Cara
italiana, caro italiano
nessuno
meglio di voi, che vivete all'estero, sa quanto sia importante che il
nostro Paese sia rispettato fuori dai confini nazionali. Oggi avete
ricevuto una lettera da parte del Presidente del Consiglio che vi
invita a votare Si all'imminente referendum sulla riforma
costituzionale voluta da questo governo. Forse però voi che vivete
all'estero non avete chiara la percezione di quanto sta avvenendo in
Italia a proposito di questo referendum e tale percezione non
l'avrete certamente con la lettera che vi ha indirizzato Matteo
Renzi. Intanto lasciatemi manifestare la mia indignazione per questa
lettera che un Presidente del Consiglio di una Repubblica Democratica
si permette di indirizzare a cittadini del nostro paese senza
mantenere l'imparzialità che dovrebbe un Capo di governo in merito
ad un problema così delicato come la riforma della Costituzione. La
Costituzione non è un oggetto intorno al quale imbastire una
battaglia politica, la Costituzione è la madre di tutte le leggi di
una democrazia, quella cioè che dovrebbe definire le regole intorno
alle quali funzionano le istituzione e tutta la vita democratica del
paese. Un Capo di governo ed uno statista che si ritenesse tale
dovrebbe esclusivamente invitare al voto i cittadini invitandoli a
leggere la riforma ed a riflettere sui suoi contenuti, ma senza
schierarsi da una parte o dall'altra. Il nostro presidente del
consiglio ha ritenuto invece di infrangere il ruolo istituzionale che
ricopre per schierarsi a favore della riforma. Questo è un fatto
gravissimo ma la gravità maggiore sta nei contenuti che ha usato per
convincervi a votare per il Si, una serie di inesattezze che
rasentano la falsità.
Intanto
l'instabilità. Dal 1993 in poi la stabilità dei governi che
si sono succeduti nel paese è stata più che solida e solo due
governi, il primo di centro destra guidato da Berlusconi ed il
secondo di centro sinistra guidato da Prodi, sono caduti portando
alle elezioni anticipati. Il primo a causa di un avviso di garanzia
proprio a carico del presidente del consiglio, il secondo per una
scelleratezza del partito di maggioranza che ha deciso di dedicarsi
alla formazione del Partito Democratico piuttosto che a sostenere un
governo con una maggioranza risicata. Il problema quindi non è stata
la “debolezza” della Costituzione quanto l'avventatezza dei
protagonisti.
Veniamo
poi al superamento del bicameralismo paritario. Altra bugia
colossale che questo sistema parlamentare sia la causa della lentezza
nel legiferare del nostro parlamento. Due esesmpi su tutti: la legge
Fornero di riforma delle pensioni approvata in 20 giorni circa, la
riforma del lavoro proprio di questo governo approvata in pochi mesi.
Altre leggi, come quella sulle unioni civili, ha dovuto aspettare
qualche decina di anni ma non per un palleggiamento fra Camera e
Senato quando per una politica incapace di approvare una legge di
civiltà. La lentezza quindi non dipende dal bicameralismo paritario
ma di una politica litigiosa e incapace di trovare soluzioni ai
problemi reali del paese. In quanto al superamento del bicameralismo
paritario vi invito a leggere, se ne siete capaci, l'art. 70 e vi
potete rendere conto che il bicameralismo da paritario diventa
incasinato con interpretazioni procedurali per quasi ogni legge
approvata dalla camera.
Per
quanto riguarda poi alla guerra fra enti pubblici, devo
ammettere che questo è vero ma voi sareste favorevoli a che lo Stato
decidsa cosa fare sui vostri territori senza ascoltare le popolazioni
locali ? Che si decida, come si sta facendo in parte, di autorizzare
trivellazioni, gasdotti, discariche, linee ferroviare ad alta
velocità che sconvolgono il territorio passando sopra le testa dei
cittadini e degli amministratori locali ?
E
che dire dei costi della politica.
Si può stravolgere una costituzione per ridurre i costi della
politica quando si sarebbe potuto ridurre gli emolumenti dei politici
(a proposito il partito del presidente del consiglio ha votato contro
questa proposta di legge in parlamento lo sapevate ?) con una legge
ordinaria, ridurre il numero dei parlamentari, ed altri provvedimenti
simili senza intervenire sulla costituzione.
Un
aspetto poi completamente trascurato e taciuto nella lettera del Capo
del Governo riguarda l'elezione e la composizione del nuovo senato.
Il senato non sarà poù eletto da cittadini come avviene attualmente
ma sarà eletto dai consiglio regionali che sceglieranno i senatori
fra sindaci e conasiglieri regionali. Quindi non solo abolizione del
voto, ma anche incarichi per svolgere una funzione comunque delicata
ed importante, visto le incombenze del Senato, a politici che già
svolgono altri incarichi come quello di sindaco o consigliere
regionale con il rischio di non far funzionare né l'amministrazione
locale né il senato.
Per
concludere una piccola nota a quanto sostenuto nella lettera da
Matteo Renzi relativamente al fatto che la nuova costituzione non
tocca i poteri del presidente del consiglio né alcuno dei pesi e
contrappesi. Certo la costituzione in quanto tale forse no, ma se
l'abbiniamo alla legge elettorale denominata Italicum (che Renzi
promette di cambiare ma dopo il referendum quindi si andrà a votare
una riforma costituzionale sulla fiducia) avremo una Camera con la
maggioranza rappresentata da un solo partito, un presidente del
consiglio di fatto nominato dagli elettori, un senato che non vota la
fiducia e quindi un contrappeso cancellato, con la consequenza che un
solo partito potrà dare la fiducia al governo con presidente del
consiglio il proprio capo di partito. Quindi i poteri del governo
sono stati toccati eccome ma senza modificare palesemente la parte
della costituzione che tratta questi aspetti.
Quindi
è vero oggi siamo ad un bivio: o cambiare cancellando un pezzo della
democrazia nel nostro paese e mettendo in mano ad un solo partito o
ad un solo uomo il governo del paese nelle prossime legislature
oppure mantenere la costituzione attuale e obbligare chi in questi
anni ha tentato di cambiarla (Berlusconi prima e Renzi ora) ad
ascoltare i cittadini e rispondere alle loro reali esigenze. La prima
per esempio applicare in toto la Costituzione attuale a partire
dall'art. 1: L'Italia è una repubblica democratica fondata sul
lavoro …. già ma il lavoro di chi ?.