mercoledì 22 febbraio 2012

I diritti dei lavoratori sotto attacco del duo Fornero-Marcegaglia



La riforma del mercato del lavoro sta diventando un nodo cruciale sul quale si gioca il destino di un governo che ogni giorno di più tenta si scaglia contro le classi deboli del paese anche grazie all'appoggio di chi dovrebbe difendere il ceto sociale medio basso e cioè il Partito Democratico. L'attacco al mercato del lavoro ed ai diritti dei lavoratori portato da una parte dalla ministra Fornero che intende procedere anche senza un accordo con sindacati e dall'altra dalla presidente della confindustria è senza precedenti e rischia di provocare tensioni sociali di non poco conto. La ministra vorrebbe fare la sua riforma, abolendo in primis il più elementare diritto del lavoratore rappresentato da quell'art. 18 che sembra essere il responsabile di tutti i mali, contro tutti e tutto addossando poi la responsabilità al parlamento qualora la "sua" riforma non venisse approvata. Un atteggiamento irresponsabile ed autoritario inaccettabile per affrontare una riforma cosi' delicata come quella del lavoro che, dopo la riforma Biagi, è diventato un grosso problema nel nostro paese soprattutto per i giovani. Per fortuna sembra che a questo attacco concentrico, Fornero-Marcegaglia, i sindacati abbiano ritrovato un minimo di unità e rispondono abbastanza compatti anche se critici con la Fiom che ha già proclamato uno sciopero per i primi di marzo. Uno sciopero più che legittimo che ci riporta alle lotte sindacali degli anni 70 quando lo sciopero appunto era uno strumento per mostrare alla controparte la forza dei lavoratori. Uno strumento le cui potenzialità sono state, in questi anni di divisione sindacale, notevolmente abbattute sia per un utilizzo scriteriato sia per una frammentazione della rappresentatività dei lavoratori che hannor eso sempre meno incisive le astensioni dal lavoro. A fronte di questa, seppur fragile, ritrovata unità sindacale, si fa avanti però ancora una volta l'indecisione e la divisione del Partito Democratico che, attraverso alcuni suoi esponenti con in testa il buon Walter Veltroni, è arrivato a ventilare un possibile rinuncia alla difesa dell'articolo 18 stesso. Veltroni ed il Pd hanno costituito la vera sciagura della sinistra italiana prima causando la caduta del governo Prodi e poi andando a perdere le elezioni del 2008 che hanno portato all'esclusione dal parlamento italiano di tutta la sinistra. Ora sempre Veltroni e Partito Democratico potrebbero agevolare l'azione del suo Fornero-Marcegaglia nella cancellazione di quell'articolo simbolo dei più elementari diritti dei lavoratori.

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