sabato 13 ottobre 2012

Non sarà facile ma guai ad arrendersi

Gli scandali a catena, che quotidianamente stanno venendo alla luce nella politica italiana e che colpiscono trasversalmente tutte i partiti politici senza distinzione, hanno il comprensibile effetto di creare sgomento e diffondere una sfiducia senza precedenti nella politica e nei politici. Un vortice pericoloso che arriva a pochi mesi di distanza dall'abdicazione di tutto il mondo politico al governo dei tecnici, palesando la propria incapacità a svolgere la funzione per la quale la politica è preposta: governare il paese. La maggioranza più forte della storia della Repubblica ha alzato bandiera bianca dopo tre anni e mezzo di inefficienza. L'opposizione, piuttosto che andare alle elezioni e vincerle prendendo in mano il governo del paese come accade in tutte le democrazie occidentali, ha fatto altrettanto e l'Italia, unico esempio al mondo, è stata consegnata ad un governo non politico e formato interamente da non eletti dal popolo. Nessun colpo di stato, come qualcuno ha paventato, in quanto si sono seguite le procedure previste dalla costituzione ma tutto questo ha causato lo sconcerto far i cittadini di una parte e dell'altra che non si sono più riconosciuti nei partiti ai quali avevano consegnato la propria fiducia. Questa sfiducia dilagante è stata amplificata e aggravata dai vari fenomeni di corruzione o si dissipazione di denaro pubblico scoperti in questi mesi: da Lusi a Belsito, passando per Papa, arrivando a Penati, a Fiorito, alla giunta della regione Lombardia, al consiglio regionale del Lazio. Chi più chi meno tutti i partiti dalla Lega, al Pdl, all'Udc, al Pd ed infine all'Idv sono stati coinvolti o direttamente o con qualche loro uomo in questi scandali. Di fronte a questo fenomeno, considerato che fra 6-7 mesi si voterà per le politiche e nel frattempo ci saranno alcune tornate di elezioni regionali o amministrative, l'emergenza è diventata non solo quella di togliere di mezzo questi personaggi coinvolti negli scandali, ma anche chi questi personaggi li aveva accettati all'interno dei singoli partiti. Si perchè a leggere le dichiarazioni dei dirigenti delle varie formazioni politiche, tutte le persone coinvolte negli scandali erano persone di estrema fiducia ed fortemente insospettabili. E' chiaro allora che o le modalità di assegnazione di incarichi delicati all'interno di un partito fanno acqua da tutte le parti oppure i dirigenti cercano di smarcarsi da questi personaggi pur essendo al corrente della loro attività illecita. Ecco allora che la soluzione migliore sarebbe liberarsi di tutta questa accozzaglia con il solo strumento democratico che il cittadino ha a disposizione: il voto. La domanda che in molti si fanno allora è la seguente: chi votare alle prossime elezioni ? Al momento una risposta è complicata anche per chi ha da sempre seguito una propria ideologia e non l'ha mai abbandonata. Per il momento l'indicazione è solo quella di chi non votare ed entrano in questa categoria tutti coloro che hanno problemi di qualsiasi natura con la giustizia (indagato, inquisito, rinviato a giudizio, condannato e via dicendo), tutti gli attuali partiti attualmente in parlamento che non rinnoveranno la dirigenza e si presenteranno con i soliti Maroni, Alfano, Casini, Di Pietro, Bersani che hanno già dimostrato la loro inadeguatezza a ricoprire cariche istituzionali. Chi rimane allora ? Per il momento rimarrebbe il solo Movimento 5 Stelle ma anche in questo caso la valutazione dovrà essere accurata. Se l'affidabilità dovesse essere misurata dal suo leader, come si farebbe a dare fiducia ad un personaggio che, per farsi notare piuttosto che parlare di progetti e programmi seri, si mette ad attraversare lo stretto di Messina e per lo più con le pinne ? Quindi per ora è chiaro solo chi non votare ma anche che votare sarà indispensabile per cercare di cambiare davvero le cose e pretendere di avere una politica pulita ed efficiente. Siamo quindi noi cittadini che dobbiamo vigilare, cercare, informarci e scovare quelli che sono i politici puliti e dei quali sicuramente i giornali non parlano in quanto non fanno notizia. Siamo noi che, se davvero torneranno le preferenze come tutti o quasi speriamo, non dovremmo più indicare un nome sulla fiducia ma pretendere di sapere tutto di quel nome e soprattutto cercare quei nomi sui quali non penda alcuna macchia ne' dal punto di vista politico ne' di cittadino comune. Impresa ardua ma non impossibile, non impegnarsi in questo significa alzare bandiera bianca anche noi.

1 commento:

Mimma ha detto...

Con il susseguirsi dei tristi accadimenti quotidiani, il cittadino vive ormai uno stato di indifferenza o, comunque, è tentato, nella migliore delle ipotesi, dal farsi scivolare addosso tutto quanto crei ostacoli e intralci il proprio cammino. Del resto cìò sarebbe pure comprensibile: la difficoltà di lavoro, l'inquinamento, la collusione con la criminalità...poco sono da sprone al fine di un impegno attivo e partecipe. Allora, la proposta e l'esortazione a non dimenticarsi di essere cittadini, quelli a cui spetta l'esercizo della sovranità! Da dove partire? Dal quotidiano, dal fare attenzione ad ogni nostra azione, che sia sempre improntata alla correttezza, al rispetto delle leggi, alla pretesa che ogni diritto venga rispettato. Interessarsi a ciò che succede, non demandare, avere a cuore...non ignorare e coprirsi gli occhi, denunciare. E' vero, considerato il sistema, che il percorso sarà difficile, ma non possiamo dimenticare di avere, ciascuno di noi, delle responsabilità: nei confronti di noi stessi, dei nostri figli,a cui abbiamo dato in consegna un mondo malato, dell'ambiente...
Resistenza, dunque, ora e sempre.