lunedì 15 ottobre 2012

Il teatrino della politica

La rappresentazione è iniziata da mesi e ancora non si è capito se c'è da ridere, piangere, arrabbiarsi o cos'altro, probabilmente tutte queste emozioni insieme. I politici italiani sembrano assomigliano sempre più a dei saltimbanchi che sul palcoscenico delle istituzioni forniscono una rappresentazione della realtà lontana molto lontana dalla verità. Ma il teatro è questo: o di pura fantasia oppure di rappresentazione della realtà attraverso storie più o meno reali. La politica italiana da alcuni anni è diventata una farsa surreale che ha raggiunto i massimi livelli in questi ultimi mesi. L'aspetto più sconcertante è che non c'è assoluta differenza fra vecchio ed il nuovo che avanza o almeno tenta di avanzare, entrambi (vecchio e nuovo) guidati però ad un unico denominatore comune la conquista della poltrona o quanto meno la difesa ferrea della stessa. Il più strenuo ed accanito interprete di questo ruolo sembra essere ad oggi il governatore della regione Lombardia, Formigoni. Tutto è iniziato dalle sue vacanze a sbafo di amici, che per un uomo politico di rilievo come lui ci potrebbe anche stare, ma quando fra i suoi generosi amici è spuntato un imprenditore che faceva affari, che poi si sono anche rilevati sporchi tanto che è finito in galera, con la regione, la cosa è iniziata a puzzare di tangente. Certo niente di illegale ma come al solito in altri paesi quanto sarebbe bastato per dimettersi senza colpo ferire. Formigoni invece candidamente ed ingenuamente si presenta sui giornali ed alle televisioni ad esporre che quando si va in vacanza con amici succede cosi': chi paga l'aereo, chi l'albergo, chi i pranzi e le cene e poi alla fine si regolano i conti allegramente. Sarà, ma personalmente arrivato ormai all'età della pensione, non mi è mai accaduto di andare in vacanza senza che ognuno, al momento di pagare il conto, mettesse fuori la sua parte. Ma si vede che nella politica si usa diversamente. Certo niente a confronto con quanto pochi mesi prima era accaduto al ministro Scajola, proprietario in centro di un appartamento a Roma senza sapere chi lo avesse pagato, o al ministro Tremonti che pagava la sua quota di affitto di 4.000 euro al mese in contanti (e in nero naturalmente). Comunque Formigoni ha continuato la sua pantomima sostenendo che lui con gli amici ci va in vacanza e paga a babbo morto ed il fatto che non trova niente di strano se qualcuno di questi amici che sborsano i soldi fa anche affari con la regione. Mi domando ma allora l'imbecille sono io che una volta, dopo aver aggiudicato una gara di qualche decina di migliaia di euro, mi vidi recapitare una penna dalla ditta vincitrice ed io tranquillamente la rimandai al mittente ? Nella realtà si fa così, ma nel teatrino della politica no, quella non è realtà. Formigoni comunque non si ferma perchè nella seconda parte della rappresentazione accade che oltre metà della sua giunta o è in galera o è indagata o sotto processo, ma lui tranquillamente continua a dichiarare che sono responabilità delle singole persone e non della gestione politica della regione. E' come dire che un impresario di una compagnia teatrale non è responsabile della incapacità degli attori da lui ingaggiati a recitare. Ecco la politica ormai è un teatrino ma non si avvicina nemmeno ai comportamenti reali di una compagnia teatrale. Ma la battuta teatrale e ad effetto scenico è arrivata due giorni fa. In mezzo a questo caos di soldi che girano non si sa come, di arresti, denunce, inchieste, succede che una parte degli attori decidono di dimettersi dalla compagnia: i legaioli, i padani quelli insomma che più o meno hanno avuto gli stessi comportamenti ma ora sono passati dalla parte dei moralizzatori (sono o non sono degli attori). A questo colpo di scena inaspettato, il capo comico Formigoni, risponde con la sua battuta da primo attore: "Non erano questi i patti". Una battuta che lascia gli spettatori con il fiato sospeso e con la conseguente domanda sospesa in aria: "Perchè quali erano i patti ?". Forse che i favori degli amici si sarebbero dovuti suddividere fra tutti e non andare a solo beneficio di Formigoni ? Oppure che la giunt sarebbe dovuta rimanere solida anche in presenza di infiltrazioni della 'ndrangheta e di arresti a catena dei componenti della giunta stessa ? Oppure c'era un accordo per suddividersi il malloppo ? Insomma sembra uno di quei gialli che termina con diverse soluzioni possibili a seconda della interpretazione che da lo spettatore. Insomma se non fosse che questi teatranti giocano con i nostri soldi, che questi soldi sono ormai ridotti al minimo grazie anche ai loro sperperi, che la maggioranza del pubblico ha grossi problemi a sbarcare il lunario, la rappresentazione sarebbe anche divertente e si potrebbe anche ridere, ma da ridere c'e' ben poco ormai.

Nessun commento: