In un paese in crisi non solo economica e finanziaria ma anche di costume, di cultura, di morale, di ideali puo' accadere di tutto anche che qualcuno si prenda la briga di chiedere scusa ad un uomo di spettacolo che, pagato profumatamente, si mette a predicare come se fosse un santone con in mano la verita' assoluta. Il tutto accade su Facebook dove si e' dato vita ad un evento dal nome "Adriano scusa per l'ipocrisia italiana". Si qualcuno storcera' il naso trattandosi del social network piu' famoso ma ormai anche Facebook che lo si voglia o no e' uno specchio del momento socio-culturale che stiamo vivendo. Ed anche questo evento, considerato poi l'alto numero di commenti positivi ed adesioni, e' uno specchio dei tempi che viviamo alla ricerca di qualcuno che ci rappresenti e, a causa della poverta' dell'offerta, c'e' gente che si attacca a personaggi come Adriano Celentano. A che titolo un uomo di spettacolo che per mestiere fa il cantante, si permette di salire su un palco e tenere presunte lezioni moralistiche al resto del paese o almeno a quella parte del paese che cade nel tranello e si piazza davanti allo schermo ad assorbire come una spugna senza un minimo di capacita' di analisi critica. A parte il compenso ricevuto da Celentano per le sue prediche (700.000 euro per piu' o meno due ore di predica) che comunque e' di per se' scandaloso come pero' lo sono quasi tutti i compensi elargiti dalla Rai a nostre spese, rimane il fatto che si offre l'opportunita' di fare prediche a chi per mestiere fa altro. E perche' a Celentano piuttosto che magari a uno di quei cittadini che sono un traliccio della stazione di Milano a protestare e che sono stati sfruttati dal cantante a proprio uso e consumo. Senza poi parlare del discorso di stampo fascista che ci ha riportato nel ventennio relativo alla chiusura di due giornali che si erano permessi nei giorni scorsi di criticare appunto il compenso elargito dalla Rai in un momento di crisi come questo. Che altro dire .... stamani leggere che qualcuno di prende la briga di organizzare delle scuse per la presunta ipocrisia del popolo italiano mi ha scatenato da una parte un senso di rabbia, dall'altra un senso di sconforto per un paese per il quale sara difficile uscire dalla crisi non solo economica ma anche di costume. L'ipocrisia sta nel fatto di protestare per le tasse a cui siamo sottoposti per poi metterci davanti alla tv e difendere personaggi come Celentano che offendono chi giorno dopo giorno combatte con problemi legati alla sopravvivenza.
domenica 19 febbraio 2012
Tutti gli aspetti della crisi: c'e' anche chi chiede scusa ad Adriano
In un paese in crisi non solo economica e finanziaria ma anche di costume, di cultura, di morale, di ideali puo' accadere di tutto anche che qualcuno si prenda la briga di chiedere scusa ad un uomo di spettacolo che, pagato profumatamente, si mette a predicare come se fosse un santone con in mano la verita' assoluta. Il tutto accade su Facebook dove si e' dato vita ad un evento dal nome "Adriano scusa per l'ipocrisia italiana". Si qualcuno storcera' il naso trattandosi del social network piu' famoso ma ormai anche Facebook che lo si voglia o no e' uno specchio del momento socio-culturale che stiamo vivendo. Ed anche questo evento, considerato poi l'alto numero di commenti positivi ed adesioni, e' uno specchio dei tempi che viviamo alla ricerca di qualcuno che ci rappresenti e, a causa della poverta' dell'offerta, c'e' gente che si attacca a personaggi come Adriano Celentano. A che titolo un uomo di spettacolo che per mestiere fa il cantante, si permette di salire su un palco e tenere presunte lezioni moralistiche al resto del paese o almeno a quella parte del paese che cade nel tranello e si piazza davanti allo schermo ad assorbire come una spugna senza un minimo di capacita' di analisi critica. A parte il compenso ricevuto da Celentano per le sue prediche (700.000 euro per piu' o meno due ore di predica) che comunque e' di per se' scandaloso come pero' lo sono quasi tutti i compensi elargiti dalla Rai a nostre spese, rimane il fatto che si offre l'opportunita' di fare prediche a chi per mestiere fa altro. E perche' a Celentano piuttosto che magari a uno di quei cittadini che sono un traliccio della stazione di Milano a protestare e che sono stati sfruttati dal cantante a proprio uso e consumo. Senza poi parlare del discorso di stampo fascista che ci ha riportato nel ventennio relativo alla chiusura di due giornali che si erano permessi nei giorni scorsi di criticare appunto il compenso elargito dalla Rai in un momento di crisi come questo. Che altro dire .... stamani leggere che qualcuno di prende la briga di organizzare delle scuse per la presunta ipocrisia del popolo italiano mi ha scatenato da una parte un senso di rabbia, dall'altra un senso di sconforto per un paese per il quale sara difficile uscire dalla crisi non solo economica ma anche di costume. L'ipocrisia sta nel fatto di protestare per le tasse a cui siamo sottoposti per poi metterci davanti alla tv e difendere personaggi come Celentano che offendono chi giorno dopo giorno combatte con problemi legati alla sopravvivenza.
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