lunedì 27 febbraio 2017

Tutti bravi quando non governano o sono fuori dal parlamento


Una caratteristica, che accomuna tutti i politici italiani di qualsiasi schieramento e colore, è quella di avere pronte le ricette per risolvere qualsiasi problema del paese quando si trovano o fuori dal parlamento oppure non governano. Quando poi si trovano a ricoprire incarichi istituzionali di qualsiasi livello e importanza, magicamente quelle ricette sono impriovvisamente dimenticate per tornare fuori nel momento in cui non possono più metterle in pratica. Sono tanti gli esempi che si possono portare a dimostrazione di questa tesi a partire per esempio dalle ricette della Lega Nord per contrastare l'immigrazione, ricette mai messe in pratica durante i tre governi ai quali hanno partecipato con Berlusconi. Ma per venire ad episodi di questi ultimi giorni come non citare l'intervista di Matteo Renzi da Fazio di ieri sera. L'ex presidente del consiglio ha lanciato il suo progetto per dare sostegno a quelle persone che per qualsiasi motivo soccombono per gli effetti della crisi economica: non reddito di cittadinanza come proprongono i grillini ma bensì lavoro di cittadinanza. Una proposta interessante peccato che venga dalla bocca di colui che è stato, fino a soli due mesi fa, presidente del consiglio di un governo che ha varato la peggiore riforma del lavoro che si ricordi nella storia della repubblica. Colui che ha cancellato qualsiasi sistema di protezione per i lavoratori causando un'impennata dei licenziamenti di oltre il 30% in un anno e colui che ha incentivato il lavoro precario incentivando il sistema di voucher. Ecco ora che Matteo Renzi fuori dal governo, e fuori dal parlamento dove non è mai stato, è stato colpito da un'illuminazione divina che gli ha fatto intravedere come risolvere la disoccupazione in Italia: lavoro per tutti. Peccato che non sia una trovata originale considerato che sarebbe la stessa costituzione a sancire che il lavoro dovrebbe essere un diritto per tutti e non un optional. Ma il giovanotto di Rignano era troppo impegnato a dare al paese la più bella legge elettorale del mondo e la riforma costituzionale panacea per tutti i mali dell'Italia, due riforme bocciate dalla corte costituzionale e dal voto popolare. Altro fatto di questi giorni e che dimostra l'incapacità della politica di affrontare i problemi quando dovrebbe è quello che riguarda il Dj Fabo costretto a migrare in Svizzera per porre fine alla sua esistenza dopo quel terribile incidente che lo ha reso ceco e immobile in un letto. Ho sentito oggi un parlamentare del Pd affermare che non era in grado di esprimere un parere perché non si era fatta un'idea precisa della questione. C'è ancora chi deve farsi un'idea dopo quanto accaduto nel 2009 quando il padre di Eluana Englaro riuscì a portare a compimento le volontà della figlia che erano quelle di morire qualora si fosse ritrovata a sopravvivere in uno stato vegetativo. La povera Eluana ha vissuto per 17 anni in quello stato prima che intervenisse la magistratura per dare seguito ai suoi voleri ed in parlamento, che tentò in ogni modo di bloccare l'esecuzione di quella sentenza, se ne sentirono di tutti i colori ma senza giungere a nessun provvedimento reale per affrontare il problema. Sono trascorsi 7 anni ed oggi ci ritroviamo con la solita questione naturalmente irrisolta ed il povero Fabo è dovuto emigrare in Svizzera naturalmente senza l'aiuto da parte alcuna istituzione. E dopo 7 anni c'è ancora chi sta in parlamento e non ha idea di che cosa fare. Questa è l'Italia, questo è il paese dove chiunque ha la ricetta giusta per risolvere i problemi reali, ma una ricetta scritta con uno strano inchiostro simpatico: svanisce immediatamente appena l'autore della ricetta potrebbe realizzarla e torna visibile quando lo stesso autore na ha più l'opportunità di portarla a termine.
 

sabato 25 febbraio 2017

Lega, Forza Italia, Pd, M5: tutti fermi e il paese rotola

Il governo Renzi aveva il compito di fare le riforme, le ha fatte ma tutte bocciate e siamo al punto di partenza. Il governo Gentiloni doveva traghettare il paese in attesa di una nuova legge elettorale, ma la legge elettorale è scomparsa e nessuno sa più dove si trova la bozza di discutere. Ed allora tutti siu attrezzano per andare alle elezioni con una legge uscita dalla Corte Costituzionale poi ci si lamenta dell'intromissione della magistratura nella politica, ma se non ci fosse la magistratura oggi il nostro paese si ritroverebbe una serie di leggi tutte contro la costituzione. Nel frattempo tutti si attrezzano per conquistare poltroncine per poi andare alle estenuanti trattative per la formazione di un governo. La Lega continua con Salvini la sua azione xenofoba e razzista sul problema dell'immigrazione proponendo soluzioni inattuabili considerata la posizione del nostro paese che si propende all'interno del mediterraneo. A meno che non si mobiliti l'esercito per andare a fare la guerra in Libia in Turchia in Tunisia cioè in tutti quei paesi da dove partono i disperati dell'emigrazione. Forza Italia è immobile in attesa di una sdoganazione improbabile da parte della Corte Europea del suo padrone, Silvio Berlusconi. Un partito incapace di liberarsi del suo fondatore e di fare vita ad un partito che possa definirsi tale, spera nel ritorno di Renzi per stipulare con lui un altro patto di governo. Il Pd dopo il disastro renziano è preso dalle proprie beghe interne per costringere ad uscire chi non è d'accordo con la linea dell'ex segretario e che è stato maltratto in questi tre anni di gestione di Matteo Renzi. Chi esce, purtroppo, invece di fare fronte comune si divide in mille rivoli: Civati he messo in peidi il proprio movimento, Fassina con Sinistra Italiana, gli altri dell'ultima ora (Bersani, Speranza, etc.) non si sa che pesci prenderanno, se con Pisapia, se con De Magistris o se autonomi a difendere qualche poltroncina da buttare sul piatto della bilancia al momento della formazione di un futuro governo. Il M5S ha dimostrato in queste ore con la vicenda di Roma tutta la sua inaffidabilità. O riesce a trovare personaggi come Federico Pizzarotti a Parma, capaci a prescindere, oppure si ritrova a dipendere dai diktat di Beppe Grillo come è successo a Roma per Olimpiadi e lo stadio. Purtroppo i personaggi capaci, Pizzarotti e/o Appennino, sono una risorsa trovata per caso e non per una selezione adeguata della classe dirigente sulla base di un programma chiaro e limpido. I vari sindaci che hanno vinto le varie elezioni amministrative sono arrivati a prevalere grazie al disastro di tutti i partiti tradizionali e non certo per propria capacità e/o proprie proposte di governo. Affidare quiondi il governo del paese al Movimento 5 Stelle è un rischio enorme sia per l'intransigenza del movimento che non prevede accordi con nessuno sia per il rischio di consegnare il paese ad un comico, Beppe Grillo, che fa tutt'altro mestiere. Poi ci sono gli altri partitucoli a destra, Fratelli d'Italia, Alemanno, Ncd, con proposte populiste inadeguate per arrivare al governo. A sinistra l situazione non è certo migliore anzi. la sinistra avrebbe una grande occasione se si presentasse unita sotto un'unica bandiera ed invece sono tutti lanciati a creare il proprio movimentino che al massimo potrà ottenere una poltroncina alla camera ma che otterrà il risultato, grazie alla divisione, di tenere fuori dal parlamento una rappresentatività dell'ordine del 10-15%. Un bel futuro del paese che rimane incapace anche di organizzare un protesta se si escludono le corporazioni guidate da frange fasciste. Un popolo, che non è nemmeno in grade di evitare uno scempio come la piantagione di palme e banani in Piazza del Duomo a Milano,  che futuro può avere.

giovedì 23 febbraio 2017

Italia integralista cattolica come nella miglior tradizione islamica



Una forte critica dei paesi occidentali verso i paesi islamici riguarda la "confusione" fra legge dello stato e legge della religione, una confusione che appare anche fin troppo chiara nel senso che ogni stato islamico è guidato soprattutto dalle leggi religiose. Non cè suddivisione dei poteri e il termine "laicità" è un termine completamente sconosciuto. Una situazione però che, per quanto non condivisa da noi occidentali, almeno è chiara e priva di ipocrisie, quelle ipocrisie che pervadono per esempio il nostro paese. Lo Stato italiano ha adottato una Costituzione che sancisce la laicità dello stato stesso e che professa l'uguglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge indipendentemente da razza, sesso, ideologie e confessioni religiosi. Dei principi sani e sacrosanti che sono totalmente disattesi dalla politica e dalle leggi stesso dello Stato. Sono molti gli articoli della nostra Costituzione che sono disattesi, una delle ragioni appunto che hanno spinto a votare NO a qualsiasi modifica della carta costituzionale prima ancora che l'intera carta non sia applicata, ma quando si parla di diritti civili e si entra in questa sfera il mancato rispetto è totale. L'Italia, come i paesi islamici, è succube e sottomessa alle leggi ed ai principi della religione cristiana come se tutti i suoi cittadini fossero cristiani. Ed anche quando si riesce ad ottenere qualche legge progressista e laica, leggi che esistono da anni in ogni parte del mondo occidentale, si trova sempre un'escamotage, un articoletto, una postilla perché tale legge venga applicata fra mille difficoltà. E' stato così per il divorzio, per il quale oltre ad un referendum, abbiamo dovuto aspettare anni prima che diventasse una legge facilmente applicabile senza l'ostacolo di far trascorrere anni dalla separazione all'ottenimento del divorzio. E' stato così per le unioni civili per la quali abbiamo dovuto aspettare 50 anni ed avere una legge "zoppa" rispetto alle leggi di altri paesdi democratici e laici. E' stato così per la fecondazione assistita, quando il parlamento ha emanato una legge da santa inquisizione che è stata smontata pezzo per pezzo dalla corte costituzionale grazie anche alle iniziativi dei singoli cittadini. Ed è così anche per l'aborto approvato fra mille difficoltà negli anni '70 ma ancora di difficile applicazione grazie ad un codicillo che consente ad ogni singolo medico di non applicare la legge con la scusa dell'obiezione di coscienza. Un caso unico in tutto il pianeta dei diritti umani ma anche dello Stato italiano: quale altra legge può essere disattesa con il consenso dello Stato ? Il problema dell'Italia è come sempre riconducibile alla presenza sul suo territorio del Vaticano ed ai famosi patti lateranensi che ne fanno una religione di Stato e, facendo riferimento a questa situazione, la conferenza episcopale, vescovi e cardinali si sentono in diritto di entrare nel merito ed occuparsi di questioni che non li riguardano: la legge dello Stato. Qualche tempo fa questa si chiamava ingerenza e qualcuno la condannava a suo tempo. D'altra parte la politica italiana è stata sempre succube della moralità cristiana, prima con la Democrazia Cristiana (un partito che riportava nel nome la sua appartenenza (e subalternità) ad una confessione religiosa, e poi con una serie di partiti che hanno raccolto l'eredità democristiana a partire anche dal Partito Democratico. Oggi dopo la giusta presa di posizione del presidente della regione Lazio che intende assumere due ginecologi non obiettori per garantire un diritto sacrosanto alle donne, un ministro per giunta donna si scaglia contro questa decisione dimostrando la sua sudditanza alla conferenza episcopale, se fossi una donna la prenderei a calci nel sedere ma essendo un uomo non posso farlo altrimenti sarei accusato di sessisimo.

martedì 21 febbraio 2017

Alla fine Renzi un progetto lo ha portato a termine: la distruzione del Pd


Forse in molti non lo avevano capito ma quello di spaccare il Partito Democratico, liberandolo delle ultime frange resistenti della sinistra, era il suo progetto fin dall'inizio, il progetto di Matteo Renzi. E alla fine ci è riuscito. Tutto ebbe inizio quando era ancora sindaco e con la scusa di un incontro istituzionale con il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, si presentò a quell'incontro che non avvenne a Palazzo Chigi, sede istituzionale del governo, bensì ad Arcore. Quella sede tolse tutta l'istituzionalità del faccia a faccia che invece riguardava una strategia ben precisa: portare Renzi alla guida del Pd per traghettarlo verso l'area del centro destra. In un colpo solo i due si sarebbero liberati della sinistra, alla quale il Partito Democratico aveva sempre voltato le spalle, e della Lega per quanto riguardava il cavaliere ed avrebbero potuto stringere un patto di ferro per il governo del paese. Renzi non ce la fece al primo tentativo, battuto da Bersani, ma al secondo assestò il colpo grazie anche alla debolezza del Pd uscito da elezioni non vinte. Puntò i piedi e fece cambiare le regole delle primarie aprendole a chiunque volesse andare a votare, e quel chiunque erano certamente gli elettori del centro destra, una manovra furba e nemmeno tanto nascosta da Matteo che a più riprese andava dichiarando che per vincere era necessario andare a prendere i voti a destra. E così fù. Arrivato alla segreteria del partito e circondato da una serie di personaggi di basso profilo ma fedeli servitori pronti a saltare sul carro del vincitore, scalzò dalla sedia il povero Letta e iniziò a stringere il patto messo a punto ad Arcore con Berlusconi. Poi preso dalla sua arroganza e superbia, ma anche per dare un contentino ai futuri rottamati del Pd, tradì il patto del Nazzareno consentendo l'elezione di Mattarella ed il cavaliere lo abbandonò, naturalmente recitando la parte del tradito, spostandosi all'opposizione. Un'opposizione inutile in quanto Matteo costrinse a suo di voti di fiducia il suo partito ad approvare provvedimenti antidemocratici, riforma costituzionale e legge elettorale, e riforme contro i lavoratori, jobs act scuola e pubblica amministrazione. Il partito che era nato dal più grande partito della sinistra europea non solo aveva scelto di lasciare isolata la sinistra che non era confluita nel Pd alla sua fondazione, ma ora con Renzi di fatto attuava le politiche del centro destra: abolizione dell'art. 18, liberalizzazione dei licenziamenti, cancellazione del voto ai cittadini. Tutti provvedimenti approvati senza ascoltare le voci di dissenso della minoranza del partito che intanto iniziava a perdere i pezzi più coerenti: Civati e Fassina in testa. Con il referendum costituzionale Matteo Renzi ha poi forzato la mano mettendola sul piano personale e costringendo i dissidenti a votare un No non solo contro la riforma ma anche contro di lui. Il resto è storia di queste ultime settimane: nessuna autocritica dopo le sconfitte sia elettorali sia sancite dalla corte costituzionale, dimissioni a metà quelle da presidente del consiglio ma non dalla politica come annunciato, e alla fine dimissioni da segretario per arrivare il prima possibile a nuove primarie per essere rieletto e far magari cadere anche il governo Gentiloni. Soprattutto la mancanza di autocritica rappresenta un segnale indiscutibile del suo progetto di partenza: costringere le frange più a sinistra del partito ad andarsene insofferenti allo spostamento sempre più verso il centro del Partito Democratico. Ed ora con la fuoriuscita di Bersani, Speranza, Rossi (il più ipocrita dei tre se si pensa che cosa ha combinato in toscana con l'appoggio di Renzi) il piano arriva a compimento anche se parziale visto che Emiliano e Cuperlo alla fine sono rimasti. E qualcuno ha ancora il coraggio di definirlo un grande politico.

Fuori si manganella mentre dentro (PD e M5S) si discute dei fatti propri


La giornata odierna propone un classico esempio di come questo paese sia mal governato (da ormai oltre 25 anni) e della distanza siderale fra politica e realtà. Da una parte la piazza dove in tutta Italia sono scesi tassisti (anche se la loro manifestazione è di stampo corporativista) e gli ambulanti per protestare contro provvedimenti dell'ultima ora inseriti in quel decreto, diventato ormai un classico come un film dei tempi andati, che si chiama "Mille proroghe". Già il nome è tutto un programma ed un'ammissione palese dell'incapacità della politica di gestire un paese moderno e per certi versi unico come l'Italia. Il decreto serve ogni anno per rimandare all'anno successivo, quando probabilmente saranno ancora rimandati, una serie di provvedimenti e di questioni che il governo non è stato capace di risolvere. Spesso si tratta anche di questioni che non si è voluto affrontare per non scatenare l'ira di qualche potente lobby. Ecco allora che in occasione di questo decreto, sul quale immancabilmente viene chiesta la fiducia (altra pratica che dimostra l'inadeguatezza della classe politica), c'è sempre qualche protesta più o meno violenta a seconda del potere contrattuale della categoria colpita. In questo caso i tassisti costituiscono una vera e propria noché potente corporazione in grado di mettere in ginocchio i trasporti nelle nostre grandi città. A questa corporazione si sono associati i venditori ambulanti che forse da questo decreto milleproroghe sono più minacciati dai tassisti ma che sarebbero stati completamente inascoltati se fossero stati da soli a ritrovarsi in piazza. In questo caos il partito di governo si rinchiude nelle proprie stanze, nelle quali è rinchiuso dal 5 dicembre, a chiacchierare dei propri fatti interni ed a giocare sul mi scindo o non mi scindo mentre il suo segretario se ne vola allegramente in California dopo aver lasciato le patate bollenti in mano al povero Gentiloni. Ma c'è subito chi ne approfitta e salta in groppa ai manifestanti sferzandoli e incitandoli come si farebbe con un bel cavallo da corsa: il Movimento 5 Stelle. E lo fa con il suo leader noché comico da strapazzo ormai, Beppe Grillo, ma anche, udite udite, con la sindaca Virginia Raggi che, incapace di amministrare la città, si attacca a quello che trova pur di cercare di recuperare consenso. Ecco perché questo paese è ultimo nella ripresa dopo aver rischiato di fallire (ammesso che non no lo sia già fallito, ecco perché la disoccupazione giovanile è oltre il 40% e perché i licenziamenti hanno subito un'impennata dopo la riforma del lavoro. Benché la protesta dei tassisti sia discutibile ed anacronistica, ma nessuno si è preoccupato di procedere ad una reale riforma e liberalizzazione del settore, è probabile che quello di scendere in piazza ed alzare la voce sua l'unico sistema rimasto al popolo per salvarsi.

sabato 18 febbraio 2017

E per fortuna che ci sono gli italiani




Spesso sentiamo affermare, a proposito delle malefatte dei nostri politici, che in altri paesi non sarebbe potuto accadere e che il politico di turno sarebbe stato costretto alle dimissioni. Vero ma a questo aspetto negativo del nostro paese forse sarebbe ancha da contrapporre un lato positivo. Quanti altri paesi avrebbero potuto andare avanti in una situazione come quella italiana dove, nonostante una classe politica (tutta nessuno escluso compreso le nuove formazioni che avrebbero dovuto cambiare totalmente il paese) distante dalla realtà, inadeguata a governare un paese occidentale e democratico, invischiata in faccende ed affari che rasentano spesso il penale, nonostante tutto questo il paese prosegue il suo cammino. Certo mentre gli altri crescono noi viviacchiamo, mentre negli altri si lavora, nel nostro si licenza e la disoccupazione sale, ma comunque il paese prosegue ad una velocità comunque ben al di sopra di quella imposta dalla politica. L'arte di arrangiarsi dell'italiano è lo spirito guida del paese e fra le milel difficoltà che si incontrano, soprattutto quando ci si deve rivolgere ai servizi pubblici, tutto continua a funzionare. Ancora più straordinario che tutto funzioni nonostante la politica e nonostante il quadro che se ne ottiene leggendo i giornali ed ascoltando i notiziari televisivi. Certo in un paese normale forse sarebbe sufficiente leggere un quotidiano in Italia no perché di quotidiani ce ne sono a centinaia e per farsi un'idea della situazione reale è necessario leggerne almeno 5. Prendi gli argomenti che tengono banco oggi e che, naturalmente, niente hanno a che fare con i problemi reali del paese: il lavoro, la sanità che non funziona come dovrebbe, i trasporti, le tasse, etc. etc. Sui giornali si parla: il coinvolgimento del padre di Renzi e del ministro Lotti nelle presunte tangenti per un appalto della Consip (l'agenzia che gestisce gli acquisti nella PA una spece di associazione a delinquere legalizzata), la sindaca Raggi ormai benificiaria a sua insaputa di un numero imprecisato di polizze sulla vita stipulate dal suo prediletto Romeo (al quale a triplicato lo stipendio appena arrivata al Campudoglio), l'emorragia continua di assessori al comune di roma che di volta in volta abbandonano per vari motivi il loro incarico, lo stadio che la Roma vorrebbe costruire e che il M5S non sa se approvare o meno dopo aver detto il No alle Olimpiadi, l'assessore Cocco del comune di Milano, azionista della Microsoft per la quale lavorava prima dell'incarico al comune, e che guarda caso è responsabile della digitalizzazione proprio nel comune che ha un contratto con la Microsoft (per inciso l'assessore aveva sbagliato la cifra relativa al suo patrimonio omettendo qualche 0 ma si sa .. gli 0 non contano niente), il Partito Democratico alle prese con le proprie beghe interne sulla questione scissione SI - scissione NO mentre di fatto la scissione c'è già stata, Salvini e Berlusconi che giocano a un-due-tre stella uno si allontana l'altro si avvicina e viceversa mentre il primo guarda oltreoceano con invidia ed il secondo aspetta di essere rimesso in pista dall'europa. Nel frattempo chi si occupa di stabilire se le tasse saranno ulteriormente aumentate a causa della legge di stabilità renziana che fa storcere il naso all'europa, agisce nel silenzio totale fino a che un bel giorno ci troveremo un aumento di qualche bene primario fra capo e collo. Naturalmente se leggete un solo giornale come Repubblica, l'Unità o il Corriere della Sera avrete un panorama ben dettagliato sulle disgrazie del M5S e non certo su tutte le questioni che riguardano il Pd, se invece andate a sbirciare sul Fatto la situazione si ribalta, quasi come se i giornali si mettessero d'accordo fra loro su quali argomenti fare le pulci. Nel frattempo il paese si sveglia, si mette in moto, e prosegue nella sua strada grazie soprattutto a milioni di cittadini onesti che proseguono il loro cammino fra mille difficoltà.

mercoledì 15 febbraio 2017

Il PD nato per morire: Renzi l'esecutore materiale che mancava.


Che il Partito Democratico fosse un partito nato per morire era già noto fin dalla sua nascita, salutata dalla morte prematura del governo Prodi. Un partito messo in piedi con il solo obiettivo di raccogliere voti senza un progetto comune da persguire, un progetto che sarebbe stato impossibile mettere a punto con personaggi come D'Alema, Veltroni, Binetti, Rutelli e chi più ne ha più ne metta. Un partito senza un'anima che esordiva, dopo la caduta del governo Prodi, con una sconfitta sonora alle elezioni, grazie anche al ripudio della sinistra che non era salita sul carrozzone, e riconsegnava il paese al centro destra guidato da Berlusconi. Un partito che dopo pochi mesi ha iniziato a perdere qualche pezzo, soprattutto a destra, e che è arrivato ad una non vittoria alle elezioni del 2013 grazie soprattutto ad un Berlusconi ormai sul viale del tramonto. Arrivato bene o male a guidare un governo con Letta si è ritrovato a consegnarsi ad un rampante giovanotto, Matteo Renzi, che guadagna la segreteria con un progetto chiaro: andare a prendere i voti a destra e quindi spostare ulteriormente l'asse del partito verso quell'aera. Un progetto iniziato subito dalle primarie per le quali ottenne una modifica del regolamento per consentire il voto a chiunque anche ai non iscritti al partito stesso. Gli elettori di centro destra sono stati determinanti per la elezione dei Renzi a segretario e lui, appena diventato segretario, ha subito sfiduciato il governo Letta per prenderne il posto. E' iniziata da quel momento la strategia di Renzi di tirare il PD verso l'aera centrista strabordando ogni tanto verso destra (come in occasione dell'approvazione della riforma del lavoro). La scissione vera e propria è iniziata in quel momento con Matteo Renzi al governo che si è messo a tirare da una parte, appoggiato da una fitta schiera di saltatori sul carro del vincitore, mentre una più esigua schiera di dissidenti puntava i piedi su ogni iniziativa del segretario nonostante poi finisse per votare a favore nelle aule parlamentari. Qualcuno più coerente degli altri ha iniziato a scendere da quel carrozzone che ormai perdeva pezzi anche a sinistra e che veniva traghettato su percorsi totalmente opposti a quelli del programma attraverso il quale bene o male Bersani aveva vinto di misura le elezioni. Il progetto renziano andava via via prendendo corpo ed ora, dopo che tutte le presunte riforma renziane (sulle qualo il partito è sempre stato diviso) sono state smontate una per una, forse si è arrivati allo strappo finale per recidere quel filamento che ancora resiste. Renzi, pur dimettendosi da presidente del consiglio (un partito che sta al governo e che per ben due volte mette in crisi il governo stesso può essere un partito affidabile ? e soprattutto può definirsi un partito ?), dimostra tutta la sua arroganza anche in queste ore disconoscendo i propri fallimenti e additando coloro che lo hanno sempre criticato come i responsabili di una eventuale scissione. Ora forse si è arrivati alla resa dei conti che ancora una volta avverrà a spese del paese, si perché così come nel 2006, incuranti della debolezza del governo Prodi, Veltroni e company si dedicarono alla nascita del Pd, oggi Renzi e soci, incuranti della debolezza del governo Gentiloni e della situazione ciritica in cui versa il paese, si dedicano a redimere le lotte interne. Quando il Partito Democratico si scioglierà sarà sempre troppo tardi.

sabato 11 febbraio 2017

Fra patate, polizze, finte scissioni, bufale sulla lotta all'evasione, leggi anticostituzionali e trumpisti dell'ultima ora ... come al solito chi paga siamo noi cittadini omesti.






In questo inizio di anno la politica si è come al solito assentata e tenuta distante dai problemi reali del paese che come sempre però si presentano al cittadino medio a chiedere l'incasso. Mentre la polemica infuria sul comune di Roma con un nuovo politico, di quelli che avrebbero dovuto cambiare il sistema ed aprirlo come una scatola di sardine, che "a sua insaputa" si ritrova benificiario di una polizza vita stipulata da un suo collaboratore guarda caso promosso con una triplicazione del proprio stipendio. Una storia sulla quale i giornali costruiscono "storie" a sfondo sessuale di berlusconiana memoria, ma, mentre nel caso dell'ex cavaliere tutti facevano a gara a chi la pubblicava più grossa fra il compiacimento generale, in questo frangente si tratta di una donna ed allora apriti cielo. Sinceramente mi fanno sorridere, pur non condividendo la presunta satira di questo genere sia rivolta ad uomini che a donne, quelle donne che pretendono giustamente un trattamento alla pari con i colleghi maschi ma poi si infuriano se la si mette sul sesso perché allora si tratta di sessismo. Una brutta storia comunque che si innesta su un clima politico a livello nazionale di stallo completo. Dopo tre anni nei quali un giovanotto, facente anche lui parte della nuova classe politica che avrebbe dovuto "rottamare" la vecchia politica (strano parallelismo quello fra i 5 stelle che avrebbero dovuto aprilre il parlamento come un scatola di sardine, notoriamente di latta, ed chi vuole rottamare che fa venire in mente sempre un materiale della stessa natura), ha fatto di tutto di più ma tutte le sue "presunte" riforma invidiabili dal mondo intero sono poi state smontate pezzo per pezzo. Ed ora la politica ha "paura" anche a fare una legge fondamentale per la democrazia come la legge elettorale e così ha atteso l'imbeccata dalla Corte Costituzionale prima per smontare l'ultima pensata in materia poi per ricevere suggerimenti sul come progettare la nuova legge. Nel frattempo il governo sbandiera come sempre i successi nella lotta all'evasione portando le cifre: 19 miliardi recuperati nel 2016 contro i 15 miliardi del 2015. Peccato che il governo si dimentichi, ma probabilmente cadiamo nella sua insaputa, che i circa 4 miliardi in più provengono dal solito "condono" chiamato questa volta "voluntary disclosure" (tanto per rendere più incomprensibile la reale portata del provvedimento) e cioè dagli sconti garantiti a chi fa rientrare capitali illegalmente esportati all'estero. Insomma mentre negli altri paesi se "evadi" finisci in galera, in Italia se evadi poi alla fine puoi metterti in pari ed in regola pagando un ridicola percentuale di quello che avresti dovuto. Dall'altra parte, quella di chi non governa, invece si distoglie l'attenzione osannando il nuovo presidente degli Stati Uniti che sta ergendo muri trascinando un paese "democratico", verso un percorso già noto purtroppo nella storia mondiale. E chi non osanna il biondo americano si rivolge oltr'alpe per la nuova fascio-nazista che promette di togliere la nazionalità francese agli ebrei, riportando la memoria sempre indietro nel tempo. 
Ed il cittadino medio ? ... Beh quello ha gli stessi problemi irrisolti ormai da tempo. Se è un giovane come minimo o non lavora oppure ha un lavoro precario al limite dello schiavismo. Se è un cittadino di una famiglia media deve fare i conti con le solite tasse e con l'eterna bufala della diminuzione della pressione fiscale. Prendiamo la prima fattura dell'anno per quanto riguarda l'energia elettrica. Le spese non relative ai consumi veri e propri sono aumentati di circa il 31% passando da circa 16 euro agli attuali oltre 21 euro in un colpo solo. Un aumento che peserà di più naturalmente sulle famiglie che consumano meno o su quelle famiglie che per esempio si sono dotate in impianti per la produzione di energie alternative e che si ritroveranno a diminuire i propri consumi di energia prelevata dal circuito nazionale ma alla fine a pagare bollette più salate rimanendo fregati sull'investimento che avevano fatto e sui tempi di ammortamento. Questa è l'Italia, ma per favore non lamentiamoci della classe politica perché se poi alle prossime elezioni si continuerà a votare chi ha già fallito o chi si affida ad un comico di professione piuttosto che provare strade allterantive.

giovedì 9 febbraio 2017

Il lavoro questo sconosciuto ...


Mentre la politica si occupa di legge elettorale, delle love story della Raggi, degli anatemi contro l'informazione dei grillini, delle lotte intestine del Partito Democratico, delle Salvinate novello fan di Trump, nel paese il vero problema rimane uno ed uno soltanto: il lavoro. Il lavoro che dovrebbe essere un diritto sancito perfino dalla Costituzione rimane invece uno dei tanti diritti sanciti dalla carta costituzionale che rimane disatteso. Se i politici italiani si impegnassero una volta tanto a fare in modo che la Costituzione venisse rispettata il paese andrebbe sicuramente meglio. Ed invece il lavoro è l'ultimo dei loro problemi nonostante innumerevoli segnali, oltre la disoccupazione, che ne indicano il maggior problema del paese reale.
Un trentenne precario si suicida lasciando una lettera come atto di accusa verso chi lo ha spinto verso questo tragico epilogo della sua vita e la politica lo ignora alla grande. Qualche parola di costernazione del politico di turno al quale in qualche talk show viene chiesto un parere, ma poi niente altro e tutto prosegue come se niente fosse accaduto. E' deprimente che nemmeno un atto di coraggio come il suicidio alla fine non serva assolutamente a niente e la politica continui per la sua strada anche al cospetto alla fine tragica di una giovane vita.
Mentre un giovane muore a causa di un lavoro equiparabile allo schiavismo e viene ignorato, un'azienda assume una donna al nono mese di gravidanza e assurge agli onori della cronaca per un atto che dovrebbe essere normale. Insomma se quella donna aveva i requisiti per ricoprire il posto che l'azienda doveva ricoprire perché non avrebbe dovuto essere assunta solo perché sta per avere un figlio ? L'anormalità sarebbe stato il contrario e non l'assunzione portata a termine da quell'azienda. 
Marchionne elogia Donald Trump il nuovo presidente degli Stati Uniti, ma guarda caso aveva elogiato Obama quando aveva portato la Fiat negli Stati Uniti, e aveva elogiato Renzi per le sue politiche sul lavoro. Ora non si può certo dire che i tre siano della stessa pasta ma a Marchionne o più in generale ad un manager o un amministratore delegato, quelli che una volta venivano chiamati padroni, importa molto che tipo di politica porti avanti un governo ? Non più di tanto se quel governo gli lascia fare quello che vuole e quindi si può allegramente elogiare tutto ed il contrario di tutto. Questo la dice lunga sul Partito Democratico, che continua ostinatamente a definirsi partito di sinistra, salvo poi schierarsi dalla parte del padrone.
Venerdì scorso c'è stato uno sciopero di 18 operatori di call center che operano presso la Regione Lombardia, lunedì gli stessi sono stati licenziati in tronco. Questa è la sintesi di quanto sta accadendo nel mondo del lavoro dopo varie riforme a partire della riforma Biagi fino ad arrivare al famigerato Jobs Act. Una cancellazione progressiva dei diritti più elementari dei lavoratori consquistati negli anni 60-80 con grandi sacrifici ed oggi calpestati ed annullati fino ad arrivare alla cancellazione della bandiera di questi diritti: l'art. 18 dello statuto dei lavoratori. 
Apparentemente fatti slegati l'uno dall'altra ma legati da un sottile filo che poi tanto sottile non è: il lavoro e le politiche di questi ultimi anni tutti indirizzate a favorire il capitale, il capitalismo, la finanza contro le classi medio basse.
 

mercoledì 8 febbraio 2017

Votare ? ma chi e per cosa ... ?


Dice: dobbiamo andare a votare ... Si sarebbe il caso ma se poi si continua a votare Pd o M5S o Forza Italia/Lega/FDI a che serve andare al voto ? Forza Italia con Lega e Fratelli d'Italia e qualche briciola di Ncd hanno governato dal 1993 ad oggi per tre legislature e hanno costituito la maggiore causa del tracollo finanziario/economico del paese. Tutte belle parole quelle che dicono, soprattutto Lega e FDI, ma perché quando erano al governo non le hanno portate a termine tutte le loro "belle proposte" ? Il maggior risultato dei governi di centro destra è stato la consegna del paese al governo dei tecnici guidato da Monti che ha costretto gli italiani, o almeno le classi medio basse, ad un bagno di lacrime e sangue con tagli alle pensioni, tasse e via dicendo riuscendo però in un modo o nell'altro a portarci fuori dal guado. Certo il prezzo pagato è stato altissimo in termini di imprese chiuse, disoccupazione, impoverimento generale. Poi è arrivato il Partito Democratico e soprattutto il buon Matteo Renzi con slides, promesse (regolarmente disattese) e un programma chiaro e semplice: rottamare la vecchia politica e procedere al risanamento del paese. La fiducia è stata tanta in questo giovanotto tanto che alle elezioni europee il Pd si prese il 40%, grazie anche ad un piccolo "contributo" di 80 euro ai votanti. Poi il Renzi si è incaponito in quella riforma capestro della costituzione e si è impegnato alla morte tralasciando di governare il paese non prima di aver sterzato a destra con il famigerato Jobs Act e la cancellazione dell'art. 18. E così il rottamatore è finito rottamato ma anche in questa occasione ha proseguito nella sua interminabile serie delle promesse non mantenute, si è dimesso si dal governo ma non si è ritirato dalla politica come aveva pubblicamente affermato. Che garanzie può dare un partito che si definisce di "sinistra" e poi attua politiche di destra con il suo segretario nonché presidente del consiglio che fa l'occhiolino a Marchionne, Farinetti, alle banche e via dicendo ? E veniamo al nuovo ... Il Movimento 5 Stelle. Dalla vicenda sei sindaci del M5S ed in particolare di Pizzarotti, Appennino, Raggi si può dedurre che questo movimento non può dare le necessarie garanzie per il governo del paese, anche indipendentemente dai loro programmi che sono comunque evanescenti e improntati al pressappochismo. Può capitare che presentino candidati che poi si dimostrano capaci come Pizzarotti e Appennino, ma qualora questa capacità intrinseca venga a mancare, ed è facile che accada considerata la metolodologia di reclutamento, l'incapace di turno sarebbe una marionetta nelle mani di un comico, Beppe Grillo. La vicenda Raggi lo dimostra ampiamente anche per ammissione della stessa sindaca che ha dichiarato apertamente di continuare nel suo mandato fino a che avrà la fiducia di Grillo. E gli elettori ? Quelli non contano niente o poco più. Questo è il desolante panorama politico dei maggiori partiti attualmente in parlamento ed ai quali si affideranno la maggioranza degli italiani salvo poi il giorno dopo lamentarsi tutti.

venerdì 3 febbraio 2017

Il M5S non amministra Roma in perfetta linea con il non governo del paese


Ormai sono 8 mesi che la giunta del M5S si è insediata a Roma, se ci consideriamo che già almeno 6 mesi prima si sapeva che avrebbero vinto le elezioni della capitale, praticamente hanno perso un anno di tempo e ancora non si vede alcun risultato o cambiamento significativo. Dice: "Bisogna darle tempo" già vero ma chi ha tempo non aspetti tempo direbbe un saggio dei tempi andati. E quindi l'attenzione dei giornali e dei media in generale è tutta indirizzata verso il non governo della sindaca Virginia e delle sue goffe mosse che l'hanno portata attraverso una travagliata scelta dei suoi assessori fino ad essere ieri interrogata dai giudici e ad ammettere di essere beneficiaria di una polizza vita a sua insaputa. Un regalo per questioni d'amore sembra. Insomma tutti i riflettori addosso per esaminare anche la più piccola pagliuzza della sua attività ed a mettere a nudo tutte le sue manchevolezze. Se i mezzi di informazione avessero usato lo stesso metro con le amministrazioni precedenti romane ma soprattutto con il governo centrale forse oggi non saremmo in questa situazione. Si perché l'attività di non governo non è prerogativa esclusiva del M5S, infatti che dire del governo del paese targato Renzi e poi Gentilenzi ? E' trascorso quasi un anno di campagna elettorale per il referendum costituzionale nella strenua lotta di far passare una riforma che avrebbe ucciso una bella fetta di democrazia. Bocciata la riforma si è andati avanti per un mese e mezzo in attesa delle sentenze della corte costituzioanale su riforma del lavoro e su legge elettorale. Arrivate le sentenze ora si resta in attesa delle motivazioni delle sentenze, soprattutto per quella sulla legge elettorale, ed il parlamento non prende iniziative ma aspetta di capire se può tornargli utile la legge uscita corte costituzionale. Nel frattempo la legge di stabilità fa acqua grazie alle elargizioni renziane pro-si-referendum, la disoccupazione aumenta ed ora aumenteranno anche i prezzi, ma non per l'aumento dei consumi come tutti aspettano, quanto per l'aumento del petrolio e quindi dei carburanti che vengono subito adeguati. Un aumento che probabilmente farà contrarre ancora i consumi. Probabilmente la legislatura arriverà alla naturale conclusione e così avremo perso cinque anni per fare ... niente. Riforme inadeguate o cancellate da referendum e sentenze della corte, provvedimenti economici nulli in quanto limitati ad elargizioni elettorali, partiti che si dividono e/o che mostrano la loro completa inadeguatezza alla guida di un paese democratico. In questo quadro proliferano scandali a getto continui, da quelli piccoli relegabili alla categoria del gossip, a quelli più seri che meriterebbero dimissioni da parte dei politici, amministratori e manager coinvolti ... ma naturalmente ognuno rimane al proprio posto.

M5S: benvenuti nel mondo di quelli a loro insaputa



Mancavano loro all'appello ma ora sono arrivati: anche Virginia Raggi ha ricevuto un "piccolo" regalo a sua insaputa. Il suo futuro capo della segreteria stipula un'assicurazione sulla vita e intesta come beneficiario proprio la Raggi che poidiventerà sindaco di Roma. Lei dichiara di non saperne niente, però, appena nominata sindaco, nomina il suo "benefattore" a capo della segreteria con un piccolo stipendio di 93 mila euro. Insomma un regalo, quello di Romeo, preventivo ancora prima che Virginia diventasse sindaco e che lo chiamasse a ricoprire quel ruolo. Di solito i regali di "ringraziamento" si fanno dopo aver ricevuto un "favore", il Movimento 5 Stelle nella sua "rivoluzione" e nella sua opera di rottamazione della "vecchia" politica invece mette in atto una nuova strategia: il regalo preventivo. Naturalmente niente a che vedere con la vicenda della casa di Scajola, acquistata a sua in saputa, perché in quel caso l'ex ministro non poteva esimersi dala firma del rogito, nella vicenda Romeo-Raggi invece la presenza e la firma della sindaca non erano richieste. Con questa vicenda cade definitivamente, purtroppo, la presunta verginità del Movimento 5 Stelle e dimostra che, quando si arriva al potere, cadere nella rete di episodi quanto meno discutibili o che arrivano fino alla corruzione palese è davvero facile. Episodi che spesso non hanno niente a che fare con la natura del partito e/o movimento e che dipendono dal singolo politico ma che obbligherebbero il partito e/o movimento ad agire senza tentennamenti nel "espellere" il soggetto coinvolto in questi episodi. E fino a quando tutti i partiti non la smetteranno di esercitarsi con i loro distinguo su avvisi di garanzia, su indagini, sul "tipo" di accusa e via dicendo ... questi fenomeni non saranno mai debellati. La legge è una cosa ed è inutile definirsi "garantisti", è la Costituzione che è garantista per fortuna e tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma fare politica non è un obbligo. Chi fa politica ha l'obbligo morale di essere immune da qualsiasi sospetto senza se, senza ma e senza distinguo o si entra in questa logica o meglio un bel liberi tutti e vale tutto. Ma la politica altro non è che lo specchio del paese o meglio di una parte del paese, non credo che esista nessun cittadino medio "normale" che abbia mai acquistato un appartamento a sua insaputa o che sia stato nominato benificiario di una polizza assicurativa sempre a sua in saputa o che abbia ricevuto in regalo dei rolex d'oro che poi misteriosamente spariscono sempre a sua insaputa.

giovedì 2 febbraio 2017

Incapaci anche di mettere a punto una legge elettorale


Tutta l'inadeguatezza della classe politica italiana sta nell'incapacità perfino di definire le regole che dovrebbero regolare la vita di un paese democratico. Dopo tangentopoli e dopo quarantanni che si è andati avanti con delle regole che hanno funzionato la politica italiana è stata presa dalla frenesia di cambiare queste regole in nome della "stabilità" e/o "governabilità". In realtà si è passati da una stagione, quella della prima repubblica, costellata da Politici con la P maiuscola, a politici di bassa lega di volta in volta recuperati da strati sociali e culturali diversi. Non che nella prima repubblica fossero tutte rose e fiori, tangentopoli lo ha dimostrato, ma le pecche di quella stagione non sono state eliminate e si sono, dopo un periodo di stasi, lentamente ripresentate in maniera amplificata e in maniera geneticamente modificata. La corruzione anche nella prima repubblica aveva caratteristiche da statista in quanto il politico che in qualche modo "trafugava", attraverso il meccanismo delle tangenti, soldi pubblici lo faceva per il partito e quei soldi andavano a foraggiare la propria organizzazione politica e quindi in qualche modo tornavano nel giro pubblico. Questo malcostume di è lentamente trasformato per andare a confluire in una corruzione ad personam nella quale il politico di turno sfrutta il proprio potere per ottenerne un beneficio esclusivamente personale. Questa nuova stagione politica ha quindi segnato un significativo abbassamento del livello della classe politica che si è manifestato nel tipo di corruzione ma anche purtroppo nel livello della competenza politica di questa nuova classe dirigente. L'azione politica si è progressivamente spostata dall'interesse del paese all'interesse del politico passando attraverso leggi elettorali che hanno tolto al cittadino il vero potere che può utilizzare in un regime democratico: l'elezione dei propri rappresentanti nelle istituzioni. Un progressivamente impoverimento della classe politica e conseguentemente delle istituzioni fino ad arrivare ad una sfilza di leggi icostituzionali compresa quella importantissima legge che determina le regole con la quale si svolgono le elezioni democratiche. Ed ora, dopo la bocciatura di una seconda legge elettorale ancora prima che fosse applicata (per fortuna), l'attenzione di tutti i partiti politici è indirizzata sulla "eventuale" stesura di un'altra legge. Tutti pensano ad alchimie strane per arrivare a vincere le future elezioni ad esclusione dell'unica strada da seguire per ottenere un reale consenso popolare: programmi e progetti per una società civile, democratica e sostenibile. Forse perché nessuno sa ed ha un programma o un progetto che sia rispondente alle esigenze reali del paese e/o della maggioranza del paese. E invece, dopo la tragica caduta delle ideologie, eccoci qui dove ognuno naviga a vista, dove non si sa più cosa vuole una formazione rispetto ad un'altra, con provvedimenti estemporanei ed uguali presi da governi diversi, insomma un caos completo. Una distanza dalla realtà che ha portato ad un paese ingovernabile diviso in tre formazioni più o meno uguali dal punto di vista numerico che non può portare ad alcun governo almeno di mettere in campo regole "anticostituzionali". Nel frattempo il paese si impoverisce con i, pochi, ricchi che diventano sempre più ricchi, ed i ceti medio bassi, sempre più numerosi, che diventano sempre più poveri: basterebbe porre rimedio a questo decadimento per ottenere un consenso importante ma ormai siamo alla politica dell'ognuno pensi a se stesso.