martedì 30 ottobre 2012

Tutte le comiche del dopo voto


Capita a volte che nella drammaticità di una situazione si trovi la forza di sorridere e di prendere tutto con ironia, una specie di antidoto per la sopravvivenza perchè non si può sempre vedere il lato serio delle situazioni altrimenti, soprattutto in questo periodo, ci sarebbe da sottorrerarsi e farla finita. Fra ieri sera e stamani ascoltare le analisi ed i commenti dei politici e dei presunti politologi è veramente esilarante, una specie di commedia all'italiana nella quale ogni attore fa a gara a sparare le ... cazzate più grosse. Sono pochi i commenti con un minimo di senso della realtà, una realtà che fra l'altro è molto semplice. La politica italiana ha giocato per anni con l'elettore prendendolo continuamente in giro, basta ricordare per esempio qualche referendum disatteso come quello su finanziamento dei partiti, o qualcuna delle migliaia di promesse fatte in ogni campagna elettorale poi continuamente disattese. Purtroppo la maggioranza dei cittadini ha deciso di rispondere a questa presa in giro, diventata più evidente con la crisi economica che i politici fanno pagare ai cittadini onesti, con l'astensione. Questo è il frutto di un ventennio in cui si è lavorato a fondo e con successo per togliere al cittadino la capacità di analisi e di pensiero, mettendo in atto un lavaggio del cervello mediatico senza precedenti. Ed il lavoro è andato a buon fine se oggi il 53% dei siciliani hanno pensato di cambiare qualcosa non andando a votare. Se per qualche ora riusciamo a distaccarci da questa situazione drammatica, quello che si ascolta e legge in queste ore deiventa divertente. Intanto tutti che si affannano a declamare una frase che circola insistentemente "Basta parlare di antipolitica" senza rendersi conto che chi la pronuncia impersonifica proprio l'antipolitica. Non è Grillo l'antipolitica ma coloro che hanno portato il paese in questa condizione favorendo l'ascesa di chi, Grillo appunto, fa politica ma di basso livello. Tutti i partiti, quelli di sinistra in testa, hanno lavorato per abbattere le ideologie, le idee, i principi, hanno cioè distrutto la politica ed oggi, pronunciando il termine antipolitica, non fanno altro che diffondere l'antipolitica stessa. I numeri lo confermano: il 53% di astensione è la vera antipolitica. Ma la comicità non finisce qui. Tutti si sforzano di manipolare quell'esercito di astenuti a proprio uso e consumo, ma non solo i politici anche qualche giornalista o pseudo tale. Bersani canta vittoria perché per la prima volta conquista la regione sicilia e non importa se probabilmente non riuscirà a governare. Alfano e quasi tutto il centro destra lasciano intendere che alla fine quel 53% sono tutti elettori del centro destra e quindi alla fine sono sempre loro ad avere la maggioranza, peccato che non l'abbiano nel parlamento siciliano, ma questo è un dettaglio. Il giornalista di turno, Ferrara in questo caso, si lancia in un esercizio "matematico" senza pecedenti posizionando il Movimento a 5 stelle al terzo posto invece che come primo partito della sicilia. Si perchè invece di conteggiare i voti del singolo partito, per il centro sinistra mette insieme i voti del Pd con quelli dell'Udc che hanno appoggiato lo stesso candidato, mentre per il centro destra somma addirittura i voti di due diversi candidati che si sono presentati ognuno per conto proprio. Insomma il primo partito è il M5S ma con i se e con i ma passa addirittura la terzo posto. Questa non è antipolitica ? Ed infine gli elettori astensionisti che dopo essersi rifiutati di andare a votare si ritrovano nella situazione di essere governati dagli stessi contro i quali hanno deciso di non votare per protesta, e utilizzati da tutti a proprio uso e consumo. Un esercito di burattini che ha abdicato proprio a rafforzare il partito dell'antipolitica. Se la Sicilia è lo specchio dell'Italia ci sarà poco da stare allegri. Le proteste, le manifestazioni, gli scioperi andrebbero veicolati verso un vero voto di protesta che non è certo l'astensionismo, ma lo capiranno gli italiani ?

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