Quante volte abbiamo sentito la parola eroe per celebrare i militari italiani che hanno perso la vita nelle missioni di "guerra" dell'esercito italiano. E quanto volte l'uso di questa parola strideva con il suo vero significato. Certamente massimo rispetto per quei giovani e meno giovani che sono caduti in nome di non si sa bene che cosa, magari loro ci credevano anche, ma dichiarare eroe una persona che va a fare una guerra lautamente pagato e per di più una guerra che non ha niente a che vedere con la difesa della patria, è sicuramente fuori luogo. Quando si va in guerra il rischio di lasciarci la vita è all'ordine del giorno, quando poi ci si va volontariamente e dietro una paga non da poco, il rischio è anche ben retribuito. Oggi quella parola appare ancora più anacronistica se si pensa a che cosa sta accadendo in occasione dell'emergenza neve e gelo. Molti comuni sono in difficoltà per liberare frazioni isolate da giorni oppure a liberare le proprie strade anche se in certe situazioni questa difficoltà è il frutto dell'incapacità di affrontare situazioni del genere (vedi Roma ed il suo irascibile sindaco). Poi ci sono molti comuni che hanno anche difficoltà economiche a causa dei tagli di bilancio voluti dal governo centrale, tagli che hanno tolto risorse anche per gestire l'ordinario fiduriamoci quindi in una situazione straordinaria come questa. Due giorni fa è stato annunciato in pompa magna l'intercento dell'esercito, sicuramente un intervento molto più utile e civile di andare a fare guerre in giro per il mondo. Ma ormai l'Italia è un paese nel quale può accadere di tutto ed ecco che i sindaci che hanno usufruito dell'opera dei militari si sono visti presentare un conto piuttosto salato. Questo il tariffario: 800 euro al giorno per una ruspa, 200 euro al giorno per un mini ecscavatore, 60 euro al giorno per ogni militare impiegato più vitto e alloggio. Questi sono i nostri eroi che anche per intervenire il soccorso alla popolazione si fanno pagare e questi sono i risultati di un governo che ha portato letteralmente allo sfascio un paese non solo per quanto riguarda la situazione economica e finanziaria, ma anche per quanto riguarda i servizi pubblici, il senso di solidarietà, l'educazione civica, la cultura, la morale. Tutto è stato quasi completamente distrutto nel nome del dio denaro ma soprattutto nel nome del mantenimento dei privilegi di quel sistema politico che ormai è diventato anacronistico racchiuso nella propria reggia dorata che può essere scalfita solo dalla rabbia popolare. Un'istituzione ormai inutile come l'esercito che potrebbe eventualmente essere impiegato in situazioni come queste dove l'emergenza richiede interventi massicci, ormai non è più nemmeno in grado di svolgere attività di assistenza civica o meglio la assolve ma dietro lauto pagamento.
martedì 7 febbraio 2012
E questi sarebbero eroi ?
Quante volte abbiamo sentito la parola eroe per celebrare i militari italiani che hanno perso la vita nelle missioni di "guerra" dell'esercito italiano. E quanto volte l'uso di questa parola strideva con il suo vero significato. Certamente massimo rispetto per quei giovani e meno giovani che sono caduti in nome di non si sa bene che cosa, magari loro ci credevano anche, ma dichiarare eroe una persona che va a fare una guerra lautamente pagato e per di più una guerra che non ha niente a che vedere con la difesa della patria, è sicuramente fuori luogo. Quando si va in guerra il rischio di lasciarci la vita è all'ordine del giorno, quando poi ci si va volontariamente e dietro una paga non da poco, il rischio è anche ben retribuito. Oggi quella parola appare ancora più anacronistica se si pensa a che cosa sta accadendo in occasione dell'emergenza neve e gelo. Molti comuni sono in difficoltà per liberare frazioni isolate da giorni oppure a liberare le proprie strade anche se in certe situazioni questa difficoltà è il frutto dell'incapacità di affrontare situazioni del genere (vedi Roma ed il suo irascibile sindaco). Poi ci sono molti comuni che hanno anche difficoltà economiche a causa dei tagli di bilancio voluti dal governo centrale, tagli che hanno tolto risorse anche per gestire l'ordinario fiduriamoci quindi in una situazione straordinaria come questa. Due giorni fa è stato annunciato in pompa magna l'intercento dell'esercito, sicuramente un intervento molto più utile e civile di andare a fare guerre in giro per il mondo. Ma ormai l'Italia è un paese nel quale può accadere di tutto ed ecco che i sindaci che hanno usufruito dell'opera dei militari si sono visti presentare un conto piuttosto salato. Questo il tariffario: 800 euro al giorno per una ruspa, 200 euro al giorno per un mini ecscavatore, 60 euro al giorno per ogni militare impiegato più vitto e alloggio. Questi sono i nostri eroi che anche per intervenire il soccorso alla popolazione si fanno pagare e questi sono i risultati di un governo che ha portato letteralmente allo sfascio un paese non solo per quanto riguarda la situazione economica e finanziaria, ma anche per quanto riguarda i servizi pubblici, il senso di solidarietà, l'educazione civica, la cultura, la morale. Tutto è stato quasi completamente distrutto nel nome del dio denaro ma soprattutto nel nome del mantenimento dei privilegi di quel sistema politico che ormai è diventato anacronistico racchiuso nella propria reggia dorata che può essere scalfita solo dalla rabbia popolare. Un'istituzione ormai inutile come l'esercito che potrebbe eventualmente essere impiegato in situazioni come queste dove l'emergenza richiede interventi massicci, ormai non è più nemmeno in grado di svolgere attività di assistenza civica o meglio la assolve ma dietro lauto pagamento.
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