpire Berlusconi ed i propri amici. Il resto del panorama parlamentare che comprende Pd e Terzo polo è fondamentalmente favorevole al governo Monti ma pretenderebbe di condizionare la formazione del governo suggerendo al futuro capo del governo ministri e sottosegretari. In questa speciale classifica dell'ipocrisia politica non lascerei fuori nemmeno tutte quelle formazioni della sinistra radicale che non sono presenti in parlamento, da SEL a PRC a PDCI a FDS a PCL etc etc, che nemmeno in questa situazione drammatica riescono a superare le divisioni infantili che hanno portato ad una frammentazione senza logica ed alla esclusione dal quadro parlamentare. Si stanno sgomitando fra loro per accaparrarsi una poltrona alle prossime elezioni senza rendersi conto che dare vita ad una formazione unica di tutti i comunisti potrebbe tentare di raccogliere consensi anche in quella terra di nessuno costituita dall'astensionismo e che oggi rappresenta il vero partito di maggioranza relativa nel paese. In sostanza la politica italiana ha portato il paese ad un bivio nel quale ognuna delle due strade percorribili costituiscono un rischio non indifferente di portare davvero al tracollo ed al fallimento. Le elezioni sono rischiose sia per la legge elettorale con la quale il paese dovrebbe andare al voto, sia per il periodo di inattività che si andrebbe ad aggiungere ai tre anni di inattività de governo. Il governo tecnico metterebbe a rischio ancora maggiore la già precaria situazione economica e lavorativa delle famiglie italiane oltre a dare vita ad un periodo nel quale non vi sarebbe nemmeno contrapposizione sociale in quanto verrebbe a mancare la controparte verso la quale indirizzare la protesta. Chi dobbiamo ringraziare di questa situazione ? Non la BCE o l'Europa contro le quali in tanti si scagliano ... ma bensì i nostri governanti ed i politici tutti che non sono stati in grado di affrontare la crisi e controbatterla.

martedì 8 novembre 2011

Soluzione all'italiana .... rimandare

Noi italiani siamo fatti così, siamo il popolo dei compromessi (storici), siamo il popolo che non è mai si o no, bianco o nero ... ma ni forse, grigio chiaro grigio scuro grigio antracite ... e così via. Mai che una decisione venga presa in maniera netta e decisa nemmeno quando la situazione è drammatica come la situazione economica del paese in questo momento. La giornata di oggi è un classico esempio di questo tipico atteggiamento tutto italico. La maggioranza di centro destra in questi ultimi giorni si è sgretolata grazie all'inefficienza del proprio padre-padrone che oltre a non mantenere gli impegni presi in campagna elettorale, ha portato il paese al tracollo economico-finanziario e sull'orlo della bancarotta. Oggi alla camera si svolgeva una votazione importante, sulla quale il governo è già andato in minoranza, e le opposizioni, che da oltre un anno chiedono insistentemente le dimissioni del presidente del consiglio, che cosa fanno ? Non votano in modo che il provvedimento, relativo all'approvazione del bilancio dello stato del 2010, viene approvato. Un atteggiamento che sta tra il si e il no perchè se avessero votato e fatto valere il loro no con la consequente bocciatura del provvedimento, stasera Berlusconi se ne sarebbe dovuto andare a casa. Ma questa opposizione da una parte tenta di svolgere il proprio ruolo, dall'altra ha paura di essere chiamata a governare il paese in quanto non ha nemmeno un leader al quale affidare il compito di svolgere il ruolo di presidente del consiglio, a meno che non si veda Bersani in questo ruolo. Stasera quindi il capo del governo si reca al quirinale dal Presidente della Repubblica e mentre tutti apettano l'annuncio dell sue dimissioni ecco che arriva la notizia della dimissioni ad orologeria. Silvio Berlusconi si dimetterà dopo l'approvazione della legge di stabilità con le norme richieste dall'europa. Ma una domanda sorge spontanea: chi approverà la legge di stabilità non ha la maggioranza alla camera ? Questa soluzione ha tanto l'aspetto di un trappolone teso dal dittatore di Arcore all'opposizione di centro sinistra. Gli scenari che si aprono sono due ed entrambi inquietanti. Il centro destra riesce a far approvare la legge di stabilità con i propri numeri e dopo chi potrebbe costringerlo a dimettersi una volta ottenuta la fiducia su questa legge ? La legge viene approvata con i voti dell'opposizione, ma poichè questa legge contiene provvedimenti che ancora una volta vanno a colpire i ceti medio bassi quali consequenze sulle future elezioni potrebbe avere questa approvazione per il centro sinistra ? Insomma queste dimissioni dilazionate sono sicuramente a vantaggio del caimano ... la partita non è ancora chiusa.

lunedì 7 novembre 2011

E alla fine l'Italia ringrazierà lo spread

Dove non è riuscita l'opposizione, dove non è riuscita l'europa, dove non è riuscito il popolo italiano, dove non è riuscito il Presidente della Repubblica e dove non è riuscita la giustizia, riuscirà il famigerato spread, il temuto differenziale fra i titoli tedeschi ed i titoli italiani. Sembra incredibile ma questo parametro economico che in questi giorni tiene tutta l'Italia con il fiato sospeso alla fine sarà quello che salverà l'Italia dal dittatore degli anni 2000, Silvio Berlusconi. E tutto grazie ad una geniale intuizione di Giuliano Ferrara. Stamani mentre lo spread iniziava a salire verso livelli vertiginosi e preoccupanti, il Giulianone lanciava dalle paginde del suo giornale on line la notizia che tutta l'Italia, tutta l'europa e tutto il mondo aspetta con ansia: le dimissioni di Silvio Berlusconi. La notizia in breve faceva il giro del mondo ed arrivava come un raggio di sole sui mercati finanziari causando immediatamente il miracolo: borsa in aumento e spread in calo altrettanto vertiginoso. Purtroppo dopo poche ore la notizia si è rivelata falsa grazie anche alle smentite del capo del governo e i mercati finanziari hanno subito ripreso il loro normale e preoccupante andamento: calo della borsa e aumento dello spread. Ma ormai il messaggio era stato lanciato ed un'ulteriore crepa iniziava ad aprirsi fra le file della maggioranza ed in particolar modo del Pdl. Ma che lettere della Bce, ma che manovre, ma che lettere del Presidente del Consiglio piene di promesse che mai manterrà, ma quali sacrifici, ma quale debito pubblico, la ricetta per risolvere la crisi finanziaria dell'Italia è una ed una sola: le dimissioni di Silvio Berlusconi. L'unico a non capirlo sembra proprio lui il dittatore di Arcore. O meglio il superinquisito del consiglio lo ha capito ma a lui non importa niente, e se qualcuno dei suoi elettori ancora non si è reso conto di quanto a Berluscono non importi niente del paese, dei suoi cittadini e delle difficoltà economiche che assediano l'Italia, forse è il momento che aprano anche loro gli occhi. Qui non si tratta di comportamenti goliardici e irreverenti (anche se questi comportamenti hanno contribuito a portare sotto zero la nostra credibilità), qui non si tratta della vita privata di un governante che per soddisfare i suoi istinti sessuali promette carriera politica alle proprie concubine, qui si tratta dalla sopravvivenza di un intero paese che fino a pochi anni fa era fra i 7 paesi più industrializzati del pianeta. Ma a lui non importa niente se in Italia ormai la disoccupazione ha raggiunto livelli mai toccati e se un giovano su 3 non lavora .. a lui importa solamente scoprire quelli che lo hanno tradito senza nemmeno immaginare che è lui ad aver tradito quei poveri ingenui che gli hanno consegnato il paese per la terza volta. Ora la sua strategia, invece di andarsene il prima possibile, sarà quella di ottenere a tutti i costi la fiducia in parlamento, magari assoldando qualche altro parlamentare mercenario per poi forse rassegnare le dimissioni e condizionare in questo modo le decisioni del Presidente della Repubblica. Spero che quegli italiani che lo hanno votato si rendano conto del disastro che hanno compiuto.

venerdì 4 novembre 2011

Colpo di stato di Berlusconi

Un colpo di stato consiste in un atto violento o illegale diretto a provocare un cambiamento di regime per sostituire il governo con un altro corpo civile o militare. in base a questa definizione quanto accaduto stamani al G20 rientra nella definizione di colpo di stato. Il presidente del consiglio ha di fatto consegnato il governo del paese al Fondo Monetario Internazionale ed all'Unione Europea che fin dalle prossime settimane controlleranno e monitoreranno l'azione del governo nel rispettare gli impegni presi. Impegni che sono stati presi personalmente da Silvio Berlusconi senza che i provvedimenti che dovranno far seguito a questi impegni fossero discussi ed approvati dal parlamento italiano. Un'iniziativa che si configura esattamente in un colpo di stato in quanto di fatto saranno l'FMI e la Ue a gestire l'azione di governo. Il presidente del consiglio, incapace di governare, incapace di prendere provvedimenti in maniera indipendente da quanto imposto dall'europa, incapace di gestire le contrapposizione interne sia alla maggioranza di centro destra sia all'interno del suo partito, si affida con un gesto eclatante ad enti internazionali ed esterni al paese pur di continuare a governare e rimanere incollato a quella poltrona che gli garantisce per il momento l'impunità. Chi fin ad ora ha sempre rifiutato di tirarsi indietro in nome del rispetto della sovranità popolare, sovranità popolare che è stata calpestata alla camera dove non esiste più la maggioranza che era uscita alle urne nel 2008, ora a propria volta assesta un altro pericoloso colpo a tale sovranità consegnando il paese in mano a istituzioni internazionali che niente hanno a che vedere con il governo del paese e soprattutto con la democrazia che oggi ha subito un grosso colpo. Mi domando: le opposizioni ed i cittadini capiscono fino in fondo la gravità di questo gesto ? .

giovedì 3 novembre 2011

La crisi peggiore con la classe politica peggiore

L'impressione di questi giorni è che i paesi più in crisi siano governati da politici incompetenti che agiscono in maniera approssimativa. Il capitalismo è sicuramente in crisi profonda e ciò che sta accadendo ne è la prova certa compresi i tentativi che si stanno facendo per uscira da una situazione drammatica. Per recuperare i danni causati dalla finanza e dai vari stati con le loro politiche allegre e scellerate, si vanno a colpire le classi più deboli, quelle dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori pubblici e dei pensionati, di tutti coloro cioè che non hanno la benchè minima responsabiltà del nascere e dello svilupparsi della più grave crisi economica-finanziaria che il pianeta abbia mai conosciuto. Parallelamente all'attacco delle classi più deboli, si tentano sforzi immani per il salvataggio delle banche, degli istituti cioè che sono i maggiori responsabili del crollo dell'economia e della finanza. Il capitalismo quindi tenta di salvarsi facendo ricorso allo statalismo, in linea con i principi del socialismo, ma lo statalismo allo stesso tempo si appiglia agli stessi principi del capitalismo sfruttando la parte più debole della società. Ecco che per salvare le banche interviene lo Stato che a sua volta per mettere in campo questa operazione si accanisce contro coloro che a loro volta sono le principali vittime della crisi: lavoratori dipendenti e pensionati. Taglo delle spese sociali, riduzione degli stipendi, licenziamenti anche nel settore pubblico questi sono i provvedimenti che gli stati più a rischio mettono in campo e che gli stati più forti chiedono per aprire i rubinetti degli aiuti. In una situazione così complessa e critica il ruolo della politica è fondamentale ed è proprio in questo momento che le capacità di governare dovrebbero essere di alto livello. Ecco allora che i nodi arrivano finalmente al pettine soprattutto in Grecia ed in Italia, mentre la Spagna per il momento ne è uscita con le dimissioni di Zapatero e le nuove elezioni che si terrano fra pochi mesi. In Grecia dopo aver ottenuto gli aiuti necessari per uscire dalla crisi dall'Europa, il premier dichiara a sorpresa che sottoporrà l'accordo sugli aiuti a referendum e nel giro di poche ore la borse fanno un tonfo incredibile costringendo il capo del governo greco a ritornare frettolosamente sui propri passi. In Italia la situazione è molto più tragico-comica rispetto a tutti gli altri paesi europei in crisi. Un governo che per tre anni non ha combinato niente se non occuparsi dei problemi del capo del governo, due manovre nell'arco di un mese emanate dietro pressione ed indicazione dell'europa e sotto la pressione del presidente della repubblica, altri tre mesi di completa inattività nel tentativo di mettere a punto un piano per lo sviluppo. Il tutto accompagnato da un presidente del consiglio che si è "sputtanato" ed ha "sputtanato" l'Italia in tutto il mondo e questo non solo negli ultimi tre anni e mezzo del suo ultimo mandato governativo ma anche durante il secondo governo di centro destra del quinquennio 2001/2006. Oltra alla propria incapacità la maggioranza di centro destra in queste ultime settimane ha messo in campo anche un serie impressionanti di divisioni interne sia fra i due partiti della coalizione Lega e Pdl, ma anche all'interno dei due singoli partiti. A questa incontrovertibile incapacità il governo Berlusconi aggiunge anche la propria infinita presunzione di riuscire a fare in 15 mesi quello che non ha saputo fare in tre anni e mezzo. Insomma la crisi è senz'altro grave come non mai, ma si è verificata, almeno in Italia ma anche in Grecia, in un momento in cui i paesi sono governati dalla peggiore classe politica che il paese abbia mai avuto. Se ne uscirà ? La prima condizione è quella di mandare a casa Berlusconi ... ma poi per chi dovrà prendere le redini del governo arriveranno i problemi seri da risolvere e allora ne vedremo delle belle ....