lunedì 27 febbraio 2012

Uno Stato debole ma che uccide il proprio popolo


La sensazione di queste ore e' quella di uno stato che si schiera nettamente contro i propri cittadini e che non ha piu' la forza e l'autorevolezza di far valere le proprie ragioni in maniera democratica. Gli avvenimenti odierni non sono altro che l'ultimo atto di un periodo storico nel quale la distanza fra la politica, fra chi ha la responsabilita' di governo e la situazione reale del paese e' aumentata irrimediabilmente raggiungendo dimensioni misurabili in anni luce. Purtroppo questa distanza e questo allontanarsi dalla realta' hanno causato come effetti immediati un elenco interminabile di morti. Si ' iniziato con le morti sul lavoro causate dalla mancata attuazioni delle norme sulla sicurezza. Lo stato si e' dimostrato infatti incapace di far rispettare tali norme che sicuramente pesano in maniera non indifferente sul bilancio delle imprese, le quali, in tempi di crisi, risparmaino in prima battuta proprio sulla sicurezza dei propri dipendenti. L'elenco dei decessi sul luogo di lavoro e' diventato interminabile in questi ultimi anni con la compicita' dello stato stesso che non interviene e non e' mai intervenuto per combattere questa situazione il cui costo si misura in vite umane. Alle morti sul lavoro ni questi ultimi mesi si sono aggiunti i suicidi di coloro che, sempre a causa del lavoro, si ritrovano senza occupazione se lavoratori dipendnti o costretti a chiudere la loro azienda sommersi dai debiti se imprenditori o liberi professionisti. Gli ultimi episodi sono proprio di oggi con due suicidi: un elettricista in Liguria che si e' ucciso dopo aver perso il proprio lavoro ed un imprenditore in toscana che si e' impiccato nel capannone della propria azienda. Tutto questo mentre il governa concentra le proprie attenzioni sul mercato del lavoro cercando da una parte di varare una riforma della quale non si capiscono ne' significato ne' tantomeno i contenuti considerato che il lavoro in Italia non c'e' e soprattutto non ci sara' sicuramente nell'arco di questo anno, e dall'altra attacccando l'art. 18 per cancellare uno dei pochi diritti dei lavoratori che ancora resistono. Alle morti che in qualche modo sono legate al lavoro oggi si e' rischiato di aggiungerne un altra, pericolo ancora non del tutto scongiurato, legata alle proteste relative alla sciagurata realizzazione della Tav in Val di Susa. Ancora lo Stato, che contro i propri cittadini, intende realizzare un'opera inutile e mettendo in pericolo un ambiente naturale come quello della Val di Susa. I cittadini di quella valle sono da anni in lotta per impedire quella realizzazione ed oggi, quando lo Stato ha messo in atto un blitz improvviso per occupare i terreni da espropriare, uno di quei cittadini esasperati e' salito su un traliccio dell'alta tensione rimanendo fulminato dalla corrente. L'ex ministro Mattioli ha dichiarato che la protesta era eccessiva rispetto al problema in questione, ma come puo' un politico, per di piu' di una partito come il Pdl che assomiglia piu' alla legione straniera che ad una formazione politica, capire che ci sono delle persone disposte anche a sacrificare la vita per quello in cui credono ? Una vicenda paradossale quella dell'alta velocita' in Val di Susa, dove ancora una volta in nome dell'Europa, si spendono milioni di euro per costruire una nuova linea ferroviaria dove gia' ne esiste una per un traffico che attualmente sarebbe insufficiente anche mantenere in vita l'attuale linea. Il tutto deturbando una delle piu' belle valli delle nostre alpi. Lo Stato quindi si mostra debole e incapace a governare una crisi economica le cui consequenze sono anche le morti sul lavoro ed i suicidi, mentre mostra la voce grossa contro i propri cittadini per realizzare opere inutili e dannose ma volute dai poteri forti europei, lo stato contro il popolo.

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