venerdì 9 dicembre 2016

Passata la sbornia referendaria ... si torna alla politica da prima repubblica anzi peggio


Sebbene il voto referendario abbia dimostrato che la riforma era sbagliata e che il paese nella sua stragrande maggioranza non ne sentiva la necessità, il vero fallimento di tutta la politica va in scena in queste ore dopo le dimissioni del governo Renzi. Per anni, circa 25, ci è stata recitata la storiella della seconda repubblica come un mantra che demonizza la storia politica italiana dal 1948 al 1993. In realtà siamo è vero in una repubblica diversa da quella degli anni 60-70-80 ma il percorso di questo cambiamento è stato tutto in negativo e lo si può toccare con mano proprio in questi giorni. Ieri il presidente della repubblica ha iniziato le consultazioni per tentare la formazione di un nuovo governo e dovrà sorbirsi ben 23 delegazioni, la maggior parte delle quali si trovano in parlamento senza essere passate per il voto popolare. Movimenti politici e partitelli che si sono formati dopo le elezioni del 2013 fra suddivisioni, scissioni, cambi di maglia e via dicendo. La stessa Forza Italia è un partito non votato alle ultime elezioni ed è nata, insieme a Ncd e Ala, nel corso dell'attuale legislatura in virtù del disfacimento del Pdl. Ecco quale sarebbe stata un reale riforma della costituzione che avrebbe aumentato il livello di democrazia nel nostro paese: l'introduzione del vincolo di mandato che prevedesse l'uscita dal parlamento nel caso che un parlamentare abbandoni il proprio partito o movimento nel quale è stato eletto. Invece non solo la riforma non prevedeva nessun accorgimento per eliminare questa stortura ma addirittura tentava di togliere il voto ai cittadini aumentando quindi le fughe antidemocratiche della politica italiana. Ed invece eccoci qui ad assistere ad un teatrino molto peggiore di quello che accadeva nella prima repubblica. E lo scenario è veramente squallido. Ora il day after, dopo il 4 dicembre, è stato spostato al 24 gennaio quando si pronuncerà la Corte Costituzionale sull'Italicum ed ancora una volta la politica si mette in una posizione sulbalterna alla magistratura. Ma invece di aspettare la sentenza, che decreterà probabilmente l'incostituzionalità della legge elettorale più bella del mondo, non si potrebbe procedere subito a varare una nuova legge elettorale ed andare al voto ? E invece no. Si passa da quelli che aspettano la sentenza a quelli che vorrebbero votare oggi con una legge che darebbe origine ad altri disastri oltre che mantenere un parlamento illegittimo e incostituzionale. E il Pd ? E il Pd, come tutti i partiti della storia repubblicana che subiscono una sonora sconfitta, dimostra di capire ben poco del voto contrario alla sua riforma costituzionale. Il voto viene utilizzato per regolamenti di conto interni e non ci sarebbe niente di strano se non per il fatto che si utilizza la carta costituzionale per semplici lotte interne. Chi tenta di disarcionare Renzi e chi addirittura lo definisce ancora una risorsa colui che in 1000 giorni ha portato un partito di sinistra a destra, ha portato a termine riforme di stampo berlusconiano, ha portato il paese ad uno scontro frontale cruento, non ha minimamente accennato a qualsiasi autocritica, convoca una direzione dove non consente ad alcuno di parlare. Quelli del Pd o si sono fumati roba scadente oppure vogliono distruggere un partito che per altro è nato solo per finire. E Renzi ? Bhe la sua superbia, arroganza, presunzione e inadeguatezza al ruolo di presidente del condiglio sono salite alla ribalta proprio nel momento della sconfitta, perché quando tutto va bene è facile fare l sbruffone, è nelle difficoltà che lo statista dovrebbe mostrare la sua levatura, ma del resto in Italia di statisti non ce ne vede più nemmeno l'ombra da tempo. 

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