martedì 13 dicembre 2016

Nel paese dei balocchi più sei falso e incompetente, più sei premiato


Non so quante volte ho sentito parlare i nostri politici di meritocrazia da contrapporre al clientelismo ed alla pratica della raccomandazione molto seguita nel nostro paese. Purtroppo come sempre dal dire al fare c'è di mezzo il mare ... anzi un oceano più che un semplice mare ed oggi come non mai ne abbiamo l'ennesima conferma. Il governo Gentiloni, terzo governo targato Partito Democratico (quello che voleva cambiare la Costituzione per assicurare più stabilità al paese) dopo le elezioni del 2013, si appresta a ricevere la fiducia dal parlamento. Un governo che nasce dopo la batosta del referendum costituzionale bocciato con una larga maggioranza dal voto popolare. Ed ecco allora che ci si aspetterebbe quanto meno un governo quanto meno rinnovato nella sua composizione almeno in quei ministri che hanno clamorosamente fallito con il governo precedente, se non altro per dare seguito alla teoria del merito. Ma siamo in Italia e non in un paese democratico qualsiasi della cara vecchia europa ed allora ci ritroviamo con la Finocchiaro, relatrice della riforma bocciata dal voto, promossa come ministro, la Boschi, madre costituente mancata, ancora in sella e nominata unica sottosegretario alla presidenza del consiglio (tanto per mantenere la mano di Renzi sul povero Gentiloni), la Madia, autrice di una riforma della Pubblica Amministrazione già bocciata dalla Corte Costituzionale, confermata naturalmente come ministra della suddetta PA, l'Angelino, già ministro della giustizia e poi ministro dell'interno, il ministro più incapace e inetto della storia della repubblica italiana, promosso a ministro degli esteri (forse un incarico dove può fare meno danni considerata la già bassa considerazione internazionale della nostra povera Italia), la Lorenzin, disastro totale come responsabile della sanità e autrice del famigerato fertility day, confermata sulla poltrona delle politiche relative alla salute, il Lotti, fido scudiero del Matteo Renzi, promosso a ministro grazie alla sua capacità inarrivabile nell'utilizzo della lingua come spolverino per il giovanotto di Rignano, ed infine la tanto bistrattata istruzione passata nelle mani di una sindacalista, tale Fedeli, che non si sa che cosa c'azzecchi il sindacato con la pubblica istruzione (forse Renzi considerato che ha tutta la scuola contro dopo la riforma Giannini, l'unica trombata del vecchio governo, tenta l'arma del sindacato per mantenere buoni gli insegnanti). Il presidente del consiglio Gentiloni, alla presentazione della nuova squadra (si fa per dire) dichiara che "il governo proseguirà nell'azione di innnovazione" dell'esecutivo Renzi. Una dichiarazione che sembra la degna conclusione alla presentazione della lista dei ministri: insomma la legnata del 4 dicembre non è stata sufficiente e il programma del "nuovo" governo è continuare l'azione del precedente ...... in attesa della nuova bastonata.
Ecco durante la campagna per il referendum, ho sentito molti sosenitori del Si affermare che in fin dei conti in molti paesi europei non esiste più il bicameralismo paritario e che la seconda camera non è eletta dal popolo senza che nessuno si scandalizzi. Vero ... però io penso che prima di andare a copiare gli altri paesi europei nel loro assetto istituzionale sarebbe forse il caso che la nostra classe politica "copiasse" la classe politica estera nei comportamenti e nelle scelte di coerenza: Cameron senza fare dichiarazioni altisonanti dopo il voto sulla Brexit si è dimesso ed è scomparso dalla scena politica, in Grecia si è andati al voto tre volte nell'arco di 12 mesi, in Italia si fanno dichiarazioni roboanti (Renzi, Boschi la stessa Fedeli) che poi vengono immancabilmente disattese e si fa di tutto per evitare il voto in ogni modo possibile cancellando o ignorando la volontà popolare.

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