mercoledì 7 dicembre 2016

Dalle bufale pre referendum .. alle coglionerie post voto


E' diffcile stabilire se sia stato più complicato capire la riforma costituzionale o i commenti post voto dopo la vittoria del NO. Sono però propenso a ritenere più incomprensibili ed assurdi i commenti dei vari analisti politici e/o politologi se non altro perché, prima del voto, per smascherare le varie bufale seminate con generosità, era disponibile uno strumento di difesa oggettivo e inoppugnabile: il testo della riforma costituzionale. Bastava leggere il testo per capire i tentativi maldestri per convincere gli elettori verso il Si, oppure, sempre attraverso la lettura della riforma, non capire e quindi avere comunque un'idea chiara della strategia ingannevole dei sostenitori del Si. Naturalmente fra tali sostenitori c'erano sicuramente anche persone convinte della bontà di questa riforma, ma le maggiori falsità comunque arrivavano principalmente proprio da chi la riforma l'aveva scritta. Ora che il referendum popolare ha respinto la nuova costituzione, siamo alla fase dell'analisi del voto proseguendo però sempre sulla stessa falsariga della campagna elettorale. In questo caso però non abbiamo un testo di riferimento ed oggettivo e quindi la fantasia si sbizzarisce nell'analizzare un fenomeno che di per se è molto semplice: chi era favorevole alla riforma ha votato SI, chi non lo era, la maggioranza dei votanti, ha semplicemente votato NO. Troppo semplice e troppo poco per scrivere fiumi di parole delle quali non ci sarebbe stato bisogno. E così siamo arrivati, dopo due giorni di analisi, alla seguente sintesi. Anche dopo il voto il paese è tripolare:
- un buon 35% che se ne frega di tutto e che, come al solito, è completamente ignorato da tutti (oggi si festeggia per una partecipazione al 65%, una percentuale che negli anni 70-80 sarebbe stato un disastro totale), 
- un buon 39% di italiani che non capisce un emerita "sega" (scusate il francesismo dialettale) e che ha espresso un voto di protesta, contro il governo e le sue politiche, costituito da giovani tipicamente del sud che attraverso il voto esprime il proprio disagio ma che rimane una folla di celebrolesi che nemmeno sa che cosa sia la Costituzione,
- una minoranza del 25% che rappresenta gli eletti, i sapienti, coloro che sanno tutto sulla Costituzione sulle riforme che servirebbero al paese e che soprattutto sono tutti elettori del Pd pronti a rimettere in sella Renzi.
A nessuno viene minimamente in mente che coloro che hanno votato NO lo abbiano fatto semplicemente per non accettare una riforma costituzionale che non condividevano. Punto e a capo. Nessuno complotto contro il governo, nessuna protesta contro le politiche governative e via dicendo. Qualcuno avrà sicuramente votato anche con questo intento, un intento però che è nato solo ed esclusivamente a causa di un comportamento scellerato del presidente del consiglio che ha tentato di trasformare un voto sulla costituzione in un voto su se stesso. La meraviglia e lo stupore per la vittoria del SI è un'altra perla dei fiumi di parole post voto: ma se la riforma è stata approvata in un parlamento con la presenza esclusiva del Partito Democratico, e nemmeno in tutte le sue componenti, che cosa c'era da aspettarsi se non la bocciatura della riforma stessa ? E che dire poi di tutte le analisi pseudo sociali ? I giovani hanno votato No, i pensionati SI, al Sud No, al Nord meno NO, a Firenze SI, nel paese della Boschi NO, come diceva una canzone di qualche anno fa: fiumi di parole per un semplice Si ed un semplice No. La verità è che la nostra Costituzione è ancora giovane, solo 70 anni, non è ancora totalmente applicata e soprattutto non lo è proprio nella sua prima parte quella dei principi fondanti della repubblica democratica: la vera riforma sarebbe proprio questa, applicare la Costituzione in tutte quelle parti disattese. Ma sarebbe un compito troppo difficile per i nostri attuali "statisti".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Analisi perfetta

Anonimo ha detto...

analisi perfetta