mercoledì 23 novembre 2016

Dal dito medio all'inno, ai coglioni fino alle scrofe passando per le accozzaglie





L'ingresso in politica di Berlusconi ha portato una ventata di malcostume sostituendo il confronto ed il dibattito con l'offesa, l'ingiuria e la denigrazione dell'avversario politico. A fargli da apripista nel seguire questo nuovo modello di propaganda sono entrati in scena Bossi e la sua Lega Nord che spesso hanno avuto atteggiamenti al limite del legale e del sovversivo. Berlusconi è riuscito a convogliare una moltitudine di cittadini grazie alla sua potenza mediatica da una parte e grazie all'incosistenza dell'opposizione della sinistra. Sinistra incarnata da un partito che, piuttosto che difendere i propri ideali, ha preferito scendere al livello dell'ex cavaliere abbandonando la strada della dialettica fatta di contenuti ed inseguendo un consenso facile da raggiungere ma altrettanto instabile. Purtroppo però l'allievo non aveva scampo rispetto al maestro e così il centro destra  ha potuto governare "imbonendo" gli elettori di false promesse con un unico obiettivo: mantenere il potere e difendere il proprio leader dalla morsa della giustizia che prima o poi lo avrebbe preso in castagna. Nel frattempo si assisteva a dibattiti dove chi faceva la voce più grossa sia in televisione, che sui giornali che, purtroppo, in parlamento l'aveva vinta. Comunque mentre da una parte Berlusconi e Bossi non mantenevano le promesse con le quali avevano "conquistato" gli elettori (anche di sinistra), dall'altra il più grande partito della sinistra europea aveva iniziato un lento ma inesorabile cammino di spostamento vero il centro lasciando al proprio destino le frange più deboli della popolazione. Un cammino che terminava nella nascita del più grande bluf della sinistra italiana: il Partito Democratico. Il malcontento nascente da una parte e dell'altra è stato allora catturato da un altro capopopolo, che sfruttando la propria capacità comunicativa ed il proprio linguaggio dissacrante derivante dalla sua professionalità decennale di comico, ha dato vita ad un movimento che in poco tempo è diventato di fatto il primo partito italiano. Anche questo nuovo leader ha comunque proseguito sulla strada tracciata dal binomio Berlusconi-Bossi amplificandone le urla, le grida, le ingiurie. Il buon Grillo è andato oltre organizzando addirittura manifestazioni di piazza nella quali la parola d'ordine era il "Vaffanculo" a tutti i politici di mestiere. In una sorta di decadimento inarrestabili si è passati in qualche decennio da dibattiti di uomini come Berlinguer, Moro, Andreotti dove la cultura e l'ideologia la faceva da padrona nel rispetto dell'avversario, al linguaggio "popolare" fatto di cazzo, coglione e vaffanculo assorto agli onori del confronto politico. In questo calderone mentre i due personaggi precursori di questa nuova stagione, Bossi e Berlusconi, cadevano in virtù delle loro "malefatte" piuttosto della loro sconfitta politica, altri due li sostituivano degnamente: Salvini e Renzi. Salvini da una parte attenuava il linguaggio eversivo del senatuer ma lo infarciva maggiormente di offese e ingiurie, Renzi capica che per arrivare al potere era necessario parlare, parlare, parlare senza preoccuparsi più di tanto dei contenuti. In questo clima si è arrivati al dibattito dule referendum costituzionale di questi ultimi giorni prima del voto. Forse qualcuno pensava che almeno in occasione del confronto sulla legge più importante di uno stato democratico, la Costituzione, tutti tornassero a toni più consoni ed adeguati per consentire ai cittadini di entrare nel merito, di capire la riforma e quindi di arrivare al voto coscienti del proprio voto. Ed invece niente è cambiato. Da una parte Renzi, forte della posizione di capo del governo e sfruttando ad arte la doppia posizione di presidente del consiglio e segretario del partito democratico, gioca "sporco" tirando per la giacchetta tutti i cittadini, invadendo le televisioni (il principale strumento di propaganda politica in un paese come l'Italia), elargendo mance nella legge di stabilità (il furbastro ha portato a votare il paese subito dopo l'approvazione del bilancio 2017), dilapidando i risparmi presunti della riforma costituzionale (almeno quelli del primo ma forse anche del secondo anno) per la sua propaganda "scorretta". Non contento di questa sua "attività" al limite del terrorismo psizologico, è sceso anche lui sul terreno dell'offesa definendo "un'accozzaglia" i sstenitori del NO. Grillo non aspettava altro per scatenare la sua vena di comico prestato alla politica e rispondendo alle bordarte renziane è sceso ancora più in basso offendendo personalmente Matteo Renzi e vanificando di fatto il lavoro che stanno svolgendo i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Salvini ha mantenuto il suo cliché volgare, xenofobo e razzista senza aumentare il livello del dibattito (difficile immaginare che Salvini possa andare oltre ed innalzare il livello dialettico) ma anche senza abbassarlo ulteriormente. Insomma tutti giocano "sporco" con l'intenzione palese prima di tutto di tenere lontani i cittadini dal voto (fra l'altro la riforma costituzionale Boschi-Renzi-Verdini ha questo obiettivo palese) ed in seconda battuta di non far capire niente al cittadino che mal digerisce il politichese, il linguaggio usato ampiamente nello scrivere il testo della nuova costituzione. Comunque vada questo referendum che vinca una parte o l'altra, il paese ne uscirà impoverito oltre che naturalmente completamente diviso e non sarà facile risollevarlo nè dal punto di vista politico che socio-culturale.

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